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Giappone, indice Jibun PMI industria in calo

Giappone, indice Jibun PMI industria in caloRoma, 1 dic. (askanews) – Le condizioni generali dell’attività tra i produttori industriali giapponesi si sono deteriorate per il sesto mese consecutivo a novembre, a causa di forti riduzioni sia della produzione che dei nuovi ordini. Questo l’esito dell’indagine Jibun Bank Manifacturing PMI, che nel mese appena concluso è scesa a 48,3 da 48,7 di ottobre, rispetto a un livello di parità di 50.

Le aziende comunemente associano il calo alla debole domanda dei clienti nei mercati nazionali e internazionali, nonché alla mancanza di lancio di nuovi prodotti. Allo stesso tempo, i produttori hanno segnalato che l’inflazione dei prezzi alla produzione ha avuto una tendenza al ribasso a metà dell’ultimo trimestre, con l’ultimo aumento delle spese operative che rappresenta il più lento da luglio 2021. Nonostante la persistente debolezza dei dati principali, le imprese sono rimaste fiduciose sul lancio di nuovi prodotti e un’ampia ripresa economica nazionale e globale consentirebbe un aumento dei livelli di produzione nei prossimi 12 mesi.

Anche se modesta, la riduzione dell’indice è stata la più forte da febbraio. A contribuire al valore inferiore a 50,0 del PMI è stata un’ulteriore contrazione dei livelli di produzione, la più forte degli ultimi nove mesi. Secondo quanto riferito dai manager, la flessione riflette gli aggiustamenti della produzione in risposta alla domanda più debole e alla mancanza di lancio di nuovi prodotti.

Si è verificata anche una contrazione prolungata dei nuovi ordini a metà dell’ultimo trimestre del 2023. Il tasso di calo si è accentuato a partire da ottobre in un contesto di raffreddamento della domanda sia sui mercati nazionali che internazionali. Pertanto, le vendite estere di manufatti giapponesi si sono ridotte per il ventunesimo mese consecutivo. Inoltre, il tasso di riduzione è stato il più forte registrato da giugno.

Cina, spariti due alti dirigenti della banca ombra Zhongzi

Cina, spariti due alti dirigenti della banca ombra ZhongziRoma, 1 dic. (askanews) – Due società legate alla travagliata banca ombra cinese Zhongzhi Enterprise Group hanno comunicato di aver perso i contatti con i loro presidenti, una circostanza che fa pensare ad arresti. Lo riferiscono oggi Nikkei Asia e Financial Times.

Ma Changshui, presidente della Xinjiang Tianshan Animal Husbandry Bio-Engineering, non è raggiungibile, ha annunciato giovedì la sua società. Un giorno fa Dalian My Gym Education Technology ha dichiarato di non essere in grado di contattare il suo presidente, Ma Hongying. Entrambe le società hanno affermato di aver cercato di contattare i propri presidenti direttamente tramite telefono, WeChat e altri mezzi, nonché indirettamente tramite i familiari.

Le sparizioni fanno seguito all’annuncio di sabato da parte dell’Ufficio di pubblica sicurezza di Pechino secondo il quale sono state adottate “misure restrittive” contro persone legate al gruppo aziendale Zhongzhi. Le misure restrittive possono significare mettere le persone sotto sorveglianza, detenzione o arresto. Zhongzhi Enterprise Group è un importante finanziatore che opera al di fuori del quadro normativo bancario. La settimana scorsa la società ha dichiarato agli investitori di essere “gravemente insolvente”, provocando un’indagine da parte delle autorità di Pechino. Si parla di qualcosa come 33 miliardi di euro di esposizione.

Ma Changshui si è dimesso anche dal consiglio di amministrazione di Shenzhen Success Electronics, produttore di display e moduli a cristalli liquidi, ha annunciato sabato la società, adducendo “motivi personali”. Xinjiang Tianshan, Dalian My Gym e Shenzhen Success Electronics sono tutte società quotate a Shenzhen, un tempo controllate tramite quote di maggioranza da Xie Zhikun, il defunto fondatore di Zhongzhi Enterprise Group. Xie è morto nel dicembre 2021 per un attacco cardiaco.

