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Nasce lo studio legale PedersoliGattai

Nasce lo studio legale PedersoliGattaiRoma, 26 lug. (askanews) – I partners di Gattai, Minoli, Partners e di Pedersoli, unitamente a Carlo Montagna e Stefano Cacchi Pessani, annunciano la creazione di un unico studio legale denominato PedersoliGattai. Lo Studio, informa una nota, sarà attivo dall’1 gennaio 2024 e conterà circa professionisti, di cui circa 64 partner, distribuiti nelle città di Milano, Roma e Torino. La nuova realtà nasce dall’alleanza di due dei più importanti studi legali italiani e da un gruppo di professionisti, di cui fanno parte anche i partners Enrico Vaccaro, Alessandro Capogrosso ed Elisabetta Bellini oltre ad un team di altri professionisti. I tre gruppi insieme danno vita a una realtà in grado di posizionarsi, fin da subito, ai vertici del panorama legale italiano con un fatturato combinato di oltre 120 milioni di euro.

L’unione consentirà di assistere la clientela a 360°, mettendo a fattor comune il grande bagaglio di esperienza e professionalità acquisita dai tre gruppi nella consulenza stragiudiziale e giudiziale, lavorando in modo integrato tra le diverse practice presenti in Studio. PedersoliGattai potrà contare su un importante network di rapporti internazionali, collocandosi in una posizione privilegiata per assistere clienti italiani ed esteri anche nelle operazioni cross-border. Carlo Pedersoli sarà Presidente e Bruno Gattai Managing Partner e faranno parte di un più ampio Comitato Esecutivo, insieme ai due Deputy Managing Partner Stefano Cacchi Pessani e Carlo Re, nel quale saranno equamente rappresentati i tre gruppi fondatori. Custode dei valori fondanti della nuova partnership sarà un Comitato Garanti formato da Carlo Pedersoli, Antonio Pedersoli, Bruno Gattai, Luca Minoli e Carlo Montagna.

Carlo Pedersoli, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di questo importante passo. PedersoliGattai è la perfetta convergenza di professionisti di grande esperienza e con la capacità di offrire ai propri clienti una consulenza di qualità, valorizzando una lunga e prestigiosa tradizione. L’unione con professionisti riconosciuti e stimati sul mercato garantisce il mantenimento nel tempo, anche a beneficio dei nostri colleghi più giovani, dei valori che hanno sempre caratterizzato il nostro approccio alla professione, il tutto orientato verso la creazione di uno studio moderno, all’avanguardia e di eccellenza”. Bruno Gattai ha dichiarato: “Siamo felici e orgogliosi di essere riusciti a riunire in un unico grande studio, due delle più importanti c.d. super boutique e un altro gruppo di amici ed eccellenti professionisti. Siamo convinti sia un’operazione straordinaria nel panorama legale italiano, che ci posiziona immediatamente al vertice del mercato, con la dimensione e i mezzi per poter investire in tecnologia, sui nostri giovani talenti e su quelli che sapremo attrarre e allo stesso tempo istituzionalizza le due maggiori realtà di provenienza, creando le premesse per garantire uno splendido futuro che vada ben oltre l’orizzonte lavorativo dei loro fondatori”.

Carlo Montagna, che sarà membro del Comitato Esecutivo e leader del terzo gruppo che darà vita a PedersoliGattai ha dichiarato: “Nasce oggi un nuovo, grande studio, con la mission condivisa di offrire alla clientela nazionale e internazionale un servizio di eccellente qualità, moderno e tempestivo. È una realtà che privilegerà i settori dell’M&A e dell’high-end litigation, ma dotata di professionisti capaci di affrontare con successo tutte le aree del diritto. Lo faremo nel più profondo rispetto dei valori etici e dei rapporti umani, elementi costitutivi del lavoro insieme e della capacità di crescere, e attrarre, i migliori talenti. Per questo, Stefano Cacchi Pessani, Enrico Vaccaro, Alessandro Capogrosso, Elisabetta Bellini e io siamo orgogliosi di partecipare alla sua fondazione, senza comunque dimenticare un sincero ringraziamento alla nostra realtà di provenienza, fondamentale nella nostra crescita professionale e umana”.

