Industria: da Rse uno studio su vantaggi dell’efficienza energeticaMilano, 16 giu. (askanews) – Rse-Ricerca di sistema energetico ha presentato la nuova monografia della collana RSEView dal titolo “Digitalizzazione e ottimizzazione delle risorse: casi studio”. La presentazione si è svolta nel corso del Consiglio centrale della Piccola Industria, presso la sede di Confindustria. All’incontro hanno partecipato: il presidente Giovanni Baroni e i rappresentanti della Piccola Industria di Confindustria, Marco Calabrò, capo segreteria tecnica del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ed Enrico Bonacci, membro della segreteria tecnica del Dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Marco Borgarello, capogruppo di ricerca “Efficienza Energetica” del Dipartimento Sviluppo Sistemi Energetici RSE, ha illustrato la nuova monografia che esplora il tema della digitalizzazione delle imprese manifatturiere, e mostra che è possibile, oltre che conveniente, coniugare innovazione tecnologica ed efficienza energetica, soprattutto in un periodo come quello attuale, in cui le imprese devono confrontarsi con stimoli differenti, quali la forte spinta alla decarbonizzazione, le esigenze di modernizzazione e l’instabilità del costo dei vettori energetici. La monografia completa può essere consultata al link https://www.rse-web.it/prodotti_editoriali/digitalizzazione-e-ottimizzazione-delle-risorse-casi-studio/
Edison, a Marghera centrale di ultima generazione: pronta per l’idrogenoPorto Marghera (Ve), 16 giu. (askanews) – Edison ha inaugurato a Porto Marghera (Venezia) la centrale termoelettrica più efficiente d’Italia. Il nuovo impianto di Marghera Levante è la prima centrale termoelettrica di ultima generazione nel Paese e tra le più efficienti al mondo. Grazie alla turbina GT36 è in grado di abbattere le emissioni specifiche di ossidi di azoto fino al 70% e quelle di anidride carbonica fino al 30% rispetto alla media dell’attuale parco termoelettrico italiano. La nuova turbina (di Ansaldo Energia) è anche tecnologicamente pronta per l’impiego di idrogeno fino al 50% in miscela col gas naturale.
Il nuovo impianto è il risultato di un intervento di ammodernamento della centrale termoelettrica preesistente, realizzata nel 1964 e costantemente rinnovata nelle tecnologie, tanto da divenire nel 1992 il primo ciclo combinato a gas naturale realizzato in Italia. I lavori di cantiere hanno avuto una durata complessiva di 4 anni, impiegando fino a 1.000 maestranze durante le fasi di picco e 250 imprese fornitrici, per un investimento complessivo di circa 400 milioni di euro. L’impianto ha una potenza installata pari a 780 MW e un rendimento energetico del 63%, il più alto reso disponibile oggi dalla tecnologia, soddisfacendo il fabbisogno annuale equivalente di circa 2.000.000 di famiglie. “Siamo orgogliosi di essere i primi, ancora una volta, a portare innovazione in Italia con un impianto di ultima generazione altamente strategico per la flessibilità e l’adeguatezza del sistema elettrico nazionale”, ha commentato Nicola Monti, amministratore delegato di Edison. “Un obiettivo che ci siamo posti in quanto operatore responsabile, leader della transizione energetica del Paese. Edison ha nel proprio Dna la capacità di innovare, una capacità che si rispecchia nei suoi 140 anni di primati industriali. E grazie alle sinergie con un territorio particolarmente vitale come il Veneto e alla collaborazione con un’eccellenza italiana come Ansaldo Energia celebriamo oggi questo importante traguardo”.
Edison ha un piano di investimenti pari a 10 miliardi da qui al 2030 dedicato alla transizione energetica, di cui la metà destinato alla crescita nelle fonti rinnovabili. “E il nuovo impianto di Marghera – ha sottolineato Monti – è la dimostrazione concreta di come le diverse tecnologie possano concorrere all’obiettivo comune della decarbonizzazione, per garantire la sicurezza della fornitura energetica e la sostenibilità economica”.
