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In Corea del Sud iniziata battaglia legale dopo arresto di Yoon

In Corea del Sud iniziata battaglia legale dopo arresto di YoonRoma, 16 gen. (askanews) – La crisi istituzionale sudcoreana si è avviluppata ulteriormente oggi, all’indomani dell’arresto del presidente sospeso Yoon Suk-yeol, mentre la battaglia legale sulla conferma del fermo del leader e sull’impeachment si svolgono a colpi di cavilli giuridici.


Yoon Suk-yeol, arrestato in relazione alla dichiarazione della legge marziale, proclamata il 3 dicembre e revocata nella stessa notte dopo sei ore, ha rifiutato di presentarsi all’interrogatorio previsto per oggi, dopo che ieri è stato sotto torchio per 10 ore e mezzo. L’Ufficio per l’investigazione dei crimini dei pubblici ufficiali di alto livello (CIO), parte della task force congiunta, aveva previsto di interrogare nuovamente Yoon. Ma i dopo un primo interrogatorio avvenuto il 15 gennaio. Tuttavia, i legali di Yoon hanno dichiarato: “Abbiamo già spiegato chiaramente la nostra posizione ieri, quindi non ci saranno ulteriori interrogatori”. Inoltre hanno affermato che le condizioni di salute del presidente sospeso sarebbero precarie, circostanza questa negata dal CIO.


Il CIO non ha manifestato l’intenzione di forzare il presidente Yoon, detenuto in carcere, a presentarsi in sala interrogatori. Intanto, il team legale di Yoon ha presentato ricorso al tribunale al tribunale per stabilire se l’arresto fosse stato appropriato. Il tribunale ha accettato la richiesta e ha tenuto un’udienza il 16 gennaio alle 17:00, ascoltando le argomentazioni degli avvocati.


Davanti alla sede del tribunale, gli avvocati di Yoon hanno ribadito davanti ai media e a diversi sostenitori che si sono lì raggruppati che “l’arresto è ingiusto”. Parallelamente, oggi si è tenuta anche la seconda udienza del processo d’impeachment presso la Corte Costituzionale. La prima udienza, il 14 gennaio, si era conclusa in soli quattro minuti a causa dell’assenza di Yoon. L’udienza odierna ha segnato delle discussioni di merito.


All’udienza hanno partecipato gli avvocati che rappresentano l’Assemblea nazionale, che chiede l’impeachment, e quelli di Yoon. Il parlamento ha sostenuto che “Yoon ha dichiarato che la legge marziale poteva essere proclamata per mantenere la stabilità e l’ordine pubblico, ma non c’era alcun disordine. La legge marziale straordinaria poteva essere revocata solo dal parlamento, ma Yoon ha tentato di chiudere il parlamento con la forza, il che costituisce un’insurrezione”. Hanno quindi richiesto la rimozione di Yoon dall’incarico. La difesa di Yoon ha ribattuto che la dichiarazione di legge marziale era giustificata da una presunta “emergenza nazionale” causata da “brogli elettorali”, sostenendo che era necessaria per prevenire una divisione del paese. Hanno definito la legge marziale dichiarata dal presidente come “pacifica”. Le udienze si terranno due volte a settimana, con la prossima prevista per il 21 gennaio.

Giappone nuova potenza turistica: nel 2024 quasi 37 mln visitatori

Giappone nuova potenza turistica: nel 2024 quasi 37 mln visitatoriRoma, 15 gen. (askanews) – Il Giappone è diventato una superpotenza turistica, anche grazie al fatto che la sua valuta, lo yen, è al cambio al livello più basso da un trentennio a questa parte. Secondo i dati diffusi oggi dall’Organizzazione nazionale del turismo giapponese (JNTO), nel 2024 i visitatori in entrata sono stati 36,87 milioni, con un aumento del 47,1% rispetto all’anno precedente.


Nel 2023, un anno di grande ripresa per il turismo nipponico, i turisti in entrata erano stati 25,07 milioni. L’anno passato, in grandissima ripresa il numero dei turisti in arrivo dalla Cina, dopo la fine delle restrizioni Covid, con un aumento del 187,9%, mentre sono aumentati del 43,8% quelli in entrata da Taiwan e del 26,7% quelli in arrivo dalla Correa del Sud. La Japan Tourism Association (JTA) dal canto suo ha riportato che i turisti stranieri hanno speso un totale di 8.140 miliardi di yen (circa 50 miliardi di euro) nel 2024, con un aumento del 53,4% rispetto all’anno precedente. Le principali voci di spesa sono state alloggio, shopping, pasti e bevande. I turisti cinesi hanno rappresentato il 21,3% della spesa totale, seguiti da quelli taiwanesi al 13,4%.


