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Giappone, corte approva cambiamento genere senza chirurgia

Giappone, corte approva cambiamento genere senza chirurgiaRoma, 10 lug. (askanews) – Una corte di secondo grado giapponese ha approvato un cambiamento legale di genere per una donna transgender che non ha subito l’intervento chirurgico di riassegnazione del sesso, come richiesto legalmente. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo, segnalando come si tratti di una sentenza rara.


La clausola che richiede l’intervento chirurgico di conferma è “sospettata di essere incostituzionale” poiché costringe un individuo a scegliere tra sottoporsi a un intervento chirurgico o rinunciare al cambiamento di genere, ha dichiarato la Corte d’Appello di Hiroshima. La corte ha riconosciuto che la terapia ormonale può alterare l’aspetto dei genitali anche senza chirurgia e ha ammesso che le parti del corpo della ricorrente, assegnata maschio alla nascita, sono già “femminilizzate”.


La ricorrente ha dichiarato attraverso il suo avvocato di essere “felice di essere libera dalle difficoltà” derivanti dalla discrepanza tra il suo stato di genere ufficiale e il genere con cui si identifica. La corte d’appello ha approvato il cambiamento di genere per la ricorrente riesaminando un caso rimandato dalla Corte Suprema. La sentenza è definitiva, ma valida solo per la ricorrente, perché non è stato proposto appello.


E’ estremamente raro che un cambiamento di genere venga approvato per la transizione da maschio a femmina senza l’intervento chirurgico di conferma del genere, come la rimozione dei testicoli, secondo l’avvocato. L’alta corte ha comunque confermarto che lo scopo della clausola sulla chirurgia di conferma del genere, che è prevenire l’esposizione dei genitali del sesso opposto in luoghi come i bagni pubblici, è legittimo.


La legge per le persone con disforia di genere, entrata in vigore nel 2004, stabilisce cinque condizioni per coloro che desiderano registrare un cambiamento di genere, oltre a una diagnosi di disforia di genere da parte di almeno due medici. Le cinque condizioni sono che un individuo abbia almeno 18 anni, non sia sposato, non abbia figli minorenni, non abbia “ghiandole riproduttive” o possieda ghiandole riproduttive che “hanno perso permanentemente la loro funzione” e possieda “un corpo che appare avere parti che somigliano agli organi genitali di quelli del genere opposto”. In una sentenza di ottobre, la Corte Suprema ha dichiarato che il requisito della sterilizzazione viola l’Articolo 13 della Costituzione, che garantisce agli individui la libertà da “invasione nel loro corpo contro la loro volontà.” La consapevolezza pubblica riguardo alla protezione dei diritti delle minoranze di genere è in crescita in Giappone, l’unico membro dei paesi del G7 che non ha legalizzato i matrimoni o le unioni civili tra persone dello stesso sesso. A marzo, un’altra corte d’appello ha dichiarato che la mancanza di riconoscimento legale per i matrimoni tra persone dello stesso sesso è incostituzionale, confermando una decisione di un tribunale inferiore e in linea con altre sentenze di tribunali distrettuali sulla questione.

Cina-Ue, si scalda il confronto: verso dazi contrapposti

Cina-Ue, si scalda il confronto: verso dazi contrappostiRoma, 10 lug. (askanews) – Le relazioni tra Cina e Unione europea vanno verso un ulteriore inasprimento, nonostante la visita di due giorni fa di Viktor Orban, il premier dell’Ungheria, che detiene la presidenza di turno Ue. E il campo di battaglia è la questione delle auto elettriche.


Dopo che l’Ue ha innalzato barriere doganali contro la sovracapacità produttivaRoma, 10 lug. (askanews) – cinese, aumentando i dazi – già al 10% – fino a un ulteriore 37,6%, Pechino ha annunciato oggi un’indagine sulle batterie commerciali prodotte nell’Ue. Si tratta di un’azione simmetrica a quella europea, che prima di aumentare i dazi, ha condotto un’indagine sulle auto elettriche cinesi, avendo nel mirino i sussidi governativi forniti da Pechino all’industria dell’auto elettrica. Il ministero del Commercio, in una dichiarazione online, ha chiarito che lla mossa viene dopo che la Camera di commercio cinese ha presentato reclami contro le pratiche commerciali Ue e l’indagine sarà composta di interviste agli operatori cinesi di mercato e analisi.