Terna: avviato iter autorizzativo nuova Stazione Elettrica VolpagoRoma, 15 giu. (askanews) – È stato avviato, dal Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, l’iter autorizzativo del progetto di Terna per la nuova Stazione Elettrica a 380-220-132 kV di Volpago del Montello, in provincia di Treviso, e il riassetto della rete associato che coinvolgerà anche la provincia di Venezia. L’opera, per cui la Società guidata da Giuseppina Di Foggia investirà oltre 100 milioni di euro, consentirà, attraverso una migliore magliatura, di adeguare la capacità di trasporto della rete elettrica del Trevigiano e dell’alto Veneziano all’elevato fabbisogno di energia dell’area, garantendo una maggiore sicurezza di esercizio e limitando il rischio di disservizi diffusi. Il progetto avviato in autorizzazione è frutto del proficuo confronto con la Regione Veneto e gli Enti locali coinvolti. Al fine di recepire le richieste delle comunità locali, l’ingombro della nuova Stazione Elettrica è stato ridotto del 50% circa, pari a 33,5 mila metri quadri, a fronte degli oltre 60 mila della configurazione originaria. L’impianto sarà realizzato in tecnologia blindata e sfrutterà quanto più possibile il corridoio della superstrada Pedemontana Veneta per limitare l’impatto sull’ambiente e il paesaggio. Per valorizzare l’ambiente circostante, il complesso architettonico che ospita le apparecchiature è stato progettato in perfetta armonia con il paesaggio rurale in cui si inserisce, mentre su tutto il perimetro saranno piantumate essenze arboree autoctone. L’intervento prevede, inoltre, una imponente operazione di razionalizzazione di elettrodotti già esistenti. L’entrata in esercizio della nuova Stazione Elettrica di Volpago consentirà, infatti, di demolire complessivamente 51 km di linee elettriche aeree e oltre 300 sostegni, liberando 30 ettari di territorio da infrastrutture elettriche che oggi interessano 13 comuni in provincia di Treviso e 2 in provincia di Venezia. Più in dettaglio, nel Trevigiano (Volpago del Montello, Trevignano, Povegliano, Ponzano Veneto, Paese e Giavera del Montello) e nel Veneziano (Noale e Scorzè) saranno demoliti 18,5 km di linee aeree e 77 sostegni a fronte della realizzazione di 2 km di nuove linee aeree e 26,3 km di linee in cavo interrato per il raccordo della nuova Stazione Elettrica. Sarà interamente smantellata la linea aerea “Caerano-Vacil” lunga 33 km che oggi, con 232 sostegni, attraversa i comuni trevigiani di Giavera del Montello, Villorba, Arcade, Carbonera, Volpago del Montello, Montebelluna, Caerano di San Marco, Nervesa della Battaglia, Breda di Piave. È prevista, infine, la realizzazione di una stazione di derivazione di ridotte dimensioni a beneficio dell’azienda San Benedetto in località Rio San Martino a Scorzè in provincia di Venezia dove Terna demolirà anche 3,6 km di elettrodotto aereo e 11 sostegni che insistono sul centro abitato.
Sostenibilità e costi in bolletta: gli italiani scelgono il solareRoma, 9 giu. (askanews) – Sostenibilità è la parola chiave per chi sta partecipando alla rivoluzione solare sposando il passaggio all’energia rinnovabile. Sostenibilità (49,7%) che va a braccetto con la necessità di contenere i costi delle bollette (69,5%). Queste sono solo alcune delle esigenze dei consumatori emerse dalla survey condotta nelle scorse settimane su un campione di oltre 800 utenti in Italia da Otovo, marketplace dedicato alla vendita online e installazione di pannelli fotovoltaici per il mercato residenziale.
Tra gli intervistati solo il 33,4% è già in possesso di un impianto fotovoltaico; tra le motivazioni che hanno spinto all’installazione, oltre alla sostenibilità e all’abbattimento dei costi, troviamo anche il desiderio di indipendenza energetica (58,4%). Ma a guidare la scelta dell’azienda a cui affidarsi emerge su tutti la possibilità di usufruire di incentivi statali e detrazioni fiscali (77,9%), il poter delegare le questioni burocratiche e ingegneristiche (60,4%) e la qualità delle componenti (37,6%) affiancata dalla reputazione dell’azienda (35,9%). A fronte delle scelte fatte e dell’attuale situazione relativa agli incentivi, il 72,5% degli intervistati ripeterebbe la propria scelta di installare un impianto fotovoltaico. Al contrario, chi ancora non è passato al solare ha trovato resistenza in merito all’incertezza sulla situazione relativa ai bonus statali (39,2%), alla difficoltà a scegliere l’azienda giusta a cui affidarsi (33,3%) e alla mancanza di sopralluogo prima dell’installazione (17,2%). A queste motivazioni va aggiunta anche l’impossibilità, riscontrata in molti casi, di procedere con l’implementazione di pannelli solari a causa di vincoli paesaggistici (15%), elemento attualmente risolvibile in Otovo grazie alla sua rinnovata disponibilità nella gestione di pratiche sottoposte a questo vincolo.
