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Chip, TSMC: calo di utili nel terzo trimestre su base annua

Chip, TSMC: calo di utili nel terzo trimestre su base annuaRoma, 19 ott. (askanews) – TSMC, il gigante taiwanese dei chip, ha annunciato oggi un fatturato consolidato di 546,73 miliardi di dollari taiwanesi (16 miliardi di euro) e un utile netto di 211 miliardi di dollari taiwanesi (6,2 miliardi di euro). Rispetto al secondo trimestre 2023, i risultati del terzo trimestre hanno rappresentato un aumento del 13,7% dei ricavi e del 16,1% dell’utile netto. Anno su anno, i ricavi del terzo trimestre sono diminuiti del 10,8%, mentre l’utile netto e utile per azione sono entrambi diminuiti del 24,9%.

In dollari statunitensi, i ricavi del terzo trimestre sono stati di 17,28 miliardi di dollari. Il margine lordo per il trimestre è stato del 54,3%, il margine operativo è stato del 41,7% e il margine di profitto netto è stato del 38,6%. Nel terzo trimestre, le spedizioni di wafer da 3 nanometri hanno rappresentato il 6% del fatturato totale dei wafer; 5 nanometri il 37%; 7 nanometri il 16%. Le tecnologie avanzate, definite come tecnologie a 7 nanometri e più avanzate, rappresentano il 59% del fatturato totale dei wafer.

“La nostra attività nel terzo trimestre è stata supportata dalla forte crescita della nostra tecnologia a 3 nanometri leader del settore e dalla maggiore domanda di tecnologie a 5 nanometri, parzialmente controbilanciata dal continuo aggiustamento delle scorte da parte dei clienti”, ha affermato Wendell Huang, vicepresidente e capo delle finanze di TSMC. “Entrando nel quarto trimestre del 2023, prevediamo che la nostra attività sarà supportata dalla continua e forte crescita della nostra tecnologia a 3 nanometri, parzialmente compensata dal continuo aggiustamento delle scorte da parte dei clienti”. Sulla base delle attuali prospettive di business, il management di TSMC prevede che la performance complessiva per il quarto trimestre 2023 registrerà ricavi tra 18,8 miliardi di dollari e 19,6 miliardi di dollari.

Cina, Country Garden smentisce la fuga del fondatore e della figlia

Cina, Country Garden smentisce la fuga del fondatore e della figliaRoma, 19 ott. (askanews) – La grande compagnia cinese di sviluppo immobiliare a rischio default Country Garden ha ha diffuso oggi una dichiarazione nella quale smentisce le voci, diffuse da diverse piattaforme social, secondo le quali il suo fondatore e la presidente sarebbero fuggiti dalla Cina, dopo che apparentemente la compagnia ha mancato il pagamento di interessi per 15 milioni di dollari su debito offshore alla scadenza del periodo di grazia di un mese.

La società ha dovuto precisare il suo fondatore, Yeung Kwok-keung (Yang Guoqiang), e sua figlia Yang Huiyan, che è presidente della società, stanno ancora “lavorando normalmente” in Cina. Country Garden ha anche affermato di riservarsi il diritto di “rivalersi contro chi diffonde voci dannose”. La notizia viene nel mezzo di una tempesta perfetta per Country Garden. Secondo quanto riferito da alcuni creditori al Financial Times, il promotore immobiliare non sarebbe riuscito a pagare cedole per 15 milioni di dollari, che erano già in periodo di grazia scaduto ieri. Se confermato, si tratterebbe del suo primo default in assoluto sul debito offshore.

Country Garden, dal canto suo, non ha dato conferme sul mancato pagamento, ma ha affermato che sta cercando di far fronte ai suoi obblighi cercando una “soluzione globale”, ammettendo però che non riuscirà a onorare tutti i debiti offshore. In una dichiarazione ufficiale resa alla borsa di Hong Kong il 10 ottobre, il presidente di Country Garden Mo Bin ha riconosciuto che la società non era già riuscita a onorare 470 milioni di dollari di Hong Kong (60 milioni di dollari) di debiti, senza rivelare ulteriori dettagli. Mo ha sottolineato che la società non dispone di liquidità sufficiente per “adempiere a tutti i suoi obblighi di pagamento offshore”.

