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Nel mondo 750 mln persone soffronto la fame, le donne le più colpite

Nel mondo 750 mln persone soffronto la fame, le donne le più colpiteMilano, 29 nov. (askanews) – Sono 750 milioni le persone che nel mondo soffrono la fame. E il dato allarmante è che i progressi per contrastarla sono in stallo dal 2015. Nel 2023 la fame a livelli grave o allarmante colpisce 43 Paesi e il numero di persone malnutrite è salito a 735 milioni. Il quadro emerge dall’Indice globale della fame (Global hunger index – Ghi), tra i principali rapporti internazionali sulla misurazione della fame nel mondo, curato da Cesvi per l’edizione italiana e redatto annualmente da Welthungerhilfe e Concern Wordlwide, organizzazioni umanitarie che fanno parte del network europeo Alliance2015.

A pagarne il conto amaro sono le persone più giovani: l’instabilità alimentare attuale significa rischiare una vita adulta di povertà estrema, soffrire la fame, vivere in contesti incapaci di far fronte ai disastri climatici e all’intrecciarsi di altre crisi. Ad aver di fronte lo scenario più buio sono, in particolare, le ragazze: donne e bambine rappresentano circa il 60% delle vittime della fame acuta, mentre il lavoro di assistenza non pagato le sovraccarica, tanto da triplicare la loro probabilità di non accedere a lavori retribuiti rispetto ai loro omologhi. L’analisi calcola il punteggio GHI di ogni Paese sulla base dello studio di quattro indicatori (denutrizione, deperimento infantile, arresto della crescita infantile e mortalità dei bambini sotto i cinque anni) e non è un caso che sia stata presentata alla vigilia dell’apertura della Cop28 a Dubai. Il cambiamento climatico ha un impatto diretto e significativo sull’insicurezza alimentare: all’aumentare di temperature e disastri climatici, crescono la difficoltà e l’incertezza nel produrre alimenti. Gli effetti sono particolarmente evidenti nei Paesi poveri e sulla salute dei loro abitanti: il 75% di chi vive in povertà nelle zone rurali si affida alle risorse naturali, come foreste e oceani per la sopravvivenza, essendo quindi particolarmente vulnerabile ai disastri; inoltre, stima il World food program, l’80% delle persone che soffrono la fame sul Pianeta vive in zone particolarmente colpite da catastrofi naturali. Secondo la Banca mondiale, dal 2019 al 2022 il numero di persone che vivono in insicurezza alimentare è aumentato da 135 milioni a 345 milioni, sotto l’effetto combinato delle varie crisi ed emergenze.

“La sovrapposizione delle crisi sta intensificando le diseguaglianze sociali ed economiche, vanificando i progressi sulla fame, mentre il peso più grave è sui gruppi più vulnerabili, come donne e giovani – ha dichiarato Gloria Zavatta, presidente di Fondazione Cesvi – I giovani devono avere un ruolo centrale nei processi decisionali, mentre il diritto al cibo va posto al centro delle politiche e dei progressi di governance dei sistemi alimentari”, ha aggiunto. Inoltre, ha sottolineato, “nei prossimi anni è previsto che il mondo affronti un numero crescente di choc, provocati soprattutto dai cambiamenti climatici. L’efficacia della preparazione e della capacità di risposta alle catastrofi è destinata a diventare sempre più centrale dal punto di vista della sicurezza alimentare”. Dopo che i passi avanti nella lotta alla fame si sono interrotti nel 2015, il punteggio di GHI 2023 per il mondo è 18,3, considerato moderato, meno di un punto in meno dal 2015 (19,1), e dal 2017 il numero di persone denutrite è aumentato da 572 milioni a circa 735 milioni. Le regioni con i dati peggiori sono Asia meridionale e Africa Subsahariana (27,0 per entrambe, ossia fame grave): negli ultimi vent’anni hanno costantemente registrato i più alti livelli di fame e, dopo i progressi dal 2000, nel 2015 la situazione è entrata in stallo. Nel 2023 in nove Paesi la fame è allarmante: Burundi, Lesotho, Madagascar, Niger, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sud Sudan e Yemen. In altri 34 Paesi è grave. In 18 nazioni dal 2015 la fame è aumentata (situazioni moderate, gravi o allarmanti) e in altri 14 il calo è stato trascurabile (inferiore al 5%). Al ritmo attuale, 58 Paesi non raggiungeranno un livello di fame basso entro il 2030. A destare le maggiori preoccupazioni nel 2023 sono Afghanistan, Haiti, Nigeria, Somalia, Sud Sudan, Sudan e Yemen, oltre a Burkina Faso e Mali nel Sahel: tra i fattori chiave ci sono conflitti e cambiamento climatico, nonché la recessione economica. In sette Paesi il miglioramento è superiore al 5% dal 2015: Bangladesh, Ciad, Gibuti, Mozambico, Nepal, Laos e Timor Est.

