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Cina, autorità pensano a fondo stabilizzazione mercato azionario

Cina, autorità pensano a fondo stabilizzazione mercato azionarioRoma, 13 ott. (askanews) – Le autorità del settore finanziario cinese hanno proposto la costituzione di un fondo di stabilizzazione per il mercato azionario in modo da accrescere la fiducia degli investitori in un momento di rallentamento della seconda economia del mondo. L’ha rivelato oggi il Financial Times.

La proposta sarebbe stata presentata da membri della Commissione regolatoria delle azioni cinesi e del ministero delle Finanze al Consiglio di Stato, l’esecutivo cinese. Il fondo dovrebbe ammontare ad almeno 1.000 miliardi di yuan (circa 130 miliardi di euro) per essere efficace, secondo una delle fonti del FT: I regolatori cinesi avrebbero iniziato a discutere l’idea già dal 2015, ma solo que’stanno la proposta ha preso corpo.

TSMC chiederà a Usa deroga permanente restrizioni impianto in Cina

TSMC chiederà a Usa deroga permanente restrizioni impianto in CinaRoma, 13 ott. (askanews) – Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC) ha chiesto l’approvazione permanente per fornire apparecchiature per chip statunitensi al suo stabilimento di Nanchino, in Cina, dopo che la sua licenza di un anno per gigante taieanese a Nikkei Asia.

“TSMC è stata autorizzata a continuare ad operare a Nanchino e attualmente stiamo richiedendo un’autorizzazione permanente per le nostre operazioni in Cina”, ha affermato il più grande produttore di chip al mondo. “Siamo stati informati dal Bureau of Industry and Security (BIS) di richiedere un’autorizzazione validata per l’utente finale, che fungerebbe da autorizzazione permanente”. Le autorizzazioni VEU esistono dal 2007, ma TSMC ha affermato che “non era necessario” richiedere tale licenza in passato. “Ci aspettiamo di ricevere un’autorizzazione permanente”, ha aggiunto la società.

Lo scorso anno il produttore di chip taiwanese ha ricevuto una licenza di un anno per continuare a ricevere supporto per le apparecchiature statunitensi per il suo impianto di chip a Nanchino. Il 7 ottobre dello scorso anno, gli Stati Uniti hanno introdotto ampi controlli sulle esportazioni per bloccare le spedizioni verso la Cina di qualsiasi nuova apparecchiatura in grado di produrre chip logici a livello di 14 nanometri o superiore.

Lo stabilimento di Nanchino di TSMC produce chip da 12 e 16 nm, generalmente considerati allo stesso livello di quelli da 14 nm, nonché chip meno avanzati da 28 e 22 nm. Più piccolo è il nanometro, più avanzati e potenti sono i chip. I controlli sulle esportazioni di Washington non solo impediscono ai produttori statunitensi di strumentazione per chip di supportare la produzione di fascia alta in Cina, ma vietano anche alle aziende di altri paesi, come TSMC, di utilizzare apparecchiature di fabbricazione americana per i clienti cinesi in determinate circostanze senza l’approvazione degli Stati Uniti.

La richiesta di TSMC per una licenza permanente per il suo stabilimento di Nanchino arriva mentre Washington si prepara a rafforzare ulteriormente i controlli sulle esportazioni.

Western Digital e Kioxia verso fusione area chip di memoria

Western Digital e Kioxia verso fusione area chip di memoriaRoma, 13 ott. (askanews) – Il produttore di chip statunitense Western Digital sta finalizzando i piani per scorporare la sua attività di memoria a semiconduttori e combinarla con la giapponese Kioxia Holdings nel tentativo di aumentare la competitività. Lo scrive oggi il Nikkei.

Western Digital sta collaborando con gli istituti finanziari per stabilire i termini della transazione. L’obiettivo è raggiungere un ampio accordo questo mese, ma deve affrontare l’opposizione del produttore di chip sudcoreano SK Hynix, che è un azionista indiretto di Kioxia. Kioxia, precedentemente Toshiba Memory, è la terza più grande azienda di memorie flash al mondo, mentre Western Digital è al quarto posto. Una fusione porterebbe le dimensioni dell’azienda in linea con quelle della sudcoreana Samsung Electronics, leader del mercato.

