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Greenway Group, acquisisce il 33% di N-Plus Nord America

Greenway Group, acquisisce il 33% di N-Plus Nord AmericaRoma, 18 mag. (askanews) – Greenway Group, la holding della famiglia Molinari, acquisisce il 33% di N-Plus Nord America Inc, la società di diritto canadese con sede a Toronto che nasce lo scorso 10 Aprile, come spin off di Nplus, realtà industriale nata da un’idea di Giordano Riello specializzata in soluzioni innovative e informatizzate per la gestione delle opere civili associate al monitoraggio strutturale. Lo rende noto un comunicato. NPlus, una delle start up più innovative e brillanti in Italia, che eredita la vocazione imprenditoriale della famiglia Riello, titolare di alcuni marchi industriali che hanno fatto la storia dell’imprenditoria italiana, quali Aermec e Sierra, si propone al mercato nordamericano con la competenza e l’entusiasmo di Giordano Riello e Carlo Ranalletta, ma anche con la sinergia virtuosa che l’esperienza di Greenway, attraverso la controllata canadese, Ecogest North America, ha sviluppato in questo primo anno e mezzo di attività, utile ad un radicamento sia territoriale sia rispetto al mercato globale delle infrastrutture di trasporto, che costituiscono uno degli obiettivi fondamentali di N-Plus North America. La volontà di affrontare questa sfida in partnership tra Giordano Riello e Valerio Molinari nasce non solo da una profonda e reciproca stima personale, ma anche dalla consapevolezza che sinergie virtuose possono dare spunto alle eccellenze italiane, espressione di imprese di medie dimensioni, su mercati internazionali che richiedono competitività, qualità, ma anche la forza necessaria per essere esplorati in maniera adeguata e produttiva. “Sono, e siamo come famiglia, particolarmente orgoglioso di avere ricevuto l’invito di Giordano Riello ad essere protagonisti di questa nuova sfida sul mercato nordamericano, che rafforza la presenza del nostro gruppo, maturata nell’ultimo biennio in Canada – ha dichiarato Valerio Molinari, azionista di riferimento di Greenway Group-. Abbiamo aderito con entusiasmo non solo per la stima personale, ma anche perché crediamo in un modello di business che, attraverso virtuose sinergie, possa offrire anche a mercati ancora tecnologicamente inesplorati in questo senso, come quello canadese – continua Molinari – soluzioni innovative che coniugano il vantaggio di essere tecnologicamente avanzate con l’esperienza di un know how, come nel caso di Ecogest, maturato negli ultimi 50 anni su strade ed autostrade di tutta Europa”.

Visa: al via She’s Next, programma supporto imprenditoria femminile

Visa: al via She’s Next, programma supporto imprenditoria femminileRoma, 16 mag. (askanews) – In Italia, le donne sono fortemente sottorappresentate sia a livello imprenditoriale, dove costituiscono solo il 22% degli imprenditori italiani contro una media UE che si attesta al 32% , sia a livello di posizioni aziendali: meno di un terzo occupa ruoli di leadership (32%).

Per tenere i riflettori accesi su questo tema e sostenere una maggiore inclusione delle donne nel tessuto economico del Paese e nel mercato del lavoro, da oggi prende il via in Italia She’s Next, il programma globale di Visa che mira supportare e favorire l’imprenditoria femminile, fornendo opportunità di formazione, networking e tutoraggio. In particolare, la prima edizione di She’s Next in Italia si apre con il lancio di una selezione di tre imprenditrici. Verranno individuate tre candidature che si segnalano in modo particolare per avere contribuito all’economia italiana nel periodo post Covid e sviluppato progetti e strategie innovative negli ambiti dell’industria, del commercio, dei servizi e dell’artigianato: queste riceveranno beni e servizi per un valore netto fino a 10.000 euro per sviluppare e rendere più competitiva la loro impresa, insieme a opportunità di formazione e tutoring attraverso le piattaforme Visa dedicate alle PMI e alle competenze di esperti Visa e dei partner di progetto. Da una ricerca Visa emerge come di fronte alle sfide imposte dall’attuale contesto geopolitico, le imprese femminili abbiano reagito in modo positivo. Sebbene i costi siano aumentati per il 61% delle intervistate, solo il 10% ha dovuto ridimensionare le operazioni, e ridurre la forza lavoro (9%), mentre il 3% ha ottenuto maggiore sostegno dal governo .

