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Arrestato nelle Filippine il “Figlio nominato di Dio”, ricercato FBI

Arrestato nelle Filippine il “Figlio nominato di Dio”, ricercato FBIRoma, 9 set. (askanews) – Il televangelista Apollo Quiboloy, ricercato dall’FBI per crimini che vanno dallo stupro al traffico di esseri umani, si è consegnato alla polizia filippina. Lo segnalano i media di Manila.


“Sono contento che tutto questo sia finito”, ha commentato con sollievo il presidente filippino Ferdinand Marcos jr. dopo la notizia dell’arresto del 73enne che ama autodefinirsi “Figlio di Dio nominato” e che guida la chiesa del “Regno di Gesù Cristo, il suo Nome sopra ogni Nome”. Secondo quanto riferisce il New York Times, il ministro degli Interni filippino Benjamin Abalos Jr. ha annunciato che il predicatore è stato catturato, mentre l’avvocato del pastore ha agginto che Quiboloy si è consegnato arreso volontariamente, circostanza questa confermata dalla polizia.


Quiboloy, originario delle Filippine, sapeva di avere nell’Arcipelago del Sudest asiatico appoggi potenti. Lì, infatti, era stato consigliere spirituale di Rodrigo Duterte, il fumantino ex presidente del paese. D’altronde, il “Padrone dell’Universo”, altro nome con cui ama farsi definire, rivendica di essere a capo di una chiesta presente in 200 paesi, con milioni di seguaci. Oltre al mandato d’arresto statunitense, Quiboloy era soggetto anche a ordini di cattura da parte di un paio di corti filippine.


La resa di Quiboloy è venuta dopo un lungo negoziato, con la polizia che aveva circondato la sede della megachiesa a Davao. Migliaia di poliziotti aveva assediato la sede, mentre i seguaci avevano rinforzato le difese. C’era chi temeva che potesse verificarsi uno scontro finale. Nel 2021, un gran giurì federale americano – scrive il NYT – ha incriminato Quiboloy e altri membri della chiesa per associazione a delinquere volta al traffico sessuale, la frode e la coercizione, lo sfruttamento sessuale di bambini e il contrabbando di enormi quantità di denaro. Secondo l’accusa, c’erano anche ragazze di 12 anni che lavoravano come “assistenti personali” dell’autoproclamato messia. Alcune di queste ragazze minorenni hanno affermato che, tra i loro compiti, c’erano anche servizi notturni da fornire al capo della chiesa.

Xi manda messaggio a Kim, dopo nove mesi di silenzio

Xi manda messaggio a Kim, dopo nove mesi di silenzioRoma, 9 set. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha promesso di rafforzare la “comunicazione strategica” con la Corea del Nord nel suo messaggio al leader nordcoreano Kim Jong Un in occasione del 76mo anniversario della fondazione del regime nordcoreano. Lo riferisce l’agenzia di stampa ufficiale di Pyongyang KCNA, che ha segnalato anche l’arrivo di un analogo messaggio dal presidente russo Vladimir Putin.


Il messaggio di Xi è particolarmente significativo, perché è il primo contatto dopo diversi mesi di parziale freddo. Le relazioni tra Xi e Kim, per quanto la Cina sia il maggiore sostegno per il regime di Pyongyang, sono da sempre piuttosto altalenanti. In questo caso, secondo gli osservatori, il momento di stasi sembra dovuto alla relazione particolare che si è venuta a determinare tra Kim e Putin nella sempre delicata triangolazione di relazioni tra Pyongyang, Pechino e Mosca. “Approfondiremo la comunicazione strategica e rafforzeremo la cooperazione con la Corea del Nord al fine di consolidare ulteriormente e sviluppare i legami amichevoli tra i due paesi” ha affermato Xi, secondo quanto riportato dalla KCNA.


L’ultimo messaggio di Xi a Kim era stato del primo gennaio e non ci sono segnali di grandi preparativi in vista del 75mo anniversario dell’apertura delle relazioni diplomatiche, che cade il 6 ottobre. Segno che la freddezza continua. D’altro canto, a Kim non dovrebbe essere piaciuto il fatto che Pechino ha tenuto un vertice trilaterale con la Corea del Sud e il Giappone a maggio, mentre rimane una certa cautela di Xi rispetto alla possibilità di stringere la rete della solidarietà a tre con Mosca e Pyongyang.


