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Visa-Ipsos: Pagamenti elettronici aiutano le pmi a vincere la sfida dell’innovazione

Visa-Ipsos: Pagamenti elettronici aiutano le pmi a vincere la sfida dell’innovazioneRoma, 22 feb. (askanews) – In Italia, il 61% delle imprese intervistate (micro 47% e piccole 84%) possiede almeno una carta di pagamento business, e più della metà di esse (54%) evidenzia come principale vantaggio la comodità di potere pagare sempre e ovunque, riconoscendo quindi nella protezione e sicurezza offerta dalle carte, nonché nella vasta accettazione, una porta aperta verso i mercati internazionali.


Sono solo alcuni degli insight, informa una nota, emersi dalla seconda edizione dell’Osservatorio Annuale Visa sui Pagamenti Digitali, realizzato in collaborazione con Ipsos per indagare il tessuto imprenditoriale italiano e analizzare, in particolare, esigenze e abitudini di micro e piccole imprese, con focus sulle carte di pagamento. Le carte di pagamento business influiscono positivamente anche sui processi aziendali, permettendo un maggior controllo e monitoraggio delle spese (44%) e un miglioramento complessivo della contabilità aziendale (32%), come evidenziano sia le piccole che le microimprese.


Vari anche gli elementi legati alla liquidità del capitale circolante messi in luce dagli intervistati: ritengono infatti che le carte di pagamento business permettano di ridurre gli anticipi ai dipendenti (23%) e ottimizzare il flusso di cassa (24%). Sono dati che mettono in evidenza le sfide affrontate dalle piccole e micro aziende nell’ultimo anno, tra cui figurano il rispetto delle scadenze di pagamento (29% delle imprese), seguito dalla necessità di tenere maggiormente sotto controllo le spese (29%) e dai tempi troppo lunghi impiegati a ricevere il pagamento dai clienti (28%). In evidenza anche per più di 6 imprese su 10, la crucialità di ricevere denaro per rimborsi e pagamenti il più rapidamente possibile, che conferma come il tema della liquidità si riveli ancora una volta molto rilevante.


“Per le aziende diventa sempre più cruciale non solo essere pagate e pagare in tempo – sottolinea Luca Moroni, Head of Visa Commercial Solutions Southern Europe. “Il network Visa fornisce la tecnologia per aiutare le aziende a semplificare e ottimizzare il modo in cui pagano e vengono pagate, in modo sicuro e controllato. Visa, inoltre, accettata in 200 Paesi nel mondo, può aiutare le imprese ad accedere ai mercati globali, ampliando le proprie fonti di reddito grazie alla possibilità di vendere online e al contempo permettendo di acquistare beni e servizi ovunque e al miglior prezzo. Grazie a una piattaforma di soluzioni dedicate ai pagamenti aziendali, può aiutare a portare benefici in tema di riconciliazione della spesa, efficienza dei processi e abbattimento dei costi interni. In particolare, poi, le carte di credito business costituiscono una linea di credito a breve termine che migliora la liquidità”. CARTE DI PAGAMENTO: BUSINESS O PERSONALI? Alle domande relative alle esigenze cui dovrebbero rispondere le carte di pagamento, secondo l’Osservatorio Visa, l’87% delle piccole imprese ritiene importante separare le spese aziendali da quelle personali, rispetto al 64% delle micro, in ragione delle dimensioni e della gestione più articolata. L’utilizzo delle carte business avviene soprattutto per spese di viaggio e rappresentanza indipendentemente dalla dimensione aziendale (44%). Altre voci di spesa per le quali si ricorre alle carte business sono gli acquisti ad hoc via internet (34%), le forniture accessorie e le utenze (32%), i fornitori primari (30%). L’uso delle carte personali è legato invece principalmente al pagamento delle utenze (32%), alle spese di viaggio e rappresentanza (31%), poi a quelle su piattaforme digitali (29%) e al prelievo di contante (28%).


SERVIZI, QUALI ASPETTATIVE Nel complesso, sia tra le micro che tra le piccole imprese, emerge interesse per i servizi collegati alle carte business: tra gli attuali possessori, la gestione personalizzata e istantanea sull’utilizzo della carta è il servizio che desta maggiore interesse (34%), mentre tra i non possessori attira l’attenzione l’accesso a una piattaforma di controllo, rendicontazione e analisi delle spese (34%). La stragrande maggioranza delle imprese, circa l’80%, si dichiara disposta a pagare di più per servizi premium, tra cui il cashback (32%), i servizi di assicurazione aggiuntivi (29%), le offerte dedicate ed esclusive (27%). Ancora una volta si conferma cruciale il ruolo delle banche che, anche tramite le filiali, rappresentano il canale principale a cui le imprese si rivolgono per avere informazioni sui pagamenti, dove solo 1 impresa su 10 riceve proposte su carte e soluzioni di pagamento.

Il gotha dell’imprenditoria e della formazione italiana ‘in cattedra’ a Milano

Il gotha dell’imprenditoria e della formazione italiana ‘in cattedra’ a MilanoRoma, 22 feb. (askanews) – Erano 300 i manager che hanno preso parte all’incontro organizzato a da Universo Impresa. Sul palco, big della formazione come Gabriella Rania, Roberto Re e Alfio Bardolla, il Ceo di Panino Giusto Antonio Civita, il Founder di Satispay Dario Brignone, il Ceo di Remax Italia Dario Castiglia, il Ceo e Founder di FitActive Eduardo Montefusco e il socio fondatore di Spindox Paolo Costa, hanno spiegato come si realizzano imprese di successo.


