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Cina testa micidiale missile ipersonico aria-aria

Cina testa micidiale missile ipersonico aria-ariaRoma, 20 gen. (askanews) – La Cina ha condotto un test di massima resistenza al calore di un missile ipersonico aria-aria, che potrebbe mettere a rischio la supremazia degli aerei militari Usa, a partire dal bombardiere stealth B-21, a sua volta in fase di test. Lo afferma oggi in un articolo il South China Morning Post.


Il test è stato confermato da un articolo pubblicato su una rivista cinese peer-reviewed il mese scorso. E’ stato effettuato in una galleria del vento ad arco riscaldato. “Riscaldando il gas con un arco elettrico, si possono generare flussi d’aria calda che raggiungono migliaia o decine di migliaia di gradi Celsius” ha scritto il team di progetto, guidato dai ricercatori senior Cheng Gong e Huang Yimin dell’Accademia cinese per i missili aerotrasportati. La galleria del vento ad arco riscaldato può operare continuamente per un’ora o più, ma a causa del suo enorme consumo di energia è “estremamente costosa”, hanno aggiunto Cheng e Huang. Di conseguenza, viene principalmente impiegata per le missioni spaziali più impegnative, come la simulazione dell’atterraggio della sonda Tianwen-1 su Marte.


L’Esercito popolare di liberazione ha già testato diverse armi ipersoniche con velocità superiori a Mach 5, ma finora queste potevano colpire solo bersagli terrestri o marittimi relativamente lenti. In un’esercitazione simulata di combattimento aereo condotta nel 2023, gli scienziati dell’Università politecnica del Nordovest hanno equipaggiato un caccia cinese di sesta generazione con un missile a lungo raggio in grado di salire fino ai limiti dell’atmosfera e scendere su un aereo a velocità ipersonica. Questo sviluppo è stato interpretato da esperti militari come una contromisura alla potenziale minaccia rappresentata dal B-21 americano.


Secondo alcune stime, il missile sarebbe in grado di volare a circa Mach 9 per un periodo prolungato ad alta quota. Se confermato, si tratterebbe di un’arma micidiale per gli aerei in volo. La portata di rilevamento dei principali sistemi di allarme per missili aria-aria è inferiore a 10 km (6,2 miglia), il che significherebbe che dal momento dell’allarme all’impatto del missile, i piloti avrebbero meno di quattro secondi per reagire. Negli Stati Uniti, né il B-21 né le piattaforme aeree di grandi dimensioni, come gli aerei di allarme o i rifornitori, possono raggiungere la velocità del suono. Anche il potente F-22 può accelerare solo fino a circa Mach 2, rendendo difficile sfuggire all’attacco.

Cina continua a invecchiare, nel 2024 terzo anno di calo popolazione

Cina continua a invecchiare, nel 2024 terzo anno di calo popolazioneRoma, 17 gen. (askanews) – La curva demografica cinese ha continuato nel 2024 a puntare verso il basso per il terzi anno consecutivo, dopo un sessantennio di crescita della popolazione. Lo ha riferito oggi l’Ufficio nazionale di statistica di Pechino.


Alla fine del 2024 la popolazione cinese – con l’esclusione di Hong Kong e Macao – ammontava a 1,408 miliardi di persone, con un calo di 1,39 milioni rispetto alla fine del 2023. Il calo, tuttavia, è stato meno ripido che nel 2023. Nel 2024, il numero di nascite è stato di 9,54 milioni, con un tasso di natalità del 6,77 per mille; il numero di decessi è stato di 10,93 milioni, con un tasso di mortalità del 7,76 per mille; il tasso di crescita naturale della popolazione è stato negativo, pari a -0,99 per mille, ha segnalato l’ufficio statistico cinese.


In termini di genere, la popolazione maschile era di 719,09 milioni, mentre quella femminile era di 689,19 milioni; il rapporto tra i sessi nella popolazione totale era di 104,34 maschi per 100 femmine. Per quanto riguarda la struttura per età, la popolazione compresa tra 16 e 59 anni era di 857,98 milioni, pari al 60,9% della popolazione totale; la popolazione di età pari o superiore a 60 anni era di 310,31 milioni, pari al 22% della popolazione totale. In particolare, la popolazione di età pari o superiore a 65 anni era di 220,23 milioni, pari al 15,6% della popolazione totale.


