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Studio: laureati in materie STEM guadagnano 14% più degli altri

Studio: laureati in materie STEM guadagnano 14% più degli altriMilano, 13 mar. (askanews) – Un contributo maggiore alla crescita economica del Paese, più opportunità di lavoro e a migliori condizioni: ecco cosa è emerso dallo studio “I vantaggi dello studio delle discipline STEM in Italia” realizzato da Telling Insights, in collaborazione con Amazon e Generación Code (Regional Partner di Code.org), presentato oggi a Didacta Italia, la fiera annuale sulla formazione e l’innovazione nel mondo della scuola che si sta svolgendo a Firenze in questi giorni.


L’analisi ha verificato l’impatto dello studio delle discipline STEM (Science, Technology, Engineering, and Mathematics), rispetto a studi non-STEM, sull’economia italiana, sulle opportunità occupazionali e sulle condizioni di lavoro. È emerso che i laureati e le laureate in ambito STEM beneficiano di un salario netto più alto e maggiori opportunità d’impiego di chi ha intrapreso un percorso di studi non-STEM: il salario netto di coloro che svolgono professioni in ambito tecnico-scientifico, è infatti superiore del 14% rispetto a quello di lavoratori attivi in altri ambiti . Non solo, la ricerca ha anche mostrato che il tasso di occupazione a 5 anni dalla laurea in materie STEM è del 91%, mentre per i laureati e le laureate in ambito non-STEM si attesta all’87%. Dall’analisi è anche emerso che le attività professionali legate all’ambito STEM trainano la crescita economica in Italia. È il settore che, insieme all’edilizia, ha contribuito maggiormente alla crescita del PIL negli ultimi cinque anni, con una media di 0,36 punti percentuali. Questi dati confermano come i percorsi di studio STEM rappresentino una straordinaria opportunità, non solo per la crescita del singolo ma anche per quella del Paese. Per questo motivo, Amazon, da sempre al fianco delle comunità, si impegna per garantire ai più giovani un accesso sempre più ampio all’apprendimento delle materie STEM. “In Amazon crediamo che lo studio delle discipline STEM sia fondamentale per contribuire alla competitività del nostro Paese e intercettare nuove opportunità occupazionali che rispondano alle esigenze del mondo delle aziende. Non solo, dalla ricerca è anche emerso quanto queste competenze abbiano un impatto positivo sulla qualità del lavoro, evidenziando ancora una volta l’importanza di investire in formazione e sensibilizzare allo studio di queste materie”, afferma Rita Malavasi, Responsabile delle Relazioni Istituzionali per Amazon.it. “Attraverso i programmi di formazione e le borse di studio realizzati in sinergia con partner, istituzioni ed esperti nell’ambito dell’istruzione, vogliamo contribuire in maniera attiva e concreta alla formazione di studenti e studentesse, fornendo loro strumenti che possano supportarli nell’affrontare le sfide del futuro”, aggiunge Malavasi.


“In un mondo sempre più interconnesso, le competenze cloud sono diventate un asset fondamentale per professionisti e aziende. La formazione in questo ambito non è solo un vantaggio competitivo, ma una necessità per guidare l’innovazione. In AWS, abbiamo fatto di questa consapevolezza la nostra missione. In questo momento si è aperta la MT Academy in Basilicata, le cui candidature saranno accettate fino al 26 marzo. L’iniziativa rappresenta perfettamente questo impegno: portiamo la formazione sul cloud computing sul territorio, creando un ponte tra talenti locali e opportunità globali, contribuendo attivamente alla trasformazione digitale della regione e del Paese”, afferma Dario Mazzella, Responsabile Tech Alliance di AWS in Italia.

”Full of life”: a maggio ottava edizione di Toys and Baby Milano

”Full of life”: a maggio ottava edizione di Toys and Baby MilanoMilano, 11 feb. (askanews) – Aziende e buyer che lavorano nel mondo del giocattolo, della prima infanzia, della festività e del party saranno i protagonisti dell’ottava edizione di Toys & Baby Milano, la manifestazione B2B più importante del settore per l’Italia, frutto della collaborazione tra Assogiocattoli e il Salone Internazionale del Giocattolo, che si terrà domenica 4 e lunedì 5 maggio – dalle 9.30 alle 18.30 – presso l’Allianz MiCo.


