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ChargeGuru-Zeplug, leader europeo infrastrutture ricarica elettrica

ChargeGuru-Zeplug, leader europeo infrastrutture ricarica elettricaRoma, 28 nov. (askanews) – Il provider di soluzioni di ricarica per veicoli elettrici ChargeGuru rafforza la sua posizione in Europa grazie alla fusione con Zeplug, il principale operatore di infrastrutture di ricarica per condomini residenziali ed uffici. Con l’operazione nasce uno dei maggiori fornitori di soluzioni per la ricarica dei veicoli elettrici in Europa, con un’offerta completa che copre l’intera catena del valore, dall’installazione alla messa in servizio. Un’offerta completa e completamente finanziata per condomini e aziende

La nuova offerta di ChargeGuru, informa una nota, è progettata per soddisfare la crescente domanda di servizi di ricarica per veicoli elettrici con una soluzione specificamente ideata per i condomini e gli uffici. Questo modello innovativo, che include il finanziamento per le infrastrutture di ricarica, nonché un servizio di installazione chiavi in mano e di manutenzione, è già stato adottato da 15.000 edifici in Francia. L’approccio all-inclusive di ChargeGuru rende facile per i proprietari, gli amministratori e i residenti passare all’utilizzo dei veicoli elettrici. ChargeGuru opera in 10 paesi dal 2018. La società si affida a un team esperto e dinamico per supportare privati e professionisti nella loro transizione alla mobilità elettrica. “La rapida evoluzione del settore della transizione energetica richiede una risposta altrettanto agile. Il nostro obiettivo in ChargeGuru, nel proporre l’offerta super innovativa di Zeplug che ha già dimostrato tutto il suo valore nel mercato francese, è di affermarci come leader europeo nella ricarica di veicoli elettrici. Occupandoci dell’intera catena del valore, stiamo facilitando attivamente la transizione ai veicoli elettrici in Italia.” dice Diego Trabucchi, Country Manager Italia.

Per accelerare la sua crescita, il Gruppo investirà i 240 milioni di euro raccolti da Zeplug nel 2022 grazie all’intervento del fondo infrastrutturale ICG (Intermediate Capital Group). L’ambizione è quella di creare più di 100.000 punti di ricarica in Europa entro il 2025. La fusione rafforzerà anche le partnership già esistenti con più di 20 case automobilistiche in tutta Europa. Secondo la European Automobile Manufacturers’ Association (ACEA), le vendite dei veicoli elettrici sono aumentate del 21% in Europa nel 2023. L’obiettivo della Commissione europea è di avere il 35% dei veicoli elettrici sul mercato europeo entro il 2030. In questo contesto favorevole, il Gruppo ha grandi ambizioni per il 2025.

Per raggiungere questo obiettivo, le due aziende si avvarranno delle loro sinergie e competenze complementari. “Questa fusione ci posiziona saldamente come leader europeo nella mobilità elettrica. Siamo convinti che la complementarità delle nostre competenze e la forza innovativa della nostra offerta per condomini e uffici, ci consentirà di soddisfare la crescente domanda di stazioni di ricarica elettrica in tutta Europa”, spiega Gilles Gomis, cofondatore di Zeplug e ChargeGuru. “Zeplug ha costruito una forte leadership in Francia grazie a questa innovativa offerta a costo zero che affronta specificamente la complessità della ricarica di veicoli elettrici in edifici residenziali e uffici. Le sfide sono simili in tutti i paesi europei a cui ci rivolgiamo e siamo entusiasti di portare l’offerta Zeplug in questi mercati per fornire ai clienti la soluzione migliore”, aggiunge Nicolas Banchet, co-fondatore di Zeplug e ChargeGuru.

Bce, Lagarde: dal 2025 solo collaterali certificati su sostenibilità

Bce, Lagarde: dal 2025 solo collaterali certificati su sostenibilitàRoma, 28 nov. (askanews) – Quando la nuova direttiva europea sui requisiti di sostenibilità (Corporate Sustainability Reporting Directive) sarà pienamente in vigore, dal 2025, Bce e Eurosistema delle banche centrali “accetteranno come collaterali solo strumenti che rispettano le direttive” per erogare finanziamenti alle banche. Lo ha affermato la presidente della Bce, Christine Lagarde con un videointervento alla conferenza dello European Financial Reporting Advisory Group (Efrag).

