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Nobel Pace a Nihon Hidankyo: una scelta che parla all’oggi

Nobel Pace a Nihon Hidankyo: una scelta che parla all’oggiRoma, 11 ott. (askanews) – Un premio che guarda all’ieri, ma parla all’oggi, e con voce chiara: il Nobel per la Pace 2024, assegnato all’organizzazione delle vittime della bomba atomica, gli hibakusha Nihon Hidankyo, è un messaggio cristallino in un momento in cui leader mondiali evocano con leggerezza sconcertante l’uso di armi nucleari.


Erano le 18 in Giappone, quando alle 11 di Oslo è stato annunciato il premio all’organizzazione giapponese. Tomoyuki Mimaki seguiva dal municipio di Hiroshima, prima città bombardata con l’atomica statunitense, la diretta. Il rappresentante di Nihon Hidankyo, racconta la tv pubblica giapponese NHK, non ha trattenuto le lacrime e si è pizzicato incredulo le guance: “E’ come un sogno, sembra incredibile”. E deve sembrare davvero incredibile, dopo decenni di lotte contro le armi nucleari nel mondo, dopo essere stati ignorati anche dallo stesso governo giapponese – come ha denunciato il segretario generale Kiichi Kido – , ottenere oggi questo riconoscimento, che non fa che confermare la giustezza della battaglia. Mimaki lo ha ribadito con frasi semplici e precise: “Continueremo a chiedere al mondo l’abolizione delle armi nucleari e la realizzazione di una pace duratura”. Sembra una prospettiva astratta, mentre le bombe cadono a Kiev, a Beirut, a Gaza e in tanti altri scenari di conflitto; mentre leader mondiali minacciano l’uso di queste terribili armi (gli ultimi: il presidente russo Vladimir Putin, il leader nordcoreano Kim Jong Un); mentre gli arsenali delle potenze si riempiono di nuovi e più sofisticati strumenti di morte; mentre aumentano i bilanci militari degli Stati uniti, della Cina, della Francia, dell’India e dello stesso Giappone, impegnato a rafforzarsi militarmente, persino con qualche esponente politico che evoca la possibilità che Tokyo stessa possa abbandonare la politica dei “Tre principi non nucleari” (non produrre, non ospitare, non far transitare armi nucleari). Sembra una prospettiva astratta, la rinuncia alle armi atomiche e all’uso della guerra, ma non lo è per chi da decenni lotta proprio per questo avendo conosciuto l’orrore di Hiroshima e Nagasaki.


“I sopravvissuti alle bombe atomiche hanno realizzato l’adozione e l’entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Penso che questo premio riconosca proprio questo impegno. Tutto è iniziato dagli atti disumani di Hiroshima e Nagasaki, quando siamo stati colpiti dagli Stati Uniti e abbandonati per lungo tempo dal governo giapponese”, ha ricordato Kiichi Kido, segretario generale di Nihon Hidankyo. “Mentre affrontavano l’angoscia e il dolore nel profondo del loro cuore, i nostri predecessori hanno lottato con il desiderio di non permettere che si producessero altre vittime di bombardamenti atomici. Continuo a vedere i loro volti uno dopo l’altro”. E Norio Nakamura, che fu esposto alle radiazioni della bomba al plutonio americana nel 1945 a Nagasaki quando aveva solo un anno, chiarisce alla NHK che loro non faranno un passo indietro: “Sono estremamente felice. Il fatto che il nostro lungo impegno per denunciare l’inumanità delle armi nucleari, incluso il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, sia stato riconosciuto è una gioia immensa. È grazie al sostegno di tutti. Continueremo a lavorare per eliminare le armi nucleari e porre fine sia alla guerra che al nucleare”. Nihon Hidankyo è stata fondata dagli hibakusha nel 1956, 11 anni dopo il lancio delle bombe atomiche. In quel periodo, il movimento per il divieto delle armi nucleari e a idrogeno si era intensificato in Giappone, in seguito all’esposizione dei membri dell’equipaggio del peschereccio giapponese “Daigo Fukuryu Maru” ai test nucleari condotti dagli Stati uniti nell’atollo di Bikini, nel Pacifico.


