Abi chiede di sostenere la fiducia e rassicura su tassi e costiRoma, 23 ott. (askanews) – In questa fase la priorità per l’economia italiana è rinsaldare il clima di fiducia. E dall’Associazione bancaria italiana giungono rassicurazioni sia sui tassi, che continueranno a calare, sia sui costi per la clientela, che non saliranno a dispetto del “sacrificio” richiesto al settore dalla manovra di Bilancio in preparazione. A fare il punto della situazione sono stati il presidente, Antonio Patuelli, e il direttore generale, Marco Elio Rottigni, che oggi a Firenze hanno chiuso la due giorni di seminario dell’associazione.
“La prima esigenza dell’economia italiana, in cui banche sono determinanti, è favorire un clima di maggiore fiducia”, ha detto Patuelli, notando come “prossimamente” vi saranno diversi “eventi che dovrebbero dissipare se non altro delle incertezze”. Ha citato le elezioni presidenziali negli Usa – dopo “una campagna elettorale devastante” – e i voti del Parlamento europeo sulla nuova Commissione e i nuovi commissari Ue. E alle autorità europee e italiane quello che le banche italiane chiedono è “innanzitutto che vi sia stabilità del quadro normativo: il terremoto normativo europeo confidiamo si sia sedimentato con 10 anni di Unione bancaria – ha proseguito il presidente -. E anche quello italiano necessità di una stabilità di prospettiva, perché banche e imprese riescono a operare e investire se hanno un quadro stabile, laddove se vi è incertezza prevale l’attesa”.
“Abbiamo bisogno di certezza e semplificazione. Secondo, chiediamo realismo alla Unione europea, non velleitarismo: 10 anni hanno evidenziato che il terzo pilastro dell’Unione bancaria non si è realizzato per ataviche diffidenze. Il punto principale è non rimanere inerti, sarebbe un gravissimo errore”. Inoltre bisogna “realizzare codici europei di diritto bancario, utilissimo anche per far crescere dei giganti europei”. Il direttore generale ha ricordato il momento di profonda trasformazione che il sistema bancario sta attraversando e ha tracciato le dimensioni delle sfide alle porte, a cominciare da innovazione e digitalizzazione; cyber sicurezza e lotta ai crimini finanziari; tutela dei dati; regolamentazione e attuazione delle normative fiscali; cambiamenti climatici e sostenibilità.
Ma poi c’è anche la concorrenza che giunge da operatori finanziari che non fanno parte del settore tradizionale, a volte chiamate “non banche”, in precedenza settore bancario “ombra”, segmento che è lievitato anche per il moltiplicarsi di nuove realtà digitali. Alcune banche stanno creando partnership con Fintech per integrare soluzioni innovative nei loro servizi. Rottigni tuttavia ha voluto rimarcare la necessità di una concorrenza paritetica: “Non ci piace e non è corretto creare degli effetti distorsivi nell’offerta di un servizio, tra chi è obbligato a rispettare tutte le regole”, come le banche commerciali, “e alcuni che sono più liquidi” anche perché non tenuti a osservare le stesse normative.
“Desidererei che tutto il campo di gioco fosse lo stesso. Noi – ha aggiunto Rottigni – siamo aperti a tutti quelli che hanno una licenza bancaria e che svolgono la loro attività all’interno di regole condivise”. In primo piano in questi giorni resta il dibattito sulla manovra di Bilancio. Su questo Patuelli ha ribadito la posizione di no comment fino a quando non sarà disponibile “lo stampato” ufficiale con i correttivi apportati dal governo. Ma poi, incalzato dai giornalisti sull’articolato provvedimento di sospensione di due anni delle deduzioni sulle imposte differite attive (Dta), ha replicato che sebbene rappresenti “un sacrificio” per le banche, non dovrebbe portare ad aumenti di tariffe o costi nei servizi alla clientela, perché “sarà assorbito nei conti economici”, ha assicurato. Piuttosto andrebbe ridotta la tassazione sul risparmio (e non sulle attività speculative). Patuelli ha anche lanciato un richiamo: “le banche sono oggi un elemento essenziale per la prosperità e la solidità dell’economia italiana, io chiedo di sottrarre i temi bancari dalla propaganda politica. Sono organismi assai complessi e delicati, soprattutto con l’Unione bancaria europea e la Vigilanza unica”. Ma il richiamo non riguarda solo la politica italiana: in Europa “bisogna far crescere chi ha la possibilità di crescere e rispettare la assoluta indipendenza della Bce, come prevista e definita dai trattati Ue. Perché solo la Bce decide sulle autorizzazioni delle operazioni di mercato. E nessun Parlamento e nessun governo può interferire sulle procedure e le decisioni della Bce”. Un chiaro riferimento al caso UniCredit-Commerzbank, che il presidente Abi non ha menzionato esplicitamente. Intanto sul versante del credito all’economia “i tassi di mercato hanno anticipato e anticipano tutt’ora ulteriori riduzioni dei tassi della Bce. Ieri sera i tassi Euribor hanno segnato una riduzione record al 3,14%, e qui va fatto il confronto con tassi del 3,25% (depositi Bce) e del 3,40% (principali operazioni di rifinaziamento Bce). Quindi l’Euribor è già più basso di ambedue. E il tasso Irs a 10 anni ieri era ridotto al 2,43% – ha rassicurato Patuelli – un centinaio di punti base in meno” della media dei tassi ufficiali della Bce. Ma ci sono anche elementi di allerta. “Attenzione il Pnrr non è eterno, non mancano più diversi anni: mancano diversi mesi e io non faccio affidamento sulla possibilità di ottenere un rinvio delle scadenze, perché se non venisse concesso l’Italia, che ne è il maggiore beneficiario, non deve trovarsi in una situazione di impreparazione e di incapacità di spenderne le risorse”, ha detto. E nel frattempo “la Bce sta comprando sempre meno titoli di Stato, anche italiani, è vero l’asta di Btp di ieri è andata molto bene, ma attenzione. Perché la Bce che rinnova sempre meno titoli e che lo dichiara nel comunicato, da vari mesi, è una notizia che gira poco ma che ha un grandissimo rilievo bancario e finanziario”. Questa manovra farà sì “che si svilupperà ancora di più sul mercato una competizione sulla liquidità investita a tempo, certamente ne occorre di più per i titoli di Stato, perché meno la Bce ne compra più sarà il mercato che dovrà acquistarli. E parallelamente – ha proseguito – le banche di fronte alle attese di mutui per le famiglie e prestiti per le imprese avranno bisogno di più depositi a tempo, perché l’equilibrio della liquidità delle banche tra depositi e prestiti è fondamentale”.