Feralpi, 2022 eccezionale: utile raddoppiato a 334,21 mln

Feralpi, 2022 eccezionale: utile raddoppiato a 334,21 mlnRoma, 26 lug. (askanews) – Feralpi chiude un “2022 eccezionale” con ricavi pari a 2,39 miliardi di euro, in crescita del 24,4% rispetto a 1,92 miliardi del 2021 e del 93,6% sul 2020 e un risultato netto totale che sale a 334.210 milioni di euro, un valore più che raddoppiato rispetto ai 152.130 milioni di euro del 2021. Il Gruppo ha programmato investimenti per oltre 500 milioni di euro nel periodo 2023-2027 includendo nel piano industriale nuovi e significativi progetti il cui scopo è la generazione di valore per gli stakeholder tramite la crescita delle attività produttive e commerciali – grazie a un portafoglio prodotti più completo – una base di costi più efficiente, una maggiore flessibilità produttiva e commerciale con una maggiore verticalizzazione e minori emissioni di CO2 grazie a nuove tecnologie e una quota di energia autoprodotta da fonti rinnovabili. La performance economica ha raggiunto i livelli più alti nella storia del Gruppo. L’Ebitda registra 501.702 milioni di euro rispetto ai 273.862 milioni del 2021. L’incidenza del margine sul valore della produzione ha raggiunto il 19,8% ed è stata guidata dalla riduzione dell’incidenza percentuale delle materie prime sui ricavi. Dopo aver spesato ammortamenti e svalutazioni per 60,3 milioni di euro, “Il 2022 è destinato a essere ricordato come un anno eccezionale e molto probabilmente irripetibile”, commenta Giuseppe Pasini, CEO di Feralpi Group, “un anno che ha rafforzato ulteriormente la nostra struttura finanziaria permettendoci di proseguire con costanza nei nostri ambiziosi obiettivi di crescita sostenibile sia a livello ambientale che economico. La domanda crescente – soprattutto in alcuni mercati – di prodotti verdi e gli investimenti del PNRR in infrastrutture in Italia sono per noi punti di forza che ci permettono di guardare al futuro con progetti sfidanti e a lungo termine. Abbiamo scelto la strada più difficile, quella di un impegno concreto verso un acciaio decarbonizzato grazie alla conferma di solidi investimenti nella diversificazione delle fonti energetiche con la costituzione di Feralpi Power On e l’elettrificazione dei nostri siti produttivi”.

Itelyum, consolida presenza in Veneto con acquisizione Bottari

Itelyum, consolida presenza in Veneto con acquisizione BottariRoma, 25 lug. (askanews) – Itelyum, realtà italiana leader nell’economia circolare e in particolare nella valorizzazione dei rifiuti speciali, controllata da Stirling Square e partecipata da DBAG, consolida la propria presenza in Veneto e nella gestione di olio minerale usato ed emulsioni oleose con l’acquisizione del 100% della Bottari Srl, azienda con sede a Verona che vanta una capillare presenza sul territorio. L’azienda Bottari è una storica concessionaria CONOU (Consorzio Nazionale Oli Minerali Usati) con oltre mezzo secolo di esperienza nella raccolta, stoccaggio e pre-trattamento di rifiuti liquidi a base oleosa. Bottari Srl nel 2022 ha registrato un fatturato di circa 6,5 milioni di euro, occupa attualmente 21 persone e serve circa 3.500 clienti localizzati in 5 diverse regioni Italiane del Nord e Nord-Est. Il Gruppo Itelyum da oggi comprende 30 società, impiega complessivamente oltre 1.400 persone dislocate in 34 siti operativi. In virtù delle acquisizioni che si sono succedute negli ultimi mesi, il Gruppo aumenta ulteriormente la capacità di gestione dei rifiuti speciali: sorpassato infatti il milione e ottocentomila tonnellate all’anno, compresi i rifiuti speciali intermediati e trasportati, con indici di circolarità riferiti all’anno 2022 pari all’84%, attraverso la rigenerazione degli oli esausti, la purificazione dei solventi e la gestione a 360° di rifiuti speciali, pericolosi e non. L’altissima capacità di recupero dei rifiuti certifica il ruolo di Itelyum quale protagonista dell’economia circolare a livello nazionale, contribuendo alle prestazioni del settore della rigenerazione degli oli usati che pongono l’Italia al top in Europa, in termini di qualità e quantità, con un tasso di riciclo pari al 98%. “Oggi con l’ingresso di Bottari nel nostro Gruppo – ha dichiarato Marco Codognola, Amministratore Delegato Itelyum – proseguiamo con il potenziamento della divisione ambiente, consolidando la presenza nel Triveneto e, in particolare, nel nodo strategico di Verona. I clienti di questa nuova società potranno beneficiare dei servizi ambientali a 360 gradi per la gestione dei loro rifiuti industriali e delle loro esigenze ambientali. Il Gruppo continua a crescere inglobando eccellenze territoriali, che sotto la guida Itelyum, diventano protagoniste dell’economia circolare”. “La nostra azienda, nata nel dopoguerra – ha dichiarato Davide Bottari, Amministratore Delegato di Bottari Srl – si è evoluta negli anni fino a diventare leader sul territorio nella raccolta degli oli lubrificanti usati e delle emulsioni oleose. É parte integrante della filiera dell’eccellenza del Conou, fin dall’inizio dell’operatività del Consorzio avvenuta nel 1984. L’ingresso nel Gruppo Itelyum sancisce il conseguimento di un nuovo importante traguardo. La forza propulsiva di una realtà consolidata e in forte crescita come Itelyum, potenzierà ogni nostra risorsa, compresi i clienti e i fornitori, secondo una strategia della sostenibilità condivisa”.