Secondo le previsioni rilasciate giovedì dall’agenzia di viaggi JTB, il numero di visitatori stranieri potrebbe raggiungere il record di 40,2 milioni quest’anno, con un aumento dell’8,9% rispetto all’anno scorso. Il Giappone ospiterà eventi importanti, come l’Expo di Osaka che inizierà ad aprile. Di converso, lo yen debole ha scoraggiato i giapponesi dal viaggiare all’estero, ma si prevede una ripresa del turismo in uscita con la stabilizzazione dei tassi di cambio, secondo la JTB. L’agenzia prevede che quest’anno 14,1 milioni di giapponesi viaggeranno all’estero, con un aumento dell’8,5% rispetto all’anno precedente. L’incremento dovrebbe essere sia verso destinazioni vicine, come l’Asia orientale, sia verso mete più lontane, come l’Europa e l’Oceania.

Sudcorea, moglie di Yoon accusata di nuovo di plagio tesi dottorato

Sudcorea, moglie di Yoon accusata di nuovo di plagio tesi dottoratoRoma, 15 gen. (askanews) – Nel giorno in cui il presidente sospeso della Corea del Sud Yoon Suk-yeol è stato arrestato, da Seoul arriva la notizia che alla moglie – Kim Keon-hee – potrebbe essere revocato il suo dottorato di ricerca, a causa della riapertura di un’indagine per plagio.


Si tratta dell’ennesima tegola che colpisce la stilosa first lady sudcoreana, dalle cui vicende sembra essere partita la tempesta che ha investito anche il potente marito. Kim ha dovuto affrontare accuse che vanno dalla manipolazione del mercato azionario all’interferenza nelle nomine elettorali. Fu proprio a partire da queste vicende che il principale partito di opposizione, il Partito democratico, propose un disegno di legge per avviare un’indagine speciale su di lei, al quale Yoon pose un veto. Questo fece cadere i suoi consensi e il presidente cominciò a scendere lungo un piano inclinato che, poi, il 3 dicembre ha portato al fallito tentativo di imporre la legge marziale e oggi al suo arresto. La Kookmin University ha dichiarato di aver deciso di rivalutare lo status del dottorato di Kim, dopo che un’altra istituzione con sede a Seoul ha preliminarmente concluso che la sua tesi di laurea magistrale, presentata nel 1999, è frutto di un plagio. “Se la Sookmyung Women’s University finalizza l’annullamento della sua laurea magistrale sulla base delle sue conclusioni, la Kookmin University si riunirà per esaminare la validità del suo dottorato” ha dichiarato Lee Eun-hyung, direttore degli affari esterni dell’istituto, secondo quanto riporta il South China Morning Post.


La revoca della laurea magistrale potrebbe avere un impatto sul dottorato in design di Kim, conseguito alla Kookmin nel 2008, poiché perderebbe i requisiti necessari per il suo conseguimento. Nel 2022, l’università aveva investigato sulla tesi di dottorato di Kim e aveva concluso che non vi fossero “deviazioni dal range normalmente accettato nelle discipline accademiche”, nonostante le accuse di plagio. Tuttavia, il ministero dell’Istruzione ha rivelato che la Kookmin, che aveva anche offerto a Kim un ruolo di insegnamento nel 2014, non aveva valutato adeguatamente la sua tesi di dottorato, assegnando la revisione a un membro di bassi livello del corpo docente.


Kim Keon-hee è nata a settembre 1972 nella provincia di Gyeonggi, con il nome di Kim Myeong-sin, che ha cambiato nel 2008. Dopo aver conseguito i suoi titoli accademici, ha fondato la sua azienda che organizza grandi eventi d’arte, Covana Contents, prima di sposare Yoon nel 2012. La coppia non ha figli, ma possiede almeno sei cani e cinque gatti. Kim è un’attivista per i diritti degli animali e aveva promesso di porre fine al consumo di carne di cane nel paese prima della fine del mandato presidenziale del marito. Ha inoltre attirato l’attenzione degli amanti della moda per le sue scelte di abbigliamento durante importanti summit nazionali e internazionali, come il vertice Nato in Spagna nel 2022.