“Imparare dai migliori” è stata questa, informa una nota, la filosofia alla base di una giornata di approfondimento nella quale i partecipanti hanno avuto l’opportunità di ascoltare e interagire con gli imprenditori che hanno trasformato le loro visioni in realtà di successo italiane e internazionali. I formatori Gabriella Rania, Roberto Re e Alfio Bardolla, il Ceo di Panino Giusto Antonio Civita, il Founder di Satispay Dario Brignone, il Ceo di Remax Italia Dario Castiglia, il Ceo e Founder di FitActive Eduardo Montefusco, l’esperto in Franchising Fabio Pasquali e Simone Marietta Durelli, titolare di Ockham Group, sono stati solo alcuni dei manager di successo che, nel corso dell’incontro “L’arte dell’imprenditoria: strategie per elevare il tuo business verso l’eccellenza” organizzato da Universo Impresa, si sono trasformati in “docenti per un giorno” e hanno raccontato le loro storie imprenditoriali segnate da spirito di iniziativa, capacità e competenze. Un evento nel quale i segreti del fare impresa sono stati trasmessi direttamente da chi ha raggiunto traguardi significativi nel mondo degli affari.


Un incontro che anticipa altri eventi e che rientra nel percorso di studi del “Master in “Scienze Imprenditoriali”, primo e unico corso di specializzazione in Italia per garantire agli imprenditori competenze manageriali concrete, promosso da I-AER, Istituto di Ricerca Economica Applicata, ed Uniscientia Academy, istituto di alta formazione per le certificazioni ICT “Trasmettere il sapere, che è frutto di studio ed esperienza sul campo, ha dato la possibilità agli imprenditori presenti in sala – spiega la coordinatrice dell’evento, Gabriella Rania – di conoscere le strategie e i segreti che portano al successo aziendale. Ma l’incontro non è servito solo a livello teorico ma anche pratico con sessioni di apprendimento calibrate e di sicuro interesse. Alcuni docenti di punta come Fabio Papa della Business School del Sole 24 ore, esperto di gestione di controllo, o come Valeria Toia, esperta di selezioni del personale con metodo scientifico, con approfondimenti sui loro temi di competenza, hanno spiegato come saper leggere i numeri in azienda per attuare scelte ponderate, di assumere in modo strategico senza perdere tempo e denaro, di affrontare questioni delicate come la negoziazione, il passaggio generazionale e le strategie d’impresa. L’ambiente imprenditoriale di oggi – spiega ancora la Rania – richiede competenze specifiche e aggiornate. Durante l’evento, sono state esplorate le skills essenziali che ogni imprenditore deve possedere per navigare con successo nel panorama attuale del business. Dai metodi innovativi di gestione aziendale agli strumenti digitali avanzati, i partecipanti acquisiranno conoscenze fondamentali per essere competitivi.”


L’esperienza è stata immersiva e interattiva, con workshop pratici e sessioni di networking mirato, offrendo l’opportunità di mettere in pratica le competenze apprese e di creare connessioni preziose nel mondo degli affari. Ci sono stati anche tanti ospiti speciali tra i più influenti imprenditori italiani che hanno arricchito questa giornata di studi. Dalle conferenze mattutine ai workshop pomeridiani, ogni momento è stato disegnato per massimizzare al massimo l’apprendimento, migliorare le competenze e potenziare le strategie aziendali. “Abbiamo voluto ispirare tutti i partecipanti – conclude la Rania – spiegando loro l’arte dell’imprenditoria ed elevando il loro business verso l’eccellenza”.

Nautica, Acampora: dare centralità a economia del mare per sviluppo

Nautica, Acampora: dare centralità a economia del mare per sviluppoRoma, 20 feb. (askanews) – “Dare centralità all’economia del mare mettendo in campo l’idea della nostra nazione marittima e riportando al centro del dibattito politico il nostro mare, è un qualcosa che non avveniva da anni e per il quale va dato atto del prezioso lavoro portato avanti dal ministro Musumeci in questo senso”. Lo ha sottolineato il presidente di Assonautica italiana, Giovanni Acampora, intervenuto in occasione degli Stati generali della Portualità turistica italiana organizzati da Assonat in collaborazione con Assonautica.


“Oggi la rotta sta cambiando perché finalmente vengono messi a terra dei risultati concreti. Abbiamo cominciato con il Piano del mare – ha aggiunto Acampora – che ha visto lavorare uniti tutti gli stakeholder, sia pubblici che privati, verso un unico obiettivo. Oggi guardiamo con orgoglio al Blue forum di Gaeta, giunto alla sua terza edizione. Un appuntamento, tanto atteso, divenuto ormai centrale per il Sistema mare, in programma dal 10 al 13 aprile prossimi, nel quale si parlerà principalmente di formazione. Abbiamo bisogno di competenze per far crescere le nostre imprese. Su questi temi non ci sono solisti, vince il gioco di squadra ed io sono certo che porteremo a casa il risultato”.

Edilizia, Cnce: spinta da Superbonus in 2022-23, ore lavorate +30,1%

Edilizia, Cnce: spinta da Superbonus in 2022-23, ore lavorate +30,1%Roma, 20 feb. (askanews) – Il Superbonus ha trainato il settore delle costruzioni che nel 2023 è cresciuto in termini di ore lavorate tornando a livelli quasi ‘normali’. È l’analisi condotta dalla Cnce, la Commissione nazionale paritetica per le casse edili, presentata nel corso della giornata nazionale dedicata alla presentazioni dei dati sull’andamento del settore delle costruzioni.


