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Huawei licenzia team pubbliche relazioni in Usa-Canada

Huawei licenzia team pubbliche relazioni in Usa-CanadaRoma, 5 gen. (askanews) – La compagnia cinese Huawei ha smantellato i suoi team di pubbliche relazioni e relazioni governative negli Stati uniti e in Canada, segno che potrebbe non esserci più aspettative da parte sua rispetto a un allentamento delle restrizioni a cui è sottosposta in questi paesi. Lo segnala oggi il Nikkei Asia, citando fonti informate.

I dipendenti sono stati licenziati negli ultimi mesi, molti subito dopo il capodanno. Alcuni lavoravano per Huawei da circa un decennio e sono rimasti sconvolti dalla notizia, ma altri avevano previsto la decisione in arrivo a causa del peggioramento delle relazioni Usa-Cina. Huawei aveva ampliato le sue attività di pubbliche relazioni e relazioni governative in Nord America dopo essere stata inserita per la prima volta nella lista nera del governo degli Stati uniti nel 2019. Più o meno nello stesso periodo, la direttrice finanziaria Meng Wanzhou – figlia del fondatore – era stata arrestata a Vancouver, in Canada, su richiesta degli Usa, che ne chiedevano l’estradizione.

Nel 2021, Huawei ha assunto il lobbista democratico veterano Tony Podesta e altre tre società di lobbying per concentrarsi sulle questioni relative al rilascio di Meng, nonché sul commercio, sulle sanzioni economiche e su altre misure. Ma negli anni successivi le relazioni Usa-Cina sono ulteriormente peggiorate e Huawei è diventata un simbolo dei giganti tecnologici cinesi che attirano l’attenzione dei governi occidentali. Chris Pereira, ex responsabile delle pubbliche relazioni di Huawei e ora fondatore e amministratore delegato del gruppo di consulenza aziendale iMpact, ha dichiarato a Nikkei Asia che il ridimensionamento era previsto e ha aggiunto che Huawei North America aveva due obiettivi principali: il rilascio di Meng e il superamento delle restrizioni Usa. Meng è stata rilasciata ed è tornata in Cina nel 2021, mentre l’altro obiettivo non sembra a portata di mano alla luce delle relazioni tra Pechino e Washington. Peraltro, al momento, Usa e Canada “in realtà non sono importanti” per la struttura delle entrate di Huawei. Sui mercati esteri la compagnie cinese punta più sul Medio Oriente, il Sudest asiatico, il Sudamerica e l’Europa dell’Est.

La settimana scorsa, Huawei ha registrato il fatturato più alto degli ultimi tre anni. Le vendite nel 2023 hanno superato i 700 miliardi di yuan (99 miliardi di dollari), in aumento del 9% rispetto al 2022, e la società è ottimista riguardo al nuovo anno. “Dopo anni di duro lavoro, siamo riusciti a superare la tempesta. E ora siamo praticamente di nuovo sulla buona strada”, ha detto il presidente Ken Hu in un messaggio di Capodanno. “La convinzione condivisa ci ha aiutato a rompere l’assedio e ad andare avanti insieme”.

Nordcorea spara colpi d’artiglieria in zona cuscinetto marittima

Nordcorea spara colpi d’artiglieria in zona cuscinetto marittimaRoma, 5 gen. (askanews) – La Corea del Nord ha sparato circa 200 proiettili di artiglieria oggi nelle acque al largo della sua costa occidentale. L’affermano le forze armate sudcoreane.

Lo Stato maggiore congiunto di Seoul ha affermato di aver rilevato i colpi di artiglieria da Capo Jangsan e Capo Deungsan, entrambi nelle aree costiere sud-occidentali del Nord, dalle 9:00 alle 11:00 locali I proiettili si sono schiantati nella zona cuscinetto marittima a nord della Northern Limit Line (NLL), il confine marittimo di fatto nel Mar Giallo. La zona cuscinetto è stata istituita nell’ambito di un accordo militare intercoreano firmato il 19 settembre 2018, per ridurre le tensioni al confine.