Secondo Nikkei, Ma Changshui e Ma Hongying sono i principali attori del gruppo Zhongzhi. Ma Changshui è un ex banchiere presso l’istituto di credito statale Industrial and Commercial Bank of China e ricopre il doppio ruolo di vicepresidente di Zhongzhi Enterprise Group. Ma Hongying, ex contabile presso Deloitte, ha ricoperto la carica di direttore finanziario presso Zhongzhi Enterprise Group fino allo scorso anno. Attualmente ricopre anche il ruolo di membro del consiglio di amministrazione di numerose affiliate di Zhongzhi, tra cui Hengqin Life Insurance. Zhongzhi Enterprise Group possiede partecipazioni di controllo in otto società quotate, con le conseguenze che probabilmente si estenderanno oltre le tre società. Un fondo di investimento che si trova sotto l’ala di Zhongzhi ha mancato i pagamenti su una serie di prodotti di investimento, innescando le contestazioni degli investitori. Grandi quantità dei suoi investimenti, soprattutto nel settore immobiliare, sembrano essere diventati irrecuperabili. Zhongzhi Enterprise Group ha dichiarato in una lettera che le sue passività hanno superato le sue attività di 220 miliardi di yuan fino a 260 miliardi di yuan (da 28 a 33,5 miliardi di euro).

Cina, indice Caixin PMI: manifatturiero è in espansione

Cina, indice Caixin PMI: manifatturiero è in espansioneRoma, 1 dic. (askanews) – L’indice dei responsabili degli acquisti di produzione (PMI) in Cina di Caixin è salito a 50,7 punti, con un incremento mensile inatteso in particolare dopo che il PMI ufficiale, pubblicato ieri, ha mostrato invece una contrazione.

In particolare, secondo la rilevazione di Caixin, la produzione è stata spinta da un aumento degli ordini interni, mentre c’è starto un calo delle attività di esportazione. Il Caixin China General Manufacturing Purchasing Managers’ Index (PMI), sponsorizzato dal rispettato giornale economico Caixin e compilato dal fornitore internazionale di informazioni e analisi dei dati IHS Markit, è osservato da vicino dagli investitori come uno dei primi indicatori disponibili ogni mese della forza dell’economia cinese.

Il rapporto si basa sui dati compilati dalle risposte mensili ai questionari inviati ai dirigenti degli acquisti in oltre 500 aziende manifatturiere. Le risposte al sondaggio riflettono il cambiamento, se presente, nel mese in corso rispetto al mese precedente sulla base dei dati raccolti a metà mese. Così come accade per il PMI ufficiale, un dato superiore a 50 indica l’espansione, mentre un numero inferiore a 50 indica la contrazione. Rispetto a l’indice Caixin PMI, il PMI ufficiale pone una maggiore enfasi sulla grande impresa statale.

Seoul chiede a Usa d’allentare restrizioni Inflation Reduction Act

Seoul chiede a Usa d’allentare restrizioni Inflation Reduction ActRoma, 30 nov. (askanews) – Il ministro del Commercio della Corea del Sud Ahn Duk-geun ha incontrato oggi il vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Mike Pyle per colloqui sulle persistenti incertezze riguardanti l’Inflation Reduction Act (IRA) e altre questioni commerciali di reciproca preoccupazione. L’ha affermato il ministero dell’Industria di Seoul, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap.

Ahn ha chiesto al funzionario americano di prestare molta attenzione alle preoccupazioni delle aziende sudcoreane riguardo al potenziale impatto dell’IRA, che fornisce crediti d’imposta fino a 7.500 dollari agli acquirenti di veicoli elettrici (EV) assemblati solo in Nord America. La norma richiede inoltre che le batterie dei veicoli elettrici siano prodotte con una certa porzione di minerali estratti o lavorati negli Stati Uniti o in paesi che hanno accordi di libero scambio con Washington.