Da 68 anni, Nihon Hidankyo continua la sua lotta per l’abolizione delle armi nucleari e per ottenere sostegno da parte del governo giapponese per le vittime dei bombardamenti atomici. Durante la Guerra fredda, Nihon Hidankyo ha inviato delegazioni a tre sessioni speciali delle Nazioni unite dedicate al disarmo, in cui i sopravvissuti hanno condiviso le loro esperienze e lanciato il grido “No More Hibakusha” per chiedere l’abolizione delle armi nucleari. Nihon Hidankyo è stata determinante nella raccolta di circa 3 milioni di firme a sostegno del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, contribuendo alla sua adozione. Successivamente, l’organizzazione ha presentato circa 13,7 milioni di firme alle Nazioni unite per chiedere che tutti i paesi aderissero al trattato.


Il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari è entrato in vigore nel gennaio 2021 e, in occasione della prima Conferenza delle Parti tenutasi in Austria nel giugno dello stesso anno, i sopravvissuti inviati da Nihon Hidankyo hanno ribadito il loro appello per l’abolizione delle armi nucleari. Negli ultimi anni, a causa della pandemia di COVID-19 e dell’invecchiamento dei sopravvissuti, molti eventi sono stati ridotti o cancellati. Tuttavia, Nihon Hidankyo ha intensificato gli sforzi per trasmettere le testimonianze dei sopravvissuti attraverso piattaforme online. Il Comitato norvegese per il Nobel ha dichiarato che Nihon Hidankyo è stata premiata per il suo impegno nella realizzazione di un mondo senza armi nucleari e per aver dimostrato, attraverso testimonianze, che tali armi non devono mai più essere utilizzate. L’ultimo Premio Nobel per la Pace giapponese risale a 50 anni fa, quando l’ex primo ministro Eisaku Sato fu premiato nel 1974 per aver fatto votare alla Dieta giapponese i “Tre Principi Non Nucleari” (Hikaku sangensoku) del Giappone e per aver firmato il Trattato di Non Proliferazione Nucleare (NPT).

Nordcoreano riesce a fuggire verso Sudcorea per via marittima

Nordcoreano riesce a fuggire verso Sudcorea per via marittimaRoma, 11 ott. (askanews) – Un nordcoreano ha attraversato il confine marittimo occidentale de facto verso la Corea del Sud a bordo di una barca di legno, attuando un tipo di fuga dal regime di Kim Hong Un rara perché particolarmente pericolosa. Secondo quanto ha riferito oggi l’agenzia di stampa Yonhap si tratta della terza defezione in due mesi.


L’esercito sudcoreano ha monitorato le sue attività e successivamente lo ha assistito nell’arrivo in Corea del Sud, quando la sua piccola imbarcazione ha attraversato la cosiddetta “Northern Limit Line” vicino all’isola di confine Baengnyeong, nel Mar Giallo, nelle prime ore del 17 settembre. “L’operazione si è svolta normalmente sin dall’inizio”, ha detto l’ufficiale, senza fornire ulteriori dettagli sull’identità del defezionista o sull’operazione.


L’annuncio dell’ultima defezione è arrivato solo due giorni dopo che l’esercito nordcoreano ha dichiarato che avrebbe “chiuso e bloccato permanentemente il confine meridionale”, in quella che l’ammiraglio Kim Myung-soo, presidente dello Stato maggiore congiunto della Corea del Sud, ha definito un tentativo d’impedire la fuga di persone dalla Corea del Nord. Dopo che il leader nordcoreano Kim Jong Un ha definito le relazioni intercoreane come quelle tra “due stati ostili” alla fine dello scorso anno, il Nord ha adottato misure per chiudere le rotte terrestri intercoreane, rafforzando le fortificazioni di confine e rimuovendo le rotaie che una volta collegavano le due Coree.


Nella prima metà dell’anno, il numero di nordcoreani che sono fuggiti al Sud ha raggiunto i 105, in leggero aumento rispetto ai 99 dell’anno precedente. Ad agosto, un soldato nordcoreano ha attraversato il confine terrestre fortificato tra le due Coree, mentre un altro residente nordcoreano ha disertato attraversando la zona neutrale dell’estuario del fiume Han.