Nel 2021, un anno prima che Yoon diventasse presidente, Kim era stata già accusata di aver falsificato le sue credenziali accademiche per candidarsi a posizioni di insegnamento. Tra le altre affermazioni bollate come bugie, aveva dichiarato di aver lavorato come direttrice della “Korea Association of Game Industry (K-Games)” dal 2002 – mentre l’associazione è stata fondata nel 2004 – e di aver studiato alla New York University nel 2006. Prima dell’insediamento di Yoon, il Partito democratico ha accusato Kim e sua madre di manipolazione del prezzo delle azioni della Deutsch Motors, un’azienda sudcoreana che si occupa di import di auto tedesche, guadagnando 2,3 miliardi di won (1,68 milioni di dollari). Tuttavia, nell’ottobre 2022, Kim è stata scagionata dalle accuse, poiché, pur essendo stato utilizzato il suo conto di trading, non era a conoscenza della manipolazione. Un altro scandalo di rilievo si è verificato quando un video ha mostrato Kim accettare una borsa Christian Dior da 2.200 dollari, cosa che ha portato l’opposizione ad accusarla di violare le leggi anti-corruzione. Tuttavia, nell’ottobre di quest’anno, i procuratori sudcoreani hanno deciso di non procedere con le accuse. Un documentario intitolato First Lady includeva conversazioni telefoniche registrate tra Kim e un giornalista investigativo in cui affermava di avere una forte influenza sul marito, definendolo “una marionetta”.

Sudcorea: Trump non riconosca Nordcorea come potenza nucleare

Sudcorea: Trump non riconosca Nordcorea come potenza nucleareRoma, 15 gen. (askanews) – La Corea del Nord non può essere riconosciuta come paese detentore di armi nucleari ai sensi del Trattato di non proliferazione nucleare (NPT) e la sua denuclearizzazione deve rimanere un principio condiviso. Lo ha dichiarato mercoledì il Ministero degli Esteri sudcoreano, dopo che il candidato a segretario alla Difesa Usa dell’amministrazione Trump, Pete Hegseth, ha descritto Pyongyang come una potenza nucleare nelle risposte scritte presentate al Senato statunitense per la sua udienza di conferma.


Hegseth, un ex conduttore di Fox News, ha parlato di uno “status della Corea del Nord come potenza nucleare” nelle sue risposte scritte, innescando una precisazione da parte di Seoul, preoccupata evidentemente che il nuovo presidente Usa Donald Trump possa riavviare un processo negoziale con Pyongyang partendo dalla cristallizzazione della situazione della Corea del Nord come potenza nucleare. “La denuclearizzazione della Corea del Nord è un principio costantemente sostenuto dalla Corea del Sud, dagli Stati uniti e dalla comunità internazionale”, ha affermato il ministero. “In base al NPT (Trattato di non proliferazione nucleare)- ha aggiunto -, la Corea del Nord non può mai essere riconosciuta come uno stato dotato di armi nucleari”.


In base al Trattato di non proliferazione nucleare, sono solo cinque i paesi riconosciuti come stati dotati di armi nucleari: Stati uniti, Regno Unito, Russia, Francia e Cina. La Corea del Nord ha aderito all’NPT nel 1985, ma ne è uscita nel 2003, dopo che Washington ha accusato il regime di portare avanti segretamente un programma di arricchimento dell’uranio in violazione dell’accordo bilaterale sul congelamento dei suoi programmi nucleari.


Dopo la sortita di Hegseth, è dovuto intervenire l consigliere per le comunicazioni sulla sicurezza nazionale della Casa bianca, John Kirby, a ribadire che l’amministrazione Biden mantiene invariata la sua politica sulla denuclearizzazione della Corea del Nord. Solo che l’amministrazione Biden non esisterà più dal 20 gennaio, quando alla Casa bianca tornerà Donald Trump, come ha spiegato lo stesso Kirby: “Non posso parlare di come il nuovo team caratterizzerà la situazione”.

Arresto presidente a Seoul, preoccupazione Usa-Giappone

Arresto presidente a Seoul, preoccupazione Usa-GiapponeRoma, 15 gen. (askanews) – L’arresto odierno del presidente sospeso della Corea del Sud Yoon Suk-yeol preoccupa i principali alleati di Seoul, Stati uniti e Giappone, che avevano puntato sul leader caduto in disgrazia per consolidare una relazione alla luce delle trasformazioni nel quadrante dell’Asia orientale, con una Cina più assertiva e una Corea del Nord legata strettamente alla Russia.