Il claim dell’edizione di quest’anno è “Full of Life”, un inno alla vita e un omaggio a tutti gli operatori che promuovono un futuro all’insegna della crescita, della formazione e dello sviluppo delle generazioni di domani. E da quest’anno la fiera rafforza i suoi orizzonti anche ad altri settori: oltre al mondo del gioco, del giocattolo, della prima infanzia, del party e della cartoleria, saranno presenti aree espositive dedicate all’healthcare, al food, all’arredamento e all’editoria. Il padiglione di oltre 16.500 mq ospiterà centinaia di aziende e migliaia di buyer da ogni parte del mondo e sarà il teatro di stimolanti momenti di confronto e aggiornamento con partner e ospiti di spicco. Il programma è folto di eventi, come il K-marketing Forum organizzato da BVA Doxa e MLD entertainment: una serie di convegni, workshop e talk che accenderanno i riflettori sul mercato del giocattolo, momenti di scambio per le aziende, che potranno trovare spunti per elaborare strategie al passo con i trend del mercato.


Nella fiera si terrà anche la premiazione dei Gioco per Sempre Awards, l’iniziativa che da anni premia prodotti e aziende che si sono distinti nel corso dell’anno. Novità di questa edizione il Toys Design Factor 2025, un evento-mostra che vedrà l’esposizione dei lavori più brillanti realizzati dagli studenti del Master in Design for Kids & Toys di POLI.design e del Politecnico di Milano. Progetti all’avanguardia children-oriented – tra giocattoli, giochi, arredi, piattaforme, eventi e servizi – con un’attenzione particolare all’accessibilità, alla qualità pedagogica, all’etica e alla sostenibilità, arricchiti da momenti di approfondimento durante i quali i giovani designer offriranno spunti utili a interpretare le esigenze e le priorità dei bambini e delle famiglie di oggi. Punto di riferimento imprescindibile lo stand Assogiocattoli, dove sarà anche possibile aderire alla prossima edizione del Giocattolo Sospeso, l’iniziativa benefica che lo scorso anno ha fatto il pieno di adesioni regalando più di 50mila giocattoli ai bambini di tutta Italia. Non mancheranno poi workshop e approfondimenti organizzati direttamente dagli espositori. Il programma è in continuo aggiornamento, ma è già ricchissimo. Per prepararsi al meglio, dall’1 al 18 aprile sulla piattaforma Toys & Baby Milano Plus sarà disponibile la Digital Preview, per scoprire in anteprima i brand e le novità dell’anno, individuare le aziende di interesse presenti in fiera, fissare i primi appuntamenti e scoprire tutti i prodotti che si contenderanno i Gioco per Sempre Awards. Insomma, il modo ideale per iniziare ad assaporare l’atmosfera di Toys & Baby Milano e pianificare accuratamente una densissima due giorni di business.

Conad: raccolti 2,2 mln euro a sostegno di 27 ospedali e reparti pediatrici

Conad: raccolti 2,2 mln euro a sostegno di 27 ospedali e reparti pediatriciMilano, 29 gen. (askanews) – Conad ha raccolto oltre 2,2 milioni di euro a favore di 27 ospedali e reparti pediatrici italiani, a seguito dell’iniziativa solidale “I gesti d’amore si fanno sentire” attiva nei punti vendita Conad alla fine dello scorso anno.


La raccolta è stata resa possibile grazie alla generosità dei clienti, che hanno sostenuto l’iniziativa acquistando le campanelle di Natale, all’interno di una linea di 12 soggetti, realizzati in plastica (ABS) riciclata, ispirati ai personaggi più famosi dei film d’animazione Disney. Per ogni campanella, Conad ha raccolto dai propri clienti 50 centesimi da destinare a favore degli ospedali per finanziare reparti o progetti pediatrici, dando così un sostegno concreto alle strutture sanitarie del territorio. “Per noi di Conad, la sostenibilità è un pilastro strategico, ed è alla base di tutte le nostre iniziative: una sostenibilità concreta che si realizza su più fronti, e che combina l’attenzione all’ambiente attraverso la scelta di materiali riciclati, con il sostegno alle persone e alle Comunità. Per questo motivo, abbiamo scelto di riproporre per il quarto anno consecutivo la nostra iniziativa solidale a favore degli ospedali e dei reparti pediatrici di tutta Italia – dichiara Francesco Avanzini, Direttore Generale di Conad – Grazie alla generosità dei nostri clienti, negli ultimi quattro anni abbiamo raccolto 8 milioni di euro a sostegno dei reparti pediatrici, dando una mano concreta a chi lavora ogni giorno per rendere la vita dei bambini ricoverati il più serena possibile e con le attrezzature mediche necessarie”.