I dazi provvisori dell’Ue sui produttori cinesi di veicoli elettrici sono entrati in vigore venerdì, sebbene la questione sia ancora in fase di negoziazione con la parte cinese e un verdetto finale sia atteso entro quattro mesi. Ma, intanto, gli effetti si stanno già vedendo su un piano commerciale. Secondo quanto ha riferito l’Associazione dei produttori di auto cinesi, le esportazioni di veicoli elettrici dalla Cina a giugnosono diminuite del 13,2% rispetto al mese precedente, scendendo a 86.000 veicoli. La visita a sorpresa di Orban, arrivata dopo un passaggio del premier magiaro in Russia con il presidente russo Vladimir Putin, è stata incentrata in particolare sulla questione ucraina – a giudicare dal resoconto ufficiale fornito da Pechino – e non ha toccato la specifica questione delle auto elettriche. Tuttavia la vicenda s’inquadra in un deterioramento delle relazioni tra Ue e Cina che va di pari passo a una frammentazione a blocchi della politica internazionale.


L’Europa sta cercando di rafforzare la sua presenza nell’Indo-Pacifico, in rapporto con i suoi tradizionali alleati Stati uniti e Giappone e in una prospettiva di contenimento della crescente potenza cinese, anche da un punto di vista militare. Da giugno ad agosto quasi 50 velivoli delle forze aeree tedesche, francesi e spagnole partecipano a una serie di esercitazioni nella regione dell’Indo-Pacifico, in coordinamento con l’Aeronautica degli Stati Uniti.


Anche l’Italia è presente nella regione Indo-Pacifico con il gruppo d’attacco incentrato con la portaerei Cavour, assieme alla fregata Alpino, dove prenderà parte all’addestramento Pitch Black 2024 in Australia e Rising Sun 2024 in Giappone.

Nordcorea, media ufficiali: mantenere massima fedeltà a Kim Jong Un

Nordcorea, media ufficiali: mantenere massima fedeltà a Kim Jong UnRoma, 7 lug. (askanews) – I media statali della Corea del Nord hanno chiesto oggi massima fedeltà al leader Kim Jong Un in vista dell’anniversario della morte del fondatore del paese e tuttora formalmente presidente, Kim Il Sung, previsto per la prossima settimana, in un contesto di tensioni riguardo ai test missilistici della Corea del Nord e al patto di difesa con la Russia.


L’organo ufficiale del Partito dei lavoratori di Corea Nord, il Rodong Sinmun, ha fatto appello alla nazione che si prepara a celebrare il 30mo anniversario della morte di Kim Il Sung, che ha governato il paese dal 1948 al 1994 ed è il nonno dell’attuale leader, Kim Jong Un, lunedì prossimo. “Seguire fedelmente la volontà di Kim Jong Un: è su questo cammino che risiede la vita eterna del Grande Leader, e la via per realizzare nel modo più perfetto ed eccellente il desiderio di una vita intera del Grande Leader”, si legge in un articolo in prima pagina.


L’articolo elenca una serie di progetti intrapresi dall’attuale leader, come la costruzione di una nuova scuola di addestramento del Partito, definendoli desideri del defunto fondatore. Kim Jong Un si rifà molto al culto del nonno, facendo più riferimento a lui che al padre Kim Jong Il, che fu secondo leader della Repubblica democratica popolare di Corea (Dprk).


Anche da un punto di vista fisica, Kim il giovane fa di tutto per assomiliare al nonno, vestendo in maniera simile e mantenendo lo stesso taglio di capelli.

Yoriko Koike è per la terza volta governatrice di Tokyo

Yoriko Koike è per la terza volta governatrice di TokyoRoma, 7 lug. (askanews) – Yuriko Koike, che è stata la prima donna a guidare Tokyo, si è assicurata il suo terzo mandato come governatrice della capitale giapponese. La 71enne potrà quindi restare in carica fino al 2028, in base a un programma fortemente incentrato sullo slogan “Grande riforma di Tokyo 3.0”.


Koike ha promesso una forte spinta verso la digitalizzazione della città e delle sue procedure amministrative, una politica di sostegno spinto alla natalità in un paese che sta vivendo un fenomeno di invecchiamento spinto, oltre che nuove misure per proteggere i residenti dai disastri naturali. Membro del Partito liberaldemocratico (Jiminto) al potere nel paese, Koike è sempre stata una politica ambiziosa, che in passato ha ventilato anche la possibilità di diventare premier in un paese che non ha mai avuto un capo di governo donna.