La grave crisi istituzionale innescata dal fallito tentativo di Yoon di imporre il 3 dicembre scorso la legge marziale, che ha portato all’avvio di una procedura d’impeachment, per la quale si attende un pronunciamento finale della Corte costituzionale, e oggi all’arresto del presidente sospeso dalle sue funzioni, s’incrocia inoltre con la fase di transizione alla presidenza Usa tra Joe Biden e Donald Trump, che tornerà alla Casa bianca la prossima settimana. E il ritorno del tycoon rappresenta un’incognita per gli alleati asiatici, vista la politica che Trump seguì nel primo mandato sia per quanto riguarda il tema delle truppe schierate nei due paesi alleati, sia per la sua trattativa con il leader supremo nordcoreano Kim Jong Un. Oggi un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa bianca ha garantito che Washington mantiene “saldo” il sostegno al popolo sudcoreano e apprezza il fatto che, anche in una crisi come quella in corso, Seoul si mantiene lungo il solco del rispetto della propria Costituzione.


“Gli Stati uniti restano saldi nel loro sostegno al popolo coreano. Ribadiamo il nostro impegno condiviso per lo stato di diritto e apprezziamo tutti gli sforzi compiuti dalla Repubblica di Corea e dai suoi cittadini per agire in conformità con la propria Costituzione”, ha affermato il portavoce. “Gli Stati uniti – ha aggiunto – restano impegnati a collaborare con il presidente ad interim Choi (Sang-mok) e con il governo della Repubblica di Corea. Ribadiamo la fiducia degli Stati Uniti nella forza duratura dell’alleanza Usa-Repubblica di Corea e il nostro impegno irremovibile per la difesa della Repubblica di Corea”. Una dichiarazione, questa, che però lascia il tempo che trova: la nuova amministrazione Trump non è ancora insediata e non è affatto chiaro quale sarà la linea che il presidente eletto deciderà di mantenere sia rispetto al rapporto con i due alleati dell’Asia orientale, sia rispetto alla Cina e alla Corea del Nord.


Questa incertezza traspare anche dalle dichiarazioni arrivate da Tokyo. Il Giappone sta seguendo gli sviluppi in Corea del Sud con “particolare e grave” preoccupazione, ha spiegato oggi il portavoce del governo Yoshimasa Hayashi. “Il Giappone considera la Corea del Sud un vicino importante, un partner con cui affrontare insieme le sfide globali” ha detto continuato, aggiungendo: “L’importanza delle relazioni tra Giappone e Corea del Sud non cambierà”. Il ministro degli Esteri giapponese Takeshi Iwaya e il suo omologo sudcoreano Cho Tae-yul hanno sottolineato all’inizio di questa settimana l’importanza dei rapporti bilaterali, nonostante l’incertezza causata dall’impeachment di Yoon il mese scorso.


Le relazioni tra Tokyo e Seoul erano fortemente migliorate da quando Yoon era diventato presidente nel 2022, dopo molti anni di rapporti avvelenati da rivendicazioni storiche e da sostanziale incomunicabilità. Questo riavvicinamento – auspicato anche dall’amministrazione americana – non era stato affatto indolore in Corea del Sud, dove la memoria del passato coloniale e di vicende sanguinose e atroci, come quella del lavoro forzato dei coreani durante la dominazione nipponica (1910-1945) e lo sfruttamento sessuale delle cosiddette “donne di conforto” da parte dei soldati dell’Armata imperiale nipponica fino alla fine della seconda guerra mondiale, sono ancora temi molto scottanti. Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba, che ha assunto l’incarico lo scorso ottobre, ha espresso la speranza che si possa mantenere lo slancio per migliorare i rapporti. Ma, certo, la caduta di Yoon rappresenta un problema per Tokyo, anche per la sua tempistica. Un alto funzionario del ministero degli Esteri giapponese, parlando con l’agenzia di stampa Kyodo, ha dichiarato che la detenzione di Yoon è avvenuta in un momento critico, poco prima del ritorno di Donald Trump, alla Casa Bianca la prossima settimana. “La confusione politica in Corea del Sud probabilmente continuerà per un po’” ha affermato il funzionario.