In termini di dislocazione territoriale, i residenti permanenti nelle aree urbane erano 943,50 milioni, con un aumento di 10,83 milioni rispetto alla fine dell’anno precedente; i residenti permanenti nelle aree rurali erano 464,78 milioni, con una diminuzione di 12,22 milioni. La quota di popolazione urbana sul totale (tasso di urbanizzazione) era del 67%, con un incremento di 0,84 punti percentuali rispetto alla fine dell’anno precedente. La Cina ha terminato la sua politica del figlio unico nel 2016, dopo quasi un quarantennio, autorizzando le coppie ad avere fino a tre figli. Ma questa liberalizzazione non ha consentito di rovesciare un declino demografico del secondo paese più popoloso del mondo, che rischia di vivere gravi conseguenze socio-economiche per il rapido invecchiamento della popolazione.

Sudcorea, Yoon si rifiuta ancora di presentarsi a testimoniare

Sudcorea, Yoon si rifiuta ancora di presentarsi a testimoniareRoma, 17 gen. (askanews) – Il presidente sospeso della Corea del Sud Yoon Suk-yeol, in stato di fermo da due giorni, ha nuovamente rifiutato oggi di presentarsi per l’interrogatorio sul suo tentativo fallito di imporre la legge marziale. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


L’Ufficio per le indagini sulla corruzione dei funzionari di alto livello (CIO) gli aveva ordinato di presentarsi per ulteriori interrogatori stamani, dopo che non si è presentato ieri, adducendo motivi di salute. “Il presidente non si presenterà oggi al CIO”, ha dichiarato Seok Dong-hyeon, avvocato di Yoon. “Ha dichiarato a fondo la sua posizione di base durante il primo interrogatorio del CIO e non vede alcuna ragione o necessità di rispondere a un ulteriore interrogatorio”.


Yoon si trova in un centro di detenzione da mercoledì sera, dopo che gli investigatori lo hanno arrestato nella sua residenza e portato nell’ufficio del CIO a Gwacheon, appena a sud di Seoul, per sottoporlo a oltre 10 ore di interrogatorio. I legali del presidente sospeso hanno presentato una richiesta al Tribunale distrettuale centrale di Seoul per rivedere la legalità della sua detenzione, ma la corte ha respinto il ricorso giovedì sera, mantenendolo in custodia.


Il CIO sta preparando un mandato per arrestare formalmente Yoon, prima che scada stasera il termine del fermo preventivo di 48 ore. Yoon è indagato per insurrezione in merito alla proclamazione della legge marziale del 3 dicembre scorso, che fu revocata dopo sei ore dall’Assemblea nazionale assediata dai militari. Parallelamente, il presidente è sottoposto a procedura d’impeachment: dopo il voto di destituzione arrivato dal parlamento, è in corso una processo di conferma dell’impeachment presso la Corte costituzionale.

In attesa di Trump, Cina e Giappone provano a dialogare

In attesa di Trump, Cina e Giappone provano a dialogareRoma, 16 gen. (askanews) – In un momento di grande incertezza geopolitica, in attesa che alla Casa bianca sia insediata la nuova amministrazione Trump e faccia i primi passi rispetto al suo approccio con alleati e avversari nel quadrante dell’Asia orientale, Cina e Giappone si stanno “annusando” e cercano un interlocutorio riavvicinamento.


Ieri il primo ministro cinese Li Qiang ha incontrato a Pechino una delegazione dei partiti della coalizione di governo che sostiene il primo ministro nipponico Shigeru Ishiba, il Partito liberaldemocratico e la formazione d’ispirazione buddista Komeito, in un incontro dal profilo, per parte cinese, insolitamente alto per un appuntamento interpartitico. Li – che è anche membro del Comitato permanente del Politburo del Comitato centrale del Partito comunista cinese, il sancta sanctorum del potere cinese – ha sottolineato che le relazioni tra Cina e Giappone si trovano “in una fase cruciale di miglioramento e sviluppo”. Ha inoltre affermato che la ripresa del meccanismo di scambio tra i partiti di governo, dopo quasi sette anni di vuoto, rappresenta “un passo importante” nell’attuazione degli accordi raggiunti dai leader dei due Paesi.