Assogiocattoli: mercato del giocattolo dinamico e in evoluzione

Assogiocattoli: mercato del giocattolo dinamico e in evoluzioneMilano, 28 gen. (askanews) – Nell’anno appena concluso, il mercato del giocattolo italiano ha confermato la sua capacità di adattarsi a un panorama in continua evoluzione, caratterizzato da un cambiamento nelle abitudini di acquisto. Sebbene il settore abbia registrato una contrazione del -3,4% a valore e dello -0,8% in unità, i prezzi medi si sono allineati ai livelli del 2021, rendendo i prodotti più accessibili. La tendenza verso acquisti più ravvicinati al periodo natalizio ha evidenziato una crescente dinamicità del mercato, con una spinta positiva nelle performance di fine anno che ha parzialmente mitigato l’impatto di un novembre meno favorevole. Nel contesto europeo, il mercato italiano si colloca in linea all’andamento generale: i principali cinque Paesi europei infatti, hanno registrato un calo del -2,4% a valore e del -1,9% in unità rispetto al 2023, confermando quanto le nuove dinamiche di acquisto più frenetiche e meno pianificate siano fenomeni diffusi in tutta Europa.


A confermarlo i dati emersi dal Report annuale redatto dalla nota società di ricerche Circana: in cima alle classifiche di vendita, in linea con l’andamento degli ultimi anni, troviamo i giochi in scatola e di ruolo, le carte da gioco collezionabili e i puzzle, che vantano un valore pari a circa il 16% del mercato. A crescere più di tutti in termini di fatturato le costruzioni, segmento spinto soprattutto dal “kidult”, un fenomeno che – come sottolinea Assogiocattoli – sfida le convenzioni sociali legate alla crescita, dimostrando che gioco, divertimento e passioni non hanno limiti di età. Dati alla mano, infatti, la febbre del collezionismo continua a “contagiare” sempre più italiani, dai più grandi ai più piccoli, facendo registrare un’impennata delle vendite (+23%) trainata soprattutto dal trend “Micro” (+30%) e dalle ottime performance di figurine e sticker collezionabili. Altro fenomeno inarrestabile è quello legato ai manga e agli anime, una fetta di mercato in ascesa che registra una maggiore crescita di fatturato. Non è un caso, quindi, se il segmento licenze registra un nuovo record, raggiungendo il 29% del giro d’affari complessivo del mercato. La cultura del gioco si diffonde sempre di più, abbracciando nuove categorie merceologiche e permeando la vita di tutti i giorni, dal cibo all’abbigliamento, attestando appieno la sua universalità. Assogiocattoli raccoglie così i frutti della campagna istituzionale Gioco per Sempre, che per il 5° anno consecutivo continua a promuovere e divulgare il valore educativo, sociale e culturale che il gioco ricopre nella vita di tutti i giorni. Una dimostrazione concreta del buon operato arriva dall’incredibile successo dell’iniziativa benefica Giocattolo Sospeso: in appena un mese sono stati raccolti e donati a bambini e famiglie in difficoltà più di 50mila giocattoli, grazie a centinaia di onlus coinvolte e una rete di ben 530 punti vendita dislocati in 334 città, coprendo tutta la Penisola.


“Il 2025 sarà un anno ricco di opportunità e pieno di iniziative – ha dichiarato il Direttore di Assogiocattoli Maurizio Cutrino, che continua -. Continueremo a sostenere le imprese associate attraverso progetti mirati, eventi e campagne di sensibilizzazione, con l’obiettivo di valorizzare l’intera filiera e rispondere con dinamismo alle nuove sfide di un mercato in continua evoluzione”. Il prossimo appuntamento con Gioco per Sempre è domenica 4 maggio a Toys & Baby Milano, l’8a edizione dell’evento B2B dedicato agli operatori dei settori del giocattolo e della prima infanzia, ma anche della cartoleria, del carnevale, delle festività e del party. È qui che come ogni anno si terrà la Cerimonia di premiazione dei “Gioco per Sempre AWARDS” (Experts’ Panel), i premi italiani dedicati al mondo del gioco e del giocattolo, assegnati dagli esperti del settore che intendono valorizzare i nuovi prodotti proposti per l’anno in corso e l’impegno delle aziende del settore che si sono distinte nella loro attività. Prima, dall’inizio di marzo in poi, il mondo del giocattolo andrà in mostra: sarà una vera sorpresa per tutti gli appassionati giochi e giocattoli, l’appuntamento è al Wow Spazio Fumetto di Milano.

Nel 2024 vendite di libri in calo: perse 2,4 milioni ci copie

Nel 2024 vendite di libri in calo: perse 2,4 milioni ci copieMilano, 16 gen. (askanews) – Il 2024 dell’editoria di varia adulti e ragazzi nei canali trade (libri a stampa di narrativa e saggistica venduti nelle librerie fisiche e online e nei supermercati) si chiude con una perdita di 2,4 milioni di copie rispetto all’anno precedente, -2,3%, a conferma del momento di difficoltà per l’industria del libro. Nei dodici mesi le copie vendute sono state 104 milioni. A valore (prezzo di vendita finale al cliente) il mercato segna una flessione rispetto al 2023 dell’1,5% (pari a 23,2 milioni di euro) con vendite pari a 1,534 miliardi di euro.