“L’andamento delle ore lavorate – spiega la Cnce – è il più significativo indicatore della reale attività svolta nelle costruzioni secondo le denunce delle imprese. Il loro andamento scandisce il ritmo delle costruzioni. Secondo i dati raccolti nell’Osservatorio statistico della Cnce il loro numero è cresciuto nel 2023 mediamente a livello nazionale nell’ultimo biennio (confronto anni Cassa edile settembre-ottobre di ciascun anno) del 30,1%. Una crescita dovuta in gran parte al 2022 (+26,1% rispetto al 2021). Il delta positivo nell’ultimo anno, infatti, è stato soltanto del 3,2%. Se si confronta il solo mese di novembre (ultimo dato definitivo disponibile) questa differenza si assottiglia ulteriormente all’1,8%. Questo andamento disegna un trend che sostanzialmente riconduce le costruzioni verso uno stato di salute che potremmo definire “normale”, ovvero ricondotto a una nuova stabilità rispetto a quanto avvenuto per effetto soprattutto del Superbonus.


Tutti gli analisti concordano che quella fase è finita e che oggi se ne apre un’altra le cui modalità sembrano fortemente condizionate più dagli investimenti pubblici, diversamente da quanto avvenuto nell’ultimo ciclo espansivo. Nel confronto delle variazioni di ore tra le diverse regioni italiane si conferma l’esistenza di situazioni diverse tra il Nord, il Centro e il Sud, con dinamiche differenziate tra le varie aree geografiche e al loro interno tra le diverse regioni.


La sintesi relativa al confronto tra 2023 e 2022 premia il Nord Ovest e il Centro con una attività superiore al 5%. Il Sud si assesta intorno al +2% mentre nel Nord Est e nelle Isole si registra un leggero calo rispettivamente dello -0,2% e dello 0,4%. Il dato relativo al mese di novembre evidenzia soprattutto una forte contrazione rispetto allo stesso mese del 202 nell’intero Mezzogiorno con un calo superiore al 5%. Sulla base dei dati relativi ai cantieri attivi nell’ultimo Anno Cassa Edile (ottobre 2022 – settembre 2023), le aree territoriali dove si concentra il maggior numero di cantieri sono il Centro con un 31% e il Nord Ovest con il 28% del totale nazionale. Il 21% dei cantieri si trova invece al Sud e nelle Isole e un altro 21% nel Nord Est. Se si prende in considerazione il rapporto tra opere pubbliche e opere private si rileva come un maggior numero di cantieri pubblici, rispetto alla media nazionale (27%), si registri proprio in queste tre ultime aree territoriali, ad iniziare dal 34% delle Isole a dal 30% del Nord Est.

Finanza etica: in Italia il summit mondiale delle banche valoriali

Finanza etica: in Italia il summit mondiale delle banche valorialiMilano, 20 feb. (askanews) – Per la prima volta l’Italia sarà sede del summit della rete mondiale delle banche valoriali: ad organizzare l’incontro Banca Etica e Etica Sgr che riuniranno in diverse sessioni di lavoro a Padova e Milano, il 26 al 29 febbraio 2024, i leader delle banche etiche di tutto il mondo per il “16° Meeting annuale della Global Alliance for Banking on Values – GABV”. Fanno parte dell’Alleanza circa 70 banche e istituti finanziari che gestiscono complessivamente asset per oltre 210 miliardi di euro.


La spinta etica e valoriale espressa da cittadini, risparmiatori, e imprese di tutto il mondo è in rapida e continua crescita e il pressing sulle scelte di azione degli istituti finanziari è progressivamente sempre più significativa. Per avere una idea della progressione di questa spinta basti pensare che solo nel 2009, anno della nascita del network, le banche aderenti erano 10 e il patrimonio amministrato ammontava a 14 miliardi di euro. Oggi le realtà che fanno parte della GABV occupano più di 80 mila lavoratori e servono oltre 60 milioni di clienti in 45 Paesi diversi tra Asia, Africa, America latina, Nord America ed Europa. Il summit ha come titolo “Il mondo a un bivio: i valori nella finanza e nella tecnologia per trasformare la società”: questo tema sarà il filo conduttore dei confronti e delle sessioni di lavoro alle quali parteciperanno oltre 200 amministratori delegati e alti dirigenti delle banche valoriali in arrivo da oltre 45 paesi.


Un focus specifico dei lavori è dedicato al ruolo della finanza etica nel sostenere un’economia di pace contro il business della guerra. Il 28 febbraio, durante gli incontri della GABV, saranno presentati i risultati della ricerca “Alleati per la Pace”, sull’attività del settore bancario globale nel finanziare e alimentare produzione, commercio e diffusione degli armamenti, e sulle strategie per disincentivarla, favorendo gli investimenti responsabili. Sarà inoltre presentato il “Manifesto per una finanza di pace”, condiviso da tutti gli organismi aderenti alla GABV, per esplicitare la visione umanitaria dell’Alleanza, condannare qualsiasi tipo di conflitto e chiedere a tutte le istituzioni finanziarie mainstream di smettere di finanziare la produzione e il commercio di armi. “Nell’anno del suo 25° anniversario, Banca Etica è orgogliosa di ospitare l’assemblea annuale della Global Alliance For Banking on Values, un network in continua crescita di istituzioni finanziarie operanti in tutto il mondo – dice Anna Fasano, presidente di Banca Etica – Un movimento globale convinto dalla propria esperienza pluriennale che il potere degli strumenti finanziari possa essere messo con efficacia al servizio della costruzione di una maggiore giustizia sociale e ambientale collettiva. I rappresentanti delle 70 banche aderenti a GABV verranno accolte a Padova, dove Banca Etica è nata nel 1999 e dove tuttora ha la sua sede centrale, e a Milano. Padova come luogo simbolo della forza e della storia dell’economia sociale e delle organizzazioni non profit in Italia; Milano, polo finanziario principale del Paese, dove ha sede Etica Sgr, presidio della visione di una finanza guidata dall’etica. Le banche valoriali di tutto il mondo aderenti a GABV si ritrovano in Italia, infatti, consapevoli di un orizzonte internazionale nel quale la drammatica zavorra di vecchi e nuovi conflitti armati convive con uno slancio in avanti basato su tecnologie straordinarie, da governare attentamente; e si ritrovano per consolidare una visione comune sulle sfide e gli obiettivi, per rafforzare alleanze, condividere soluzioni sperimentate e svilupparne di nuove, insieme”.