La compagnia ha registrato una perdita netta di 48,9 miliardi di yuan (6,7 miliardi di dollari) nei primi sei mesi di quest’anno. I suoi debiti in essere sotto forma di titoli senior, obbligazioni convertibili, obbligazioni societarie e prestiti bancari e di altro tipo ammontavano a 257,9 miliardi di yuan (35,2 miliardi di dollari) alla fine di giugno, con 108,7 miliardi di yuan (14,8 miliardi di dollari) da pagare entro un anno. La società disponeva di liquidità e mezzi equivalenti per 101,1 miliardi di yuan (13,8 miliardi di dollari). La società, con sede a Foshan, ha ingaggiato China International Capital Corp e Houlihan Lokey come consulenti finanziari e Sidley Austin come consulente legale per valutare la struttura del capitale e la liquidità.

Foxconn e Nvidia creeranno “fabbriche d’intelligenza artificiale”

Foxconn e Nvidia creeranno “fabbriche d’intelligenza artificiale”Roma, 18 ott. (askanews) – Il principale assemblatore di iPhone, la taiwanese Foxconn, e lo sviluppatore di chip Usa Nvidia hanno annunciato una collaboraziones stretta nel campo dell’intelligenza artificiale con l’idea di costruire “fabbriche d’intelligenza artificiale” nel mondo.

Il presidente e CEO di Foxconn Young Liu e il CEO di Nvidia Jensen Huang sono apparsi insieme all’evento annuale della giornata tecnologica di Foxconn a Taipei per discutere della collaborazione e per presentare l’ultimo veicolo elettrico firmato Foxconn. “È emerso un nuovo tipo di produzione: la produzione di intelligenza, e i data center che la producono sono fabbriche di intelligenza artificiale”, ha detto Huang. “Foxconn, la più grande realtà manifatturiera al mondo, ha le competenze e le dimensioni necessarie per costruire fabbriche di intelligenza artificiale a livello globale. Siamo lieti di espandere la nostra partnership decennale con Foxconn con lo scopo accelerare la rivoluzione industriale dell’intelligenza artificiale”.

Saranno tre i campi di collaborazione stretta tra le due compagnie. La vettura elettrica Foxconn Smart EV sarà costruita su piattaforma di nuova generazione NVIDIA DRIVE Hyperion 9 per flotte automobilistiche autonome, alimentata da NVIDIA DRIVE Thor, il suo futuro superchip automobilistico. Inoltre i sistemi robotici Foxconn Smart Manufacturing saranno costruiti sulla piattaforma robotica mobile autonoma NVIDIA Isaac AMR. Ancora, Foxconn Smart City incorporerà la piattaforma di analisi video intelligente NVIDIA Metropolis. Nell’evento Foxconn ha anche presentato il suo ultimo modello di veicolo elettrico, cercando di diventare uno dei principali attori nel settore automobilistico. “Foxconn si sta trasformando da società di servizi manifatturieri in società di soluzioni di piattaforma”, ha affermato Liu in un discorso per dirigenti e giornalisti. “Sono così entusiasta di mostrare il nostro ultimo modello EV. Questo è il Modello B”.

Suzuki produrrà in India auto elettriche da esportare in Europa

Suzuki produrrà in India auto elettriche da esportare in EuropaRoma, 18 ott. (askanews) – Suzuki Motor farà dell’India il suo hub di produzione di veicoli elettrici e dal paese dell’Asia meridionale intende esportare le vetture anche in Europa e nello stesso Giappone. Lo scrive il Nikkei.

Suzuki esporterà in Giappone i primi veicoli elettrici prodotti in India già dal 2025. La casa automobilistica giappoinese ha scelto l’India come primo hub di produzione di veicoli elettrici per l’enorme potenziale del mercato interno e i minori costi di produzione. La sua filiale indiana Maruti Suzuki è la più grande casa automobilistica indiana con una quota di circa il 40% del mercato delle autovetture.