In pratica, da quel momento tutte le banche che operano nell’area euro saranno costrette, per poter accedere ai fondi della Bce, con cui poi alimentano il credito all’economia reale, a fornire come garanzie titoli che risultino allineati ai criteri di sostenibilità stabiliti dalla Ue e certificati dai requisiti di rendicontazione finanziaria. “Il lavoro non è ancora finito”, ha aggiunto Lagarde, che da quando ha rilevato la guida della Bce ha impartito una forte spinta verso ecologia e altri elementi di questo genere alla policy dell’istituzione.

“La sostenibilità non è soltanto una complementarietà ma è un elemento fondamentale nella creazione di valore sul lungo termine – ha sostenuto – e la gestione del rischio dovrebbe essere al centro delle decisioni delle imprese”.

Human foundation: borse studio per esperti in rendicontazione sostenibilità

Human foundation: borse studio per esperti in rendicontazione sostenibilitàMilano, 27 nov. (askanews) – Due borse di studio da 25 mila euro destinate a giovani ricercatori sul tema delle nuove regole europee di rendicontazione non finanziaria delle aziende. E’ l’iniziativa lanciata da Human foundation Do&Think Tank per l’innovazione sociale.

La fondazione cerca e forma esperti da affiancare al proprio team sui temi della impact economy, grazie a queste due borse di studio finalizzate all’approfondimento dei temi legati alla corporate sustainability reporting directive (CSRD), direttiva europea in vigore dal gennaio 2023 che impone alle aziende di divulgare pubblicamente le informazioni sui rischi, le opportunità e gli impatti che le loro attività hanno sulla società e sull’ambiente. Due le tematiche oggetto delle proposte di ricerca: la prima riguarda l’approfondimento della tassonomia europea e le sue ricadute sul sistema di rendicontazione di sostenibilità delle imprese; la seconda attiene allo studio, il raffronto e l’armonizzazione di criteri, metriche, kpi utilizzati per valutare l’impatto sociale e ambientale al fine di proporre un framework completo e efficiente.

I profili selezionati saranno scelti da Human foundation all’esito di un colloquio conoscitivo che approfondirà la proposta di ricerca oltre che le soft e hard skills richieste. Ciascun profilo selezionato sarà seguito da un ricercatore senior, proposto da Human Foundation. I profili selezionati inizieranno la loro attività presso la sede operativa di Human Foundation per una durata pari a 12 mesi. Per iscriversi c’è tempo fino al 12 dicembre.

Imballaggi, Biorepack: bene Parlamento Ue, dato valore a riciclo organico

Imballaggi, Biorepack: bene Parlamento Ue, dato valore a riciclo organicoMilano, 23 nov. (askanews) – “Quello approvato dall’aula del Parlamento europeo è un testo equilibrato. Rispetto all’impostazione iniziale, che, in alcuni passaggi, risultava decisamente penalizzante nei confronti del riciclo organico corregge alcune storture, recuperando il giusto spazio per tale forma di riciclo e per i materiali come le bioplastiche compostabili, che sono sviluppate anche per essere a supporto di tale riciclo”. A dichiararlo è Marco Versari, presidente del consorzio Biorepack, il consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile.

