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Auto, Csp: mercato in difficoltà, target 2024 1,6 mln auto

Auto, Csp: mercato in difficoltà, target 2024 1,6 mln autoMilano, 1 ott. (askanews) – “Il settore dell’auto continua a essere interessato da forti difficoltà. Proiettando i risultati dei primi 9 mesi (+2,1% a 1,2 mln di auto) il 2024 dovrebbe chiudere con 1.603.000 immatricolazioni, un livello decisamente lontano dalla situazione ante-crisi (1,91 mln) e non conforta certo il fatto che la situazione dell’Unione Europea non differisca molto da quella italiana2. Lo afferma il Centro Studi Promotor.


Dall’indagine congiunturale di Csp a fine settembre su un campione di concessionari emerge che il 75% valuta basso il livello dell’acquisizione di ordini e il 42% dichiara alti livelli di giacenze di auto nuove invendute. Da segnalare poi che l’affluenza nelle show room di potenziali acquirenti in settembre è stata bassa per il 70% dei concessionari, mentre il livello dei prezzi si mantiene elevato. Nonostante il calo delle vendite aumenta il parco circolante. Nel 2019, osserva Csp, in Italia circolavano 39,5 milioni di auto. Nel 2023 la cifra è salita a 40.905.000 perché sono state tenute in esercizio auto vecchie con conseguenze per la sicurezza e per le emissioni.


“E’ del tutto evidente – sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che la situazione del mercato e dell’industria dell’auto dell’Unione Europea richiede che al massimo livello istituzionale dell’Unione Europea, non sia sufficiente pensare (tra l’altro con resistenze) di anticipare di un anno il punto sulla transizione energetica prevista per il 2035, ma è assolutamente indispensabile che in ambito europeo si affronti la crisi dell’auto senza pregiudizi e con il realismo e il coraggio necessari”.

Stellantis: immataricolazioni settembre -34% a 29.375 unità

Stellantis: immataricolazioni settembre -34% a 29.375 unitàMilano, 1 ott. (askanews) – Immatricolazioni in forte calo per Stellantis a settembre: -33,9% a 29.375 unità. La quota di mercato, in base a dati Dataforce elaborati da Stellantis, si attesta al 24,1% rispetto al 32,6% di settembre 2023. Negativo anche il bilancio dei primi 9 mesi: -5,8% a 365.286 unità, con una quota di mercato in calo al 30,3%.


A settembre sono 4 le vetture Stellantis fra le 10 più vendute: Fiat Panda (6.989 unità), Jeep Avenger (3.958), Peugeot 208 e Opel Corsa. Fra i brand Stellantis, male Alfa Romeo -12,5%, in forte calo Citroen DS -70%, Fiat -43,7% a 9mila unità, Lancia -72% e Maserati -58% a 153 unità, Opel -7,8%. Calo contenuto per Peugeot -2% a 6.500 unità, in crescita Jeep +4,6% a 5.500 unità.

Auto, immatricolazioni settembre -10,75% a 121.666 unità

Auto, immatricolazioni settembre -10,75% a 121.666 unitàMilano, 1 ott. (askanews) – Prosegue il calo del mercato dell’auto a settembre. In base ai dati diffusi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le immatricolazioni sono calate del -10,75% a 121.666 unità. Resta leggermente positivo il bilancio dei primi 9 mesi: +2,1% a 1,2 milioni di auto.


I trasferimenti di proprietà sono stati invece 443.993 in aumento del 3,97% rispetto a settembre 2023. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 565.659, ha interessato per il 21,51% vetture nuove e per il 78,49% vetture usate.


A settembre le 10 vetture più vendute sono state: Fiat Panda (6.989 unità), Dacia Sandero (4.122), Jeep Avenger (3.958), Peugeot 208, Toyota Yaris Cross, Dacia Duster, Renault Clio, Volkswagen T-Roc, Opel Corsa e Ford Puma.

Changan, gruppo auto cinese pronto a sbarcare in Europa con suv bev

Changan, gruppo auto cinese pronto a sbarcare in Europa con suv bevMilano, 30 set. (askanews) – Changan, una delle quattro più grandi case automobilistiche cinesi, ha annunciato i suoi piani per l’ingresso nel mercato europeo. Con un focus sulla mobilità a zero emissioni, Changan inizierà l’offensiva in Europa nel quarto trimestre 2024 con un modello elettrico, il suv Deepal S07 per poi introdurre altre forme di alimentazione come hev (ibrida) e phev (plug-in).