“Con il lancio di She’s Next, vogliamo contribuire a creare un ambiente favorevole alla crescita e allo sviluppo delle imprese femminili e mettere in luce l’importanza di una società che favorisca l’uguaglianza di genere attraverso l’esperienza di imprenditrici italiane che si sono contraddistinte per i risultati raggiunti, il tasso di innovazione e il contributo apportato alla società.” commenta Stefano M. Stoppani, country manager di Visa. “Il progetto fa parte di una serie di iniziative messe in campo da Visa nel nostro Paese e a livello globale a favore delle piccole e medie imprese, con l’obiettivo di favorirne l’inclusione finanziaria attraverso la digitalizzazione”. She’s Next in Italia: focus imprenditoria femminile Le candidature sono aperte a tutte le donne imprenditrici con residenza in Italia e alle socie amministratrici fondatrici di società fino a 10 addetti e massimo 2 milioni di euro di fatturato che abbiano almeno una donna fra i soci amministratori fondatori, massimo 10 addetti nel proprio organico, un sistema di pagamento elettronico e una presenza digitale. Le candidature potranno essere presentate dal 16 maggio fino al 29 giugno seguendo le istruzioni pubblicate sul sito www.shesnext.it, dove è consultabile il regolamento completo. Le imprenditrici più meritevoli saranno premiate nel corso di un evento dedicato all’interno del Festival “Il Tempo delle Donne”, organizzato in Triennale Milano a settembre 2023 da Corriere della Sera co-promotore3 del progetto She’s Next, insieme a Visa.

She’s Next è il programma globale di Visa che mira supportare e favorire l’imprenditoria femminile, fornendo alle piccole imprese guidate da donne, opportunità di finanziamento, formazione, networking e tutoraggio. Dal 2020, Visa ha investito globalmente circa 3 milioni di dollari in oltre 250 sovvenzioni e coaching per le donne titolari di PMI come parte del più ampio impegno della società a supporto delle imprese a livello internazionale.

Cial: riciclato il 73,6% imballaggi in alluminio immessi sul mercato

Cial: riciclato il 73,6% imballaggi in alluminio immessi sul mercatoMilano, 15 mag. (askanews) – Nel 2022 è stato avviato a riciclo il 73,6% degli imballaggi in alluminio immessi sul mercato, ovvero 60.200 tonnellate e, con il recupero energetico, il totale di quelli complessivamente recuperati cresce e si avvicina al 78%. Il tasso di riciclo degli imballaggi in alluminio in Italia ha quindi già superato abbondantemente gli obiettivi al 2025 , indicato al 50%, e al 2030 fissato al 60%.

Si tratta di risultati importanti che hanno consentito di evitare emissioni serra pari a 423mila tonnellate di CO2 e di risparmiare energia per oltre 185mila tonnellate equivalenti di petrolio e che fanno del modello italiano di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggi in alluminio un’eccellenza nel panorama europeo. È quanto emerge dai risultati dell’assemblea annuale di CIAL-Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio. “Per gli imballaggi in alluminio si supera il concetto ‘usa e getta’ e si afferma sempre più quello ‘usa e ricicla’ così come il concetto ‘mono-uso’, genericamente associato al settore del packaging, non si addice al packaging in alluminio, materiale per natura disponibile per un ‘uso infinito’. Sono due cambi di paradigma che esprimono molto bene la natura e la missione del sistema italiano di gestione del packaging in alluminio – ha detto Carmine Bruno Rea, presidente di CIAL, recentemente nominato consigliere di amministrazione di Conai – Consorzio Nazionale Imballaggi in rappresentanza della filiera alluminio, categoria produttori – L’alluminio è facile da raccogliere e da riciclare e noi in Italia lo facciamo molto bene. I risultati lo dimostrano, ma è anche utile sottolineare quanto l’alluminio sia il materiale ideale per la produzione di imballaggi perché è leggero, malleabile, resistente agli urti e alla corrosione ed è in grado di garantire un effetto barriera che protegge dalla luce, dall’aria, dall’umidità e dai batteri in linea, quindi, con gli altissimi standard richiesti nei settori food e beverage per una lunga e sicura conservazione, a tutela della salute umana e con un contributo imprescindibile alla prevenzione della formazione del rifiuto organico e alla riduzione dello spreco alimentare e degli scarti. Tutti elementi che rendono il packaging in alluminio, sempre più coerente con i principi della Prevenzione e quindi con le politiche e i modelli di sviluppo socioeconomico della Green Economy.” L’efficienza e l’efficacia del sistema italiano di raccolta differenziata e riciclo è ancor più evidente se si considera lo spaccato del tasso di riciclo per le lattine in alluminio per bevande che per il 2022 è pari al 91,6%, in linea con quello dei paesi i cui sistemi sono basati sul deposito cauzionale e di gran lunga superiore al tasso medio di riciclo europeo del 73%.

