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Cina sempre più vecchia: nei prossimi decenni boom della mortalità

Cina sempre più vecchia: nei prossimi decenni boom della mortalitàRoma, 15 lug. (askanews) – La Cina, da paese in tumultuosa crescita demografica tanto da doversi dotare di politiche rigide e discutibili di controllo delle nascite, è diventata in meno di una generazione un paese a rapido invecchiamento che rischia di avere gravi difficoltà socio-economiche. Un articolo accademico di cui dà oggi notizia il South China Morning Post segnala che nei prossimi decenni il paese dovrà affrontare una mortalità “su una scala senza precedenti”,


La seconda economia mondiale, che in passato attirava l’attenzione globale per il suo dividendo demografico, potrebbe vedere i decessi annuali raggiungere il picco di 19 milioni nel 2061, seciondo quanto hanno scritto i professori Zhang Zhen e Li Qiang dell’Università Fudan nell’ultimo numero della rivista bimestrale Population Research. E’ come se scomparisse in un anno l’intera popolazione dell’Olanda. “Sebbene il numero massiccio di decessi tra gli anziani sia un risultato naturale della transizione demografica, il picco di mortalità della Cina si sta avvicinando rapidamente, e su una scala senza precedenti, ponendo gravi sfide per gli individui, le famiglie e la società nel suo insieme”, hanno affermato i docenti.


La Cina ha registrato 11,1 milioni di decessi lo scorso anno, superando i 9 milioni di nuove nascite. Ciò significa che la popolazione ha visto un calo per il secondo anno consecutivo nel 2023, e si stima che sia stata superata dall’India come paese più popoloso del mondo, secondo le Nazioni unite. Gli accademici hanno suggerito che la Cina dovrebbe adottare misure per affrontare le sfide imminenti, poiché la generazione dei baby boomer della Cina – quelli nati prima della politica del figlio unico nel 1980 – è invecchiata e l’aumento dei decessi sarà più evidente a partire dal 2040.


Hanno raccomandato di rafforzare la pianificazione a medio e lungo termine dei servizi funerari per prevenire conflitti sociali, incluso il rischio di un “caro-tombe”. Inoltre andranno attivati servizi legali per gli anziani e per le dispute ereditarie. Nel 2023, la popolazione cinese di età pari o superiore ai 65 anni era di 216,8 milioni, pari al 15,4% della popolazione complessiva.


Il tasso di natalità della Cina è destinato a rimanere a livelli bassi con fluttuazioni, a causa della diminuzione della popolazione in età fertile e dei cambiamenti negli atteggiamenti verso la procreazione, nonostante le politiche di sostegno di Pechino, hanno detto i professori.

Nordcorea: intrusi Nato non facciano giochi di guerra in Asia

Nordcorea: intrusi Nato non facciano giochi di guerra in AsiaRoma, 15 lug. (askanews) – Gli “intrusi” della Nato “farebbero meglio a occuparsi dei loro affari, invece di superare certi confini”. Questo si legge in un irato comunicato diffuso oggi dalla voce ufficiale della Corea del Nord, l’agenzia KCNA, in relazione alle manovre militari nella regione organizzate dal Giappone. Nel comunicato è specificamente citata anche l’Italia.


“Il Giappone ha oltrepassato la linea rossa con i suoi atti militari avventati disturbano la pace e la stabilità regionale in collusione con forze esterne”, scrive la KCNA, citando la collaborazione militare nippo-tedesca e la partecipazione del primo ministro giapponese Fumio Kishida al summit Nato dove questi ha messo in relazione la sicurezza del quadrante atlantico con l’Indo-Pacifico. Pyongyang segnala le manovre in vista tra le forze aeree giapponese e Nato previste tra il 19-25 luglio, a cui partecipa anche l’Aeronautica militare italiana. Si tratta di una prima volta per i caccia Nato nell’area. Inoltre punta anche il dito sui piani delle Forze di autodifesa giapponesi per “un’esercitazione navale e aerea congiunta con una portaerei e caccia italiani a fine agosto”. Il riferimento è alle manovre congiunte a cui parteciperà la portaerei Cavour col suo gruppo d’attacco. In queste manovre ci saranno anche i modernissimi aerei da combattimento F-35B.


“La pericolosa situazione attuale ricorda la vigilia della Seconda guerra mondiale nel secolo scorso, quando la Germania fascista formò un’alleanza militare con il Giappone militarista e inflisse disastri catastrofici all’umanità”, afferma la KCNA. “È uno sviluppo serio della situazione – continua – che le nazioni sconfitte e criminali di guerra siano in combutta per organizzare una serie di giochi di guerra che intensificano le tensioni regionali”. Secondo la KCNA, “stupito dal potere sempre più debole del suo padrone americano, angosciato dalla marea di guerra sempre più grave in Ucraina e dalla crisi mediorientale incontrollabile, il Giappone si è messo a rafforzare l’alleanza militare con la Nato nel tentativo di guadagnare terreno nello scontro geopolitico con i suoi rivali regionali a qualsiasi costo, invitando persino nazioni criminali di guerra del passato”.