Entro fine anno, la casa automobilistica cinese mira a entrare nei mercati di Norvegia, Danimarca, Germania e Paesi Bassi e poi espandersi in Svizzera, Svezia UK e Finlandia nel 2025 e in Spagna e Italia nel 2026. Entro il 2028 il gruppo punta a stabilire una presenza nei principali mercati europei. Il suv Changhan Deepal S07 è progettato nel centro design italiano dell’azienda a Torino. Changhan è impegnata a costruire in Europa una rete di vendita e assistenza con partner e dealer locali. Changan è presente in oltre 60 paesi e nel 2023 ha venduto 2,55 milioni di auto.


“L’Europa rappresenta una tappa fondamentale nella strategia di espansione globale di CHANGAN”, ha dichiarato Leevon Tian, Vicedirettore Generale di Changan Automobile Europe Holding B.V., “Il nostro ingresso in questo mercato è guidato dal nostro impegno nel fornire soluzioni di mobilità innovative, intelligenti e sostenibili, adattate alle esigenze in evoluzione dei consumatori europei. Con la nostra vasta esperienza nella mobilità elettrica e un forte focus sulla qualità e la soddisfazione del cliente, siamo ben posizionati per contribuire in modo significativo al futuro della mobilità in Europa. Non vediamo l’ora di lavorare con partner locali per soddisfare le esigenze e le aspettative dei clienti.”

Stellantis taglia stime, titolo affonda; rumors sul mercato

Stellantis taglia stime, titolo affonda; rumors sul mercatoMilano, 30 set. (askanews) – Ancora una giornata da dimenticare per il comparto auto europeo che questa volta deve fare i conti con i profit warning di Stellantis (14,7%) e di Aston Martin (-24,5%) che seguono a breve distanza quello di Volkswagen (-4,3%) nel fine settimana, il secondo dell’anno. In precedenza era toccato a Bmw, Mercedes e Porsche che insieme a Volvo hanno anche rivisto i target di passaggio al full electric. A pesare per tutti sono il peggioramento delle condizioni di mercato, le vendite di auto elettriche che non decollano a fronti di ingenti investimenti e l’aumento della concorrenza cinese. Difficoltà che per le principali case auto si traducono in livelli di Borsa vicino ai minimi storici.


Stellantis ha tagliato le stime 2024 di margine Aoi dal 10% al 5,5-7%, e di cash flow industriale che da positivo è ora atteso negativo fra -5 e -10 miliardi di euro. A costringere il gruppo guidato da Carlos Tavares ha rivedere gli obiettivi, che per quanto riguarda l’Aoi margin erano i più alti fra i gruppi auto di volume, l’andamento negli Usa, principale mercato del gruppo, con vendite e quota di mercato in calo e un problema di scorte da ridurre. Difficoltà già emerse nei conti del primo semestre, con un utile dimezzato (-48% a 5,6 miliardi). Il Ceo Tavares ha ammesso di non aver visto arrivare la crisi negli Usa e ha avviato azioni per invertire la tendenza. E qualche risultato si inizia a vedere con il gruppo che ha anticipato di tre mesi a fine 2024 il target di 330mila unità in giacenza negli Usa, grazie anche a un taglio delle produzione di circa 200mila unità. Tagli che stanno creando tensione con i sindacati negli Usa e in Italia dove il 18 ottobre è stato indetto uno sciopero di 8 ore. Intanto il mercato si interroga anche sulle prossime mosse sul fronte industriale con rumors di una possibile integrazione con Renault oggi in calo del 5,6% (lo Stato francese è azionista di entrambi i gruppi con il 6,1% e il 15%). In passato il Ceo del gruppo francese, Luca de Meo, aveva auspicato di dar vita a un consorzio Ue dell’auto, come fatto con l’Airbus per il settore aereo. Una ipotesi che, secondo indiscrezioni stampa, potrebbe interessare anche Bmw (-2,8%) e che potrebbe essere discussa al prossimo Salone dell’Auto di Parigi.


