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Autonomia energetica e tuteladella biodiversità nell’agenda green del Caribe Bay

Autonomia energetica e tuteladella biodiversità nell’agenda green del Caribe BayRoma, 25 lug. (askanews) – L’aumento delle temperature, i fenomeni meteorologici estremi e le altre conseguenze del cambiamento climatico impattano quotidianamente sulla qualità della vita di milioni di persone, sempre più consapevoli dell’importanza della conservazione dell’ambiente e dell’adozione di pratiche di consumo più sostenibili. Il tema della tutela del Pianeta, informa una nota, è diventato centrale anche nelle scelte che orientano la maggior parte dei settori produttivi, permeando l’intera economia e il mondo della finanza. Non fa eccezione il comparto dei parchi divertimento, tra i primi ad adottare misure volte a ridurre drasticamente l’impatto delle loro attività. Significativo in questo senso l’esempio di Caribe Bay, parco a tema acquatico di Jesolo che riproduce un’oasi tropicale con sabbia bianca e migliaia di palme a due passi da Venezia: da tempo il parco ha implementato pratiche virtuose e progetti di efficientamento, tracciando la strada per molte aziende del settore.

Carla Cavaliere, responsabile sostenibilità Caribe Bay, dichiara: “La nostra agenda green mira allo sviluppo sostenibile del parco e prevede investimenti strutturali nel medio e lungo periodo per abbattere le emissioni e ridurre i consumi, uniti ad una costante attività di sensibilizzazione degli ospiti, aspetto spesso sottovalutato ma a nostro avviso di primaria importanza. Dallo scorso anno, li coinvolgiamo attivamente nel progetto di compensazione delle emissioni di anidride carbonica non riducibili: mentre acquistano il biglietto per venire a divertirsi ‘come ai Tropici’, possono prendere consapevolezza delle minacce che incombono sui veri paradisi tropicali del Pianeta e contribuire alla salvaguardia della loro biodiversità”. Al momento dell’acquisto online, infatti, gli utenti del sito ricevono un codice che possono utilizzare per conoscere i progetti a cui ha aderito Caribe Bay con l’obiettivo di tutelare la biodiversità in alcune delle aree più a rischio del Pianeta, come le foreste torbiere indonesiane, la Foresta Amazzonica e le immense aree soggette a deforestazione in Zimbabwe e Uruguay. Progetti che hanno anche l’obiettivo di proteggere molte delle specie animali più a rischio, tra cui tucani, elefanti africani, fenicotteri, tigri di Sumatra e rinoceronti di Giava.

“Il progetto riscuote molto interesse da parte degli ospiti – prosegue Cavaliere – e dallo scorso anno abbiamo compensato interamente le emissioni dirette, pari a 188 tonnellate di anidride carbonica, avvicinandoci ulteriormente all’obiettivo di diventare il primo parco divertimenti carbon neutral d’Italia. Innumerevoli ricerche hanno evidenziato che oltre un milione di specie, tra animali, vegetali e insetti sono attualmente a rischio di estinzione a causa del cambiamento climatico: i programmi che abbiamo selezionato si inseriscono nell’ambito dell’accordo 30×30 siglato a conclusione della COP15 di Montreal, che mira a proteggere il 30% delle aree terrestri entro il 2030”. L’iniziativa è stata attivata in collaborazione con Up2You, startup greentech e B Corp certificata che permette alle aziende di ridurre il proprio impatto ambientale guidandole in percorsi su misura verso la sostenibilità: nello specifico, la startup ha identificato e quantificato le sorgenti emissive di Caribe Bay, calcolando così la carbon footprint del parco, per poi pianificare strategie di gestione e politiche di riduzione e compensazione delle emissioni di gas a effetto serra.