Putin, dal canto suo, ha mandato un caloroso messaggio a Kim. I due hanno avuto colloqui a giugno a Pyongyang, dove il presidente russo si è recato in visita. In quell’occasione i due leader hanno firmato un accordo di partenariato strategico in cui è inclusa una clausola di difesa reciproca. “Sono sicuro che il partenariato strategico globale tra Russia e Repubblica democratica popolare di Corea (nome ufficiale della Corea del Nord, ndr.) sarà rafforzato in modo pianificato grazie ai nostri sforzi congiunti” ha dichiarato Putin.

Visita comissario Expo2025 a Università medica del Kansai

Visita comissario Expo2025 a Università medica del KansaiRoma, 6 set. (askanews) – Nell’ambito della missione della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (CRUI) in Giappone, il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani, ha partecipato il 6 settembre a una visita alla Kansai Medical University (KMU).


Promuovere gli scambi internazionali in ambito accademico e universitario è uno degli obiettivi della missione della CRUI in Giappone e oggetto dell’accordo firmato lo scorso febbraio tra il Commissariato Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka e il MUR, la CRUI, l’AFAM e il CoPer, per promuovere, coordinare e valorizzare la partecipazione del sistema universitario a Expo 2025 Osaka. La delegazione italiana ha esplorato l’efficiente e moderno ospedale della KMU, rinomato per le sue pratiche di riabilitazione tecnologicamente avanzate, trattamenti anti-cancro e terapie palliative con l’obiettivo di connettere le università italiane con una delle più avanzate istituzioni mediche del Giappone.


“Italia e Giappone condividono sfide comuni legate all’invecchiamento della popolazione. Per questo motivo la visita alla Kansai Medical University è stata una grande opportunità per favorire nuove sinergie tra eccellenze italiane e giapponesi nel campo della medicina e della ricerca e promuovere la forza della nostra diplomazia scientifica nel mondo”, ha commentato il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Amb. Mario Vattani. “Al Padiglione Italia la persona sarà il centro della nostra narrazione: presenteremo progetti innovativi in tutti i campi scientifici e di ricerca con l’obiettivo di proporre attività concrete per il miglioramento della qualità della vita di tutti noi”. “Sono anni che il sistema universitario italiano ha intensificato il suo approccio alle relazioni internazionali, e il Giappone è, in questa direzione, un Paese cruciale”, ha dichiarato Giovanna Iannantuoni, Presidente della CRUI, in visita in Giappone con quattro colleghi rettori. “In particolare, con la KMU abbiamo concordato sia la strutturazione di un programma di interscambio riguardante studenti di tutti i livelli e giovani ricercatori, sia di progetti di ricerca congiunti su temi chiave per entrambi i Paesi. Ma soprattutto, la possibilità di coinvolgere a breve ricercatori giapponesi altamente qualificati nell’hub italiano dell’innovazione, ovvero le 34 iniziative recentemente avviate nell’ambito del piano di resilienza italiano post-Covid”.


Un’intera sezione del Padiglione Italia sarà dedicata proprio alla persona e ospiterà eventi dedicati alla presentazione di soluzioni innovative nel campo della domotica, delle bioscienze e della ricerca scientifica. La presenza del Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, Mario Vattani, ha evidenziato la possibilità di portare avanti potenziali interazioni tra istituzioni e centri di ricerca italiani e giapponesi in vista della presentazione di progetti d’avanguardia sul miglioramento della qualità della vita nelle società avanzate, che saranno presentati al Padiglione Italia. “È stato un grande piacere e un onore per noi ricevere la visita del Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025 Osaka, l’Ambasciatore Mario Vattani, accompagnando i Delegati della CRUI. Questa visita rappresenta sicuramente un evento chiave per la KMU e pone le basi per future collaborazioni e per il raggiungimento di obiettivi comuni nel campo della ricerca d’avanguardia nel percorso verso Expo 2025 Osaka”, ha dichiarato il Professor Tatsuo Kinashi, Presidente della Kansai Medical University.