Un simile accordo dovrebbe essere approvato dalle autorità antitrust. Non è chiaro se possa ottenere l’approvazione in Cina. La fusione metterebbe Kioxia e le attività di memoria di Western Digital sotto un’unica holding. Kioxia deterrebbe il 63% e Western Digital il 37%, in base al valore aziendale. Dopo un adeguamento del capitale, la ripartizione finale sarebbe del 50,1% per Western Digital e del 49,9% per Kioxia.

Il presidente di Kioxia Nobuo Hayasaka diventerebbe presidente della società risultante dalla fusione e i rappresentanti di Kioxia costituirebbero la maggioranza del consiglio di amministrazione. La nuova società sarebbe registrata negli Stati Uniti, mentre la sua sede centrale sarebbe situata in Giappone. Il suo obiettivo sarebbe quotarsi al Nasdaq e alla Borsa di Tokyo.

I finanziatori, tra cui le tre principali banche del Giappone e la Banca per lo sviluppo del Giappone, stanno valutando la possibilità di fornire finanziamenti tra 1.500 e 1.900 miliardi di yen (9,5 e 12 miliardi di euro).

Cina, a neolaureati nel settore Ia stipendi da 2.400 euro mese

Cina, a neolaureati nel settore Ia stipendi da 2.400 euro meseRoma, 12 ott. (askanews) – Un rapporto pubblicato dalla piattaforma di reclutamento cinese Liepin segnala che i neo-laureati che entrano nel settore dell’intelligenza artificiale (Ia) sono i più pagati della Cina. Lo riferisce oggi il South China Morning Post.

Secondo il rapporto, i reclutatori del settore dell’intelligenza artificiale offrono uno stipendio medio di 18.592 yuan (2.400 euro) al mese ai laureati nel 2023, più di qualsiasi altro settore. Al secondo posto sono i giovani laureati che entrano in un alto comparto tech, quello della blockchain e, poi, in un paese che invecchia sempre più, vengono i neo-laureati che s’impegnano nel settore dell’assistenza agli anziani. Solo dopo vengono i giovani ingegneri dei settori aeronautico e aerospaziale e i laureati che entrano nel comparto dell’hardware dei computer.

Il rapporto sottolinea che c’è una grande sete di talenti nell’intelligenza artificiale. Le aziende cinesi si stanno affrettando ad assumere persone con competenze di intelligenza artificiale generativa per poter colmare il gap con le compagnie Usa che hanno già sfornato prodotti come ChatGPT. Lo stipendio medio offerto quest’anno dal settore dell’intelligenza artificiale è di oltre il 40% superiore rispetto ai livelli registrati negli ultimi tre anni. La domanda di talenti nell’Ia è triplicata rispetto a cinque anni fa. “La guerra dei talenti a livello nazionale ha reso i laureati un punto chiave di contesa tra le città”, afferma il rapporto, aggiungendo che città cinesi come Xian e Hefei stanno raddoppiando gli investimenti nel settore tecnologico. Secondo il rapporto, i lavori legati ai settori dell’informatica, di Internet e dei videogiochi rimangono l’obiettivo più popolare per i laureati, anche se parte dell’entusiasmo è diminuito negli ultimi due anni.

I lavori legati all’elettronica, alle telecomunicazioni e ai semiconduttori, nel frattempo, sono diventati la terza categoria più popolare, con un tasso di invio di CV quasi doppio rispetto al livello del 2021. In generale, i reclutatori in Cina hanno offerto uno stipendio medio di 10.342 yuan (1.335 euro) ai laureati nel 2023, leggermente inferiore ai 10.575 yuan (1.365 euro) del 2022. Liepin attribuisce il calo dei salari medi alle incertezze macroeconomiche degli ultimi anni, sottolineando che i salari sono ancora oltre i livelli visti nel 2021.

In termini di città, Pechino, sede di molti giganti tecnologici cinesi come Baidu e Meituan, offre lo stipendio medio più alto, seguita dal polo finanziario Shanghai e dai poli tecnologici di Shenzhen e Hangzhou. Quest’anno sono entrati nel mercato del lavoro un numero record di 11,6 milioni di laureati. La disoccupazione tra le persone di età compresa tra 16 e 24 anni è aumentata al livello record del 21,3% a giugno, dopodiché il governo ha dichiarato che avrebbe sospeso la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione giovanile.