L’impegno verso la compensazione delle emissioni non riducibili si accompagna alla pianificazione di nuovi interventi strutturali: al primo posto c’è il potenziamento degli impianti di filtraggio e ricircolo dell’acqua, combinato alla valutazione sulla possibilità di utilizzare l’acqua di mare, opportunamente trattata, nelle piscine. Gli impianti di Caribe Bay e le pompe di filtraggio sono già predisposti per l’utilizzo di acqua di mare: la soluzione consentirebbe di ridurre al minimo l’impatto sulle risorse idriche e sulle riserve di acqua potabile, sempre più preziose in un contesto di crescente siccità. Per l’attuazione, occorre tuttavia ottenere l’approvazione delle autorità competenti. Tra i principali progetti allo studio, è prevista anche la realizzazione di un impianto fotovoltaico che renderà il parco completamente autonomo dal punto di vista energetico. Secondo i piani, l’impianto occuperà l’area del parcheggio, con il vantaggio di creare un’ampia zona d’ombra per le auto degli ospiti. Se opportunamente autorizzati, i lavori inizieranno in primavera e saranno completati entro l’estate affinché i pannelli siano operativi per la stagione 2024, garantendo energia pulita a tutto il polo che comprende Caribe Bay, il minigolf Caribbean Golf e la discoteca Vanilla Club. L’energia prodotta in eccesso rispetto al fabbisogno interno e durante i mesi di chiusura del parco sarà immessa nella rete locale, a vantaggio di tutto territorio. L’impianto sarà già dimensionato rispetto al futuro ampliamento del parco, a cominciare dal centro benessere con SPA la cui costruzione è in programma nei prossimi mesi: oltre ad utilizzare energia elettrica da fonti rinnovabili, sarà installato un sistema geotermico a basso impatto per il riscaldamento.

RSE e A2A nel corsorzio di ricerca su sinergie tra vettori energetici

RSE e A2A nel corsorzio di ricerca su sinergie tra vettori energeticiMilano, 20 lug. (askanews) – Il Gruppo A2A e RSE-Ricerca sul Sistema Energetico sono tra i 19 membri del consorzio che si è aggiudicato il progetto europeo Senergy Nets, nell’ambito del programma Horizon Europe.

Senergy Nets, prosecuzione del precedente progetto H2020 Magnitude conclusosi nel maggio del 2021, mira a dimostrare i benefici derivanti dall’integrazione dei diversi vettori energetici in ottica di decarbonizzazione: come integrare al meglio elettricità, teleriscaldamento e gas al fine di perseguire i target europei di riduzione delle emissioni. Per raggiungere questo obiettivo, attraverso il consorzio interdisciplinare che coinvolge 19 organizzazioni dislocate in 8 Paesi europei, il progetto svilupperà una serie di strumenti e piattaforme per incrementare la sinergia tra la pianificazione di teleriscaldamento e reti di distribuzione elettrica e gas dei Paesi europei coinvolti. Queste soluzioni saranno implementate in tre diversi siti di sperimentazione situati a Milano, Lubiana e Parigi, per un periodo complessivo di 48 mesi che si estenderà fino all’agosto 2026. I partner direttamente coinvolti nel sito pilota italiano saranno proprio RSE-Ricerca sul Sistema Energetico, A2A, A2A Calore e Servizi e Unareti – gestore del sistema di distribuzione elettrica e gas – affiancati dall’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano (AIRU) e da Federconsumatori Milano.

Per il caso dimostrativo italiano, la sinergia verrà studiata con focus sulla Centrale del Teleriscaldamento Canavese di Milano di A2A Calore & Servizi, in cui è possibile sfruttare la sinergia fra pompa di calore geotermica, accumuli termici, pompa di calore per recupero di calore di scarto, boiler elettrico, caldaie, cogenerazione e -in fase di progettazione- solare termico, oltre che il recupero da centrali terze. A livello europeo, il consorzio vedrà la partecipazione di esperti di fama mondiale provenienti da autorità pubbliche, fornitori di infrastrutture, istituti di ricerca, imprenditori e associazioni di consumatori: EDF – Électricité de France; CyberGrid GmbH; EIFER; Dalkia; Elektro Ljubljana; Energetika Ljubljana; Euroheat & Power; Kassel University; Ljubljani University; Maelardalens Hoegskola University; Operato; Tecnalia Research & Innovation; Veolia.

Nel complesso, verranno messe in gioco le conoscenze e le competenze necessarie per sviluppare, dimostrare e valutare strumenti e servizi che consentano l’integrazione di sistemi multi-energetici. L’obiettivo del sito dimostrativo di Milano sarà, infatti, fornire flessibilità al sistema elettrico, facilitando la transizione verso un sistema energetico a basse emissioni.