Altro tema che deve affrontare Stellantis è quello della governance dopo le indiscrezioni, riportate da Bloomberg, secondo cui il presidente John Elkann avrebbe avviato la ricerca di un nuovo Ceo al posto di Carlos Tavares il cui contratto scadrà a inizio 2026. Fra i nomi circolati, anche quello di de Meo. Per l’azienda si tratta di un normale percorso di avvicendamento ai vertici di un’azienda complessa come Stellantis. Il tema sarà fra gli argomenti in agenda di un Cda convocato da Stellantis negli Usa per il 9 e 10 ottobre per valutare anche l’andamento del piano di rilancio sul mercato americano. Anche Volkswagen ha di nuovo tagliato le stime di margine operativo dal 7% al 5,6%. A pesare il peggioramento del mercato e l’aumento della concorrenza cinese. Il gruppo tedesco, che ha annunciato l’intenzione di chiudere 2 fabbriche in Germania con migliaia di esuberi ha rivisto al ribasso anche le stime di ricavi da 338 a 320 miliardi di euro e di consegne da 9,5 milioni di unità a 9 milioni. Per Aston Martin i problemi sono legati al mercato cinese e a ritardi nelle forniture: il gruppo auto si aspetta consegne inferiori alle attese di circa mille unità e un margine del 17-19% rispetto al 20% indicato in precedenza.

Borsa, auto sprofonda con profit warning Stellantis e Volkswagen

Borsa, auto sprofonda con profit warning Stellantis e VolkswagenMilano, 30 set. (askanews) – Prosegue in deciso calo Stellantis che, dopo il profit warning di questa mattina, lascia sul terreno il 13,8% a 12,5 euro intorno alle 13.30, portandosi sotto il prezzo di debutto in Borsa a gennaio 2021 (12,76 euro) e aggravando le perdite del comparto auto (EuroStoxx -3,8%), appesantito anche dal nuovo profit warning di Volkswagen (-4,8% a 99,78 euro).


Stellantis ha tagliato le stime 2024 di margine Aoi dal 10% al 5,5-7%, mentre il cash flow industriale da positivo è atteso negativo fra -5 e -10 miliardi di euro. A pesare il deterioramento del mercato auto e l’andamento negli Usa, principale mercato del gruppo, con vendite in calo e un problema di scorte da ridurre. A riguardo Stellantis ha anticipato a fine 2024 il target di 330mila unità in giacenza negli Usa rispetto all’obiettivo del primo trimestre 2025, grazie a un taglio delle produzione di circa 200mila unità. Anche Volkswagen, e per la seconda volta quest’anno, ha tagliato le stime di margine operativo dal 7% al 5,6%. A pesare, anche in quel caso, il peggioramento del mercato e l’aumento della concorrenza cinese. Il gruppo tedesco che ha annunciato l’intenzione di chiudere due fabbriche in Germania con migliaia di esuberi ha rivisto al ribasso anche le stime di ricavi da 338 a 320 miliardi di euro e di consegne da 9,5 milioni di unità a 9 milioni. Anche gli altri big dell’auto tedesca Bmw e Mercedes hanno recentemente lanciato allarmi sugli utili, a causa del forte calo di vendite in Cina.


Intanto per quanto riguarda Stellantis il mercato si interroga anche sulle prossime mosse sul fronte industriale con rumors di una possibile integrazione con Renault (lo Stato francese è azionista di entrambi i gruppi con il 6,1% e il 15%) con l’obiettivo, immaginato dal Ceo del gruppo francese, Luca de Meo, di dar vita a un consorzio Ue dell’auto, come fatto con l’Airbus per il settore aereo. Una ipotesi che vedrebbe interessata anche Bmw (-2,8%). Altro tema che deve affrontare Stellantis è quello della governance dopo la decisione del presidente, John Elkann, di avviare la ricerca di un nuovo ceo al posto di Carlos Tavares il cui contratto scadrà a inizio 2026. Fra i nomi circolati, anche quello di de Meo. Il tema sarà fra gli argomenti in agenda di un Cda convocato da Stellantis negli Usa per il 9 e 10 ottobre per valutare anche l’andamento del piano di rilancio sul mercato americano.

