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Li Qiang a Riad: rafforzare relazioni Cina-Arabia saudita

Li Qiang a Riad: rafforzare relazioni Cina-Arabia sauditaRoma, 12 set. (askanews) – Il premier cinese Li Qiang ha promesso oggi di rafforzare il commercio e gli investimenti con l’Arabia Saudita in settori che spaziano dall’energia tradizionale e infrastrutture alle nuove energie, tecnologia e economia digitale, in un incontro con il principe ereditario Mohammed bin Salman a Riad, nel suo primo viaggio in Medio Oriente come premier. Lo riferisce il South China Morning Post.


“Cina e Arabia Saudita dovrebbero espandere ulteriormente il commercio bilaterale, approfondire la cooperazione in settori tradizionali come il petrolio, il gas, i prodotti petrolchimici e la costruzione di infrastrutture, e allo stesso tempo espandersi verso nuove energie, comunicazioni, economia digitale e verde, oltre a lavorare insieme per mantenere la stabilità della catena di approvvigionamento industriale globale,” ha dichiarato Li. Il principe ereditario, vero leader del regno wahhabita, gli ha fatto eco, aggiungendo che Riad e Pechino condividono una “posizione simile e la stessa responsabilità” negli affari regionali e internazionali. Riad è disposta a cooperare con Pechino sulla sicurezza globale, ha riferito il rapporto.


All’incontro hanno partecipato anche il ministro del Commercio cinese Wang Wentao e il ministro dell’Industria e delle Tecnologie dell’informazione Jin Zhuanglong, olte ad almeno nove ministri sauditi. L’Arabia saudita è il principale partner commerciale della Cina nella regione e il suo principale fornitore di petrolio. Nel 2023, il volume commerciale tra i due paesi ha superato i 107 miliardi di dollari, con la Cina che ha importato merci per un valore di 64 miliardi di dollari.


Inoltre dallo scorso anno le banche centrali dei due paesi hanno firmato un accordo di swap valutario da 50 miliardi di yuan (circa 7,02 miliardi di dollari). Riad, dal canto suo, ha espresso apertura a un’espansione dell’uso dello yuan come valuta di transazione per il petrolio greggio. Nel 2022, la Cina ha mediato un accordo di pace tra Arabia Sausita e Iran, contribuendo al ripristino delle relazioni diplomatiche tra i due paesi islamici dopo quasi un decennio di tensioni.


Successivamente, Li visiterà anche gli Emirati Arabi Uniti.

Putin: con Xi ci sarà anche vertice bilaterale a ottobre

Putin: con Xi ci sarà anche vertice bilaterale a ottobreRoma, 12 set. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping terranno il prossimo mese il loro terzo summit di quest’anno, a margine del vertice BRICS a Kazan, segno di un sempre maggiore allineamento politico tra Pechino e Mosca.


Putin – secondo quanto hanno riferito i media russi – ha dichiarato oggi, durante un incontro con il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, che prevede di discutere questioni di cooperazione bilaterale con il presidente cinese Xi Jinping, a suggello del successo in molti settori, nelle relazioni tra le due potenze, a partire dalla collaborazione politica, economica e umanitaria. “Tutto questo rimane nella nostra agenda. E sarà anche oggetto delle nostre discussioni con il presidente della Repubblica Popolare Cinese durante gli incontri multilaterale e bilaterale a Kazan”, ha detto Putin.


Putin si è anche congratulato del fatto che il raggruppamento BRICS si allargha sempre più, condividendo l’approccio politico di Mosca e Pechino: “Molti paesi che condividono il nostro approccio all’ordine mondiale aspirano a diventare membri di questa organizzazione e a cooperare con essa. Faremo tutto il possibile per preparare decisioni appropriate in questo ambito sulla base del consenso, come è consuetudine nelle nostre relazioni”. Il vertice BRICS avrà luogo tra il 22 e il 24 ottobre.

Cina, verso obbligo addestramento militare in scuole e università

Cina, verso obbligo addestramento militare in scuole e universitàRoma, 11 set. (askanews) – La Cina potrebbe imporre un addestramento militare di base agli studenti delle scuole superiori e delle università. Una bozza di legge è attualmente al Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo e verrà esaminata questa settimana. Lo riferisce Nikkei Asia.


