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Crisi immobiliare, Evergrande citata in giudizio da una sua filiale

Crisi immobiliare, Evergrande citata in giudizio da una sua filialeRoma, 30 nov. (askanews) – Evergrande Property Services, una filiale quotata in borsa dello sviluppatore in grave crisi finanziaria China Evergrande Group, ha avviato un procedimento legale contro la sua società madre per recuperare i beni sequestrati dalle banche. Lo riferisce oggi Nikkei Asia.

La Corte Intermedia del Popolo di Guangzhou, nella provincia del Guangdong, ha accettato una causa intentata da Jinbi Property Management, una sottofiliale di Evergrande Property Services. Sono stati sequestrati circa 13,4 miliardi di yuan (1,7 miliardi di euro) di depositi di Evergrande Property Services impegnati come garanzia e la società di servizi di gestione immobiliare sta cercando di recuperare i primi 2 miliardi di yuan dalla società madre China Evergrande.

La società madre ha annunciato i risultati di un’indagine a febbraio, mostrando una distrazione inappropriata di fondi all’interno del gruppo e problemi con i controlli interni. China Evergrande aveva indicato che avrebbe risarcito Evergrande Property Services, ma questo pagamento non è avvenuto in un momento molto complesso per il gruppo fortemente indebitato. I creditori hanno presentato una petizione per la liquidazione di China Evergrande all’Alta Corte di Hong Kong, che dovrebbe decidere se avviare un procedimento legale durante un’udienza lunedì. La causa di Evergrande Property Services potrebbe influenzare l’esito dell’udienza.

Cina, Dalian Wanda ottiene dilazione pagamento bond in scadenza

Cina, Dalian Wanda ottiene dilazione pagamento bond in scadenzaRoma, 30 nov. (askanews) – Dalian Wanda Commercial Management Group – uno dei più grandi proprietari di terreni commerciali cinesi – ha affermato che i suoi creditori hanno dato il consenso a estendere di 11 mesi la scadenza di un bond da 600 milioni di dollari, dando a un po’ di respiro per alleviare una crisi di finanziamento in un contesto di crisi del settore. Lo riferisce oggi il South China Morning Post.

Secondo una comunicazione alla borsa di Hong Kong, il gruppo ha ricevuto il consenso da parte degli investitori che detengono il 99,3% del valore nominale dell’obbligazione. La decisione dei creditori “testimonia la fiducia degli obbligazionisti nell’emittente”, secondo la comunicazione di Dalian Wanda.

L’obbligazione, che paga una cedola annuale del 7,25%, scade il 29 gennaio del prossimo anno. La società ha dichiarato il 21 novembre che potrebbe non essere in grado di ripagarla in tempo, dopo aver drenato 18 miliardi di yuan (2,5 miliardi di dollari) di liquidità da gennaio per estinguere altri debiti onshore e offshore.

Sudcorea, banca centrale mantiene invariato il tasso d’interesse

Sudcorea, banca centrale mantiene invariato il tasso d’interesseRoma, 30 nov. (askanews) – La banca centrale della Corea del Sud ha mantenuto invariato il tasso di interesse di riferimento per la settima riunione consecutiva del suo consiglio monetario e ha tagliando le prospettive di crescita per il prossimo anno a fronte delle prolungate politiche monetarie restrittive nelle principali economie e dei rischi geopolitici in corso. Inoltre, oggi, è emerso dai dati che la produzione industriale ha registrato nel mese di ottobre la sua più marcata contrazione da inizio anno.

Con una decisione ampiamente attesa, il consiglio di politica monetaria della Banca di Corea (BOK) ha mantenuto invariato al 3,5% il tasso di riferimento dei bond a breve termine. E’ la settima riunione che la BOK lascia invariato il tasso, dopo che la BOK aveva effettuato sette rialzi consecutivi dei tassi da aprile 2022 a gennaio 2023.

La banca centrale ha mantenuto la sua stima di crescita per l’anno all’1,4%, ma ha tagliato quella per il prossimo anno dal 2,2% al 2,1%, e ha aumentato le previsioni di inflazione per il prossimo anno al 2,6% rispetto alla precedente stima del 2,4%. “Si prevede che la crescita economica globale continuerà a rallentare, spinta dal prolungamento delle politiche monetarie restrittive nei principali paesi. L’inflazione nei principali paesi rimane ancora elevata, pur continuando il suo rallentamento, e l’inflazione core sta diminuendo a un ritmo lento”, ha affermato la banca centrale in un comunicato.

L’economia della Corea del Sud è gravata dal crollo delle esportazioni e dalla stagnazione della spesa al consumo. La debole domanda globale, guidata dal rallentamento dell’economia cinese, e un ritardo nella ripresa del settore IT sono stati accusati di un crollo delle spedizioni in uscita del paese, uno dei motori di crescita del paese.