Cresce il crowdfunding in Italia: istruzioni per l’uso

Cresce il crowdfunding in Italia: istruzioni per l’usoRoma, 24 lug. (askanews) – Tutto ha inizio con la fortuita intuizione di una band britannica. La nascita del crowdfunding, letteralmente “finanziamento dalla folla”, coincide con la raccolta di fondi online avviata dai Marillion nel 1997, per sostenere le spese del loro tour in Nord America. Il termine crowdfunding, così come lo conosciamo oggi, venne coniato nel 2006, ma fu Barack Obama, nel 2008, a rendere celebre la pratica a livello mondiale, finanziando la sua campagna elettorale tramite il crowdfunding.

La versione moderna e innovativa dell’antica colletta, spiega una nota, ha innescato una rivoluzione a nove zeri. Il mercato globale del crowdfunding vale attualmente 1,25 mld di dollari. Le prospettive future delineano scenari anche più floridi: 1,41 mld di dollari nel 2023, toccando quota 3,62 mld di dollari entro il 2030 (fonte: Fortune Business Insights, società di studi e ricerche di mercato a livello globale). “E’ necessaria una precisazione. Quando il crowdfunding viene utilizzato per raccogliere risorse finanziarie da parte di un’impresa o di una persona fisica destinate a investimenti ed è prevista una remunerazione del capitale investito, si parla di crowdinvesting”, spiega Luca Bonati, Dottore Commercialista e Revisore Legale, Partner dello Studio Bonati. “Questo può avvenire tramite l’offerta di un prestito (modello lending-based) o sottoscrivendo quote del capitale di rischio di una società (modello equity-based). L’elemento chiave è una piattaforma abilitante che attraverso internet metta in contatto impresa e investitore, e finalizza l’investimento”.

Secondo gli ultimi dati, gli Stati Uniti sono il Paese con il più alto valore transazionale con 504 mln di dollari. La campagna di crowdfunding di maggior successo è proprio di un’azienda americana. Cloud Imperium Games, infatti, nel 2017 ha raccolto 34.91 milioni di dollari per finanziare Star Citizen, gioco di simulazione spaziale. Che in America il crowdfunding goda di buona salute è chiaro, ma com’è la situazione a casa nostra? “Il crowdfunding in Italia vive una fase positiva – afferma Bonati – come mostra l’ultimo Report italiano sul Crowdinvesting, redatto dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, nell’ultimo anno, la raccolta annuale per l’equity crowdfunding è stata pari a 86,64 milioni di euro per i progetti non immobiliari (con un calo significativo nel primo semestre 2023) più € 56,42 milioni per quelli immobiliari (che invece crescono). I minibond collocati sui portali ammontano a 20,82 milioni, in netta diminuzione. I portali di lending contribuiscono nell’ultimo anno con 24,76 milioni prestati a persone fisiche e 39,36 milioni a imprese tramite portali generalisti (in aumento rispetto allo scorso anno), più 115,79 milioni da portali specializzati nell’immobiliare (in buon aumento negli ultimi 12 mesi). Mamacrowd continua a dominare la classifica con 130,65 milioni raccolti nelle sue campagne (45,87 milioni nell’ultimo anno) seguita da Walliance (105,04 milioni di cui 36,61 milioni raccolti negli ultimi 12 mesi). CrowdFundMe scende al terzo posto con 90,25 milioni e investimenti negli ultimi 12 mesi per 18,08 milioni. Emerge dunque la fotografia di un settore estremamente florido, nonostante piccole battute di arresto. Un parametro interessante raccolto dall’Osservatorio Crowdinvesting 2023 è l’importo minimo di investimento deciso per le diverse campagne. “La ricerca – chiarisce Bonati – evidenzia strategie abbastanza diversificate: nell’1% del totale la soglia minima per le persone fisiche era molto bassa e inferiore a 100, ma solo un caso è stato registrato negli ultimi 12 mesi. Il gruppo più numeroso (il 42%) comprende le campagne con importo minimo compreso fra € 500 e € 1.000, che negli ultimi 12 mesi hanno acquisito maggiore peso. Abbiamo poi il 41% delle campagne in cui la soglia minima era compresa fra 100 e 499,99 euro (con una forte concentrazione sul chip minimo esattamente uguale a 250 euro); la percentuale però si sta riducendo con decisione”.

Ma quali sono i settori che prospettano maggiori guadagni? “Il crowdfunding immobiliare è un segmento in grande espansione – afferma Bonati – E dimostra gli ampi sviluppi e grandi margini di crescita del settore. Il trend prevalente è senza dubbio il mondo retail in quanto è più facile ed immediato stimolare l’interesse dell’investitore (privato persona fisica) che a sua volta potrà essere un domani anche cliente della società e fruitore del servizio. I settori che continuano a macinare grandi numeri e interessi da parte degli investitori rimangono il tech e il food”. Intanto, all’orizzonte, nel mondo del crowdfunding, ci sono delle importanti novità. “Come ha dichiarato Giancarlo Giudici, Direttore scientifico dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, siamo a un punto di svolta nel panorama dell’industria nazionale dell’equity e lending crowdfunding. Il motivo è che siamo alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo Regolamento europeo ECSP. Per questo motivo le piattaforme si stanno adoperando per ottenere le dovute autorizzazioni, entro il 10 novembre. Il nuovo scenario darà la possibilità di operare in un unico mercato che avrà dei significativi cambiamenti che riguarderanno sia i prestiti, sia la raccolta di capitale di rischio, non più limitata solamente alle piccole e medie imprese”.