La sua vittoria rappresenta per la sua formazione politica una notizia positiva, dopo una sequela di rovesci elettorali e di scandali che hanno portato a un tasso di approvazione ai minimi storici per un partito che ha governato quasi ininterrottamente il paese dal dopoguerra. Le elezioni governatorali di Tokyo rappresentano una tappa importante che avrà un momento cruciali nelle elezioni interne al partito per la leadership. In palio c’è il posto di primo ministro, visto che tradizionalmente il capo del partito di maggioranza in Giappone diventa in maniera automatica anche il capo del governo.


Koike, in realtà si è candidata da indipendente, ma il Partito liberaldemocratico di Tokyo ha sostenuto al sua candidatura. Se l’è dovuta vedere principalmente con un’altra donna, la progressista Renho Saito, anche lei popolare e sostenuta dal principale partito di opposizione, il Partito costituzionale democratico, la quale ha spinto fortemente sul tema della questione morale, puntando il dito contro i liberaldemocratici recentemente al centro di uno scandalo di finanziamento illecito al partito. Il campo dei candidat, quest’anno, era ampissimo. 56 avevano presentato la loro candidatura e, di questi, 24 erano candidati del partito populista che vorrebbe toglier eil canone per la tv pubblica NHK. Ha creato un certo scandalo il fatto che diversi di questi candidati hanno poi venduto i loro spazi pubblicitari a terze parti, che poi a loro volta hanno fatto altre pubblicità.


E’ dovuto intervenire il governo, con il capo di gabinetto (portavoce dell’esecutivo) Yoshimasa Hayashi il quale ha minacciato i rigori di legge per i candidati pizzicati a fare campagna per altri, oltre a se stessi, o a diffondere fake news.

Nordcorea lancia satellite-spia: apparentemente esploso in aria

Nordcorea lancia satellite-spia: apparentemente esploso in ariaRoma, 27 mag. (askanews) – E’ apparentemente fallito il nuovo lancio in orbita di un satellite-spia nordcoreano. Secondo fonti del governo giapponese, il missile che lo trasportava è sparito dal radar poco dopo che era stato rilevato il lancio, di cui ha dato notizia sia il governo nipponico, sia il comando militare sudcoreano.


La televisione pubblica giapponese NHK, dal canto suo, ha mostrato delle immagini, a suo dire prese al confine tra Cina e Corea del Nord, che mostrano dapprima una scia apparentemente di un missile e poi quella che ha tutta l’aria di essere un’esplosione. Pyongyang aveva preannunciato il lancio di un missile che trasportava un satellite entro il 4 giugno, provocando l’ira di Tokyo e Seoul, proprio mentre i leader dei due paesi – il primo ministro nipponico Fumio Kishida e il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol – incontravano a Seoul il primo ministro Li Qiang della Cina, principale alleato del regime di Kim Jong Un.


La Corea del Nord al momento ha avuto successo col lancio di un solo satellite spia, a novembre dello scorso anno, dopo due tentativi falliti rispettivamente a maggio e agosto 2023. Il leader supremo Kim Jong Un ha ordinato di inviare in orbita almeno altri tre satelliti-spia entro quest’anno.

Sudcorea, “scandalo della borsetta”: presidente Yoon si scusa

Sudcorea, “scandalo della borsetta”: presidente Yoon si scusaRoma, 9 mag. (askanews) – Il presidente Yoon Suk Yeol ha dovuto oggi chiedere scusa per quello che ha definito il “comportamento incauto” della consorte, Kim Keon Hee, riferendosi alle accuse secondo cui avrebbe illegalmente accettato una borsa di lusso nel 2022. Lo racconta l’agenzia di stampa Yonhap.


E’ la prima volta che Yoon esprime rammarico per la vicenda da quanto essa è emersa lo scorso anno. La first lady è finita nella tempesta quando lo scorso anno è emerso un video online che mostrava la moglie di Yoon accettare una borsa di Christian Dior del valore di circa 3 milioni di won (2.044 euro).


A offrire la borsetta era stato un pastore protestante coreano-statunitense che aveva addosso una telecamera nascosta. “Mi scuso per aver causato preoccupazione alla gente con il comportamento incauto di mia moglie” ha detto Yoon durante una conferenza stampa in occasione del secondo anniversario della sua presidenza, che cade domani.