Il comdando sudcoreano ha affermato che non sono stati segnalati danni causati dal fuoco dell’artiglieria del Nord contro civili o militari sudcoreani e ha definito la mossa di Pyongyang un atto “provocatorio”, minacciando rappresaglie. “Avvertiamo gravemente che l’intera responsabilità di tali situazioni di crisi ricade sulla Corea del Nord e chiediamo con forza la sua sospensione immediata”, ha detto il portavoce dello Stato maggiore, colonnello Lee Sung-jun, in una conferenza stampa. “Sotto stretto coordinamento tra la Corea del Sud e gli Stati uniti, le nostre forze armate stanno seguendo e monitorando le attività correlate e condurranno misure corrispondenti alle provocazioni della Corea del Nord”.

Secondo i funzionari, l’esercito sudcoreano sta pianificando di condurre esercitazioni a fuoco vivo sulle isole di confine nord-occidentali nel Mar Giallo nel corso della giornata in risposta al fuoco dell’artiglieria del Nord. Lo scorso novembre, la Corea del Nord ha annullato unilateralmente l’accordo militanre intercoreano del 2018, dopo che Seoul lo aveva parzialmente sospeso per protestare contro il successo del lancio da parte del Nord di un satellite spia militare.

Pyongyang ha sparato l’ultimo colpo di artiglieria in una zona cuscinetto marittima nel Mare dell’Est il 6 dicembre 2022. L’ultima minaccia della Corea del Nord è arrivata dopo che il leader nordcoreano Kim Jong Un, nella riunione di fine anno del governo di Pyongyang, ha definito i legami intercoreani come relazioni “tra due stati ostili tra loro” e ha chiesto intensificati preparativi per “sopprimere l’intero territorio della Corea del Sud” in un colpo solo.

Nordcorea, Seoul: giovane figlia probabile erede di Kim Jong Un

Nordcorea, Seoul: giovane figlia probabile erede di Kim Jong UnRoma, 5 gen. (askanews) – La giovane figlia del leader nordcoreano Kim Jong Un, che lo accompagna negli ultimi tempi ai test missilistici e alle parate militari, è il suo “più probabile” successore. Ci scommette l’agenzia di spionaggio della Corea del Sud.

È la prima volta che il servizio di intelligence sudcoreano NIS afferma che Kim Ju Ae potrebbe davvero essere l’erede designata di Kim Jong Un. E’ dalla fine del 2022 che Ju Ae appare sistematicamente accanto al padre nelle occasioni ufficiali.

“Sulla base di un’analisi completa delle attività pubbliche e del livello di rispetto per Kim Ju Ae sin dalla sua prima apparizione pubblica, attualmente sembra essere il successore più probabile”, ha affermato il NIS, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. “Ma teniamo gli occhi aperti su tutte le possibilità perché Kim Jong Un è ancora giovane, non ha grossi problemi di salute e ci sono molte variabili”. Si ritiene che la signorina Kim sia la seconda figlia maggiore del leader nordcoreano e che abbia circa 10 anni.

Ancora oggi l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA ha dato notizia di una visita di Kim Jong Un a una fabbrica di missili ICBM e, immancabile, al suo fianco c’era Ju Ae vestita come al solito di nero. La KCNA ha definito la giovane “Rispettata figlia”, di fatto un titolo che suggerisce la possibilità di una futura mansione ufficiale.

Giappone, oltre 70% grandi aziende prevede crescita nel 2024

Giappone, oltre 70% grandi aziende prevede crescita nel 2024Roma, 4 gen. (askanews) – Oltre il 70% delle principali aziende giapponesi si aspetta che l’economia nipponica cresca nel 2024, ritenendo che una solida spesa per consumi e investimenti sia destinata a superare l’impatto dell’inflazione. L’ha mostrato un sondaggio dell’agenzia di stampa Kyodo.

Nell’indagine condotta su 113 aziende – tra le quali Toyota Motor e SoftBank Group – il 72% ha dichiarato di aspettarsi una crescita moderata e l’1% vede una solida espansione nel 2024. Il totale del 73% è superiore a quello di un anno prima, quando il 56% aveva dichiarato di aspettarsi una crescita moderata o solida anche se l’impennata dei prezzi delle materie prime e dell’energia rappresentavanoi fattori di rischio significativi.