Ma Tokyo, prosegue la voce del regime di Kim Jong Un, “dovrebbe essere consapevole del fatto che il suo rafforzato legame militare con gli stranieri si ritorcerà contro il Giappone, facendolo diventare un bersaglio comune per la comunità regionale dei giusti”. Quindi, “coloro che cercano di organizzare giochi di guerra nella regione Asia-Pacifico dovrebbero raffreddare le loro teste calde e pensarci due volte: la regione non è un campo di prova per vantarsi della propria forza né un’arena per la “crociata” della Nato. Perciò – conclude – “gli intrusi della Nato farebbero meglio a occuparsi dei loro affari, invece di oltrepassare certi confini”.

Cina, iniziato il cruciale Terzo Plenum del Partito comunista

Cina, iniziato il cruciale Terzo Plenum del Partito comunistaRoma, 15 lug. (askanews) – In un momento di grandi fibrillazioni geopolitiche a livello globale e regionale, la Cina ha dato oggi il via al suo Terzo Plenum del Comitato centrale del Partito comunista, un appuntamento chiave tradizionalmente destinato a importanti scelte che possono avere ripercussioni economiche e anche politiche su base pluriennale. Non a caso, ad avviare questa riunione a porte chiuse, è come di consueto la relazione del segretario generale del partito, cioè il presidente Xi Jinping.


La riunione è stata preceduta dalla diffusione di dati deludenti sul fronte economico, che mettono a rischio gli obiettivi che Pechino si è posta per l’anno. Il Pil nel secondo trimestre è dato in frenata, con una crescita solo dello 0,7%, che proiettata sull’anno fa pensare a un +4,7%, ben lontani dal dato “attorno al 5%” che la leadership cinese ha posto come target. Inoltre, notizie piuttosto negative sono arrivate dal settore critico dell’immobiliare, con i prezzi degli immobili di giugno in calo: secondo l’Ufficio nazionale di statistica su base annua a giugno i prezzi delle case sono calati dello 0,7%, continuando una striscia negativa che rischia di mettere in crisi ulteriore sviluppatori immobiliari sull’orlo del fallimento, ma anche segnalando che una serie di provvedimenti di sostegno presi dal governo non stanno dando i risultati sperati. A peggiorare le cose, poi, il contesto geopolitico vieppiù complesso, con le guerre commerciali in corso su un doppio fronte: da un lato l’Unione europea, che da inizio mese imposto severi dazi alle auto elettriche cinesi, dall’altro gli Stati uniti, con i quali le cose potrebbero persino peggiorare se nelle presidenziali tra qualche mese dovesse tornare alla Casa bianca Donald Trump.


Il Comitato centrale del Pcc comprende circa 200 membri di alto rango ed è guidato dal Presidente Xi Jinping. E’ l’organismo centrale del potere cinese, in cui il Partito è il cuore della complessa macchina politica. Tiene sessioni plenarie, o Plenum, a Pechino un totale di sette volte durante il suo mandato quinquennale. L’attuale comitato centrale è stato eletto nel 2022. Il terzo Plenum è seguito sempre con attenzione, perché in passato è stato quello in cui venivano annunciate le riforme di più ampio impatto. Per esempio, fu in questa occasione che nel 1978 Deng Xiaoping annunciò l’iniziativa di “riforma e apertura”, che fece da innesco della grande crescita cinese. Nel 1993, il terzo Plenum approvò il concetto di economia di mercato socialista. Nel 2013 codificò il ruolo “decisivo” dle mercato nell’allocazione delle risorse.


La riunione è a porte chiuse e continuerà fino a giovedì. Solitamente viene diffuso un comunicato il giorno della chiusura, mentre un documento completo con tutte le decisioni viene rilasciato dopo alcuni giorni. Nulla è lasciato al caso, come nella tradizione amministrativa cinese. Il documento è stato già elaborato, vagliato e presentato al Politburo, il sancta sanctorum del Partito e del potere cinese. Il titolo, che già fornisce un’indicazione sulla direzione che prenderà la discussione, è: “Approfondire ulteriormente la riforma in modo comprensivo e promuovere la modernizzazione in stile cinese”. La riunione, in realtà, era attesa già per lo scorso autunno. Ma solo ad aprile si è capito che sarebbe stata tenuta a luglio. Questo ritardo ha suggerito varie ipotesi, tra le quali quella che si volesse prendere tempo per formulare politiche piuttosto rilevanti. Anche perché l’anno prossimo il governo dovrà aggiornare il suo piano quinquennale, il che porta a capire come mai a dominare saranno i temi economici, mentre l’ultimo plenum era stato dedicato più alle questioni politiche.