Ma quali sono gli aspetti da tener presenti quando si avvia una raccolta di capitali? “Consiglio di adottare tre strategie che accompagnino la raccolta: in prima battuta è necessario avviare una buona attività di comunicazione che spieghi, secondo il rispetto delle norme vigenti, il progetto di raccolta e il settore di riferimento. In secondo luogo, suggerisco una reward policy, ossia delle premialità ulteriori che vengono assegnate ai sottoscrittori del crowdfunding. Possono essere di tre tipologie: reward finanziario, omaggiare l’investitore di un pacchetto ulteriore di quote della società; reward esperienziale, a esempio una società di abbigliamento, che sta facendo una attività di raccolta, invita l’investitore nella fabbrica a vedere come vengono fatte le magliette o lo omaggia del prodotto, reward di prodotto. Infine, si rende necessario sin da subito definire in modo chiaro la Exit Strategy degli investitori, ossia in che modo essi potranno uscire ed effettivamente aver remunerato il proprio investimento iniziale”, conclude Bonati.

Deloitte: per 8 PMI su 10 la sostenibilità è una priorità assoluta

Deloitte: per 8 PMI su 10 la sostenibilità è una priorità assolutaMilano, 18 lug. (askanews) – L’ottanta per cento delle piccole e medie imprese italiane guarda alla sostenibilità come una priorità assoluta, e il 74% ritiene cruciale l’appartenenza a un raggruppamento di imprese virtuose, basato su standard qualitativi su tutti gli ambiti ESG, senza limitarsi a misurazione di qualità del processo produttivo e del prodotto: sono alcuni dei dati che mergano dall’indagine dell’Osservatorio di Deloitte Private, svolta su un campione di 300 aziende italiane di piccole e medie dimensioni. L’indagine fa emergere inoltre che la maggioranza delle PMI italiane guarda ai prossimi 12 mesi con rinnovata fiducia, nonostante i rischi connessi a inflazione, crisi energetica, contesto geopolitico e una particolare attenzione verso l’andamento incerto dei mercati finanziari. Ma dichiarano anche che, per monitorare rischi e continuare a crescere, nel breve termine sarà importante concentrarsi su determinate azioni, come incrementare le iniziative di sostenibilità ed espandere l’ecosistema di business.   “In uno scenario come quello attuale – commenta Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader – per le aziende italiane è essenziale adottare un approccio che generi solidità finanziaria ed organizzativa e sia in grado di soddisfare le aspettative degli stakeholder anche in condizioni difficili. In un mercato sempre più globale e interdipendente, ricorrere a modelli di business più sostenibili e aprire a logiche di collaborazione può rappresentare il percorso da compiere per far fronte alla molteplicità delle sfide in atto. Per le PMI risulta fondamentale presidiare gli standard ESG e collaborare all’interno di ecosistemi virtuosi”.   Negli ultimi anni, la crescente attenzione verso la questione climatica e la sostenibilità, ha aggiunto un ulteriore elemento di attenzione, alla luce del suo impatto sui processi industriali e dell’impatto dei cambiamenti a livello normativo. Le evidenze della survey confermano come la sostenibilità sia divenuta una priorità assoluta per le imprese: circa 8 su 10 la pongono come prioritaria nella propria agenda (80%) o si dichiarano convinte che la sostenibilità consenta di preservare il valore aziendale (79%), potenziando la capacità di adattamento ai cambiamenti ambientali, sociali ed economici.   I due terzi delle aziende intervistate attribuiscono grande importanza a tutti e tre gli ambiti (ESG) in cui si declina la sostenibilità (ambientale, sociale e di governance), dando però maggiore priorità alla componente S (38%) e alla componente E (33%), rispetto alla componente G (22%). Queste tre dimensioni sono infatti le aree chiave su cui le imprese sono chiamate a confrontarsi con i propri fornitori, clienti e più in generale con l’intero insieme di stakeholder dell’ecosistema in cui operano, incluse banche e istituzioni finanziarie.   “Per valorizzare pienamente la logica di ecosistema anche a livello di strategia ESG, tuttavia, le imprese – continua Lanzillo – devono adottare un approccio meno opportunista ed episodico e più sistematico e strutturale, dove le “relazioni” con gli altri stakeholder assumono maggiore continuità e una valenza più strategica.”   L’appartenenza a un raggruppamento di imprese virtuose, attraverso il raggiungimento di determinati standard ESG, è infatti ritenuta cruciale dal 74% delle aziende intervistate, per migliorare le capacità imprenditoriali dei rappresentanti aziendali e consentire di acquisire nuove idee tramite contaminazione (55%). Far parte di un ecosistema basato su standard di qualità elevati genera un valore per le imprese in termini di reputazione e responsabilità, che va oltre la redditività, aspetto su dimostrano consapevolezza più di otto imprese su dieci.   “Fare squadra all’interno di un ecosistema per il 72% delle imprese rende più semplice ed efficiente attuare strategie e programmi di sostenibilità. Collaborare con altre imprese e istituzioni consente infatti di affrontare meglio le sfide attuali e prospettiche, progettando soluzioni innovative grazie al rafforzamento delle rispettive competenze ed expertise e riducendo i costi di esecuzione della strategia condivisa” sottolinea Lanzillo.   La predisposizione delle aziende alla collaborazione è confermata dal fatto che circa un quinto del campione dichiara di avere aumentato il numero di soggetti esterni con cui interagisce. Inoltre, tale atteggiamento positivo si manifesta con una particolare attenzione al tema della sostenibilità: quattro aziende su cinque dichiarano che il coinvolgimento e il dialogo con tutti gli stakeholder sia privati che pubblici risulta necessario per favorire il processo di transizione energetica del Paese.   Nel contesto nazionale, il rafforzamento delle sinergie e il rispetto dei parametri ESG, comunicati e misurati rispetto alle previsioni della CSRD Directive, diventerà un asset importante che consentirà alle imprese di valorizzare ulteriormente l’unicità del made in Italy, prospettiva su cui è concorde il 73% degli intervistati. (nella foto: Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader)