“Ahn ha sottolineato che le linee guida previste dall’IRA dovrebbero prendere in considerazione la struttura e la stabilità delle catene di approvvigionamento globali dei principali minerali e dei componenti delle batterie”, ha affermato il ministero in un comunicato. Si prevede che gli Stati Uniti presenteranno all’inizio del mese prossimo una guida sulle norme sulle “entità straniere di interesse”, o FEOC, che escludono i produttori di batterie sotto il controllo di Cina, Russia e altre nazioni interessate dagli incentivi previsti dall’IRA.

Le aziende sudcoreane hanno mantenuto partnership con entità cinesi per la produzione di veicoli elettrici e batterie. Ahn ha anche richiamato l’attenzione di Washington sulle aziende sudcoreane che investono negli Stati Uniti nel corso dell’attuazione del CHIPS and Science Act.

Secondo la legge, i produttori di chip stranieri possono ricevere sussidi e incentivi fiscali per la creazione di impianti di produzione negli Stati Uniti. Proibisce inoltre l’espansione materiale della capacità produttiva di semiconduttori per strutture avanzate in “paesi stranieri di interesse” per 10 anni dalla data dell’aggiudicazione, nell’apparente tentativo di rallentare i progressi tecnologici della Cina. Washington ha concluso i negoziati sulla questione tariffaria con l’Unione Europea, il Giappone e la Gran Bretagna nel 2022.

Crisi immobiliare, Evergrande citata in giudizio da una sua filiale

Crisi immobiliare, Evergrande citata in giudizio da una sua filialeRoma, 30 nov. (askanews) – Evergrande Property Services, una filiale quotata in borsa dello sviluppatore in grave crisi finanziaria China Evergrande Group, ha avviato un procedimento legale contro la sua società madre per recuperare i beni sequestrati dalle banche. Lo riferisce oggi Nikkei Asia.

La Corte Intermedia del Popolo di Guangzhou, nella provincia del Guangdong, ha accettato una causa intentata da Jinbi Property Management, una sottofiliale di Evergrande Property Services. Sono stati sequestrati circa 13,4 miliardi di yuan (1,7 miliardi di euro) di depositi di Evergrande Property Services impegnati come garanzia e la società di servizi di gestione immobiliare sta cercando di recuperare i primi 2 miliardi di yuan dalla società madre China Evergrande.

La società madre ha annunciato i risultati di un’indagine a febbraio, mostrando una distrazione inappropriata di fondi all’interno del gruppo e problemi con i controlli interni. China Evergrande aveva indicato che avrebbe risarcito Evergrande Property Services, ma questo pagamento non è avvenuto in un momento molto complesso per il gruppo fortemente indebitato. I creditori hanno presentato una petizione per la liquidazione di China Evergrande all’Alta Corte di Hong Kong, che dovrebbe decidere se avviare un procedimento legale durante un’udienza lunedì. La causa di Evergrande Property Services potrebbe influenzare l’esito dell’udienza.

Cina, Dalian Wanda ottiene dilazione pagamento bond in scadenza

Cina, Dalian Wanda ottiene dilazione pagamento bond in scadenzaRoma, 30 nov. (askanews) – Dalian Wanda Commercial Management Group – uno dei più grandi proprietari di terreni commerciali cinesi – ha affermato che i suoi creditori hanno dato il consenso a estendere di 11 mesi la scadenza di un bond da 600 milioni di dollari, dando a un po’ di respiro per alleviare una crisi di finanziamento in un contesto di crisi del settore. Lo riferisce oggi il South China Morning Post.

Secondo una comunicazione alla borsa di Hong Kong, il gruppo ha ricevuto il consenso da parte degli investitori che detengono il 99,3% del valore nominale dell’obbligazione. La decisione dei creditori “testimonia la fiducia degli obbligazionisti nell’emittente”, secondo la comunicazione di Dalian Wanda.

L’obbligazione, che paga una cedola annuale del 7,25%, scade il 29 gennaio del prossimo anno. La società ha dichiarato il 21 novembre che potrebbe non essere in grado di ripagarla in tempo, dopo aver drenato 18 miliardi di yuan (2,5 miliardi di dollari) di liquidità da gennaio per estinguere altri debiti onshore e offshore.