Tra le persone giovani nel mondo, una su cinque non lavora, né è impegnata in corsi di studio o formazione, mentre la pandemia ha causato la perdita di milioni di posti di lavoro, colpendo in particolarmente la fascia giovanile, che anche quando lavora ha il doppio delle probabilità degli adulti di vivere in povertà estrema, con meno di 1,90 dollari al giorno, e molte più probabilità di essere impiegata in modo informale. Questo quadro è ancora più fosco per le ragazze, su cui continua a ricadere il lavoro di assistenza non retribuito, che sottrae loro tempo, energie e opportunità per la propria formazione e per accedere a impieghi retribuiti. È ormai noto, seppur senza risposte, che il lavoro di cura non retribuito è uno dei fattori che contribuiscono al protrarsi della disuguaglianza di genere ed è una delle cause principali della povertà e della fame. Ciò, nonostante sia evidente l’importanza della salute e nutrizione delle ragazze, anche per le generazioni successive. Chiave è il cambiamento climatico, con i disastri che porta con sé: entro la metà del secolo, nello scenario peggiore, potrebbe spingere fino a 158,3 milioni di donne e ragazze in più nella povertà (16 milioni in più rispetto a uomini e ragazzi), mentre l’insicurezza alimentare colpirà almeno 236 milioni in più di donne e ragazze (rispetto ai 131 milioni di omologhi). Al tasso attuale di progressi sul divario di genere nel mondo, inoltre, la prossima generazione di donne dedicherà ancora al lavoro non pagato di cura e domestico 2,3 ore in più dei maschi.

Il focus del rapporto quest’anno è proprio su come gli attuali sistemi alimentari hanno pregiudicato ragazze e ragazzi, che erediteranno sistemi insostenibili, iniqui, non inclusivi e sempre più esposti alle conseguenze del cambiamento climatico. Il gruppo demografico under 25 è importante e in crescita, in particolare proprio nei Paesi con problemi di insicurezza alimentare: costituisce il 16% della popolazione del globo (1,2 miliardi di persone), mai così ampio nella storia, e in gran parte vive in Paesi a basso e medio reddito di Asia meridionale, Asia orientale e Africa7. Insicurezza alimentare e malnutrizione sono massime e persistenti proprio nelle zone dove vive la maggior parte della popolazione giovanile, ossia Asia meridionale e Africa sub sahariana.

Tornano a novembre “I viaggi del cuore” su Canale5

Tornano a novembre “I viaggi del cuore” su Canale5Roma, 23 ott. (askanews) – Dalla prima domenica di novembre torna il programma I Viaggi del Cuore condotto da Davide Banzato, ogni domenica mattina alle 08.50 su Canale5 per la XVI edizione. Le puntate andranno in onda anche nel canale internazionale Mediaset Italia.