L’emendamento si riferisce alla Legge sull’istruzione alla difesa nazionale ed è già stato oggetto di una prima lettura ad aprile. Potrebbe essere approvato entro la fine dell’anno. Secondo le modifiche proposte, le autorità educative nazionali e militari locali guideranno esercitazioni di marcia e tiro nelle scuole superiori e nelle università. I governi locali saranno responsabili delle coperture economiche.


Le università che non si conformeranno potrebbero essere sottoposte a procedimenti penali. Alcune scuole stanno già conducendo esercitazioni utilizzando fucili automatici, lanciarazzi e veicoli corazzati. Il presidente Xi Jinping ha definito la sicurezza nazionale “una priorità assoluta” e ha detto che è necessario costruire un esercito “di livello mondiale” per competere con le altre potenze.


Nel 2014, Xi ha introdotto il concetto di “sicurezza nazionale olistica”, che comprende non solo la difesa, ma anche l’economia, la cultura, la tecnologia e altri settori. Per coltivare nuovi talenti in questo ambito, a marzo il ministero dell’Istruzione ha aggiunto gli studi sulla sicurezza nazionale all’elenco dei corsi universitari approvati. Ad agosto, il ministero dell’Istruzione ha pubblicato anche un manuale di sicurezza nazionale destinato agli studenti universitari. Inoltre, Xi sta spingendo sul tema dell’educazione patriottica: una nuova legge entrata in vigore a gennaio promuove messaggi patriottici su internet e nelle istituzioni culturali.

In Sudcorea boom di deepfake pornografici, vittime giovani donne

In Sudcorea boom di deepfake pornografici, vittime giovani donneRoma, 11 set. (askanews) – In Corea del Sud c’è sempre più allarme rispetto all’ultima tendenza dei reati online. L’Agenzia nazionale di polizia sudcoreana ha riferito oggi che negli ultimi 40 giorni c’è stato un incremento del 70% dei casi di deepfake a sfondo sessuale che coinvolgono giovani donne ritratte a loro insaputa in pose intime creando falsi con l’intelligenza artificiale.


La polizia – secondo quanto riferisce oggi l’agenzia di stampa Yonhap – ha sostenuto che sono 513 i fascicoli aperti relativi a casi del genere, rispetto ai 297 che erano stati segnalati alla fine del mese di luglio. Se la tendenza attuale continuerà, il numero annuo di casi di reati legati ai deepfake segnalati alla polizia potrebbe raggiungere un record. Il numero di questi casi è in costante aumento, dai 156 casi nel 2021, a 160 nel 2022 e a 180 nel 2023.


Da gennaio a settembre di quest’anno, 318 sospetti sono stati arrestati e 251 di questi, pari al 78,9%, erano adolescenti. D’altronde anche le vittime di questi crimini sono per lo più adolescenti: lo scorso anno il 62% del totale erano minorenni. Il regolatore dei media della Corea del Sud ha annunciato l’intenzione di organizzare a breve un incontro operativo con i responsabili di Telegram, la piattaforma su cui sono spesso scambiate queste immaginim per discutere una risposta congiunta ai contenuti pornografici deepfake presenti sulla piattaforma.

Cina: sosteniamo “voci equilibrate” per soluzione politica Ucraina

Cina: sosteniamo “voci equilibrate” per soluzione politica UcrainaRoma, 11 set. (askanews) – La Cina intende sostenere “voci equilibrate, obiettive e razionali” che si spendano per creare le condizioni di un cessate-il-fuoco in Ucraina. Questo il succo di quanto ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi nel suo incontro di ieri con il segretario del Consiglio di sicurezza russo Sergey Shoigu, secondo il resoconto che ne ha dato oggi il ministero degli Esteri di Pechino.


“La Cina ha sempre mantenuto un atteggiamento obiettivo e imparziale sulla questione ucraina e continuerà a lavorare per promuovere voci equilibrate, obiettive e razionali nella comunità internazionale, al fine di costruire un maggiore consenso internazionale e accumulare le condizioni necessarie per un rapido cessate-il-fuoco e una soluzione politica della crisi”, ha affermato Wang, che ha incontrato ieri Shoigu. Pechino si è fatta promotrice col Brasile di un appello per una de-escalation nel conflitto ucraino e ha l’ambizione di fungere da mediatrice tra Mosca e Kiev. La Cina, che non si è unita alla condanna in sede Onu dell’invasione russa, è stata criticata dagli Usa e dai paesi occidentali, i quali hanno visto un’eccessiva vicinanza di Pechino alla Russia. Gli Stati uniti hanno anche espresso il sospetto che la Cina fornisca armi alla Russia.