Diversi osservatori si attendono che durante la riunione venga annunciata una forte misura di stimolo economico. Tuttavia nonc i sono indicazioni che questo avverà. Non solo questo tipo di riunioni non è di solito dedicata alle politiche dell’immediato, ma alle grandi riforme, ma più volte i funzionari cinesi hanno fatto capire di non voler inondare di denaro il mercato. Inoltre le risorse, nell’approccio politico di Xi, vengono di solito destinate in maniera mirata nei settori considerati strategici, come quello tecnologico. Xi ha più volte chiarito che la Cina ha l’obiettivo di raggiungere l’autosufficienza tecnologica attraverso “nuove forze produttive di qualità”. Pechino ha fatto importanti progressi in settori come i veicoli elettrici e le batterie, e sta investendo pesantemente per costruire la propria catena di fornitura di semiconduttori. E’ atteso comunque che il documento finale dia anche indicazioni per quanto riguarda il tema dell’edilizia abitativa: la crisi immobiliare comporta un pericolo fortissimo di contagio per il settore bancario e finanziario. Dal crollo di Evergrande, le autorità non hanno messo in campo azioni di puntello per i giganti in crisi, anzi li hanno fatti mandare in liquidazione. Questo fa pensare agli osservatori che, piuttosto che con misure a breve, l’approccio cinese sia quello di agire con riforme strutturali di ampio respiro e il Plenum è proprio la sede in cui si può parlare di questo. Invece è improbabile che vengano annunciati nuovi rimpasti nell’alta nomenklatura. Negli ultimi anni ci sono stati forti rimescolamenti e anche diverse cadute rovinose. Proprio recentemente due ex ministri della Difesa sono stati espulsi dal partito, Li Shangfu e Wei Fenghe, e sono accusati di gravi reati di corruzione. Ma, di solito, questi eventi non sono sottoposti a dibattito: accadono e basta. Semmai sarà interessante capire chi ci sarà e chi no. Per esempio, l’ex minstro degli Esteri Qin Gang, che è già stato rimosso dal Consiglio di Stato (il governo), sarà rimosso anche dal Comitato centrale?

Usa-Sudcorea rafforzano deterrenza nucleare anti-Nordcorea (e Cina)

Usa-Sudcorea rafforzano deterrenza nucleare anti-Nordcorea (e Cina)Roma, 12 lug. (askanews) – Stati uniti e Corea del Sud hanno firmato, a margine ieri del summit annuale Nato a Washington, le linee guida per la deterrenza nucleare, che amplieranno significativamente l’assegnazione delle risorse strategiche statunitensi nella Penisola coreana a un livello “costante”. Lo ha chiarito oggi il ministero della Difesa di Seoul, in un momento di forte tensione con la Corea del Nord nuclearizzata e di aumento della competizione regionale tra Washington e la Cina.


Ieri il viceministro alla Difesa sudcoreano Cho Chang-rae e Vipin Narang, assistente segretario alla Difesa degli Stati uniti per la politica spaziale ad interim, hanno firmato le nuove “Linee guida per la deterrenza e le operazioni nucleari nella Penisola coreana”. La firma del documento è avvenuta un anno dopo che gli alleati hanno lanciato il Gruppo consultivo nucleare per consolidare gli sforzi di “deterrenza estesa” degli Stati uniti verso la Corea del Sud in modo integrato, che include il supporto convenzionale della Corea del Sud per le operazioni nucleari statunitensi in caso di contingenza.


La deterrenza estesa si riferisce a una promessa degli Stati uniti di mobilitare l’intera gamma delle loro capacità militari, comprese le armi nucleari, per difendere il proprio alleato asiatico. Secondo le linee guida congiunte, gli alleati cercheranno di espandere la frequenza e il livello delle risorse strategiche statunitensi dispiegate nella Penisola coreana, poiché il documento si impegna a assegnare missioni di tali armi durante sia il tempo di guerra che di pace.


Il documento apre anche la strada agli alleati per affinare le loro capacità pratiche contro le minacce nucleari attraverso la condivisione congiunta di intelligence, pianificazione, addestramento e implementazione delle operazioni, con la Corea del Sud che dovrebbe svolgere un ruolo maggiore rispetto al passato. “Il governo degli Stati Uniti aveva notificato e discusso il dispiegamento imminente di risorse strategiche. Ma ora Corea del Sud e Stati uniti discuteranno la necessità di tali dispiegamenti su base stabile e permanente” ha detto un funzionario del ministero.


