Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Ministro Sudcorea: soldati Nordcorea contro Ucraina? Carne da cannone

Ministro Sudcorea: soldati Nordcorea contro Ucraina? Carne da cannoneRoma, 24 ott. (askanews) – I soldati nordcoreani che, secondo Seoul, sarebbero stati inviati in Russia per essere addestrati e poi utilizzati nel conflitto ucraino, saranno “mercenari, carne da cannone”. Lo ha affermato il ministro della Difesa sudcoreano Kim Yong-hyun, accusando il leader nordcoreano Kim Jong Un di vendere il suo esercito “per una guerra illegale di aggressione”.


Kim ha fatto queste dichiarazioni durante una sessione di controllo parlamentare, un giorno dopo che il Servizio nazionale d’intelligence (INS) ha informato i legislatori di ritenere che circa 3mila soldati nordcoreani siano stati inviati in Russia per sostenere la guerra in corso con l’Ucraina e che altri 10mila siano in attesa di dispiegamento. “Quando le truppe vengono inviate all’estero, di solito mantengono la catena di comando del loro paese e conducono le attività con orgoglio, indossando la propria uniforme militare, i propri distintivi e la bandiera,” ha dichiarato Kim, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap. “I soldati della Corea del Nord vengono camuffati con un’uniforme russa e agiscono sotto il comando militare russo, senza alcuna autorità operativa”. E ha aggiunto: “Riteniamo che siano semplici mercenari, carne da cannone”. Secondo lui, quindi, “Kim Jong Un ha venduto l’esercito del suo popolo per una guerra illegale di aggressione”.


La settimana scorsa, un’organizzazione affiliata al governo ucraino ha rilasciato un video che mostra soldati asiatici, che parlano con accento nordcoreano, mentre ricevono equipaggiamenti in quello che è stato descritto come un campo di addestramento nell’Estremo Oriente russo. Ieri anche dagli Stati uniti sono arrivate conferme rispetto al dispiegamento di 3mila soldati nordcoreani in Russia in vista di un eventuale uso nel conflitto ucraino, mentre il presidente bielorusso Alexander Lukashenko ha affermato che il presidente russo Vladimir Putin “non farebbe mai una cosa del genere”.

BRICS, Xi: urgente costruire nuova architettura finanza globale

BRICS, Xi: urgente costruire nuova architettura finanza globaleRoma, 23 ott. (askanews) – I BRICS si devono porre alla testa di una riforma della governance globale, che includa anche una “urgente” riforma dell’architettura finanziaria internazionale. Questo il “vaste programme” messo sul tappeto oggi dal presidente cinese Xi Jinping alla riunione annuale allargata dei BRICS, che si conclude domani a Kazan, in Russia, e che ha tra i suoi temi anche la possibilità di definire una nuova piattaforma per meglio rappresentare nella struttura della finanza globale le economie emergenti.


“Dobbiamo costruire dei BRICS impegnati per la giustizia, e tutti dobbiamo agire come precursori nella riforma della governance globale”, ha affermato il leader cinese. “Le dinamiche di potere internazionali – ha continuato – stanno subendo profondi cambiamenti, ma la riforma della governance globale è rimasta indietro per molto tempo. Dobbiamo sostenere un vero multilateralismo e aderire alla visione di una governance globale caratterizzata da una consultazione estesa, un contributo congiunto e benefici condivisi”. Questa riforma della governance mondiale deve essere “guidata dai principi di equità, giustizia, apertura e inclusività”. In considerazione dell’ascesa del Sud globale, ha detto ancora Xi, “dovremmo rispondere favorevolmente alle richieste di vari paesi di aderire ai BRICS. Dovremmo avanzare nel processo di ampliamento della membership dei BRICS e nell’istituzione di un meccanismo di paesi partner, e aumentare la rappresentanza e la voce dei paesi in via di sviluppo nella governance globale”.