Le case automobilistiche giapponesi silutamente mantengono lo sviluppo delle loro tecnologie nell’Arcipelago e solo in seguito aprono linee di produzione all’estero. Maruti Suzuki stabilirà una nuova linea per veicoli elettrici nello stato occidentale del Gujarat, dove la produzione inizierà nell’autunno del 2024. Dopo essersi affermata nel mercato indiano, affinerà la velocità di sviluppo e la competitività in termini di costi per competere con i concorrenti cinesi, che stanno aumentando la loro quota nel mercato globale dei veicoli elettrici, lanciando auto a prezzi ragionevoli. A tal fine, Suzuki spera di esportare piccoli SUV a prezzi compresi tra 3 milioni di yen (19mila euro) e 4 milioni di yen (25mila euro).

Apple, Tim Cook in Cina visita impianto del fornitore Luxshare

Apple, Tim Cook in Cina visita impianto del fornitore LuxshareRoma, 18 ott. (askanews) – Nella sua visita in Cina Tim Cook, il numero uno di Apple, ha incluso anche una puntata negli impianti di produzione gestiti da Luxshare Precision Industry Co., uno snodo importante della sua catena di fornitura per il visore per realtà mista Vision Pro. Lo racconta oggi il South China Morning Post.

Cook è stato avvistato stamani mentre visitava una fabbrica di proprietà di Luxshare – un importante fornitore di Apple AirPods che ha anche vinto ordini di iPhone 15 ed è stato nominato assemblatore di Vision Pro – nella parte settentrionale della provincia orientale dello Zhejiang, secondo quanto riferito da Shanghai Securities News, una testata di proprietà statale. Alcune foto di questa visita sono state pubblicate sull’account di Cook sul servizio di microblogging Weibo. Sempre oggi Cook ha incontrato il ministro del Commercio cinese Wang Wentao a Pechino. Questi ha garantito che dle multinazionali come Apple continuano ad essere benvenute nel paese, secondo una dichiarazione pubblicata sul sito web del ministero. Una rassicurazione che viene dopo che alcune amministrazioni locali cinesi hanno vietato ai loro dipendenti l’utilizzo in servizio di iPhone.

Il tour della fabbrica di Luxshare mostra inoltre come Apple sia ancora interessata a mantenere la sua catena di fornitura cinese, dopo che vari fornitori del gruppo hanno diversificato il lavoro di assemblaggio in paesi come India e Vietnam. La visita alla fabbrica di Cook arriva poche settimane dopo che il media statale China Daily ha riferito che Luxshare si stava già preparando per il lavoro di assemblaggio del Vision Pro.

Le aziende della Cina continentale e di Taiwan costituivano più della metà del numero totale di fornitori coinvolti nella produzione di Vision Pro, che comprende anche le società sudcoreane Samsung Electronics e LG Electronics e la giapponese Sony Corp. Luxshare è stata co-fondata nel 2004 da Grace Wang Laichun, originaria della città di Shantou, nella provincia meridionale del Guangdong. Dopo 10 anni di lavoro presso la catena di montaggio dei connettori per cavi della Foxconn sulla terraferma, Wang lasciò l’azienda e fondò la compagnia assieme a suo fratello.

Cina, Country Garden: non riusciamo a onorare parte debito offshore

Cina, Country Garden: non riusciamo a onorare parte debito offshoreRoma, 18 ott. (askanews) – Lo sviluppatore immobiliare cinese a rischio default Country Garden Holdings ha dichiarato oggi di non essere in grado di adempiere a tutti i suoi obblighi sul debito offshore. Lo riferisce Nikkei Asia.

“La società non è in grado di soddisfare in tempo tutti gli obblighi di rimborso dei suoi debiti esteri”, ha dichiarato la compagnia in una comunicazione. Ieri Country Garden si trovava a dover pagare interessi per 15 milioni di dollari per la scadenza di un periodo di grazia di 30 giorni dopo aver mancato la data di pagamento del 18 settembre.