Il ministero ha sottolineato che la firma del documento eleva l’alleanza Corea del Sud-Usa, che si basava sulle armi convenzionali, a una “solida alleanza basata sul nucleare”. “L’integrazione convenzionale-nucleare tra Corea del Sud e Stati Uniti segna il primo e unico caso di una nazione non nucleare che discute direttamente delle operazioni nucleari con gli Stati uniti,” ha dichiarato ancora il ministero. Ieri si è tenuto un incontro tra il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol e quello Usa Joe Biden. I due leaser hanno avvertito che qualsiasi attacco nucleare nordcoreano contro la Corea del Sud sarà affrontato con una risposta “rapida, travolgente e decisiva”, con l’intera gamma delle risorse militari a disposizione, sottolineando i “tremendi” progressi nei loro sforzi congiunti di deterrenza estesa.

Giappone, terremoto Marina: sanzioni per incauto trattamento segreto

Giappone, terremoto Marina: sanzioni per incauto trattamento segretoRoma, 12 lug. (askanews) – Un terremoto è in corso nelle forze armate giapponesi e, in particolare, nelle Forze di autodifesa marittima, cioè la marina. Il ministero della Difesa ha deciso di sanzionari 218 persone, tra le quali un viceminsitro e i vertici delle Forze di autodifesa, per una serie di irregolarità riguardo leggerezze nel trattamento di informazioni segrete di rilevanza per la sicurezza nazionale e la ricezione illegittima di indennità per immersioni subacquee.


“Devo prima di tutto scusarmi per aver causato preoccupazione ai cittadini”, ha detto il primo ministro Fumio Kishida, che è dovuto intervenire da Washington dove si trovava per il summit Nato. “Riconosciamo – ha continuato – che l’attuale ambiente di sicurezza è estremamente difficile e la difesa del nostro paese non può permettersi alcun errore. Il ministro della Difesa (Minoru Kihara) deve esercitare una forte leadership per riorganizzare rapidamente il ministero della Difesa e le Forze di Autodifesa, e garantire un sistema di difesa impeccabile. Deve impegnarsi al massimo per riconquistare la fiducia del popolo giapponese”. Kihara, dal canto suo, ha convocato una conferenza stampa dopo la riunione del Consiglio dei Ministri, nella quale ha dichiarato: “Le attività del Ministero della Difesa e delle Forze di Autodifesa si basano sulla fiducia del popolo giapponese. Tuttavia, questo incidente ha tradito la fiducia, cosa che non deve mai accadere. Come ministro della Difesa, porgo le mie più sentite scuse ai cittadini”. E ma aggiunto: “Per ripristinare la fiducia, è essenziale che non solo i dirigenti, ma ogni singolo membro delle Forze di Autodifesa si impegni con determinazione. Per questo motivo ho deciso di inviare un messaggio video rivolto a ciascun membro. Intendiamo implementare rigorose misure preventive per evitare che tali incidenti si ripetano, lavorando uniti come Ministero della Difesa e Forze di Autodifesa per riconquistare la fiducia del popolo”.


Riguardo alla sostituzione del capo di stato maggiore della Marina, inoltre, il ministro ha dichiarato: “Considerando i vari incidenti avvenuti all’interno della Marina, ho ritenuto necessario riorganizzare la struttura con una nuova leadership. Sento profondamente la responsabilità di aver compromesso la fiducia del pubblico e ho deciso di restituire volontariamente un mese del mio stipendio di ministro della Difesa”. Secondo il Ministero della Difesa, le violazioni e le irregolarità riguardano la gestione delle informazioni segrete di sicurezza nazionale, la ricezione di indennità per immersioni subacquee, il consumo di pasti gratuiti forniti alle unità e casi di molestie sul luogo di lavoro.


La questione apparentemente più rilevante è quella riguardo le falle nel trattamento delle informazioni riservate: 58 violazioni sono state riscontrate tra le Forze di Autodifesa di terra, mare e aria, inclusa la possibilità per personale non autorizzato di accedere a dati sui movimenti delle navi in 38 unità della Marina. Per quanto riguarda l’indennità per immersioni subacquee, 62 membri della Marina, compresi ufficiali, hanno falsamente dichiarato di aver effettuato immersioni per ricevere indennità indebite. L’importo totale delle indennità ricevute illegalmente negli ultimi cinque anni e mezzo, a partire da aprile 2017 fino a ottobre dell’anno scorso, ammonta a circa 43 milioni di yen (247mila euro). Inoltre, 22 membri della Marina, compresi ufficiali, hanno consumato pasti gratuiti riservati solo ai membri residenti nelle basi, per un totale di circa 1,6 milioni di yen, poco più di 9mila euro, in tre anni fino a marzo dello scorso anno.