Di recente, la Cina ha intensificato i suoi sforzi per ottenere sostegno per un piano in sei punti, in particolare dai paesi del Sud del mondo, ottenendo – a suo dire – il supporto parerefavorevole da più di 100 paesi. Il presidente russo Vladimir Putin la scorsa settimana ha espresso apertura all’ipotesi che Cina, Brasile e India (anche questi ultimi due paesi non hanno votato la condanna di Mosca all’Onu) facciano da mediatori in eventuali futuri colloqui di pace. Durante l’incontro di martedì, Wang ha anche auspicato sforzi congiunti con la Russia per una maggior coordinamento tra le potenze emergenti, in particolare “approfondendo la fiducia reciproca e la cooperazione tra le nazioni BRICS” in modo da rendere questa piattaforma appetibile per organizzar e il Sud del mondo.


La visita di Wang in Russia è considerata propedeutica per un viaggio del presidente Xi Jinping, che dovrebbe partecipare al vertice Brics il mese prossimo nella città russa di Kazan. Putin ha dichiarato nei giorni scorsi di aspettarsi che Xi partecipi al summit dal 22 al 24 ottobre e che tenga anche un bilaterale, che sarebbe il terzo incontro di persona quest’anno.

Giappone, ministra degli Esteri Yoko Kamikawa si candida premier

Giappone, ministra degli Esteri Yoko Kamikawa si candida premierRoma, 11 set. (askanews) – La ministra degli Esteri giapponese Yoko Kamikawa ha annunciato oggi la sua candidatura per diventare leader del Partito liberaldemocratico e, di conseguenza, il primo premier donna della storia nipponica. Lo segnala l’agenzia di stampa Kyodo.


Kamikawa, 71 anni, si è di fatto candidata all’ultimo giorno utile, perché solo oggi è riuscita a ottenere le firme dei 20 parlamentari necessari per presentare la candidatura. Il voto per per la presidenza del partito si terrà il 27 settembre. “Non scappando mai di fronte a nessuna difficoltà, costruirò un nuovo Giappone”, ha dichiarato Kamikawa, che è parlamentare alla settima legislatura nella Camera dei rappresentanti e non si era mai presentata prima per la leadership.


La sua corsa, tuttavia, non appare facile nelle elezioni interne del partito più affollate della sua storia. L’annuncio del primo ministro Fumio Kishida che non intende concorrere a un nuovo mandato, a causa della crisi di consensi del partito indotta dallo scandalo dei fondi neri di cui si è assunto la responsabilità politica, ha di fatto reso contendibile la carica di primo ministro. Tra l’altro, in seguito allo scandalo, diverse fazioni interne (habatsu) si sono sciolte, rompendo tradizionali fedeltà personali. Nel sistema politico giapponese, il leader del partito di maggioranza diventa in maniera quasi automatica anche il premier.


Il numero di candidati a questo punto è salito a nove. L’altra donna nel mazzo è Sanae Takaichi, 63 anni, ministra della Sicurezza economica, mentre Seiko Noda – ex ministra degli Interni – ha deciso di non presentare la candidatura e ha fatto il suo endorsement a favore del 43enne Shinjiro Koizumi, il figlio dell’ex premier Junichiro Koizumi, che appare nei sondaggi il favorito, seguito dall’ex primo ministro Shigeru Ishiba e dal ministro per il Digitale Taro Kono.

Camera Usa approva legge contro Uffici commerciali Hong Kong

Camera Usa approva legge contro Uffici commerciali Hong KongRoma, 11 set. (askanews) – Un ulteriore fronte polemico si è aperto tra Stati uniti e Cina. Ieri la Camera dei Rappresentanti Usa, che è a maggioranza repubblicana, ha votato per procedere con le proposte di legge che puntano a ridimensionare il commercio con il territorio semi-autonomo cinese di Hong Kong, chiudere gli uffici commerciali hongkonghesi negli Usa e tagliare gli scambi accademici. Una mossa, questa, che ha fatto infuriare Pechino, la quale oggi ha espresso “ferma opposizione”.