Clima, Cingolani:per decarbonizzare più rinnovabili e ritorno nucleare

Clima, Cingolani:per decarbonizzare più rinnovabili e ritorno nucleareRoma, 18 lug. (askanews) – “L’Italia è stata in grado di sostituire la maggior parte del gas fornito dai russi in meno di 6 mesi senza fermare la decarbonizzazione del 55% prevista dall’accordo di Parigi entro il 2030. Ma non è stato così nei grandi paesi e ovviamente noi stanno anche lottando per mantenere il ritmo della decarbonizzazione del 55%. La mia opinione è che l’unica strada che dobbiamo perseguire ora per ridurre la carbonizzazione sia l’energia nucleare, che è stata abbandonata in molti paesi, e questo è stato un errore, e ovviamente promuovere l’energia rinnovabile ovunque sia possibile”. Lo ha detto Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo ed ex ministro della Transizione ecologica in un’intervista alla Bbc.

“Prevediamo – ha detto Cingolani – che la prossima settimana sarà estremamente calda. Le previsioni parlano di un aumento oltre 4 gradi centigradi a Roma e al sud. in generale siamo di qualche grado centigrado sopra la media standard: sta diventando normale negli ultimi anni”. Quanto è preoccupante? “Di sicuro – risponde Cingolani – c’è qualcosa legato al cambiamento climatico, quindi penso che dovremmo essere tutti preoccupati. Non è solo un problema italiano: è in Grecia, in Portogallo, negli Stati Uniti, anche nel Nord Europa le alte temperature stanno diventando una specie di consuetudine negli ultimi anni”.

Cosa non stavano facendo i politici? “Il concetto di cambiamento climatico nel riscaldamento globale – afferma ancora l’ex ministro – è stato sottovalutato per anni. Ora siamo in ritardo. Penso che la maggior parte dei governi stia lavorando duramente per mitigare l’impatto del cambiamento climatico, ma questa è davvero una specie di corsa dell’ultimo minuto. Ricordo che nel 2021 eravamo molto ambiziosi. Potemmo concordare, tutti i 20 Paesi, per la riduzione di 1,5 punti di riduzione gradi centigradi nella seconda metà del secolo. Ma poi c’è stata la guerra in Ucraina e apparentemente dopo la guerra questa non era più una priorità. E la guerra ha cambiato molto il panorama energetico dell’Europa e questo non ha aiutato affatto”.

Acqua e crisi climatica, due giorni di studio e confronto a Parma

Acqua e crisi climatica, due giorni di studio e confronto a ParmaRoma, 14 lug. (askanews) – La centralità che l’acqua sta assumendo sempre più negli equilibri ambientali, economici, sociali, soprattutto in relazione agli effetti del cambiamento climatico, obbliga a una seria riflessione di prospettiva da parte delle istituzioni e dei portatori di interesse sulla gestione sostenibile della risorsa idrica. Gli eventi alluvionali di maggio in Emilia-Romagna insegnano.

Per queste ragioni l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po ha deciso di organizzare, oggi e domani a Parma, con il supporto dell’Associazione nazionale per il clima Globe Italia, due giornate di studio e di confronto sul tema, che consentiranno di formulare una serie di proposte concrete, fondate su solide basi scientifiche, al fine di contribuire a un piano nazionale integrato, attento alle esigenze dell’uomo e della natura. Secondo i promotori di “Acqua – Fronte comune contro la crisi climatica”, proprio la crisi climatica impone l’attuazione di azioni urgenti e concrete in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e del Green Deal europeo; la siccità e le alluvioni improvvise sono tra le criticità più manifeste di questo mutamento in atto.

L’obiettivo è quello di rendere questo appuntamento, oggi al suo battesimo, un focus di approfondimento con cadenza annuale, che possa rappresentare un punto di riferimento nazionale per fare fronte comune e affrontare unitariamente questa importante sfida, epocale per l’intero pianeta.