Altri tre funzionari di alto livello nel dipartimento responsabile della pianificazione delle politiche di difesa sono stati coinvolti in casi di molestie sul luogo di lavoro, con comportamenti intimidatori verso i subordinati. Il Ministero della Difesa ha preso misure disciplinari, inclusa la destituzione, contro 117 persone coinvolte in queste violazioni e irregolarità. Inoltre, un viceministro e il capo di stato maggiore delle Forze di Autodifesa sono stati ammoniti, portando il totale a 218 sanzioni. Il capo di stato maggiore della Forza di autodifesa marittima, Ryo Sakai, sarà sostituito il 19 di questo mese. Le “informazioni segrete specifiche” – oggetto delle violazioni – riguardano informazioni sulla sicurezza, come la difesa e la diplomazia, che richiedono particolare protezione. Queste informazioni sono designate da ministri o alti funzionari, e per trattarle è necessario superare una valutazione di idoneità. Secondo il Ministero della Difesa, ci sono state 58 violazioni relative alle “informazioni segrete specifiche”, di cui 45 riguardano la marina, 9 l’Aeronautica, 2 l’Esercito, e una ciascuna per il Comando Integrato e l’Ufficio Informazioni. Delle 45 violazioni della Marina, 38 sono avvenute su 38 navi, comprese le navi Aegis, unità di punta delle Forze di autodifesa nipponiche. La maggior parte delle violazioni riguarda l’assegnazione di personale che non aveva superato la valutazione di idoneità, a lavorare in “centri di comando e controllo” dove vengono trattate informazioni classificate come “segreti specifici”, relative ai movimenti delle navi. Il ministero della Difesa considera che permettere a personale non idoneo di accedere a queste informazioni equivale a una fuga di notizie. Tuttavia, la Marina apparentemente non aveva questa consapevolezza e non aveva fornito l’addestramento necessario, il che fa ritenere a una colpa più che un dolo, dovuta a carenze organizzative e non a una volontà di danneggiare la sicurezza nazionale. Inoltre, su alcune navi, vi era una carenza di personale nei “centri di comando e controllo”, il che ha portato a posizionare personale non idoneo in queste posizioni.

Giappone: preoccupa crescente collaborazione militare Cina-Russia

Giappone: preoccupa crescente collaborazione militare Cina-RussiaRoma, 12 lug. (askanews) – Il Giappone ha rilasciato oggi il suo annuale Libro bianco della difesa, un documento importante per comprendere le dinamiche della politica internazionale e strategica in Asia. In particolare, in questa edizione, il 2024 Defense White Paper segnala “grave preoccupazione” per le attività militari congiunte di Cina e Russia, oltre a ribadire che la Corea del Nord è più che mai una minaccia per la stabilità regionale.


In questo quadro, Tokyo vede nella relazione sempre più stretta con la Nato un atout per affrontare un contesto di maggiore rissosità regionale, che vede in teatri come quello di Taiwan i suoi principali punti caldi, anche nell’ottica di una crescente rivalità tra Pechino e gli Stati uniti. “Il nostro paese sta affrontando l’ambiente di sicurezza più duro e complesso del dopoguerra. Con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, le fondamenta delle regole che formano l’ordine internazionale sono state infrante con estrema facilità. Non si può escludere che in futuro possano verificarsi situazioni altrettanto gravi nella regione dell’Indo-Pacifico, in particolare nell’Asia orientale. Nella comunità internazionale si sta verificando un cambiamento storico dell’equilibrio di potere, con l’Indo-Pacifico al centro di questa trasformazione”, spiega il rapporto giapponese.


“La Cina sta rapidamente aumentando la sua forza militare e intensificando le attività nel Mar Cinese Orientale, compresa l’area intorno alle Isole Senkaku, e nel Pacifico. La Corea del Nord sta portando avanti lo sviluppo di armi nucleari e missili, lanciando missili balistici. Inoltre, la Russia continua l’invasione dell’Ucraina e mantiene attive le operazioni militari nella regione dell’Estremo Oriente, comprese le Isole Curili del Nord, e sono state osservate attività congiunte di aerei e navi con la Cina”, ha segnalato nella sua introduzione il ministro della Difesa Minoru Kihara. In particolare, preoccupa la collaborazione sempre più intensa tra Mosca e Pechino. “Il segretario generale Xi Jinping, al suo terzo mandato, ha rafforzato ulteriormente la cooperazione con la Russia, comprese le attività militari. Intorno al nostro paese, sono stati condotti voli congiunti di bombardieri e pattugliamenti congiunti di navi da guerra. Queste attività ripetute e congiunte sono chiaramente intese come dimostrazioni di forza contro il nostro paese e rappresentano una grave preoccupazione per la nostra sicurezza”, spiega il Libro bianco nipponico.