Il Cial-Consorzio Nazionale Imballaggi Alluminio vede 243 imprese consorziate. 430 Operatori convenzionati, 246 piattaforme e 12 fonderie su tutto il territorio nazionale garantiscono la raccolta, il trattamento, il riciclo e il recupero dell’alluminio. Collaborano con Cial in ambito dell’Accordo Quadro Anci-Conai 5.547 Comuni (il 70% dei Comuni italiani attivi), che vedono il coinvolgimento di 46,5 milioni di cittadini (il 79% degli abitanti italiani serviti). (nella foto: Carmine Bruno Rea, presidente di CIAL)

Open Fiber: centrali ambiente, sociale e territorio

Open Fiber: centrali ambiente, sociale e territorioRoma, 12 mag. (askanews) – Open Fiber ha pubblicato il suo terzo Report di Sostenibilità, il documento che descrive l’approccio al business dell’azienda e il contributo all’innovazione tecnologica e alla creazione di valore condiviso, sia attraverso la realizzazione di un’infrastruttura all’avanguardia, sia attraverso le relazioni con territori e comunità, istituzioni, partner e fornitori, università e centri di ricerca. A fine 2022 Open Fiber ha coperto 15,5 milioni di unità immobiliari (di cui 13 milioni in FTTH e 2,5 in FWA) con la rete a banda ultra larga, confermandosi il principale operatore FTTH italiano e tra i leader in Europa. Realizzando una rete ad altissime performance, Open Fiber può fornire un contributo concreto nel raggiungimento di alcuni SDGs (Sustainable Development Goals), i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile al 2030 delle Nazioni Unite, grazie ai propri fattori distintivi: innovazione e tecnologia per l’ambiente, abilitazione di servizi innovativi, investimento nella crescita delle persone come motore della strategia di sostenibilità e gestione responsabile del business. “Open Fiber è un’azienda sostenibile, non solo da un punto di vista ambientale ed economico, ma anche sociale. In particolare, nei borghi e nelle aree più isolate, dove i cittadini devono poter essere in grado di usufruire dei servizi digitali più avanzati, esattamente come gli abitanti delle grandi città” ha commentato Mario Rossetti, Amministratore delegato di Open Fiber. “L’infrastruttura che stiamo realizzando in tutta Italia è un driver di sviluppo per le comunità, le Pubbliche Amministrazioni e le attività produttive, dal turismo all’industria 4.0 fino al monitoraggio dei territori e all’agricoltura smart. Inoltre, in un momento di particolare attenzione ai temi energetici, non bisogna dimenticare che la fibra ottica è una tecnologia di per sé green che consente di risparmiare oltre l’80% di energia rispetto all’utilizzo delle reti in rame”. La rete di Open Fiber, rispetto alle reti tradizionali in rame, rappresenta un salto di qualità sia in termini di sostenibilità ambientale che energetica. L’azienda adotta modalità di posa della fibra ottica a basso impatto sul territorio, privilegiando laddove possibile il riutilizzo di infrastrutture esistenti e realizzando scavi con le tecniche meno invasive attualmente disponibili (minitrincea, microtrincea, no-dig), riducendo sia la quantità di materiali utilizzati sia i rifiuti prodotti. In particolare, nelle aree rurali del Paese, il riutilizzo delle infrastrutture esistenti arriva fino all’80%, minimizzando non solo l’impatto sull’ambiente, ma anche i disagi generati alle comunità dai cantieri stradali. L’attenzione all’ambiente prosegue anche nella fase di funzionamento della rete, attraverso l’implementazione di soluzioni di efficientamento energetico e di riduzione delle emissioni. Su questi temi il 2022 ha visto Open Fiber protagonista di un importante traguardo: il 100% di energia elettrica acquistata è proveniente da fonti rinnovabili, un risultato che ha consentito di evitare oltre 15 mila tonnellate di CO2. Open Fiber sta giocando un ruolo determinante nella trasformazione digitale del Paese. Questo ruolo si accompagna alla consapevolezza di una grande responsabilità verso tutti gli stakeholder e, in particolare, verso i territori e le comunità che soffrono maggiormente il divario digitale. La centralità delle persone è uno dei principali cardini di Open Fiber che si riflette nelle numerose iniziative di Welfare e Diversity, Equity & Inclusion, di lavoro a distanza, di prevenzione dei rischi e salvaguardia della sicurezza sul luogo di lavoro. Nel corso del 2022 le persone che lavorano in OF hanno raggiunto quota 1.571, con oltre 400 assunzioni di cui il 35% donne. Sono state erogate oltre 57 mila ore di formazione complessive, 38 di media pro-capite. L’impegno profuso in questi anni da Open Fiber nel campo della sostenibilità e nell’implementazione di politiche e prassi per la gestione dei temi ESG (ambientali, sociali e di governance), è stato anche confermato all’inizio del 2023 con l’ottenimento della Certificazione ESG da parte di un ente terzo indipendente.