Sudcorea, banca centrale mantiene invariato il tasso d’interesse

Sudcorea, banca centrale mantiene invariato il tasso d’interesseRoma, 30 nov. (askanews) – La banca centrale della Corea del Sud ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento per la settima riunione consecutiva del suo consiglio monetario e ha tagliando le prospettive di crescita per il prossimo anno a fronte delle prolungate politiche monetarie restrittive nelle principali economie e dei rischi geopolitici in corso. Inoltre, oggi, è emerso dai dati che la produzione industriale ha registrato nel mese di ottobre la sua più marcata contrazione da inizio anno.

Con una decisione ampiamente attesa, il consiglio di politica monetaria della Banca di Corea (BOK) ha mantenuto invariato al 3,5% il tasso di riferimento dei bond a breve termine. E’ la settima riunione che la BOK lascia invariato il tasso, dopo che la BOK aveva effettuato sette rialzi consecutivi dei tassi da aprile 2022 a gennaio 2023.

La banca centrale ha mantenuto la sua stima di crescita per l’anno all’1,4%, ma ha tagliato quella per il prossimo anno dal 2,2% al 2,1%, e ha aumentato le previsioni di inflazione per il prossimo anno al 2,6% rispetto alla precedente stima del 2,4%. “Si prevede che la crescita economica globale continuerà a rallentare, spinta dal prolungamento delle politiche monetarie restrittive nei principali paesi. L’inflazione nei principali paesi rimane ancora elevata, pur continuando il suo rallentamento, e l’inflazione core sta diminuendo a un ritmo lento”, ha affermato la banca centrale in un comunicato.

L’economia della Corea del Sud è gravata dal crollo delle esportazioni e dalla stagnazione della spesa al consumo. La debole domanda globale, guidata dal rallentamento dell’economia cinese, e un ritardo nella ripresa del settore IT sono stati accusati di un crollo delle spedizioni in uscita del paese, uno dei motori di crescita del paese.

Solo a ottobre le esportazioni hanno segnato una debole ripresa, spinte da robuste spedizioni di automobili, insieme a segnali di miglioramento nel settore dei chip. Il mese scorso l’export è aumentato del 5,1% su base annua raggiungendo i 55 miliardi di dollari e ha registrato un surplus commerciale di 1,64 miliardi di dollari in ottobre, il quinto aumento consecutivo. L’economia è cresciuta rispettivamente dello 0,3%, 0,3% e 0,6% nel primo, secondo e terzo trimestre. L’anno scorso, l’economia del paese è cresciuta del 2,6%, rallentando rispetto al 4,1% del 2021 e segnando il ritmo più lento dal 2020, quando l’economia si è contratta dello 0,7% a causa delle ricadute della pandemia di coronavirus. Il governatore della BOK, Rhee Chang-yong, ha affermato che le prospettive di crescita del 2,1% per il prossimo anno non sono male rispetto a quelle degli altri paesi a livello globale, aggiungendo che l’attuale livello del tasso base è sufficientemente restrittivo. La banca centrale prevede che la spesa privata del prossimo anno rimarrà invariata rispetto alla crescita di quest’anno all’1,9%, mentre gli investimenti nell’edilizia dovrebbero contrarsi dell’1,8% l’anno prossimo rispetto al guadagno del 2,7% di quest’anno. Si prevede che le esportazioni aumenteranno del 3,3% l’anno prossimo, accelerando rispetto all’aumento stimato del 2,3% di quest’anno. È probabile che le importazioni aumentino del 2,4% l’anno prossimo rispetto al calo dello 0,2% di quest’anno. Secondo la banca centrale, il surplus delle partite correnti del paese dovrebbe espandersi a 49 miliardi di dollari l’anno prossimo rispetto ai 30 miliardi di quest’anno, e si prevede che il tasso di disoccupazione salirà al 2,9% dal 2,7%. L’inflazione in Corea del Sud è cresciuta ad un ritmo più rapido del 3,8% in ottobre, rimanendo al di sopra del 3% per il terzo mese consecutivo, a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti agricoli. In un rilascio di dati separato dell’ufficio di statistica nazionale di Seoul, inoltre, è emerso che l’indice della produzione industriale si è contratta a ottobre del 3,5% rispetto al mese precedente, dopo un aumento dell’1,7% di settembre. Si tratta del calo peggiore da inizio 2023.

