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Gruppo Banca Etica: utile consolidato a 31,6 mln (17,2 mln nel 2022)

Gruppo Banca Etica: utile consolidato a 31,6 mln (17,2 mln nel 2022)Milano, 11 apr. (askanews) – Utile netto consolidato 2023 in fortissima crescita – a 31,6 milioni di euro contro i 17,2 milioni del 2022 – con utili però utilizzati per rafforzare la capitalizzazione e il potenziale nuovo credito; in arrivo nuove misure a sostegno dei mutuatari e la proposta di un aumento del sovrapprezzo le azioni banca Etica. Sono alcune delle principali evidenze del progetto di bilancio consolidato 2023 del Gruppo Banca Etica approvato dal CdA della Banca lo scorso 28 marzo. Il bilancio sarà sottoposto all’approvazione dell’assemblea generale dei soci e delle socie convocata per il 18 maggio a Napoli, Valencia e online.


Per Banca Etica il risultato del 2023 vede un utile di 27,1 milioni di euro. Etica Sgr presenta utili per 8,4 milioni di euro; mentre Cresud ha chiuso con utili per 57mila euro. L’Area Spagna – dove Banca Etica ha uffici a Bilbao, Barcellona, Madrid e Siviglia – ha chiuso con un utile netto di 3,8 milioni di euro. “Banca Etica, come il resto del settore bancario, ha registrato un consistente aumento degli utili anche in virtù dei rialzi dei tassi di interesse stabiliti dalla BCE – spiega il direttore generale Nazzareno Gabrielli – Coerentemente con il nostro statuto e con la nostra mission di banca popolare ed etica, l’aumento degli utili non si traduce in aumenti dei dividendi a vantaggio di pochi azionisti e nemmeno in maxi-bonus per i manager, in Banca Etica vige tra l’altro un limite massimo allo stipendio più alto che non può superare 6 volte lo stipendio più basso pagato a un collaboratore. Come sempre gli utili saranno interamente destinati alla capitalizzazione della banca nell’interesse di tutti i soci e clienti, con la sola eccezione di 500 mila euro che saranno destinati come liberalità alle attività di Fondazione Finanza Etica. Già nel corso del 2023 abbiamo varato misure a sostegno della clientela con mutui a tasso variabile più colpita dagli aumenti dei tassi: in proporzione con l’ISEE dei clienti abbiamo temporaneamente ridotto il tasso finale del finanziamento in modo da alleviare l’aggravio soprattutto per le fasce di clientela meno abbienti, mettendo a disposizione un importo complessivo pari al 10% dell’utile dell’anno precedente. Anche per quest’anno stiamo studiando misure analoghe. Nel 2024 Banca Etica festeggia i suoi primi 25 anni di attività: in questa ricorrenza abbiamo valutato di riconoscere al nostro azionariato diffuso, composto da 48mila realtà socie tra persone e organizzazioni, un aumento del valore delle azioni in loro possesso proponendo una crescita del sovrapprezzo pari a 2,00 euro per azione che dovrà essere approvato dall’assemblea generale convocata per il 18 maggio”.


Una volta ricevuta l’approvazione dall’assemblea dei soci e delle socie il nuovo prezzo complessivo delle azioni di Banca Etica sarà di 63 euro ciascuna (52,50 di valore nominale + 10,50 di sovrapprezzo di emissione).Con il nuovo aumento del sovrapprezzo le azioni di Banca Etica registreranno complessivamente un +20% di incremento del valore rispetto al nominale determinato nel 2007. Dai dati rendicontati, inoltre emerge che gli impieghi lordi raggiungono i 1.243 milioni di euro a dicembre 2023 pari a -1,8% rispetto a fine 2022 (nello stesso periodo il settore bancario ha registrato un -3,3%). La raccolta diretta da clienti raggiunge i 2.526 milioni di euro a dicembre 2023, invariata rispetto al 2022 (nello stesso periodo il settore bancario ha registrato un -0,9%). Il valore della raccolta indiretta in fondi di Etica Sgr cresce del 6,7% rispetto all’anno precedente e raggiunge i 917 milioni di euro a dicembre 2023, pari a +57,9 milioni grazie all’effetto mercato.


Il capitale sociale raggiunge i 92,2 milioni di euro con un +3,6 milioni (+4,1%) rispetto a dicembre 2022; l’incremento del capitale sociale, insieme all’utile di esercizio porta a registrare ottimi indici di solidità patrimoniale con un CET1 e un Total capital ratio rispettivamente di 20,3% e 24,7% contro il 15,8% e 19,5% di fine 2022. Le sofferenze lorde ammontano a 10,8 milioni in diminuzione di 13,4 milioni rispetto a fine 2022 e pari allo 0,87% dei crediti con una copertura del 74,6%. Banca Etica è la prima e tuttora unica banca italiana interamente dedita alla finanza etica, opera da 25 anni su tutto il territorio nazionale attraverso una rete di filiali e consulenti e grazie ai servizi di home e mobile banking. Banca Etica raccoglie il risparmio di organizzazioni e cittadini responsabili e lo utilizza interamente per finanziare progetti finalizzati al benessere collettivo. Oggi Banca Etica conta 48 mila soci e 92 milioni di capitale sociale; una raccolta di risparmio di oltre 2,5 miliardi di euro e finanziamenti per oltre 1,2 miliardi di euro a favore di iniziative di organizzazioni, famiglie e imprese nei settori della cooperazione e innovazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e qualità della vita, tutela dell’ambiente, turismo responsabile, agricoltura biologica, diritto alla casa, legalità. (nella foto: Anna Fasano, presidente Banca Etica)

Visa Innovation Program:presentate le 5 fintech dell’edizione 2024

Visa Innovation Program:presentate le 5 fintech dell’edizione 2024Roma, 4 apr. (askanews) – Osense, Leasy, Unipiazza, Viceversa e Wallife sono le 5 fintech selezionate per partecipare al Visa Innovation Program Europe, la piattaforma nata per accelerare e scalare l’innovazione fintech, giunta quest’anno alla sua seconda edizione in Italia. Focalizzate su sfide all’avanguardia, tra cui il supporto alle aziende nella riduzione dell’impatto delle loro emissioni di CO2 o la protezione dai rischi derivanti dalle nuove tecnologie e innovazioni di frontiera come la genetica e il biohacking, informa una nota, le cinque fintech selezionate inizieranno ora il loro percorso di crescita.


In particolare, la piattaforma di collaborazione Visa Innovation Program offrirà a ciascuna delle Fintech l’opportunità di connessioni con i clienti e i partner di Visa interessati a esplorare le loro capacità, con l’obiettivo di promuovere collaborazioni oltre che testare e validare prodotti e servizi che contribuiranno a dare forma al futuro dei pagamenti e a fare crescere il mercato italiano e l’Ecosistema FinTech su scala internazionale. A ciò si aggiungeranno un programma di formazione mirato, mentoring e presentazioni agli investitori per coloro che sono interessati a raccogliere investimenti volti a sostenere la propria crescita. Al termine del programma, Visa fornirà ulteriore supporto attraverso l’accesso alla sua rete globale di clienti, partner e investitori.