TSMC produrrà chip avanzati in secondo impianto in Giappone

TSMC produrrà chip avanzati in secondo impianto in GiapponeRoma, 12 ott. (askanews) – Il gigante taiwanese dei chip Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC) sta progettando di produrre chip da 6 nanometri nel suo secondo impianto di produzione in costruzione in Giappone. Lo scrive oggi il Nikkei.

I chip verranno prodotti in un nuovo stabilimento che TSMC sta costruendo nel suo sito di Kumamoto, nel sud-ovest del Giappone. L’investimento totale è stimato a 2mila miliardi di yen (12,6 miliardi di euro), con il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria giapponese che prende in considerazione la possibilità di finanziare l’operazione con una cifra fino a circa 900 miliardi di yen (5,7 miliardi di euro). Il governo giapponese dovrebbe finalizzare entro la fine del mese la definizione di un pacchetto di stimoli economici per favorire la produzione nel paese di semiconduttori.

Giappone, governo chiederà scioglimento Chiesa dell’Unificazione

Giappone, governo chiederà scioglimento Chiesa dell’UnificazioneRoma, 12 ott. (askanews) – Il governo giapponese ha deciso oggi di chiedere un’ordinanza al tribunale per privare la Chiesa dell’Unificazione del suo status di ente religioso, dopo un’indagine nata sull’onda delle conseguenze per l’assassinio dell’ex primo ministro Shinzo Abe a luglio dello scorso anno da parte di un uomo che accusava l’uomo politico di contiguità alla chiesa. L’ha detto oggi il ministro della Cultura Masahito Moriyama.

Un’istanza al tribunale potrebbe già essere presentata domani, dopo aver raccolto i pareri degli esperti in una riunione dell’Agenzia per gli affari culturali. Se la corte emettesse l’ordinanza di scioglimento richiesta dal governo, la Chiesa dell’Unificazione – fondata in Corea del Sud dal convinto anticomunista Moon Sun-myung nel 1954 – perderebbe i suoi benefici fiscali come ente religioso. Questo, pur non impedendo il proselitismo, renderebbe molto più difficile l’operatività della chiesa. L’agenzia, prima di emettere il suo parere, ha raccolto le testimonianze di più di 170 persone che hanno evidenziato come la chiesa sollecitasse massicce donazioni da parte dei seguaci, ha detto Moriyama. L’uomo che ha ucciso Abe, Tetsuya Yamagami, accusava la Chiesa dell’Unificazione di aver rovinato la sua famiglia spillando alla madre – una seguece del gruppo – denaro.

Yamagami ha sostenuto di aver preso di mira Abe, dopo aver verificato l’impossibilità di colpire i vertici della chiesa, per la contiguità della famiglia del politico con Moon e il suo movimento. Nobusuke Kishi, nonno di Shinzo Abe che fu a sua volta primo ministr, favorì in maniera concreta il radicamento in Giappone della chiesa. Dopo l’uccisione di Abe, sono emersi legami stretti tra diversi parlamentari del Partito liberaldemocratico, guidato dal primo ministro Fumio Kishida, e la Chiesa dell’Unificazione. Il premier ha così deciso di riconquistare consenso, calato in seguito a queste rivvelazioni, tenendo una posizione ferma contro la Chiesa che fu del reverendo Moon, nota per pratiche come i matrimoni di massa e per gli stretti rapporti con politici conservatori.

È probabile che la Corte distrettuale di Tokyo emetta una sentenza basata sulle prove presentate dal governo riguardo all’organizzazione, che è formalmente nota come “Federazione delle famiglie per la pace e l’unificazione mondiale”. Le autorità – in base a una legge approvata dopo gli attentati al gas nervino sarin alla metropolitana di Tokyo del 1995 da parte del movimento religioso Aum Shinri-kyo – possono chiedere ai tribunali di ordinare lo scioglimento nei casi in cui un ente religioso “commette un atto che è chiaramente ritenuto dannoso in modo sostanziale per il benessere pubblico”. Quando ciò accade, perde i benefici fiscali come ente religioso.