Difesa, Mbda: contratto aggiornamento mezza vita missili Scalp Aeronautica greca

Difesa, Mbda: contratto aggiornamento mezza vita missili Scalp Aeronautica grecaRoma, 11 mag. (askanews) – Mbda rafforza il suo stretto rapporto con la Grecia con un contratto per l’aggiornamento di mezza vita (MLR – Mid Life Refurbishment) dei missili Scalp dell’Aeronautica Militare ellenica, firmato oggi. Il contratto – si legge in una nota – è stato firmato dall’ammiraglio Aristeidis Alexopoulos, Direttore Generale per gli investimenti nella difesa e gli armamenti del Ministero della Difesa nazionale greco, ed Eric Béranger, Chief Executive Officer di Mbda. Il contratto riguarda i missili Scalp dell’Aeronautica Militare ellenica (HAF – Hellenic Air Force) e include la fornitura di prodotti per la pianificazione della missione, la manutenzione e l’assistenza tecnica. L’accordo consentirà di prolungare la superiorità operativa del missile contro minacce future. “Questo contratto – ha dichiarato Eric Béranger, Ceo di Mbda – ha un significato particolare per Mbda, a 55 anni dalla firma del nostro primo contratto per l’Exocet con la Grecia. Da allora, il nostro impegno non è mai venuto meno e siamo molto onorati di questa ulteriore espressione di fiducia da parte dell’Aeronautica Militare ellenica nei confronti di MBDA per l’aggiornamento di mezza vita degli SCALP. Questo rafforza ancora di più il nostro impegno a continuare a fornire capacità sovrane chiave, che garantiscono le migliori soluzioni per soddisfare i requisiti delle Forze Armate elleniche”. Il missile Scalp equipaggia attualmente i velivoli Mirage 2000-5 e i Rafale dell’Aeronautica greca. I missili interessati da questo ammodernamento di mezza vita fanno parte del primo pacchetto di armamento per il Mirage 2000-5. Un contratto per ulteriori missili SCALP è stato sottoscritto dalla Grecia come parte del pacchetto di armamento per i 18 Rafale ordinati nel 2021 e per gli altri sei Rafale richiesti nel 2022.

Apre in centro a Roma il primo store Starbucks nella Capitale

Apre in centro a Roma il primo store Starbucks nella CapitaleRoma, 10 mag. (askanews) – Starbucks sbarca a Roma. Aprirà domani 11 maggio in Piazza Montecitorio, cuore storico e politico della “Città Eterna”, in collaborazione con Percassi, partner italiano esclusivo, il primo store Starbucks nella Capitale. Un’inaugurazione che fa parte di un più ampio piano di espansione.

Dall’ingresso nel mercato italiano nel 2018 con la Starbucks Reserve Roastery di Milano sono stati creati circa 450 posti di lavoro e altri sono in arrivo: entro la fine del 2023 i punti vendita Starbucks in Italia saranno 36 in totale. A fine maggio saranno aperti anche altri due punti vendita alla Stazione Termini: un grab&go al piano interrato e uno store sulla terrazza, per accogliere turisti e pendolari al loro arrivo a Roma, oltre agli abitanti della zona. Entrata per la prima volta nella regione Lazio nel 2022 con l’apertura di Castel Romano, Piazza Montecitorio segna la 25esima apertura di Starbucks in Italia. “Siamo entusiasti di aprire il nostro primo store nel centro di Roma, con progetti ancora più entusiasmanti in arrivo per la capitale. L’apertura di domani sarà la prima di una serie di meravigliose sorprese per la città”, commenta Matteo Morandi, Amministratore Delegato di Starbucks Italia. “II Lazio è una regione molto importante per Starbucks e il mese scorso abbiamo festeggiato la nostra prima apertura in provincia di Caserta, ribadendo il nostro impegno a lungo termine per una crescita continua in Italia”.