Stefano Stoppani, Country Manager di Visa Italia ha commentato: “Siamo molto contenti di questa seconda edizione che ci ha fatto scoprire delle realtà imprenditoriali dinamiche e innovative. L’Italia ha un ecosistema fintech sano, con solidi unicorni e un grande potenziale di crescita grazie a player che stanno sviluppando modelli di business completamente nuovi, soprattutto in ambito B2B. In Visa, l’approccio “aperto” alla nostra rete e il nostro ecosistema permetteranno alle fintech selezionate di trarre vantaggio dalla scala globale, dalle tecnologie e dalle performance di sicurezza di Visa per accelerare il loro percorso di crescita a livello internazionale e plasmare insieme la prossima ondata di innovazione”. Clelia Tosi, Head of Fintech District, ha dichiarato: “Visa è nostro Corporate partner dal 2022, la nostra collaborazione ha preso il via durante la terza edizione del Milano Fintech Summit, il nostro evento di punta. Da allora abbiamo lavorato con passione a stretto contatto. Siamo molto orgogliosi di essere la scelta di Visa per l’edizione italiana del Visa Innovation Program nel 2024 insieme ad Hackquarters. Siamo sicuri che programmi come questo saranno cruciali per l’ecosistema italiano per renderlo più forte e più attraente per gli attori e i talenti internazionali e far prosperare l’open innovation nel mercato fintech italiano”.


Dal suo lancio nel 2018, Visa Innovation Program Europe ha raggiunto diversi traguardi, tra cui il completamento di cinque round, per un totale di quasi 100 fintech selezionate. Nel corso delle 5 edizioni del programma, sono stati realizzati 93 progetti pilota e accordi commerciali. Gli sforzi Visa di mentorship si sono concretizzati in un totale di 1.349 ore, fornendo ai partecipanti intuizioni preziose e rafforzando le loro competenze. Inoltre, i partecipanti al programma si sono impegnati collettivamente in oltre 100 round di investimento, assicurandosi un finanziamento totale per oltre 387 milioni di euro. Le aziende selezionate per partecipare alla seconda edizione di Visa Innovation Program Europe in Italia sono:


Osense (Italia): specializzata nella raccolta intelligente di dati per promuovere la sostenibilità in ecosistemi complessi. Nata dall’esperienza di professionisti e ricercatori per cercare di risolvere uno dei più grandi problemi del nostro secolo: le emissioni dei gas serra delle aziende, la sua piattaforma AI-Impact consente alle aziende di raccogliere dati affidabili e ridurre, sfruttando l’intelligenza artificiale, la CO2 prodotta lungo l’intera catena del valore. Leasy (Italia): una soluzione completa per semplificare e ottimizzare ogni aspetto finanziario e contabile della gestione immobiliare. La sua piattaforma consente di automatizzare la riscossione degli affitti, tenere traccia di tutti i pagamenti in entrata e in uscita, monitorare l’andamento del portafoglio personale e guadagnare cashback sui depositi cauzionali. Unipiazza (Italia): una piattaforma di fidelizzazione che aiuta le aziende locali ad aumentare le visite dei propri clienti attraverso dinamiche automatizzate di Gamification & Marketing. La piattaforma garantisce ai negozi a conduzione familiare l’accesso a strumenti digitali tipicamente utilizzati dalla grande distribuzione o dalle catene di vendita al dettaglio, democratizzando le tecnologie di marketing avanzate per le aziende di tutte le dimensioni. Viceversa (Italia): una piattaforma di Revenue Based Financing (finanziamento basato sul fatturato) che supporta la crescita delle PMI europee con attività legate all’e-commerce. Grazie ad un approccio data-driven, offre un accesso più flessibile e veloce al capitale anche attraverso soluzioni di embedded-finance. Wallife (Italia): start-up innovativa nel settore Insurtech, studia e sviluppa soluzioni assicurative che integrano una componente tecnologica di prevenzione, con l’obiettivo di proteggere gli individui dai rischi derivanti dalle nuove tecnologie e innovazioni. Opera in 3 ambiti particolari: Biometrics, Genetics, Biohacking.

La piattaforma crowdfunding immobiliare Urbanitae sbarca in Italia

La piattaforma crowdfunding immobiliare Urbanitae sbarca in ItaliaRoma, 27 mar. (askanews) – La piattaforma spagnola di crowdfunding immobiliare Urbanitae sbarca in Italia, con l’obiettivo di posizionarsi nel breve termine fra i principali player del settore. Dall’inizio della sua attività nel giugno 2019, informa una nota, la proptech ha finanziato più di 130 progetti in Spagna per un valore pari a oltre 240 milioni di euro. Una cifra che rappresenta più del 60% del volume transato dai finanziamenti partecipativi nel Paese, posizionandola come piattaforma leader del mercato.


Il modello di finanziamento partecipativo di Urbanitae riunisce piccoli e medi risparmiatori per investire in immobili (residenziali, commerciali e industriali) e beneficiare di alti rendimenti. Attraverso un processo completamente digitale e molto semplice, chiunque può investire a partire da 500 euro in operazioni normalmente accessibili solo agli investitori professionisti. Per gli sviluppatori, Urbanitae rappresenta un’alternativa di finanziamento agile e solvibile, che offre liquidità per i progetti non coperti dalle banche. In Italia, Urbanitae prevede di raggiungere un volume fino a 50 milioni di euro di progetti finanziati nel suo primo anno di attività. A tal fine, metterà in campo il proprio team guidato da Carlo Magnoni, un professionista con oltre 20 anni di esperienza nel settore degli investimenti e dello sviluppo immobiliare.


L’Head di Urbanitae nel Paese è stato legato a importanti fondi di investimento come Blackstone e Stoneweg, dove è stato responsabile delle acquisizioni per l’Italia e il Portogallo. Nel settore immobiliare, è stato Head of Capital Markets presso la proptech Casafari, ed è amministratore e membro del Consiglio di amministrazione delle società di investimento residenziale di Carlyle in Spagna, nonché di altre società immobiliari in Italia e Spagna. Dopo aver avviato il processo di internazionalizzazione lo scorso dicembre con il lancio delle attività in Francia e Portogallo, Urbanitae si concentra ora sull’Italia, un mercato con un elevato potenziale di crescita.