Incontro Li Qiang-Ishiba: Cina-Giappone rafforzino rapporto

Incontro Li Qiang-Ishiba: Cina-Giappone rafforzino rapportoRoma, 11 ott. (askanews) – Nel loro primo incontro, il premier cinese Li Qiang e il nuovo primo ministro giapponese Shigeru Ishiba hanno auspicato di rafforzare il rapporto tra Pechino e Tokyo in una chiave reciprocamente vantaggiosa.


I due capi di governo si sono visti in Laos, dove si trovano per prendere parte agli eventi connessi al vertice Asean. Si tratta della prima possibilità di confronto tra i due, dopo che Ishiba è diventato primo ministro il primo ottobre. Li Qiang ha esortato a promuovere relazioni strategiche, mantenendo la stabilità delle catene di approvvigionamento globali, e ha dichiarato di sperare che Giappone e Cina possano “incontrarsi a metà strada e mantenere la relazione sulla giusta rotta”, rafforzando continuamente il dialogo e la cooperazione, secondo il ministero degli Esteri cinese.


Entrambe le parti stanno cercando di stabilizzare i rapporti dopo l’uccisione di un bambino giapponese in Cina il mese scorso e una serie di contenziosi diplomatici su diversi temi tra Pechino e Tokyo. Nell’incontro Ishiba ha chiesto che Pechino chiarisca rapidamente il caso e implementi misure per proteggere gli espatriati giapponesi e reprima i post sui social media ostili al Giappone. Li,, dal canto suo ha affermato che “i due Paesi dovrebbero sfruttare bene il meccanismo di dialogo sul controllo delle esportazioni e salvaguardare congiuntamente la stabilità delle catene industriali e di approvvigionamento e il sistema di libero commercio globale”. Secondo il resoconto giapponese, Ishiba ha affermato che il Giappone “non intende disaccoppiare o interrompere le catene di approvvigionamento, ma spera di approfondire la cooperazione pratica in vari settori”.


Il capo del governo giapponese ha inoltre colto l’occasione per esprimere le preoccupazioni di Tokyo per le crescenti manovre militari cinesi intorno al Giappone, tra cui l’incursione di un aereo da ricognizione cinese nello spazio aereo giapponese ad agosto e il passaggio vicino alle acque territoriali giapponesi della portaerei Liaoning e di due cacciatorpediniere a settembre.

Nobel per la letteratura alla scrittrice sudcoreana Han Kang

Nobel per la letteratura alla scrittrice sudcoreana Han KangRoma, 10 ott. (askanews) – Il premio Nobel per la Letteratura è stato assegnato oggi ad Han Kang per “la sua intensa prosa poetica, che affronta traumi storici e la fragilità della vita umana”. Si tratta di una prima volta per un rappresentante del mondo letterario sudcoreano.


Han Kang è nata il 27 novembre 1970 e in precedenza aveva vinto il Booker International Prize per il suo best seller “La vegetariana”, il romanzo che l’ha fatta conoscere anche fuori dalla Corea del Sud è “La vegetariana” del 2007, “un’opera potente e poetica che esplora le conseguenze violente del rifiuto della protagonista di mangiare carne”, ha spiegato Anders Olsson, presiente del Comitato Nobel per la letteratura. “L’empatia fisica di Han Kang per le vite vulnerabili, spesso femminili, è palpabile e rinforzata dalla sua prosa ricca di metafore”, ha continuato Olsson. Figlia di Han Seung-won, un importante scrittore sudcoreano, ha pubblicato le sue prime composizioni poetiche nel 1993.La sua letteratura affronta temi come la violenza, l’identità, la perdita.


Nel romanzo “L’ora di greco” del 2011, si sviluppa un amore tenero tra una donna che ha perso la capacità di parlare e un insegnante di greco antico che sta progressivamente perdendo la vista. “Il libro diventa una meditazione delicata sulla perdita, l’intimità e le condizioni fondamentali del linguaggio”, ha detto ancora Olsson. “Atti umani” del 2014 è un romanzo che verte un evento storico avvenuto nella città di Gwangju, dove è cresciuta, e in cui centinaia di studenti e civili disarmati furono massacrati nel 1980 dai militari. In questa rappresentazione brutale, Han Kang si avvicina al genere della letteratura testimoniale.