L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) prevede per il Giappone una crescita pari all’1% nel 2024, con un ritmo più lento rispetto all’1,7% stimato per il 2023. In un questionario a scelta multipla che chiedeva perché le aziende si aspettano una crescita, l’85% degli intervistati che prevedevano un’espansione economica hanno citato una ripresa dei consumi privati e il 65% ha indicato la spesa del crescente numero di visitatori stranieri.

Circa il 62% ritiene che la spesa in conto capitale dovrebbe aumentare. Nel settore dei semiconduttori, ad esempio, Taiwan Semiconductor Manufacturing Co sta costruendo uno stabilimento da 8,6 miliardi di dollari nella prefettura di Kumamoto e Rapidus Corp prevede di costruire uno stabilimento di chip all’avanguardia a Hokkaido. Solo il 22% degli intervistati prevede una crescita zero, mentre il 3% ritiene che l’economia giapponese si contrarrà moderatamente, con il 54% preoccupato per una contrazione della spesa al consumo. Tra le altre preoccupazioni sono stati sollevati anche il rallentamento delle economie straniere e i rischi geopolitici come la guerra tra Israele e Hamas.

Nessuna azienda ha dichiarato di aspettarsi una recessione nel 2024. Il 43% degli intervistati ha dichiarato di prendere in considerazione o di pianificare un aumento salariale per i dipendenti, mentre il 45% si è dichiarato indeciso. Il primo ministro Fumio Kishida ha chiesto alle aziende di mettere in programma aumenti nelle retribuzioni dei lavoratori, intaccati nel potere di spesa dall’inflazione. Mentre il 27% ritiene che la debolezza della valuta giapponese abbia un impatto negativo, il 7% ritiene che sia positivo. “Lo yen debole fa salire i prezzi delle merci importate e i costi dell’energia, anche se attira più turisti in arrivo in Giappone”, ha detto una compagnia ferroviaria. Circa il 17% ha affermato che il range più desiderabile del dollaro USA va da 120 yen a meno di 130 yen e il 12% ha detto che da 130 yen a meno di 140 yen. Recentemente il dollaro è stato scambiato intorno a 141 yen.

La Cina cerca di rafforzare la sua potenza di calcolo

La Cina cerca di rafforzare la sua potenza di calcoloRoma, 4 gen. (askanews) – La Cina lavora per rafforzare il più possibile la sua potenza di calcolo. L’Amministrazione nazionale dei dati ha annunciato che la rete integrata frutto di un mega-progetto nazionale sarà attiva dal prossimo anno.

“Eastern Data and Western Computing”, un progetto nazionale lanciato all’inizio del 2022, punta a riunire gli hub informatici per creare una rete unica potenziata dai diversi data center regionali in modo da rafforzare la potenza di calcolo cinese, segnala il South China Morning Post in un suo articolo. La NDA è stata istituita a ottobre 2023 per migliorare il sostegno all’economia digitale con il compito proprio di colmare il divario digitale tra la parte orientale del paese, più sviluppata, e quella occidentale. “Il divario di potenza di calcolo tra est e ovest si è ridotto negli ultimi anni, ma ci sono ancora problemi da affrontare”, ha detto mercoledì l’agenzia di stampa statale Xinhua citando un anonimo funzionario della NDA.

Altri problemi includono una sicurezza inadeguata nei cluster di data center, nonché una capacità di invio limitata e una bassa qualità di trasmissione della rete, che limitano lo spostamento dei carichi di lavoro di elaborazione dati nell’est verso i data center nell’ovest. “Per migliorare l’abilità tecnologica della Cina è necessaria una migliore sinergia tra le regioni orientali e occidentali, nonché tra governi e aziende”, ha affermato il funzionario. La direttiva per “attuare completamente” il progetto Eastern Data and Western Computing e accelerare la costruzione di una rete di potenza di calcolo integrata a livello nazionale è stata emanata da Pechino la settimana scorsa.

Secondo l’ordinanza, la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, la NDA, l’Amministrazione cinese per il cyberspazio, il Ministero dell’industria e della tecnologia dell’informazione (MIIT) e l’Amministrazione nazionale per l’energia lavoreranno insieme per garantire che gli hub informatici nazionali contribuiscano alla maggior parte della capacità informatica del paese entro il 2025. Le agenzie devono inoltre garantire che la tecnologia di base della rete sia affidabile e sicura, che i centri di calcolo siano altamente efficienti e che almeno l’80% della loro energia sia fornita da energia verde.