“Il testo approvato è figlio del grande lavoro portato avanti dal sistema consortile assieme agli europarlamentari italiani per riconoscere il giusto peso al riciclo organico e ai materiali compostabili”, aggiunge in una nota Versari. Garantire un adeguato valore a tali materiali è infatti d’aiuto per la crescita e il consolidamento del riciclo della frazione umida dei rifiuti domestici, che rappresentano tra il 30 e il 40% di tutti i rifiuti prodotti dai cittadini europei. “La produzione di imballaggi in bioplastiche compostabili gioca un ruolo decisivo per aumentare qualità e quantità della raccolta dell’umido e per la sua successiva trasformazione in compost, utilizzabile per il ripristino della fertilità dei suoli degradati – spiega Versari – Siamo quindi particolarmente lieti che, dopo il voto di ieri, il modello italiano di interconnessione tra la gestione dell’umido urbano e gli imballaggi in bioplastiche compostabili possa essere non solo mantenuto, ma anche diffuso in altri Paesi dell’Unione”. Dal primo gennaio prossimo, la raccolta differenziata dell’umido diventerà obbligatoria in tutta la Ue (in Italia, analogo obbligo è in vigore già da due anni). “Ben presto – conclude Versari – anche gli altri Stati membri potranno toccare con mano un sensibile miglioramento dei tassi di raccolta e riciclo dell’umido, che sarà possibile anche grazie al positivo contributo assicurato dai manufatti compostabili. Dopo il voto dell’Europarlamento auspichiamo che il Consiglio confermi questo approccio dando così la possibilità di diffondere il nostro virtuoso modello anche al di fuori dei confini nazionali. Biorepack continuerà a seguire la questione con la massima attenzione”.

Imballaggi, Federdistribuzione: bene Parlamento Ue ma restano criticità

Imballaggi, Federdistribuzione: bene Parlamento Ue ma restano criticitàMilano, 23 nov. (askanews) – Per Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione, il voto della plenaria ieri sul regolamento imballaggi è un “passaggio positivo” ma c’è ancora da fare “qualche ulteriore passo avanti nella fase finale del Trilogo”.

All’indomani della decisione del Parlamento europeo, Buttarelli riconosce che sono state approvate “alcune essenziali richieste di modifica che pervengono dalla filiera nazionale, rendendo un po’ più equilibrato il nuovo testo normativo. L’eliminazione, ad esempio, del divieto di commercializzazione degli imballaggi monouso per l’ortofrutta, che avrebbe avuto pesanti ripercussioni in termini di sicurezza e sprechi alimentari, ed il giusto bilanciamento tra riuso e riciclo, ha riportato il provvedimento in una dimensione più ragionevole”. “Permangono tuttavia delle criticità – osserva – laddove si conferma il divieto delle confezioni pluriprodotto, la tendenza ad andare verso forme di vendita alla spina, che hanno sinora dato risultati discutibili sia in termini ambientali che di gestione operativa, nonché la volontà di spingere sull’introduzione di sistemi di cauzionamento, che vedrebbero pesantemente coinvolto il settore della distribuzione, ma anche della produzione, in caso di eventuali sistemi di raccolta per il riutilizzo, i cui costi ricadrebbero inevitabilmente sulla filiera e sui consumatori”. “È necessario provare a fare qualche ulteriore passo avanti nella fase finale del Trilogo. C’è ancora da lavorare nell’ultimo miglio – conclude – ma il passaggio di ieri è senz’altro positivo”.

Terna si aggiudica il Best Esg Rating Award 2023

Terna si aggiudica il Best Esg Rating Award 2023Roma, 22 nov. (askanews) – Terna, il Gruppo che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale, guidato da Giuseppina Di Foggia, si aggiudica il “Best ESG Rating Award 2023”.

Il Gruppo, per cui la sostenibilità è un driver strategico e uno dei pilastri della propria attività, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento grazie alle eccellenti performance registrate negli ambiti ESG oggetto di valutazione e, in particolare, nell’Environment per le azioni di tutela della biodiversità. Lo rende noto Terna in un comunicato. Il “Best ESG Rating Award 2023”, che si basa sulle analisi di Standard Ethics, autorevole agenzia specializzata nell’emissione di rating non finanziari, premia Terna “per l’impegno nella tutela della biodiversità che la Società persegue mediante partnership qualificate e strumenti di governance, finalizzati a perseguire le indicazioni internazionali e le strategie dell’Unione europea in materia”.

Con studi obiettivi e strumenti scientifici, gli analisti di Standard Ethics forniscono la fotografia dettagliata del posizionamento di Terna rispetto alle indicazioni di sostenibilità e corporate governance promosse da ONU, OCSE e UE assegnando al Gruppo il Rating EE. Per Terna – sottolinea l’azienda nella nota – conciliare l’esigenza di realizzare infrastrutture elettriche strategiche per il Paese con la necessità di tutelare l’ambiente e la biodiversità, è un obiettivo primario.