Il primo ministro cinese ha sottolineato che i partiti di governo dei due Paesi dovrebbero concentrarsi sulla “salvaguardia degli interessi fondamentali a lungo termine di entrambe le nazioni”, adottando un atteggiamento responsabile verso i cittadini e la storia. La delegazione giapponese – secondo l’agenzia di stampa cinese Xinhua – ha espresso la propria volontà di migliorare le relazioni e il proprio impegno a rispettare i principi stabiliti nei quattro documenti politici, tra cui la Dichiarazione Congiunta Giappone-Cina. Inoltre, ha manifestato l’aspettativa di portare avanti scambi a tutti i livelli nel 2025.


Un cenno, quest’ultimo, alla possibilità di un summit a breve tra il presidente cinese Xi Jinping e Ishiba che, secondo i media giapponesi, è nelle aspirazioni di Tokyo. Secondo i media giapponesi, la delegazione ha anche consegnato una lettera del premier nipponico al leader cinese La riunione viene meno di un mese dopo che il ministro degli Esteri nipponico, Takeshi Iwaya, ha visitato la Cina. Inoltre, parallelamente alla visita di partito a Pechino, una delegazione del Comando di teatro orientale dell’Esercito popolare di liberazione cinese, che sovraintende le operazioni attorno a Taiwan e al Mar cinese orientale, si è recata in Giappone.


Il ritorno al dialogo tra Tokyo e Pechino è iniziato da novembre 2024, quando i due leader si sono incontrati in Perù, a margine del vertice APEC. In seguito, a dicembre, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha visto il suo omologo giapponese in occasione di un meccanismo di scambio culturale. Questo tentativo di disgelo coincide temporalmente con una fase cruciale. Il ritorno di Trump alla Casa bianca è visto con preoccupazione da Pechino, che teme un inasprimento delle sanzioni e della guerra commerciale, ma anche da Tokyo. Ishiba ha chiesto un incontro al presidente eletto Usa Donald Trump prima della sua inaugurazione, ma è stato sostanzialmente rimbalzato e teme sia la politica protezionistica del tycoon, sia le iniziative diplomatiche personali del futuro presidente, soprattutto in relazione ai suoi possibili rapporti con la Corea del Nord e con la Russia di Vladimir Putin.

In Corea del Sud iniziata battaglia legale dopo arresto di Yoon

In Corea del Sud iniziata battaglia legale dopo arresto di YoonRoma, 16 gen. (askanews) – La crisi istituzionale sudcoreana si è avviluppata ulteriormente oggi, all’indomani dell’arresto del presidente sospeso Yoon Suk-yeol, mentre la battaglia legale sulla conferma del fermo del leader e sull’impeachment si svolgono a colpi di cavilli giuridici.


Yoon Suk-yeol, arrestato in relazione alla dichiarazione della legge marziale, proclamata il 3 dicembre e revocata nella stessa notte dopo sei ore, ha rifiutato di presentarsi all’interrogatorio previsto per oggi, dopo che ieri è stato sotto torchio per 10 ore e mezzo. L’Ufficio per l’investigazione dei crimini dei pubblici ufficiali di alto livello (CIO), parte della task force congiunta, aveva previsto di interrogare nuovamente Yoon. Ma i dopo un primo interrogatorio avvenuto il 15 gennaio. Tuttavia, i legali di Yoon hanno dichiarato: “Abbiamo già spiegato chiaramente la nostra posizione ieri, quindi non ci saranno ulteriori interrogatori”. Inoltre hanno affermato che le condizioni di salute del presidente sospeso sarebbero precarie, circostanza questa negata dal CIO.


Il CIO non ha manifestato l’intenzione di forzare il presidente Yoon, detenuto in carcere, a presentarsi in sala interrogatori. Intanto, il team legale di Yoon ha presentato ricorso al tribunale al tribunale per stabilire se l’arresto fosse stato appropriato. Il tribunale ha accettato la richiesta e ha tenuto un’udienza il 16 gennaio alle 17:00, ascoltando le argomentazioni degli avvocati.