“L’Assemblea annuale 2024 dell’Alleanza Globale per la Banca sui Valori in Italia segna un momento cruciale per il nostro movimento – dice Martin Rohner, direttore esecutivo GABV – In un mondo alle prese con sfide complesse, il sistema bancario basato sui valori può sostenere la trasformazione che non possiamo più permetterci di ritardare. Le banche progressiste possono aiutare ad affrontare le questioni sociali e ambientali, aiutando i clienti ad adattarsi a un clima che cambia e costruendo un’economia più giusta e inclusiva. Durante il nostro incontro, lavoreremo insieme per accelerare il cambiamento positivo di cui abbiamo bisogno. Esploreremo il potenziale e i rischi della tecnologia, quando è informata dai valori, per offrire vantaggi rapidi. Come comunità internazionale, promuoveremo la solidarietà, la pace e il sostegno reciproco”. Tra gli altri temi, affrontati nella prospettiva di operare una trasformazione nella società, ci sarà quello di come la finanza etica possa contrastare il cambiamento climatico e le cattive pratiche di greenwashing e social washing messi spesso in atto dal sistema finanziario tradizionale. E ancora si discuterà sulla rivoluzione tecnologica spinta dall’intelligenza artificiale e sulla sua conciliabilità con il valore di una finanza costruita anche attraverso la relazione fra persone, e con un’attenzione all’ambiente che le circonda.


Il summit prevede anche due eventi aperti al pubblico. Il primo, in apertura della quattro giorni di lavori -l unedì 26 febbraio presso l’Aula Magna dell’Università di Padova – dedicato all’economia sociale con gli interventi di Stefano Quintarelli – imprenditore seriale, membro del Leadership Council dell’ONU del Sustainable Development Solutions Network e componente del gruppo di esperti di alto livello sull’intelligenza artificiale della Commissione europea – e Gaël Giraud, il fondatore del Georgetown Environmental Justice Program presso la Georgetown University, ex consigliere di politica energetica del governo francese e teologo politico. Il secondo evento -mercoledì 28 febbraio alle 16:30 presso la Fondazione Feltrinelli a Milano- è dedicato agli investimenti etici e alla pace con la lectio magistralis di Susi Snyder, Premio Nobel per la Pace 2017 e coordinatrice di ICAN – Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari. Per seguire gli eventi è possibile iscriversi sulla pagina di Banca Etica dedicata agli incontri aperti del meeting di GABV. Durante le giornate di confronto una delegazione della GABV sarà accompagnata in un experience tour per conoscere e visitare alcune realtà che in questi 25 anni sono state finanziate e sostenute da Banca Etica. Aziende che operano in ambiti diversi ma che lavorano perseguendo la sostenibilità economica, sociale e ambientale. I membri dell’Alleanza visiteranno: Fonderia Dante, un caso esemplare di workers buyout – azienda riacquistata dai propri lavoratori – situato a San Bonifacio in provincia di Verona; Cooperativa insieme di Vicenza, che negli anni si è distinta per un forte impegno ecologico radicato nella comunità fin dalla sua fondazione, e che promuove l’upcycling – o riutilizzo creativo – attraverso i suoi laboratori, e offre prodotti equosolidali; Cascina Clarabella di Corte Franca (BS), che si impegna nell’inserimento lavorativo di persone con disabilità, favorendo solidarietà e inclusione. E ancora, le cooperative El Tamiso e Arakè di Padova. Sempre a Padova l’azienda Etifor, che si distingue per la sua expertise nel valorizzare i servizi e i prodotti della natura, e la Legatoria Zanardi, nata come workers buyout dalle ceneri del Gruppo Editoriale Zanardi, un’azienda di rilegatura in crisi, salvata dalla chiusura dai suoi stessi dipendenti. E infine l’impresa Enaip Veneto, che opera nei settori dell’istruzione e della formazione professionale, con un approccio orientato alla persona che enfatizza il benessere e la crescita individuale. Il meeting annuale 2024 di Global Alliance for Banking on Values viene realizzato con il contributo di Cassa Centrale Banca; il supporto di Fairtrade Italia e il patrocinio del Comune di Padova e dell’Università di Padova. (nella foto: Anna Fasano, presidente di Banca Etica)

UN Global Compact Italia: bene direttiva Ue su supply chain

UN Global Compact Italia: bene direttiva Ue su supply chainMilano, 14 feb. (askanews) – Il Global Compact delle Nazioni Unite, la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo, auspica il pieno sostegno da parte degli stati membri dell’Unione europea alla direttiva che introduce per la prima volta nell’UE l’obbligo per le imprese di effettuare una due diligence in materia di diritti umani e ambiente.