Differentemente da quello che si possa pensare, la fine del Superbonus e dello sconto in fattura hanno fatto sì che il fotovoltaico diventasse ancora più conveniente di prima: non dovendo più sostenere gli oneri verso la banca, il preventivo oggi non risulta più rincarato dal costo della cessione. Viene poi applicato lo sconto detraibile in 10 anni dell’effettivo 50% grazie alla detrazione fiscale. Come conseguenza di tutto ciò, anche i prezzi dei fornitori si sono ridotti notevolmente, perché in precedenza si erano tarati su una domanda superiore. “In Italia siamo ancora indietro nell’implementazione dell’energia solare rispetto agli altri paesi europei, e questo è un peccato perchè le ore di sole e la nostra posizione geografica ci offrono un grande potenziale di utilizzo – commenta Fabio Stefanini, Managing Director di Otovo Italia, Svizzera, Austria e Germania. “L’indagine che abbiamo svolto ha evidenziato anche come le potenzialità di un impianto solare non siano ancora ben comprese; basti pensare che solo il 37% dei rispondenti ha indicato correttamente 4/5 anni come tempo di rientro dell’investimento mentre il 61% ha scelto 10 anni, quasi il doppio. Il nostro obiettivo, come Otovo, è anche quello di svolgere educazione al riguardo e di semplificare il più possibile l’accesso al solare, rendendo l’acquisto dei pannelli solari semplice come comprare di un paio di scarpe online”. Viene invece riservata grande attenzione all’ambiente, che resta una delle motivazioni principali anche per chi ancora non ha installato un impianto (49,5%). C’è infatti più consapevolezza per quanto riguarda l’impatto ambientale, dove il 64% degli intervistati ha indicato un risparmio di CO2 di 2.000kg l’anno. Un ascolto attento alle esigenze dei consumatori che ha portato l’azienda ad attivare la Summer Campaign, ovvero uno sconto fino al 10% sul costo dell’installazione di un impianto fotovoltaico e all’adesione al progetto europeo Save Bees and Farmers, dedicato alla tutela delle api, al quale Otovo donerà 50 euro per ogni progetto solare venduto. Il programma nasce da un’ampia alleanza di ONG, iniziative agricole, movimenti dal basso, associazioni scientifiche e di apicoltori con l’obiettivo di promuovere un modello agricolo europeo che protegga le api e gli agricoltori.
“Le api sono alla base del nostro ecosistema e per noi di Otovo sostenere un progetto simile è parte dei nostri valori. La rivoluzione solare che stiamo portando avanti è parte di un obiettivo più grande: contribuire alla salvaguardia del nostro Pianeta” conclude Stefanini.
Decarbonizzazione, associazioni: Ue adotti neutralità tecnologicaRoma, 7 giu. (askanews) – L’Unione europea deve superare la logica di esclusività in favore di complementarità e sinergia tra i settori energetici. È questa la richiesta avanzata dalle associazioni Proxigas, Assogasliquidi-Federchimica, Ance, Angaisa, Applia Italia, Assotermica e Federcostruzioni nel corso dell’evento “La decarbonizzazione dei consumi domestici: tecnologie multienergy per un futuro sostenibile” che si è tenuto oggi presso l’Aula dei Gruppi parlamentari a Roma. La decarbonizzazione del settore residenziale è un percorso complesso che richiede un importante coinvolgimento del consumatore finale e deve tenere conto dei diversi contesti abitativi e mix energetici presenti in ciascuno Stato Membro. Per questo motivo occorre costruire un percorso di transizione energetica realmente attuabile in un’ottica di neutralità tecnologica, ovvero facendo leva sulle soluzioni già a disposizione e contemporaneamente sostenendo l’innovazione tecnologica e lo sviluppo industriale.
Occorre infatti considerare che il vettore elettrico non potrà da solo soddisfare tutti i fabbisogni residenziali. Le criticità presenti sono tanto tecniche quanto economiche e sociali. In molti contesti, l’elettrificazione è percorribile solo se accompagnata da interventi di radicale ristrutturazione dell’immobile. Al consumatore viene richiesto un investimento iniziale rilevante che rischia di escludere tanti clienti finali. L’elettrificazione è una soluzione a zero emissioni a patto che la produzione di energia elettrica avvenga con fonti rinnovabili. Serve quindi una pluralità di soluzioni che siano in grado di adattarsi alle diverse realtà abitative e alla capacità di spesa di ciascuna famiglia. In questo contesto i gas rinnovabili, utilizzando l’infrastruttura gas esistente e integrandosi negli attuali sistemi domestici, potranno contribuire alla riduzione delle emissioni garantendo la sostenibilità economica del percorso di transizione energetica e la possibilità per tutti i cittadini di partecipare alla transizione ecologica modificando i propri modelli di consumo energetico.