Un esempio virtuoso di tale attenzione è rappresentato dal nuovo collegamento sottomarino tra l’Isola d’Elba e Piombino: il gestore della rete elettrica nazionale ha realizzato, prima della posa del cavo, un trapianto di circa 53mila talee di Posidonia Oceanica in un’area di oltre 1.650 metri quadri, al fine di garantire la tutela della biodiversità marina nel Golfo di Follonica, tra la provincia di Livorno e Grosseto. Tra le iniziative promosse dal Gruppo, si ricordano anche i Biodotti, interventi di ‘rinaturazione’ realizzati alla base dei sostegni di 5 linee elettriche aeree. Obiettivi principali del progetto: potenziare gli habitat naturali alla base dei tralicci attraverso la piantumazione di specie autoctone e l’implementazione di installazioni per la fauna selvatica, oltre a migliorare l’estetica dei tralicci grazie alle azioni di ingegneria ambientale.

Ulteriore esempio dell’attenzione di Terna alla biodiversità è rappresentato dal progetto Tiny Forest, comunità vegetali, piccole ma molto efficienti, realizzate per la prima volta in Italia secondo il metodo del botanico giapponese Akira Miyawaki. Si tratta di micro-boschi che contribuiranno ad aumentare la velocità di crescita delle foreste, lo sviluppo della biodiversità e la capacità di assorbimento della CO2. La leadership nella sostenibilità da parte di Terna – conclude la nota – è testimoniata, inoltre, dalla presenza della società nei principali indici ESG, tra i quali: STOXX Global ESG Leaders, Dow Jones Sustainability, Bloomberg Gender Equality, Euronext Vigeo, FTSE4Good, S&P Global 1200 ESG, MIB ESG ed ECP.

Ue, Urso a Strasburgo per voto Eurocamera su imballaggi domani

Ue, Urso a Strasburgo per voto Eurocamera su imballaggi domaniStrasburgo, 21 nov. (askanews) – Il ministro per le Imprese e iol made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato oggi a Strasburgo gli eurodeputati italiani e alcuni rappresentanti del sistema produttivo nazionale, alla vigilia del voto della plenaria del Parlamento europeo, domani a mezzogiorno, sul nuovo regolamento Ue relativo agli imballaggi e ai rifiuti da imballaggi.

Il regolamento, in discussione da quasi un anno dopo la proposta della Commissione del 30 novembre 2022 che dovrà sostituire le norme attuali, è stato oggetto di fortissime pressioni da parte dei gruppi d’interesse, e in particolare di quelli italiani, come dimostra l’altissimo numero di emendamenti (circa 2.500) presentati dal Parlamento europeo. “Sono venuto a Strasburgo per incontrare, come doveroso, tutte le delegazioni del Parlamento europeo, per fare squadra con le nostre istituzioni e le nostre imprese a sostegno del sistema industriale, e quindi del lavoro italiano; a cominciare dal dossier cruciale sugli imballaggi che, se non fosse modificato sostanzialmente, avrebbe un impatto molto pesante per il nostro sistema produttivo””, ha detto Urso durante un punto stampa nel pomeriggio.

“In realtà – ha osservato il ministro – si tratta di un dossier di natura industriale, che avrebbe un impatto molto pesante, ove non fosse modificato in modo sostanziale, sul nostro sistema produttivo. Fare squadra – ha sottolineato Urso – è importante, a tutela del sistema Italia. Di questo sono convinte le nostre imprese e i sindacati, che ci hanno stimolato a coinvolgere tutti i gruppi in questa battaglia”. I punti più controversi del regolamento sono sostanzialmente due: l’accento posto in priorità sugli obiettivi di riuso degli imballaggi, e non più solo su quelli di riciclaggio, come modo per ridurre la produzione di rifiuti in quest’area; e i divieti di usare imballaggi monouso, soprattutto per confezioni di piccole dimensioni, di alimenti e bevande nei settori della distribuzione e della ristorazione.