Edison Orizzonte Sociale: pubblicato il Bilancio sociale 2022

Edison Orizzonte Sociale: pubblicato il Bilancio sociale 2022Milano, 18 lug. (askanews) – Dodici progetti 12 progetti ad alto impatto sociale tra Lombardia, Sicilia e Piemonte, sviluppati con il supporto di 40 partner territoriali e che hanno coinvolto circa 2.000 ragazzi con età media di 13-14 anni, 100 genitori e 1.300 persone delle comunità educanti; e inoltre aiuti umanitari che hanno raggiunto oltre 6.500 persone, grazie al supporto di 12 partner e ai volontari di Edison. Sono alcune delle attività che messe in atto nel 2022 dalla Fondazione EOS-Edison Orizzonte Sociale ETS e ora rendicontate nel Bilancio Sociale 2022.

“Siamo orgogliosi di raccontare il lavoro e i risultati concreti di un percorso partecipato che ha coinvolto tante persone, dal team Eos ai partner territoriali, dalle istituzioni ai volontari di Edison, nella messa a terra di progettualità ad alto impatto sociale – ha detto Francesca Magliulo, direttrice della Fondazione Eos – Edison Orizzonte Sociale – Nel 2022 abbiamo attivato 12 progetti su quattro vettori: rigenerazione sociale urbana, sport accessibile, educazione civica innovativa e sostenibilità delle organizzazioni culturali. Nel prossimo biennio prevediamo di attivarne tanti altri in Campania, Sardegna, Lazio, Puglia e Veneto. Lo scorso anno abbiamo posto le fondamenta del nostro percorso che pone al centro le giovani generazioni: ci impegniamo ad accompagnarle in un percorso di crescita incoraggiando le loro aspirazioni senza imporre i nostri parametri da adulti, ma anche ad imparare da loro, ascoltandoli e rendendoli partecipi delle nostre decisioni e iniziative”. La Fondazione EOS – nata nel gennaio 2021 – è impegnata nella promozione di sviluppo sociale, crescita e educazione di ragazzi e ragazze di età compresa tra gli 11 e i 17 anni, per contribuire a contrastare la povertà educativa, fenomeno in forte crescita in Italia. Opera attraverso un piano triennale 2022-2024 le cui iniziative vengono ideate e implementate in coprogettazione con enti del Terzo Settore già attivi sui territori. Le azioni puntano ad avere un impatto di lungo periodo al fine di lasciare ai territori un’eredità forte e identificabile. La Fondazione si occupa inoltre della misurazione dell’impatto sociale prodotto tramite parametri qualitativi e quantitativi, con l’obiettivo di cogliere i cambiamenti effettivamente generati nella vita dei ragazzi e delle ragazze protagonisti delle iniziative e nell’intera comunità.