Questo riferimento non è una novità assoluta, ma per la prima volta appare nella prima parte del rapporto, segnalando una maggiore preoccupazione rispetto alla riconfigurazione della geopolitica asiatica. La collaborazione militare russo-cinese si concretizza anche in forniture di sistemi d’arma avanzati, secondo il Libro bianco. “Le forze aeree della Cina sono costituite principalmente dalle forze aeronautiche della marina e dell’aeronautica militare. Per quanto riguarda i caccia moderni di quarta generazione, la Cina ha importato dalla Russia i caccia Su-27, Su-30 e i più recenti Su-35, considerati di quarta generazione avanzata. Inoltre, la Cina sta sviluppando caccia moderni di produzione nazionale. Tra questi ci sono i caccia J-11B, ritenuti una copia del Su-27, e i J-16, considerati una copia del Su-30. La Cina produce in serie anche il caccia nazionale J-10”, segnala il rapporto nipponico. “I caccia imbarcati J-15, utilizzati sulle portaerei ‘Liaoning’ e ‘Shandong’, sono considerati – prosegue – una copia del caccia imbarcato russo Su-33. Inoltre, la Cina sta equipaggiando le unità operative con i caccia di quinta generazione J-20 e sta sviluppando anche i caccia J-31 (J-35). Si ritiene che il J-31 (J-35) possa diventare la base per lo sviluppo del successore del caccia imbarcato J-15”.


La Corea del Nord, dal canto suo, spesso conduce test missilistici in direzione del Giappone e rappresenta una “minaccia più grave e imminente per la sicurezza nazionale del Giappone rispetto al passato”, segnala ancora il Libro bianco. Il Giappone prevede di raddoppiare le sue spese per la difesa fino allo standard Nato del 2% del Pil entro il 2027, cioè 43mila miliardi di yen (247 miliardi di euro), anche se il valore in calo dello yen potrebbe ridurre il suo potere d’acquisto. Il budget per la difesa per gli anni fiscali 2023 e 2024 rappresenta il 42% di questa cifra. Nell’attuale anno fiscale (dal primo aprile 2024 al 31 marzo 2025), il budget per la difesa è stato di 7.730 miliardi di yen (44,4 miliardi di euro). Quest’anno, il documento nota anche che Pechino invia regolarmente navi in aree vicine alle isole contese nel Mar cinese orientale, le isole Senkaku (Diaoyu per i cinesi) ribadendo che le ambizioni militari della Cina rappresentano “la più grande sfida strategica” per il Giappone e il mondo. Sembra che la Cina continentale intenda rendere le attività militari aumentate intorno a Taiwan una nuova normalità per la regione, ha detto il documento, che ha anche elencato i crescenti rischi per la difesa associati con l’IA, la cybersicurezza e la disinformazione. “La comunità internazionale sta affrontando la sua più grande prova dalla Seconda Guerra Mondiale e la competizione tra stati, specialmente tra Stati Uniti e Cina, è destinata ad intensificarsi,” ha dichiarato il libro bianco. Il Giappone, in risposta, sta rafforzando i legami di difesa con paesi affini nella regione, inclusi Australia e Corea del Sud, e lunedì ha firmato un importante patto di difesa con le Filippine per consentire il dispiegamento di truppe nei rispettivi territori.

Wang Yi: infondate le accuse della Nato contro la Cina

Wang Yi: infondate le accuse della Nato contro la CinaRoma, 12 lug. (askanews) – Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha respinto le “accuse infondate” della Nato secondo cui Pechino starebbe aiutando la Russia nella sua guerra contro l’Ucraina.


Le dichiarazioni di Wang, fatte durante una chiamata con il suo omologo olandese, sono arrivate dopo che i leader degli stati membri della Nato, nella dichiarazione finale del summit annuale che si è riunito a Washington, hanno affermato che la Cina è una “decisiva facilitatrice” della guerra russa in Ucraina, con il suo “sostegno su larga scala” all’industria della difesa di Mosca. Parlando con il nuovo ministro degli Esteri olandese, Caspar Veldkamp, Wang ha affermato che “la Cina non accetta assolutamente” le accuse e ha insistito che è “sempre stata una forza per la pace e la stabilità”. In commenti riportati dai media statali, ha detto che il diverso sistema politico e i valori della Cina “non dovrebbero essere usati come motivo per la Nato di incitare il confronto con la Cina”, e ha chiesto alla NATO di “rimanere entro i suoi limiti”.