Cina attacca Usa per i chip su intelligenza artificiale

Cina attacca Usa per i chip su intelligenza artificialeRoma, 13 gen. (askanews) – La Cina ha denunciato le nuove norme statunitensi sulle esportazioni di chip utilizzati per l’intelligenza artificiale come una “palese violazione” delle regole del commercio internazionale. Questo annuncio “è un nuovo esempio di generalizzazione del concetto di sicurezza nazionale e di abuso dei controlli sulle esportazioni, oltre che una palese violazione delle regole del commercio internazionale”, ha dichiarato il ministero del Commercio cinese in un comunicato.


Il governo statunitense ha presentato un quadro di nuove regole sull’esportazione di tecnologie AI, sia per facilitare le vendite ai Paesi alleati sia per impedire ad avversari come la Cina di accedere alle ultime innovazioni. Queste norme entreranno in vigore tra 120 giorni. Nell’ottobre 2023 sono state presentate nuove restrizioni all’esportazione in Cina dei chip più potenti, in particolare dei componenti utilizzati per l’Ia, per evitare che Pechino li utilizzi per scopi militari. Washington vuole imporre nuove autorizzazioni per le esportazioni e i trasferimenti di sofisticati chip per computer a un elenco ampliato di Paesi. Questa norma prevede una serie di eccezioni per i Paesi alleati, in particolare quando si tratta di volumi limitati, ad esempio per soddisfare le esigenze delle università. La seconda norma rafforza i controlli sulla diffusione dei parametri dei modelli di Ia generativa più avanzati.

Ucraina, nordcoreano catturato: pensavo di partire per addestramento

Ucraina, nordcoreano catturato: pensavo di partire per addestramentoRoma, 13 gen. (askanews) – Uno dei due soldati nordcoreani che l’Ucraina rivendica di aver catturato sul campo di battaglia ha dichiarato, durante un interrogatorio, di esser partito con l’idea di partecipare a un addestramento, non alla guerra contro l’Ucraina. Lo ha affermato oggi il Servizio di sicurezza ucraino SBU, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap.


Sabato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato che l’Ucraina ha catturato due soldati nordcoreani feriti nella regione russa occidentale di Kursk. Lo SBU ha riferito di aver interrogato i due soldati con l’aiuto di interpreti coreani, in collaborazione con il Servizio d’intelligence nazionale (NIS) della Corea del Sud, poiché non parlano ucraino, russo o inglese. Uno dei soldati – secondo lo SBU – aveva una carta d’identità militare russa a nome di un’altra persona. Il soldato ha affermato di aver ricevuto il documento lo scorso autunno, quando alcune unità nordcoreane hanno partecipato a un evento di addestramento di una settimana con le forze russe. “Il prigioniero sottolinea che presumeva di partire per un addestramento, non per combattere nella guerra contro l’Ucraina”, ha dichiarato l’agenzia di spionaggio ucraina in un comunicato.


Il nordcoreano con l’ID militare russo ha detto di essere nato nel 2005 e di servire nell’esercito nordcoreano dal 2021. L’altro, nato nel 1999, sarebbe sotto le armi dal 2016 come cecchino. Lo SBU ha anche diffuso filmati che mostrano i due uomini catturati, entrambi con bende dovute a ferite apparenti. “Immediatamente dopo la cattura, agli stranieri sono state fornite tutte le cure mediche necessarie”, ha dichiarato. “Sono detenuti in condizioni adeguate che rispettano i requisiti del diritto internazionale”.


L’agenzia di spionaggio sudcoreana ha successivamente confermato la cattura dei due soldati, citando uno di loro secondo cui ci sarebbero state “perdite considerevoli” tra i soldati nordcoreani in Russia. Secondo funzionari sudcoreani, si stima che la Corea del Nord abbia inviato circa 11.000 soldati per supportare la Russia nella guerra contro l’Ucraina. Il NIS oggi ha riferito che circa 300 soldati nordcoreani sono morti nei combattimenti.

Sudcorea-Giappone: ridurre ampiezza delle tensioni

Sudcorea-Giappone: ridurre ampiezza delle tensioniRoma, 13 gen. (askanews) – La Corea del Sud collaborerà strettamente con il Giappone per ridurre l’”ampiezza” delle tensioni causate dalle questioni storiche legate alla guerra, per garantire che le relazioni bilaterali progrediscano. Lo ha dichiarato oggi il ministro degli Esteri sudcoreano Cho Tae-yul, dopo aver avuto colloqui con il ministro degli Esteri giapponese Takeshi Iwaya, sottolineando l’importanza di rafforzare i legami con il vicino “in qualsiasi circostanza”.