Nel corso del 2022, con il supporto di oltre 40 partner di progetto (il 95% dei quali locali) la Fondazione ha coinvolto circa 2.000 ragazzi con età media di 13-14 anni, 100 genitori e 1.300 persone delle comunità educanti. In seguito allo scoppio della crisi ed emergenza umanitaria in Ucraina nel corso dello stesso anno, ha raggiunto oltre 6.500 persone (età media 30 anni, il 13% con età compresa tra gli 11 e i 16 anni), con il supporto di 12 partner e i volontari di Edison. In particolare, “Traiettorie Urbane”, progetto bandiera della Fondazione EOS sul contrasto alla povertà educativa, nel 2022, anno del suo lancio, ha raggiunto quasi 500 ragazzi e ragazze, 40 familiari, 550 persone della comunità educante grazie al supporto di 13 partner. Mentre le iniziative sportive avviate a Milano e Catania, considerate come un’opportunità educativa fondamentale, in partnership con l’Associazione Sportiva Dilettantistica Rugby Milano hanno coinvolto oltre 670 ragazze e ragazzi con un’età media di 13 anni. Il bilancio d’esercizio 2022 si è chiuso con un equilibrio sostanziale tra le donazioni raccolte dalla Fondazione e le erogazioni liberali effettuate. Le elargizioni totali ricevute dalla Fondazione ammontano a 1,2 milioni di euro (il 98% proveniente dal Fondatore, Edison Spa, e il 2% dalla raccolta fondi Rete del Dono per l’emergenza Ucraina). La dotazione annuale è stata interamente destinata alle attività della Fondazione e in via residuale, secondo quanto preventivato, ai costi di esercizio.

Gli investimenti sostenuti nel 2022 ammontano a 1,3 milioni di euro, e comprendono anche l’avanzo di gestione dell’anno precedente impiegato per sostenere attività legata alle emergenze, con particolare riferimento alla crisi ucraina. In particolare, l’88% degli investimenti è stato destinato ai progetti sul territorio (in partnership con gli Enti del Terzo Settore) e il 12% per la gestione ordinaria delle attività di fondazione. Nel 2022, le elargizioni si sono suddivise per il 56% per la rigenerazione sociale urbana, il 16% per lo sport accessibile, il 12% per l’educazione civica, il 16% per la sostenibilità della cultura; mentre su base geografica, il 60% delle elargizioni sono state destinate alla Sicilia, il 38% alla Lombardia e il 2% al Piemonte. Il piano di sviluppo triennale della Fondazione prevede anche un progressivo incremento della dotazione annuale da parte di Edison, da affiancare ad altri fondi ricavati da attività di fundraising e partecipazione a bandi in partnenariato con gli enti del terzo settore attivi sul campo In particolare, l’erogazione liberale relativa all’anno 2023 è stata approvata con un incremento di 200 mila euro rispetto a quella dell’anno precedente per un ammontare complessivo di 1,3 milioni, mentre sempre per quest’anno è atteso un incremento del budget a disposizione dei progetti pari al 32% grazie ai due cofinanziamenti con “Con I Bambini” (uno relativo a “Traiettorie Urbane” e l’altro al nuovo progetto “Criscito” a Napoli).

Esperto in attivismo sociale: nuovo Diploma universitario di IUSVE

Esperto in attivismo sociale: nuovo Diploma universitario di IUSVEMilano, 18 lug. (askanews) – Formare una nuova figura manageriale impegnata nell’attivismo sociale: è l’obiettivo del nuovo Diploma universitario di primo livello istituito dallo IUSVE – l’Istituto Universitario Salesiano di Venezia e Verona – in “Comunicazione sociale per imprese profit e non profit”. Il percorso accademico formerà quindi una nuova figura manageriale impegnata nell’attivismo sociale, un aspetto che si sta sviluppando sempre di più in un’epoca dove cambiamento climatico, inquinamento, economia circolare e pratiche di sostenibilità diventano sempre più pregnanti.

Il nuovo diploma risponde alle tendenze in atto nel mondo del lavoro, dove le imprese fanno fatica a trovare personale qualificato perché i neolaureati non sono allineati con le competenze richieste, soprattutto a fronte della richiesta di particolari figure professionali legate ai temi -di estrema attualità- come la sostenibilità ambientale, sociale, economica e culturale. Il Bollettino del Sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal a luglio 2022, evidenzia questo fenomeno registrando oltre il 40% delle imprese che dichiarano difficoltà nel reperimento delle figure ricercate, e circa 204 mila le ricerche di personale per cui le imprese dichiarano difficoltà di reperimento per la “mancanza di candidati per i profili ricercati”. Il primo Diploma/Master universitario di I livello in Comunicazione sociale per imprese profit e non profit IUSVE viene incontro a questa esigenza e aprirà le sue prime lezioni il prossimo ottobre. Il Diploma universitario è pensato anche per chi lavora, dato che i corsi si tengono online di venerdì e sabato (solo i laboratori sono in presenza, 5 weekend a Verona e 3 a Mestre), ed è nato per formare i futuri professionisti nel campo della comunicazione sociale, tanto per le imprese profit quanto per quelle non profit.

Queste figure professionali saranno partecipi alle dinamiche strategiche di un settore delicato e in piena evoluzione, capaci di sviluppare campagne di comunicazione integrata, in sinergia tra online e offline, formate per diffondere, con i dovuti e corretti contenuti, la sostenibilità ambientale, sociale, economica e culturale, rispondendo così a una domanda del mercato lavorativo in costante crescita. Gestire i processi della comunicazione di pubblica utilità permette, infatti, di aprire alle collaborazioni nelle agenzie, nel reparto comunicazione di aziende, organizzazioni non profit, quali Organizzazioni di Volontariato (ODV) e Organizzazioni Non Governative (ONG), fondazioni. Per imparare a far coesistere strategia e creatività, scrittura e immagine, rapporto con le istituzioni e i media, i partecipanti vivranno un percorso con nove insegnamenti frontali e cinque laboratori, per un totale di 344 ore di didattica (60 ECTS), con l’opportunità di svolgere 250 ore di tirocinio presso una delle realtà partner. A questo si aggiungono testimonianze, case study e live experience presso aziende, fiere ed eventi a tema.