La compagnia non ha specificato quali obblighi di debito non è in grado di adempiere in tempo e se abbia effettuato il pagamento di 15 milioni di dollari. Tuttavia, la società ha affermato che spera di negoziare una “soluzione globale” per risolvere la sua crisi finanziaria. In una dichiarazione ufficiale resa alla borsa di Hong Kong il 10 ottobre, il presidente di Country Garden Mo Bin ha riconosciuto che la società non era già riuscita a onorare 470 milioni di dollari di Hong Kong (60 milioni di dollari) di debiti, senza rivelare ulteriori dettagli. Mo ha sottolineato che la società non dispone di liquidità sufficiente per “adempiere a tutti i suoi obblighi di pagamento offshore”, anticipando sostanzialmente la dichiarazione di mercoledì.

La compagnia ha registrato una perdita netta di 48,9 miliardi di yuan (6,7 miliardi di dollari) nei primi sei mesi di quest’anno. I suoi debiti in essere sotto forma di titoli senior, obbligazioni convertibili, obbligazioni societarie e prestiti bancari e di altro tipo ammontavano a 257,9 miliardi di yuan (35,2 miliardi di dollari) alla fine di giugno, con 108,7 miliardi di yuan (14,8 miliardi di dollari) da pagare entro un anno. La società disponeva di liquidità e mezzi equivalenti per 101,1 miliardi di yuan (13,8 miliardi di dolari).

Cina, Xi promette una Belt and Road più “piccola” ma “intelligente”

Cina, Xi promette una Belt and Road più “piccola” ma “intelligente”Roma, 18 ott. (askanews) – Xi Jinping non rinuncia all’Iniziativa Belt and Road, un vettore della geopolitica cinese da lui voluto con la prospettiva di riaprire le antiche “vie della seta” e restaurare l’antica centralità cinese nell’Eurasia. Ma le idee grandiose d’un tempo oggi appaiono ridimensionate, come meno brillante e rapida è la crescita dell’economia di Pechino. E così, il presidente cinese oggi ha chiarito che i futuri progetti della Belt and Road saranno “piccoli ma intelligenti” e orientati al mercato.

Xi ha parlato in un discorso ai leader e agli uomini d’affari stranieri riuniti a Pechino, proponendo di migliorare la connettività attraverso l’integrazione di porti e rotte marittime e terrestri tra Asia ed Europa. “La cooperazione Belt and Road è passata a un’altra fase: dal disegnare i contorni abbiamo progredito al riempire i dettagli”, ha detto Xi ai delegati nella Grande Sala del Popolo, celebrando i 10 anni del programma. “Siamo ora impegnati nel lancio – ha detto il leader cinese – di un gran numero di progetti esclusivi e programmi ‘piccoli ma intelligenti’ incentrati sulle persone.” Ad ascoltarlo erano presenti un migliaio di personalità, tra le quali una ventina di capi di stato e di governo. Ma quello che certamente ha spiccato di più è stato Vladimir Putin, il leader russo che ormai esce poco dal territorio della Federazione dopo l’inizio del conflitto ucraino e il mando di arresto spiccato dalla Corte Penale Internazionale. Con lui Xi ha avuto a margine un bilaterale.

Il terzo summit Belt and Road viene in un momento di rallentamento della crescita cinese e questo ha posto dubbi sulla capacità di Pechino di continuare ad alimentare il programma. Secondo i dati compilati dal Global Development Policy Center dell’Università di Boston, i prestiti cinesi all’Africa – uno degli obiettivi principali di Belt and Road – sono diminuiti in modo significativo e sono scesi al di sotto dei 2 miliardi di dollari nel 2021 e nel 2022. A questo vanno aggiunti i dubbi di diversi paesi che hanno aderito al programma, ma poi si sono interrogati sull’impatto che il debito nei confronti di Pechino può avere sulla loro sovranità e prospettive economiche future. Inoltre il contesto geopolitico maggiormente polarizzato ha messo in discussione le relazioni, tanto che un paese come l’Italia – unico membro del G7 ad aver firmato un memorandum d’intesa con Pechino per aderire all’iniziativa – potrebbe non rinnovarlo alla sua scadenza a fine anno.