Il Prof. Giuseppe Pezzotti, Direttore del Centro di Ricerca Biomedica della Kansai Medical University ha aggiunto: “La visita odierna della CRUI e dell’Ambasciatore Vattani alla KMU si è concentrata su uno dei temi più importanti del nostro tempo: migliorare la qualità della vita delle nostre società sempre più anziane. L’incontro di oggi ha aperto un nuovo percorso nello sviluppo di progetti di ricerca avanzata e rappresenta un evento chiave nelle relazioni tra Italia e Giappone”. A margine dell’incontro, la Professoressa Tiziana Lippiello – Rettrice dell’Università di Ca’ Foscari di Venezia e Delegata CRUI per le Relazioni Internazionali – e il Professor Tatsuo Kinashi hanno firmato un Protocollo d’Intesa per la cooperazione nella ricerca tra le due università, segnando un importante passo verso una collaborazione più stretta tra le due istituzioni. Durante la visita alla Kansai Medical University, il Commissario Vattani è stato accompagnato dal Console Generale d’Italia in Giappone, Marco Prencipe, e da una delegazione della CRUI composta da sette membri, tra cui la Presidente della CRUI, Giovanna Iannantuoni (Rettrice dell’Università di Milano Bicocca), il Vicepresidente Delegato per la Ricerca, Francesco Priolo (Rettore dell’Università di Catania), e la Delegata per le Relazioni Internazionali, Tiziana Lippiello (Rettrice dell’Università Ca’ Foscari di Venezia). Expo 2025 si terrà a Osaka dal 13 aprile al 13 ottobre 2025 sotto il tema “Progettare la società del futuro per le nostre vite”. L’Italia si presenta con un Padiglione disegnato dall’architetto Mario Cucinella che ha come slogan “L’Arte rigenera la vita”.

Nordcorea, Corea del Sud disloca sistemi di difesa anti-drone

Nordcorea, Corea del Sud disloca sistemi di difesa anti-droneRoma, 6 set. (askanews) – Il ministero della Difesa sudcoreano ha dichiarato oggi che l’esercito ha iniziato a dislocare un sistema integrato anti-drone in diverse località per contrastare le minacce rappresentate dai veicoli senza pilota della Corea del Nord. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.


Questa mossa arriva mentre la Corea del Sud ha intensificato gli sforzi per migliorare le proprie capacità di risposta ai droni, dopo che cinque di questi mezzi nordcoreani hanno attraversato il confine a dicembre 2022 è uno di essi è arrivato a Seoul. L’esercito non è riuscito a intercettarli, sollevando dubbi sulla sua prontezza operativa. “Il sistema integrato anti-drone è in fase di distribuzione in luoghi strategici per rispondere alle minacce poste dai piccoli veicoli aerei senza pilota della Corea del Nord”, ha dichiarato un funzionario del Ministero della Difesa.


Il sistema integrato è composto da varie apparecchiature, tra cui radar e disturbatori di segnale per droni, rendendolo in grado di rilevare, tracciare e abbattere i veicoli senza pilota. Secondo quanto riferito, l’esercito prevede di distribuire inizialmente circa 20 sistemi alle unità sotto il Comando della Difesa della Capitale e ad altre unità responsabili della difesa di aree chiave.


Recentemente, la Corea del Nord ha cercato di avanzare nelle sue capacità di droni, con il leader Kim Jong Un che ha supervisionato un test di prestazioni di droni d’attacco suicidi il mese scorso.

Giappone, Koizumi jr. annuncia la sua candidatura a premier

Giappone, Koizumi jr. annuncia la sua candidatura a premierRoma, 6 set. (askanews) – L’ex ministro dell’Ambiente giapponese Shinjiro Koizumi, figlio dell’ex primo ministro Junichiro Koizumi, ha annunciato oggi la sua attesa candidatura alle prossime elezioni per la leadership del Partito liberalemocratico (LDP), cioè di fatto alla guida del governo nipponico.


Koizumi – secondo quanto scrive l’agenzia di stampa Kyodo – si è impegnato a ristabilire la fiducia degli elettori, “accelerando” le riforme interne a un partito fortemente debilitato dal recente scandalo sui fondi politici usati in maniera irregolare. Shinjiro Koizumi ha 43 anni ed è una delle figure emergenti all’interno del LDP. Secondo i sondaggi è il favorito del pubblico più generale per la guida del paese, ma le dinamiche interne al partito che dagli anni ’50 guida in maniera quasi ininterrotta il paese sono piuttosto arcane e legate alle correnti (habatsu). Koizumi jr., in ogni caso, ha chiarito che, se diventerà leader del partito, scioglierà la Camera dei Rappresentanti, la camera bassa e più potente della Dieta, “il prima possibile”.