Davanti alla sede del tribunale, gli avvocati di Yoon hanno ribadito davanti ai media e a diversi sostenitori che si sono lì raggruppati che “l’arresto è ingiusto”. Parallelamente, oggi si è tenuta anche la seconda udienza del processo d’impeachment presso la Corte Costituzionale. La prima udienza, il 14 gennaio, si era conclusa in soli quattro minuti a causa dell’assenza di Yoon. L’udienza odierna ha segnato delle discussioni di merito.


All’udienza hanno partecipato gli avvocati che rappresentano l’Assemblea nazionale, che chiede l’impeachment, e quelli di Yoon. Il parlamento ha sostenuto che “Yoon ha dichiarato che la legge marziale poteva essere proclamata per mantenere la stabilità e l’ordine pubblico, ma non c’era alcun disordine. La legge marziale straordinaria poteva essere revocata solo dal parlamento, ma Yoon ha tentato di chiudere il parlamento con la forza, il che costituisce un’insurrezione”. Hanno quindi richiesto la rimozione di Yoon dall’incarico. La difesa di Yoon ha ribattuto che la dichiarazione di legge marziale era giustificata da una presunta “emergenza nazionale” causata da “brogli elettorali”, sostenendo che era necessaria per prevenire una divisione del paese. Hanno definito la legge marziale dichiarata dal presidente come “pacifica”. Le udienze si terranno due volte a settimana, con la prossima prevista per il 21 gennaio.

Giappone nuova potenza turistica: nel 2024 quasi 37 mln visitatori

Giappone nuova potenza turistica: nel 2024 quasi 37 mln visitatoriRoma, 15 gen. (askanews) – Il Giappone è diventato una superpotenza turistica, anche grazie al fatto che la sua valuta, lo yen, è al cambio al livello più basso da un trentennio a questa parte. Secondo i dati diffusi oggi dall’Organizzazione nazionale del turismo giapponese (JNTO), nel 2024 i visitatori in entrata sono stati 36,87 milioni, con un aumento del 47,1% rispetto all’anno precedente.


Nel 2023, un anno di grande ripresa per il turismo nipponico, i turisti in entrata erano stati 25,07 milioni. L’anno passato, in grandissima ripresa il numero dei turisti in arrivo dalla Cina, dopo la fine delle restrizioni Covid, con un aumento del 187,9%, mentre sono aumentati del 43,8% quelli in entrata da Taiwan e del 26,7% quelli in arrivo dalla Correa del Sud. La Japan Tourism Association (JTA) dal canto suo ha riportato che i turisti stranieri hanno speso un totale di 8.140 miliardi di yen (circa 50 miliardi di euro) nel 2024, con un aumento del 53,4% rispetto all’anno precedente. Le principali voci di spesa sono state alloggio, shopping, pasti e bevande. I turisti cinesi hanno rappresentato il 21,3% della spesa totale, seguiti da quelli taiwanesi al 13,4%.


Secondo le previsioni rilasciate giovedì dall’agenzia di viaggi JTB, il numero di visitatori stranieri potrebbe raggiungere il record di 40,2 milioni quest’anno, con un aumento dell’8,9% rispetto all’anno scorso. Il Giappone ospiterà eventi importanti, come l’Expo di Osaka che inizierà ad aprile. Di converso, lo yen debole ha scoraggiato i giapponesi dal viaggiare all’estero, ma si prevede una ripresa del turismo in uscita con la stabilizzazione dei tassi di cambio, secondo la JTB. L’agenzia prevede che quest’anno 14,1 milioni di giapponesi viaggeranno all’estero, con un aumento dell’8,5% rispetto all’anno precedente. L’incremento dovrebbe essere sia verso destinazioni vicine, come l’Asia orientale, sia verso mete più lontane, come l’Europa e l’Oceania.

Sudcorea, moglie di Yoon accusata di nuovo di plagio tesi dottorato

Sudcorea, moglie di Yoon accusata di nuovo di plagio tesi dottoratoRoma, 15 gen. (askanews) – Nel giorno in cui il presidente sospeso della Corea del Sud Yoon Suk-yeol è stato arrestato, da Seoul arriva la notizia che alla moglie – Kim Keon-hee – potrebbe essere revocato il suo dottorato di ricerca, a causa della riapertura di un’indagine per plagio.