L’Italia, che ha già superato abbondantemente gli obiettivi fissati dalla normativa attuale dell’Ue per il riciclaggio degli imballaggi, si è opposta fin dall’inizio all’impianto del regolamento, basato sul principio della “gerarchia dei rifiuti” nell’economia circolare, per cui, quando è possibile, il riuso è prioritario rispetto al riciclo. L’applicazione di questo principio basilare della politica ambientale comunitaria rischierebbe, è questo il timore, di mettere in crisi la fiorente industria del riciclaggio in Italia. Di qui l’opposizione a diverse disposizioni del regolamento Ue da parte del governo e di molti eurodeputati italiani, che sono contrari anche al ritorno del sistema di cauzione e riconsegna delle bottiglie vuote, che molti anni fa esisteva in Italia, e che esiste o è stato introdotto in molti altri paesi europei. Non sarebbe più sensato reintrodurlo anche in Italia?

“Per vent’anni – ha detto Urso, replicando a questa domanda – le istituzioni europee, e noi con esse, abbiamo indicato al sistema produttivo di realizzare un sistema avanzato di riciclo. Da vent’anni questa era stata l’indicazione data al sistema produttivo italiano, che si è mosso sulla strada del riciclo meglio delle altre imprese europee. E noi siamo il paese leader nel campo del riciclo in Europa e nel mondo. Ora ci dicono che il riciclo non conta più nulla, ma conta il riuso; cioè hanno cambiato le regole del gioco che loro stessi hanno dato vent’anni fa alle imprese europee, e questo è illogico”. A un giornalista che ricordava che le direttive europee prevedono la “gerarchia dei rifiuti” già dal 2008, il ministro ha poi risposto: “Ma infatti noi non vogliamo dire di utilizzare una strada piuttosto che un’altra: la nostra azione è sempre frutto del buon senso, e della consapevolezza che l’Europa è il continente delle libertà. E quindi se un obiettivo si può raggiungere meglio col riciclo, lo si raggiunga col riciclo, se si può raggiungere con riuso, lo si raggiunga col riuso. Noi siamo neutrali sul piano della tecnologia da utilizzare, e siamo fermamente convinti che bisogna procedere sulla strada della sostenibilità ambientale. Ma neutrali sulla tecnologia da utilizzare”, ha ripetuto. “Questo vale per quanto riguarda il riciclo rispetto al riuso nel regolamento sugli imballaggi di domani, ma vale anche per il dossier dell’automobile, perché secondo me occorre utilizzare tutte le tecnologie possibili, per quanto riguarda il biocombustibile come il combustibile sintetico, che hanno la stessa valenza”. Il biocombustibile – ha osservato il ministro -“può raggiungere gli stessi obiettivi del motore elettrico. Perché dire al cittadino che può utilizzare solo il motore elettrico, se poi c’è una tecnologia che oggi può essere il combustibile sintetico, può essere domani il biocombustibile e dopodomani l’idrogeno, che raggiunge gli stessi obiettivi? Per questo bisogna avere un approccio – ha insistito – che sia neutrale sul piano della scienza e della tecnologia, e fermo sul piano dei valori”, ha rilevato Urso. A margine della seduta plenaria del Parlamento Europeo in corso a Strasburgo, Urso ha anche incontrato i rappresentanti delle associazioni di imprese e di alcune grandi aziende italiane per un confronto sui temi della competitività e sui dossier in corso di discussione nelle istituzioni europee. Alla riunione hanno partecipato anche i rappresentanti di Confindustria e di Eni, Enel, Ferrovie dello Stato, Iveco, Versalis, Edison, Seda International Packaging Group, Fincantieri. “Istituzioni e imprese insieme per difendere la competitività del Sistema Italia”, ha detto il ministro Urso.

La transizione urbana al centro della nuova edizione BiUniCrowd

La transizione urbana al centro della nuova edizione BiUniCrowdMilano, 21 nov. (askanews) – Sei progetti che potranno essere selezionati anziché cinque come nelle precedenti edizioni. Sei partner industriali che li sosterranno per farli diventare reali attraverso il match-funding: a2a, Fondazione Cariplo, Corepla, Eni, Edison-Fondazione Eos e Thales Alenia Space. Si inaugura, inoltre, una nuova piattaforma per le campagne di raccolta: Ginger Crowdfunding, che porta in dote al progetto nuovo impulso alla formazione dedicata a tutti gli aspiranti progettisti. Sono queste le principali novità della VI edizione di BiUniCrowd, il crowdfunding targato Bicocca presentato oggi presso l’Auditorium dell’Università Milano-Bicocca. Iniziativa che permette di concretizzare idee innovative attraverso il contatto con importanti imprese finanziatrici e il reward based crowdfunding, modello che prevede una forma di ricompensa per chi investe nel progetto.