Superlavoro in Giappone, nel 2022 solo il 62% delle ferie godute

Superlavoro in Giappone, nel 2022 solo il 62% delle ferie goduteRoma, 27 nov. (askanews) – Ai giapponesi continuano a non piacere le ferie, anche se si registra qualche avanzamento nella lotta al superlavoro. L’ultima indagine del Ministero della Sanità, del Lavoro e del Welfare sulla condizione del lavoro in Giappone ha segnalato che nel 2022 i lavoratori del settore privato hanno preso 10,9 dei 17,6 giorni di ferie a cui, in media, avevano diritto. Cioè il 62,1% del monte giorni di vacanza a loro disposizione.

Sebbene si tratti di un record, con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente, si tratta di un risultato deludente dal punto di vista del governo, che si è posto l’obiettivo – secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Kyodo – di raggiungere il 70% di ferie retribuite godute nel settore privato entro il 2025 nella sua campagna contro il superlavoro, innescata dai casi di “karoshi” e “karojisatsu” (“morte da superlavoro” e “suicidio da superlavoro”) che negli ultimi anni hanno suscitato una forte impressione nell’opinione pubblica. L’indagine generale sulle condizioni di lavoro del Ministero della sanità, del lavoro e del welfare è stata condotta a gennaio, coinvolgendo 6.421 aziende private con 30 dipendenti a tempo pieno o più, di cui 3.768 hanno fornito risposte valide.

Secondo l’indagine, per dimensione aziendale, il tasso delle ferie godute è pari al 65,6% per le aziende con 1.000 o più dipendenti, rispetto al 57,1% per quelle con un numero di dipendenti compreso tra 30 e 99. Per settore, gli uffici postali e altre aziende che offrono servizi multipli hanno registrato il tasso più alto di ferie retribuite utilizzate, pari al 74,8%, mentre il settore dei servizi di ristorazione e alloggio è stato il più basso, pari al 49,1%.

Nell’ambito degli sforzi volti ad affrontare la cultura del lavoro giapponese, notoriamente punitiva, in cui sono previsti orari prolungati, il governo si è posto l’obiettivo di aumentare l’adozione del cosiddetto “sistema di intervallo di lavoro”, che fissa un numero standard di ore tra la fine di una giornata lavorativa e l’inizio di quella successiva, ad almeno il 15% delle aziende entro il 2025. Tuttavia, secondo l’indagine, il numero di aziende che ha introdotto e applica il sistema è solo il 6%.

Cina, Xi da domani a Shanghai: focus su economia

Cina, Xi da domani a Shanghai: focus su economiaRoma, 27 nov. (askanews) – E’ un ritorno importante quello che farà domani il presidente cinese Xi Jinping a Shanghai, città che ha vissuto il più pesante lockdown nell’ambito della politica “Zero Covid” con ricadute anche sul morale e sull’umore politico della popolazione. Secondo quanto ha scritto il South China Morning Post, Xi potrebbe trattenersi nella megalopoli per tre giorni, impegnato in un importante tour di appuntamenti economici.

Shanghai infatti è il principale hub commerciale della Cina. Con una popolazione di circa 25 milioni di abitanti, la megalopoli produce da sola il 4 per cento del Pil della Cina. Xi – che non vi si recava dal 2021 – dovrebbe visitare lo Shanghai Future Exchange e alcune delle principali società tecnologiche che hanno la loro sede nella città. Lo scorso anno, nel momento di maggiore diffusione della pandemia Covid-19 in Cina, Shanghai entrò in un durissimo lockdown e vi stette per ben due mesi.