I membri del Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) sono chiamati ad esprimersi sulla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D). Il provvedimento prevede per le aziende di identificare, prevenire, mitigare, comunicare e porre fine agli impatti negativi sull’ambiente e sui diritti umani causati dalle loro attività economiche e dalla loro catena del valore (supply chain). “Protect, Respect & Remedy sono i pilastri dei Principi guida delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, ai quali le imprese che aderiscono all’UN Global Compact sono già chiamate a uniformarsi, al pari dei Dieci Principi che promuove la nostra iniziativa, ha dichiarato Daniela Bernacchi, Executive Director dell’UN Global Compact Network Italia (UNGCN). In piena coerenza con il Global Compact Office – sosteniamo l’adozione di un quadro legislativo mandatorio su questi temi, in Italia come nel resto mondo, per offrire il corretto supporto formale agli sforzi già in essere del settore privato. Fondamentale un contesto normativo chiaro ed implementabile, per dare nuovo impulso all’impegno delle aziende sui Diritti Umani.” Il Global Compact delle Nazioni Unite ha costantemente espresso un forte sostegno all’obbligatorietà della due diligence in questo campo, rilevando i limiti delle misure volontarie che da sole non sono sufficienti a responsabilizzare le imprese rispetto alle violazioni dei diritti umani. L’UN Global Compact ritiene che iniziative volontarie da parte delle imprese insieme a misure obbligatorie allineate con i principi guida al livello internazionale, daranno maggiore impulso alla responsabilità delle imprese in un momento cruciale in cui è più che mai necessaria un’azione collettiva.


Come iniziativa di sostenibilità delle imprese più grande al mondo, il Global Compact delle Nazioni Unite continua a sostenere le imprese affinché siano pronte ad affrontare leggi e regolamenti in continua evoluzione, allineando le azioni su base volontaria in materia di diritti umani con gli standard ambientali e sui diritti umani accettati al livello internazionale, tra cui i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, le Linee guida dell’OCSE per le imprese multinazionali e le Convenzioni dell’OIL.

Cnpr forum: riequilibrare rapporto tra sostenibilità e produttività

Cnpr forum: riequilibrare rapporto tra sostenibilità e produttivitàMilano, 12 feb. (askanews) – “Le proteste degli agricoltori sono condivisibili perché ci sono una serie di problematiche che appartengono non solo ai singoli stati ma anche alle politiche europee che stanno rendendo sempre più difficile il mestiere di produrre e allevare. L’Europa ha sempre considerato gli agricoltori gli inquinatori del mondo ma in realtà non è così. Hanno bisogno di essere considerati al centro delle politiche agricole e non più considerati come i cattivi di turno”. Queste le parole di Salvatore De Meo (Forza Italia), presidente della Commissione Affari costituzionali del Parlamento Europeo, nel corso del Cnpr forum “La grande crisi del settore agroalimentare: l’Italia e l’Europa sotto assedio dei trattori”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.


“Parliamo di un settore strategico per l’Italia e dobbiamo riaprire al dialogo come la Presidente Von der Leyen sta facendo nelle ultime settimane. L’Europa – ha aggiunto De Meo – mette a disposizione una parte importante di risorse economiche, quasi un terzo delle risorse complessive, oltre 50 mld di euro in sette anni permettendo il miglioramento delle qualità produttive. Dobbiamo incoraggiare gli agricoltori ad applicare procedure di sostenibilità senza incidere sulla produttività in modo da non mettere a rischio il nostro sistema di sicurezza alimentare”. Di dialogo con gli agricoltori ha parlato anche Paolo De Castro (eurodeputato del Pd in Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale a Strasburgo): “Si sono accumulati diversi problemi nel settore dell’agricoltura – ha detto – Da due anni in Parlamento europeo abbiamo sottolineato come si stesse procedendo sul terreno del new green deal e sulla transizione ecologica senza coinvolgere gli agricoltori che si sono così sentiti imputati e non protagonisti. L’Europa ha il tasso di emissioni più basso rispetto agli altri continenti, è stato ridotto l’uso di antibiotici e di fitofarmaci, ma ora serve un progetto che li coinvolga. Gli agricoltori non sono il problema ma parte della soluzione. In più si sono aggiunti una serie di mal di pancia sull’eliminazione degli aiuti per il gasolio in Germania e il piano di abbattimento dei capi in Olanda e la situazione è diventata difficile”. “Dobbiamo chiederci – ha poi aggiunto De Castro – come accompagnare gli agricoltori con alternative concrete alla limitazione della chimica in agricoltura, ad esempio con l’uso della genetica. In Italia siamo leader in questo settore per la vitivinicoltura. Innovando le tecniche meccaniche e il precision farming potremmo ottenere ottimi risultati”.


Fare chiarezza con l’Europa è la priorità per Calogero Pisano, esponente di Noi Moderati e segretario della Commissione Politiche dell’Unione Europea alla Camera dei Deputati. “Gli agricoltori non ce la fanno più. Con questo governo sono state introdotte politiche per aiutarli tutelando i prodotti italiani ma servono regole chiare in Europa soprattutto nei confronti dei paesi extraeuropei – ha detto Pisano – Tra il caro benzina e il costo dei prodotti a prezzi bassissimi nel Nord Africa che arrivano sui nostri mercati a prezzi molto più competitivi, c’è il serio rischio di fallimento per le nostre realtà agricole. Il nostro mercato agroalimentare, che è collegato anche al settore del turismo enogastronomico impone la salvaguardia dei nostri prodotti, dei nostri cibi, della nostra cucina. Abbiamo votato la non adozione delle carni sintetiche che è un primo passo importante per lanciare un segnale chiaro all’Europa che abbiamo bisogno di salvaguardare i nostri allevamenti e il made in Italy. Il governo sta lavorando bene su questo punto aiutando gli agricoltori a essere competitivi su questi mercati”. “Dobbiamo recuperare un gap importante – ha concluso Pisano – in termini di peso politico nell’UE e tornare a salvaguardare i nostri interessi”. Critico nei confronti del governo Alessandro Caramiello, deputato del M5s in Commissione Agricoltura a Montecitorio. “Gli agricoltori sono scesi in piazza per far sentire la loro voce protestando contro le politiche europee e quelle dei singoli paesi – ha detto il deputato pentastellato – Nel nostro caso stanno manifestando per i costi della produzione e per il mancato rinnovo dell’esonero Irpef da parte di questo governo che implicherà un pagamento di circa 250 ml di euro in più. Cancellate le decontribuzioni per i giovani imprenditori agricoli e tagliato il credito d’imposta da noi introdotto con agricoltura 4.0. Alcune politiche green vanno rinegoziate in Europa, come quelle relative al 4% dei terreni a riposo. Penso anche ai fondi dalle armi per l’Ucraina che potrebbero invece essere dirottati sull’agricoltura”.