L’analisi di mercato effettuata su dati di NielsenIQ-GfK sarà presentata dal presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Innocenzo Cipolletta il prossimo 31 gennaio, in occasione della giornata conclusiva del XLII Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri (in allegato il comunicato della Scuola) di Venezia. “I dati confermano che le nostre preoccupazioni purtroppo erano esatte: le difficoltà di un mercato in forte evoluzione, e le cui dinamiche racconteremo a Venezia il 31 gennaio, sono state accentuate dalla mancanza di sostegni pubblici alla domanda che bene avevano funzionato negli anni precedenti. Occorre accelerare un cambio di rotta” ha spiegato Cipolletta.

Sport e inclusione per le persone con disabilità intellettiva e autismo

Sport e inclusione per le persone con disabilità intellettiva e autismoRoma, 17 dic. (askanews) – Tra gli impegni stabiliti a conclusione del G7 sulla disabilità, con la Carta di Solfagnano, si riconosce lo sport come strumento essenziale di partecipazione e inclusione sociale. Facendo proprio questo principio, la Fondazione Santa Rita da Cascia ETS ha lanciato la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi natalizia “Il futuro è rosa”, per donare speranza ai più fragili. A sostegno, in particolare, di 2 progetti di ippoterapia e canottaggio terapia che trasformano lo sport in un percorso concreto di integrazione per 60 tra bambini, ragazzi e giovani adulti con disabilità intellettiva, tra cui l’autismo, raccogliendo in totale oltre 170mila euro.


L’obiettivo più ampio della Fondazione, informa una nota, è quello di cambiare lo sguardo della società sulla disabilità intellettiva. Lo fa attraverso due progetti in cui una pratica sportiva, ampiamente usata come terapia complementare, viene declinata in maniera diversa. Presso il Villaggio Lakota di Ammonite, nella campagna ravennate, l’ippoterapia diventa equitazione integrata, in quanto non prevede la presenza di psicologi, fisioterapisti e medici, ma si basa sulla competenza dell’istruttrice, una sportiva che unisce la conoscenza della disabilità alla profonda esperienza del cavallo, ai fini dell’inclusione. Presso la realtà dell’Accademia del Remo di Napoli, una pratica ludico-sportiva come il canottaggio diventa, con un approccio medico-scientifico, una vera terapia e uno sport praticato a livello agonistico. VADEMECUM 2025 PER UN ANNO DI SPERANZA – Chi donerà speranza, sostenendo i più fragili e la disabilità, riceverà a sua volta speranza, con il Vademecum 2025, in un percorso per mantenerla viva durante tutto l’anno. Si tratta di un prezioso strumento che potrà essere utile ogni giorno per annotare appuntamenti, riflessioni e propositi, insieme a date importanti della comunità e messaggi ispiratori delle monache agostiniane del Monastero Santa Rita da Cascia, coloro che nel 2012 hanno deciso di creare la Fondazione per rendere più strutturate le loro opere di solidarietà. Per saperne di più si può cliccare su fondazione.santaritadacascia.org


“In attesa del Natale e del nuovo anno, nell’epoca di disumanizzazione che stiamo vivendo – commenta Suor Maria Rosa Bernardinis, Presidente della Fondazione e Madre Priora del Monastero – vogliamo invitare tutti a vivere il 2025 coltivando ogni giorno la speranza, per sé e per gli altri, guardando così al futuro con occhi nuovi. Chi dona permette alla Fondazione di rendere a sua volta reale la speranza che Santa Rita incarna, in sostegno dei più fragili, attraverso i suoi progetti di solidarietà. Una speranza che andrà a supportare in particolare bambini e giovani con disabilità intellettiva, tra cui l’autismo, permettendo loro una reale inclusione attraverso lo sport. Il vero problema sono i pregiudizi e l’incapacità di guardare oltre le etichette che persistono nella nostra società. Spesso, vediamo solo i loro limiti, senza considerarli come essere umani con la loro unicità e le loro potenzialità da rendere reali, offrendo loro le stesse opportunità dei loro coetanei, in modo che si sentano parte integrante e attiva della comunità”. LO SPORT È DI TUTTI – I progetti testimoniano concretamente questo approccio, permettendo ai bambini e giovani adulti cui sono destinati di esprimersi, integrarsi e sviluppare nuove abilità, in contesti economici spesso difficili. Presso il Villaggio Lakota di Ammonite, l’ippoterapia ha già aiutato Elena, 16 anni a superare la paura degli animali, e Filippo, 14 anni, a sviluppare consapevolezza e maggiore autocontrollo. Nel quartiere napoletano di Soccavo, presso la realtà unica dell’Accademia del Remo, Lorenzo, 30 anni, ha sperimentato un “salto quantico” nel suo sviluppo personale.