Nell’ambito del mega progetto, segnala il SCMP, la Cina ha creato otto hub informatici nazionali.

Cina vuole certificare in Europa il suo jet C919

Cina vuole certificare in Europa il suo jet C919Roma, 4 gen. (askanews) – La Cina intende ottenere la certificazione del suo jet da trasporto civile C919 in modo che possa volare anche in Europa e competere con modelli dello stesso segmento costruiti da Boeing e Airbus. Lo ha comunicato oggi l’Amministrazione dell’aviazione civile cinese (CAAC) durante una conferenza, secondo quanto riporta il South China Morning Post.

La CAAC accrescerà i suoi sforzi con l’Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza aerea (EASA) in modo da consentire ai suoi “aerei civili nazionali di andare all’estero”. Il C919 opera commercialmente in Cina da maggio dello scorso anno, ma è stato certificato solo dall’autorità di regolamentazione cinese.

Prodotto dalla Commercial Aircraft Corporation of China (Comac), di proprietà statale, il C919 è stato progettato per competere con il 737 di Boeing e l’A320 di Airbus. Il C919 conta molte aziende straniere come fornitori di componenti chiave, con il suo motore realizzato da CFM International, una joint venture tra la statunitense GE Aerospace e la francese Safran Aircraft Engines.

Martedì, la China Eastern Airlines con sede a Shanghai ha dichiarato di aver ricevuto il suo quarto jet C919.

Crisi immobiliare Cina, Dalian Wanda vende hotel lusso a Shanghai

Crisi immobiliare Cina, Dalian Wanda vende hotel lusso a ShanghaiRoma, 3 gen. (askanews) – Il gruppo immobiliare cinese Dalian Wanda, in crisi di liquidità, ha venduto il suo hotel di lusso a Shanghai al miliardario indonesiano della pasta e della carta Sukanto Tanoto nel tentativo di reperire fondi utili ad affrontare le difficoltà. Lo segnala il South China Morning Post.

L’hotel di lusso da 193 camere, inaugurato nel giugno 2016, si trova sul famoso lungomare Bund di Shanghai ed è stato acquisito il mese scorso da Pacific Eagle Real Estate con sede a Singapore, il braccio di investimento e sviluppo immobiliare del conglomerato di Tanoto, RGE Group. “In qualità di investitore a lungo termine, Pacific Eagle Real Estate sta acquisendo Shanghai Wanda Reign sul Bund Hotel per la conservazione del capitale”, ha detto un portavoce di Pacific Eagle Real Estate.

Sebbene il prezzo di acquisizione non sia stato reso noto, fonti di mercato affermano che siano stati pagati tra 1,44 e 1,66 miliardi di yuan (184 e 212 milioni di euro). Wanda Reign sarà il secondo investimento alberghiero di Pacific Eagle dopo il Mondrian Duxton da 304 camere di Singapore, inaugurato lo scorso luglio. Con questa acquisizione, la società possiede ora quattro asset in Cina, tra cui complessi residenziali e una torre per uffici.

Il marchio Wanda verrà mantenuto dopo la vendita e l’hotel continuerà a essere gestito dalla divisione alberghiera di Dalian Wanda. Il mese scorso, il magnate indonesiano si è offerto di rilevare Vinda International Holdings in un accordo del valore di 26,1 miliardi di dollari di Hong Kong (3,3 miliardi di dollari) per diversificare ulteriormente le sue attività basate sulle risorse, che si estendono sui mercati dalla Cina alla Spagna al Brasile.