Le elezioni presidenziali del LDP si svolgono dopo l’annuncio inatteso della decisione del primo ministro Fumio Kishidadi non concorrere. Il padre di Koizumi, Junichiro, è stato popolare primo ministro dal 2001 al 2006. I sostenitori di Koizumi jr. sperano che possa aiutare a rinnovare l’immagine del LDP, ma diversi osservatori lo considerano poco esperto e di peso politico troppo leggero.


Nel sistema giapponese, il capo del partito di maggioranza diventa in maneira quasi automatica anche primo ministro. Entrambe le camere della Dieta sono controllate da una coalizione tra il Partito liberaldemocratico e il partner minore, il partito buddista Komeito (legato al gruppo laico Soka Gakkai). Quelle che si terranno il 27 settembre saranno le elezioni presidenziali LDP più affollate da quando nel 1972 è stato adottato questo sistema elettorale. Sono già scesi in campo diversi pesi massimi del partito: il 63enne capo di gabinetto Yoshimasa Hayashi, di fatto il portavoce del governo ed ex ministro della Difesa, degli Esteri, dell’Agricoltura e dell’Istruzione; l’ex ministro della Difesa Shigeru Ishiba, 67 anni, che ha annunciato già il mese scorso che farà il suo quinto e “ultimo” tentativo di diventare leader del partito; il ministro per il Digitale, il 61enne anticonformista Taro Kono, che ha presentato la sua candidatura per la seconda volta; l’ex ministro della sicurezza economica Takayuki Kobayashi; Toshimitsu Motegi, il numero 2 attuale del partito ed ex mente economica del governo del defunto ex premier Shinzo Abe; il parlamentare Shigeharu Aoyama. Potrebbero inoltre annunciare la candidatura anche la ministra per la Sicurezza economia Sanae Takaichi e la ministra degli Esteri Yoko Kamikawa. Il Giappone non ha mai avuto un premier donna.


Per candidarsi alla presidenza, un esponente politico deve ottenere il sostegno di almeno 20 parlamentari del partito, un ostacolo facilmente superabile per alcuni dei pesi massimi. Solitamente le elezioni interne a cui non si candida il presidente uscente solleticano gli appetiti delle fazioni e risultano piuttosto affollate. Gli ultimi esempi sono stati i cinque candidati del 2012 e i quattro del 2021. E’ probabile quindi che parta un corteggiamento serrato dei parlamentari per riuscire ad arrivare alla soglia dei 20 e, in questo, le fazioni (habatsu) sono fondamentali, anche se molte di queste si sono formalmente sciolte in seguito allo scandalo dei fondi neri.

Giappone, il principe Hisahito è diventato maggiorenne

Giappone, il principe Hisahito è diventato maggiorenneRoma, 6 set. (askanews) – Il principe Hisahito, nipote dell’imperatore Naruhito e secondo in linea di successione al Trono del Crisantemo (ma per molti osservatori più probabile successore di Naruhito), ha compiuto oggi i 18 anni, diventando il primo membro maschile della Famiglia imperiale giapponese a raggiungere la maggiore età in circa 39 anni, dopo suo padre. Lo ha comunicato l’Agenzia della Casa imperiale, Kunaicho, che ha diffuso anche una serie di foto del giovane principe.


Unico figlio maschio del principe ereditario Fumihito, 58 anni, e della principessa Kiko, 57 anni, Hisahito è entrato così a far parte di un numero sempre più ridotto di membri adulti della famiglia imperiale. La legge imperiale del 1947 limita ai soli maschi discendenti da un imperatore dal lato paterno la successione al Trono e richiede che le donne lascino la famiglia imperiale una volta sposate con un comune cittadino. “Spero di imparare di più da ogni esperienza, assorbendo vari aspetti e crescendo attraverso di esse”, ha dichiarato il giovane principe, secondo quanto comunicato dal Kunaicho.


Hisahito ha ringraziato le molte persone che lo hanno sostenuto nel corso degli anni, i suoi genitori e le sue sorelle maggiori, aggiungendo: “Voglio godermi il tempo che mi resta alle scuole superiori”. E’ consuetudine che si tengano una cerimonia e una conferenza stampa per celebrare per la maggiore età, ma il Kunaicho ha deciso che questa siterrà nella primavera del 2025 o successivamente, dopo cioè il suo diploma, per non interferire con gli studi.