Nel corso della mattinata, le aziende che sostengono l’iniziativa e alcuni tra i progettisti che hanno già realizzato campagne di successo hanno fatto comprendere quanto sia importante mescolare la ricerca con la società e le imprese. “Il coinvolgimento di cittadini e aziende è l’elemento chiave di BiUniCrowd. Abbiamo potuto sperimentare il crowdfunding come veicolo di impatto sociale o terza missione dell’università”, ha spiegato Salvatore Torrisi, prorettore alla Valorizzazione della Ricerca in Bicocca, che introdotto l’evento. I numeri delle cinque edizioni già realizzate confermano gli importanti risultati: 21 progetti conclusi con successo e oltre 195.000 euro erogati grazie al supporto di più di 2.000 donatori, la maggior parte dei quali “esterni” all’ambiente universitario. “L’Università ha una grande responsabilità che è quella di avere un impatto anche sociale sul territorio – afferma Giovanna Iannantuoni, rettrice dell’ateneo -. Ecco perché è importante trovare la strada per trasformare in progetti idee che parlino di sostenibilità, di efficienza energetica, di mobilità intelligente, in generale di progresso nella società in cui viviamo. Con questa nuova edizione di BiUniCowd si offre ancora una volta la possibilità che questa trasformazione avvenga con il sostegno del finanziamento diffuso”.

I vincitori del bando otterranno un supporto formativo all’utilizzo del crowdfunding per raggiungere l’obiettivo del 50% di fondi previsti, mentre il restante 50% sarà cofinanziato dai partner, per un budget massimo di 10.000 euro. È possibile candidare il proprio progetto fino al 15 gennaio 2024.

Femminicidi, Cnpr Forum: intervenire per tempo con la prevenzione

Femminicidi, Cnpr Forum: intervenire per tempo con la prevenzioneMilano, 20 nov. (askanews) – “Dobbiamo intervenire sicuramente sulla prevenzione, sugli aspetti formativi e sulla raccolta tempestiva delle denunce con interventi specializzati di chi prende in carico le segnalazioni. Le donne devono essere aiutate a uscire da situazioni difficili e bisogna farlo in tutta sicurezza per le vittime che hanno paura di perdere i propri figli e di non farcela dal punto di vista economico. Uno dei temi prioritari della ‘Commissione’ riguarda proprio la violenza economica, un fattore sul quale bisogna lavorare tantissimo e va di pari passo con la politica dell’occupazione femminile”. Lo ha dichiarato Martina Semenzato, di Noi Moderati, presidente della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Femminicidio, nel corso del Cnpr forum “Femminicidio e violenza di genere: cosa serve ancora in Italia per cambiare?”, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili presieduta da Luigi Pagliuca.

“Questa formazione deve ‘scollinare’ le aule scolastiche e arrivare a formare operatori sociosanitari e forze dell’ordine – ha proseguito Semenzato – per dare loro strumenti atti a intervenire tempestivamente fino ad arrivare alla formazione di avvocati e magistrati. Occorre riprenderci questa società che per alcuni versi sembra implodere e regredire nel rapporto uomo-donna. Il cammino di indipendenza della donna non collima con la visione ancora patriarcale che abbiamo nella nostra società”. Sulla necessità di un lavoro di prevenzione culturale è intervenuta anche Tatiana Rojc, senatrice del Partito Democratico in Commissione Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani a Palazzo Madama. “Le donne negli ultimi 80 anni hanno fatto tantissima strada ma non è sufficiente. In Italia la condizione familiare incide ancora pesantemente sul destino delle donne. Manca l’educazione alla differenza, al Sud in modo particolare. Per sradicare quella cultura patriarcale che colpisce molto pesantemente il corpo delle donne serve un lavoro di prevenzione culturale che non può che generarsi da un grande investimento economico da parte di chi governa”. “Se è decisiva la famiglia, la scuola e tutto il contesto in cui cresciamo deve essere determinante la formazione dei singoli individui. Bisogna sottolineare anche il ruolo della televisione – ha aggiunto Rojc – che prima ha alfabetizzato gli Italiani ma poi li ha illusi. La tv commerciale è stata in questo senso un fattore estremamente negativo proponendo modelli femminili inaccettabili. Altro aspetto fondamentale è il superamento del gap economico tra uomo e donna. La strada verso una emancipazione economica è ancora lunga e non può esistere che a parità di lavoro le donne guadagnino meno degli uomini”.