Il vertice di Kazan rappresenta il primo dopo l’allargamento del blocco e in vista di ulteriori ammissioni. Dopo la fondazione a quattro (Brasile, Russia, India, Cina) del 2009 e l’ingresso due anni dopo del quinto “socio”, il Sudafrica, quest’anno il gruppo si è ampliato per includere Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati arabi uniti. Ma alla riunione in corso in Russia, in tutto, sono presenti 36 paesi. Non tutti necessariamente compatti, né d’accordo su diversi temi. Uno dei temi più complessi sul tavolo è quello della costruzione di un’architettura finanziaria inclusiva che sfugga ai vincoli posti da un ambiente globale incentrato sul dollaro. Si tratta di un tema urgente, secondo Xi: “Gli sviluppi attuali rendono la riforma dell’architettura finanziaria internazionale ancora più urgente. I paesi BRICS dovrebbero assumere un ruolo guida nella riforma. Dovremmo approfondire la cooperazione fiscale e finanziaria, promuovere la connettività delle nostre infrastrutture finanziarie e applicare alti standard di sicurezza finanziaria”. Insomma, i paesi presenti alla riunione devono collaborare per “garantire che il sistema finanziario internazionale rifletta più efficacemente i cambiamenti nel panorama economico globale”.


Il veicolo di questa collaborazione tra i paesi BRICS nel contesto finanziario è la Nuova Banca di Sviluppo che, nelle intenzioni del presidente cinese, “dovrebbe essere ampliata e rafforzata”. La collaborazione, inoltre, deve essere intensa anche sul fronte della transizione verde e della rivoluzione tecnologica. “Con l’ultima ondata di rivoluzione tecnologica e trasformazione industriale che avanza a velocità accelerata, dobbiamo tenere il passo con i tempi e promuovere nuove forze produttive di qualità”, ha detto Xi. “La Cina – ha proseguito – ha recentemente lanciato un Centro per lo sviluppo e la cooperazione sull’intelligenza artificiale dei BRICS. Siamo pronti a rafforzare la cooperazione sull’innovazione con tutti i paesi BRICS per liberare i dividendi dello sviluppo dell’Ia”.

Primo incontro formale Xi-Modi in quattro anni

Primo incontro formale Xi-Modi in quattro anniRoma, 23 ott. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping e il primo ministro indiano Narendra Modi hanno avuto oggi il loro primo faccia-a-faccia da quattro anni a questa parte, da quando cioè si è verificato uno scontro mortale tra soldati indiani e cinesi lungo il confine himalayano conteso tra i due paesi più popolosi del mondo. I due hanno auspicato una corretta gestione delle differenze e una crescita della reciproca fiducia.


I due leader si sono visti a margine della riunione annuale dei BRICS in corso a Kazan, in Russia, blocco del quale Cina e India sono due dei paesi fondatori. “È importante per entrambe le parti avere più comunicazione e cooperazione, gestire correttamente le differenze e i disaccordi, e facilitare reciprocamente il perseguimento delle proprie aspirazioni di sviluppo,” ha detto Xi a Modi, secondo il South China Morning Post. “E’ anche importante per entrambe le parti assumersi le proprie responsabilità internazionali, dare l’esempio per rafforzare la forza e l’unità dei paesi in via di sviluppo, e contribuire a promuovere la multipolarità e la democrazia nelle relazioni internazionali” ha aggiunto.


In un post sul suo account X dopo l’incontro, Modi ha scritto: “Le relazioni India-Cina sono importanti per i popoli dei nostri paesi e per la pace e la stabilità regionale e globale. La fiducia reciproca, il rispetto reciproco e la sensibilità reciproca guideranno le nostre relazioni bilaterali”. Due giorni fa Cina e India hanno raggiunto un accordo sulla sorveglianza del confine conteso, che dovrebbe contribuire a una de-escalation della situazione diventata tesa dopo gli scontri di giugno 2020.


“I due leader hanno accolto con favore l’accordo raggiunto tra le due parti attraverso un dialogo sostenuto nelle ultime settimane sia a livello diplomatico che militare,” ha dichiarato il ministro degli Esteri indiano Vikram Misri in una dichiarazione. “Il primo ministro Modi ha sottolineato l’importanza di non permettere che le differenze su questioni legate al confine disturbino la pace e la tranquillità ai nostri confini. I due leader hanno rilevato che i rappresentanti speciali sulla questione del confine India-Cina hanno un ruolo cruciale da svolgere nella risoluzione della questione del confine e per il mantenimento della pace e della tranquillità nelle aree di confine”. Xi e Modi si erano incontrati l’ultima volta di persona nel 2019, a margine di un altro vertice dei BRICS in Brasile. I due leader si erano visti brevemente in una cornice multilaterale anche al vertice del G20 del 2022 a Bali, in Indonesia, e al vertice dei BRICS del 2023 a Johannesburg, in Sudafrica, ma non avevano tenuto colloqui bilaterali formali.