“Oltre a contare su un team di professionisti locali con una vasta esperienza nel settore, crediamo che l’esperienza acquisita in Spagna e i buoni risultati del modello che abbiamo consolidato ci permetteranno di raggiungere una posizione rilevante nel mercato italiano. Si tratta di un ulteriore passo avanti verso il nostro obiettivo di diventare la principale piattaforma europea di finanziamento partecipativo immobiliare entro due anni” ha commentato Diego Bestard, CEO e socio fondatore di Urbanitae. “Sebbene il fenomeno del crowdfunding immobiliare sia più recente in Italia rispetto ad altri Paesi europei, negli ultimi anni è in crescita. Noi di Urbanitae siamo impegnati a garantire che il crowdfunding continui a crescere come fonte di finanziamento per gli sviluppatori locali” ha aggiunto Carlo Magnoni.


Urbanitae, specializzata in progetti di crowdfunding immobiliare tra i 2 e i 5 milioni di euro, si basa principalmente su due formule di finanziamento. Il 65% delle operazioni si articola secondo il formato equity o capital gain, in cui gli investitori diventano azionisti della società veicolo responsabile dell’esecuzione del progetto. Questa categoria comprende anche i progetti di reddito, che, oltre alla plusvalenza finale, offrono all’investitore anche rendimenti periodici a basso rischio. Il restante 35% corrisponde a progetti di debito, con l’erogazione di una linea di credito per sviluppatori per il finanziamento di progetti immobiliari fino a 5 milioni di euro.

Back to Italy: come far rientrare i cervelli in fuga

Back to Italy: come far rientrare i cervelli in fugaRoma, 18 mar. (askanews) – Solo a gennaio 2024, secondo Unioncamere, sono 250mila i posti di lavoro vacanti senza copertura. Numeri importanti che evidenziano l’ormai annoso problema della mancanza di manodopera. Da qui, l’idea di un gruppo di imprenditori che lavora per far rientrare nel nostro Paese le competenze necessarie utili alle aziende. “Si tratta di un tema di vitale importanza per il nostro Paese -spiega in una nota Gerardo Sine, Ceo di Fenix – e, proprio per questo, stiamo per lanciare ‘Back to Italy’, una innovativa piattaforma tech che rivoluzionerà il mercato, attraendo i migliori talenti italiani che oggi risiedono all’estero. Si tratta, quindi, di far rientrare in Italia i ‘cervelli in fuga’”.


Chi infatti decidesse, avendone i requisiti, di fare questa scelta avrebbe la possibilità di veder tassare solo il 50% del reddito ivi prodotto per i primi cinque anni e, nel caso di figli a carico, il beneficio salirebbe al 60%. “Un’agevolazione -ricorda Gerardo Sine- valida per 5 anni più ulteriori 5 anni in presenza di un figlio. Si tratta di una misura molto favorevole che sta riscuotendo grande successo. Lavoriamo oltre 200 pratiche ogni anno e il nostro lavoro è, come si dice in questi casi, a 360 gradi. Curiamo non solo l’aspetto lavorativo ma ci occupiamo anche di tutte le necessità che sorgono dovendo spostarsi da un altro Paese, molto spesso da un altro continente. Parlo dunque degli aspetti fiscali e legali ma anche di aspetti più pratici come, ad esempio, la ricerca dell’abitazione dove andare a vivere”. L’obiettivo centrale del progetto “Back to Italy” è realizzare un’architettura informatica interattiva e multifunzionale che permetta il matching tra le aziende del territorio nazionale in cerca di determinate figure professionali mancanti e italiani residenti all’estero con intenzioni di risiedere in Italia, il tutto attraverso l’ausilio di sistemi e algoritmi complessi che superino i classici limiti di un semplice matching ontologico.


“Per fare ciò – prosegue Sine – non è solo necessario generare il collegamento tra azienda e utente, ma è necessario creare le condizioni utili al perseguimento dell’obiettivo, integrando i servizi per una corretta integrazione come: la certificazione delle competenze, i corsi di formazione, le soluzioni immobiliari, le pratiche legali, l’assicurazione e altro ancora”. Il risultato di questa architettura, rassicurano dall’azienda, sarà un sistema integrato formato da una piattaforma di frontend con funzioni di data mining e una di backend con funzioni gestionali. La piattaforma inoltre favorirà la diffusione del know-how e delle best practice al fine di capitalizzare e amplificare i risultati ed esperienze apprese da tutti i soggetti del network che si verrà a comporre. La creazione di sinergie con il mondo pubblico – privato e la valorizzazione economica del know-how e della rete, sono volti a generare valore e a garantire il proseguimento delle attività del progetto con una visibilità nazionale, europea ed internazionale.


Il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione, poi, rendono il progetto quanto mai attuale: “Si stima -afferma ancora Gerardo Sine- che nel 2050 le persone con più di 65 anni rappresenteranno, nel nostro Paese, un numero pari all’incirca al 35% del totale. Vogliamo contrastare il costante declino demografico del nostro Paese perché, ogni anno, si registrano più morti che nascite tanto è vero che le nascite nel 2021 sono scese sotto la soglia di 400 mila, una cifra record, in negativo, dall’Unità d’Italia”. “Back to Italy” avrà anche lo scopo di offrire servizi essenziali per favorire il rientro e di certificare le competenze degli utenti. “Il progetto -conclude Sine- vuole migliorare l’impatto della cosiddetta immigrazione di ritorno e, più in generale, lo sviluppo del tessuto produttivo nazionale. La nuova piattaforma, insomma, offrirà figure professionali qualificate alle grandi aziende, alle Pmi e, perché no, alle start up. Crescerà così il livello del sistema Italia e ci saranno ricadute significative anche sul piano sociale. E’ arrivato il momento di ripartire e invertire queste tendenze negative”.

Banca Etica lancia la mobilitazione “Basta favori ai mercanti di armi”

Banca Etica lancia la mobilitazione “Basta favori ai mercanti di armi”Milano, 18 mar. (askanews) – “Basta favori ai mercanti di armi”: questo il nome che si è dato il coordinamento che vede Banca Etica, insieme a decine di organizzazioni della società civile, lanciare una mobilitazione per chiedere al Parlamento di non peggiorare i meccanismi di autorizzazione e controllo e i presidi di trasparenza sull’esportazione di armamenti previsti dalla legge 185 del 1990.