Le partite Iva della Generazione Z: tra libertà e meritocrazia

Le partite Iva della Generazione Z: tra libertà e meritocraziaMilano, 17 dic. (askanews) – Si identifica sempre meno nel lavoro da dipendente o nelle carriere lineari, sceglie la libertà di gestire il proprio tempo e le proprie risorse per vivere una vita piena e dinamica, dove lavoro e interessi personali si alimentano a vicenda. Ama la flessibilità, gli stimoli e la meritocrazia, ma soffre la pressione fiscale, la difficoltà di accedere al credito e la mancanza di tutele. È la fotografia del libero professionista della Gen Z, la generazione compresa tra i 18 e i 26 anni. A restituirla è un’indagine svolta tramite sondaggio, condotto a novembre dalla tech company Fiscozen su un campione di 1.127 lavoratori con partita Iva per analizzarne lo stato di salute. Otto giovani liberi professionisti su dieci, il 79%, si dichiara molto soddisfatto della scelta intrapresa e il 35,8% afferma di aver ottenuto sul piano del business risultati significativi accompagnati da una crescita progressiva, sebbene il 61,5% sia alla costante ricerca di un equilibrio tra alti e bassi nei flussi di lavoro.


Le principali motivazioni che hanno spinto i giovani lavoratori a percorrere questa strada sono la possibilità di decidere quando e da dove lavorare per il 29,8% e il riconoscersi sempre meno nel lavoro subordinato per 24,1%. Seguono l’appartenenza ad albi professionali per il 15,7% e la prospettiva di guadagnare di più per il 13,4%. Il 17,1% ha aperto partita Iva non per scelta, dato più basso rispetto ad altre fasce di età. Ad almeno un anno dall’inizio dell’avventura professionale nel mondo del lavoro autonomo, ciò che gratifica maggiormente i professionisti è la libertà di gestire tempo, risorse, priorità e clienti, segnalata dal 44,8% degli intervistati. Dallo studio emergono inoltre aspetti di soddisfazione secondari, ma molto caratterizzanti della Gen Z: il 13,7% è contento di essere artefice del proprio destino, un altro 13% rivendica il piacere di potersi confrontare con realtà e aziende eterogenee e il 12,4% è stimolato dalla possibilità di guadagnare in maniera proporzionale alle proprie capacità. Questi dati raccontano come il lavoro in partita Iva offra un’esperienza dinamica, varia e orientata al merito, in linea con il desiderio della Gen Z di costruire una carriera non convenzionale e ricca di sfide. “Questi ultimi tratti identitari della Gen Z sono più accentuati rispetto ad altre fasce d’età. I giovanissimi in partita iva si allontanano dai percorsi lavorativi lineari, non solo perché le retribuzioni entry level sono mediamente più basse nel lavoro da dipendente rispetto a quanto si può ottenere nella libera professione, ma anche e soprattutto perché si tratta di persone cresciute con maggiore flessibilità, reattività ai nuovi stimoli e attenzione alla meritocrazia. Spesso vittima di una narrazione stereotipata che la vede poco predisposta a rimboccarsi le maniche e ad assumersi responsabilità, la Gen Z si affaccia al lavoro in partita iva con coraggio e passione, pur trovandosi di fronte ad ostacoli e dinamiche non semplici da gestire in giovane età” ha spiegato Enrico Mattiazzi, CEO e co-founder di Fiscozen.


Le principali preoccupazioni dei giovani professionisti registrate dall’indagine sono: l’eccessiva pressione di tasse e contributi (nel 22,7% dei casi), riuscire a guadagnare abbastanza (20,7%), l’assenza di tutele (15,7%), trovare nuovi clienti (12,4%). Due aspetti in particolare spiccano tra gli under 26 rispetto agli altri lavoratori, ovvero la possibilità di accedere al credito (11,7%) e lavorare troppo finendo per trascurare la vita privata (10,4%). Sul piano strettamente burocratico, invece, ciò che turba maggiormente la loro serenità è il timore di commettere errori e di incappare nelle conseguenti sanzioni per quasi uno su due, il 42,9%. In linea con questi dati, emergono anche gli accorgimenti che li aiuterebbero a vivere con maggiore serenità: tutele per malattia (30,8%), semplificazione degli adempimenti fiscali (20,1%) e, più che per le altre fasce d’età, maggiore fiducia da parte degli enti di credito (19,7%). “Più che le percentuali in senso assoluto, sono proprio i tratti distintivi rispetto alle altre generazioni a raccontarci quanto la Gen Z non si identifichi col proprio lavoro e non sia guidata dall’aspetto economico come driver principale. La cosa più rilevante per loro è poter scegliere una modalità di lavoro che sia in armonia con la propria vita privata, così da potersi sentire realizzati pienamente. È proprio questa visione che la rende una generazione naturalmente più predisposta a lavorare come libero professionista” conclude Mattiazzi.