Il negozio di Montecitorio, che creerà 35 nuovi posti di lavoro, ha una superficie di 200 metri quadrati dislocati su due piani, e 80 posti a sedere con vista sulla Camera dei deputati. I materiali scelti richiamano le tonalità cromatiche di Piazza Montecitorio. Il piano terra è l’area più vivace e dinamica, realizzata con marmi di travertino e tufo, tipici degli edifici della tradizione romana, dove i clienti possono ordinare il loro food&beverage preferito, per degustarlo nei due piani dello store in comode sedute circondati da artworks alle pareti. Il piano superiore è stato progettato con una palette di colori più tenui e offre uno spazio più tranquillo per godere dell’esperienza più tradizionale di Starbucks. “La cultura del caffè è molto radicata a Roma e l’espresso è la bevanda più popolare – ha commentato – Vincenzo Catrambone, General Manager di Starbucks Italia – anche nei negozi Starbucks in Italia, il più acquistato è l’espresso, mentre le generazioni più giovani amano le bevande fredde e il caffè freddo Starbucks. Come Percassi i master franchisee per Sratbucks in Italia. Siamo gli unici in Europa ad avere la licenza per aprire nel centro città e nei centri commerciali ma anche nel qadro retail. Abbiamo aperto nel 2018 il primo negozio in Italia – ha ora con questo di Roma siamo a 25 in Italia. L’Italia non è un paese facile perché abbiamo un cultura del caffè importante, però devo dire che l’esperienza che i consumatori vivono nei nostri negozie è molto apprezzata ed ecco perché continueremo ad aprire e a far sì che i consumatori in tutta la penisola possano vivere l’esperienza Starbucks. Abbiamo in programma l’apertura di due ulteriori negozi qui a Roma presso la stazione Termini nelle prossime due settimane”.

Percassi è una società le cui attività comprendono lo sviluppo e la gestione di reti commerciali in franchising di importanti marchi (come Gucci, Armani Exchange, Saint Laurent, Nike, Jordan, Victoria’s Secret, Bath&Body Works, LEGO, Garmin in ambito fashion-beauty e consumer, e Starbucks nel food). Percassi è anche attivo nella gestione di brand propri (KIKO Milano, Womo e Bullfrog nel settore della cosmetica, DMAIL, Atalanta in ambito sportivo, Da30Polenta nel food). Nel settore della ristorazione Percassi gestisce inoltre, in partnership con il Gruppo Cremonini, i brand Wagamama, Casa Maioli e Caio Antica Pinza Romana. Percassi opera anche in ambito real estate per la realizzazione di importanti progetti immobiliari nel settore commerciale e direzionale.

Pnrr, Gentiloni: sfruttarlo appieno per crescita più sostenibile

Pnrr, Gentiloni: sfruttarlo appieno per crescita più sostenibileRoma, 9 mag. (askanews) – “Negli ultimi anni l’Ue ha portato avanti una serie di iniziative importanti per centrare gli obiettivi dell’agenda 2030. Tra queste vale la pena di ricordare il green deal europeo, la legge europea sul clima e il piano d’azione per il pilastro europeo dei diritti sociali. Abbiamo impostato NextGenerationEu e i Pnrr tenendo a mente gli obiettivi di sviluppo sostenibile, i sei pilastri su cui sono ripartiti i Pnrr ricalcano quegli obiettivi comuni e lo stesso vale per i fondi strutturali all’interno della politica di coesione”. Lo ha rilevato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni intervenendo con un videomessaggio al Festival dello sviluppo sostenibile, organizzato a Napoli dall’Asvis.

“Sfruttare appieno queste risorse – ha detto Gentiloni – è fondamentale per lanciare una crescita economica che sia non solo più forte ma anche più sostenibile”. “Abbiamo poi approvato misure per ridurre le diseguaglianze tra cui muove regole europee per il salario minimo e per rafforzare la parità di genere ai vertici delle istituzioni”. E nel frattempo l’Unione Europea “è stata in prima linea nei negoziati che hanno portato all’accordo internazionale sulla tassazione delle multinazionali, un passo avanti storico sul piano dell’equità e della giustizia. Ed altrettanto storico – ha proseguito – è stato l’accordo sulla protezione della biodiversità.