Dallo scorso novembre, l’Agenzia per gli affari culturali ha esercitato sette volte il suo diritto di interrogare l’organizzazione e ottenere documenti, raccogliendo anche dichiarazioni di vittime che sono state costrette a fare ingenti donazioni. La Chiesa dell’Unificazione ha affermato che il coinvolgimento in attività che violano il Codice civile giapponese non dovrebbe essere considerato motivo per ordinare il suo scioglimento e che l’interrogatorio di membri del gruppo da parte del governo è illegale. Finora solo due organizzazioni religiose hanno ricevuto un ordine di scioglimento da parte di un tribunale giapponese per violazioni legali. Uno è il culto Aum Shinrikyo.

Uniqlo, Fast Retailing annuncia utile operativo record

Uniqlo, Fast Retailing annuncia utile operativo recordRoma, 12 ott. (askanews) – Fast Retailing, proprietaria del marchio Uniqlo, ha annunciato oggi un utile operativo record di 381 miliardi di yen (2,4 miliardi di euro) per il 2023 fino ad agosto, in crescita del 28% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

L’azienda giapponese di abbigliamento casual ha registrato un fatturato di 2.700 miliardi di yen (17,1 miliardi di euro), in crescita del 20% rispetto all’anno fiscale precedente, e un utile netto di 296 miliardi di yen (1,8 miliardi di euro), in crescita dell’8%. L’azienda si sta giovando del ritorno alla normalità dopo il periodo pandemico, con i clienti che affluiscono nei suoi punti vendita sia in Cina che in Giappone.

Uniqlo gestisce o opera in franchising qualcosa come 2.400 punti vendita in tutto il mondo. Nei giorni scorsi ha annunciato un’apertura a Mumbai e il secondo negozio in Italia: dopo Milano Piazza Cordusio, nella primavera del prossimo anno aprirà anche nella Galleria Alberto Sordi a Roma.

Toyota s’accorda con Idemitsu per produzione batterie ed elettroliti

Toyota s’accorda con Idemitsu per produzione batterie ed elettrolitiRoma, 12 ott. (askanews) – Idemitsu Kosan e Toyota Motor hanno annunciato oggi di aver stipulato un accordo per lavorare insieme allo sviluppo di una tecnologia di produzione di massa di elettroliti solidi volti al miglioramento della produttività e alla creazione di una filiera di fornitura per raggiungere la produzione di massa di elettroliti solidi e batterie per veicoli elettrici.

“Idemitsu Kosan e Toyota Motor hanno concordato di collaborare alla produzione di massa di batterie allo stato solido”, ha annunciato in una conferenza stampa online il presidente e amministratore delegato di Toyota Koji Sato. “Nello specifico, le nostre due società – ha continuato – uniranno i loro sforzi per produrre in serie nuovi materiali e stabilire una catena di approvvigionamento per gli elettroliti solidi, che rappresentano la chiave per la commercializzazione delle batterie allo stato solido”. Attraverso questa collaborazione, le due compagnie puntano a commercializzare batterie nel 2027-28.

Idemitsu ha sviluppato tecnologie di produzione del solfuro di litio, un materiale intermedio per elettroliti solidi, utilizzando sottoprodotti generati nel corso della raffinazione del petrolio. E, in seguito, ha lavorato a una tecnologia di produzione di massa di elettroliti solidi solforati con l’obiettivo di stabilire un sistema di fornitura stabile. Attraverso la combinazione delle tecnologie di sviluppo dei materiali di entrambe le società, delle tecnologie di produzione dei materiali di Idemitsu e delle tecnologie di lavorazione e assemblaggio delle batterie di Toyota, le società mireranno a realizzare la produzione di massa sia di elettroliti solidi che di batterie allo stato solido adatte per il mercato globale. Entrambe le società, lavorando insieme in tutti i settori, contribuiranno alla neutralità globale delle emissioni di carbonio con tecnologie create in Giappone.

Cina, Fondo governativo compra azioni in banche per sostenerle

Cina, Fondo governativo compra azioni in banche per sostenerleRoma, 12 ott. (askanews) – Un fondo statale di Pechino ha acquistato azioni nel mercato aperto di quattro banche statali cinesi, in una mossa che punta a mostrare sostegno per il sistema finanziario in un momento difficile caratterizzato da una pesante crisi immobiliare che rischia di contagiare anche il sistema creditizio. Lo segnalano i media cinesi.