Biden: risposta travolgente se Nordcorea sferra attacco nucleare

Biden: risposta travolgente se Nordcorea sferra attacco nucleareRoma, 11 lug. (askanews) – Il presidente Usa Joe Biden, incontrando oggi il suo omologo sudcoreano Yoon Suk-yeol, ha ribadito che un eventuale attacco nucleare da parte della Corea del Nord contro il Sud dovrà affrontare una “risposta rapida, travolgente e decisiva” da parte degli Stati uniti, con l’uso di “tutta la gamma delle capacità Usa, inclusa quella nucleare”.


I due leader – ha segnalato in un comunicato la Casa bianca – si sono incontrati oggi a margine del summit Nato a Washington per ribadire “i progressi nella cooperazione sulla sicurezza” tra i due paesi in materia di “deterrenza estesa”, a partire dalla costituzione lo scorso anno del Gruppo consultivo nucleare bilaterale permanente. “I presidenti hanno ribadito i loro impegni nella Dichiarazione di Washington Usa-Repubblica di Corea e hanno sottolineato che qualsiasi attacco nucleare da parte della Repubblica democratica popolare di Corea (Corea del Nord) contro la Repubblica di Corea sarà affrontato con una risposta rapida, travolgente e decisiva”, si legge nel comunicato. “Il presidente Biden – prosegue la Casa Bianca – ha ribadito che l’impegno degli Usa alla deterrenza estesa è sostenuto da tutta la gamma delle capacità Usa, inclusa quella nucleare”.

Portavoce Cina: Nato residuo Guerra fredda, pericolo per il mondo

Portavoce Cina: Nato residuo Guerra fredda, pericolo per il mondoRoma, 11 lug. (askanews) – La Nato è un “residuo della guerra fredda”, le cui “ansie di sicurezza” mettono “in serio pericolo il mondo”. Questa la reazione oggi del portavoce del ministero degli Esteri cinese Lin Jian, parlando nel quotidiano briefing per la stampa a Pechino, quando gli è stata chiesta una valutazione sulla parte della dichiarazione finale del summit Nato di Washington, in cui la Cina viene accusata di essere “decisiva facilitratice” della guerra russa in Ucraina.


La reazione di Li Jian viene dopo un inasprimento della formulazione della dichiarazione finale Nato per quel che riguarda la Cina rispetto al Comunicato di Vilnius, che era stato adottato lo scorso anno al summit dell’Alleanza atlantica, in cui si affermava che l’approfondimento del partenariato strategico tra Russia e Cina è “contro i nostri valori e interessi”. Nella conferenza stampa dopo il vertice, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, ha spiegato che il sostegno di Pechino alla Russia è un “cambiamento strategico rilevante”. Per questo i 32 membri della Nato hanno concordato su un “wording” più aspro del comunicato, definendo così per la prima volta in maniera puntuale una responsabilità della Cina nella guerra. La formulazione, precisamente, dice che la Cina è diventata “un facilitatore decisivo della guerra della Russia contro l’Ucraina attraverso il cosiddetto ‘partenariato senza limiti’ e il suo ampio sostegno alla base industriale della difesa della Russia”.


La Cina viene così associata più strettamente alla Russia, diventando di fatto una “minaccia” per l’Alleanza, mentre fino al summit dell’anno scorso era descritta più come una “sfida sistemica”. Pechino, dal canto suo, ha percepito il colpo. Lin Jian ha accusato la Nato di aver esagerato nella dichiarazione le tensioni nella regione Asia-Pacifico; di aver prodotto un documento “intriso di mentalità da Guerra Fredda e di retorica bellicosa, pieno di pregiudizi, diffamazioni e provocazioni”.


Secondo l’analisi del portavoce cinese, questa formulazione risente del fatto che, nel suo 75mo anniversario della fondazione, la Nato ha bisogno di giustificare la sua esistenza “esaltando la sua unità e la sua gloria, dipingendosi come organizzazione dedita alla pace”. Invece, ha continuato il portavoce, “è un residuo della Guerra freddo, un prodotto della contrapposizione tra i blocchi”. E ha ricordato come, “col pretesto di evitare catastrofi umanitarie”, ha “bombardato la Jugoslavia per 78 giorni”. O ha segnalato “le tragiche situazioni in Afghanistan e Libia”, le quali “dimostrano che dove la Nato estende la sua mano nera, si producono instabilità e caos”. Insomma – ha continuato Lin – “la cosiddetta ‘sicurezza’ della NATO viene ottenuta a spese della sicurezza di altri paesi: molte delle ansie di sicurezza che la Nati vende sono autoindotte, e il ‘successo’ e la ‘forza’ della Nato rappresentano un grande pericolo per il mondo. Mantenere la sua esistenza creando nemici immaginari e espandendo il proprio potere è una tattica abituale della Nato. La sua errata percezione sistematica della Cina, il suo denigrare la politica interna ed estera della Cina, ne è un esempio”.