Tetra Pak, ridotte del 39% le emissioni di gas serra

Tetra Pak, ridotte del 39% le emissioni di gas serraRoma, 13 lug. (askanews) – Tetra Pak nel 2022 ha ridotto del 39% le emissioni di gas serra. E’ quanto emerge dai dati della 24esima edizione del suo Report di Sostenibilità, che conferma l’impegno e i progressi compiuti dall’azienda, tra le realtà leader nelle soluzioni per il trattamento il confezionamento alimentare, in cinque aree connesse e interdipendenti a cui si interfaccia con un approccio olistico: sistemi alimentari, circolarità, clima, natura e sostenibilità sociale. In riconoscimento ai risultati ottenuti negli ultimi anni in materia di decarbonizzazione e alle azioni concrete promosse per la salvaguardia dell’ambiente, si legge in una nota, l’azienda è stata recentemente inserita da Financial Times e Statista tra gli European Climate Leaders 2023. Nel corso dell’anno 2022, Tetra Pak ha raggiunto importanti traguardi, riducendo le emissioni operative di gas serra (GHG) del 39% , mentre l’84% dell’energia elettrica impiegata proviene da fonti rinnovabili . In questo modo l’azienda è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni per le proprie attività entro il 2030. Inoltre, la vendita di 8,8 miliardi di confezioni realizzate con materiali da fonti vegetali e di 11,9 miliardi di tappi sempre da fonti vegetali si è tradotta in un risparmio di 131 tonnellate di CO2.

Per accelerare la raccolta e il riciclo dei cartoni per bevande, Tetra Pak investe, su scala globale, circa 40 milioni di euro l’anno. Questo, nel 2022, ha contribuito all’avvio a riciclo di ben 1,2 milioni di tonnellate di confezioni con un obiettivo, per il futuro, ancora più ambizioso: insieme ai partner della Alliance for Beverage Cartons and the Environment (Ace), entro il 2030 Tetra Pak ha condiviso l’obiettivo di portare al 70% il tasso di riciclo di questa tipologia di confezioni all’interno dell’Unione Europea. “Il settore del packaging, e dei cartoni per bevande in particolare, è chiamato a svolgere un ruolo cruciale rispetto alle attuali e imminenti sfide di sostenibilitá ambientale e sicurezza alimentare: contribuire a nutrire in modo sostenibile una popolazione in aumento, tutelando il pianeta. Come azienda leader nelle soluzioni per il trattamento e il confezionamento alimentare, rispondiamo a questa sfida impegnandoci quotidianamente a supportare i nostri partner e clienti nell’efficientamento delle supply chain, facendo dell’innovazione sostenibile la cifra distintiva del nostro operato nella filiera agroalimentare” ha commentato Paolo Maggi, Presidente Tetra Pak South Europe.

Come confermato dai recenti dati diffusi da Comieco, il Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica con cui Tetra Pak collabora dal 2003, nel 2022 in Italia sono state avviate a riciclo circa 36.000 tonnellate di cartoni per bevande, equivalenti ad un tasso del 40% (in ulteriore miglioramento rispetto all’anno precedente, in cui la percentuale si era attestata al 36,5%). Per il 2023, si punta a incrementare ulteriormente questo dato, anche grazie al recente accordo firmato da Tetra Pak e Comieco con Iren Ambiente per promuovere una serie di attività legate al potenziamento della raccolta e del riciclo dei cartoni per bevande nel territorio emiliano. Sempre in quest’ottica, si inserisce anche la recente campagna informativa lanciata da Amsa-A2A e Comieco, in collaborazione con Tetra Pak, per la sensibilizzazione dei cittadini milanesi sulla corretta raccolta differenziata dei cartoni per bevande e alimenti. In ottica di economia circolare a basse emissioni, che riconosce l’importanza strategica di dare una seconda vita ai materiali che compongono i cartoni per bevande, si confermano strategiche le partnership con Cartiere Saci e con il Gruppo Lucart, realtà di eccellenza nel riciclo dei cartoni per bevande, in grado valorizzare le fibre di cellulosa recuperate in nuovi prodotti in carta ad alto valore aggiunto. Un ulteriore passo avanti è stato poi compiuto nel 2022, grazie alla nascita di Newpal, frutto della collaborazione tra CPR System e Lucart, che ha avviato una linea di produzione di pallet a base di polyal per la Grande Distribuzione.