Il Senato ha approvato in aula il 21 febbraio 2024 un disegno di legge di iniziativa governativa che cancella i meccanismi di trasparenza e controllo parlamentare sul commercio e le esportazioni di armi e sulle banche che finanziano tali operazioni. Con una rapidità definita dal coordinamento “inconsueta” il disegno di legge è stato approvato prima in commissione e poi in aula al Senato, dove sono stati bocciati tutti gli emendamenti che tentavano di mitigare gli effetti più nefasti del provvedimento. Il testo è ora all’esame della Camera: sarà esaminato dalle Commissioni riunite Esteri e Difesa e si prevede che arriverà in aula a maggio. Decine di organizzazioni della società civile chiedono ai deputati di modificare il disegno di legge per ripristinare il controllo del Parlamento sull’export di armi e sulle banche che fanno affari con tali operazioni. “Non crediamo alla narrazione secondo cui un mondo in cui i commerci di armi siano meno controllati sarà un mondo più sicuro dice – Anna Fasano, presidente di Banca Etica – Storicamente la maggior produzione di armi ha sempre corrisposto a un aumento delle tensioni geo-politiche e dei conflitti. Non è vero che non ci sono abbastanza armi: ce ne sono già fin troppe in circolazione e allentare il controllo sull’export non farà che aumentare l’insicurezza”. Le organizzazioni della società civile aderenti al coordinamento chiedono ai cittadini e alle cittadine e a tutte le organizzazioni interessate di aderire alla mobilitazione e di firmare la petizione pubblicata sul sito di Rete Italiana Pace e Disarmo “Basta favori ai mercanti di armi”. Nei prossimi giorni partiranno anche altre mobilitazioni tra cui l’invio di lettere ai parlamentari, la richiesta di audizioni parlamentari e l’organizzazione di momenti di assemblea pubblica.


La legge 185 è una normativa innovativa che il Parlamento ha approvato nel 1990 dopo una grande campagna di mobilitazione della società civile, inserendo per la prima volta dei criteri non economici nella valutazione di autorizzazione delle vendite estere di armi italiane. Un approccio che è stato poi ripreso sia dalla Posizione Comune UE sull’export di armi sia dal Trattato ATT (Arms Trade Treaty). Sebbene nel corso degli anni la legge 185 – che prevede il divieto di invio di armi verso Paesi in conflitto e in cui ci siano gravi violazioni dei diritti umani – non sia stata in grado di fermare esportazioni di sistemi militari con impatti molto negativi, è indubbio il grande ruolo di trasparenza che essa ha avuto. Permettendo al Parlamento e alla società civile di conoscere i dettagli di un mercato spesso altamente opaco. “Ora questa possibilità di trasparenza è messa in pericolo a causa di decisioni che vogliono rendere sempre più liberalizzata la vendita di armi, con l’utilizzo di false retoriche – si legge in una nota del coordinamento – Non è vero che c’è un problema di eccessivi controlli sull’esportazione di armi italiane e non è vero che questa modifica della legge 185/90 favorirà una maggiore sicurezza per l’Italia in un momento di crisi internazionale. Al contrario facilitare la vendita all’estero di armi che sicuramente finiranno nelle zone più conflittuali del mondo aumenterà l’insicurezza globale, e quindi anche quella di tutti noi, solo per garantire un facile profitto di pochi. Questa modifica della legge 185/90 parte da lontano perché da anni la lobby dell’industria militare e i centri di ricerca e di pressione ad essa collegati chiedono a gran voce di poter praticamente liberalizzare l’export di armi”. “A chi fa affari vendendo nel mondo armi e sistemi militari non fa piacere che ci sia trasparenza e controllo anche da parte della società civile, oltre che allineamento con principi che non prendono in considerazione solo i fatturati. Già nella situazione attuale sappiamo bene che non sempre le autorizzazioni rilasciate sono state in linea con i criteri della Legge 185/90 e dei trattati internazionali: se il nuovo disegno di legge dovesse passare la situazione peggiorerebbe, in particolare sulla questione degli intrecci tra finanza e produzione di armamenti”.


Hanno già aderito alla mobilitazione: Accademia apuana della pace, ACLI, AGESCI, ALTROMERCATO, Ambasciata democrazia locale, Amici della mezza luna rossa palestinese, ANPI, ANSPS, AOI – Associazione di cooperazione e di solidarietà internazionale, Archivio Disarmo, ARCI, ARCI Bassa Val di Cecina, ARCI Servizio Civile aps, ARCS, Associazione Papa Giovanni XXIII, Associazione per la pace, AssopacePalestina, AUSER, Banca Etica, Beati i costruttori di Pace, Casa per la pace di Modena, CDMPI – Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Centro Studi Difesa Civile, Centro Studi Sereno Regis, CGIL, CGIL Padova, CGIL Verona, CIPAX, CNCA, Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della FCEI, Comitato Pace e Disarmo di Volterra, Conferenza degli Istituti Missionari in Italia, Coordinamento Comasco per la Pace, Coordinamento pace in comune Milano, COSPE, Emmaus Italia, FIOM-Cgil, FOCSIV, Fondazione Angelo Frammartino, Fondazione Finanza Etica, Forum Trentino per la Pace e i diritti umani, Gruppo Abele, IPRI – rete CCP, IPSIA, Lega per i diritti dei popoli, Legambiente, Libera, Link – coordinamento universitario, Link2007 cooperazione in rete, Lunaria, Mani Tese; Movimento europeo, Movimento Internazionale della Riconciliazione, Movi, Movimento Nonviolento, Nexus Emilia Romagna, Noi Siamo Chiesa, Opal Brescia, Oxfam, Pax Christi Italia, Percorsi di pace, Rete degli studenti medi, Rete della conoscenza, Rete Italiana Pace Disarmo, Reti di Pace, Scuola di Pace “Vincenzo Buccelletti” di Senigallia, Servas Italia, Tavola sarda della pace, U.S.Acli, UDS, UDU, Un ponte per…, Ventiquattro marzo

Fimaa Italia celebra a Napoli 70 anni eccellenza nella mediazione

Fimaa Italia celebra a Napoli 70 anni eccellenza nella mediazioneRoma, 14 mar. (askanews) – Si sono aperti oggi gli Stati generali della mediazione promossi da Fimaa, la Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari, la più grande Associazione del settore dell’intermediazione in Italia, con oltre 14 mila imprese associate per un totale di oltre 45 mila addetti. “Tre giorni dedicati a una professione che si interfaccia con i risparmi e i sacrifici di una vita, giornate dedicate alla maggior professionalizzazione di un’evoluzione del mercato per quanto riguarda la compravendita immobiliare ma non solo perché Fimaa rappresenta anche mediatori merceologici e mediatori creditizi. Oggi poi bisogna anche affrontare le necessità dell’ambiente con le nuove decisioni europee sulle case green con le esigenze e i tempi che devono essere adeguati per essere realistici”, ha dichiarato il presidente Santino Taverna.