Il family office di Tanoto, che supervisiona il suo core business, è stato impegnato in acquisti sfrenati per espandere i propri investimenti immobiliari, in un momento in cui Dalian Wanda, controllata dal miliardario cinese Wang Jianlin, ha venduto beni per ripagare i propri debiti. Il conglomerato è stato alle prese con una crisi di liquidità negli ultimi due anni. A luglio, aveva avvertito di un deficit di finanziamento pochi giorni prima del rimborso di un’obbligazione da 400 milioni di dollari. Il media cinese Caixin ha riferito martedì che il Dalian Wanda Commercial Management Group, una filiale di gestione immobiliare del Dalian Wanda Group, ha venduto altri quattro dei suoi complessi commerciali di punta Wanda Plaza a Suzhou, Huzhou, Shanghai e Guangzhou. A novembre, la società del gruppo Wanda Properties ha cercato di estendere di 11 mesi la scadenza di un’obbligazione da 600 milioni di dollari, con scadenza nel gennaio 2024, poiché la società faticava a finanziare il rimborso. Da allora gli obbligazionisti hanno acconsentito, accettando un piano di rimborso rateale. A dicembre, Wang ha accettato di vendere una partecipazione del 51% nella Beijing Wanda Investment, che controlla Wanda Film Holding, alla China Ruyi Holdings, sostenuta da Tencent. In precedenza aveva venduto una quota del 49% a luglio per contribuire a rimborsare 400 milioni di dollari di obbligazioni in scadenza.

Ex dirigente Samsung accusato d’aver venduto tecnologie chip a Cina

Ex dirigente Samsung accusato d’aver venduto tecnologie chip a CinaRoma, 3 gen. (askanews) – I pubblici ministeri sudcoreani hanno incriminato oggi un ex dirigente della Samsung Electronics con l’accusa di aver divulgato tecnologie chiave dei semiconduttori del colosso tecnologico a una società cinese in cambio di denaro. Lo segnala l’agenzia di stampa Yonhap.

L’ufficio della procura del distretto centrale di Seoul ha incriminato il dipendente di Samsung – di cui è stato dato solo il cognome, Kim – che in precedenza aveva lavorato come capo dipartimento con l’accusa di aver violato la legge sulla protezione della tecnologia industriale. L’uomo è in stato di detenzione. Kim è accusato di aver rubato le informazioni sensibili di Samsung sulla produzione del semiconduttore DRAM da 18 nanometri, una tecnologia core designata dallo Stato come strategivca, e di averle trasferite al produttore cinese di semiconduttori ChangXin Memory Technologies (CXMT) per utilizzarle per lo sviluppo dei suoi prodotti.

I pubblici ministeri sospettano che Kim abbia consegnato dati su sette tecnologie chiave nella produzione di semiconduttori e altre a CXMT in cambio di decine di milioni di dollari quando si è trasferito nell’azienda cinese nel 2016. Kim è anche sospettato di aver fatto trasferire nell’azienda cinese circa 20 tecnici della Samsung e di altre aziende, offrendo loro elevate ricompense finanziarie.

L’azienda cinese, che nel 2016 era alle prime armi, è rapidamente diventata un importante produttore di DRAM, riducendo il divario tecnologico con i suoi concorrenti in Corea del Sud e negli Stati Uniti.

Cina costituisce compagnia per creare il “sole artificiale”

Cina costituisce compagnia per creare il “sole artificiale”Roma, 3 gen. (askanews) – La Cina punta decisamente a costruire il suo “sole artificiale”: la China National Nuclear Corporation (CNNC) ha annunciato la creazione di una nuova società statale per accelerare la costruzione di un reattore a fusione nucleare. Lo segnala il South China Morning Post.

La China Fusion Energy Inc. unirà l’attività di ricerca e sviluppo cinese sull’energia nucleare da fusione, che oggi è stata dispersa tra istituti di ricerca e aziende private. “Il Consiglio di Stato ha chiarito in un recente incontro che ‘la fusione nucleare controllata è l’unica direzione per l’energia del futuro’, e il settore si sta sviluppando molto rapidamente in Europa e negli Stati Uniti”, ha detto Chen Rui, fondatore di Startorus Fusion, una società hi-tech focalizzata sull’applicazione commerciale dell’energia da fusione che entra a far parte della nuova compagnia. “In questo contesto – ha aggiunto – il governo centrale cinese sta iniziando a prestare maggiore attenzione al settore”.

Insieme all’azienda, è stato istituito un consorzio di innovazione collaborativa, composto da 25 entità e guidato dalla CNNC, per lavorare insieme per superare alcune sfide chiave nel campo della fusione nucleare. “La fusione nucleare controllata come soluzione ideale alla sfida energetica globale è diventata la prima linea della competizione scientifica e tecnologica tra i principali paesi”, ha affermato il vicepresidente della CNNC Cao Shudong in una dichiarazione sul sito web della società.