Hisahito è il primo membro della Famiglia imperiale a raggiungere la maggiore età a 18 anni, dopo che il Codice civile è stato emendato nell’aprile 2022, abbassando la soglia che prima era a 20 anni. La principessa Aiko, 22 anni, unica figlia dell’imperatore Naruhito, 64 anni, e dell’imperatrice Masako, 60 anni, ha celebrato la sua maggiore età al compimento dei 20 anni nel 2021. Oltre al principe Hisahito e al principe ereditario, cioè il padre di Hisahito, Fumihito, l’unico altro nella linea di successione al Trono del Crisantemo è lo zio dell’Imperatore, il principe Hitachi, 88 anni, che non ha figli. Questo fa sì che, molto probabilmente, al di là della linea di successione, dopo Naruhito potrebbe essere proprio Hisahito ad ascendere al trono alla fine dell’attuale periodo Reiwa. A meno che l’Imperatore non decida di porre termine anticipatamente la sua permanenza sul Trono e di lasciare il testimone al fratello minore.


Secondo l’Agenzia della Casa Imperiale, il principe Hisahito, al terzo anno di liceo a Tokyo, presso una scuola affiliata all’Università di Tsukuba, è “estremamente interessato” alla storia naturale, inclusi gli habitat degli insetti (in questo continuando una tradizione familiare sempre attenta alle scienze biologiche), e ha partecipato a lavori sul campo, assistendo a lezioni di esperti e leggendo materiali correlati. Coltivando il suo interesse per le libellule, sviluppatosi durante gli anni delle elementari, ha co-firmato un articolo scientifico lo scorso anno su uno studio delle libellule nei terreni della residenza della sua famiglia, Akasaka Estate, pubblicato nel Bollettino del Museo Nazionale di Natura e Scienza. L’agenzia ha riferito che il principe sta “studiando con impegno” per entrare in un’università che gli permetta di approfondire il suo campo di interesse. Parallelamente ai suoi studi, il principe ha iniziato gradualmente a essere coinvolto nei doveri reali, accompagnando suo padre a vari eventi, tra cui il Festival nazionale della cultura per le scuole superiori nella prefettura di Gifu a luglio. Il numero di membri reali che svolgono tali compiti è in costante diminuzione, poiché le donne sposate con comuni cittadini lasciano la famiglia imperiale, come nel caso della sorella maggiore del principe, l’ex principessa Mako, 32 anni, che ha sposato il suo fidanzato universitario nel 2021. Attualmente, i membri della famiglia imperiale sono 17, di cui 12 sono donne. Le regole di successione maschile sono state messe in discussione in diverse occasioni, in particolare sotto il governo del primo ministro Junichiro Koizumi nel 2005, quando un panel di esperti propose di permettere anche alle donne di succedere al trono e di abolire la regola della discendenza esclusivamente maschile. Peraltro, nella sua storia, l’ininterrotta dinastia imperiale ha avuto sul Trono del Crisantemo diverse Imperatrici regnanti. Il dibattito si è comunque affievolito dopo la nascita del principe Hisahito nel settembre 2006, primo nuovo membro maschile della famiglia imperiale in quasi 41 anni. Nel 2012, il governo del primo ministro Yoshihiko Noda aveva proposto di permettere alle donne della famiglia imperiale di creare rami imperiali anche dopo il matrimonio con comuni cittadini, ma tali discussioni persero slancio dopo che Noda fu sostituito da Shinzo Abe nel dicembre dello stesso anno.

Tibet, Cina batte un colpo su successione alla morte del Dalai Lama

Tibet, Cina batte un colpo su successione alla morte del Dalai LamaRoma, 6 set. (askanews) – In Asia orientale si sta riaprendo un altro punto di tensione che interessa la Cina: il Tibet. Oggi il South China Morning Post riporta la notizia di una riunione che si è tenuta a Lanzhou, nella provincia di Gansu, tra oltre 50 importanti esponenti del buddismo tibetano riconosciuti da Pechino per discutere “il tema della reincarnazione dei Buddha viventi”.


Si tratta di una questione centrale: vista la tarda età del Dalai Lama, il più alto esponente tibetano che è in esilio e in rotta con Pechino, si comincia a discutere della successione, per la quale tra l’altro lo stesso Dailai Lama dovrebbe fra meno di un anno annunciare i suoi piani. In un articolo pubblicato su tibet.cn, il sito internet di informazioni tibetane filo-Pechino, i partecipanti al seminario provenivano dalla regione autonoma del Tibet, dal Sichuan, Qinghai e Gansu. La cerchia del Dalai Lama, invece, vive in esilio in India.