I progetti di legge sono stati approvati come parte della “China Week”, un’iniziativa voluta dai repubblicani della Camera per spingere una dozzina di di proposte di legge mirate ridimensionare l’influenza economica, politica e tecnologica di Pechino. Tutte le norme approvate dalla Camera devono essere esaminate anche dall’intero Senato prima di poter essere inviate al presidente degli Stati uniti Joe Biden per essere firmate e diventare legge.


In particolare, l’”Hong Kong Economic and Trade Office (HKETO) Certification Act”, è stato votato in maniera bipartisan bipartisan e chiede al segretario di Stato di esaminare le tre missioni commerciali hongkonghesi negli Usa – che si trovano a New York, San Francisco e Washington – e di revocare loro i privilegi se si ritiene che non operino con un “alto grado di autonomia” da Pechino. Esistono 14 uffici HKETO al di fuori della Cina. Questi uffici svolgono principalmente attività di promozione commerciale e diplomazia culturale, ma non sono missioni diplomatiche poiché Hong Kong non è uno stato sovrano. Tuttavia, godono di alcuni privilegi e immunità concessi alle missioni diplomatiche in molti paesi.


La portavode del ministero degli Esteri cinese Mao Ning, oggi, ha condannato il voto della Camera americana. “Esprimiamo la nostra forte insoddisfazione e ferma opposizione al cattivo comportamento degli Stati uniti nel manipolare le questioni relative a Hong Kong e sopprimere lo sviluppo di Hong Kong, e abbiamo fatto solenni rappresentazioni agli Stati uniti”, ha detto Mao, precisando che gli Uffici economici e commerciali sono istituzioni del governo della regione amministrativa speciale di Hong Kong. Favoriscono l’espansione della cooperazione economica e commerciale tra Hong Kong e i paesi e le regioni in cui si trovano, che è una questione reciprocamente vantaggiosa e vantaggiosa per tutti. Il disegno di legge americano “politicizza e strumentalizza la normale cooperazione economica e commerciale e diffama deliberatamente le istituzioni d’oltremare di Hong Kong”. Alla fin fine, secondo Mao, a pagarne il prezzo saranno le imprese americane: “Ci sono più di 1.200 imprese negli Stati uniti che investono a Hong Kong e la mossa degli Stati uniti alla fine danneggerà solo gli interessi degli Stati uniti stessi”.

Kim chiede rafforzamento nucleare, ma Nordcorea è già una potenza

Kim chiede rafforzamento nucleare, ma Nordcorea è già una potenzaRoma, 10 set. (askanews) – La Corea del Nord, il cui leader Kim Jong Un oggi ha chiesto di accelerare lo sviluppo delle proprie testate nucleari, è già oggi una potenza nucleare di grandi dimensioni, fatto questo che contrasta con la fragilità della sua situazione economica.


Kim, nel celebrare il 76mo anniversario della fondazione della Repubblica democratica popolare di Corea (nome ufficiale della Corea del Nord, ndr.), ha evidenziato oggi l’importanza per Pyongyang d’investire in un rafforzamento ulteriore del proprio arsenale nucleare. Il leader supremo ha sottolineato come ha le mosse guidate dagli Stati Uniti per espandere un blocco militare nella regione rappresentano una grave minaccia alla sicurezza. “La conclusione ovvia è che la forza nucleare e una postura in grado di attivarla per garantire il diritto alla sicurezza dello Stato in qualsiasi momento devono essere perfezionate in modo più approfondito”, ha detto Kim. Un rafforzamtno “accelerato e continuo”, che consenta di “affrontare pienamente qualsiasi atto minaccioso da parte suoi stati rivali, armati di nucleare”.


Durante una riunione di fine anno nel 2022, il leader nordcoreano aveva già chiesto di aumentare esponenzialmente l’arsenale e di produrre in massa armi nucleari tattiche. Nel settembre 2023, il paese ha inserito la politica di rafforzamento della forza nucleare nella propria Costituzione. E, in effetti, la Corea del Nord è già oggi una potenza nucleare di primo livello. Secondo un recente rapporto della Federation of American Scientists (FAS), a gennaio 2024 Pyongyang aveva già in arsenale 50 testate nucleari e in deposito materiale fissile per assembleare 90 testate.