I due capi delle diplomazie si sono incontrati in un momento di grave instabilità politica a Seoul, dopo l’impeachment del presidente Yoon Suk-Yeol, ma anche di incertezza geopolitica connessa al ritorno alla Casa bianca di Donald Trump. “Lavoreremo a stretto contatto per sviluppare relazioni orientate al futuro, riducendo l’ampiezza delle tensioni causate dalle questioni storiche”, ha affermato Cho durante la conferenza stampa congiunta. “Abbiamo concordato di tenere consultazioni sincere e oneste con la parte giapponese”, ha aggiunto Cho.


La dichiarazione viene dopo che tra Seoul e Tokyo si è sviluppata una nuova polemica. La Corea del Sud ha boicottato una cerimonia commemorativa organizzata dal Giappone a novembre per le vittime coreane costrette ai lavori forzati presso il complesso minerario di Sado durante la Seconda guerra mondiale, in seguito all’inserimento del sito nella lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO. La riacutizzazione delle tensioni legate alla storia ha sollevato preoccupazioni sul possibile impatto negativo sui legami bilaterali, che erano significativamente migliorati sotto il governo di Yoon.


Cho ha affermato di aver espresso chiaramente le “preoccupazioni” di Seoul durante i colloqui con Iwaya. “Abbiamo concordato di avanzare nelle nostre relazioni bilaterali senza esitazioni in qualsiasi circostanza”, ha aggiunto. Iwaya ha dichiarato che il Giappone prenderà provvedimenti in linea con l’impegno assunto al momento dell’inserimento del sito nella lista dell’UNESCO. Ha inoltre sottolineato l’importanza di migliorare le relazioni del Giappone con la Corea del Sud, oltre alla cooperazione trilaterale con gli Stati uniti. “Intendo comunicare chiaramente alla nuova amministrazione statunitense che la cooperazione strategica tra Giappone, Corea del Sud e Stati uniti è più importante che mai”, ha affermato, menzionando la possibilità di partecipare all’inaugurazione del presidente eletto degli Stati uniti, Donald Trump, la prossima settimana.


I colloqui di lunedì hanno segnato il primo incontro bilaterale diretto tra Cho e Iwaya dall’impeachment del presidente Yoon Suk-yeol per il suo tentativo fallito di imporre la legge marziale il 3 dicembre scorso. Pur evitando di commentare la situazione politica della Corea del Sud, Iwaya ha descritto i due paesi come “vicini importanti che devono cooperare come partner” per affrontare diverse questioni internazionali. “L’importanza delle nostre relazioni bilaterali – ha precisato – rimane immutata”. I due ministri hanno inoltre condiviso “gravi preoccupazioni” per l’evoluzione delle minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord e per i suoi legami militari sempre più stretti con la Russia, a partire dalla presenza di truppe nordcoreane a sostegno di Mosca nella guerra contro l’Ucraina.

Sudcorea, rischio scontro tra agenzie per tentativo arresto Yoon

Sudcorea, rischio scontro tra agenzie per tentativo arresto YoonRoma, 13 gen. (askanews) – Il conflitto istituzionale in Corea del Sud continua a essere rovente, tanto che il presidente ad interim Choi Sang-mok ha dovuto oggi ripetere un appello rivolto alle agenzie governative affinché evitino qualsiasi scontro fisico tra loro o con manifestanti durante il previsto tentativo di arresto del presidente sospeso Yoon Suk-yeol.


L’Ufficio per le indagini sulla corruzione dei funzionari di alto rango (CIO), che sta indagando su Yoon per insurrezione e abuso di potere in seguito alla sua fallita proclamazione della legge marziale del 3 dicembre scorso, si sta preparando a eseguire un mandato emesso dal tribunale contro Yoon, che si trova nel suo complesso residenziale fortificato, protetto dal Servizio di sicurezza presidenziale (PSS). In un precedente tentativo di arresto, i funzionari del CIO si sono trovati di fronte all’opposizione degli agenti del PSS e, dopo cinque ore ad alta tensione, hanno dovuto rinunciare al fermo del presidente sospeso.