Tre giornate di interventi e dibattiti su temi centrali per lo sviluppo e la crescita del paese. Il rilancio del settore immobiliare, l’incidenza dell’intelligenza artificiale, il tema delle case green e tanto altro ancora al centro dei dibattiti che si sono aperti con i saluti istituzionali del presidente Confcommercio imprese per l’Italia, Carlo Sangalli, dell’assessore Chiara Marciani in rappresentanza del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, del presidente di Confcommercio Campania Pasquale Russo e del presidente Fimaa Italia Santino Taverna moderati dal direttore del Mattino Francesco de Core. “Importante per noi la scelta di Napoli per queste celebrazioni a testimonianza dell’attenzione che la nostra città sta meritando in Italia”, ha sottolineato il vicepresidente nazionale Fimaa Vincenzo De Falco, responsabile della Campania. “Questa mappa di valori è stata decisiva in questa ultima stagione dai profondi cambiamenti sociali, economici e urbani determinati dalle sfide del digitale e della sostenibilità, e dalle drammatiche emergenze, dalla pandemia e dalle guerre. Così la prossimità operosa nei confronti delle nostre imprese è andata di pari passo con la fiducia nella ripartenza. La fiducia, dunque. Proprio i mediatori immobiliari e creditizi contribuiscono alla fiducia nel mercato trattando e garantendo il bene patrimoniale più diffuso in Italia: la casa. Non si tratta come direbbe il mio grande amico e Presidente del CENSIS Peppino De Rita, di diventare “un popolo di casalinghi”, chiusi nella zona di comfort delle proprie case, e quindi un po’ più egoisti. Perché quando la linea di confine si sposta dall’interesse pubblico a quello privato, chi ne perde sono le ragioni profonde della convivenza, il bene comune, e quindi il ruolo dei corpi intermedi e della stessa politica. E come diceva don Milani “Il problema degli altri è anche il problema mio: uscirne insieme è politica, uscirne da solo è avarizia”. Lo ha dichiarato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.


Gli interventi sono proseguiti con il presidente del Censis Giuseppe De Rita e Laura Miglietta, psicologa del lavoro e Life executive coach. L’intervento finale della prima giornata dello scrittore, storico e creatore del podcast “Storia d’Italia” Marco Cappelli. Giornata dedicata soprattutto ai mediatori merceologici nella mattinata di venerdì 15 marzo con un approfondimento tematico sull’olio a cura di Marcello Scoccia, vice presidente e responsabile scuola ONAOO e un approfondimento sul vino di Paolo Massobrio, giornalista, scrittore gastronomo italiano, fondatore di Golosaria, moderati da Viviana Bardella, coordinatrice della consulta mediatori merceologici Fimaa. Nel pomeriggio i 70 anni di storia della Federazione saranno raccontati da Maurizio Pezzetta, vicepresidente vicario Fimaa Italia con le testimonianze curate da Antonino Nicolosi, consigliere Fimaa Italia e gli interventi di Davide Cassani, ex c.t. della nazionale italiana di ciclismo su strada e di Carlo Giordano, Board member di Immobiliare.it.


La giornata finale di sabato 16 marzo sarà aperta dagli interventi di Luca Dondi Dall’Orologio, amministratore delegato Nomisma, Rossella Paliotto, amministratore delegato di AET holding S.p.A., Francesco Alfonso, presidente OAM. SI svolgerà poi una tavola rotonda alla presenza di Angelo Spiezia, Ansano Cecchini, consulta mediatori creditizi Fimaa, Viviana Bardella, Pasquale Di Santo, consulta mediatori merceologici Fimaa, Andrea Oliva, Maurizio Iori, Centro centro studio e formazione Fimaa, moderati dal giornalista Paolo Zucca. Le conclusioni degli Stati generali sono affidate al presidente di Fimaa Italia Santino Taverna.

Idealista: solo 38% case italiane può installare colonnine auto elettriche

Idealista: solo 38% case italiane può installare colonnine auto elettricheMilano, 12 mar. (askanews) – In Italia quasi 2 abitazioni su 3 (62%) non dispongono di un garage in cui installare i sistemi di ricarica per veicoli elettrici, cosa che rende difficile una diffusione per l’uso quotidiano. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato da idealista, il portale immobiliare, che ha analizzato 1,3 milioni di annunci immobiliari pubblicati nel suo database per tutto il 2023, contando quelli che dichiaravano di avere un posto auto.


Secondo lo studio, ci sono 51 aree provinciali che superano la media nazionale del 38% di abitazioni dotate di garage o posti auto adatti all’installazione di un sistema di ricarica, con le percentuali di penetrazione più alte nelle province venete di Padova (69%) e Treviso (67%). Seguono da vicino Modena con il 63%, Mantova e Vicenza (entrambe 61%), mentre Forlì-Cesena raggiunge il 60%. Altre 16 province contano almeno la metà delle abitazioni attrezzabili con connettori per la ricarica dei veicoli elettrici racchiuse in una forchetta compresa tra il 59% di Verona e il 50% di Venezia. All’opposto le province con una minore presenza di abitazioni con garage per veicoli elettrici sono Palermo (15%), Trieste (16%) e Reggio Calabria (17%). Percentuali sotto la media nazionale anche per Roma e Milano, che si attestano rispettivamente al 23% ed il 32% del parco abitativo disponibile in vendita. Padova (68%) e Treviso (65%) guidano anche la graduatoria dei centri capoluogo con la maggiore disponibilità di abitazioni con posti auto o box dove installare un punto di ricarica per veicoli elettrici, seguite da Forlì (61%) e Modena (60%). Altri 16 capoluoghi offrono almeno il 50% delle probabilità di trovare un’abitazione con posto auto in vendita compresi in una forbice che va dal 56% di Modena e Vicenza e il 50% di Ravenna e Udine. Tutti i grandi centri si collocano molto al di sotto di queste percentuali: Bologna (27%), Roma (21%), Torino (16%), Milano (15%), Firenze (14%), Genova (13%) e Napoli (12%). La percentuale più bassa di case con posto auto di pertinenza spettano a Palermo (11%) e Venezia (3%).

Consumo critico: la fiera “Fa’ la cosa giusta!” compie venti anni

Consumo critico: la fiera “Fa’ la cosa giusta!” compie venti anniMilano, 12 mar. (askanews) – “Rendere visibile l’essenziale” è il filo rosso di “Fa’ la cosa giusta!” la Fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili – organizzata dalla casa editrice Terre di mezzo nei padiglioni di Allianz MiCo dal 22 al 24 marzo – giunta, nel 2024, alla sua ventesima edizione.


Ispirato ad un bellissimo passo de il Piccolo Principe – nell’incontro con la volpe: “…l’essenziale è invisibile agli occhi!” – il tema della ventesima edizione di “Fa’ la cosa giusta!” è stato declinato, oltre che nelle iniziative espositive e culturali della manifestazione, anche in glossario di 80 parole essenziali per comprendere come sono cambiate le idee e le prassi dal 2004 a oggi in fatto di sostenibilità ambientale e sociale. Uno strumento – messo a disposizione di tutti sul sito dell’organizzazione – per scoprire come sia possibile rendere visibile “un altro mondo”, più equo e sostenibile. Anche le immagini che accompagnano la campagna promozionale e che “vestono” la fiera sono ispirate al Piccolo Principe, in particolare sono tratte dalla edizione italiana del di Saint-Exupéry ad ad opera dell’illustratrice Valeria Docampo e di Terre di mezzo Editore.