Nell’articolo non sono stati forniti dettagli sulle discussioni avvenute nel seminario, ma è scritto che i partecipanti hanno aderito al “Pensiero di Xi Jinping” e hanno “attentamente implementato” le politiche del Partito comunista cinese sul lavoro religioso e sul Tibet, aggiungendo che il seminario avrebbe aiutato a “promuovere la trasmissione sana” del Buddhismo tibetano e a renderlo “compatibile con la società socialista”. Si legge inoltre che il seminario avrebbe “guidato i monaci e i seguaci verso una comprensione più oggettiva delle usanze storiche, dei rituali religiosi e delle politiche e regolae sulla reincarnazione dei Buddha viventi”. Si segnala, ancora, che i monaci hanno “compreso” l’importanza dell’approvazione governativa rispetto alla reincarnazione, facendo riferimento a una norma del 2007 che prevede l’imprimatur di Pechino alla scelta del Buddha vivente reincarnato.


Il Dalai Lama non è menzionato nell’articolo, ma è evidente che la questione più imminente riguarda proprio la sua reincarnazione che rappresenta la controversia politico-religiosa più imminente rispetto alla questione tibetana. Pechino accusa il premio Nobel per la pace di essere “separatista” e di aver incitato disordini tra i tibetani in Cina negli anni ’80 e nel 2008. Da tempo ci sono preoccupazioni che la sua morte possa innescare tensioni.


L’attuale Dalai Lama, che ha compiuto 89 anni a luglio, ha indicato che affronterà la questione della sua reincarnazione quando compirà 90 anni. Nelle scorse settimane era negli Stati uniti, dove si è sottoposto a un’operazione chirurgica e ha colto l’occasione per incontrare esponenti dell’Amministrazione Usa, facendo infuriare Pechino. Tenzin Gyatso, questo il nome laico del XIV Dalai Lama, è considerato la manifestazione terrena del bodhisattva cosmico Avalokitesvara, una delle principali entità spiriturali del Buddhismo. E’ in disaccordo con Pechino sulla reincarnazione di diversi altri Buddha viventi tibetani. dal canto suo, rivendica il diritto di dire la sua sulle reincarnazioni. Secondo la tradizione buddista tibetana, quando il Dalai Lama muore, viene reincarnato come un bambino. Questo bambino deve essere trovato attraverso una serie di ricerche e rituali. La selezione era tradizionalmente fatta da autorevoli monaci tibetani rispettati. Un imperatore della dinastia Qing (1644-1911) ha cercato di mettere in pratica un rituale simile a una lotteria, noto come l’Urna d’Oro, a partire dalla fine del XVIII secolo. Ma la tradizione è stata interrotta da tumulti e guerre in Cina all’inizio del XX secolo. Il rituale è stato successivamente approvato dal Partito comunista cinese e incorporato nelle normative ufficiali nel 2007. Dopo la morte di un altro leader religioso tibetano, il Panchen Lama, nel 1989, una squadra di ricerca guidata dal governo cinese ha identificato un bambino come sua reincarnazione attraverso il rituale dell’Urna d’Oro nel 1995. Il Dalai Lama ha rifiutato di riconoscerlo. Secondo la tradizione, il prossimo Dalai Lama deve essere riconosciuto dall’attuale Panchen Lama, che siede nel Comitato permanente della Conferenza consultiva politica del popolo cinese, il massimo organo consultivo politico del paese. Il Tibet è stato conquistato dall’Esercito popolare di liberazione nel 1950, un anno dopo che il Partito comunista aveva vinto la guerra civile cinese. Il Dalai Lama vive in esilio in India dal 1959, dopo aver abbandonato una rivolta fallita contro il dominio cinese.

Giappone e Australia rafforzano la loro cooperazione militare

Giappone e Australia rafforzano la loro cooperazione militareRoma, 5 set. (askanews) – In una regione in rapida evoluzione con la sempre maggiore assertività della Cina, il Giappone e l’Australia si sono oggi promessi un rafforzamento dei legami militari.


“In un contesto di sicurezza sempre più difficile nell’Indo-Pacifico, dobbiamo costantemente elevare la cooperazione in materia di sicurezza tra Giappone e Australia a un nuovo livello”, ha detto Yoko Kamikawa, ministra degli Esteri che ha preso parte a un vertice 2+2 (ministri degli Esteri e della Difesa dei due paesi) a Melbourne. Tokyo e Canberra hanno raggiunto un accordo per una maggiore cooperazione aerea e per un aumento delle esercitazioni militari congiunte. Hanno inoltre concordato un sostegno per le Filippine, che sono in pieno conflitto nel Mar cinese meridionale con Pechino.