“Tutte le azioni delle forze dell’ordine devono essere condotte in modo pacifico e con moderazione. In nessuna circostanza si deve fare ricorso alla violenza da parte delle agenzie coinvolte”, ha dichiarato Choi in un comunicato stampa. “Chiedo ai responsabili delle agenzie interessate – ha aggiunto – di prestare particolare attenzione a mantenere l’ordine e prevenire conflitti” Il rischio di scontro tra i funzionari delle due agenzie è concreto. Il PSS ha intensificato la sicurezza presso la residenza di Yoon installando filo spinato, barricate e autobus per bloccare l’accesso al complesso.


Il CIO ha dichiarato di aver inviato lettere ufficiali al ministero della Difesa e al PSS ieri sera, chiedendo la loro collaborazione e avvertendoli delle possibili conseguenze legali nel caso non ottemperino. Yoon è stato sospeso dalle sue funzioni in seguito a un voto di impeachment dell’Assemblea nazionale. La destituzione, tuttavia, sarà completa solo se la Corte costituzionale la confermerà. Il procedimento di fronte alla più alta istanza giudiziaria del paese potrebbe durare mesi.

Ishiba a Biden: preoccupati per stop affare USSteel-Nippon Steel

Ishiba a Biden: preoccupati per stop affare USSteel-Nippon SteelRoma, 13 gen. (askanews) – Nel colloquio a tre avuto oggi con il presidente Usa Joe Biden e il presidente filippino Ferdinand Marcos jr., il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha espresso al leader americano uscente la sua “forte preoccupazione” rispetto al veto posto rispetto all’acquisizione della storia compagnia metallurgica US Steel da parte del gigante nipponico Nippon Steel. Lo riferiscono i media giapponesi.


Biden ha bloccato l’acquisizione da 14,9 miliardi di dollari citando l’operazione come rischiosa per la sicurezza nazionale, nonostante Nippon Steel sia un’azienda di un paese, il Giappone, considerato uno stretto alleato degli Stati uniti. “Ho detto che si stanno sollevando forti voci di preoccupazione non solo in Giappone, ma anche nella comunità imprenditoriale statunitense, e l’ho esortato a dissipare questi sentimenti”, ha detto Ishiba ai giornalisti, facendo riferimento a quanto si è detto con Biden.


Nippon Steel aveva presentato l’acquisizione come un salvataggio per il suo rivale americano, che è in grave difficoltà. Ma negli Usa ci sono state molte opposizione all’operazione, soprattutto nel mondo politico e sindacale, con l’argomentazione secondo cui l’acquisizione avrebbe provocato un taglio di posti di lavoro. Oltre a Biden, anche la vicepresidente Kamala Harris aveva già detto no all’acquisizione. Inoltre il presidente eletto Donald Trump aveva a sua volta chiarito che, se fosse stato chiamato ad agire, avrebbe bloccato l’acquisizione.


Le aziende giapponesi hanno investito quasi 800 miliardi di dollari negli Stati Uniti nel 2023, più di qualsiasi altro paese, rappresentando il 14,3% del totale, secondo i dati ufficiali statunitensi. Le aziende statunitensi sono anche i maggiori investitori stranieri in Giappone. Inoltre, il Giappone è un alleato strategico per gli Usa nel quadrante dell’Asia orientale rispetto alla crescente potenza della Cina.


Il ministro degli Esteri giapponese Takeshi Iwaya, che parteciperà all’inaugurazione di Trump il 20 gennaio, ha dichiarato che è importante non compromettere il “quadro generale” delle relazioni bilaterali. Ha inoltre affermato che, durante la sua permanenza a Washington, intende avere colloqui con Marco Rubio, segretario di Stato designato della futura Amministrazione Trump, per poter gettare le basi di un incontro tra Ishiba e il prossimo presidente americano. Ishiba ha chiesto di poter incontrare Trump prima dell’inaugurazione, ma il suo team di transizione si è opposto, sostenendo che un incontro sarebbe stato inopportuno. Questa opposizione è stata percepita come uno sgarbo a Tokyo: Trump ha avuto altri incontri con leader stranieri da presidente eletto, inoltre in occasione del suo primo mandato, prima di entrare in carica, accolse con calore l’allora primo ministro giapponese Shinzo Abe. Secondo l’agenzia di stampa Kyodo, un faccia a faccia tra Trump e Ishiba potrebbe avvenire entro la metà di febbraio.