In “The White Book” del 2016, lo stile poetico di Han Kang domina ancora una volta. Il libro è un’elegia dedicata a una persona che avrebbe potuto essere la sua sorella maggiore, ma che morì poche ore dopo la nascita. Il romanzo si conclude con un’ultima riflessione rivolta ai morti: “All’interno di quel bianco, di tutte quelle cose bianche, respirerò l’ultimo respiro che hai rilasciato”. Con “We Do Not Part”, nel 2021, Han Kang è tornata su un tema storico-politico. Il libro s’incentra su un massacro avvenuto alla fine degli anni ’40 sull’isola di Jeju, in Corea del Sud, dove decine di migliaia di persone furono fucilate.


Han Kang “ha una singolare consapevolezza delle connessioni tra corpo e anima, tra i viti e morti, e nel suo stile poetico e sperimentale è diventata un’innovatrice nella prosa contemporanea”, ha detto ancora Olsson. Le sue opere sono pubblicate in diverse lingue europee. In Italia alcuni dei suoi romanzi sono apparsi per Adelphi.

Una vigna che unisce Italia e Giappone: premi per vini Ars Apua

Una vigna che unisce Italia e Giappone: premi per vini Ars ApuaRoma, 10 ott. (askanews) – Dietro ogni buon vino c’è una bella storia. E, nel caso di due vini premiati nella 32ma edizione del Mondial des Vins Extremes, concorso dedicato ai vini frutto della cosiddetta “viticoltura eroica”, c’è una storia che unisce Italia e Giappone, ma anche scultura e vino e, infine, vino e sakè.


La viticultura “eroica” è quella viticoltura che si svolge in luoghi impervi: terreni montagnosi, terrazzamenti o piccole isole, con difficoltà e costi di produzione nettamente più elevati. Al mondiale, organizzato da CERVIM hanno partecipato 1.015 vini prodotti da 356 cantine provenienti da 25 paesi. Sono state assegnate 64 Grandi medaglie d’oro e 241 Medaglie d’oro da 50 degustatori internazionali, oltre che 19 premi speciali. Tra i vini premiati ce ne sono in particolare due – l’Igt Costa Toscana Vermentino Marmor Lacrima del 2020 e l’Igt Costa Toscana Sangiovese Marmor Fossile 2021 – che hanno dietro una storia delicata e interessante. Sono infatti prodotti ad Ars Apua, un’azienda agricola di Querceta di Bergiola (Carrara) di proprietà di una signora giapponese 56enne, Kazuko Oki, che vive in Italia da un ventennio.


La signora Oki è la vedova di un grande artista giapponese, lo scultore Tatsumi Oki, che si era trasferito a Carrara – la patria del marmo – e aveva svolto la sua attività con grandi successi, anche con la prospettiva di aiutare giovani artisti. Purtroppo, però, nel 2001 Oki morì. “Ci eravamo sposati nel 1998, siamo stati assieme solo tre anni”, racconta Kazuko Oki. “Mi ha lasciato tutto e io volevo onorare mio marito, ma non essendo un’artista, pubblicai un libro sulla sua opera”, continua. Nel 2004 Kazuko Oki tornò in Toscana, per regalare il libro a collaboratori e amici del defunto marito. E, in quell’occasione, adocchiò una casa con tre ettari di terreno. “Era in rovina, ma a me parve un paradiso. Anche perché vidi un albero di ciliegio in fiore”, racconta la signora Oki. Il ciliegio ha una particolare risonanza per i giapponesi.


La casa era finita all’asta, dopo una vicenda tragica che aveva interessato la precedente proprietaria. “Era una persona buona, io individuai in quel luogo il posto in cui mettere in mostra le opere di mio marito”, racconta ancora Oki. E, poi, si rese conto che la proprietà includeva anche un vitigno. “Fu come un miracolo”, spiega. La signora Oki ha studiato ed è diplomata come sommelier. Non solo. La famiglia di Tatsumi Oki, il defunto marito, in Giappone ha un’antica attività di produzione di sakè. Tutto, insomma, portava verso la decisione di produrre vino. “Impiantammo una nuova vigna, perché quella esistente era vecchia, e lavorammo per produrre vino”, dice Oki che, con soddisfazione afferma: “Ci è uscito bene”.