L’esperienza italiana dimostra come l’integrazione nei sistemi esistenti rappresenti un fattore centrale a sostegno del cambiamento: tre quarti degli interventi che hanno potuto accedere alle detrazioni fiscali hanno portato all’installazione di moderne caldaie a condensazione a gas e solo il 10% di pompe di calore. “Rifiutiamo la messa al bando di qualsiasi tecnologia e richiediamo alle Istituzioni nazionali ed europee un approccio inclusivo basato sul principio di neutralità tecnologica”, spiegano le associazioni dei settori gas, termico, costruzioni edili, apparecchiature professionali e domestiche e della distribuzione idrotermosanitaria. “Abbiamo di fronte una sfida epocale, che potrà essere vinta solamente se sarà adeguatamente sostenuta – oggi e in futuro – dal Governo, attraverso un approccio che valorizzi tutti i vettori e le tecnologie in grado di contribuire alla realizzazione di obiettivi ambientali sempre più sfidanti. Solo così potremo realizzare un percorso di decarbonizzazione realmente sostenibile e accessibile per i cittadini”.
Agricoltura, da Koppert e Opera Cro nasce il prototipo ZefiroRoma, 31 mag. (askanews) – Sviluppare strumenti dedicati all’impiego di insetti utili per la cura e la salvaguardia delle colture. È questo l’obiettivo della partnership tra Koppert Italia, leader nello sviluppo di soluzioni naturali per colture più sane e sicure e Opera Cro, centro di saggio specializzato nello sviluppo di tecnologie dedicate all’applicazione di fitosanitari e biostimolanti. Primo risultato della collaborazione è Zefiro, il prototipo di distributore dedicato specificatamente alla diffusione di organismi utili su colture a pieno campo. Un nuovo strumento accessibile ad ogni agricoltore che potrà così impiegare in autonomia tecnologie avanzate e sostenibili in modo rapido, uniforme ed efficace. Oltre a ciò questo strumento permetterà di superare i limiti dati dall’impiego dei droni qualora il ricorso agli stessi risultasse problematico come ad esempio in caso di aree in cui è vietata l’irrorazione aerea o il volo.
Un risultato rivoluzionario per il comparto agricolo frutto di un rapporto, quello tra Koppert e Opera, nato dalla condivisione di un obiettivo comune: contribuire all’applicazione dei concetti del Green New Deal in favore di un’agricoltura più sana e sostenibile attraverso il supporto concreto al lavoro degli agricoltori nel coltivare e difendere le produzioni agroalimentari dotandoli di strumenti dedicati e accessibili. Due aziende divenute ormai due realtà dalle competenze complementari che lavorano insieme per ottimizzare l’impiego degli organismi utili in agricoltura, soluzione ormai collaudata anche in pieno campo sia in biologico che in produzione integrata. Le soluzioni di biocontrollo sono infatti il fiore all’occhiello di Koppert, e uno strumento di distribuzione applicabile direttamente al trattore agricolo, strumento utilizzato quotidianamente da ogni azienda agricola, ne semplificherebbe di molto l’utilizzo. Una tecnologia sostenibile, quella degli organismi utili, che a sua volta deve essere applicata in maniera ragionata e intelligente senza commettere gli errori del passato in cui i prodotti erano impiegati a pioggia su ettari ed ettari, un tema molto caro a Koppert ed Opera, che nelle prove quotidiane abbinano al principio di efficacia quello di precisione e giusta misura, per ridurre le quantità di formulato impiegate o le aree di terreno coinvolte nel trattamento. A tale scopo è stata posta grande attenzione al sistema di soffiaggio al termine del quale l’aerodinamica degli ugelli è stata studiata per indirizzare gli organismi utili nel punto desiderato considerando la traiettoria di volo al netto della velocità di uscita, un’irrorazione che avviene sfruttando un flusso d’aria costante e moderato per ottenere massimi livelli di precisione e non provocare shock agli organismi distribuiti tali da comprometterne l’efficacia.
Altra area di grande attenzione è quella del serbatoio le cui geometrie e flussi d’aria interni hanno l’obiettivo di mantenere distribuiti omogeneamente gli organismi utili che possono inoltre godere di una temperatura costante ed atta a mantenere le condizioni di esercizio. I primi test condotti hanno testato la distribuzione di Spidex Vital (Phytoseiulus persimilis) su pomodoro da industria per il controllo di ragnetto rosso (Tetranychus urticae). I risultati mostrati sono stati davvero interessanti e l’usabilità ha riscosso commenti molto positivi dagli operatori. Il contributo di Zefiro per un’agricoltura sostenibile è solo all’inizio perché gli ingegneri stanno già sviluppando le innovazioni necessarie per utilizzarlo anche su altre colture.