Si tratta dell’ennesima tegola che colpisce la stilosa first lady sudcoreana, dalle cui vicende sembra essere partita la tempesta che ha investito anche il potente marito. Kim ha dovuto affrontare accuse che vanno dalla manipolazione del mercato azionario all’interferenza nelle nomine elettorali. Fu proprio a partire da queste vicende che il principale partito di opposizione, il Partito democratico, propose un disegno di legge per avviare un’indagine speciale su di lei, al quale Yoon pose un veto. Questo fece cadere i suoi consensi e il presidente cominciò a scendere lungo un piano inclinato che, poi, il 3 dicembre ha portato al fallito tentativo di imporre la legge marziale e oggi al suo arresto. La Kookmin University ha dichiarato di aver deciso di rivalutare lo status del dottorato di Kim, dopo che un’altra istituzione con sede a Seoul ha preliminarmente concluso che la sua tesi di laurea magistrale, presentata nel 1999, è frutto di un plagio. “Se la Sookmyung Women’s University finalizza l’annullamento della sua laurea magistrale sulla base delle sue conclusioni, la Kookmin University si riunirà per esaminare la validità del suo dottorato” ha dichiarato Lee Eun-hyung, direttore degli affari esterni dell’istituto, secondo quanto riporta il South China Morning Post.


La revoca della laurea magistrale potrebbe avere un impatto sul dottorato in design di Kim, conseguito alla Kookmin nel 2008, poiché perderebbe i requisiti necessari per il suo conseguimento. Nel 2022, l’università aveva investigato sulla tesi di dottorato di Kim e aveva concluso che non vi fossero “deviazioni dal range normalmente accettato nelle discipline accademiche”, nonostante le accuse di plagio. Tuttavia, il ministero dell’Istruzione ha rivelato che la Kookmin, che aveva anche offerto a Kim un ruolo di insegnamento nel 2014, non aveva valutato adeguatamente la sua tesi di dottorato, assegnando la revisione a un membro di bassi livello del corpo docente.


Kim Keon-hee è nata a settembre 1972 nella provincia di Gyeonggi, con il nome di Kim Myeong-sin, che ha cambiato nel 2008. Dopo aver conseguito i suoi titoli accademici, ha fondato la sua azienda che organizza grandi eventi d’arte, Covana Contents, prima di sposare Yoon nel 2012. La coppia non ha figli, ma possiede almeno sei cani e cinque gatti. Kim è un’attivista per i diritti degli animali e aveva promesso di porre fine al consumo di carne di cane nel paese prima della fine del mandato presidenziale del marito. Ha inoltre attirato l’attenzione degli amanti della moda per le sue scelte di abbigliamento durante importanti summit nazionali e internazionali, come il vertice Nato in Spagna nel 2022.


Nel 2021, un anno prima che Yoon diventasse presidente, Kim era stata già accusata di aver falsificato le sue credenziali accademiche per candidarsi a posizioni di insegnamento. Tra le altre affermazioni bollate come bugie, aveva dichiarato di aver lavorato come direttrice della “Korea Association of Game Industry (K-Games)” dal 2002 – mentre l’associazione è stata fondata nel 2004 – e di aver studiato alla New York University nel 2006. Prima dell’insediamento di Yoon, il Partito democratico ha accusato Kim e sua madre di manipolazione del prezzo delle azioni della Deutsch Motors, un’azienda sudcoreana che si occupa di import di auto tedesche, guadagnando 2,3 miliardi di won (1,68 milioni di dollari). Tuttavia, nell’ottobre 2022, Kim è stata scagionata dalle accuse, poiché, pur essendo stato utilizzato il suo conto di trading, non era a conoscenza della manipolazione. Un altro scandalo di rilievo si è verificato quando un video ha mostrato Kim accettare una borsa Christian Dior da 2.200 dollari, cosa che ha portato l’opposizione ad accusarla di violare le leggi anti-corruzione. Tuttavia, nell’ottobre di quest’anno, i procuratori sudcoreani hanno deciso di non procedere con le accuse. Un documentario intitolato First Lady includeva conversazioni telefoniche registrate tra Kim e un giornalista investigativo in cui affermava di avere una forte influenza sul marito, definendolo “una marionetta”.