Alle radici di questa vigna, c’è anche amore per l’Italia, racconta ancora la proprietaria della tenuta. “L’Italia, come il Giappone, ha aspetti belli e aspetti brutti. Io volevo cogliere ciò che c’è di bello”, conclude la signora Oki. “E il mondo del vino in Italia è davvero bello”.

Debutta politica estera Ishiba, in Laos per vertice Asean

Debutta politica estera Ishiba, in Laos per vertice AseanRoma, 10 ott. (askanews) – Il nuovo primo inistro giapponese Shigeru Ishiba ha fatto oggi il suo debutto diplomatico in Laos, a Vientiane, prendendo parte all’incontro ASEAN-Giappone. Si tratta di una trasferta importante, perché a margine del vertice ASEAN il capo del governo di Tokyo dovrebbe incontrare il primo ministro cinese Li Qiang e il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol.


“La diplomazia inizia con l’ASEAN. Con lo scopo di massimizzare il nostro interesse nazionale, avrà anche colloqui bilaterali”, ha segnalato su X il primo ministro. Nel vertice ASEAN-Giappone, Ishiba ha segnalato la volontà di rafforzare la cooperazione anche nei campi della sicurezza marittima, di quella economica e della cybersicurezza. Inoltre ha detto che vuole collaborare per accelerare le transizioni verde e digitale.


Ishiba, che ha assunto la carica di primo ministro il primo ottobre, è arrivato nel paese del Sud-est asiatico il giorno dopo aver sciolto la camera bassa del parlamento giapponese, preparandosi per le elezioni generali previste per il 27 ottobre. Ex ministro della difesa, Ishiba è noto per la sua competenza in materia di sicurezza. Durante le elezioni per la leadership del Partito liberaldemocratico lo scorso mese, ha proposto l’idea di un quadro di sicurezza collettiva in stile NATO per l’Asia. Ma, di fronte alla freddezza con cui è stata accolta la proposta anche dagli Stati uniti, non è tornato sulla proposta dopo essere diventato premier.


Due giorni fa, sul Wall Street Journal è apparso un articolo a firma dell’ambasciatore Usa in Giappone, Rahm Emanuel, nel quale il diplomatico propone la creazione di un raggruppamento simil-Nato in Asia orientale, ma solo per la sicurezza commerciale-economica.

Taiwan, presidente: noi non ci subordiniamo alla Cina

Taiwan, presidente: noi non ci subordiniamo alla CinaRoma, 10 ott. (askanews) – La Repubblica di Cina (Roc), cioè Taiwan, “non è subordinata” a Pechino. L’ha ribadito oggi il presidente taiwanese William Lai Ching-te durante la celebrazione annuale del “Doppio dieci”, giorno della fondazione della Roc.


“La Repubblica di Cina si è già stabilita a Taiwan, Quemoy, Matsu e Penghu, e non è subordinata alla Repubblica Popolare Cinese”, ha dichiarato Lai giovedì, celebrando il 113° anniversario della fondazione. “Su questa terra, la democrazia e la libertà stanno crescendo e prosperando. La Repubblica Popolare Cinese non ha il diritto di rappresentare Taiwan”. Lai ha anche chiesto un “dialogo sano e ordinato tra le due parti” e ha affermato che continuerà a mantenere lo status quo nello stretto di Taiwan, pur mantenendo il suo “impegno a resistere all’annessione o a qualsiasi violazione della nostra sovranità”.


Ha inoltre promesso di rafforzare lo sviluppo economico e di mantenere Taiwan come attore chiave nella catena di approvvigionamento globale, promuovendo settori come i semiconduttori e l’intelligenza artificiale, oltre a sostenere la trasformazione delle piccole e medie imprese, aiutandole a sviluppare mercati internazionali. Nel suo discorso davanti all’Ufficio presidenziale a Taipei, Lai ha sottolineato che le due sponde dello stretto dovrebbero avere uno status uguale e ha ribadito il suo impegno per la pace nello stretto.