Domenica 5 novembre il primo viaggio sarà in Turchia alla scoperta delle meraviglie e della storia della Cappadocia, per proseguire poi con delle puntate a Medjugorje in Bosnia Erzegovina e in Polonia a Czestochowa e a Cracovia, ma anche in missione in Africa con Missioni don Bosco per approfondire il loro importante operato in Etiopia e alla scoperta della fede in Italia, come in Campania in importanti Santuari come quello di Pompei, ma anche in Irpinia a Montevergine e Montella, oppure nel Lazio a Viterbo, in uno dei centri storici medievali meglio conservati d’Europa, conoscendo l’antica “Città dei Papi”, la storia di Santa Rosa e partecipando alla festa della macchina di Santa Rosa, uno spettacolo impressionante, inserita nelle liste del Patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco nel 2013. Il nostro cammino si concluderà tra le bellezze straordinarie dei paesaggi invernali della Valle d’Aosta nell’atmosfera magica del Natale. In ogni viaggio ci saranno la fondatrice dell’Associazione internazionale Nuovi Orizzonti, Chiara Amirante, il direttore di Famiglia Cristiana, Don Stefano Stimamiglio e gli autori di Edizioni San Paolo per approfondimenti di attualità e per uno spazio sulle ultime uscite editoriali. Il tutto sempre con la presenza di Missioni don Bosco, che racconterà la difficile situazione di diverse realtà dell’India, aiutandoci ad avere uno sguardo sul Mondo.

I Viaggi del Cuore è un format tv ideato e prodotto da Elio Angelo Bonsignore di Me Production insieme alla produttrice per Mediaset R.T.I. Consuelo Bonifati. Autori Davide Banzato (nel ruolo anche di conduttore), e Martina Polimeni; regista Matteo Ricca. Nella sua durata di 50 minuti si propone di raggiungere tutti credenti e non, grazie ad un taglio culturale ed investendo mezzi consistenti per una qualità di immagini di alto livello. Gode del patrocinio della Santa Sede con il Dicastero per l’Evangelizzazione.

Pensioni, Cida: 60% Irpef ricade sulle spalle del 13% dei contribuenti

Pensioni, Cida: 60% Irpef ricade sulle spalle del 13% dei contribuentiRoma, 6 ott. (askanews) – In Italia oggi il 13% dei contribuenti ha un reddito, da lavoro o da pensione, da 35mila euro lordi in su e si fa carico di circa il 60% di tutta l’Irpef. Un peso economico per il ceto medio che si aggrava negli anni. In 25 anni le pensioni dei dirigenti e di tutti coloro che hanno un reddito pensionistico superiore a 4 o 5 volte il minimo Inps hanno subito 5 contributi di solidarietà e 10 blocchi perequativi e in 30 anni hanno perso per sempre più di 1/4 del potere d’acquisto.

Oggi, per esempio, per effetto della mancata rivalutazione degli assegni, le pensioni di importo pari o superiore a 2.250 euro netti al mese si riducono tra il 7,5% e il 9% in termini di potere d’acquisto. Portato a dieci anni, ai pensionati sono ‘scippati’ 40 miliardi di euro proprio per il mancato adeguamento della pensione all’inflazione nel 2023. Se si reiterasse il prelievo anche nel 2024, i miliardi salirebbero addirittura a 60. È quanto emerge dall’incontro pubblico “Siamo tutti lavoratori. Difendere le pensioni e riportare equità” organizzato da Cida che ha coinvolto a Milano l’intera rappresentanza della dirigenza e le alte professionalità, a cui si sono aggiunti le associazioni Forum dei Pensionati, l’Associazione nazionale Magistrati in pensione e il Sinpref, l’associazione dei Funzionari prefettizi. “Se non siamo ancora scesi in piazza, è solo per senso del dovere e solidarietà verso chi davvero non ce la fa. È perché vogliamo essere costruttivi e arrestare il processo di impoverimento che sta colpendo il Paese, nessuno escluso”, commenta Stefano Cuzzilla, presidente Cida.

“Il sistema previdenziale ed economico italiano non può attingere alle tasche dei 5 milioni di italiani che, in servizio o in pensione, pagano da soli il 60% dell’Irpef. Mentre tutti gli altri sono quasi interamente assistiti. La sostenibilità sta nel recupero deciso dell’evasione, che ormai viaggia a circa 100 miliardi ogni anno. E non può esserci sostenibilità senza l’ampliamento della base contributiva e assicurativa attraverso investimenti che favoriscano i lavoratori stranieri, l’aumento delle nascite, l’estensione del lavoro femminile, retribuzioni più alte, il rientro dei giovani dall’estero e un’istruzione di qualità. Oggi quindi siamo qui – conclude il presidente – per dire basta a interventi iniqui e lanciare una petizione in difesa delle pensioni del ceto medio che spinga il Governo ad adottare provvedimenti strutturali e lungimiranti per una visione di Paese più equa e giusta”.