La ministra degli Esteri australiana Penny Wong ha affermato che ci sono”serie preoccupazioni” per le recenti incursioni negli spazi aereo e marittimo giapponese da parte di unità cinesi. Sia Giappone che Australia sono parte dell’alleanza di sicurezza Quad con Stati uniti e India.

Xi punta sull’Africa: promesse per quasi 50 mld di euro

Xi punta sull’Africa: promesse per quasi 50 mld di euroRoma, 5 set. (askanews) – La Cina punta sull’Africa, continente giovane e ricco di materie prime necessarie per le nuove tecnologie. Il presidente cinese Xi Jinping, in un atteso discorso al Forum sulla cooperazione Cina-Africa (FOCAC), ha fatto una serie di promesse per 10 pacchetti di sviluppo, totale 360 miliardi di yuan (46,7 miliardi di euro), nonostante la situazione di esposizione debitoria che la Repubblica popolare sta vivendo.


“Tenendo a mente la sua futura crescita, propongo che le relazioni bilaterali tra la Cina e tutti i paesi africani che hanno relazioni diplomatiche con la Cina siano elevate al livello di relazioni strategiche”, ha affermato Xi durante la cerimonia di apertura del forum nella Grande Sala del Popolo, davanti a oltre 50 leader e dirigenti africani presenti al forum. “Grazie a quasi 70 anni di sforzi instancabili da entrambe le parti, le relazioni Cina-Africa sono ora al loro apice storico”, ha continuato il leader cinese. Dei 360 miliardi di yuan di finanziamenti, 210 miliardi saranno sotto forma di prestiti, mentre il resto sarà fornito tramite varie forme di assistenza, tra cui 70 miliardi di yuan per promuovere gli investimenti delle imprese cinesi in Africa. I prestiti corrispondono a una media di circa 10 miliardi di dollari all’anno per i prossimi tre anni, simile agli impegni annuali promessi attraverso l’Iniziativa Belt and Road circa un decennio fa.


Il leader di Pechino ha tra l’altro proposto un rafforzamento della cooperazione militare, annunciando uno stanziamento di 1 miliardo di yuan (127 milioni di euro) che sarà utilizzato per l’addestramento di 6.000 militari e 1.000 agenti di polizia e ufficiali delle forze dell’ordine dei paesi africani, nell’ambito dell’Iniziativa di sicurezza globale, lanciata dal Repubblica popolare. “La Cina è disposta ad aiutare l’Africa a migliorare la sua capacità di mantenere autonomamente pace e stabilità”, ha detto Xi. Non è tuttavia chiaro quali siano i paesi destinatari, ma lo scorso anno alcuni lavoratori cinesi in una miniera d’oro nella Repubblica centrafricana sono stati uccisi da gruppi armati. Inoltre, in Gibuti esiste l’unica base militare all’estero di Pechino.


Pechino – ha spiegato ancora Xi – è pronta a lavorare con l’Africa “per creare una piattaforma di condivisione delle esperienze di governance, una rete di conoscenza Cina-Africa per lo sviluppo e 25 centri di studi su Cina e Africa”. Inoltre “inviterà 1.000 membri dei partiti politici africani per approfondire gli scambi sulle esperienze di governance statale e di partito”. Il presidente cinese ha anche annunciato che la Cina aprirà “volontariamente il proprio mercato” alle merci africane e ha concederà ai paesi meno sviluppati, che intrattengono relazioni diplomatiche con la Cina (e quindi non con Taiwan), inclusi 33 paesi africani, “un trattamento a zero dazi su tutte le linee tariffarie”. La Cina sarà quindi il primo grande paese in via di sviluppo a fare un tale passo, che, secondo Xi, trasformerà il grande mercato cinese in una “grande opportunità per l’Africa”. Espanderà, inoltre, l’accesso ai prodotti agricoli africani e intensificherà la cooperazione in settori come l’e-commerce, oltre a lancerà un “programma di miglioramento della qualità Cina-Africa”.