Xi ha saltato il vertice del G20 ospitato a Nuova Delhi nel 2023, un segnale che Pechino e Nuova Delhi rimanevano ancora in disaccordo sulle questioni di confine. Le relazioni tra le due nazioni più popolose al mondo si sono deteriorate dopo il peggior scontro di confine degli ultimi sei decenni lungo il confine himalayano non risolto, il 15 giugno 2020. Almeno quattro soldati cinesi e 20 soldati indiani sono stati uccisi nello scontro nella valle di Galwan, tra il Ladakh controllato dall’India e l’Aksai Chin controllato dalla Cina.

Sudcorea: Nordcorea ha inviato già 3mila soldati in Russia

Sudcorea: Nordcorea ha inviato già 3mila soldati in RussiaRoma, 23 ott. (askanews) – La Corea del Nord ha già inviato in Russia circa 3mila soldati perché vengano utilizzati nel conflitto ucraino. Lo ha sostenuto oggi il servizio d’intelligence sudcoreano NIS, che prevede un ulteriore dispiegamento di militari nordcoreani di 10mila unità.


Il NIS – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap – ha condiviso queste informazioni con i parlamentari sudcoreani durante una riunione a porte chiuse del comitato parlamentare di intelligence, secondo quanto hanno poi riferito alcuni componenti dell’organismo. L’intelligence di Seoul aveva annunciato nei giorni scorsi che il regime di Kim Jong Un ha deciso di inviare truppe in Russia per combattere al fianco della Russia contro l’Ucraina, e circa 1.500 soldati sono stati trasportati in un primo contingente alla scorsa settimana.


“Dopo l’arrivo del primo contingente in Russia dall’8 al 13 ottobre, altri 1.500 soldati sono stati inviati”, ha dichiarato ai giornalisti il deputato Park Sun-won del principale partito di opposizione, il Partito democratico, citando un rapporto del direttore del NIS, Cho Tae-yong. Le truppe non sono ancora state dispiegate sul campo di battaglia. Invece, sono stazionate in strutture militari in Russia e si stanno adattando al nuovo contesto.


I soldati stanno seguendo un addestramento speciale su come utilizzare attrezzature militari e pilotare veicoli aerei senza pilota, tra le altre cose. Secondo il NIS, i soldati impegnati in questa missione avranno un compenso di circa 2mila dollari al mese, una fortuna per le condizioni economiche delle famiglie nordcoreane.


Il numero totale di truppe che si uniranno alla Russia dovrebbe raggiungere i 10.000, inclusi i 3.000 già dispiegati, ha il capo del NIS. “Gli istruttori russi ritengono che i soldati nordcoreani siano fisicamente e mentalmente idonei, ma mancano di comprensione della guerra moderna, come gli attacchi con droni. Si aspettano anche molte vittime tra i nordcoreani”, è stato riferito dal NIS, secondo quanto ha detto il parlamentare sudcoreano. Il NIS ha inoltre sostenuto che la Corea del Nord ha trasferito le famiglie dei militari inviati in Russia in un luogo non identificato per isolarle e gestire la situazione in modo confidenziale. In Corea del Nord la notizia non è stata ufficialmente diffusa, ma ha circolato nelle comunità locali e alcuni familiari “hanno pianto”, ha riferito l’agenzia d’intelligence. La decisione di Pyongyang è venuta dopo la visita a giugno del presidente russo Vladimir Putin, che con Kim ha firmato un accordo di partenariato rafforzato che prevede anche una clausola di difesa reciproca. Ieri, un rappresentante di Pyongyang all’Onu ha definito una “voce infondata” che il regime di Kim Jong Un abbia prestato propri soldati alla Russia. “Per quanto riguarda la cosiddetta cooperazione militare con la Russia, la mia delegazione non ritiene necessario commentare queste voci stereotipate e infondate”, ha dichiarato un rappresentante nordcoreano durante una sessione dell’Assemblea generale dell’Onu tenutasi lunedì sera a New York. Le affermazioni di Seoul “mirano a infangare l’immagine della Repubblica popolare democratica di Corea e a minare le relazioni legittime, amichevoli e cooperative tra due Stati sovrani”, ha aggiunto il diplomatico.