In Italia, Tetra Pak collabora inoltre con Ecorevive ed Ecoplasteam, aziende specializzate nel riciclo di PolyAl (la componente di plastica ed alluminio del cartone per bevande), individuando nuove opportunità di mercato e promuovendo i prodotti ottenuti dai materiali riciclati. L’obiettivo di medio periodo è quello di arrivare a utilizzare l’intera capacità combinata delle due aziende, pari a 14 mila tonnellate di PolyAl. In questo scenario si inserisce anche lo sviluppo, congiuntamente a Filoalfa (Gruppo Maip), di Alfapak3D, il filamento per la stampa 3d ottenuto dal riciclo di questa frazione. “Con una solida esperienza sui temi ambientali e un forte impegno per il futuro, continueremo a lavorare nel segno della collaborazione con i nostri partner e stakeholder per trovare soluzioni sostenibili alle sfide che dobbiamo affrontare come società. Dopo tutto – conclude Maggi -, questo è il cuore del nostro scopo: ci impegniamo a rendere il cibo sicuro e disponibile, ovunque. E ci impegniamo a proteggere ciò che è buono: il cibo, le persone e il pianeta”.

Casa, solo il 31% delle abitazioni sul mercato ha l’aria condizionata

Casa, solo il 31% delle abitazioni sul mercato ha l’aria condizionataRoma, 11 lug. (askanews) – Con la prima ondata di caldo africano il condizionatore diventa automaticamente l’elettrodomestico più desiderato da chi cerca un po’ di sollievo dall’afa. Eppure, il parco abitativo dotato di sistemi di refrigerazione già installati è solo il 31% del totale, secondo uno studio pubblicato da idealista, portale leader per lo sviluppo tecnologico in Italia. Lo riporta Idealista.it.

Per ottenere questi risultati, sono state analizzate circa 580.000 abitazioni in vendita e in affitto pubblicate nel database del portale il 3 luglio 2023. Le province con la percentuale più alta di appartamenti dotati di climatizzatore sono Mantova (61%), Treviso (58%), Verona, Modena e Padova (57% nei tre casi).

Vicenza e Pordenone, entrambe con il 54% delle abitazioni dotate di aria condizionata, Piacenza (52%), Parma, Cagliari, Cremona (51% nei 3 casi) e Venezia (50%) completano il lotto delle città in cui più della metà del parco immobiliare è dotato di climatizzatore. Sul versante opposto troviamo alcune zone tradizionalmente caratterizzate da un clima più fresco, ma che non sono state risparmiate dalle ondate di calore, soprattutto negli ultimi anni. L’Aquila (3%) è la provincia con la percentuale più bassa di case sul mercato con aria condizionata, seguita da Aosta con il 4%. Indici inferiori al 10% anche per Cuneo (6%), Rieti, Belluno (entrambe 7%), Campobasso, Sondrio (entrambe 8%) e Biella (9%).

Lo studio fa emergere una differenza di ben 10 punti percentuali tra la locazione e la vendita, con il 40% dello stock abitativo in affitto dotato di condizionatori installati contro il 30% delle case in vendita. La spiegazione più probabile di questa differenza è che gli inquilini apprezzano l’aria condizionata come un “extra”, mentre non è così determinante per l’acquisto di una casa, poiché la sua installazione è economica rispetto al costo di acquisto dell’abitazione. Le percentuali toccano l’86% delle case che vengono affittate con aria condizionata in provincia di Vicenza, mentre solo il 50% di quelle in vendita ne è provvisto. A Pordenone, l’83% del parco abitativo in affitto ne è provvisto, contro il 53% dello stock in vendita; tendenza rispettata anche a Milano e a Roma dove la percentuale di case dotate di condizionatore destinate alla locazione tocca rispettivamente il 55% e il 47%, contro il 44% delle case in vendita a Milano e il 40% di quelle di Roma. Nella parte inferiore della tabella L’Aquila (1%), Cuneo (2%), Sondrio (3%), Biella (5%) sono le province con la minore incidenza dell’aria condizionata sullo stock in locazione. Queste zone presentano una maggiore presenza di abitazioni con aria condizionata tra le case in vendita rispetto alla locazione, con L’Aquila al 4%, Cuneo al 6%, Sondrio e Biella al 9%.