“Fa’ la cosa giusta!” 2024 è articolata in otto sezioni tematiche, distribuite in due padiglioni per un totale di 32mila quadri con 475 realtà espositive: Turismo consapevole, grandi cammini e outdoor; Critical fashion; Mangia come parli; Abitare green; Il pianeta dei piccoli; Cosmesi naturale; Area vegan; Pace e partecipazione. Parallelo alle iniziative espositive, si svolge un articolato programma culturale di incontri, laboratori, mostre fotografiche, degustazioni e spettacoli: oltre 350 appuntamenti da scegliere in base ai propri gusti e interessi. L’incontro di apertura – appuntamento venerdì 22 marzo, alle ore 11 – vedrà la partecipazione di Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, oltre che inviato speciale del Papa per la pace in Ucraina. Con lui si parlerà del perdono come possibile strumento per costruire la storia.


Un importante spazio in fiera è dedicato alla scuola: la giornata del venerdì prevede come di consueto attività pensate ad hoc per gli studenti delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo e secondo grado, con l’obiettivo di stimolare la loro curiosità e accrescere le competenze sui temi della sostenibilità ambientale e sociale. Al mondo di insegnanti e studenti è anche dedicato il palinsesto di “SFIDE – La scuola di tutti”: oltre 70 gli appuntamenti che offrono formazione certificata a docenti e personale scolastico, ma aperto anche a genitori. “Presenti! Insegnare insieme” è il titolo dell’edizione di quest’anno, per cui si conferma la collaborazione con Edizioni Centro Studi Erickson e MCE (Movimento di Cooperazione Educativa). Tra i temi affrontati: i grandi maestri dell’educazione con le celebrazioni per il centenario dalla nascita di Alberto Manzi e Danilo Dolci; l’uso dell’intelligenza artificiale a scuola; la formazione e il benessere degli insegnanti che iniziano il loro percorso professionale; libri illustrati, web radio, coding e robotica: gli strumenti didattici innovativi; disabilità, violenza di genere, inclusione: come combattere gli stereotipi in classe. Per partecipare agli eventi di SFIDE è necessario iscriversi e acquistare il biglietto d’ingresso sull’apposito sito sfide-lascuoladitutti.it.


Un altro evento nell’evento è l’ormai famosa “Fiera dei Grandi Cammini”: 3 giorni di incontri e un’ampia esposizione di stand dedicati alle proposte di cammini, cicloviaggi e turismo consapevole che valorizzano le comunità, i patrimoni territoriali, culturali, naturali ed enogastronomici. La Fiera dei Grandi Cammini è l’occasione per raccontare per esempio i nuovi cammini per raggiungere Santiago de Compostela, come il Cammino d’Inverno e quelli del Primitivo e del Salvador, oppure novità assolute nell’ambito dei pellegrinaggi italiani, come il marchigiano Cammino dei Cappuccini e il calabrese Cammino di San Francesco di Paola, e ancora le strategie per affrontare percorsi impegnativi come l’epica competizione valdostana del Tor de Géants. Venerdì 22 alle 12 interverrà la ministra del Turismo Daniela Santanchè per presentare gli investimenti del governo sui cammini italiani, anche in vista del Giubileo del 2025, e firmare un protocollo di intesa con l’Associazione Europea delle Vie Francigene. Numerose sono le Regioni che hanno scelto di essere presenti per raccontare la sostenibilità del viaggiare lento: Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana Promozione Turistica, Umbria, Piemonte, Abruzzo, Lazio, Puglia, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna. Anche quest’anno sarà presente il Club alpino italiano, che presenterà il nuovo portale per l’escursionista, con il quale sarà possibile prenotare nei rifugi del Cai e nei principali punti tappa dei Cammini italiani, e “Acqua sorgente”, progetto di “citizen science” per identificare e monitorare le sorgenti d’acqua che si trovano lungo i sentieri. Nello stand di 150 mq allestito nel Padiglione 3, i visitatori troveranno una parete di arrampicata a disposizione di bambini e ragazzi, il prototipo del nuovo bivacco eco-sostenibile del Cai e uno spazio incontri nel quale si terrà un fitto programma di appuntamenti incentrati su un approccio alla montagna rispettoso dell’ambiente, responsabile, inclusivo e consapevole dei mutamenti conseguenza della crisi climatica. Il Cai è una delle realtà che partecipa alla presentazione in fiera di “Cammini Aperti”, iniziativa nazionale del 13-14 aprile, promossa congiuntamente dalle Regioni italiane in collaborazione con il Ministero del Turismo e facente parte del progetto “Scopri l’Italia che non sapevi – Viaggio italiano”: 42 escursioni, 2 per ogni Regione e Provincia autonoma, a cui potranno prendere parte, previa iscrizione gratuita su www.italia.it/it/viaggio-italiano, oltre 2.000 partecipanti. All’interno della fiera si inseriscono i Social Cohesion Days, festival nato nel 2014 da un’idea di Fondazione Easycare, organizzazione non profit italiana che da 15 anni si occupa di studiare i mutamenti sociali in atto nella società, disegnare modelli di policy e di welfare e promuovere il dibattito sui temi dell’attualità sociale. L’obiettivo di Social Cohesion Days è aprire e nutrire il dibattito sulla coesione sociale e delineare nuovi modelli e azioni per il benessere sociale in Italia. Dal 2023 i Social Cohesion Days sono ospiti e partner di Fa’ la cosa giusta! e sono alla loro quinta edizione. Tra gli appuntamenti dedicati si segnalano il convegno sulla Riforma della non autosufficienza e l’approfondimento sulla sfida ecologica e digitale per le organizzazioni complesse. L’area dei Social Cohesion Days ospita l’incontro con l’attore e scrittore Marco Paolini che, con il suo Cantiere Fabbrica del Mondo, racconta storie sulla terra che si è inceppata; sulla biosfera che è anche un’antroposfera di animali, piante, pietre, dighe, plastiche, bombe, rigassificatori, barconi, treni e ferri da calza; sulle interconnessioni che fingiamo di non vedere; sui problemi e sulle soluzioni, senza purismi e moralismi. Altro volto noto in fiera è Giovanni Storti, per il quale “fare la cosa giusta è ridurre al minimo gli sprechi e i propri desideri”. Il noto attore comico, oltre che appassionato ortista, regala al pubblico il dialogo “Chiedimi se la mia terra è felice!” con Miharisoa Rakotovao, referente dell’associazione TsiryParma in Madagascar, impegnata nella tutela della foresta di Vohidahy con il progetto “Custodi della foresta” sostenuto dalla fiera. In questa edizione sono protagoniste anche diverse mostre, partendo da “100 Afriche”, che raccoglie centro immagini pubblicate da Africa Rivista per raccontare storie, di luci e di ombre, ignorate dalla stampa mainstream, invitando a guardare il “continente vero” con occhi nuovi. Tra le mostre segnaliamo “Wild City. Storie di natura urbana”, esposizione interattiva organizzata dal MUSE, Museo delle Scienze di Trento, un viaggio negli ecosistemi urbani tra minacce, opportunità, adattamenti e nuove forme di coesistenza, raccontate anche grazie ad attività ludiche pensate per grandi e piccoli. Ad accompagnare i bambini di tutte le età alla scoperta del mondo marino c’è lo Spazio Marea curato dall’Area Marina protetta di Miramare dove è allestita la mostra “Dentro e fuori l’acqua”. Attraverso le fotografie, i piccoli visitatori possono esplorare l’ambiente di marea, diviso tra mondo terrestre e marino, e scoprire le sfide che ogni giorno gli abitanti di questo ambiente “estremo” devono affrontare per sopravvivere. I bambini inoltre, per la prima volta, avranno uno spazio dedicato in esclusiva per loro anche all’interno della sezione Turismo: è lo Spazio Foresta, dove vestire i panni di piccoli falegnami per costruire un rifugio per ospitare piccoli insetti partendo da materiali del bosco e scarti di falegnameria. Dalla natura alla città: sono molti gli incontri dedicati a guardare con nuovi occhi i luoghi che abitiamo. Nel nuovo spazio ideato per gli editori, viene presentato il volume “Mamme ribelli. Le donne che in Italia lottano per la salute dei figli di tutti”, che racconta l’impegno delle mamme contro l’inquinamento dei territori e il saccheggio ambientale. Vengono da tutta Italia, come le Mamme No Pfas del vicentino, le Mamme Volanti di Brescia, i Genitori Antismog di Milano, le donne di Taranto. Si passa al “Femminismo di periferia” con la scienziata ambientale Martina Miccichè, che esplora la periferia in tutte le sue sfaccettature: come oggetto e soggetto, ambiente sociale, costruzione, spazio di espulsione e identità; riflettendo sul concetto di centro (geografico e di potere), sugli stereotipi di genere, sulla crisi climatica. Con l’ingegnere ambientale ed energetico Giovanni Mori si può assistere alla conferenza-spettacolo “Le città invivibili”: un viaggio ironico che in una sola ora fa ripensare al modo in cui vivere gli spazi urbani, per rimettere le persone al centro e salvare il pianeta. “I Migranti mappano l’Europa” è una mostra che sposta il punto di vista sulle città europee, guardandole dalla prospettiva di chi sta cercando di abitarle. Milano, Napoli, Bologna, Parigi e tante altre: 200 mappe in tutto rappresentate attraverso lo sguardo dei migranti, che tratteggiano i luoghi più significativi, i percorsi più frequenti, gli spazi abitati, i punti scelti come riferimenti e quelli considerati inaccessibili. Un invito all’accoglienza e uno spunto per ricostruire. Rimanendo fedeli al tema delle “città da vivere”, si può dare uno sguardo a “Fa’ la cosa giusta OFF”, che indica gli eventi collaterali alla fiera organizzati in altri luoghi, come “Urbanismo tattico in via Graff”: nella mattinata di domenica 24 chiunque desideri può unirsi ai volontari di WAU! Milano per un progetto partecipato di riconversione degli spazi. L’obiettivo è colorare tutta la via e trasformarla così in una “strada scolastica”, per garantire più sicurezza in entrata e uscita dalla scuola, creare nuovi spazi di aggregazione sociale, rispondere ai desideri degli studenti. Programma completo e tutte le informazioni su “Fa’ la cosa giusta!” sono reperibili sul sito : www.falacosagiusta.org