Il 10 ottobre, conosciuto come “Doppio dieci”, segna l’inizio della rivoluzione del 1911 che portò alla caduta della dinastia Qing e alla fondazione della ROC. Viene celebrato a Taiwan dal 1949, quando il Kuomintang si rifugiò sull’isola dopo essere stato sconfitto dai comunisti nella guerra civile cinese.

Sudcorea condanna taglio vie di comunicazione dalla Nordcorea

Sudcorea condanna taglio vie di comunicazione dalla NordcoreaRoma, 10 ott. (askanews) – Il ministero dell’Unificazione della Corea del Sud ha condannato duramente la decisione della Corea del Nord d’interrompere tutte le strade e le ferrovie che collegano i due paesi, definendola un atto che mina le aspirazioni di unificazione del popolo delle due Coree. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


Ieri l’esercito nordcoreano ha annunciato che “chiuderà e bloccherà permanentemente il confine meridionale” con la Corea del Sud, tagliando tutti i collegamenti stradali e ferroviari e costruendo strutture di difesa lungo la linea del fronte. La Corea del Nord ha dichiarato che questa misura “separerà completamente” il territorio nordcoreano da quello sudcoreano, che Pyongyang ha definito “lo stato ostile primario e nemico principale e invariabile.”


“Condanniamo fermamente la misura della Corea del Nord come un atto anti-unificazione e anti-nazionale che respinge le aspirazioni di unificazione del nostro popolo e dei residenti della Corea del Nord”, ha dichiarato il ministero dell’Unificazione. Secondo il ministero, la Corea del Nord non ha informato in anticipo il Sud riguardo a questa decisione, apparentemente per evitare ogni contatto intercoreano in linea con la sua posizione sui “due stati ostili”.


Le due Coree sono collegate attraverso la linea Gyeongui, che unisce la città di confine sudcoreana di Paju alla città di Kaesong in Corea del Nord, e attraverso la linea Donghae lungo la costa orientale. “Pensiamo che potrebbe essere un modo per bloccare l’uscita della gente all’interno del paese”, ha affermato l’ammiraglio Kim Myung-soo, presidente del Stato maggiore congiunto sudcoreano, durante un’audizione parlamentare. “Tali misure isoleranno ulteriormente il paese e sono un atto irrazionale.”


Da quando il leader nordcoreano Kim Jong Un ha definito le relazioni intercoreane come quelle tra “due stati ostili” e ha promesso di non cercare più l’unificazione con la Corea del Sud alla fine dello scorso anno, la Corea del Nord ha preso misure per chiudere i collegamenti intercoreani. Il presidente del JCS ha dichiarato che la Corea del Nord ha effettivamente completato il taglio delle linee Gyeonggi e Donghae ad agosto, dopo aver rimosso traversine e binari ferroviari e aver installato mine a dicembre scorso.

Nordcorea annuncia interruzione delle vie di collegamento col Sud

Nordcorea annuncia interruzione delle vie di collegamento col SudRoma, 9 ott. (askanews) – La Corea del Nord ha annunciato che interromperà tutte le strade e le ferrovie che la collegano alla Corea del Sud a partire da oggi e costruirà “strutture difensive massicce” nelle aree coinvolte, in risposta alle manovre militari congiunte tra Corea del Sud e Stati uniti.


“Un progetto sarà lanciato il 9 ottobre per tagliare completamente le strade e le ferrovie collegate” alla Corea del Sud e “fortificare le aree rilevanti del nostro lato con forti strutture difensive”, ha dichiarato lo Stato maggiore dell’Esercito Popolare della Corea del Nord (KPA), secondo quanto scritto dall’agenzia di stampa di stato KCNA. Le misure mirano a “separare completamente” il territorio della Corea del Nord da quello della Corea del Sud. L’esercito nordcoreano ha descritto questa decisione come una misura di autodifesa, necessaria per “inibire la guerra e difendere la sicurezza”, facendo riferimento alla Corea del Sud come “stato nemico principale e invariabile”, come dovrebbe essere scritto nella nuova versione della costituzione che in questi giorni dovrebbe essere in approvazione all’Assemblea nazionale del popolo, l’organo legislativo pro-forma del regime di Kim Jong Un.