Ishiba chiede un dialogo diretto con Kim Jong Un

Ishiba chiede un dialogo diretto con Kim Jong UnRoma, 17 ott. (askanews) – Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha auspicato oggi un dialogo diretto con il leader nordcoreano Kim Jong Un per poter risolvere l’annosa vicenda dei cittadini giapponesi rapiti negli anni ’70-’80 da agenti nordcoreani. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.


La questione dei rapiti è di primaria importanza per il Giappone, che considera la sua soluzione una precondizione per qualsiasi accordo che possa riaprire i rapporti con Pyongyang. “È cruciale che i leader con una visione ampia esprimano sinceramenre i loro pensieri l’un l’altro,” ha affermato Ishiba, incontrando i familiari delle vittime dei rapimenti.


Il capo di governo non ha fatto cenno alla possibilità di istituire uffici di collegamento a Tokyo e Pyongyang, che è un punto della sua piattaforma elettorale in vista del voto per la camera bassa che si terrà il 27 ottobre. Il Giappone accusa la Corea del Nord di aver rapito almeno 17 cittadini giapponesi tra gli anni ’70 e ’80. In uno storico vertice a Pyongyang del 2002 tra l’allora primo ministro Junichiro Koizumi e il defunto leader nordcoreano Kim Jong Il, padre di Kim Jong Un, la parte nordcoreana ammise, sia pur in tono ambiguo, il rapimento di 13 cittadini giapponesi, tra i quali il caso più famoso è quello di Megumi Yokota, che fu prelevata nel 1978, quando aveva solo 13 anni.


In un secondo viaggio di Koizumi, si consentì il rimpatrio temporaneo di cinque rapiti, che poi non fecero più rientro in Corea del Nord. Per quanto riguarda gli altri otto, Pyongyang sostenne che questi erano morti in diverse circostanze. Yokota si sarebbe, a dire della Corea del Nord, suicidata. Tuttavia, le prove fornite da parte nordcoreana sulla morte di queste persone, furono considerata dal Giappone inconsistenti. Per questo motivo, Tokyo continua a chiedere notizie conclusive degli otto dati per morti, oltre ai rapiti non confermati dalla Corea del Nord, e la restituzione di quelli eventualmente ancora in vita. (Nella foto Megumi Yokota prima del rapimento, foto fornita dalla famiglia)

Kim Jong Un taglia ponti con Sudcorea: è uno Stato nemico

Kim Jong Un taglia ponti con Sudcorea: è uno Stato nemicoRoma, 17 ott. (askanews) – La Corea del Nord ha modificato la sua costituzione, cassando ogni riferimento alla riunificazione e definendo la Corea del Sud paese ostile. Lo ha ufficializzato oggi l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA, confermando anche la conseguente interruzione definitiva delle linee di collegamento tra le due Coree e pubblicando le fotografie delle esplosioni di strade e ferrovie intercoreane.


Due giorni fa lo Stato maggiore sudcoreano aveva rilevato le deflagrazioni. Oggi la voce ufficiale del regime di Kim Jong Un ha confermato che lo Stato maggiore dell’Esercito popolare di Corea (KPA) ha “preso misure per tagliare le strade e le ferrovie nordcoreane che conducono alla Corea del Sud attraverso le sezioni orientali e occidentali della frontiera meridionale della Corea del Nord, come parte della separazione completa e graduale del suo territorio dalla Corea del Sud”. Le due Coree erano collegate da strade e ferrovie lungo la linea Gyeongui, che collega la città di confine sudcoreana di Paju a Kaesong, in Corea del Nord, e lungo la linea Donghae sulla costa orientale.