Il presidente ha inoltre detto che si asterrà dal commentare ulteriormente sulla questione, dato che è già in corso un’indagine della procura sulle accuse e i suoi commenti potrebbero essere interpretati come un tentativo di influenzare l’inchiesta. Lo scandalo della borsa è da mesi un problema per l’amministrazione Yoon per mesi. È stato un tema prominente nel discorso politico in vista delle elezioni parlamentari del 10 aprile, e sebbene Yoon abbia parlato della questione in un’intervista con KBS TV a febbraio – sostenendo che il problema era che sua moglie “non era stata in grado di rifiutare freddamente” – il partito di governo, il Partito del potere del popolo, è stato sconfitto nelle elezioni, lasciando l’Assemblea Nazionale sotto il controllo del principale partito di opposizione, il Partito democratico.


“Il giudizio della gente sulla mia gestione degli affari statali fino ad ora è stato che è stato molto carente” ha detto Yoon durante la conferenza stampa, riferendosi all’esito delle elezioni. “Penso che da ora in poi, ciò che è importante è in ultima analisi l’economia. E mentre le cose strutturali, come la crescita delle imprese e la creazione di posti di lavoro, sono importanti, penso che sia importante trovare attivamente e risolvere le difficoltà e gli inconvenienti sentiti da ogni singola persona nel campo della vita quotidiana delle persone”.

Caccia GCAP, parlamento Giappone discute trattato con Gb e Italia

Caccia GCAP, parlamento Giappone discute trattato con Gb e ItaliaRoma, 26 apr. (askanews) – I parlamentari giapponesi hanno iniziato a discutere il trattato per istituire un ente di gestione per l’aereo da caccia di prossima generazione (GCAP) sviluppato da Giappone, Regno unito e Italia, con la previsione di produrre il prototipo già nel 2026. Lo riferisce Nikkei.


Sulla base dell’accordo raggiunto lo scorso anno dai ministri della Difesa giapponese, britannico e italiano, il trattato che istituisce lorganismo deve essere ratificato da ciascun paese. L’obiettivo è quello di lanciare il Global Combat Air Program International Government Organization, o GIGO, entro la fine dell’anno, con la produzione di un prototipo che inizierà tra due anni.


GIGO “gestirà la collaborazione tra governi e tra aziende private e faciliterà la corretta esecuzione del progetto”, ha detto la ministra degli Esteri giapponese Yoko Kamikawa in una sessione plenaria della Camera bassa. Avrà sede nel Regno unito e impiegherà diverse centinaia di dipendenti provenienti dai tre paesi. Sarà composto da un comitato direttivo che garantisce i budget e gestisce la pianificazione, e un organismo di attuazione responsabile delle operazioni pratiche, che sarà coinvolto in tutte le fasi del progetto. Le aziende coinvolte sono Mitsubishi Heavy Industries per la carlinga dell’aereo, la società di ingegneria giapponese IHI per il motore e Mitsubishi Electric lavorerà sui sistemi elettronici. Per la Gran Bretagna opereranno BAE Systems e Rolls-Royce, mentre per l’Italia nel progetto c’è Leonardo.


Per il Giappone, tuttavia, permangono alcuni problemi normativi che rischiano di limitare il peso giapponese nel progetto. A marzo Tokyo ha rivisto le linee guida operative relative al trasferimento di attrezzature e tecnologie di difesa. Sebbene le revisioni abbiano aperto la strada al trasferimento degli aerei a paesi terzi, le destinazioni delle esportazioni sono limitate ai paesi con cui il Giappone ha accordi specifici. Tea questi sono inclusi gli Stati Uniti e le principali potenze europee, oltre a Australia e India. Il primo ministro Fumio Kishida ha dichiarato a marzo che era necessario revocare il divieto sulle esportazioni del caccia di prossima generazione verso paesi terzi. “È nell’interesse nazionale del Giappone – ha affermato il primo ministro – assicurarsi una posizione in cui possa contribuire allo stesso modo del Regno Unito e dell’Italia”.

Xi Jinping a Blinken: cercare terreno comune malgrado le divergenze

Xi Jinping a Blinken: cercare terreno comune malgrado le divergenzeRoma, 26 apr. (askanews) – Cina e Stati uniti dovrebbero essere “partner, non rivali”. Queste le parole del presidente cinese Xi Jinping al segretario di Stato Usa Antony Blinken, ricevuto nella Grande Sala del Popolo di Pechino nell’incontro di più alto livello delle due principali potenze economiche del mondo quest’anno. Il capo della diplomazia americana ha descritto i rapporti con la Cina come “la relazione più importante” al mondo.