Xi però non ha alcuna intenzione di mandare in cantina questo progetto. La settimana scorsa Pechino ha diffuso un libro bianco sul programma intitolato “L’Iniziativa Belt and Road: un pilastro-chiave della comunità globale di un futuro condiviso”. In questo documento è precisato che Belt and Road continuerà a essere parte della strategia generale di Pechino e che “la Cina è pronta ad aumentare il suo apporto di risorse nella cooperazione globale”. Inoltre, alla vigilia del forum, Xi ha ospitato un banchetto BRI durante il quale ha promesso: “Dobbiamo intraprendere con slancio ed entusiasmo il nuovo viaggio verso un altro decennio d’oro”. Secondo la Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (NDRC), la principale agenzia di pianificazione economica del paese, a giugno la Cina aveva firmato più di 200 accordi di cooperazione con 152 nazioni e 32 istituzioni internazionali in cinque continenti nell’ambito dell’iniziativa. Dal 2013 al 2022, gli investimenti cumulativi bilaterali tra la Cina e i paesi partner hanno raggiunto i 380 miliardi di dollari, di cui 240 miliardi di dollari provengono dalla Cina.

Xi ha oggi annunciato che la China Development Bank e la Export-Import Bank of China istituiranno strumenti di finanziamento per 350 miliardi di yuan (48 miliardi di dollari), insieme a un’iniezione di 80 miliardi di yuan (11 miliardi di dollari) nel Fondo della Via della Seta per sostenere progetti “sulla base del mercato e del funzionamento degli affari.” Il presidente cinese ha insistito ancora sul fatto che Belt and Road è un’iniziativa incentrata sul reciproco vantaggio e che si oppone alla concezione del mondo basata sui blocci, alla coercizione economica, alla spinta al disaccoppiamento economica. Un richiamo che ha una presa sul Sud globale, rispetto a un Occidente visto come arroccato attorno agli Stati uniti in una fase di intensa tempesta geopolitica.

Ia, la sfida cinese: per Baidu Ernie ha superato ChatGPT-4

Ia, la sfida cinese: per Baidu Ernie ha superato ChatGPT-4Roma, 17 ott. (askanews) – Era stato presentato come la sfida cinese a ChatGPT nello scetticismo generale. Oggi il gigante cinese dei motori di ricerca, Baidu, ha affermato che il suo software d’intelligenza artificiale generativa, Ernie, s’è affinato raggiungendo i livelli di GPT-4, la versione più avanzata del modello linguistico di grandi dimensioni sviluppato da OpenAI.

Il co-fondatore e amministratore delegato dell’azienda Robin Li Yanhong, secondo quanto riferisce South China Morning Post, ha presentato una dimostrazione di Ernie Bot 4 alla conferenza Baidu World 2023 a Pechino. Il miliardario ha mostrato l’abilità del bot nel comprendere domande complesse, generare immagini e gestire l’aritmetica di base. “Ernie Bot ha completato una serie di aggiornamenti significativi nelle sue capacità di comprensione, suggerimento, ragionamento e memorizzazione”, ha affermato Li. “Le sue capacità – ha aggiunto – non sono affatto inferiori rispetto a GPT-4.”

In Cina è una vera e propria corsa a caccia di ChatGPT, lanciata da OpenAI a novembre 2022. Sono un centinaio i concorrenti presentati quest’anno dalle aziende tecnologiche cinesi, a partire da giganti come Alibaba e Tencent. ChatGPT – come anche il suo principale concorrente, Bard di Google – non sono ufficialmente disponibili in Cina, quindi i Big Tech cinesi stanno operando in un contesto di sostanziale mancanza di concorrenza da parte degli attori stranieri.