Cise: norme semplici e dirette per una reale ricaduta sociale

Cise: norme semplici e dirette per una reale ricaduta socialeMilano, 4 ott. (askanews) – “La semplificazione non è solo un esercizio o un processo che interessa esclusivamente la burocrazia ma l’amministrazione e la vita quotidiana: la semplificazione è un modo intelligente, accorto e informato per affrontare la complessità del reale. La complessità è tipica di tutto ciò che è progettualità”. Lo ha detto Monsignor Nunzio Galantino, intervenuto stamattina presso il Pontificio Istituto Patristico Augustinianum a Città del Vaticano per il convegno di studio dal titolo: ‘La semplificazione burocratica e lo sviluppo socio economico’ organizzato dalla CISE (Confederazione Italiana Sviluppo Economico).

Con Galantino, Presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, sono intervenuti Bernardo Giorgio Mattarella, Professore ordinario di diritto amministrativo presso il Dipartimento di giurisprudenza della Luiss Guido Carli, e Giuseppe Romano, Presidente della Confederazione Italiana per lo Sviluppo Economico (CISE). L’evento incentrato sulla semplificazione burocratica e sugli effetti della stessa anche sotto il profilo sociale, ha rimarcato la più crescente necessità di accompagnare l’azione amministrativa delle istituzioni con norme semplici e dirette a garantire una reale ricaduta sociale. Durante i lavori è stata posta l’attenzione sul salvataggio dell’opificio ex Whirlpool di Napoli garantendo il rimpiego dei 312 lavoratori licenziati.

“Il modo migliore per semplificare non è fare nuove leggi ma applicarle. Abbiamo spesso ottime leggi”, ha evidenziato Bernardo Giorgio Mattarella. C’è una complessità fisiologica ma spesso ci troviamo di fronte alla deriva della complicazione frutto anche dell’inflazione normativa a sua volta derivante dalla sfiducia nelle amministrazioni”, ha aggiunto. “Abbiamo declinato l’applicazione pratica della semplificazione burocratica, rappresentando il caso virtuoso della vicenda ex Whirlpool di Napoli, esempio tangibile della trasformazione da circolo vizioso a circolo virtuoso, consentendo di riallocare tutte le maestranze in precedenza licenziate”, ha detto Giuseppe Romano. “Attraverso la semplificazione burocratica questi principi straordinari introdotti nelle Zone Economiche Speciali hanno consentito di ottenere nella Zes un volume di investimenti davvero inimmaginabili fino a pochi mesi fa, così – ha concluso – anche per la realizzazione di opere pubbliche nell’ambito degli interventi del PNRR portati a compimento nella Zes Campania”.

Arriva in Italia il Manifesto Imprese per le Persone e la Società

Arriva in Italia il Manifesto Imprese per le Persone e la SocietàMilano, 21 giu. (askanews) – Rafforzare il ruolo della dimensione Sociale nelle strategie aziendali per generare valore a lungo termine anche nelle catene di fornitura e nelle comunità di appartenenza. È l’impegno assunto dagli amministratori delegati e presidenti di 15 realtà italiane che ieri a Roma hanno firmato il Manifesto “Imprese per le Persone e la Società” proposto dall’UN Global Compact Network Italia, rete locale del Global Compact delle Nazioni Unite, la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo.