L’Ocean Literacy di IOC-UNESCO fa tappa in Portogallo

L’Ocean Literacy di IOC-UNESCO fa tappa in PortogalloMilano, 5 lug. (askanews) – Promuovere l’Ocean Literacy e la salvaguardia dell’oceano, partendo dai più giovani: con questo obiettivo la Commissione Europea e la Commissione Oceanografica Intergovernativa (IOC) dell’UNESCO hanno avviato – nell’ambito della United Nations Decade of Ocean Science for Sustainable Development (2021-30) – la EU4Ocean Coalition e Youth4Ocean Forum. In questo contesto, dal 10 al 14 luglio si svolgerà in Portogallo, a Matosinhos, la Summer School “Ocean Literacy & Collaboration” rivolta a 20 giovani studenti e dottorandi internazionali provenienti da Paesi europei UE e non UE della regione atlantica e organizzata da IOC-UNESCO in partnership con la Commissione Europea e con il supporto di CEIIA (Centre of Engineering and Development), +Atlantic CoLAB e la Câmara Municipal de Matosinhos.

La Summer School è una vera e propria piattaforma pensata per dare la possibilità ai giovani di fare rete, collaborare, sviluppare nuove competenze, così da poter contribuire a creare una Generazione Oceano più consapevole delle sfide che l’oceano deve affrontare. In particolare, nel corso della cinque giorni portoghese interverranno relatori ed esperti internazionali tra cui Francesca Santoro (Senior Programme Officer IOC-UNESCO e responsabile a livello mondiale del programma di Ocean Literacy), Teresa Coelho (Secretary of State for Fisheries, Government of Portugal), José Maria Costa (Secretary of State of The Sea, Government of Portugal), Luisa Maria Neves Salgueiro (Mayor of Matosinhos City Council), Marta Pontes (Councilwoman of the City Council of Matosinhos), Luís Pinheiro (Chairman Portuguese Committee for IOC-UNESCO), Raquel Costa e Patrícia Conceição (Blue School PT for UNESCO), Massimiliano de Martin (Assessore all’urbanistica e all’ambiente del Comune di Venezia), Cristina Gabetti (Giornalista e sustainability advisor). I giovani saranno così accompagnati attraverso workshop, gite sul campo, incontri con rappresentanti della politica e delle imprese locali, attività e laboratori per migliorare le loro competenze trasversali (collaborazione, co-design, transdisciplinarietà, empatia e comunicazione) e per espandere la loro conoscenza relativa all’oceano: dalla biodiversità all’economia blu, dal cibo alle nuove tecnologie, per arrivare al progetto Blue Schools dell’UNESCO, che mira a introdurre l’economia e la cultura blu nell’istruzione scolastica per costruire un futuro sostenibile. Al centro, la necessità di creare e sviluppare progetti legati all’oceano per promuovere una Blue Economy sostenibile, partendo dal caso concreto di una città costiera.

Rse, nuovo Cda: Giusti presidente, Cotana amministratore delegato

Rse, nuovo Cda: Giusti presidente, Cotana amministratore delegatoMilano, 5 lug. (askanews) – Si è riunito il Consiglio di amministrazione di Rse – Ricerca sul Sistema Energetico che ha sancito l’insediamento dei nuovi consiglieri Michele Di Stefano, Lucrezia Jannuzzelli e Antonella Massari e del presidente Carloalberto Giusti, e assegnato -all’unanimità- la delega ai poteri di amministratore delegato a Franco Cotana. Cotana – professore ordinario di fisica tecnica industriale del Dipartimento di Ingegneria presso l’Università degli Studi di Perugia – succede così a Maurizio Delfanti, che ha ricoperto la carica di amministratore delegato RSE da marzo 2019 a fine maggio 2023.