La KCNA ha affermato che questa era una misura inevitabile e legittima, presa in conformità con la costituzione nordcoreana, che definisce chiaramente la Corea del Sud come uno stato ostile, e a causa delle gravi circostanze di sicurezza che si avvicinano al limite imprevedibile della guerra a causa delle gravi provocazioni politiche e militari provenienti da Seoul. Un portavoce del ministero della Difesa nordcoreano ha anche dichiarato che la Corea del Nord continuerà a prendere misure per fortificare permanentemente la frontiera meridionale chiusa. Secondo fonti dello Stato maggiore sudcoreano, Pyongyang potrebbe anche costruire un muro per interrompere definitivamente i contatti tra le due Coree. Il mese scorso Kim Jong Un aveva definito la Corea del Sud “nemico principale invariabile” della Repubblica democratica popolare di Corea (nome ufficiale della Corea del Nord). Questa definizione è stata poi incisa nel marmo della costituzione nordcoreane la settimana scorsa in occasione della 14ma Assemblea suprema del popolo, l’organo legislativo pro-forma di Pyongyang, chiamato semplicemente a ratificare le decisione prese dalla leadership.


La decisione di interrompere ogni contatto con il Sud viene in un momento di forte tensione tra Pyongyang e Seoul, con il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol che ha adottato una linea assertiva rispetto ai dossier aperti col Nord, ma anche di riconfigurazione degli assetti e delle alleanze in Asia orientale. Mentre, infatti, diventano più strette le alleanze Usa-Giappone e Usa-Corea del Sud, con un rasserenamento anche delle relazioni tra Seoul e Tokyo, Pyongyang ha rafforzato i suoi rapporti con la Russia firmando un accordo di partenariato rafforzato che include una clausola di difesa reciproca. Secondo fonti di Kiev, tra l’altro, Mosca starebbe allestendo un’unità militare alimentata da 3mila soldati nordcoreani che dovrebbero combattere nella guerra in Ucraina. In questo contesto, si sono moltiplicate le reciproche provocazioni. Venerdì scorso, droni hanno sorvolato Pyongyang lanciando volantini contro il regime. La potente sorella di Kim Jong Un, Kim Yo Jong, ha accusato la Corea del Sud di aver inviato i droni “Sappiamo chiaramente che i principali colpevoli dell’incidente dei droni su Pyongyang sono la feccia dell’esercito sudcoreano”, ha dichiarato Kim in un comunicato diffuso dall’agenzia di stampa statale della KCNA. Kim Yo Jong ha anche puntato il dito contro gli Stati uniti, affermando che la responsabilità ultima delle azioni dei “cani” ricade sul loro “padrone”. La sua dichiarazione è arrivata un giorno dopo che il ministero della Difesa sudcoreano aveva condannato il Nord per aver minacciato l’uso della forza e avvertito di una “terribile catastrofe” riguardo agli incidenti con i droni, senza neanche confermare la fonte dei voli. Kim Jong Un, dal canto suo, nelle scorse settimane ha più volte minacciato l’uso dell’arma atomica, se la Corea del Nord dovesse essere attaccata.

Expo2025, a 6 mesi da evento completate strutture Padiglione Italia

Expo2025, a 6 mesi da evento completate strutture Padiglione ItaliaRoma, 16 ott. (askanews) – Oggi l’architetto Mario Cucinella e il Commissario Generale Mario Vattani hanno effettuato una visita di verifica dell’andamento dei lavori del Padiglione Italia a Expo 2025 Osaka. A sei mesi dall’apertura ufficiale dell’Esposizione Universale, che dal 13 aprile 2025 vedrà 160 Paesi riunirsi attorno al tema “Progettare la Società del Futuro per le Nostre Vite”, sono, infatti, state completate secondo programma le strutture del Padiglione, realizzato completamente in legno e progettato da MCA – Mario Cucinella Architects insieme alla società di project management Beyond Limits e alle imprese costruttrici Nomura Co. e Nishio Rent All Co. L’Italia si colloca così tra i primi Paesi ad aver completato i lavori strutturali di base del proprio Padiglione.