“Come mostrano i rapporti di monitoraggio annuale pubblicati da Eurostat, negli ultimi anni l’Unione Europea ha fatto progressi su molti degli obiettivi di sviluppo sostenibile in un contesto complicato prima dalla pandemia, poi dall’invasione russa in Ucraina e delle sue conseguenze. Tuttavia riconosciamo che rimane ancora molta strada da fare, da una parte perché i risultati non sono omogenei nei diversi paesi dell’Unione, dall’altra perché alcuni indicatori hanno fatto segnare progressi non sufficienti in qualche caso addirittura un peggioramento. Per questo il lavoro di sensibilizzazione della politica e dell’opinione pubblica come quello che svolge l’Asvis è così prezioso in un momento storico che rimane di grande incertezza”. Bisogna quindi “alzare lo sguardo e non perdere di vista l’orizzonte più lungo e gli obiettivi comuni – ha detto ancora Gentiloni -. Sono passati ormai quasi otto anni da quando l’assemblea Generale dell’Onu ha approvato l’agenda 2030 e i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile. In quei giorni ero a New York come ministro degli Esteri insieme alla delegazione italiana ricordo l’orgoglio e il senso di responsabilità per vedere 190 paesi stringersi attorno a un traguardo comune, anche in quel caso grazie alla spinta dell’Unione Europea. Siamo ormai al giro di boa in questa corsa verso il 2030 e l’Unione Europea continuerà a fare la sua parte ma questa è una corsa che si può vincere soltanto tutti insieme. Gli standard ambientali e sociali adottati dall’unione rappresentano un incentivo anche per paesi terzi non europei, un incentivo a adottare normative più stringenti pur di conservare l’accesso al nostro mercato, ma dobbiamo continuare a lavorare per rafforzare il multilateralismo. Una sfida resa ancora più complessa da un quadro globale frammentato, ma che rimane il modo migliore, il multilateralismo, per affrontare i problemi globali dalla crisi climatica, delle epidemie, della sicurezza alimentare, della riduzione delle diseguaglianze”.

“I recenti accordi internazionali sulla tassazione e sulla protezione degli oceani mi rendono fiducioso che questo sia ancora possibile. La Cop 28, la prossima conferenza internazionale sul clima sarà un banco di prova – secondo l’eurocommissario – e vorrei concludere complimentandomi con Avis e augurandovi buon lavoro per questi giorni di iniziative e di appuntamenti in tutta Italia”.

Turismo sostenibile, affitti brevi: regole chiare, senza restrizioni

Turismo sostenibile, affitti brevi: regole chiare, senza restrizioniRoma, 4 mag. (askanews) – Il turismo in appartamento negli ultimi mesi è stato al centro dell’attenzione, complice la grande ripresa del settore dopo la pandemia. La teoria secondo la quale gli affitti brevi toglierebbero abitazioni ai residenti è facilmente confutabile dai numeri. “Il turismo in appartamento gestito in modo professionale è una grandissima risorsa per il Paese. Il lavoro fatto da operatori come CleanBnB deve essere salvaguardato, così come i grandi investimenti e le centinaia di posti di lavoro generati negli ultimi anni”, ha spiegato Francesco Zorgno Presidente di CleanBnB, società quotata in Borsa e primo operatore nazionale nella gestione di appartamenti in affitto breve, con oltre 1800 immobili gestiti su 70 diverse località nel Paese.

“Se guardiamo ai gestori professionali, non esiste un vero tema di concorrenza con gli affitti tradizionali, in quanto operiamo su immobili che altrimenti resterebbero sfitti e spesso degradati; né di concorrenza con l’offerta alberghiera, che è profondamente diversa e offre servizi che gli appartamenti non possono certo proporre”. I viaggiatori di tutto il mondo si spostano alla ricerca di soluzioni che permettano loro di vivere in modo molto diversificato l’esperienza di soggiorno, a seconda delle esigenze personali e delle motivazioni del viaggio che, vale la pena ricordarlo, possono essere dettate da motivi di piacere ma anche familiari, di studio, di lavoro o di salute. Soggiornare in appartamento rappresenta ormai una consuetudine dalla quale non si può tornare indietro, e che offre una soluzione complementare ma necessariamente molto diversa da quella del soggiorno in hotel. Il comparto degli affitti brevi, inoltre, è stato fra i primi a recuperare terreno dopo la pandemia, molto più velocemente rispetto all’ospitalità tradizionale. Questo ha permesso a tante famiglie di avere una fonte di reddito in un periodo difficilissimo, ma ha anche consentito alle amministrazioni comunali e all’erario di incassare un importante gettito fiscale anche grazie agli operatori professionali, che hanno sempre lavorato nel pieno rispetto delle regole.