Secondo Catia Polidori, parlamentare di Forza Italia in Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo a Montecitorio, “la violenza di genere riguarda un aspetto psicologico difficile da superare. La difficoltà vera sta nell’educazione che viene data ai ragazzi e anche alle ragazze”. “La donna va educata a non accettare la violenza – dice la parlamentare di Forza Italia – coloro che non denunciano lo fanno in nome di una superiorità fisica che viene recepita come superiorità di tipo intellettuale. Spesso le violenze sulle donne avvengono per motivi di gelosia quindi è un’educazione al sentimento che manca. Non c’è differenza di classe sociale e di provenienza. E’ un problema che riguarda trasversalmente qualsiasi donna, nessuna è al sicuro se non educata a rifiutare ogni forma di prevaricazione. Bisogna intervenire sulla prevenzione – osserva Polidori – a partire dall’età prescolare con tutto ciò che possa essere d’aiuto anche le piccole cose. E’ passato da poco alla camera il decreto per contrastare la violenza contro le donne e ho proposto una legge a mia prima firma relativa a un’app ‘Mai Sole’. Un’applicazione che funziona anche a telefono spento e potrebbe essere determinate nella prevenzione”. Stefania Ascari, deputato del Movimento 5 stelle in Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul Femminicidio, ritiene “necessario affiancare un’opera costante di educazione alla non violenza. Ho depositato una proposta di legge che vuole introdurre in modo sistemico l’educazione affettiva e sessuale a partire dai banchi di scuola per fornire da subito uno strumento gentile che insegni a controllare le emozioni, che educhi a riconoscere e gestire anche quelle più negative come la rabbia, imparare a gestire anche il rifiuto, sapere litigare e rispettare le scelte di tutti”. “Questo è fondamentale ed è quello che manca. Così come bisogna educare i media a un linguaggio corretto. In alcuni casi – rimarca Ascari – le vittime vengono messe sul banco degli imputati con una sorta di giustificazionismo rispetto a un fatto gravissimo che è stato commesso. Gli operatori che ruotano attorno al fenomeno della violenza di genere devono essere formati e preparati devono sapere leggere anche il silenzio. Le leggi ci sono e possono essere migliorate ma quello che manca è l’educazione, ci troviamo di fronte a un analfabetismo empatico che deve essere insegnato da subito perché riguarda la sfera più intima che è quella affettiva”.

Il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Pasqua Borracci, commercialista e revisore legale dell’Odcec di Bari. “Sono passati quasi 80 anni dal primo voto delle donne, 50 anni dalla legge sul divorzio, sono state introdotte le quote rosa e l’astensione lavorativa per i papà. Ma ci sono ancora tanti, troppi femminicidi in Italia – ha detto Borracci – E’ necessario attivare nuovi modelli di prevenzione che siano efficaci e concreti per evitare questa vera e propria strage di donne indifese. Sul campo sono morte anche delle professioniste, ricordo le due colleghe commercialiste uccise a Roma per mano di un folle nello svolgimento del proprio lavoro. Il duplice omicidio ha scosso l’intera comunità dei professionisti riproponendo in tutta la sua drammaticità il tema della sicurezza di genere”. Le conclusioni sono state affidate a Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto Nazionale Esperti contabili. “Emerge la necessità unanime di proseguire nel percorso di formazione e crescita di una migliore coscienza sulla parità di genere. Percorso che non ha bisogno di nuove misure di legge e nuove misure sanzionatorie ha bisogno di procedere lentamente ma progressivamente verso una definitiva coscienza dell’assoluta parità fra uomo e donna nei rapporti sociali – ha detto Longoni – Il processo di evoluzione della mentalità dei cittadini è lento che richiede attività educative, richiede l’intervento delle istituzioni scolastiche affinché si formino coscienze in maniera compiuta rispetto a un tema come quello della parità di genere e del rispetto delle persone. Deve evolvere la mentalità dei giovani di oggi che saranno uomini e donne di domani”.