“Oggi abbiamo compiuto un passo importante nel percorso di realizzazione del Padiglione Italia: a sei mesi dall’apertura siamo orgogliosi di poter annunciare il completamento delle strutture portanti di quella che rappresenta la più grande costruzione in legno di tutta Expo 2025 Osaka. Un primato che contribuisce a fare del nostro Padiglione, costruito interamente in legno proveniente da filiere locali certificate, un emblema di sostenibilità e innovazione. Insieme al Commissario Generale Vattani, abbiamo visitato il cantiere per celebrare questo significativo traguardo, che posiziona l’Italia tra i primi paesi che hanno concluso questa fase dei lavori”; ha dichiarato Mario Cucinella, Founder & Design Director di MCA – Mario Cucinella Architects. “Questa occasione sarà fondamentale per offrire al pubblico un’immagine aggiornata dell’Italia, della nostra tecnologia e della nostra innovazione. Per questo sarà importante portare il pubblico al nostro Padiglione. Tra i Paesi partecipanti, abbiamo l’edificio con la struttura lignea più imponente, visibile anche a distanza da vari punti del sito. Offrirà ai visitatori la possibilità di percorrere il più grande giardino pensile dell’intera Expo, che offrirà una vista mozzafiato su ogni lato” ha sottolineato il Commissario Generale per l’Italia, l’Ambasciatore Mario Vattani. “L’Italia si trova in una posizione strategica nel sito di Expo, a pochi metri dal Grand Ring, elemento simbolico dell’Esposizione Universale disegnato dall’architetto Fujimoto Sou e realizzato anch’esso interamente in legno. Il Padiglione Italia, con eleganza e stile, dialoga strutturalmente e simbolicamente con il Ring da una posizione privilegiata. Grazie a un’altezza appositamente calcolata rispetto a quella del Ring, il giardino diviene un palco naturale dove organizzeremo eventi di grande visibilità, mirati a valorizzare la creatività italiana e le eccellenze del Made in Italy, che saranno visibili dal pubblico presente sul Ring come dagli spalti di un’arena sopraelevata”.


Il Padiglione Italia si presenta come un grande hangar del saper fare italiano che trae ispirazione dalla Città Ideale di matrice rinascimentale e che, interpretando il tema “L’arte rigenera la vita”, accoglierà esperimenti artistici, scientifici, imprenditoriali e sociali. Il Padiglione si prepara a svelare ai visitatori un percorso creativo in tre atti, ciascuno dei quali affonda le proprie radici in luoghi ed esperienze di cui l’Italia è stata innovatrice. Cuore della struttura è una grande teca pensata per accogliere il teatro e la piazza, fulcro espositivo ed esperienziale del Padiglione. Sulla copertura, invece, sarà ospitato un giardino all’Italiana, popolato da piante e opere d’arte.

Sudcorea: Nordcorea potrebbe mandare suoi soldati in Ucraina

Sudcorea: Nordcorea potrebbe mandare suoi soldati in UcrainaRoma, 16 ott. (askanews) – La Corea del Sud ha sostenuto oggi di star “monitorando da vicino” segnali secondo i quali la Corea del Nord potrebbe inviare soldati per sostenere la Russia nella guerra in Ucraina. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


Il ministero della Difesa si sarebbe attivato in seguito a notizie apparse sui media ucraini, secndo i quali Mosca starebbe formando un battaglione speciale di 3mila soldati nordcoreani. “Poiché esiste la possibilità che (la Corea del Nord) fornisca truppe o personale civile, questa situazione viene monitorata attentamente,” ha affermato un funzionario del ministero della Difesa sudcoreano.


Anche il Servizio di intelligence nazionale sudcoreano (INS) ha dichiarato che sta lavorando per verificare le notizie, tenendo presente che queste “potrebbero essere vere”. Inoltre, i servizi stanno “collaborando con l’Ucraina per confermare le notizie”. Un funzionario del ministero degli Esteri ha affermato che il governo sta seguendo da vicino i segnali di cooperazione militare tra Russia e Corea del Nord e ha espresso la “profonda preoccupazione” di Seoul riguardo alle notizie che la cooperazione si stia espandendo oltre il commercio di armi, arrivando al dispiegamento di truppe.


“Qualsiasi cooperazione che indirettamente o direttamente aiuti la Corea del Nord a rafforzare la propria forza militare è una violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite,” ha dichiarato il funzionario. “Esortiamo ancora una volta a fermare la cooperazione militare illegale tra Russia e Corea del Nord”. La Corea del Sud, gli Stati uniti hanno accusato la Corea del Nord di fornire armi alla Russia per alimentare la sua guerra in Ucraina, in violazione delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni unite contro Pyongyang per i suoi programmi missilistici e nucleari.