Entrando nel dettaglio della questione ucraina, Lin ha definito “irragionevole” che la Nato attribuisca delle responsabuilità alla Cina. “La posizione obiettiva e giusta della Cina e il suo ruolo costruttivo nella questione ucraina sono ampiamente riconosciuti dalla comunità internazionale”, ha sostenuto il portavoce. “La Nato continua a diffondere disinformazione fabbricata dagli Stati uniti senza alcuna prova, calunniando apertamente la Cina, esacerbando le relazioni sino-europee e danneggiando la cooperazione tra Cina e Europa. La crisi ucraina viene prolungata e la comunità internazionale è ben consapevole di chi soffia sul fuoco e chi spinge per l’escalation”, ha segnalato il volto del ministero degli Esteri di Pechino. Ma, soprattutto, a Pechino interessa molto come la Nato si stia saldando con gli alleati asiatici degli Usa, Giappone e Corea del Sud in particolare, i cui leader partecipano ormai in pianta stabile ai summit e sono anche a Washington in questi giorni. “L’espansione della Nato nell’Asia-Pacifico, il rafforzamento dei legami militari con i paesi vicini alla Cina e con gli alleati degli Stati uniti per attuare la strategia indo-pacifica americana, danneggino gli interessi della Cina e minano la pace e la stabilità nella regione Asia-Pacifico, suscitando dubbi e opposizione tra i paesi della regione”, ha affermato Lin Jian. Lin Jian ha quindi “concluso ribadendo che la Cina esorta la Nato ad abbandonare la mentalità della Guerra Fredda, la contrapposizione tra blocchi e il gioco a somma zero, a correggere la sua errata percezione della Cina, a smettere di interferire negli affari interni della Cina, a smettere di diffamare la Cina e a smettere di interferire nelle relazioni sino-europee. La Cina non permetterà che l’Europa sia destabilizzata e poi si tenti di destabilizzare l’Asia-Pacifico”.

Cina-Usa, rapporti in crisi: ma su estradizioni collaborano

Cina-Usa, rapporti in crisi: ma su estradizioni collaboranoRoma, 11 lug. (askanews) – In un momento di alta tensione tra Pechino e Washington, almeno sul fronte della giustizia ci sono sforzi delle due parti di mantenere un livello di collaborazione. Secondo quanto hanno riferito oggi i media cinesi, oggi è stato estradato un cittadino Usa che era ricercato in America per abuso sessuale su minori.


Il ministero della Pubblica sicurezza cinese ha dichiarato oggi di aver deportato verso gli Usa il cittadino americano identificato solo col nome di “Scott”. Secondo l’emittente statale CCTV, il sospettato è stato consegnato agli agenti del Dipartimento di sicurezza diplomatica degli Stati uniti all’Aeroporto internazionale di Shanghai Pudong mercoledì.


Scott è ricercato dagli Stati Uniti dal 2014 ed è stato oggetto di una “red notice” – un mandato di cattura internazionale – dell’Interpol nel 2018. Le autorità cinesi hanno localizzato il sospettato e lo hanno detenuto su richiesta degli Stati uniti, aggiungendo che il sospettato non ha commesso crimini sessuali su minori in Cina. La consegna viene dopo che gli Stati uniti a giugno per rimandare in Cina due fuggitivi sospettati di “reati gravi”.


Usa e Cina non hanno un accordo di estradizione, ma Washington ha consegnato alcuni fuggitivi ricercati dalle autorità cinesi da quando il presidente Xi Jinping ha avviato la sua campagna anti-corruzione. Tra questi anche Xu Chaofan, un ex banchiere ricercato in Cina per il suo coinvolgimento nel più grande caso di corruzione nel settore bancario cinese. La Cina e gli Stati uniti hanno intensificato la cooperazione nel campo della giustizia da quando Xi ha incontrato il presidente Usa Joe Biden a San Francisco a novembre e i due hanno concordato di collaborare in diversi ambiti.


Un altro dossier sul quale tra Pechino e Washington è ripartita la collaborazione è quello sulla crisi del fentanyl. Dopo che per molto anni gli Usa hanno chiesto alla Cina di aiutare, colpendo le aziende cinesi accusate di vendere i precursori del fentanyl, con il vertice Xi-Biden Pechino ha accettato di intervenire. La scorsa settimana, un totale di 116 immigrati illegali cinesi sono stati deportati dagli Stati Uniti nel primo grande volo charter dal 2018.