“Dall’anno 2006, la Corea del Nord ha fatto esplodere sei dispositivi nucleari, aggiornato la sua dottrina nucleare per riflettere il ruolo irreversibile delle armi nucleari per la sua sicurezza nazionale, e ha continuato a introdurre una varietà di nuovi missili testati su nuove piattaforme di lancio”, ha dichiarato Hans Kristensen, direttore del progetto di informazione nucleare della FAS. La situazione di questo arsenale resta incerta rispetto alla sua utilizzabilità, ma la Corea del Nord ha ormai anche sviluppato una forza missilistica altamente diversificata in tutte le principali categorie di gittata. I ricercatori della FAS hanno documentato come siano stati sviluppati missili tattici a corto raggio, missili basati sul mare e nuove piattaforme di lancio, come i silo e le piattaforme sottomarine. Inoltre, hanno rilevati progressi della Corea del Nord nella tecnologia dei missili a combustibile solido, che migliorerà la sopravvivenza e la mobilità della sua forza missilistica.

Fukushima, ripartita operazione recupero combustibile nucleare fuso

Fukushima, ripartita operazione recupero combustibile nucleare fusoRoma, 10 set. (askanews) – Tokyo Electric Power (TEPCO), la compagnia elettrica che gestisce la centrale nucleare di Fukushima Daiichi, ha annunciato che stamani ha riavviato il processo sperimentale di recupero dei detriti di combustibile nucleare fuso dal reattore 2 della centrale nucleare che nel 2011 fu teatro del peggiore incidente nucleare dopo Cernobyl.


La questione dei resti di combustibile, altamente radioattivi, è il rincipale ostacolo allo smantellamento della centrale, i cui reattori 1, 2 e 3 andarono in fusione in seguito al devastante terremoto tsunami dell’11 marzo 2011 nel Giappone nordorientale. Si stima che all’interno dei serbatoi di contenimento dei tre reattori vi siano circa 880 tonnellate di detriti di combustibile nucleare fuso.


Un primo tentativo di recupero, attraverso una struttura robotica, era iniziato il 22 agosto scorso, ma fu interrotto in seguito a un errore nella configurazione dei tubi per l’inserimento nel serbatoio di contenimento dell’attrezzatura retrattile necessaria al recupero del materiale pericoloso. A quanto ha comunicato la TEPCO, l’errore è stato corretto e stamani presto sono riprese le operazioni d’inserimento nelle tubature che portano dentro il serbatoio di conifinamento per cercare di avviare il recupero del materiale.


Dovrebbero essere recuperati solo pochi grammi di detriti dal fondo del contenitore. Lo strumento robotico verrà supervisionato e controllato da remoto, nessun essere umano potrebbe resistere alla potenza delle radiazioni emesse dal combustibile. Se le operazioni avessero successo, ci vorrebbero circa due settimane per completare il recupero di questi pochi grammi. Nel piano originario, l’avvio di questa arrività doveva essere nel 2021.