Eni, partnership con Rina per decabornizzazione naviRoma, 29 mag. (askanews) – Rina, multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica, ed Eni hanno firmato un accordo con l’obiettivo di sviluppare iniziative congiunte per contribuire al processo di transizione energetica e decarbonizzazione delle rispettive attività con particolare attenzione al settore del trasporto navale, nel cui ambito Rina e Eni potranno valorizzare le reciproche competenze. Nello specifico, l’accordo prevede il coinvolgimento delle due aziende per sviluppare l’utilizzo nel settore navale di biocarburante HVO (Hydrogenated Vegetable Oil) prodotto da Eni nelle bioraffinerie di Venezia e Gela e di altri vettori energetici, come ad esempio idrogeno e ammoniaca “blu” o “verde” provenienti da materie prime biogeniche, rinnovabili o di scarto non in competizione con la filiera alimentare. L’accordo prevede anche lo sviluppo di iniziative che coinvolgano l’intera catena logistica dei nuovi vettori energetici e l’adozione di metodologie certificate per il computo “tassonometrico” dei benefici in termini di minori emissioni di CO2 resi possibili dai nuovi vettori lungo tutta la catena del valore. Sarà inoltre valutata la possibilità di realizzare sperimentazioni e progetti pilota anche nell’ambito dei processi di cattura a bordo delle emissioni di CO2 per contribuire a perseguire gli obiettivi di sostenibilità del settore navale. Ugo Salerno, Presidente e Amministratore Delegato di RINA, ha dichiarato: “La cooperazione tra aziende è la strada giusta verso la meta comune della decarbonizzazione dei processi industriali e dei trasporti. Grazie allo scambio di know-how e di esperienze, con Eni contribuiremo allo sviluppo di modelli innovativi di approvvigionamento energetico. La nostra collaborazione si concentrerà all’inizio sul marine, un settore ‘hard to abate’ molto diversificato che per decarbonizzare le sue attività dovrà trarre spunto da iniziative che si applicano in altri segmenti industriali”. Giuseppe Ricci, Direttore Generale Energy Evolution di Eni, ha aggiunto: “Eni e Rina, con il loro patrimonio di competenze e le proprie capacità tecnologiche, possono dare un contributo importante alla decarbonizzazione del trasporto navale. In un’ottica di neutralità tecnologica, le soluzioni in fase di valutazione sono molteplici e grazie a questo accordo potranno essere studiate e sviluppate in un arco temporale di breve-medio e lungo termine con l’obiettivo di rendere il trasporto marino più sostenibile e di soddisfare le esigenze di armatori e operatori logistici”.
Comunità energetiche: analisi Rse su vantaggi per utenti e investitoriMilano, 22 mag. (askanews) – “Comunità energetiche rinnovabili” e “Autoconsumo collettivo”: modelli di autoconsumo diffuso dell’energia convenienti per le comunità, le imprese, i singoli utenti e anche per l’ambiente. Per valutare concretamente eventuali vantaggi e opportunità è di aiuto un recentissimo studio elaborato da Rse-Ricerca sistema energetico che riporta alcune riflessioni e analisi riferendosi con una serie di simulazioni su specifici casi studio; in particolare: uno schema di autoconsumo collettivo condominiale; e tre tipologie di Comunità energetiche.
Le simulazioni – riportate nel DossieRSE, pubblicazione accessibile al link https://dossierse.it/19-2023-cer-e-autoconsumo-collettivo-alcune-simulazioni-numeriche-alla-luce-della-nuova-regolazione/ – sono svolte alla luce degli ultimi atti preparatori della normativa che a breva darà il via libera definitivo alle nuove misure di autoproduzione e consumo collettivo. In particolare per quanto riguarda le tre tipologie del modello della Comunità energetica rinnovabile, si è ipotizzata una Cer è composta da 180 utenze, principalmente domestiche, che si trovano all’interno del perimetro della stessa cabina primaria a cui è connesso l’impianto fotovoltaico da 200 kW di picco. La prima tipologia presa in esame dal DossieRSE prevede che i membri finanzino direttamente l’impianto; la seconda secondo prevede il coinvolgimento di un soggetto terzo per la realizzazione dell’impianto e per la gestione della Cer (ad esempio una ESCo o un fornitore di energia); la terza prevede la costituzione di una Cer promossa da un Comune con meno di 5.000 abitanti tramite fondi del Pnrr.
Nel testo sono presentati in modo dettagliato i parametri utilizzati come produzione di energia, i costi di investimento e di gestione, i profili di consumo e i vantaggi economici per i singoli partecipanti; e la sostenibilità economica e finanziaria delle iniziative analizzate. In generale è possibile affermare che, nel caso di un investimento diretto dei singoli membri, la vendita dell’energia e gli incentivi previsti consentono un tempo di ritorno che si attesta tra i 6 e i 7 anni, con un risparmio medio per ciascuna utenza coinvolta (seppur indiretto) del 40-50% sulle componenti variabili della bolletta elettrica, per i 20 anni di incentivazione. Nel caso in cui l’investimento sia effettuato da un soggetto terzo, si è ipotizzato che, per ripagare l’impianto, l’investitore trattenga la remunerazione derivante dalla vendita dell’energia oltre alla metà dell’incentivo. In questa configurazione il tempo di ritorno è di circa 9 anni, a cui è possibile aggiungere per il soggetto terzo altri vantaggi non monetizzabili, come la possibilità di acquisire nuovi clienti e offrire loro ulteriori servizi. In questo secondo caso, gli utenti beneficiano di un risparmio medio del 15% sulle componenti variabili della bolletta elettrica, con l’unico impegno di mettere a disposizione dello schema i propri consumi.