Su base bilaterale, Xi ha spiegato che verranno stipulati accordi quadro di partenariato economico con i paesi africani. Per rafforzare la cooperazione nelle catene industriali, la Cina intende inoltre promuovere la Zona pilota per la cooperazione economica e commerciale Cina-Africa e lanciare un programma di empowerment per le piccole e medie imprese africane, con la costituzione congiunta anche di un centro di cooperazione digitale Cina-Africa, e saranno avviati 20 progetti dimostrativi digitali. Xi, ancora, ha chiarito che la che Pechino realizzerà 30 progetti di connettività infrastrutturale in Africa nell’ambito dell’Iniziativa Belt and Road. Sul fronte della salute, Xi ha annunciato la creazione di un’alleanza ospedaliera per inviare 2mila operatori sanitari e lanciare 20 programmi per la costruzione di strutture sanitarie e per la cura della malaria. Verranno inviati anche decine di milioni di euro in assistenza alimentare d’emergenza e lavorerà per un’alleanza nel campo dell’innovazione agricola per il rafforzamento degli investimenti. In termini di scambi culturali, la Cina stabilirà un’accademia di tecnologia ingegneristica e costruirà 10 officine Luban in Africa, offrendo 60mila opportunità di formazione, principalmente per donne e giovani. Le due parti hanno anche concordato di designare il 2026 come “Anno degli scambi tra i popoli Cina-Africa”. Nel campo dello sviluppo sostenibile, la Cina lancerà 30 progetti di energia pulita in Africa, creerà un forum Cina-Africa sull’uso pacifico della tecnologia nucleare e collaborerà su progetti di telerilevamento satellitare e esplorazione spaziale. Un menù molto ricco, insomma, che però pone qualche dubbio negli osservatori. In particolare la struttura dei prestiti, che in altri paesi asiatici (come lo Sri Lanka e il Pakistan) hanno creato grossi problemi, appare piuttosto stretta. Inoltre ci sono dubbi sulla capacità dei paesi africani di restituire questi prestiti, alla luce della poca capacità regolatoria e dell’instabilità politica. Nello stesso tempo, i governi di molti paesi sentono il bisogno di raggiungere obiettivi di sviluppo per i quali servono fondi. E la proposta cinese, quindi, ha un profilo piuttosto allettante.

Cina: internet, il rock, la pop music minacce alla sicurezza

Cina: internet, il rock, la pop music minacce alla sicurezzaRoma, 4 set. (askanews) – La Cina di Xi Jinping ha individuato una serie di minacce culturali alla sua sicurezza, alcune nuove altre meno, che potrebbero essere vettori di “rivoluzioni colorate”: si tratta del rock’n roll, della musica pop, di internet e di altri prodotti culturali occidentali. Li segnala il nuovo libro di testo adottato ufficialmente nei corsi universitari sull’educazione alla sicurezza.


Il libro di testo – spiega oggi il South China Morning Post – è stato adottato ffucialmente la scorsa settimana e rappresenta un’ulteriore stretta nel controllo ideologico sulla base del pensiero di Xi nelle istituzioni di formazione cinesi. Il “Manuale di educazione alla sicurezza nazionale per gli studenti”, secondo quanto riferisce il Quotidiano del Popolo, organo ufficiale del Partito comunista cinese, sarà uno strumento che dovrà essere adottato dagli studenti delle università, i quali dovranno vigilare contro l’adozione di tratti culturali occidentali che possano innescare le “rivoluzioni colorate”.


“Internet è il principale canale di comunicazione, mentre la cultura popolare, dalla musica pop al rock, sono spesso utilizzate per peomuovere le rivoluzioni colorate”, segnala il libro di testo. Il libro è basato su una serie di discorsi del presidente Xi. Il ministero dell’Educazione ha raccomandato agli insegnanti di utilizzare pienamente l’uso di questo supporto educativo, sulla base del principio enunciato dal presidente nel 2014 di “sicurezza nazionale complessiva”, cioè da implementare a tutti i livelli.


Nel libro si sostiene che l’incapacità di tenere sotto controllo la sicurezza nazionale è stata la principale causa del crollo dell’ex Unione sovietica, che aveva abbandonato il marxismo e il monopartitismo. E’ quindi “imperativo” rafforzare la “sensibilità alla sicurezza nazionale nell’università e gli individui devono mantenere l’iniziativa e lottare”. Persino nelle scuole elementari, i nuovi libri di testo pingono una certa enfasi proorio sul tema della sicurezza nazionale e sulla cultura autoctona.


La Cina dal 2015 si è dotata di una Giornata per l’educazione alla sicurezza nazionale.