La Corea del Nord ha inoltre giustificato la sua decisione come una risposta “più risoluta e forte” all’attuale situazione militare acuta nella penisola coreana, citando le esercitazioni militari sudcoreane vicino al confine e la presenza di asset nucleari strategici statunitensi nella regione. Ancora, l’esercito nordcoreano ha inviato un messaggio telefonico alle forze militari statunitensi in Corea del Sud alle 9:45 del mattino per evitare malintesi o conflitti accidentali durante i lavori di fortificazione. Il Comando delle Nazioni Unite (UNC), guidato dagli Stati uniti, ha confermato di aver ricevuto il messaggio tramite la linea diretta, ma ha rifiutato di fornire ulteriori dettagli. Il Comando UNC è stato istituito nel 1950 con un mandato delle Nazioni Unite per sostenere la Corea del Sud contro l’aggressione nordcoreana durante la guerra di Corea (1950-53). Attualmente in Corea del Sud ci sono circa 28.000 soldati statunitensi.


Le due Coree sono attualmente collegate da strade e ferrovie lungo la linea Gyeongui, che collega la città di Paju nella Corea del Sud con Kaesong nella Corea del Nord, e lungo la linea Donghae sulla costa orientale. Dallo scorso anno, quando il leader nordcoreano Kim Jong Un ha definito le due Coree “stati nemici”, la Corea del Nord ha intrapreso azioni per eliminare le vie di scambio e cooperazione tra le due nazioni, compresa l’installazione di mine lungo le strade Gyeongui e Donghae a gennaio.

Cina contro presidente Taiwan: ripropone argomenti separatisti

Cina contro presidente Taiwan: ripropone argomenti separatistiRoma, 9 ott. (askanews) – La Cina ha accusato oggi il presidente taiwanese William Lai Ching-te di ostilità nei confronti di Pechino, dopo una serie recenti di sue affermazioni dal tono separatista. Lo ha detto Zhu Fenglian, portavoce dell’Ufficio per gli Affari di Taiwan della Repubblica popolare cinese.


“L’errore di Lai Ching-te sull’indipendenza di Taiwan è solo vecchio vino in nuove bottiglie, e dimostra nuovamente la sua posizione ostinata sull’indipendenza di Taiwan e le sue sinistre intenzioni di intensificare l’ostilità e la conflittualità”, ha affermato Zhu, secondo quanto riporta oggi il South China Morning Post. Sabato scorso, Lai ha sottolineato che la Repubblica di Cina – nome ufficiale di Taiwan – è stata fondata prima della Repubblica popolare cinese, che ha celebrato la sua 75ª ricorrenza la scorsa settimana. “Dal punto di vista cronologico, è impossibile che la Repubblica popolare cinese sia la madrepatria del popolo della Repubblica di Cina”, ha detto. “Anzi, potrebbe essere proprio la Repubblica di Cina la madrepatria delle persone con più di 75 anni nella Repubblica popolare cinese”.


La Cina popolare è stata fondata nel 1949 dopo la vittoria del Partito comunista nella guerra civile. Le forze nazionaliste sconfitte del Kuomintang si rifugiarono a Taiwan, dove istituirono un governo provvisorio sotto la guida di Chiang Kai-shek. Pechino considera Taiwan una provincia separatista che deve essere riunificata con la Cina continentale, anche con la forza, se necessario. Domani Taiwan celebrerà la fondazione della Repubblica di Cina del 1911, e il discorso di Lai quel giorno sarà attentamente osservato per il suo impatto sulle relazioni tra le due sponde dello stretto.


Il discorso di insediamento di Lai a maggio, in cui ha dichiarato che “la Repubblica di Cina e la Repubblica popolare cinese non sono subordinate l’una all’altra”, ha provocato una forte reazione da parte di Pechino, che l’ha denunciato come una “affermazione d’indipendenza”. Tre giorni dopo, l’Esercito Popolare di Liberazione ha lanciato una serie di esercitazioni su larga scala intorno all’isola, che un account ufficiale sui social media ha descritto come una “punizione” per i “separatisti”.