Auto, Unrae: mercato usato a luglio +12,2%, nei 7 mesi +9,2%

Auto, Unrae: mercato usato a luglio +12,2%, nei 7 mesi +9,2%Milano, 26 set. (askanews) – Torna in crescita a doppia cifra in luglio il mercato delle auto usate (con dati in attesa di consolidamento): +12,2% nel mese a 457.070 trasferimenti di proprietà rispetto ai 407.197 del 2023, un livello inferiore del 4,5% rispetto al 2019. I trasferimenti netti, spiega l’Unrae, aumentano del 13,3% e le minivolture del 10,8%. Nei primi 7 mesi la crescita si attesta al +9,2% con 3.183.457 passaggi complessivi rispetto ai 2.915.613 di gennaio-luglio 2023 (-3,6% sul 2019).


In luglio il diesel ricopre sempre la prima posizione fra le motorizzazioni preferite nel mercato dell’usato, seppur in calo di ben 3,8 punti con il 45,5% di quota (al 45,4% nei 7 mesi); al secondo posto il motore a benzina al 37,6% (-0,3 p.p. e al 38,5% nel cumulato). Le ibride occupano la terza posizione con l’8,1% (7,4% nel cumulato), segue il Gpl (al 4,7% nel mese e 4,8% nei 7 mesi). Il metano si posiziona al 2,1% in luglio e 2,2% in gennaio-luglio, mentre i trasferimenti netti di auto BEV e plug-in pesano rispettivamente lo 0,9% e l’1,1% del totale (0,7% e 0,9% nel cumulato). Si mantiene stabile anche in luglio il quadro dei trasferimenti per contraente: in calo di 0,6 punti gli scambi tra privati/aziende, che rimangono largamente predominanti e nel mese rappresentano il 55,2% di tutti i passaggi di proprietà (56,0% nel cumulato). Cedono mezzo punto quelli da operatore a cliente finale, al 40,1% nel mese (39,6% in gennaio-luglio). In crescita gli scambi provenienti da Km0 (3,9%), mentre rimangono stabili quelli provenienti dal noleggio (0,9% complessivo nel mese e 0,8% nei 7 mesi).

Auto, Urso: attivare clausola revisione regolamento Ue emissioni

Auto, Urso: attivare clausola revisione regolamento Ue emissioniRoma, 26 set. (askanews) – Già allo stato attuale esiste “materiale sufficiente per disporre di attivare la clausola di revisione” del regolamento europeo sulle emissioni di CO2 dei veicoli leggeri. E’ la posizione dell’Italia, illustrata dal ministro di Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, nel suo intervento oggi al Consiglio competitività a Bruxelles.


Secondo Urso bisogna “accelerare” il percorso verso questa tappa chiave, ma tecnicamente questo non significa “anticiparlo”, perché appunto vi sono già abbastanza elementi per invocare la clausola di revisione. Il settore automobilistico è cruciale per l’industria europea e ora “sta vivendo una crisi senza precedenti, per motivi esogeni ed endogeni”, ha avvertito. “Accogliamo molto positivamente il report del presidente Mario Draghi, che dà una sveglia all’Europa e Indica la strada che dobbiamo percorrere in fretta per recuperare il gap di competitività che si accresce ogni giorno di più, sia rispetto alla Cina sia rispetto agli Stati Uniti. Le cause di questo fenomeno sono numerose – ha proseguito il ministro -: regole troppo complesse, politiche settoriali non ben raccordate fra loro, strumenti finanziari lenti e burocratici, tanto da scoraggiare gli investitori, scarso coordinamento tra le risorse finanziarie nazionali e quelle europee”.