Xi ha ricordato che quest’anno ricorre il 45mo anniversario dell’apertura di relazioni diplomatiche tra Pechino e Washington e questi rapporti hanno “attraversato alti e bassi e ci hanno dato molti importanti insegnamenti: i due paesi dovrebbero essere partner, non rivali; dovrebbero raggiungere il successo reciproco, non danneggiarsi a vicenda; dovrebbero cercare un terreno comune pur mantenendo le differenze; invece di praticare una competizione feroce, dovrebbero essere fedeli alla loro parola, non dicendo una cosa e facendone un’altra”. Quest’ultimo passaggio è evidentemente un riferimento a Taiwan e al rispetto del principio dell’”Unica Cina”. Il leader cinese ha proposto “tre principi fondamentali” nel prosieguo delle relazioni sino-americane: “Rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione vantaggiosa per entrambi”.


D’altronde, ha detto ancorta il presidente, in un mondo che sta attraversando “profondi cambiamenti” e che vive una “situazione internazionale vieppiù complicata”, il rafforzamento del dialogo e la gestione delle differenze tra Cina e Stati uniti “non è solo l’aspirazione comune dei due popoli, ma anche l’aspettativa comune della comunità internazionale”. Inoltre, Xi ha ricordato di aver “detto molte volte che la Terra è abbastanza grande perché la Cina e gli Stati uniti possano svilupparsi insieme e prosperare in modo indipendente: la Cina vorrebbe vedere Stati Uniti fiduciosi, aperti, prosperi e votati allo svilutto; ci auguriamo che anche gli Stati uniti possano avere una visione positiva dello sviluppo della Cina”. Solo quando – ha continuato – questo tema fondamentale sarà risolto e verrà dato il ‘la’ affinché le relazioni Cina-Usa potranno veramente stabilizzarsi, migliorare e andare avanti”. In questo senso, “ci sono ancora molti problemi da risolvere cè spazio per ulteriori sforzi”.


Lincontro con Xi segue i colloqui di Blinken con l’omologo cinese Wang Yi, che ha avvertito gli Stati Uniti di non oltrepassare alcuna linea rossa in materia di sovranità, sicurezza o sviluppo.”La richiesta della Cina è coerente, basata sempre sul rispetto degli interessi fondamentali di ciascuno; gli Stati Uniti non dovrebbero interferire negli affari interni della Cina, sopprimere lo sviluppo della Cina o calpestare le linee rosse della Cina quando si tratta di sovranità, sicurezza e interessi di sviluppo della Cina” ha detto il ministro cinese.In particolare i temi caldi su cui s’è concentrata la discussione sono state le tensioni su Taiwan, nel Mar cinese meridionale oltre al conflitto commerciale e tecnologico. I due capi delle reciproche diplomazie – secondo il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin – hanno concordato per una maggiore cooperazione sul capo della lotta ai narcotici, sul cambiamento climatico, sull’intelligenza artificiale. Hanno inoltre deciso un rafforzamento degli scambi tra funzionari dei due paesi.


È il secondo viaggio di Blinken in Cina in un anno è viene dopo l’incontro di novembre tra Xi e il presidente Usa Joe Biden a San Francisco e una più recente telefonata tra i due presidenti. Blinken, che è a Pechino per l’ultima tappa della visita iniziata il 24 aprile, ha risposto che è necessaria una “diplomazia faccia a faccia” per portare avanti l’agenda stabilita dai leader a novembre. “Andare avanti con l’agenda stabilita dai nostri presidenti richiede una diplomazia attiva, ma anche assicurarsi di essere il più chiari possibile sulle aree in cui abbiamo differenze, almeno per evitare malintesi, per evitare errori di calcolo” ha affermato Blinken, secondo il Dipartimento di Stato americano. L’intensificarsi delle tensioni commerciali ha influito sui colloqui dopo che Biden, la scorsa settimana, ha chiesto di triplicare l’aliquota tariffaria esistente sull’acciaio e sull’alluminio cinesi. L’ufficio del rappresentante commerciale degli Stati Uniti (USTR) ha anche annunciato l’avvio di un’altra indagine della Sezione 301 sui settori marittimo, logistico e della costruzione navale della Cina. Durante la sua permanenza nella potenza economica cinese di Shanghai, Blinken ha anche espresso preoccupazione per le “pratiche non di mercato.

Thailandia, camera bassa dà via libera a matrimonio gay

Thailandia, camera bassa dà via libera a matrimonio gayRoma, 27 mar. (askanews) – La Camera dei Rappresentanti della Thailandia ha approvato oggi un disegno di legge che legalizza il matrimonio tra persone dello stesso sesso, facendo fare un ulteriore passo verso il riconoscimento dei diritti matrimoniali alla comunità LGBTQ+. Se l’iter si concluderà positivamente, la Thailandia sarà il primo paese del Sudest asiatico a riconoscere le nozze gay.