Attraverso il Manifesto, i firmatari promotori si impegnano a garantire standard lavorativi adeguati ai propri dipendenti e a richiederli ai propri fornitori, a ridurre le disuguaglianze sociali e di genere nella comunità esterna, a supportare azioni per il benessere della collettività, a investire nella formazione e nella sensibilizzazione dentro e fuori l’azienda, anche attraverso la collaborazione con altre realtà. Le prime imprese italiane, già aderenti all’UN Global Compact, ad aver firmato il documento sono state Aeroporti di Roma, A2A, Andriani, Avanzi, Carbonsink, Edison, Hera, Inwit, Italmobiliare, Itelyum, Legance – Avvocati Associati, Maire, Pirelli & C., Snam, UCB Pharma. Il Manifesto può essere condiviso anche dalle imprese che non aderiscono all’iniziativa onusiana attraverso la landing page dedicata, disponibile sul sito dell’UNGCN Italia. Nell’ultimo decennio la dimensione ambientale della sostenibilità ha assunto una rilevanza primaria nell’azione dei Governi nazionali e dell’Unione europea. Questo ha contribuito a diffondere, tra aziende e cittadini, l’errata percezione che la dimensione sociale non fosse altrettanto prioritaria. Dal Rapporto annuale 2022 dell’Istat è invece emerso che il 9,4% della popolazione italiana si trova in condizione di povertà assoluta (dal 2005 al 2021 si è passati da 1,9 a 5,6 milioni). Inoltre, il Rapporto evidenzia come in Italia la condizione di povertà permanga anche in presenza di un’occupazione, con il 29,5% dei lavoratori dipendenti che ha una retribuzione lorda annuale inferiore ai 12 mila euro. Anche l’obiettivo dell’eliminazione del Gender Gap risulta ancora lontano dall’esser raggiunto: secondo i dati Istat di febbraio 2023 sulla situazione del mercato del lavoro in Italia, il divario di genere in termini di occupazione resta su livelli preoccupanti ed è pari al 18,5%.

In questo contesto, l’azione del settore privato è fondamentale per accrescere e accelerare l’impegno anche nella dimensione sociale della sostenibilità. Un’indagine Istat stima che nel 2022 il 59,5% delle imprese manifatturiere abbia intrapreso azioni di sostenibilità. Tra queste, solo il 44,6% adotta pratiche di sostenibilità sociale. Il dato scende ulteriormente tra le imprese dei servizi, registrando che, sul 50,4% delle aziende impegnate in processi sostenibili, solo il 40,3% ha sviluppato azioni per la dimensione Sociale. Il Manifesto è stato presentato nel corso dell’ottava edizione del Business & SDGs High-Level Meeting, l’evento annuale promosso da UN Global Compact Network Italia e dedicato agli amministratori delegati e ai presidenti delle aziende italiane aderenti all’iniziativa onusiana. Il Meeting, dal titolo “La Dimensione Sociale: l’impegno delle imprese per People e Prosperity”, si è svolto a Fiumicino (Roma) ed è stato ospitato da Aeroporti di Roma, primo firmatario ufficiale del Manifesto.

“Le sfide sociali da affrontare sono ancora numerose e complesse, sia sul piano nazionale che globale – ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director, UN Global Compact Network Italia -. Fra queste, vi sono anzitutto la crescita della povertà assoluta, l’emersione del fenomeno dei working poor e l’acuirsi delle disuguaglianze. Il World Economic Forum ha identificato nell’erosione della coesione sociale il quarto rischio più grave al livello mondiale per i prossimi dieci anni. È in questo scenario che l’UN Global Compact invita il settore privato a compiere una riflessione strategica sull’impatto delle proprie operazioni sulla dimensione sociale e sul proprio potenziale di creare cultura e valore condiviso, affinché le Persone siano poste costantemente al centro e nessuno venga lasciato indietro.” Marco Frey, Presidente, UN Global Compact Network Italia ha spiegato: “oggi, come UNGCN Italia, lanciamo il Manifesto “Imprese per le Persone e la Società” con l’obiettivo di ispirare un impegno nuovo e sempre più alto, da parte del settore privato, con riguardo alla dimensione sociale della sostenibilità. Firmando il loro supporto ai punti del Manifesto, i CEO aziendali si impegnano a innalzare il livello di ambizione per la creazione di società inclusive, eque e prospere, andando oltre gli obblighi fissati dalla legge, coinvolgendo le filiere ed estendendo l’impatto all’intera catena del valore. Il nostro auspicio è che questa iniziativa dia un forte impulso al coinvolgimento dei massimi leader aziendali sulla dimensione sociale e poi, a cascata, al fiorire di politiche e azioni concrete per promuovere il benessere delle comunità interne ed esterne alle organizzazioni.”