“Noi chiediamo che il report dei Draghi non resti lettera morta, che trovi immediate risposte da parte della nostra Unione europea. E per questo ci aspettiamo che la nuova Commissione europea ne tenga conto nel programma di lavoro per il 2025. E’ infatti importante trasfondere le proposte del rapporto Draghi nei documenti strategici che riguardano la transizione energetica e quella climatica. E’ altresì essenziale valutare quali debbano essere i prossimi finanziamenti per garantire la competitività dei nostri settori produttivi. Ogni giorno che passa il gap aumenta. Quando Draghi illustrò le linee indicative del suo report, qualche mese fa al Parlamento europeo, disse che servivano 500 miliardi di euro all’anno per i prossimi 10 anni. Nel report finale questa quantità è aumentata a 800 miliardi di euro. Ogni giorno che passa si accresce il gap di competitività che dobbiamo colmare”. “In questo campo decisivo è il ruolo del settore dell’auto – ha detto Urso – che sta vivendo una crisi senza precedenti, per motivi esogeni ed endogeni. Tra cui, come segnala Draghi, il conflitto o l’assenza di coordinamento tra politiche climatiche e politiche industriali. Ma le due politiche sono andate in senso diverso. noi dobbiamo allineare la politica ambientale con la politica industriale. Il rischio concreto che corre il settore è la scomparsa di interi segmenti industriali e la distruzione di numerosi posti di lavoro. Se non interveniamo subito tra qualche mese troveremo qua fuori gli operai dell’Industria europea, così come abbiamo trovato qualche mese fa gli agricoltori europei. È necessario, come dice Draghi, affrontare la tematica senza paraocchi, senza ideologia, ma con una visione di neutralità tecnologica, altrimenti l’Europa non regge la sfida”.


Secondo Urso “Dobbiamo quindi rivalutare il quadro in cui sono state assunte nel 2023 le decisioni correlate a questo settore. I dati che emergono, gli allarmi che ci sono lanciati dalle Industrie automobilistiche e dai sindacati, sono già eloquenti, sono già sufficienti per trarre un primo bilancio. Per questo l’Italia intende accelerare il percorso, creando le condizioni perché siano raggiunti gli obbiettivi, altrimenti sappiamo già che non saremo in condizioni di raggiungerli”, ha spiegato il ministro. “Per questo noi chiediamo alla Commissione, come prevede il regolamento sulle emissioni di CO2 dei veicoli leggeri, la rapida redazione dei due rapporti di valutazione. Vi è già materiale sufficiente per disporre di attivare la clausola di revisione di cui all’articolo 15 – ha affermato nel suo intervento durante i lavori -. Noi chiediamo che sia anticipata. Non entro oggi nei dettagli delle proposte che noi pensiamo di riassumere in un apposito ‘non paper’ che poi ovviamente presenteremo ai nostri partner e quindi alla Commissione”.

Minicar, Aixam inaugura nuovo stabilimento e punta a crescere in Ue

Minicar, Aixam inaugura nuovo stabilimento e punta a crescere in UeMilano, 25 set. (askanews) – Continua la strategia di crescita di Aixam-Mega sul mercato europeo dei quadricicli. Dopo il recente lancio della Minauto Access in versione elettrica, per confermare l’Italia come seconda area di fatturato, la società del gruppo Polaris ha inaugurato il terzo stabilimento produttivo in Francia, ad Andancette. L’operazione ha previsto un investimento complessivo di 30 milioni di euro, il più ingente sostenuto dalla società negli ultimi 20 anni.


L’obiettivo è chiaro, sostenere la forte crescita di Aixam-Mega. Come ha sottolineato il Direttore Generale Olivier Pelletier “prevediamo un incremento annuale progressivo della produzione tra il 5 e il 10%. Entro il 2028 contiamo di superare il fatturato di 350 milioni di Euro, confermando un trend che ha visto Aixam-Mega crescere in Europa del 124% tra il 2013 e il 2023.” Il nuovo stabilimento si trova sulle rive del Rodano, nel dipartimento della Drôme della regione dell’Alvernia- Rodano-Alpi. La superficie totale è circa 17.400 – dove lavorano 160 dipendenti – ed è strutturato su tre unità produttive completate nel corso di 15 mesi. Ad agosto 2023 sono entrate in funzione le prime due unità di 6.000 mq ciascuna, destinate alla produzione di telai e parti di carrozzeria.


Molta attenzione è stata data al tema della sostenibilità. Grazie anche al riciclo di parte dell’energia lo stabilimento è largamente autosufficiente dal punto di vista dei consumi. Inoltre nello stabilimento, grazie ai processi di ablazione con il laser, è stato ridotto a zero l’inquinamento, in particolare per le acque reflue e l’uso di acidi. Infine è diminuito il costo energetico rispetto a tecnologie tradizionali come lo stripping chimico o la granigliatura. Nel mercato italiano – dove è sbarcata nel 1997 – Aixam-Mega ha venduto nel 2023 oltre 4.000 veicoli (dei quali il 22% elettrici) per un fatturato di oltre 46 milioni di Euro con un aumento del 13% rispetto a 2022.