“Anche in Italia – ha rimarcato Caramiello – gli agricoltori vanno ascoltati senza ipocrisie, ricordando al ministro Lollobrigida che molti di loro non si sentono rappresentati. Oggi alcuni partiti cercano di intestarsi questa battaglia ma io chiedo dove fossero Salvini e Giorgetti mentre il Consiglio dei Ministri eliminava l’esonero dell’irpef?”. Antonio Moltelo, commercialista dell’Odcec di Nola, ha esposto il punto di vista dei professionisti. “Gli agricoltori sono in rivolta in tutta Europa e protestano contro le politiche europee del green deal. Trattori in strada, arresti, bandiere UE bruciate. Scene che probabilmente potevano essere evitate se solo si fossero ascoltate le loro esigenze in sede di approvazione delle norme sul green deal – ha detto Moltelo – La cosa auspicabile è che l’Europa e l’Italia aprano subito un dialogo con gli agricoltori per sostenere il settore dell’agroalimentare che vale miliardi di euro e rappresenta uno dei fiori all’occhiello del made in Italy”.


Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto Nazionale Esperti Contabili. “Gli agricoltori protestano in tutta Europa e in Italia sono tutti d’accordo con loro- ha detto Longoni – Ci sarebbe allora da chiedersi come mai protestano. La verità è che tutte le decisioni in materia di agricoltura passano attraverso Bruxelles e non Roma e l’agricoltura stessa è ritenuta la figlia povera all’interno del comparto della produzione. Se consideriamo però anche il settore agroalimentare l’incidenza sul pil sale al 16%. I prodotti agricoli scontano sul campo tutta una serie di passaggi soprattutto nei confronti della grande distribuzione dove sono contraenti deboli. Quindi bisogna favorire tutta una serie di aggregazioni tra compagini agricole per consentirgli di avere maggior peso contrattuale rispetto agli acquirenti e agli intermediari. L’agricoltura da sempre gode di una serie di agevolazioni notevoli con dei vantaggi competitivi importanti ed è abituato a sentirsi un soggetto privilegiato. Quando i privilegi vengono messi in discussione ecco che scatta la protesta. Nella redazione del green deal è stato un errore gravissimo non sentire gli agricoltori. Alcune di queste misure andavano mediate consentendo di salvaguardare entrambi gli interessi. Speriamo che dal confronto e dal dialogo vengano fuori soluzioni condivise”.

Parte da Roma il Giro d’Italia della CSR edizione 2024

Parte da Roma il Giro d’Italia della CSR edizione 2024Milano, 12 feb. (askanews) – Parte da Roma l’edizione 2024 del “Giro d’Italia della CSR” – evento itinerante de “Il Salone della CSR e dell’innovazione sociale” – che ha l’obiettivo di valorizzare le esperienze concrete di sostenibilità da parte di imprese e territori, di promuovere la cultura della sostenibilità e stimolare un’emulazione virtuosa. Anche quest’anno saranno in tutto dieci le tappe in programma per offrire a esperti del territorio e organizzazioni la possibilità di confrontarsi e di approfondire tematiche riguardanti lo sviluppo sostenibile. La tappa di Roma – organizzata in collaborazione con l’Università LUMSA e Anima per il sociale nei valori d’impresa – si svolgerà il 14 febbraio 2024 a partire dalle 9.30 nella sala Giubileo dell’Università LUMSA di Roma, in via Porta Castello 44. Seguiranno poi gli incontri a Torino, Gorizia, Teramo, Verona, Messina, Genova, Bologna, Bari e Cagliari.


I lavori ospitati alla Lumsa hanno come titolo “Sostenibilità: quando si crea valore per gli stakeholder” e offriranno l’occasione per approfondire, nel confronto con i relatori, il ruolo degli stakeholder nella costruzione di un progetto di sostenibilità, con una visione a 360 gradi che includa sia il punto di vista delle aziende che delle organizzazioni non profit e dei consumatori. Un sistema di relazioni sempre più complesso e per questo cruciale, come spiega Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone. “Bisogna essere consapevoli che la complessità porta in sé tante contraddizioni che prima di essere risolte devono essere comprese – dice Sobrero – Riconoscere queste contraddizioni può migliorare anche la relazione con gli stakeholder in una logica di confronto e di scambio con l’obiettivo di riuscire a costruire soluzioni condivise”.


Il tema delle contraddizioni oltre d essere il punto focale dell’edizione 2024 del Salone -che ha scelto come titolo proprio “Sfidare le contraddizioni” – sarà dunque centrale fin dalla prima tappa del Giro per svilupparsi come come fil rouge nel corso dei successivi incontri, mettendo in evidenza di volta in volta criticità e possibile soluzioni dinanzi al loro manifestarsi. “La sostenibilità è un processo di trasformazione dell’economia non privo di criticità e contraddizioni – commenta il professor Francesco Bonini, Rettore dell’Università LUMSA -. Per creare valore realmente condiviso è necessario recuperare la dimensione etica e valoriale. La formazione è fondamentale per favorire un corretto approccio a questi temi”. Per Anima per il sociale nei valori d’impresa, a intervenire alla prima tappa del “Giro d’Italia della CSR ” sarà la presidente Sabrina Florio. “Con entusiasmo e convinzione rinnoviamo la partnership ultradecennale con il Salone della CSR – commenta – L’appuntamento romano rappresenta per le imprese del territorio un’occasione importante di aggiornamento e riflessione. Il contesto attuale caratterizzato da complessità e contraddizioni richiede infatti alle nostre imprese di ricercare nella relazione virtuosa con gli stakeholder gli strumenti per rinnovare la propria vitalità e capacità di guardare con fiducia al futuro”.