I quattro grandi istituti di credito statali cinesi – Industrial and Commercial Bank of China (ICBC), China Construction Bank (CCB), Agricultural Bank of China (ABC) e Bank of China (BOC) – hanno comunicato che il fondo Huijin ha acquistato proprie azioni quotate a Shanghai e “intende continuare ad aumentare” le proprie partecipazioni nei prossimi sei mesi. Secondo le comunicazioni, al cambio attuale l’operazione ha avuto un valore di 477 milioni di yuan (61,6 milioni di euro). L’operazione ha avuto come conseguenza immediata un balzo in avanti nel valore delle azioni delle quattro banche tra il 3 e il 4% sulle piazze di Shanghai e Hong Kong.

Huijin, controllato dal Ministero delle Finanze cinese, ha acquistato tra i 18 ei 37 milioni di azioni delle quattro banche. E’ raro che in Cina vengano messe in campo operazioni di mercato aperto da parte di un fondo statale. L’ultima volta che Huijin ha fatto una mossa simile è stato nel 2015.

Huijin era già uno dei principali azionisti delle quattro banche, l’ultima aggiunta ha aumentato la propria partecipazione in ciascuna solo di 0,01 punti percentuali, ottenendo il 34,72% di ICBC, il 57,12% di CCB, il 40,04% di ABC e il 64,03% di BOC. L’intervento sembra voler in qualche modo far fronte alla fuga degli investitori stranieri. Dall’inizio di agosto questi hanno venduto azioni per oltre 140 miliardi di yuan (18 miliardi di euro), secondo quanto segnala Nikkei Asia.

Huijin è stata fondata nel 2003 ed è specializzata nelle partecipazioni in grandi banche. I membri del consiglio di amministrazione sono nominati dal governo centrale, ed è considerato uno dei protagonisti della “squadra nazionale” che viene in soccorso del mercato in tempi di turbolenze.

La Cina presenta il summit Belt and Road, si terrà il 17-18 ottobre

La Cina presenta il summit Belt and Road, si terrà il 17-18 ottobreRoma, 11 ott. (askanews) – Pechino l’ha presentato come “il più grande evento nei 10 anni dell’Iniziativa Belt and Road”, il piano per le “nuove Vie della Seta” voluto dal presidente Xi Jinping e considerato una leva economico-geopolitica della Cina per far presa su diversi paesi in via di sviluppo e non, ma in realtà sembra che il Summit annuale di Belt and Road sia in tono più dimesso: non è stata annunciata una tavola rotonda tra i leader dei paesi aderenti, l’incontro durerà soli due giorni (all’ultimo summit, nel 2019, furono tre) e il numero di tavoli dovrebbe essere minore.

Sarà lo stesso Xi, come sempre, a ospitare il summit e ad aprirlo il 17 ottobre con un discorso. Secondo quanto ha detto oggi il ministero degli Esteri saranno presenti rappresentanti di almeno 130 paesi e 30 organizzazioni globali. Si concluderà il 18 ottobre. Il South China Morning Post, che ha potuto vedere l’elenco dei leader invitati, scrive che dovrebbe essere presente anche il presidente russo Vladimir Putin, che ormai raramente si reca all’estero dopo l’invasione russa dell’Ucraina. A marzo la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Putin per presunti crimini di guerra in Ucraina.

Li Kexin, capo del Dipartimento per gli affari economici internazionali del ministero degli Esteri oggi ha annunciato che summit sarà “non solo il più grande evento nei 10 anni dell’Iniziativa Belt and Road, ma anche un’importante piattaforma per tutte le parti per sviluppare collaborazioni e iniziative di alto livello”. All’ultimo summit, nel 2019, presero parte 37 capi di stato e sette rappresentanti di alto livello di organizzazioni internazionali. I delegati in tutto erano oltre 5mila.

Oltre a essere solo di due giorni, ci saranno solo 9 tavoli tematici, rispetto ai 12 dell’ultimo forum. E’ confermato anche il vertice dei CEO, al quale l’ultima volta hanno partecipato circa 800 amministratori delegati. L’annuncio del summit viene all’indomani del rilascio da parte di Pechino di un libro bianco intitolato “L’Iniziativa Belt and Road: un pilastro-chiave della comunità globale di un futuro condiviso”. In questo documento – rilasciato dall’Ufficio stampa del Consiglio di Stato (governo) – è precisato che Belt and Road continuerà a essere parte della strategia generale di Pechino e che “la Cina è pronta ad aumentare il suo apporto di risorse nella cooperazione globale”.