I membri del consorzio per l’innovazione sono principalmente imprese statali, tra cui la China Aerospace Science and Industry Corporation Limited e la State Grid Corporation of China. Coinvolte anche quattro università e un’azienda privata. Secondo le informazioni pubblicate dalla CNNC sull’incontro, a 13 membri è stato assegnato il compito di affrontare la prima serie di 10 sfide che affrontano questioni come i magneti superconduttori ad alta temperatura, i materiali dei reattori a fusione e lo stoccaggio di energia ad alte prestazioni.

Nel corso della conferenza è stato inoltre istituito un fondo per l’innovazione per contribuire a garantire i finanziamenti. Sebbene non sia chiaro chi siano i principali azionisti di China Fusion Energy, Chen ha affermato che è stata formata principalmente dalla tecnologia di fusione del Southwestern Institute of Physics (SWIP), affiliato alla CNNC. Allo stesso modo, l’anno scorso l’Istituto di fisica del plasma (IPP), sotto l’Accademia cinese delle scienze, nella provincia di Anhui, il governo locale e le società private hanno fondato congiuntamente una società chiamata Neo Fusion basata sulla tecnologia dell’istituto. SWIP e IPP sono le due principali forze nazionali impegnate nella ricerca e sviluppo sulla fusione da lungo tempo. Proprio come il sole, la fusione nucleare – spesso definita “sole artificiale” – genera energia riscaldando gli atomi di idrogeno a oltre 100 milioni di gradi Celsius (180 milioni di Fahrenheit) e confinandoli abbastanza a lungo da fonderli in atomi più pesanti. La fusione nucleare non produce rifiuti radioattivi a vita lunga associati alla fissione nucleare, né contribuisce al riscaldamento globale. Esistono diversi approcci alla fusione controllata, ma la maggior parte si sono concentrati sulla tecnologia del “confinamento magnetico”, che riscalda e comprime il plasma in un gigantesco reattore a forma di ciambella chiamato tokamak. Tuttavia, rimane la sfida su come creare un potente plasma e confinarlo abbastanza a lungo da consentire agli atomi di idrogeno di combinarsi per produrre elettricità netta.

Giappone rinnova programma no-tax per investimenti azionari

Giappone rinnova programma no-tax per investimenti azionariRoma, 2 gen. (askanews) – Il Giappone ha rinnovato il suo programma di investimenti azionari esentasse “NISA” per i privati, rafforzando gli sforzi del paese per incoraggiare uno spostamento dal risparmio verso gli investimenti nel mercato azionario. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.

Il nuovo programma Nippon Individual Savings Account amplia i limiti di investimento annuali ed estende il periodo di esenzione fiscale da un massimo di 20 anni a un termine indefinito. La riforma s’inquadra nel programa per un “nuovo capitalismo” sostenuto dal primo ministro Fumio Kishida, che mira a raddoppiare le attività finanziarie detenute dalle famiglie giappones. A oggi le famiglie nipponiche mantengono un risparmio in valuta per circa la metà dei loro beni, con un valore di circa 13.600 miliardi di euro.

Introdotto nel 2014 e modellato sul sistema della Gran Bretagna, il programma NISA consente agli investitori di negoziare azioni e fondi di investimento attraverso conti dedicati presso istituti finanziari. In precedenza, i conti NISA consentivano investimenti fino a 1,2 milioni di yen (7.700 euro) all’anno in azioni nazionali ed estere, fondi negoziati in borsa e fondi comuni di investimento immobiliare. Secondo il quadro rivisto, il tetto complessivo degli investimenti annuali soggetti a esenzione fiscale è ora fissato a 3,6 milioni di yen (23.110 euro).

Inoltre, gli individui possono detenere fino a 18 milioni di yen (115mila euro) sui loro conti NISA, con status di esenzione fiscale permanente. In Giappone, alla fine di settembre, secondo i dati della Banca del Giappone pubblicati a dicembre, solo il 18% circa delle attività finanziarie delle famiglie è detenuto in azioni e fondi d’investimento.