Ricerca: un libero professionista su due non teme la burocrazia

Ricerca: un libero professionista su due non teme la burocraziaMilano, 21 nov. (askanews) – In Italia l’83% dei liberi professionisti è soddisfatto di lavorare in autonomia, scelta che nel 52% dei casi deriva dal desiderio di libertà nella gestione di tempo. In particolare, per i lavoratori della Gen Z, la generazione compresa tra i 18 e i 26 anni, è più accentuata l’idea di non riconoscersi nel lavoro dipendente. In controtendenza rispetto all’immaginario collettivo, quasi un lavoratore su due, il 45%, afferma di non temere la burocrazia italiana, anche se emergono il desiderio di maggiori tutele in particolare per la malattia (36%) e la preoccupazione per tasse, contributi e scadenze (29%). Vorrebbe inoltre più fiducia dagli enti di credito (16%) e gradirebbe supporti per la genitorialità (8%). Sono alcuni dei dati emersi da un sondaggio effettuato da Fiscozen, tech company per la gestione fiscale della partita Iva, su oltre mille liberi professionisti con l’obiettivo di fotografare il livello di soddisfazione rispetto alla propria scelta professionale.


“In Italia ci sono più di 3 milioni di lavoratori con partita Iva. Sappiamo che il racconto stereotipato e spesso negativo non sempre rispecchia la realtà di queste persone, che cercano soprattutto la libertà nel proprio lavoro. Questo significa che nonostante le difficoltà legate a burocrazia, tasse o bisogno di maggiore tutela, sono soprattutto alla ricerca del proprio equilibrio come ci rivela il sondaggio. Vogliono conciliare autonomia, crescita professionale e benessere personale, trovando la formula giusta per realizzarsi appieno” afferma Enrico Mattiazzi, CEO e Co-Founder di Fiscozen. Sul piano della qualità della vita, il 56% afferma di essere ancora alla ricerca di un equilibrio tra soddisfazioni e difficoltà, mentre il 29% ha già trovato il ritmo giusto e si dichiara contento della propria condizione lavorativa. Solo una minima parte (15%) non è pienamente soddisfatta dello stile di vita da freelance. La motivazione principale per intraprendere questa strada è la ricerca di indipendenza che ispira oltre metà degli intervistati. Altre ragioni includono l’appartenenza ad albi professionali (20%) e la possibilità di guadagnare di più (8%). Il restante 20%, invece, ha aperto partita iva per necessità più che per scelta. L’aspetto più gratificante è la gestione di priorità, tempo e clienti, segnalato dal 49% degli intervistati. Seguono la possibilità di costruire il proprio futuro (14%), la libertà di esprimersi e sperimentare (11%), un guadagno proporzionale alle capacità e al merito (8%), la varietà di progetti e realtà con cui confrontarsi (8%), un aspetto molto apprezzato dai giovani tra i 18 e i 26 anni.