Gestori professionali come CleanBnB, che lavorano non su immobili propri ma al servizio di centinaia di piccoli proprietari, negli anni hanno investito risorse importanti per fare degli affitti brevi un modello di turismo pienamente sostenibile. “La sostenibilità degli affitti brevi gestiti in modo professionale – afferma Zorgno – è sotto gli occhi di tutti. Sta nel pieno rispetto delle regole e dei massimi standard di ospitalità. Nella riqualificazione di immobili che altrimenti resterebbero sfitti e in abbandono, con grande beneficio per i centri storici e per l’indotto delle nostre città. Nella capacità di lavorare in modo sano, generando una rendita per i piccoli proprietari nostri clienti e redditività per i gestori come noi, che premia gli investimenti fatti. Nella volontà di dialogare continuamente con le istituzioni e con le amministrazioni comunali, per non perdere la grande opportunità che il turismo offrirà alle nostre città nei prossimi anni”. “In CleanBnB crediamo fermamente che un mercato degli affitti brevi gestito da professionisti e rispettoso delle regole possa solo portare ricchezza ai territori. I tanti turisti, stranieri e non, nelle nostre città portano ossigeno agli artigiani, ai ristoranti, ai comuni e all’intero tessuto produttivo del territorio. Questo è il turismo sostenibile che da sempre rappresenta la nostra bandiera e che il mercato sta premiando. Questo è il business sostenibile in cui crediamo perché produce e distribuisce redditività”, conclude Zorgno. Poche settimane fa, il consiglio di amministrazione di CleanBnB ha approvato il bilancio 2022 con ricavi consolidati pari a 9,4 milioni di euro, in crescita del +136% su base annua, e del +187% rispetto al 2019, periodo pre-covid, e con un Ebitda positivo per circa 340 mila euro.

Fondazione Triulza entra nel Cluster Collaboration Platform dell’UE

Fondazione Triulza entra nel Cluster Collaboration Platform dell’UEMilano, 2 mag. (askanews) – Fondazione Triulza, network di organizzazioni del Terzo Settore e dell’economia civile operativo in Mind-Milano Innovation District, è ufficialmente entrata a far parte del Cluster dell’Economia Sociale, uno dei Cluster Industriali dell’Unione Europea, ed è stata inserita nell’hub istituzionale European Cluster Collaboration Platform con il nome di “Triulza”.

L’ingresso nell’ecosistema dei Cluster dell’UE conferma e riconosce il valore di Fondazione Triulza all’interno di MIND e ribadisce l’importanza della presenza della società civile all’interno dei distretti dell’innovazione: una presenza che dev’essere fattiva e che ha un valore anche economico. “Il riconoscimento da parte della Commissione Europea di Fondazione Triulza come uno dei cluster italiani per l’economia sociale è un risultato importante che apre la strada, anche formalmente, a un grande spazio di sperimentazione dentro MIND e in Italia – ha detto Mario Calderini, professore ordinario del Politecnico di Milano e presidente del Comitato Scientifico della Social Innovation Academy in Mind – Triulza si pone infatti un unicum Europeo: è un cluster dell’economia sociale innestato direttamente in un distretto di innovazione ad alta intensità tecnologica e di conoscenza. L’economia e l’impresa sociale sono davvero protagoniste del modello di innovazione di Mind. Il cluster Triulza contribuisce ad aprire Mind all’innovazione sociale ed ai territori su scala internazionale. Al contempo, la collocazione di Triulza nel distretto esplicita il ruolo della Fondazione come solida rete per la trasformazione tecnologica dell’economia sociale”.