“Sono orgoglioso di guidare Rse, struttura pubblica di eccellenza nel campo della Ricerca sul Sistema Energetico del nostro Paese – ha dichiarato a margine del cda Franco Cotana, il nuovo amministratore delegato – Con i suoi laboratori, le sue sedi di Milano e Piacenza e gli uffici di rappresentanza in Roma, Rse è in forte sviluppo e si proietta rapidamente a superare le 400 unità, contando sul contributo di giovani ed entusiasti ricercatori che si avvalgono di attrezzature e laboratori di avanguardia. Sono le persone la vera ricchezza di Rse, il cui ruolo e capitale umano sono al servizio del Paese, ancora di più in questo periodo storico di transizione energetica-ambientale, tra cambiamento climatico e crisi energetiche. È grazie al suo approccio orientato all’innovazione che RSE saprà distinguersi nello scenario evolutivo del settore della ricerca scientifica, in particolare su reti elettriche e gas, accumuli energetici, materiali speciali, idrogeno, trasporti sostenibili, per citare alcune aree di attività. L’obiettivo è e sarà mettere a disposizione del Paese soluzioni tecnologiche energetiche che coniughino sicurezza, efficienza e sostenibilità”. “Doveroso – ha aggiunto Cotana – il ringraziamento a chi mi ha preceduto: il professor Maurizio Delfanti, che come amministratore delegato ha svolto un ottimo lavoro, consentendo una crescita armonica di Rse, ponendo particolare attenzione su temi di grande attualità, tra gli altri il trasporto e la mobilità elettrica; il prof. Alberto Geri, che come presidente, collaborando con il professor Delfanti, ha contribuito allo sviluppo in Rse delle Knowledge Community che hanno favorito un clima sereno e fecondo di contaminazioni scientifiche tra i gruppi di ricerca”.

Grande soddisfazione ed entusiasmo sono stati espressi anche dal Presidente di Rse Carloalberto Giusti, rettore dell’Università degli Studi Link Campus University di Roma e professore ordinario di diritto privato comparato, nato a Taranto nel 1980. “Ringrazio per la fiducia accordata nell’affidarmi questo incarico – ha detto Giusti – È per me un onore rappresentare RSE, sinonimo di competenza e professionalità. Sono consapevole di raccogliere una grande sfida, ma sono fortemente convinto che con l’energia di tutti riusciremo a raggiungere importanti traguardi, seguendo il solco tracciato da chi mi ha preceduto, oltre che a guidare Rse verso il futuro della ricerca energetica e il Paese verso obiettivi all’altezza delle aspettative europee. Così come è stato fatto fino a oggi, promuoveremo e stimoleremo una collaborazione proficua con istituti di ricerca, università e aziende per favorire una diffusione sempre più capillare del nostro patrimonio scientifico”. Il nuovo Consiglio di Amministrazione rimarrà in carica fino alla data dell’assemblea che verrà convocata per l’approvazione del Bilancio d’esercizio 2025.

(nella foto, da sinistra: Carloalberto Giusti e Franco Cotana)

Terna: a maggio consumi elettrici in calo del 6,3%

Terna: a maggio consumi elettrici in calo del 6,3%Roma, 22 giu. (askanews) – Secondo i dati di Terna nel mese di maggio la domanda di elettricità nel nostro Paese è stata pari complessivamente a 24,3 miliardi di kWh, un valore in diminuzione del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2022. In diminuzione anche i consumi industriali, che fanno registrare una riduzione dell’8,1% rispetto a maggio dello scorso anno. Nel dettaglio, positiva la variazione dei comparti dei mezzi di trasporto, ceramiche e vetrarie e degli alimentari; in flessione tutti gli altri settori, in particolare metalli non ferrosi. Nei primi cinque mesi del 2023, la richiesta di energia elettrica in Italia è in calo del 4,5% rispetto allo stesso periodo del 2022 (-4,1% il dato rettificato). Nel dettaglio, maggio ha avuto lo stesso numero di giorni lavorativi (22) e una temperatura media mensile inferiore di 1,8°C rispetto a maggio del 2022. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dall’effetto della temperatura, risultata in calo del 5,6%. A livello territoriale, la variazione tendenziale di maggio 2023 è risultata ovunque negativa: -7,3% al Nord, -6,2% al Centro e -4,3% al Sud e Isole. In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica, destagionalizzato e corretto dall’effetto temperatura, risulta in flessione dell’1,7% rispetto ad aprile 2023. L’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali di circa 1000 imprese cosiddette ‘energivore’, ha registrato una diminuzione congiunturale rispetto ad aprile del 2,5%. Nel mese di maggio 2023 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’82,1% con la produzione nazionale e per la quota restante (17,9%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta è risultata pari a 20,1 miliardi di kWh, in diminuzione del 6,7% rispetto a maggio 2022. Le fonti rinnovabili hanno prodotto complessivamente 10,4 miliardi di kWh, coprendo il 42,8% della domanda elettrica (contro il 35,6% del maggio 2022). La produzione da rinnovabili a maggio è stata così suddivisa: 40,3% idrico, 28,1% fotovoltaico, 14,6% eolico, 12,6% biomasse, 4,4% geotermico. Secondo le rilevazioni Terna illustrate nel report mensile, considerando tutte le fonti rinnovabili, nei primi cinque mesi dell’anno l’incremento di capacità in Italia è pari a 2.001 MW. Il valore è superiore di 1.110 MW (+125%) rispetto allo stesso periodo del 2022. Complessivamente, rispetto a maggio dell’anno scorso, sono stati installati ulteriori 4.200 MW. In crescita la produzione da fonte idrica (+33,4%) ed eolica (+33,8%); in flessione la produzione da fonte termica (-19,8%) e fotovoltaica (-5,4%); sostanzialmente stabile la produzione geotermoelettrica (+0,2%). Per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione è pari a -4,8% per un effetto combinato di una diminuzione dell’import (-3,3%) e di un aumento dell’export (+28,5%).