L’irrinunciabile libertà ha tuttavia un prezzo che disturba la serenità dei liberi professionisti. Si tratta di alcune preoccupazioni che, insieme alla pressione fiscale, coinvolgono tutte le fasce di età, i generi e i codici ATECO: riuscire a guadagnare abbastanza (24%); mancanza di tutele (15%); reperire nuovi clienti (14%); eccesso di lavoro finendo per trascurare il resto (9%); accesso al credito (7%). Al Centro e Sud Italia c’è maggiore preoccupazione per tasse, contributi e burocrazia, mentre al Nord, complice un costo della vita mediamente più alto, si teme di non guadagnare abbastanza. Quanto agli aspetti prettamente burocratici, i principali fattori di preoccupazione emersi sono: il rischio di commettere errori e di incappare nelle conseguenti sanzioni (40%), la quantità di tasse e contributi (37%), rimanere aggiornati sulle leggi (9%), stare dietro alle scadenze (7%). Analizzando le differenze in base al genere, emerge che, sul piano motivazionale, le donne prediligono libertà e creatività, mentre gli uomini preferiscono essere i protagonisti della propria realizzazione. Quanto invece agli aspetti che potrebbero migliorare la serenità e lo stile di vita, i liberi professionisti vorrebbero più semplificazione fiscale, le libere professioniste maggiori tutele per malattia o maternità. Gli uomini, inoltre, aprono la partita Iva motivati dal desiderio di guadagnare di più e perché poco inclini al lavoro da dipendente, mentre le donne perché parte di un albo professionale. Tra le preoccupazioni principali delle libere professioniste spicca il timore di non incassare a sufficienza per una su quattro. Dalla Gen Z ai Baby Boomer. Ambizioni, sfide e soddisfazioni Considerando invece l’età degli intervistati, per gli under 26 della Gen Z scelgono di aprire partita iva perché desiderano maggiore libertà ed è più accentuata l’idea di non riconoscersi nel lavoro dipendente. A preoccupare di più sono l’accesso al credito, gli errori e le sanzioni. I Millennial, di età compresa tra i 27 e i 41, sono spinti e motivati più degli altri dal bisogno di libertà, ma soffrono il rischio di commettere errori e la mancanza di tutele e supporti per la genitorialità. La Generazione X e i baby boomer, con più di 42 anni, diventano liberi professionisti soprattutto perché parte di un albo professionale oppure non per propria scelta. Temono di non trovare nuovi clienti e hanno difficoltà a stare dietro ai cambiamenti delle leggi in materia fiscale. Nel 42,4% dei casi, si dichiarano interessati a maggiori tutele per malattia. “Questi dati mostrano come i lavoratori in partita iva, soprattutto i giovani, scelgano un modello di lavoro che riflette i loro valori e il desiderio di indipendenza. Vediamo svilupparsi sempre di più un approccio flessibile e autentico, che permette di costruire uno stile di vita più soddisfacente e in sintonia con le proprie aspirazioni” conclude Mattiazzi.

Ambasciatore Esteban Moscoso Bohman in visita a unità forestali Carabinieri

Ambasciatore Esteban Moscoso Bohman in visita a unità forestali CarabinieriRoma, 26 set. (askanews) – S.E. l’Ambasciatore dell’Ecuador Esteban Moscoso Bohman, accompagnato dalla Consigliere Maria Cecilia Arboleda, ha fatto oggi visita al Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari Carabinieri (CUFA). Accolto dal Gen. C.A. Andrea Rispoli, Comandante del CUFA e dal Gen. D. Michele Sirimarco, Capo di Stato Maggiore del CUFA, si è discusso delle possibili collaborazioni in tema ambientale, forestale e agroalimentare, grazie alle competenze ed expertice del comparto specialistico dell’Arma dei Carabinieri.


Al termine del colloquio, informa una nota, S.E. l’Ambasciatore ha lasciato la sua firma sul Libro d’Onore ed ha ricevuto in dono il Crest con emblema del CUFA. L’incontro si è incardinato nella imminente missione europea in Ecuador della Team Europe Initiative on Deforestation-free Value Chains istituita per sostenere i Paesi terzi nel soddisfare i requisiti del Regolamento UE EUDR (l’European Deforestation-free products Regulation) – in vigore dal 30 dicembre 2024 – che prevede l’obbligo di certificare che i prodotti esportati siano conformi alla legislazione del Paese di produzione e provengono da terreni che non sono stati oggetto di deforestazione; in altre parole: assenza di deforestazione, tracciabilità e legalità, per tutte le materie prime esportate in Europa. Nel prossimo periodo sarà infatti svolto un evento presenziale in Ecuador – importante esportatore di Cacao a livello internazionale – dove saranno presenti, tra gli altri, anche rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri, con i vertici del Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari Carabinieri. La missione ha l’obiettivo di approfondire le informazioni e promuovere la conoscenza e l’applicazione dell’EUDR e delle nuove regole da rispettare sulla catena di approvvigionamento delle materie prima. La finalità principale è la creazione di un mercato internazionale non solo florido e in continuo sviluppo, ma anche eco-sostenibile, in modo da garantire benessere alle popolazioni di oggi e alle generazioni future.

Gender gap, il 22% delle donne non è finanziariamente indipendente

Gender gap, il 22% delle donne non è finanziariamente indipendenteMilano, 26 set. (askanews) – La parità di genere passa anche dall’educazione finanziaria delle donne. Oggi in Italia, il 22% di loro si trova in condizioni di dipendenza finanziaria, una donna su cinque. In Germania e Austria sono il 5%, in Slovenia il 7%, il 10% in Polonia. Non solo: il 29,4% dichiara di non avere nessuna fonte di reddito rispetto al 12,1% degli uomini. Per dirla con le parole dell’economista Azzurra Rinaldi “parlare di soldi è molto più di una questione economica, è un atto di emancipazione che apre le porte al potere personale e all’indipendenza”.