Toccherà ora al Senato approvare entro 60 giorni a sua volta il provvedimento normativo o chiedere emendamenti. Ma in mezzo ci sarà il rinnovo della camera alta, i cui componenti scadono l’11 maggio. Il nuovo Senato di 200 membri sarà scelto con elezione indiretta. La norma passerà poi al vaglio della Corte Costituzionale, prima di essere collocata sulla scrivania del re, che dovrà a sua volta approvarla, entro 120 giorni.


I deputati hanno sventolato bandiere arcobaleno durante lo spoglio dei voti. Il disegno di legge è stato approvato con 400 voti favorevoli e solo 10 contrari. “L’abbiamo fatto per il popolo Thai, per ridurre le disparità e creare vera uguaglianza”, ha detto con entusiasmo Danuphorn Punnakanta, parlamentare e presidente del comitato parlamentare promotore della proposta di legge. “Invito tutti voi – ha continuato – a fare la storia”.


Si tratta del primo grande risultato legislativo raggiunto dal governo del primo ministro Srettha Thavisin, dopo sei mesi di mandato. La norma appone 68 modifiche al codice civile e commerciale tailandese, eliminando definizioni come “marito” e “moglie” in “coniuge”. Inoltre elimina riferimenti al genere rispetto a temi che riguardano diritti civili ed economici.


In Asia, fino a ora, solo Taiwan e Nepal riconoscono il matrimonio tra persone dello stesso genere. La Thailandia ha da sempre una vibrante scena LGBTQ+, che però si trova a convivere con una società conservatrice di stampo buddista e, in alcune aree del paese, musulmana. Non si prevede alcuna grande opposizione al disegno di legge al Senato, ma la riforma potrebbe dover affrontare delle sfide una volta giunta alla Corte Costituzionale, che nel 2020 ha dato il via libera all’attuale legge matrimoniale nella quale è riconosciuto esclusivamente il matrimonio eterosessuale.

Nordcorea, sorella di Kim: escludo qualsiasi negoziato con Giappone

Nordcorea, sorella di Kim: escludo qualsiasi negoziato con GiapponeRoma, 26 mar. (askanews) – L’influente sorella del leader nordcoreano Kim Jong Un è tornata oggi sulla richiesta d’incontro da parte del primo ministro giapponese Fumio Kishida con il numero uno di Pyongyang, annunciando che la Corea del Nord rifiuterà “qualsiasi contatto o negoziazione” con il Giappone.


Ieri Kim Yo Jong aveva confermato che Kishida ha chiesto un incontro col fratello, dopo che lo scorso anno il premier nipponico aveva già confermato di essere disposto a incontrare Kim “senza condizioni”. In particolare, l’obiettivo di Tokyo è quello di avere notizie su alcuni cittadini nipponici rapiti negli anni ’70-’80, che Pyongyang sostiene essere ormai morti. Le dichiarazioni di ieri della sorella di Kim avevano fatto sperare che da parte nordcoreana si potesse aprire uno spiraglio, ma oggi la donna è di nuovo intervenuta puntando il dito contro la parte giapponese.


“Lunedì pomeriggio, nella conferenza stampa del capo del gabinetto, la parte giapponese ha chiarito che non potrà mai accettare che la questione dei rapimenti sia stata risolta”, ha detto Kim Yo Jong in un comunicato pubblicato dall’agenzia di stampa ufficiale KCNA. Il Giappone – ha detto ancora – “non ha il coraggio di cambiare la storia, promuovere la pace e la stabilità regionale e fare il primo passo per rinnovare le relazioni”.


La Corea del Nord – ha accusato Kim Yo Jong – “ha compreso chiaramente ancora una volta l’atteggiamento del Giappone e, di conseguenza, la Corea del Nord non presterà attenzione e rifiuterà qualsiasi contatto e negoziazione con la parte giapponese”,. La Corea del Nord ha ammesso nel 2002 di aver inviato agenti per rapire 13 giapponesi negli anni ’70 e ’80, che venivano utilizzati per addestrare spie sulla lingua e sui costumi giapponesi o anche a scopi matrimoniali.


I rapimenti rimangono una questione particolarmente sentita in Giapone, a partire dalla drammatica vicenda di Megumi Yokota, rapita nel 1978 a 13 anni.