Terza riunione tavolo tecnico nazionale su matarie prime critiche

Terza riunione tavolo tecnico nazionale su matarie prime criticheRoma, 15 nov. (askanews) – Si è riunito oggi a Palazzo Piacentini, sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy, il “Tavolo Tecnico Nazionale per le materie prime critiche”. L’incontro odierno, secondo quanto riporta un comunicato, il terzo da quando il Tavolo è stato attivato, è stato presieduto dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin: presenti all’incontro i rappresentanti del dicastero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), delle agenzie per le nuove tecnologie l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) e Spaziale Italiana (ASI), degli istituti nazionale di statistica (ISTAT) e superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), oltre alle rappresentanze dei centri di ricerca, dei consorzi di filiera e delle associazioni di categoria della filiera.

Il Tavolo ha come obiettivo il rafforzamento del coordinamento tra i vari soggetti coinvolti e la formulazione di proposte utili ad assicurare un approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime critiche, alla luce degli obiettivi dettati dalla duplice transizione green e digitale e del negoziato sul Regolamento europeo sulle Materie Prime Critiche. L’incontro odierno è servito a tirare le fila del lavoro finora svolto dall’Italia rispetto alla definizione di una strategia nazionale chiara, concreta e concertata, volta a garantire i fabbisogni di materie prime critiche dell’industria italiana e a contribuire al perseguimento degli obiettivi di estrazione, lavorazione, riciclo e diversificazione in fase di definizione a livello europeo.

“Due giorni fa, in sede di ultimo trilogo, è stato raggiunto un accordo su un testo di compromesso provvisorio relativo alla proposta di Regolamento sulle materie prime critiche, che ora dovrà essere confermato dal voto del Consiglio e del Parlamento per essere cristallizzato – ha affermato il ministro Adolfo Urso nel corso del suo intervento in apertura dei lavori – L’Italia, grazie anche a questo Tavolo, ha contribuito in modo effettivo ai negoziati, registrando risultati positivi, come l’inclusione dell’alluminio nella lista delle materie prime strategiche o il compromesso raggiunto sotto i profili dei benchmark di trasformazione e riciclo. Risultati che sono il frutto anche del nuovo format trilaterale di politica industriale tra Italia, Francia e Germania, che abbiamo insediato nel giugno scorso a Berlino proprio sulle materie prime critiche. Il nostro impegno continua sul fronte delle riforme che verranno introdotte nel cosiddetto Critical Raw Materials Act italiano, che si propone di creare un quadro normativo di riferimento per la gestione delle materie prime critiche in Italia, conciliando l’obiettivo di riavviare il settore minerario, anche attraverso lo snellimento e la riduzione dei tempi per le procedure autorizzative, con la tutela ambientale”. “Occorre ripensare alle filiere, fin dalla progettazione, per la ricerca di materiali sostitutivi, ma anche per tecnologie energetiche più durevoli, riparabili, net zero e possibilmente riciclabili al 100% – ha affermato il ministro Gilberto Pichetto Fratin – La filiera del riciclo rappresenta un’opportunità per molte materie prime critiche, costituendo una vera e propria “miniera urbana”. Abbiamo il dovere, considerando le best practices europee di elaborare proposte normative e di governance che supportino iniziative e investimenti per la sostenibilità e la resilienza degli approvvigionamenti. A tal proposito, una proposta che faremo al Presidente del Consiglio anche in vista del G7 italiano sarà quella di contribuire con i nostri tecnici, all’implementazione del ‘Five Points Plan’ sui minerali critici sottolineando la necessità di promuovere azioni di cooperazione dei Paesi G7 con i paesi terzi – con particolare attenzione all’Africa – per promuovere una crescita sostenibile anche grazie al ruolo offerto dalle tecnologie per la decarbonizzazione”.