Mobilità sostenibile, Adinolfi (Lega): ok emissioni zero ma attenti a economia

Mobilità sostenibile, Adinolfi (Lega): ok emissioni zero ma attenti a economiaRoma, 20 giu. (askanews) – “La riduzione di CO2 promuovendo la mobilità sostenibile rappresenta un obiettivo condiviso da tutti nel Parlamento europeo. Quel che non convince noi della Lega Gruppo ID sono le modalità e le tempistiche imposte dall’Ue agli stati membri per raggiungere determinati obiettivi. Di questo ho reso consapevoli oggi i partecipanti al convegno ‘Innovazione e sostenibilità per la mobilità del futuro – La nuova direttiva europea per auto e furgoni a emissioni zero: rischi e opportunità per l’industria italiana ed europea’ organizzato dal Parlamento europeo e dall’associazione italiana giovani innovatori”. Lo afferma il parlamentare europeo della Lega Gruppo ID Matteo Adinolfi.

“Per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, l’Ue sta adottando misure per ridurre le emissioni delle automobili, poiché il trasporto su strada rappresenta un quinto delle emissioni di CO2 dell’Ue. Il 14 febbraio 2023, il Parlamento ha approvato in via definitiva i nuovi obiettivi vincolanti per la riduzione delle emissioni di CO2 di autovetture e veicoli commerciali leggeri di nuova produzione. La legislazione approvata prevede l’obbligo per nuove autovetture e nuovi veicoli commerciali leggeri di non produrre alcuna emissione di CO2 dal 2035. Un tema sul quale ci siamo battuti strenuamente, contestando questa data imperativa dal momento che rappresenta un ostacolo per imprese e cittadini, che dovranno sostenere costi enormi per adeguarsi a queste direttive”, aggiunge. “A nostro avviso sarebbe più opportuna una elasticità nei tempi, pur con l’obiettivo di ridurre del 100% le emissioni di questi tipi di veicoli rispetto al 2021. Al momento gli obiettivi intermedi di riduzione delle emissioni per il 2030 sono stati fissati al 55% per le autovetture e al 50% per i furgoni. La nuova legislazione europea per auto e furgoni a emissioni zero, che mira a promuovere l’adozione di veicoli elettrici e a idrogeno, presenta sia opportunità che rischi per l’industria italiana ed europea. I rischi in particolare li abbiamo spesso elencati. Il primo è che il passaggio all’elettrico ci leghi mani e piedi a produttori extra Ue come la Cina, che controlla oggi buona parte del mercato dei chip e dei componenti per le auto elettriche. Sarebbe un errore tragico per l’Europa, dimostrando che nulla abbiamo imparato dopo lo scotto dell’energia. In secondo luogo c’è la questione delle riconversioni industriali, che rischiano di comportare spese e costi enormi per le aziende con rischi anche per l’occupazione. In generale, poi, questo passaggio all’elettrico pone questioni importanti sul tema occupazionale: va affrontato per tempo il rischio di ridurre i posti di lavoro”, conclude Adinolfi.