Al di là dell’aspetto politico, però, è il coté economico della visita quello messo più sotto la lente d’ingrandimento. Xi appare determinato a rilanciare il ritmo di crescita economica cinese, che appare ormai statica rispetto alle dinamiche a cui Pechini aveva abituato il mondo. E Shanghai ospita, oltre che diverse delle più grandi imprese cinesi, anche alcuni dei maggiori investitori stranieri in Cina: Tesla, General Motors e Disney. Il tour del presidente, inoltre, si colloca a ridosso della riunione mensile del Politburo, il sancta sanctorum del Partito comunista cinese. In questa sessione si dovrebbe annunciare la data della convocazione per il terzo Plenum del XX Comitato centrale del Pcc, che sarà dedicato agli esiti del vertice tra lo stesso Xi e il presidente degli Stati uniti Joe Biden a San Francisco e alla definizione di un programma economico destinato alle agenzie governative con tempistiche e obiettivi ben definiti.

Secondo il SCMP, questo Plenum appare piuttosto ritardato rispetto al consueto: solitamente il terzo Plenum di ogni Comitato centrale è considerato il più importante e si tiene tra ottobre e novembre, ma quest’anno la convocazione appare la più tarda in un quarantennio. Questo potrebbe indicare l’esigenza di definire una progetto molto elaborato e che sta richiedendo tempo per il suo completamento. La visita di Xi a Shanghai, peraltro, cade anche nel decimo anniversario della creazione della Zona di libero scambio della città cinese, un volano per le riforme economiche del paese.

Cina, Xi stringe morsa anti-corruzione sul settore finanziario

Cina, Xi stringe morsa anti-corruzione sul settore finanziarioRoma, 27 nov. (askanews) – La stretta anti-corruzione voluta dal presidente cinese Xi Jinping non solo è viva e vegeta, ma negli ultimi tre anni ha visto quadruplicare le indagini nei confronti delle agenzie governative di controllo e delle istituzioni finanziarie. Lo evidenzia un calcolo effettuato dal Nikkei.

In un nomento d’instabilità Xi ha puntato e limitare il rischio connesso alla diffusione della corruzione in un settore particolarmente delicato e permeabile della struttura di potere cinese. La classifica del Nikkei del materiale pubblicato dalla Commissione centrale per l’ispezione disciplinare del Partito comunista cinese – il potente braccio armato della politica anti-corruzione – si segnalano 67 funzionari sotto indagine quest’anno al 21 novembre, rispetto ai 58 in tutto il 2022. Il conteggio di funzionari indagati di quest’anno è più che quadruplicato rispetto al totale del 2020.

Le cifre includono funzionari di istituti finanziari come banche, intermediari e assicuratori, nonché agenzie del governo centrale responsabili della supervisione finanziaria. Uno degli ultimi casi è quello di An Qingsong, ex presidente della China Futures Association, è per “gravi violazioni disciplinari”, una formula con la quale solitamente si allude alla corruzione.

La massima procura cinese ha deciso, sempre questo mese di arrestare Zhu Congjiu, ex assistente del presidente della China Securities Regulatory Commission ed ex vice governatore della provincia di Zhejiang, con l’accusa di aver accettato tangenti. Inoltre in ottobre è stato arrstato anche l’ex presidente della Bank of China, Liu Liange, con l’accusa di aver accettato tangenti e di aver concesso prestiti illegalmente. Fan Yifei, ex vice governatore della Banca popolare cinese – la banca centrale della nazione – è stato accusato a settembre di aver preso mazzette.

L’economia cinese nasconde germi di instabilità finanziaria, tra cui un crollo del settore immobiliare, che dura da più di due anni, e un peggioramento delle condizioni delle banche più piccole. Inoltre i governi locali sono oberati da debito nascosto, che si trova spesso nella pancia dei veicoli di sviluppo immobiliare locale. Promettendosi di trasformare la Cina in un “grande Paese socialista moderno” entro la metà del secolo, Xi e il suo gruppo dirigente vedono i crescenti rischi finanziari derivanti dalla corruzione come una potenziale minaccia alla sicurezza nazionale. Il controllo del Partito Comunista sul settore finanziario è stato rafforzato a marzo come parte di una revisione organizzativa, compresa l’istituzione della Commissione Finanziaria Centrale del partito. La commissione è guidata dal premier Li Qiang, mentre il vice premier He Lifeng si occupa della parte amministrativa.