Dopo i saluti di apertura di Francesco Bonini, Rettore dell’Università LUMSA, di Sabrina Florio, presidente Anima per il sociale nei valori d’impresa e di Rossella Sobrero, del Gruppo promotore Il Salone della CSR, i lavori della tappa romana del Giro proseguiranno con un primo intervento di scenario con Luigino Bruni, Economista e storico del pensiero economico dell’Università LUMSA. Alle 10.15, si aprirà il focus sull’ambiente con Gennaro Iasevoli, prorettore alla Ricerca e all’internazionalizzazione dell’Università LUMSA, Benedetta Flammini, drettrice Marketing e Comunicazione di WWF Italia e Rossella Bozzini, External Relations & Sustainability Aeroporti di Roma. A seguire, il secondo panel dedicato al sociale con Simonetta Giordani, segretario generale di Civita, Mara Bucciarelli, head of Risk Management e Reporting Integrato Poste Italiane e Roberto Ziliani, presidente SLAMP. Alle 11.45 sarà la volta del dibattito sul ruolo dei consumatori, con Filippo Giordano, membro del Comitato scientifico de Il Salone della CSR e Professore ordinario di Economia Aziendale dell’Università LUMSA, Biagio Oppi, direttore Comunicazione esterna Pfizer Italia, Federico Cavallo, head of Public Affairs & Communication di Altroconsumo e Francesco Garufi, chief commercial director MT Caffè Borbone. Le conclusioni saranno lasciate a Giovanni Ferri, direttore del Master Management of Sustainable Development di LUMSA Master School.

Fintech, in Italia la 2a edizione di Visa Innovation Program Europe

Fintech, in Italia la 2a edizione di Visa Innovation Program EuropeRoma, 7 feb. (askanews) – Visa, in collaborazione con Hackquarters, annuncia l’apertura della Seconda Edizione di Visa Innovation Program Europe – Italy Edition, la piattaforma di collaborazione nata per accelerare e scalare l’innovazione fintech e plasmare i pagamenti del futuro.


Avviato come iniziativa locale nel 2018, informa una nota, il programma si è espanso a livello regionale ed è attualmente attivo in sette Paesi, tra cui, oltre l’Italia, Turchia, Grecia, Cipro, Spagna, Portogallo e Malta. L’obiettivo è creare una connessione tra le realtà fintech e la rete globale di clienti e partner Visa per favorire collaborazioni, testare e validare nuove proposte di valore e commercializzare prodotti e servizi innovativi nel settore dei pagamenti. Per l’edizione 2024, Visa Innovation Program Europe è alla ricerca delle fintech più innovative che si confrontano con una (o più) delle seguenti sfide: – Intelligenza artificiale (AI) ed esperienze di pagamento di nuova generazione. – Embedded Finance e supporto al business? – Nuovi servizi di Money Movement Futuro sostenibile e inclusivo.


“Siamo orgogliosi di proseguire il percorso di valorizzazione dell’ecosistema fintech italiano iniziato lo scorso anno – sottolinea Stefano M. Stoppani, Country Manager Italia di Visa. “In Visa siamo consapevoli del ruolo che gli innovatori giocano nel modellare il settore dei pagamenti e ci impegniamo a facilitarne il percorso, mettendo a loro disposizione la nostra rete globale con il suo network di partnership strategiche e tecnologie all’avanguardia. Il nostro sostegno si estende a tutte le fasi del processo, dal concept allo sviluppo della soluzione, alla sua diffusione e scalabilità sul mercato. È un viaggio esaltante di scoperta, collaborazione e partnership che promuove il talento per anticipare il futuro dei pagamenti e del commercio.” Kaan Akin, CEO di Hackquarters, ha sottolineato: “La collaborazione è al centro dell’innovazione e noi di Hackquarters siamo entusiasti di collaborare con Visa per il Visa Innovation Program Europe – Italy Edition. Questa iniziativa rappresenta un’opportunità unica per le startup fintech di sfruttare la rete globale di Visa, promuovendo le loro soluzioni innovative all’avanguardia nel settore dei pagamenti. Ci impegniamo a coltivare queste menti creative, fornendo loro il tutoraggio e le risorse necessarie per trasformare le loro visioni in soluzioni concrete, in grado di trasformare positivamente il panorama finanziario. Anticipiamo le nuove prospettive e gli approcci dinamici che emergeranno dal gruppo di quest’anno, lavorando per costruire un futuro più inclusivo ed efficiente per i pagamenti digitali.”


Le candidature saranno aperte dal 5 febbraio al 4 marzo 2024, mentre l’annuncio delle fintech selezionate e il conseguente inizio del programma avranno luogo ad aprile 2024. Il processo di scouting, volto a individuare le realtà più coerenti con Visa Innovation Program Europe, avverrà sulla base di criteri oggettivi che prenderanno in considerazione le potenzialità di sviluppo di collaborazioni con clienti e partner Visa, il potenziale di scalabilità al di fuori del mercato italiano, la presenza di un team esperto con spirito imprenditoriale, la disponibilità per collaborazioni e progetti pilota con banche e aziende e l’interesse degli investitori.