Mosca e Pyongyang hanno recentemente rafforzato i loro rapporti: il presidente russo Vladimir Putn e il leader nordcoreano Kim Jong Un hanno firmato a giugno a Pyongyang un accordo di partenariato che include anche una clausola di difesa reciproca.

Xi Jinping visita città di fronte a Taiwan

Xi Jinping visita città di fronte a TaiwanRoma, 16 ott. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping si è recato in visita a un’isola costiera appena vicina allo Stretto di Taiwan, un giorno dopo che l’Esercito popolare di liberazione (PLA) ha concluso grandi esercitazioni militari intorno a Taiwan. Lo riferisce oggi la tv di stato cinese CCTV.


Xi ha ispezionato la contea di Dongshan, nella provincia sud-orientale del Fujian, ieri pomeriggio. La contea insulare di fronte a Taiwan è spesso base regolare di esercitazioni dell’esercito cinese. Xi ha ispezionato i lavori di rivitalizzazione rurale e le attività di protezione del patrimonio culturale. Ma la CCTV non ha specificato da dove sia iniziato il viaggio del presidente, né la durata della visita. Xi, durante le visite, è solito anche recarsi presso i comandi militari.


Due giorni fa le forze cinesi hanno concluso un’esercitazione di 13 ore intorno a Taiwan.”Joint Sword-2024B”è stata una manovra che ha preoccupato Taipei, perché vi ha partecipato la portaerei Liaoning e ha simulato un accerchiamento dell’isola. Pechino ha affermato che le esercitazioni devono essere considerate un “deterrente” contro le forze indipendentiste di Taiwan. Il riferimento pare essere, in particolare, al presidente taiwanese William Lai Ching-te, che la settimana scorsa, in occasione della festa del “Doppio 10” (10 ottobre) per 113 anni dalla fondazione della Repubblica di Cina, ha ribadito che le due sponde dello Stretto “non subordinate una all’altra” e che Pechino “non ha l’autorità” per rappresentare anche Taiwan. La Repubblica popolare cinese rivendica la sua sovranità su Taiwan che è il frutto della fuga nel 1949 dei nazionalisti del Kuomintang guidati da Chiang Kai-shek alla fine della guerra civile.


Dongshan divenne, tra l’altro, un importante campo di battaglia nello Stretto nel 1953, quando il Kuomintang tentò senza successo di riconquistare l’isola controllata dalla Cina comunista, nell’ultimo tentativo dell’esercito taiwanese di attaccare la terraferma. Xi ha anche visitato una sala commemorativa dedicata a Gu Wenchang, un alto funzionario di Dongshan che ebbe un ruolo significativo in quella battaglia, ha riportato l’agenzia di stampa Xinhua.

Giappone, partita la campagna elettorale: test vitale per Ishiba

Giappone, partita la campagna elettorale: test vitale per IshibaRoma, 15 ott. (askanews) – La campagna elettorale per le elezioni generali del Giappone è iniziata ufficialmente oggi. I candidati e i partiti avranno 12 giorni di tempo per promuoversi, prima che i cittadini vadano alle urne il 27 ottobre.


In palio ci sono 465 seggi della Camera dei rappresentanti, il più importante dei due rami dela Dieta nipponica. La camera alta si chiama Camera dei consiglieri. Di questi 465 seggi, 289 saranno assegnati a politici eletti direttamente in collegi uninominali. Altri 176 saranno selezionati attraverso la rappresentanza proporzionale suddivisa in 11 circoscrizioni. In totale sono in corsa 1.344 candidati, rispetto ai 1.051 dell’ultima elezione del 2021.


Per la prima volta il numero delle candidate ha superato il 20% del totale: sono in lizza 314 donne, rispetto alle 186 delle precedenti elezioni. Il Partito liberaldemocratico – che mantiene il governo del paese in maniera quasi ininterrotta dagli anni ’50 del secolo scorso – sconta un momento di bassa popolarità, aggravato dal recente scandalo dei fondi utilizzati in maniera irregolare da diversi parlamentari. Per questo motivo, l’asticella delle aspettative è piuttosto bassa e punta a mantenere alla camera la maggioranza relativa e quella assoluta (233 seggi) in coalizione col partito buddista, legato alla Soka Gakkai, Komeito.