Per l’ultimo caso – che considera l’installazione di un impianto fotovoltaico in un comune con meno di 5.000 abitanti, in modo da poter beneficiare del contributo del 40% in conto capitale previsto dal Pnrr – è possibile affermare che grazie alla Cer sia possibile ridurre la spesa per le componenti variabili della bolletta delle famiglie interessate in un range che varia tra il 23 e il 33%, in funzione della numerosità delle famiglie coinvolte. È bene inoltre sottolineare che questo fattore di protezione diventa più rilevante al crescere del prezzo dell’energia, rispondendo quindi a potenziali situazioni di maggior disagio. Per quanto riguarda infine il modello di autoconsumo condominiale, si è fatto riferimento ad un condominio di medie dimensioni, composto da 18 utenze, in cui i singoli condòmini decidono di investire direttamente nella realizzazione di un impianto fotovoltaico da 20 kW di picco e di costituire uno schema di autoconsumo collettivo. In caso gli investitori possono beneficiare delle detrazioni fiscali del 50% e accedere agli incentivi sull’energia condivisa nell’arco orario dai partecipanti allo schema. Nel caso si presenta la profittabilità dell’intervento, il suo ritorno e si evidenziano i vantaggi economici per i singoli condòmini in termini di impatto sulla riduzione media della spesa per l’energia elettrica, nell’arco del periodo di incentivazione dell’impianto.
Assocostieri: fondamentale rivedere tassazione su prodotti energeticiRoma, 19 mag. (askanews) – Serve una revisione radicale della tassazione sui prodotti energetici, per favorire la diffusione di biocarburanti e combustibili alternativi e raggiungere quanto prima gli obiettivi fissati dal FitFor55 e dal Green Deal. E questa revisione deve anche armonizzare gli interventi che il governo ha messo in campo negli ultimi mesi, a iniziare dalle varie norme sugli extra-profitti. Lo chiede Assocostieri, che al tema della fiscalità ha dedicato la tavola rotonda “L’evoluzione del settore energetico tra Decreto carburanti, imposte ambientalmente orientate ed extraprofitti”. Dario Soria, Direttore Generale Assocostieri, ed Emanuele Jacorossi, Amministratore delegato di jEnergy SpA, si confronteranno con Maurizio Leo, viceministro all’Economia; Massimo Bitonci, Sottosegretario del ministero delle Imprese e del Made in Italy; e l’on. Marco Osnato, presidente VI Commissione Finanze Camera. L’evento si svolgerà nell’ambito dell’assemblea generale per il quarantesimo anno di attività che si terrà il 20 giugno a Roma.
“La questione degli extraprofitti – sottolinea il direttore generale Assocostieri, – è stata al centro di diversi interventi normativi nell’arco di un anno. Il risultato è che gli operatori energetici sono stati costretti a fronteggiare una doppia imposizione per le attività che hanno svolto tra gennaio e aprile 2022. Su quel quadrimestre, al momento, sono tenuti a versare sia il contributo sugli extraprofitti introdotto con il decreto “Ucraina” e inasprito dal decreto “Aiuti”, sia il contributo di solidarietà introdotto dalla legge di Bilancio 2023. Di fatto, queste due misure insieme si traducono in un prelievo effettivo quasi nell’ordine del 100%”. L’Associazione chiede inoltre di adottare tutte le misure necessarie per favorire la diffusione di Gpl e Gnl, due combustibili che hanno bassissimo impatto ambientale e che quindi possono giocare un ruolo primario nella transizione energetica.
Per quanto riguarda il Gnl, Assocostieri esprime soddisfazione per la pubblicazione del Decreto direttoriale del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che dà finalmente attuazione al Decreto interministeriale del 22 dicembre 2022, che ha previsto un contributo di 25 milioni di euro, sotto forma di credito di imposta, alle imprese di autotrasporto che utilizzano mezzi alimentati a gas naturale. “Per ridurre quanto prima le emissioni – commenta ancora il Direttore Generale Assocostieri – è necessario inoltre anticipare gli interventi previsti dalla direttiva Etd, Energy Taxation Directive. Ad esempio, va introdotta una tassazione agevolata su biocarburanti e su combustibili alternativi, e bisogna introdurre i meccanismi di premialità previsti dalla Direttiva”.