“Gli interessi dei consumatori stanno cambiando e anche le dinamiche della comunicazione devono adattarsi alle nuove esigenze di un mercato sempre più attento alla sostenibilità ambientale e sociale, all’economia circolare e all’impegno etico a favore del benessere della collettività – afferma il direttore esecutivo, professore Paolo Schianchi – Questo Diploma Universitario di primo livello è stato pensato per rispondere a una tale richiesta del mercato lavorativo. L’idea è quella di formare professionisti in grado di gestire le future frontiere di ogni forma divulgativa. La nuova figura del manager della comunicazione sociale è quindi pronta a fare il suo ingresso nelle aziende, nelle fondazioni e nel terzo settore per promuovere il corporate social activism”. “Nella mia lunga esperienza in associazioni di volontariato – aggiunge Mariagrazia Villa, vicedirettrice del Diploma universitario – ho imparato che la buona volontà non basta, per comunicare le proprie attività e coinvolgere la comunità nella propria visione e missione. Occorre acquisire e sviluppare delle competenze specifiche, di natura tecnico-manageriale, che consentano di diffondere il bene in modo più professionale e, dunque, efficace. Insomma: le soft skills vanno bene, ma servono anche quelle hard che il nostro diploma universitario si prefigge di far acquisire e sviluppare ai partecipanti”.

Partner del percorso formativo sono realtà Cooperativa sociale Santa Lucia, CSVnet-Centri Servizi per il Volontariato, CSV Padova-Rovigo, Fondazione Iris Ceramica Group, Fondazione ISMU, Greencity Italia, Grenze Arsenali Fotografici, H2O Milano, Libera Associazioni nomi e numeri contro le mafie, Studio LAND, Telefono Amico Italia, Venice Call, Worldrise onlus. La chiusura delle iscrizioni il giorno 6 settembre 2023.

Key Value stringe un accordo con Grand per consulenze green alle aziende

Key Value stringe un accordo con Grand per consulenze green alle aziendeMilano, 13 lug. (askanews) – Key Value, società del gruppo Key Partner specializzata nel management consulting, ha stretto una collaborazione con la Green academy for the new deal, volta a rafforzare le proprie competenze consulenziali in ottica green e supportare i propri clienti, organizzazioni pubbliche e private, nel loro percorso di evoluzione ecologica e digitale.

A livello nazionale, si tratta della prima partnership siglata con Grand da una società che opera nel settore della consulenza direzionale. Grand è la prima academy italiana patrocinata dall’Unione Europea che, mettendo a disposizione piani di formazione sulla strategia del Green deal europeo, del pacchetto Fit for 55, del REPowerEU e della strategia dell’idrogeno, mira a ridurre l’impronta di carbonio delle imprese, a renderle più competitive, aumentarne la redditività nel medio-lungo termine e agevolarne l’accesso ai fondi europei. Grazie a questo accordo, i professionisti di Key Value potranno mettere a disposizione dei propri clienti tutta una serie di servizi calibrati sulla base delle strategie indicate dalla Commissione Europea per uno sviluppo sostenibile, con particolare attenzione al tema dell’idrogeno.

“Con grande orgoglio annunciamo questa partnership con Grand – dichiara Alessandro Petrillo, Ceo di Key Value – la prima in Italia del suo genere. Siamo consapevoli di come i paradigmi della consulenza direzionale debbano necessariamente adattarsi anche ai momenti storici che viviamo, alle esigenze del Pianeta e della collettività, che ora vedono al primo posto lo sviluppo sostenibile. Per questo abbiamo scelto questo prestigioso partner, di cui condividiamo i valori e con cui saremo in grado di offrire ai nostri clienti un servizio ancora più peculiare e innovativo, aprendo una strada che ci auguriamo possa essere seguita da tanti altri player di mercato”.

Solaris chiude un round di finanziamento da 38 milioni di euro

Solaris chiude un round di finanziamento da 38 milioni di euroRoma, 12 lug. (askanews) – Solaris SE, la piattaforma di embedded finance leader in Europa, ha annunciato oggi la prima chiusura di un round da 38 milioni di euro della sua Serie F, guidata dagli attuali investitori. Solaris, informa una nota, utilizzerà i fondi principalmente per rafforzare la governance e la compliance, oltre che per porre le basi della prossima fase di crescita dell’azienda. “Negli ultimi mesi abbiamo messo al centro le priorità del Gruppo. Investendo nella resilienza della piattaforma, stiamo raggiungendo gli obiettivi mensili e ora abbiamo garantito l’aumento di capitale previsto. Il forte impegno degli azionisti testimonia l’efficacia della nostra strategia aziendale e la dedizione dei nostri dipendenti”, commenta Carsten Höltkemeyer, CEO di Solaris.