Nella legislatura appena terminata anticipatamente, la formazione che esprime il primo ministro Shigeru Ishiba aveva da solo 256 seggi, cioè più che la maggioranza assoluta. Assieme al Komeito arrivava a 288 seggi. Questa flessione è destinata a rendere più difficile non tanto la governabilità, ma la possibilità di mettere in campo efficacemente una riforma costituzionale, in particolare relativa all’Articolo 9 della Costituzione che esclude la possibilità al Giappone di avere forze armate (vincolo, questo, solo parzialmente superato). Infatti, per fare la riforma, c’è bisogno di una maggioranza qualificata nelle due camere, oltre a un voto referendario.


“Sono ben consapevole che questa elezione sarà estremamente difficile”, ha ammesso il primo ministro Shigeru Ishiba, durante una conferenza stampa la scorsa settimana, quando ha fissato il “limite della vittoria”. Difficoltà dovute a una serie di scandali, come quello dei fondi irregolari o precedentemente quello dei parlamentari legati alla Chiesa dell’Unificazione. Ma anche a un peggioramento del reddito reale disponibile per le famiglie giapponesi, a causa dell’inflazione e della perdita di valore dello yen. Ishiba ha vinto alla fine del mese scorso le elezioni interne al Partito liberaldemocratico ed è quindi diventato primo ministro il primo ottobre. Immediatamente ha annunciato di voler andare a elezioni, un passo in parte richiesto dalla necessità di ottenere un mandato politico, dall’altro di riconfigurare il Partito liberaldemocratico che è uscito da questa fase elettorale molto frammentato e delegittimato. Il primo ministro ha chiarito subito che non avrebbe dato sostegno a oltre una dozzina di candidati coinvolti negli scandali sul finanziamento. Alcuni si sono ritirati, altri però hanno deciso di concorrere lo stesso, senza il bollino del partito. Il principale partito di opposizione, il Partito costituzionale democratico (CDP), ha a sua volta cambiato leader, scegliendo l’ex primo ministro Yoshihiko Noda. Nella legislatura appena conclusa deteneva 98 seggi alla Camera bassa. Si è dato l’obiettivo di non far raggiungere la maggioranza assoluta alla coalizione liberademocratici-Komeito. I sondaggi usciti finora non gli danno ragione e, pur certificando il calo di consensi del Partito liberaldemocratico, vedono comunque la formazione di Ishiba in vantaggio. Ai giapponesi non piace cambiare e non è un caso che il Partito liberaldemocratico sia stato al governo per 65 dei suoi 70 anni di storia. Solo tra il 2009 e il 2011 il Partito democratico – dalla cui scissione è poi nato il Partito costituzionale democratico – riuscì a strappare il potere alla formazione oggi capeggiata da Ishiba. Il disastro dello tsunami e dell’incidente nucleare di Fukushima, però, lo affossò, perché il governo di Naoto Kan non fu visto come capace di gestire l’emergenza. La stessa esperienza da premier di Noda fu deludente. Alle elezioni seguenti, il pallino tornò nelle mani dei liberaldemocratici, allora capeggiati da Shinzo Abe, il premier più longevo della storia nipponica (poi ucciso nel 2022). Alle elezioni si presentano il Partito dell’innovazione del Giappone, il Partito comunista giapponese, il Partito democratico per il popolo e il Reiwa Shinsengumi. Molti seggi verranno decisi in base a desistenze tra i partiti dell’opposizione, che potrebbero iun questo caso mirare a colpire l’asse Ldp-Komeito. Ma queste formazioni non sembrano particolarmente propense a collaborare tra loro. La Camera dei Rappresentanti – nella struttura bicamerale della Dieta – ha più potere, poiché ha l’ultima parola sulla nomina dei primi ministri e sull’approvazione dei bilanci governativi in caso di disaccordo con la camera alta. I membri della Camera bassa servono mandati di quattro anni, a meno che il primo ministro non la sciolga anticipatamente, come accaduto in questo caso. I candidati devono avere almeno 25 anni, mentre il diritto di voto attivo è assegnato dai 18 anni in su.