Al Forum Compraverde Buygreen i numeri degli Appalti Verdi in ItaliaRoma, 18 mag. (askanews) – Campanello di allarme, anche se non ancora una vera e propria emergenza, dalla XVII edizione del Forum Compraverde Buygreen 2023, giunto alla seconda e ultima delle due giornate organizzate a Palazzo WeGil, a Roma. Siamo di fronte a una battuta d’arresto dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) per quasi tutte le categorie merceologiche e in quasi tutte le amministrazioni pubbliche, dalle Regioni ai Soggetti Aggregatori, dai Comuni agli Enti gestori delle Aree Protette fino alle ASL: questo quanto emerge dai dati del VI rapporto ‘I numeri del Green Public Procurement in Italia’ dell’Osservatorio Appalti Verdi.
Il rapporto nasce dalla collaborazione di Legambiente e Fondazione Ecosistemi, in partnership con Assosistema, Novamont, Università degli Studi di Padova, AdLaw Avvocati Amministrativisti, la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino e la Rete dei Comuni Sostenibili, dopo poco più di 5 anni dall’attuazione del Codice dei Contratti Pubblici, che prevedeva l’adozione obbligatoria dei Criteri Ambientali Minimi (articolo 34). L’indagine diretta dell’Osservatorio ha monitorato complessivamente 157 Stazioni Appaltanti (44 Aziende Sanitarie Locali, 99 Enti gestori di Aree Protette e 14 Centrali di Committenza Regionali). Anche in questa edizione le performance delle stazioni appaltanti sono state indicizzate attraverso l’uso di un indicatore complessivo del GPP che tiene conto di più elementi: da un lato, l’adozione dei CAM (Criteri Ambientali Minimi), dall’altro fattori come il monitoraggio interno, la formazione del personale, il rispetto della parità di genere e il livello di diffusione di conoscenza del GPP all’interno degli enti presi in considerazione. Un lavoro che anche per questo anno sarà possibile consultare nel dettaglio attraverso una piattaforma ad hoc presente sul sito appalti verdi.
Gli acquisti verdi della pubblica amministrazione sono regolati da specifiche tecniche e clausole contenute nei Criteri Ambientali Minimi, obbligatori dal 2016. I CAM è bene ricordarlo, sono stati introdotti in Italia con il Green Public Procurement, lo strumento che indirizza gli enti pubblici verso investimenti a ridotto impatto ambientale. Oggi la loro adozione è prerequisito essenziale per concorrere in tutti i bandi pubblici. Nel corso del periodo 2022-2023 il Ministero delle economia e delle Finanze ha adottato per esempio, per i progetti finanziati con il PNRR, le ‘Linee Guida per l’applicazione del principio del DNSH’ che confermano l’adozione obbligatoria e propedeutica dei CAM. Il Nuovo Codice dei Contratti Pubblici (approvato con Decreto legislativo n. 36 del 31 marzo 2023) ribadisce (all’articolo 57) l’obbligatorietà del GPP e del rispetto dei criteri sociali (equità di genere, occupazione, inclusione) già previsti dall’art. 47 del DL Semplificazioni e dal Regolamento del 7 dicembre del 2021. Ma il tema degli acquisti verdi riguarda più in generale tutto il mondo delle imprese in un’ottica di economia circolare ed efficientamento dei processi. Tra le politiche che facilitano il GPP nelle amministrazioni pubbliche che hanno risposto al questionario, spicca la conoscenza dello strumento del GPP, che non risulta più un mistero per i funzionari, in quanto il 95% del campione ha dichiarato di sapere cos’è il Green Public Procurement; ancora indietro invece sull’applicazione di temi fondamentali come il Plastic Free (applicato nel 67% dei casi), la Formazione del personale (ferma al 45%) e i Criteri sociali (40%). Fanalini di coda il Gender procurement (applicato solo nel 25% dei casi) e il Monitoraggio degli acquisti verdi svolti dall’amministrazione (16%) su cui ci sarà ancora molto da lavorare.