“Abbiamo scelto di essere i primi firmatari del Manifesto di UN Global Compact perché lo sviluppo sostenibile del nostro business rappresenta per ADR una delle direttrici principali della propria strategia – ha commentato l’Amministratore delegato di Aeroporti di Roma, Marco Troncone -. Un impegno che è rivolto ai nostri dipendenti, ma anche a tutto l’ecosistema che ADR abilita, a partire dalla nostra catena del valore, attraverso un programma per lo sviluppo ESG della nostra catena di fornitura, fino alle comunità locali, con cui manteniamo un dialogo attivo e costante testimoniato da iniziative che spaziano dalla tutela dell’ambiente che circonda i nostri aeroporti, ai progetti con le scuole, alla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale. Poterne parlare in un ambito di respiro internazionale è per noi un’occasione importante che ci permette di consolidare e diffondere la nostra cultura aziendale.”

INSS onlus: cresce il numero di imprenditori che chiedono aiuto

INSS onlus: cresce il numero di imprenditori che chiedono aiutoMilano, 13 mag. (askanews) – Le aziende italiane cercano aiuto per uscire dalla crisi: secondo i dati diffusi dall’associazione INSS, Imprenditore Non Sei Solo, onlus fondata nel 2018 e dedicata al supporto delle aziende e dei liberi professionisti in difficoltà, nel 2023 si sta registrando un incremento importante rispetto al 2022, di imprenditori che stanno facendo il percorso di assistenza per farsi aiutare, che sono passati da 247 a 459 (+86% ). Numeri che sottolineano la gravità della situazione in cui versano tante piccole aziende in Italia ma che confermano, anche, quanto in tanti prevalga il desiderio di farsi aiutare anziché di arrendersi a dover chiudere i battenti della propria attività. A oggi gli imprenditori con attività sanate che hanno concluso il percorso formativo sono 696 e il fatturato “salvato” è pari a oltre 32 milioni ma si può e si deve fare di più.

INSS dispone di una rete di grandi e piccoli imprenditori volontari che hanno scelto – gratuitamente – di sostenere, in prima persona le imprese in crisi, fornendo formazione sul giusto approccio manageriale e su tematiche verticali. I volontari, diventando soci della no profit, scelgono di partecipare a un programma di formazione imprenditoriale e sviluppo soft skills specifico, ideato gratuitamente per la Onlus in collaborazione con OSM, Open Source Management, società di consulenza manageriale, principale realtà da cui la no profit viene sostenuta e promossa. Il medesimo piano di formazione manageriale, orientato su specifiche esigenze, viene a seguire proposto agli imprenditori assistiti. Le donazioni ricevute consentono il mantenimento e la gestione delle classi di formazione ed è necessario che aumentino per rispondere all’ampia richiesta da parte delle imprese in crisi. A oggi ve ne sono 7 aperte in Italia, nelle città di Roma, Milano, Bologna, Cagliari, Venezia, Palermo e di recente Bari. Sono state finora erogate 7.960 ore di formazione individuale. A oggi il fatturato totale raggiunto dalle imprese supportate da INSS è pari a oltre 32 milioni; le famiglie italiane aiutate a fine 2022 ammontano a 732. Aiutare gli altri fa crescere; lo rivela un’indagine interna tra i 275 imprenditori volontari di INSS dove il 79% dichiara, grazie al percorso formativo svolto, di aver incrementato il proprio fatturato aziendale. INSS inoltre ha organizzato per mercoledì 17 maggio un incontro online dedicato alle partite IVA e agli imprenditori che desiderano mettersi al servizio degli altri, diventando volontari.

Meeting Rimini celebra il centenario della nascita di Giovanni Testori

Meeting Rimini celebra il centenario della nascita di Giovanni TestoriRoma, 10 mag. (askanews) – Tre convegni e uno spettacolo: così il Meeting 2023 celebrerà il centenario della nascita di Giovanni Testori, che ricorre il 12 maggio. Per il popolo del Meeting quello con l’autore di Novate Milanese è stato e continua ad essere l’incontro non solo con lo scrittore, il poeta e commediografo dallo stile che sapeva essere abissale e dolcissimo, non solo con il critico d’arte già discepolo prediletto di Roberto Longhi, o con il corsivista e polemista che dalle colonne del Corriere aveva preso il posto di Pier Paolo Pasolini come coscienza critica, spesso scomoda, di un intero paese. Parlare di Testori è soprattutto ricordare una persona che con il popolo del Meeting si è totalmente riconosciuta, un autore che nelle sue numerose partecipazioni all’evento, in qualità di relatore, autore e regista, ha detto parole che sono entrate a far parte del dna del Meeting.