TEPCO ha scelto il reattore No. 2 come il primo da cui iniziare il lavoro di recupero, poiché la situazione all’interno è più chiara rispetto agli altri reattori, essendo l’unico tra i tre reattori interessati alla fusione del materiale radioattivo a non aver subito anche un’esplosione di idrogeno. Secondo il piano, TEPCO spera di recuperare fino a 3 grammi di detriti utilizzando un dispositivo telescopico dotato di uno strumento di presa. Il dispositivo può estendersi fino a 22 metri e accedere ai detriti attraverso un punto di penetrazione nel contenitore primario di contenimento. In una conferenza stampa, secondo quanto riporta la televisione pubblica NHK, TEPCO ha dichiarato di aver collegato il tubo di inserimento dell’attrezzatura alle 7:00 del mattino locali (00.00 in Italia) e di averla inserita nella valvola che conduce all’interno del contenitore alle 7:20. L’operazione è stata interrotta alle 8:00, dopo aver inserito l’attrezzatura per circa 60 cm all’interno della “valvola d’isolamento” che impedisce la fuoriuscita di materiale radioattivo dal contenitore. L’11 settembre, l’attrezzatura verrà estesa di oltre 2 metri verso l’interno del contenitore. Un rappresentante di TEPCO ha sottolineato che, alla luce dell’errore precedente, l’azienda intende andare coi piedi di piombo in ogni fase delle operazioni per evitare ulteriori problemi. Secondo il programma di smantellamento stabilito dal governo e da TEPCO, la rimozione dei detriti sarà la terza e ultima fase del processo, che si prevede durerà tra i 30 e i 40 anni. Il dispositivo tubolare deve essere inserito nel reattore attraverso un punto di penetrazione situato sul lato del contenitore del reattore, che ha un diametro interno di circa 55 cm e una lunghezza di circa 2 metri. Oltre la “valvola d’isolamento”, c’è un binario di circa 7,2 metri collegato alla base del recipiente a pressione del reattore, dove si trovano i detriti. Una volta raggiunto questo binario, un braccio situato all’estremità del tubo ruoterà verso il basso per spostarsi verso la base. L’estremità del tubo è dotata di una pinza metallica a due punte per afferrare i detriti. Dopo essere entrata nella base, la pinza sarà abbassata verso i detriti sul fondo per recuperare il materiale. Il tubo sarà poi estratto dal contenitore del reattore seguendo lo stesso percorso, e i detriti saranno collocati in una scatola di trasporto, che verrà poi trasferita tramite un carrello in una “glove box” nucleare, progettata per la manipolazione di materiale radioattivo all’interno dell’edificio del reattore. Dopo aver misurato i livelli di radiazione e altri parametri all’interno della scatola, i detriti saranno trasferiti in un contenitore di trasporto per essere portati in un impianto di analisi nella vicina prefettura di Ibaraki.

Cina e Usa si parlano sul clima, ma a frenarli lo spauracchio Trump

Cina e Usa si parlano sul clima, ma a frenarli lo spauracchio TrumpRoma, 9 set. (askanews) – Quando Stati uniti e Cina parlano tra loro in un clima positivo, fa notizia. Tuttavia, in questo momento di cambiamento imminente della leadership americana, è difficile dire quanto tale consenso possa essere duraturo. E’ accaduto per il clima: gli inviati per il clima dei due paesi a Pechino hanno promesso di lavorare assieme per ridurre le differenze sul percorso di riduziona di gas serra. Ma, vista l’esperienza passata, su questa promessa pende come una spada di Damocle la possibilità che nelle elezioni presidenziali di novembre possa vincere Donald Trump, che sul clima ha idee molto diverse dall’attuale amministrazione Biden.


John Podesta, l’inviato americano, ha tenuto un ciclo di colloqui a Pechino, in particolare con il suo omologo cinese Liu Zhenmin, oltre che col ministro degli Esteri Wang Yi. La sua visita si è conclusa venerdì e il responsabile Usa ha parlato di “ottime discussioni”. Pechino e Washinngton, in questo contesto, hanno ribadito l’intenzioone di “ospitare congiuntamente” un vertice per la questione delle emissioni di metano e altri gas diversi lal CO2 durantre la COP29, che si terrà a Baku a novembre, secondo i due comunicati. Podesta e Liu hanno inoltre concordato di “rafforzare ulteriormente il dialogo e gli sforzi di collaborazione” per aiutare a rendere la Cop29 un successo e “applicare le rispettive leggi per vietare le importazioni illegali e promuovere la conservazione globale delle foreste e la gestione sostenibile”.


Tuttavia, questi risultati, al di là dei toni ottimistici, sono piuttosto interlocutori alla luce della contingenza politica. “Come previsto, non c’è stato un cambiamento significativo nelle posizioni, ma c’è stata una certa comprensione reciproca su finanziamenti e emissioni di gas diversi dalla CO2”, ha commentato al South China Morning Post LI Shuo, direttore del China Climate Hub presso l’Asia Society Policy Institute (ASPI). “Il sentimento generale è positivo e le due parti volevano mantenere l’impegno sul clima”, in vista delle prossime elezioni americane. In effetti, sarebbe stato complicato per sia per Pechino sia per Washington assumere impegni specifici, alla luce dell’incertezza su chi succederà a Joe Biden alla Casa bianca. Trump considera il cambiamento climatico una “bufala” e ha ritirato gli Stati uniti dall’Accordo di Parigi del 2015, oltre a sospendere i colloqui sul clima con la Cina nel 2017.