La mancanza di formazione adeguata ai temi e per l’applicazione dei CAM e delle politiche di GPP con il 58%; è la maggiore difficoltà riscontrata dalle stazioni appaltanti indagate quest’anno, rispetto alle principiali individuate, segue con il 35% la mancanza di imprese sul territorio necessarie alla partecipazione ai bandi con i requisiti di sostenibilità richiesti; chiude la classifica con il 34% la difficoltà di redazione dei bandi. I 99 Enti Gestori di Aree protette che hanno risposto al questionario gestiscono ben 146 Aree protette (tra Aree Marine, Parchi nazionali e regionali e Riserve regionali). L’importanza di questi Enti nello sviluppo e messa a terra del GPP è doppiamente rilevante per far sì che le Aree protette siano uno dei fiori all’occhiello di sostenibilità non solo attraverso la conservazione della natura, ma anche con attività amministrative, di gestione e governance del territorio vincolato a livello naturalistico. Le 146 Aree protette interpellate hanno una media di performance dell’applicazione del GPP del 57%, ma sono solo 15 quelle che hanno raggiunto un indice di performance molto elevato: nonostante nessuna di queste sia 100%GPP, 8 raggiungono il 95% di performance (sono l’Area Marina Protetta Capo Spartivento e quella di Punta Campanella, il Parco Regionale La Mandria, il Parco naturale di Stupinigi, il Parco naturale regionale dell’Aveto, le riserve naturali Ponte del Diavolo di Lanzo, Monte Lera e Vauda), una il 91% (AMP Isole Egadi) e 6 il 90% (i Parchi nazionali dell’Alta Murgia, del Gran sasso e dei Monti della Laga, delle Dolomiti Bellunesi, l’AMP Capo Caccia – Isola Piana, il Parco naturale regionale Beigua e il Parco regionale di Porto Conte).
Tra le 14 Centrali Uniche di Committenza regionali che hanno partecipato all’indagine nel 2023, mediamente la performance sull’applicazione del GPP è del 57%, con Regioni come Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia e Sardegna che sono 100% GPP, seguire da Toscana (95%) ed Emilia-Romagna (90%). Degli undici CAM disponibili, solo uno raggiunge circa il 43% di applicazione (CAM Ausili per l’incontinenza), mentre gli altri a fatica superano il 20% di applicazione (6 su 11), 2 su 11 superano il 10% e 2 non si fermano sotto la doppia cifra. Da segnalare il segno meno registrato in tutte le voci di applicazione dei CAM nel 2022 rispetto ai dati del 2021, a dimostrazione di una importante contrazione dell’uso dello strumento in un momento cruciale per la messa a terra di molti bandi di iniziativa pubblica.
Per le 44 ASL che hanno restituito il questionario, la media di performance è del 57%, con le migliori performance registrate nell’Azienda USL di Bologna (95%), Ferrara (93%) e della Toscana nord (90%). Solo altre 7 Aziende Sanitarie hanno raggiunto un indice di performance superiore all’80%.
Rispetto all’applicazione dei 16 CAM inerenti questa tipologia di ente appaltante, in un caso il tasso di applicazione è stato inferiore al 20%, in 2 inferiore al 30% e altrettanti sono il 40%; in 3 casi si è raggiunto il 40%, in 4 il 50% e sempre in 4 casi il 60%. Rispetto al 2021 ben 13 delle 16 voci hanno riscontrato una contrazione nel tasso di applicazione, registrando un segno positivo solo per le voci carta grafica, veicoli e ristorazione collettiva.
‘La transizione ecologica ha bisogno di strumenti come il GPP per l’economia, la società ed il Pianeta. In particolare, per attuare le politiche di decarbonizzazione dell’economia, per sviluppare l’economia circolare, e per la tutela della biodiversità – ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – e non è più accettabile che l’Italia sconti ancora un importante ritardo nella loro piena implementazione. Dopo un graduale miglioramento delle performance registrato nel corso degli anni, constatiamo che l’attenzione si è nuovamente abbassata sul tema. Proseguiamo dunque nel nostro lavoro a maggior ragione ora che il MASE ha approvato 6 nuovi CAM come quelli su edilizia, arredi interni, rifiuti, eventi, tessile, arredi esterni e ne ha programmati altri 7, di cui 5 con attività in corso e 2 da avviare, per far si che questi strumenti vedano un corretto utilizzo e siano realmente i pilastri su cui rilanciare la sostenibilità degli acquisti verdi nel nostro Paese’.
“Il rapporto dell’Osservatorio Appalti Verdi 2023 – ha commentato Silvano Falocco, direttore generale della Fondazione Ecosistemi – mostra come non sia ancora ‘senso politico comune’ che i Criteri Ambientali Minimi e il GPP rappresentino lo strumento per creare, attraverso la domanda pubblica, un mercato ai prodotti e servizi a basso impatto ambientale che, se supportati dalla domanda nelle fasi iniziali di sviluppo dove i costi di transizione sono ancora alti, avranno maggiori possibilità di affermarsi sul mercato. Dai dati emersi è come se lo ‘spazio di attuazione’ del GPP si fosse saturato, con le pubbliche amministrazioni virtuose che rispettano gli obblighi di legge, seppur in qualche caso arrancando, mentre le altre continuano semplicemente a non farlo. È necessario impegnarsi e per diffondere l’uso del GPP e dei Cam intervenendo soprattutto in quelle aree la cui applicazione resta difficile per mancanza di strumenti , di conoscenza e di informazione’.