Più in generale la società ha conosciuto una crescita del 263% nell’arco dell’ultimo decennio, confermando l’Italia il più importante mercato del continente dopo quello di origine. Per quanto riguarda le vendite di veicoli elettrici solo cinque anni fa queste ultime rappresentavano – sempre in Italia – solamente il 2%. Una dimostrazione che si tratta di un segmento non più di nicchia, in grado anzi di trainare il mercato totale delle minicar con un +114% dal 2020 a oggi. L’obiettivo di Aixam-Mega è raggiungere il 30% di veicoli elettrici entro il 2024. Come sottolinea il Direttore Generale Aixam-Mega Italia Tom Faget, “stiamo consolidando un trend molto positivo. Nel 2024 stimiamo una produzione di 19.900 veicoli – di cui 3.100 elettrici pari ad un 15% del totale – con un +4% rispetto al 2023. Il mercato italiano si conferma per noi molto importante e dinamico come dimostrano anche le cifre relative al 2024. Ad oggi l’immatricolato Italia gennaio-agosto ha conosciuto un incremento dell’11%, con 4.100 veicoli venduti – di cui 900 elettrici pari al +2% di vendite totali rispetto al 2023”.

Volkswagen: al via rinnovo contratto, respinte richieste sindacato

Volkswagen: al via rinnovo contratto, respinte richieste sindacatoMilano, 25 set. (askanews) – I comitati di contrattazione collettiva di Volkswagen e le sezioni IG Metall della Bassa Sassonia e della Sassonia-Anhalt hanno avviato ad Hannover i colloqui per la contrattazione collettiva 2024. Le parti avevano già concordato di anticipare di un mese l’inizio dei negoziati, inizialmente previsto per la fine di ottobre.


A causa delle attuali sfide economiche, Volkswagen è stata costretta ad aggiungere ulteriori questioni alle trattative, oltre alla richiesta salariale di IG Metall, e per la prima volta a risolvere i contratti collettivi con effetto dal 31 dicembre 2024. Tra questi, le tutele per i siti produttivi e i posti di lavoro, l’assunzione di apprendisti e studenti duali, l’applicazione della fascia Tarif Plus e tutti gli accordi collettivi sull’impiego di lavoratori temporanei. “La situazione in Germania è molto seria. Volkswagen sarà in grado di mantenere la propria posizione di costruttore leader in termini di volumi solo se adesso riusciremo a garantire il futuro dell’azienda, di fronte all’aumento dei costi e alla forte crescita della concorrenza. Una riduzione sostenibile dei costi, unita a una maggiore efficienza e produttività, sono l’unico modo in cui potremo investire in nuove tecnologie e prodotti, salvaguardando così l’occupazione nel lungo periodo”, ha detto all’inizio dei colloqui, Arne Meiswinkel, negoziatore capo di Volkswagen e responsabile delle risorse umane del brand Volkswagen.


“Ci impegniamo per la Germania come business location e per i posti di lavoro nel settore industriale. Ma ciò richiede un elevato livello di competitività. È arrivato il momento di agire insieme e in modo lungimirante”. In precedenza Thorsten Gröger, negoziatore capo e responsabile di IG Metall in Bassa Sassonia e Sassonia-Anhalt, aveva chiesto un aumento salariale del 7% e un pagamento base di 170 euro per gli apprendisti e gli studenti duali. Richieste respinte da Arne Meiswinkel. “Possiamo garantire il futuro di Volkswagen solo se siamo competitivi. Dobbiamo anche ridurre il costo del lavoro in Germania. Possiamo mantenere la nostra posizione al vertice e salvaguardare i posti di lavoro nel lungo termine solo se lavoriamo in modo più economico”.


Il primo round di negoziati si è concluso dopo tre ore. L’obbligo di astensione dalle azioni sindacali termina il 30 novembre 2024. Il contratto collettivo di Volkswagen AG si applica a circa 120mila collaboratori degli stabilimenti di Wolfsburg, Braunschweig, Hannover, Salzgitter, Emden e Kassel.