L’evento teatrale dedicato all’autore lombardo si terrà lunedì 21 agosto alle 21.30 al Teatro Galli di Rimini, dove andrà in scena “Le Maddalene. Da Giotto a Bacon” di Giovanni Testori, di e con Valter Malosti. Singolare la genesi della piéce teatrale. Nel 1989 l’editore Franco Maria Ricci pubblicò il testo “Maddalena – con una ghirlanda di testi e di immagini”, in 5.000 esemplari numerati. Un libro di pregio, come tutti quelli dell’editore di Fontanellato, che proponeva 40 immagini della Maddalena evangelica, da Duccio a Masaccio, da Giotto a Cézanne, da Beato Angelico a Caravaggio, da Raffaello a Rubens, da Botticelli a Tiziano, da Grünewald a Bacon. A Testori erano state chieste delle didascalie, lui fece molto di più: le didascalie divennero poesie, che pure contenevano il giudizio critico sulle opere. Dalle Maddalene testoriane nasce così lo spettacolo di Malosti, “un vero e proprio work in progress”, spiega il regista e attore, “con numerose e successive commissioni, tra cui spicca quella dell’Unione Musicale nel 2013 e quella primigenia del Festival DeSidera del 2002, hanno permesso al progetto di evolvere». I versi di Testori sono accompagnati e contrappuntati da una ventina di brevi suite originali per violoncello scritte nel corso degli anni dal compositore Carlo Boccadoro e ad ogni occasione variate e implementate anche grazie al talento del violoncellista Lamberto Curtoni.

Il primo dei tre convegni nel centesimo anniversario della nascita di Testori, in collaborazione con Casa Testori di Novate Milanese, si intitolerà “Un’amicizia che apre al mondo. Giovanni Testori, nei 100 anni dalla nascita”. Interverranno il giornalista Riccardo Bonacina, la drammaturga e attrice Angela Demattè, oltre ad Emilia Guarnieri, già presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli. Introdurrà l’incontro Giuseppe Frangi, giornalista, fondatore dell’Associazione Culturale Casa Testori. Frangi coordinerà anche il successivo incontro, “L’amicizia con il Teatro. Giovanni Testori nei 100 anni dalla nascita”, al quale sono attesi il già citato Valter Malosti, una testoriana della prima ora come Andrée Ruth Shammah della Cooperativa Teatro Franco Parenti e Andrea Soffiantini, attore e pupillo di Testori, che per lui scrisse appositamente l’opera “Factum Est”. La trilogia, per riprendere un altro termine caro all’autore lombardo, si concluderà con un incontro sul tema del rapporto di Giovanni Testori con altri autori quali Giorgio Gaber ed Enzo Jannacci che hanno saputo raccontare l’umanità dolente delle periferie milanesi. Il panel dei relatori è in via di definizione. “Grazie per questi dieci anni che mi avete dato, in cui mi avete sopportato, portato, aiutato, in cui mi avete abbracciato senza chiedermi niente di tutti i miei errori, di tutte le mie colpe, di tutte le mie stramberie, di tutta la mia disperazione”, diceva lo scrittore lombardo dal palco del Meeting nel 1989, in un incontro intitolato proprio “Testori dieci anni dopo”. “Io vorrei dire che qui al Meeting la cosa che mi ha fatto più dolcezza è vedere quanti giovani e non giovani ci lavorano”, aggiunse Testori, “da quelli che lo costruiscono e che lo mettono in atto, a quelli che sono lì e nei vari stand aiutano, a quelli che ti portano in macchina, gratuitamente. Quando vado fuori vedo tutti questi che girano, girano, tutti come mosche senza testa, e qui invece lavorano, per un fatto, per una testimonianza … Come si fa allora a parlare di CL e del Meeting se non si vedono queste cose, se non si toccano queste cose? A me CL non mi ha mica preso per delle teorie di teologia, mi hanno preso quando sono venuti a trovarmi tre, quattro, per la tenerezza, l’amicizia, per qualche cosa in più di umano”.