Il tema è stato al centro della conferenza “Le sfide dell’empowerment finanziario femminile” organizzato a Roma, presso la Sala Zuccari del Senato, durante la quale è emersa l’emergenza del divario di genere nell’alfabetizzazione finanziaria, di cui si parla troppo poco, ma che riguarda da vicino lo sviluppo socio-economico dell’intero Paese. “Parlare di sviluppo delle competenze finanziarie significa entrare nella sfera della libertà personale e dell’autonomia. Promesse e piani strategici di sviluppo che restano sulla carta non sono più sufficienti, abbiamo oggi bisogno di azioni concrete, di progetti che possano aprire percorsi effettivi di cambiamento”, ha dichiarato Alessia Salmaso, co-founder e presidente di Side by side. Oggi la scarsa conoscenza finanziaria è un problema che riguarda sette donne su 102: non sanno come gestire al meglio il proprio denaro e non sanno fare un uso consapevole degli strumenti finanziari. Allo stesso tempo, sette donne su 10 riconoscono nella propria indipendenza economica l’obiettivo principale delle loro vite. Per affrontare la questione la via è investire nell’educazione: Alessandra Staderini, vice capo servizio Educazione finanziaria di Banca d’Italia, presentando i risultati dell’ultima indagine Pisa-Ocse sulle competenze finanziarie degli studenti di 15 anni, ha mostrato come nell’arco di 10 anni ci sia stato un aumento del divario di genere in Italia nell’arco di 10 anni: nel 2012, infatti, i ragazzi superavano le ragazze per alfabetizzazione finanziaria di 8 punti, contro i 20 punti registrati nel 2022.


A raccontare la propria esperienza durante la conferenza, patrocinata da Rai per la sostenibilità Esg, Inclusione donna, No women no panel per l’equilibrio di genere nel dibattito pubblico, Global thinking foundation e con il supporto di gruppo De Vizia Sanità, Fiona May, leggenda dell’atletica mondiale e ambasciatrice di Side by Side. “Spesso le nuove generazioni non ricevono nessun insegnamento specifico su questo tema – ha detto – e c’è sempre un po’ di confusione in merito. È invece importante che ragazzi e ragazze capiscano cosa significhi gestire il denaro, perché è una parte fondamentale della loro vita. Io sono stata fortunata, perché, sin dalla giovane età, i miei genitori mi hanno insegnato ad aprire il conto corrente e a usare il budgeting come modo di spendere e anche di risparmiare”. Secondo Claudia Segre e Martina Rogato, co-chair di Women7, una maggiore cultura finanziaria a partire dalle scuole si traduce in maggiore connessione, inclusione e opportunità di scelta, in grado di garantire più libertà e pieno riconoscimento di diritti civili. “I meriti dell’inclusione finanziaria sono fortemente radicati nell’empowerment. Mettendo in grado le donne e le ragazze di coltivare competenze digitali e finanziarie per implementare l’accesso al lavoro, la loro autodeterminazione e indipendenza economica può essere un potente agente per una crescita forte e inclusiva e una forma di tutela cruciale per evitare di subire situazioni di violenza, soprattutto economica e psicologica”.


In Italia il tasso di occupazione femminile è il più basso in Europa. Le donne italiane non lavorano e, quando lo fanno, vengono strutturalmente pagate meno degli uomini. L’Osservatorio Inps sui dipendenti del settore privato sottolinea un divario tra uomini e donne di circa 8.000 euro nella retribuzione annua. Anche nella richiesta di prestiti esiste un gender gap: uno studio dell’Osservatorio Fintech Bravo evidenzia che in Italia le donne contraggono meno debiti finanziari e di importi più bassi rispetto agli uomini, la quale origine è da ricercare negli stipendi mediamente inferiori e in una maggiore difficoltà di accesso al credito. “La questione relativa ai divari e alle diseguaglianze di genere riguarda non solo la dimensione etica delle politiche pubbliche ma attiene al potenziale delle stesse in termini di crescita e sviluppo – ha detto Maurizio Mosca, esperto di gender mainstreaming – L’impatto atteso delle stesse deve, quindi, garantire che crescita e sviluppo possano essere sostenibili, cioè rendere i progressi strutturali e irreversibili, intersezionali, cioè essere in grado di sviluppare una visione sistemica di cambiamento. Avere una Strategia Nazionale per la Parità di Genere è il presupposto fondamentale per abilitare questo scenario”.