L’azienda ha chiuso l’anno fiscale 2022 con un fatturato netto di 130 milioni di euro e con una crescita del 30% rispetto all’anno precedente, ma allo stesso tempo con una perdita di 56 milioni di euro. Il management team aveva già adottato l’anno scorso misure per affrontare le mutate condizioni di mercato. I risultati del semestre 2023 confermano la strada intrapresa e dimostrano che il modello di business scalabile di Solaris è già in grado di operare con profitto. “Nonostante i notevoli progressi compiuti, siamo ancora nelle prime fasi di attuazione della nostra strategia. La nostra prossima pietra miliare sarà l’integrazione di Contis, con l’obiettivo di sfruttare appieno il potenziale della nostra tecnologia e della nostra piattaforma di prodotti. Ciò sarà accompagnato da un’ulteriore riduzione delle complessità e dalla concentrazione sui nostri prodotti principali. Solaris diventerà un’azienda altamente efficiente e orientata alle prestazioni, con una redditività di esercizio sostenibile”, continua Höltkemeyer.

Parallelamente, ci sono stati cambiamenti nel consiglio di amministrazione di Solaris: il direttore operativo Chloé Mayenobe ha deciso di affrontare nuove sfide professionali e lascerà l’azienda a partire dal 31 luglio. “Aver accompagnato Solaris nella transizione a piattaforma di embedded finance leader in Europa è stata un’opportunità unica. Vorrei ringraziare tutti i dipendenti per l’energia continua che mi hanno trasmesso nello svolgimento delle mie responsabilità”, ha dichiarato Mayenobe. Solaris opera in un mercato di grandi dimensioni, con un tasso di crescita annuo composto di circa il 25% e un bacino di ricavi in Europa fino a 35 miliardi di euro entro il 2027. Mentre la finanza integrata continua ad espandersi, Solaris rafforza la sua posizione di primo piano nell’universo fintech, attingendo a società consolidate e a grandi ecosistemi con un’offerta di prodotti di prim’ordine. Negli ultimi mesi, diversi marchi internazionali di alto profilo si sono uniti alla piattaforma di Solaris, tra cui l’Automobile Club Generale Tedesco (ADAC), Paycell o Jimdo.

Floa (BNP Paribas) sbarca in Italia nel segmento “Buy Now Pay Later”

Floa (BNP Paribas) sbarca in Italia nel segmento “Buy Now Pay Later”Roma, 11 lug. (askanews) – Il segmento del Buy Now Pay Later (BNPL) è in forte evoluzione nel mercato europeo: secondo un’indagine condotta da Kantar il 43% degli europei utilizza almeno una volta questa soluzione per effettuare i suoi acquisti. L’utilizzo del BNPL, si legge in una nota, garantisce una flessibilità finanziaria in quanto consente di suddividere i pagamenti su 90 giorni. Se confrontiamo il 2022 e il 2021, il numero di utenti di BNPL è aumentato del 22%. Tuttavia, il segmento non è ancora maturo nel mercato italiano, nonostante il 31% degli italiani (quasi uno su tre) utilizzi questo metodo di pagamento almeno una volta. In un mercato italiano dominato dalle app per lo shopping, FLOA è un nuovo player che vuole cambiare l’esperienza di pagamento del BNPL a cui gli italiani sono abituati, offrendo loro una “customer journey” più semplice e fluida.

Nel 2022 FLOA è stata acquisita al 100% da BNP Paribas, il principale gruppo bancario europeo, e oggi conta 4 milioni di clienti in Europa e oltre 10.000 partner commerciali online e nei punti vendita.Per gestire l’ingresso e l’espansione nel mercato italiano, FLOA ha nominato Andrea Boschi come Country Manager in rappresentanza di FLOA in Italia. Con oltre 20 anni di comprovata esperienza nel mondo del credito al consumo e del fintech e un solido background nei servizi bancari e finanziari, Boschi guiderà lo sviluppo di FLOA in Italia costruendo un’importante rete commerciale con i partner anche attraverso le società del Gruppo BNP Paribas come BNL o Findomestic. “Il segmento del Buy Now Pay Later ha registrato una crescita molto rilevante negli ultimi anni nel mercato europeo e i clienti apprezzano questa soluzione di pagamento. Nel mercato italiano il Buy Now Pay Later è principalmente proposto attraverso app per lo shopping e FLOA introduce un approccio nuovo e innovativo offrendo una customer journey più semplice e soluzioni che meglio si adattano alle esigenze dei partner” – ha sottolineato Andrea Boschi, Country Manager in rappresentanza di FLOA in Italia.

José Saloio, CEO di FLOA, ha aggiunto: “FLOA combina l’agilità di una società fintech con la forza finanziaria del gruppo bancario leader in Europa BNP Paribas. È una combinazione vincente, al servizio di una forte ambizione: diventare il punto di riferimento nel mercato europeo del BNPL entro il 2025”.