Visa, i pagamenti contactless possono semplificare l’accesso al trasporto pubblico

Visa, i pagamenti contactless possono semplificare l’accesso al trasporto pubblicoRoma, 8 mar. (askanews) – La ricerca Visa “I pagamenti digitali in mobilità” rivela che già uno su tre fra gli Italiani intervistati (28%) paga digitalmente i trasporti pubblici, utilizzando una carta fisica o virtualizzata (digital wallet). Nel campione intervistato, si legge in una nota, i vantaggi riconosciuti da coloro che si affidano al pagamento contactless sono, in primis, la comodità dell’acquisto del biglietto senza contanti (46%), seguito dalla facilità d’uso (45%), dalla velocità del pagamento (41%) e dalla salvaguardia dell’ambiente (33%).


Semplificando l’accesso ai servizi di mobilità urbana, il contactless consente ai viaggiatori di utilizzare carta di credito, di debito, prepagata, portafoglio mobile o wearable per pagare una corsa in un istante. Considerato che il 72% degli italiani intervistati si è detto aperto alle innovazioni tecnologiche che semplificano l’esperienza di pagamento nei trasporti, la percentuale di adozione è potenzialmente destinata a crescere, tenuto conto che solo il 20% ritiene che il contante rimarrà la forma di pagamento preferita. Tra i fattori principali che ne incrementeranno la diffusione rientrano la disponibilità di maggiori informazioni sulle modalità di funzionamento e sui costi del servizio.


Dall’altro lato, i fattori che ne limitano maggiormente l’utilizzo sono legati alla scarsa informazione: 7 italiani su 10 che attualmente non utilizzano il servizio vorrebbero conoscerne meglio i vari aspetti e i soggetti che riconoscono come più autorevoli da cui ricevere questa tipologia di informazioni sono l’azienda di trasporto locale (54%) e il Comune (28%), tramite campagne di comunicazione sui mezzi di trasporto. “Il pagamento contactless sta diventando un processo universale che semplifica l’esperienza di trasporto pubblico in tutto il mondo” – sottolinea Stefano M. Stoppani, Country Manager di Visa in Italia. “Sarà possibile accedere alle varie aree urbane con la garanzia della miglior tariffa anche quando non si conosce il sistema o non si parla la lingua locale: il contactless offre essenzialmente la stessa esperienza d’uso, semplice, veloce, intelligente e sicura, ovunque si vada, creando un modo di spostarsi sulla rete di trasporto pubblica conveniente, facile e amico dell’ambiente. Ma perché il più ampio numero di utenti possa beneficiarne, bisogna collaborare a livello di ecosistema per colmare il gap di informazione e far conoscere a tutti questo servizio.”