Sudcorea: Trump non riconosca Nordcorea come potenza nucleare

Sudcorea: Trump non riconosca Nordcorea come potenza nucleareRoma, 15 gen. (askanews) – La Corea del Nord non può essere riconosciuta come paese detentore di armi nucleari ai sensi del Trattato di non proliferazione nucleare (NPT) e la sua denuclearizzazione deve rimanere un principio condiviso. Lo ha dichiarato mercoledì il Ministero degli Esteri sudcoreano, dopo che il candidato a segretario alla Difesa Usa dell’amministrazione Trump, Pete Hegseth, ha descritto Pyongyang come una potenza nucleare nelle risposte scritte presentate al Senato statunitense per la sua udienza di conferma.


Hegseth, un ex conduttore di Fox News, ha parlato di uno “status della Corea del Nord come potenza nucleare” nelle sue risposte scritte, innescando una precisazione da parte di Seoul, preoccupata evidentemente che il nuovo presidente Usa Donald Trump possa riavviare un processo negoziale con Pyongyang partendo dalla cristallizzazione della situazione della Corea del Nord come potenza nucleare. “La denuclearizzazione della Corea del Nord è un principio costantemente sostenuto dalla Corea del Sud, dagli Stati uniti e dalla comunità internazionale”, ha affermato il ministero. “In base al NPT (Trattato di non proliferazione nucleare)- ha aggiunto -, la Corea del Nord non può mai essere riconosciuta come uno stato dotato di armi nucleari”.


In base al Trattato di non proliferazione nucleare, sono solo cinque i paesi riconosciuti come stati dotati di armi nucleari: Stati uniti, Regno Unito, Russia, Francia e Cina. La Corea del Nord ha aderito all’NPT nel 1985, ma ne è uscita nel 2003, dopo che Washington ha accusato il regime di portare avanti segretamente un programma di arricchimento dell’uranio in violazione dell’accordo bilaterale sul congelamento dei suoi programmi nucleari.


Dopo la sortita di Hegseth, è dovuto intervenire l consigliere per le comunicazioni sulla sicurezza nazionale della Casa bianca, John Kirby, a ribadire che l’amministrazione Biden mantiene invariata la sua politica sulla denuclearizzazione della Corea del Nord. Solo che l’amministrazione Biden non esisterà più dal 20 gennaio, quando alla Casa bianca tornerà Donald Trump, come ha spiegato lo stesso Kirby: “Non posso parlare di come il nuovo team caratterizzerà la situazione”.

Arresto presidente a Seoul, preoccupazione Usa-Giappone

Arresto presidente a Seoul, preoccupazione Usa-GiapponeRoma, 15 gen. (askanews) – L’arresto odierno del presidente sospeso della Corea del Sud Yoon Suk-yeol preoccupa i principali alleati di Seoul, Stati uniti e Giappone, che avevano puntato sul leader caduto in disgrazia per consolidare una relazione alla luce delle trasformazioni nel quadrante dell’Asia orientale, con una Cina più assertiva e una Corea del Nord legata strettamente alla Russia.


La grave crisi istituzionale innescata dal fallito tentativo di Yoon di imporre il 3 dicembre scorso la legge marziale, che ha portato all’avvio di una procedura d’impeachment, per la quale si attende un pronunciamento finale della Corte costituzionale, e oggi all’arresto del presidente sospeso dalle sue funzioni, s’incrocia inoltre con la fase di transizione alla presidenza Usa tra Joe Biden e Donald Trump, che tornerà alla Casa bianca la prossima settimana. E il ritorno del tycoon rappresenta un’incognita per gli alleati asiatici, vista la politica che Trump seguì nel primo mandato sia per quanto riguarda il tema delle truppe schierate nei due paesi alleati, sia per la sua trattativa con il leader supremo nordcoreano Kim Jong Un. Oggi un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa bianca ha garantito che Washington mantiene “saldo” il sostegno al popolo sudcoreano e apprezza il fatto che, anche in una crisi come quella in corso, Seoul si mantiene lungo il solco del rispetto della propria Costituzione.