L’iniziativa offre alle fintech partecipanti un accesso rapido a nuovi mercati e a una rete di partner con cui esplorare Proof-of-concepts, incluse banche e altri intermediari finanziari, esercenti, governi e altre organizzazioni di alto profilo, per testare e convalidare le loro proposte e raggiungere più rapidamente la fase di commercializzazione. Nel corso del programma, le fintech avranno accesso a un pool internazionale di mentori ed esperti e lavoreranno con coach di design thinking per migliorare il valore della loro proposta, definire nuovi casi d’uso, implementare nuove tecnologie e sbloccare nuove opportunità di business. Le fintech partecipanti avranno anche l’opportunità di confrontarsi con investitori e fondi di Venture Capital.

Italiani spingono sulle lingue straniere per la crescita professionale

Italiani spingono sulle lingue straniere per la crescita professionaleRoma, 6 feb. (askanews) – Se gennaio è il mese per eccellenza del “back to work” e dell’individuazione dei propri buoni propositi, spesso legati alla sfera professionale, è solo con l’arrivo del mese di febbraio che si riesce a valutare quali obiettivi siano stati effettivamente mantenuti e quali meno. Tra questi spesso rientra il desiderio di voler essere più sicuri di sé e il voler aumentare il proprio senso di autoefficacia sul lavoro.


Secondo il primo Super Learner Report di Babbel, informa una nota, gli italiani si rivelano particolarmente bravi a perseguire i propri buoni propositi: si posizionano, infatti, al primo posto come gli studenti più dediti all’apprendimento e l’opportunità di carriera è il loro principale fattore motivante. Un’altra ricerca condotta da Babbel e commissionata a YouGov sottolinea in più che padroneggiare al meglio almeno una lingua straniera è un fattore essenziale per muoversi nel mondo del lavoro con maggiore fiducia, soprattutto quando si interagisce con persone con background linguistici differenti.


Di fronte alla combinazione lavoro e lingue straniere potrebbero infatti sorgere momenti di difficoltà o imbarazzo, specialmente quando la conoscenza della lingua straniera non è particolarmente approfondita, come evidenziato dalla ricerca di Babbel con YouGov. Per quanto riguarda le difficoltà riscontrate dai professionisti italiani, sul podio si posizionano quella relativa alla comprensione delle persone madrelingua con un forte accento (49%), le telefonate o videochiamate in lingua (37%) e la comprensione di persone non madrelingua (32%). Una padronanza limitata della lingua può dare anche adito a momenti di imbarazzo: tra chi ha una scarsa conoscenza dell’inglese, ben 8 persone su 10 ammettono di provare disagio nell’utilizzo della lingua, rapporto che scende a 4 su 10 tra chi possiede un livello di conoscenza alto.


“Potersi confrontare sul luogo di lavoro in una seconda lingua avendone padronanza risulta essere ogni giorno più necessario per “proteggere” la propria self-confidence in un contesto sempre più internazionale e interconnesso. Resta, tuttavia, importante riflettere anche su quali possono essere le difficoltà incontrate, che variano significativamente a seconda del livello di competenza” commenta Roberta Riva, Senior Manager per Babbel for Business. Chi conosce meno l’inglese ha infatti più paura di fare errori (27% dei rispondenti) e di non trovare le parole giuste da usare (25%), mentre per i più esperti è il confronto con i colleghi italiani con un livello di lingua ancora più elevato a divenire la principale fonte di disagio (14%), complice forse il timore di non sentirsi abbastanza.


“Almeno la metà delle persone con cui lavoro racconta di vivere difficoltà nel contesto professionale, in particolare a livello relazionale; queste difficoltà possono solo che peggiorare se la lingua di comunicazione non è quella madre. Agire direttamente sul miglioramento delle competenze soft richiede tempo e impegno economico da parte delle aziende. Migliorare o rafforzare le competenze linguistiche è sicuramente un traino fondamentale per portare buoni risultati anche a livello comportamentale ed emotivo, producendo rinforzi anche in termini di autorevolezza e leadership” spiega Ilaria Merici, Psicologa Psicoterapeuta a Milano. Alla luce del fatto che è proprio il posto di lavoro il luogo in cui il senso di inadeguatezza derivante dalla scarsa conoscenza delle lingue straniere emerge in modo più impattante, esso può diventare la sede ideale per migliorarsi e superare le proprie insicurezze. Nonostante il 68% dei professionisti ritenga essenziale che i propri dipendenti sappiano l’inglese meno di un’azienda su due (44%) in Italia incoraggia attivamente l’apprendimento attraverso corsi di lingua (30%) o incentivando la mobilità internazionale (18%) e, proprio per questo, il 38% dei manager apprezzerebbe un maggiore incoraggiamento ad investire sulle proprie abilità linguistiche da parte del proprio datore di lavoro. A contribuire ad aumentare ulteriormente l’autostima potrebbe essere anche la rivelazione emersa dal Super Learner Report di Babbel secondo cui gli italiani si posizionano al primo posto tra i “super learner”, ovvero gli utenti che si dedicano con più regolarità allo studio delle lingue. Secondo i linguisti di Babbel il metodo ideale per creare un’abitudine di apprendimento e raggiungere gli obiettivi linguistici è bilanciare le lezioni dedicate a nuovi argomenti con quelle di ripasso ed è proprio in questo che eccellono i super learner italiani, i quali svolgono anche un maggior numero di attività di apprendimento al giorno (arrivando fino a 7), sono i più impegnati (sono infatti i più costanti nella prima settimana di apprendimento fino al 20esimo giorno di studio) e sono i più grandi ascoltatori (utilizzando più degli altri Paesi le risorse della piattaforma come audio e podcast). La motivazione principale per gli utenti italiani nell’apprendere una nuova lingua, inoltre, è la carriera lavorativa (41%), seguita poi dal viaggio (28%) e dal proprio interesse personale (17%).