In questo contesto, inoltre, si è mossa anche l’autorità regolatoria dello stato cinese, che ha acceso un faro sull’intelligenza artificiale. Quest’anno Pechino hanno emanato nuove linee guida e regole intese a garantire che i contenuti generati dall’intelligenza artificiale siano in linea con le narrazioni ufficiali. Una particolare attenzione è dedicata a quei contenuti considerati sensibili, rispetto ai quali si cerca d’imporre una tagliola Quando vengono poste domande su argomenti considerati delicati in Cina, Ernie Bot di Baidu interrompe il dialogo suggerendo altri argomenti di conversazione.

Baidu aveva precedentemente affermato che il suo Ernie Bot 3.5 aveva superato il GPT 3.5 di OpenAI in termini di comprensione quando ha lanciato quella versione a giugno. Oggi ha detto che il suo modello ha persino superato GPT-4 in alcune funzionalità in lingua cinese, ha affermato la società. Negli ultimi mesi, Baidu ha rinnovato una serie di sue app, tra cui ricerca e mappe, per includere nuove funzionalità che attingono a Ernie Bot. Baidu ha lanciato per la prima volta i test Ernie Bot a marzo e li ha aperti al grande pubblico dopo aver ottenuto l’approvazione del governo in agosto. Ora ha una base di utenti di 45 milioni e 54mila sviluppatori, ha detto martedì Wang Haifeng, chief technology officer di Baidu.

Cina, compagnie statali annunciano piani riacquisti azioni

Cina, compagnie statali annunciano piani riacquisti azioniRoma, 17 ott. (askanews) – Sei grandi compagnie statali hanno presentatopiani di riacquisto di azioni per un valore totale di 4 miliardi di yuan (521 milioni di euro), in un segnale di attenzione da parte di Pechino per la stabilizzazione dei mercati azionari.

Ieri sera Baoshan Iron and Steel, China Three Gorges Renewables e altre quattro società quotate di proprietà del governo centrale cinese (SOE) hanno presentato alle borse di Shenzhen e Shanghai in dichiarazioni separate i loro piani di buy-back di azioni. Baoshan Steel, il più grande produttore mondiale di lega, ha presentato il piano più aggressivo, affermando che spenderà fino a 3 miliardi di yuan (391 milionid di euro) in riacquisti nei prossimi 12 mesi, da tenere come azioni proprie ai fini dei futuri incentivi per i dipendenti.

Il produttore di energia verde China Three Gorges prevede di riacquistare le sue azioni spendendo tra 300 e 500 milioni di yuan nel prossimo anno, mentre China Railway Construction e il produttore di telecamere di sorveglianza Hangzhou Hikvision Digital Technology hanno dichiarato che spenderanno 300 milioni di yuan ciascuno per i riacquisti nei prossimi sei mesi. La principale società mineraria China Coal Energy ha dichiarato di voler riacquistare fino a 50 milioni di azioni nei prossimi 12 mesi, ma non ha rivelato dettagli finanziari, e il produttore di semiconduttori China Resources Microelectronics ha dichiarato che spenderà almeno 100 milioni di yuan per riacquistare le sue azioni nel corso del 2024.

Toyota ferma produzione in 10 linee di produzione in Giappone

Toyota ferma produzione in 10 linee di produzione in GiapponeRoma, 17 ott. (askanews) – Toyota Motor ha annunciato oggi di aver dovuto fermare 10 linee di produzione in sei stabilimenti nel Giappone centrale poiché sta avendo difficoltà nell’approvvigionamento di molle in seguito a un’esplosione presso uno dei suoi fornitori. Non si sa quando le operazioni potranno riprendere.

L’incidente è avvenuto lunedì pomeriggio presso la fabbrica di Chuo Spring nella città di Toyota, prefettura di Aichi, ha riferito la case automobilistica. Secondo Chuo Spring, due lavoratori di sesso maschile, uno sulla trentina e un altro sulla quarantina, sono rimasti feriti e uno è stato portato in ospedale per cure. L’esplosione ha danneggiato parte dell’impianto del fornitore, compreso il forno di essiccazione, e la causa dell’incidente è ancora oggetto di indagine, ha detto Chuo Spring.

Toyota ha 14 stabilimenti di assemblaggio in tutto il Giappone che producono automobili sia per il mercato nazionale che per quello estero.