“Gli Stati uniti restano saldi nel loro sostegno al popolo coreano. Ribadiamo il nostro impegno condiviso per lo stato di diritto e apprezziamo tutti gli sforzi compiuti dalla Repubblica di Corea e dai suoi cittadini per agire in conformità con la propria Costituzione”, ha affermato il portavoce. “Gli Stati uniti – ha aggiunto – restano impegnati a collaborare con il presidente ad interim Choi (Sang-mok) e con il governo della Repubblica di Corea. Ribadiamo la fiducia degli Stati Uniti nella forza duratura dell’alleanza Usa-Repubblica di Corea e il nostro impegno irremovibile per la difesa della Repubblica di Corea”. Una dichiarazione, questa, che però lascia il tempo che trova: la nuova amministrazione Trump non è ancora insediata e non è affatto chiaro quale sarà la linea che il presidente eletto deciderà di mantenere sia rispetto al rapporto con i due alleati dell’Asia orientale, sia rispetto alla Cina e alla Corea del Nord.


Questa incertezza traspare anche dalle dichiarazioni arrivate da Tokyo. Il Giappone sta seguendo gli sviluppi in Corea del Sud con “particolare e grave” preoccupazione, ha spiegato oggi il portavoce del governo Yoshimasa Hayashi. “Il Giappone considera la Corea del Sud un vicino importante, un partner con cui affrontare insieme le sfide globali” ha detto continuato, aggiungendo: “L’importanza delle relazioni tra Giappone e Corea del Sud non cambierà”. Il ministro degli Esteri giapponese Takeshi Iwaya e il suo omologo sudcoreano Cho Tae-yul hanno sottolineato all’inizio di questa settimana l’importanza dei rapporti bilaterali, nonostante l’incertezza causata dall’impeachment di Yoon il mese scorso.


Le relazioni tra Tokyo e Seoul erano fortemente migliorate da quando Yoon era diventato presidente nel 2022, dopo molti anni di rapporti avvelenati da rivendicazioni storiche e da sostanziale incomunicabilità. Questo riavvicinamento – auspicato anche dall’amministrazione americana – non era stato affatto indolore in Corea del Sud, dove la memoria del passato coloniale e di vicende sanguinose e atroci, come quella del lavoro forzato dei coreani durante la dominazione nipponica (1910-1945) e lo sfruttamento sessuale delle cosiddette “donne di conforto” da parte dei soldati dell’Armata imperiale nipponica fino alla fine della seconda guerra mondiale, sono ancora temi molto scottanti. Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba, che ha assunto l’incarico lo scorso ottobre, ha espresso la speranza che si possa mantenere lo slancio per migliorare i rapporti. Ma, certo, la caduta di Yoon rappresenta un problema per Tokyo, anche per la sua tempistica. Un alto funzionario del ministero degli Esteri giapponese, parlando con l’agenzia di stampa Kyodo, ha dichiarato che la detenzione di Yoon è avvenuta in un momento critico, poco prima del ritorno di Donald Trump, alla Casa Bianca la prossima settimana. “La confusione politica in Corea del Sud probabilmente continuerà per un po’” ha affermato il funzionario.

Cina attacca Usa per i chip su intelligenza artificiale

Cina attacca Usa per i chip su intelligenza artificialeRoma, 13 gen. (askanews) – La Cina ha denunciato le nuove norme statunitensi sulle esportazioni di chip utilizzati per l’intelligenza artificiale come una “palese violazione” delle regole del commercio internazionale. Questo annuncio “è un nuovo esempio di generalizzazione del concetto di sicurezza nazionale e di abuso dei controlli sulle esportazioni, oltre che una palese violazione delle regole del commercio internazionale”, ha dichiarato il ministero del Commercio cinese in un comunicato.


Il governo statunitense ha presentato un quadro di nuove regole sull’esportazione di tecnologie AI, sia per facilitare le vendite ai Paesi alleati sia per impedire ad avversari come la Cina di accedere alle ultime innovazioni. Queste norme entreranno in vigore tra 120 giorni. Nell’ottobre 2023 sono state presentate nuove restrizioni all’esportazione in Cina dei chip più potenti, in particolare dei componenti utilizzati per l’Ia, per evitare che Pechino li utilizzi per scopi militari. Washington vuole imporre nuove autorizzazioni per le esportazioni e i trasferimenti di sofisticati chip per computer a un elenco ampliato di Paesi. Questa norma prevede una serie di eccezioni per i Paesi alleati, in particolare quando si tratta di volumi limitati, ad esempio per soddisfare le esigenze delle università. La seconda norma rafforza i controlli sulla diffusione dei parametri dei modelli di Ia generativa più avanzati.