“Questo riconoscimento conferma che stiamo lavorando nella giusta direzione e in linea con l’Action Plan for the Social Economy dalla Commissione Europea, che chiede agli Stati membri di definire e promuovere un’economia sociale di nuova generazione che vada oltre il perimetro del Terzo Settore e che riguardi tutto il sistema economico – ha affermato Massimo Minelli, presidente di Fondazione Triulza – L’economia sociale è per l’UE un Cluster industriale ed è per questo che dobbiamo continuare a promuovere e supportare la digitalizzazione e il trasferimento tecnologico delle realtà del Terzo Settore insieme a nuovi strumenti finanziari e a modelli di collaborazione e contaminazione con altri modelli d’impresa che hanno gli stessi obiettivi sociali d’impatto. Mind, oltre ad essere la palestra di sperimentazione di questo modello, rafforza inoltre la sua vocazione internazionale facendo parte del nuovo Cluster dell’economia sociale”. Tra le iniziative di Fondazione Triulza in Mind riconosciute di valore dalla Commissione Europea nel contesto dei cluster industriali dell’economia sociale rientrano: i percorsi di capacity building e di trasferimento tecnologico per cooperative, startup sociali e startup innovative sviluppati con il progetto Social Tech insieme a Fondo Sviluppo – Confcooperative, Coopfond – Legacoop e General Fond – Agci (che hanno già coinvolto 52 cooperative e startup sociali); le attività per immergere nell’ecosistema d’innovazione di Mind imprese innovative ad impatto attraverso strumenti come le Call Social Tech e il progetto MatchIS con Finlombarda e PlusValue; Il Social Innovation Campus, hub privilegiato per promuovere l’innovazione sociale e l’impatto tra le nuove generazioni con percorsi di orientamento e di co-progettazione, che ha già coinvolto nelle quattro prime edizioni circa 20.000 partecipanti; le attività di dibattito e di confronto sulla misurazione dell’impatto e sull’attivazione di strumenti finanziari mirati nell’ambito della Social Innovation Academy dal 2018. In questo nuovo contesto internazionale, Fondazione Triulza intende dunque rafforzare le collaborazioni con realtà italiane e non per l’attuazione di progetti e di attività che servano a rafforzare e valorizzare l’economia sociale in Italia, anche attingendo dei fondi che la Commissione potrebbe dedicare ai membri dei Cluster.

Il profilo completo di ‘Triulza’ nell’ambito dell’European Cluster Collaboration Platform è consultabile al link https://profile.clustercollaboration.eu/profile/cluster-organisation/bfb10ff9-0f4b-4881-8a21-452b7e6606d5

(nella foto: Massimo Minelli, presidente di Fondazione Triulza)

Assocostieri, logistica in prima linea per spinta a decarbonizzazione

Assocostieri, logistica in prima linea per spinta a decarbonizzazioneRoma, 2 mag. (askanews) – I combustibili di transizione e lo sviluppo della logistica energetica nel settore navale e terrestre. È questo il titolo della tavola rotonda che si svolgerà a Roma il prossimo 20 giugno nel corso dell’Assemblea annuale di Assocostieri in occasione dei 40 anni dell’Associazione.

La mobilità sostenibile e l’utilizzo sempre maggiore dei combustibili rinnovabili e alternativi – spiega Assocostieri in una nota – implicano un nuovo assetto delle infrastrutture della logistica nell’ottica della transizione energetica, che rappresenta oggi un percorso ancora sfidante e impegnativo, che richiede un grande sforzo di adattamento agli operatori. Per questo, serve valorizzare lo strumento del PNRR come opportunità, nonché, una delle modalità di utilizzo efficiente delle risorse per il supporto alla Transizione. In tale contesto per l’Associazione sarà importante continuare lo sviluppo dell’uso del Gnl in particolare nel trasporto pesante e marittimo e seguitare a valorizzare l’uso del GPL, che vanta indubbi pregi ambientali ed una logistica consolidata e capillare. Un ruolo forte sarà poi svolto dallo sviluppo dei combustibili alternativi che saranno supportati e, nel lungo periodo, sostituiti dal biometano (sotto forma di Bio-Lng) e dal metano sintetico (sotto forma di Syn-Lng).

Secondo Assocostieri occorre, altresì, evidenziare che è già in corso, la graduale sostituzione di Gnl e Gpl con le controparti bio grazie alla conversione degli impianti biogas in impianti biometano e Bio-Gnl. In futuro, poi, il ruolo del Bio-Gpl e del Syn-Lng diventerà di importanza sempre maggiore e nel trasporto stradale, oltre al crescente ruolo dell’elettrico, dovrà essere sviluppato un percorso verso l’uso di biocarburanti in purezza. “Assocostieri – sottolinea il direttore generale dell’associazione, Dario Soria – ritiene che per la progressiva decarbonizzazione del settore della logistica energetica occorra intervenire sulla riconversione dell’infrastruttura energetica attraverso un piano di investimenti e processi autorizzativi snelli e semplificati che permettano al settore di esprimere il proprio potenziale”.