Milano, Napoli e Torino le città in cui i mezzi pubblici sono utilizzati con maggiore frequenza. Secondo lo studio Visa, la frequenza di utilizzo dei mezzi pubblici in Italia è piuttosto elevata. A guidare la classifica dei più assidui frequentatori sono gli abitanti di Milano, Torino e Napoli con rispettivamente il 58%, il 48% e il 47% degli intervistati che li utilizzano almeno 1 volta a settimana, con punte di 3-4 volte alla settimana o tutti i giorni. La metropolitana è il mezzo preferito per gli spostamenti nel capoluogo lombardo (secondo l’80% degli intervistati) e a Napoli (75%) e, in generale, in queste città, così come per Roma e Torino, si nota un utilizzo più diversificato dei mezzi, mentre a Bari (71%), nelle altre città del Nord (56%) e a Torino (71%) il mezzo più utilizzato è l’autobus, coerentemente con le effettive disponibilità sul territorio. “Il pagamento contactless elimina il problema delle code alle biglietterie o ai distributori automatici per acquistare o ricaricare i biglietti di viaggio – continua Stoppani – tutti vantaggi apprezzati non solo dai cittadini ma anche dai turisti, soprattutto se pensiamo a grandi eventi che si terranno nel nostro Paese quali il Giubileo o le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 in cui la mobilità intelligente rappresenterà un fattore rilevante per l’accoglienza turistica”.


Il servizio contactless è valutato positivamente dal 75% di coloro che ne fanno uso. Dallo studio emergono ulteriori aree di miglioramento suggerite dagli utenti stessi, tra queste la disponibilità di lettori contactless su tutti i mezzi di superficie (indicata dal 35% degli intervistati) e su più tornelli della metropolitana (25%), l’abilitazione di funzionalità multi-passeggero (32%), l’accettazione di tutte le tipologie di carte sul tornello (32%), oltre che la presenza di un lettore sempre funzionante per l’accettazione dei pagamenti contactless sui mezzi pubblici (34%). Tra le leve che potrebbero incentivare l’utilizzo del contactless, il 45% dei non utilizzatori del servizio ha indicato il cash back sui biglietti acquistati, il 43% una maggiore informazione sulla sicurezza e le modalità di fruizione, mentre il 38% la gratuità sul primo biglietto. “Il passo successivo – conclude Stoppani – sarà la possibilità, attraverso un unico strumento di pagamento, di accedere a una mobilità integrata che comprenda servizi di trasporto pubblico e privato in modalità Mobility as a Service (es: treni, bus, taxi, car/scooter/bike sharing, etc.). Ancora una volta il coordinamento a livello di ecosistema politico e industriale è cruciale per la realizzazione di questo obiettivo”. In questo contesto, più della metà degli intervistati (63%) si è dimostrata aperta all’opportunità, con una propensione più alta tra coloro che già utilizzano il servizio contactless (80%). Gli interessati all’abilitazione di una tariffa unica vorrebbero, insieme ai servizi di trasporto pubblico, il pagamento dei parcheggi di auto, moto o scooter (55%), il servizio di car sharing (38%) e di bike sharing (36%), oltre che le corse dei taxi (34%).

8 marzo, UN Global Compact Network Italia: formazione e investimenti

8 marzo, UN Global Compact Network Italia: formazione e investimentiRoma, 8 mar. (askanews) – Includere l’uguaglianza di genere nei piani aziendali e responsabilizzare il management, prevedere incentivi di performance al raggiungimento di determinati risultati, investire in formazione. Sono queste alcune azioni concrete che il settore privato può mettere in campo per garantire la parità di genere in ambito lavorativo. A presentare queste proposte è stato il Network italiano del Global Compact delle Nazioni Unite (UNGCN Italia) durante Ring the Bell for Gender Equality, l’annuale evento che si è svolto oggi alla Borsa di Milano in occasione della Giornata internazionale della donna.


Ring the Bell for Gender Equality, recita un comunicato, è la tradizionale cerimonia del suono della campanella per dedicare l’apertura dei mercati finanziari al tema della parità di genere e del women empowerment. L’iniziativa è stata promossa da UN Global Compact Network Italia, Borsa Italiana e Women in ETFs ed è stata trasmessa in diretta streaming anche sul canale YouTube di UNGCN Italia. Secondo il Rapporto annuale del World Economic Forum 2023, l’Italia si trova al 79esimo posto su 146 Stati per disparità di genere. Il Gender Equality Index 2023 evidenzia poi che sul tema ci troviamo alla quattordicesima posizione sui 27 Paesi dell’Unione Europea, ma all’ultimo posto nell’area work. L’Italia è infatti fanalino di coda per tasso di occupazione femminile, con il 52,2% di donne tra i 18 e i 54 anni impiegate (contro il 69% della media europea), mentre il pay gap cresce dall’11 al 46,7% con il progressivo spostamento verso funzioni apicali (contro il dato medio europeo del 12,7%). Lo stesso studio evidenzia inoltre che nel nostro Paese una donna su tre lascia il lavoro dopo la maternità per assenza di servizi di welfare e che l’Italia registra solo il 19% di competenze digitali per le donne, contro il 32% della media europea.


“Sono numeri allarmanti, che obbligano il settore privato a recuperare il tempo perduto, tanto più che il World Economic Forum calcola che ci vorranno più di 169 anni perché le donne raggiungano la piena emancipazione economica”, ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director dell’UN Global Compact Network Italia. “Un dato confortante arriva dalle oltre 1.200 certificazioni di parità di genere rilasciate alle aziende italiane dal Ministero delle Pari Opportunità al termine del 2023. Un risultato che ci ha permesso di superare con ampio anticipo il target di 800 certificazioni da raggiungere entro il 2026”. “Il mondo delle imprese può contribuire a colmare il gender gap. Per alzare l’ambizione del settore privato verso questo aspetto della dimensione sociale della sostenibilità, l’UN Global Compact Network Italia ha proposto oggi un approfondimento in chiave gender del suo “Manifesto Imprese per le Persone e la Società”, lanciato lo scorso giugno e firmato sino ad oggi dai CEO di più di 70 aziende italiane. Con questa rilettura, abbiamo evidenziato numerose azioni concrete a cui le aziende possono dare implementazione per sostenere la partecipazione delle donne all’economia e ai mercati, come – ad esempio – la creazione di un sistema di incentivi annuali per il management connesso al raggiungimento dei KPIs di genere, l’attuazione di una politica di formazione continua sull’inclusività, la non discriminazione e l’uguaglianza, e lo stanziamento di personale e fondi specificamente dedicati all’implementazione di iniziative per le pari opportunità e l’empowerment femminile.” ha concluso Bernacchi.


Ring the Bell for Gender Equality è un cerimoniale organizzato ogni anno da oltre 100 Borse in tutto il mondo per dedicare l’apertura dei mercati finanziari al tema della Gender Equality. Al livello globale, l’iniziativa è promossa da UN Global Compact, World Federation of Exchanges, International Finance Corporation, UN Women e Sustainable Stock Exchange Initiative.