Solo a ottobre le esportazioni hanno segnato una debole ripresa, spinte da robuste spedizioni di automobili, insieme a segnali di miglioramento nel settore dei chip. Il mese scorso l’export è aumentato del 5,1% su base annua raggiungendo i 55 miliardi di dollari e ha registrato un surplus commerciale di 1,64 miliardi di dollari in ottobre, il quinto aumento consecutivo. L’economia è cresciuta rispettivamente dello 0,3%, 0,3% e 0,6% nel primo, secondo e terzo trimestre. L’anno scorso, l’economia del paese è cresciuta del 2,6%, rallentando rispetto al 4,1% del 2021 e segnando il ritmo più lento dal 2020, quando l’economia si è contratta dello 0,7% a causa delle ricadute della pandemia di coronavirus. Il governatore della BOK, Rhee Chang-yong, ha affermato che le prospettive di crescita del 2,1% per il prossimo anno non sono male rispetto a quelle degli altri paesi a livello globale, aggiungendo che l’attuale livello del tasso base è sufficientemente restrittivo. La banca centrale prevede che la spesa privata del prossimo anno rimarrà invariata rispetto alla crescita di quest’anno all’1,9%, mentre gli investimenti nell’edilizia dovrebbero contrarsi dell’1,8% l’anno prossimo rispetto al guadagno del 2,7% di quest’anno. Si prevede che le esportazioni aumenteranno del 3,3% l’anno prossimo, accelerando rispetto all’aumento stimato del 2,3% di quest’anno. È probabile che le importazioni aumentino del 2,4% l’anno prossimo rispetto al calo dello 0,2% di quest’anno. Secondo la banca centrale, il surplus delle partite correnti del paese dovrebbe espandersi a 49 miliardi di dollari l’anno prossimo rispetto ai 30 miliardi di quest’anno, e si prevede che il tasso di disoccupazione salirà al 2,9% dal 2,7%. L’inflazione in Corea del Sud è cresciuta ad un ritmo più rapido del 3,8% in ottobre, rimanendo al di sopra del 3% per il terzo mese consecutivo, a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e dei prodotti agricoli. In un rilascio di dati separato dell’ufficio di statistica nazionale di Seoul, inoltre, è emerso che l’indice della produzione industriale si è contratta a ottobre del 3,5% rispetto al mese precedente, dopo un aumento dell’1,7% di settembre. Si tratta del calo peggiore da inizio 2023.

Superlavoro in Giappone, nel 2022 solo il 62% delle ferie godute

Superlavoro in Giappone, nel 2022 solo il 62% delle ferie goduteRoma, 27 nov. (askanews) – Ai giapponesi continuano a non piacere le ferie, anche se si registra qualche avanzamento nella lotta al superlavoro. L’ultima indagine del Ministero della Sanità, del Lavoro e del Welfare sulla condizione del lavoro in Giappone ha segnalato che nel 2022 i lavoratori del settore privato hanno preso 10,9 dei 17,6 giorni di ferie a cui, in media, avevano diritto. Cioè il 62,1% del monte giorni di vacanza a loro disposizione.

Sebbene si tratti di un record, con un incremento del 3,8% rispetto all’anno precedente, si tratta di un risultato deludente dal punto di vista del governo, che si è posto l’obiettivo – secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Kyodo – di raggiungere il 70% di ferie retribuite godute nel settore privato entro il 2025 nella sua campagna contro il superlavoro, innescata dai casi di “karoshi” e “karojisatsu” (“morte da superlavoro” e “suicidio da superlavoro”) che negli ultimi anni hanno suscitato una forte impressione nell’opinione pubblica. L’indagine generale sulle condizioni di lavoro del Ministero della sanità, del lavoro e del welfare è stata condotta a gennaio, coinvolgendo 6.421 aziende private con 30 dipendenti a tempo pieno o più, di cui 3.768 hanno fornito risposte valide.

Secondo l’indagine, per dimensione aziendale, il tasso delle ferie godute è pari al 65,6% per le aziende con 1.000 o più dipendenti, rispetto al 57,1% per quelle con un numero di dipendenti compreso tra 30 e 99. Per settore, gli uffici postali e altre aziende che offrono servizi multipli hanno registrato il tasso più alto di ferie retribuite utilizzate, pari al 74,8%, mentre il settore dei servizi di ristorazione e alloggio è stato il più basso, pari al 49,1%.

Nell’ambito degli sforzi volti ad affrontare la cultura del lavoro giapponese, notoriamente punitiva, in cui sono previsti orari prolungati, il governo si è posto l’obiettivo di aumentare l’adozione del cosiddetto “sistema di intervallo di lavoro”, che fissa un numero standard di ore tra la fine di una giornata lavorativa e l’inizio di quella successiva, ad almeno il 15% delle aziende entro il 2025. Tuttavia, secondo l’indagine, il numero di aziende che ha introdotto e applica il sistema è solo il 6%.

Cina, Xi da domani a Shanghai: focus su economia

Cina, Xi da domani a Shanghai: focus su economiaRoma, 27 nov. (askanews) – E’ un ritorno importante quello che farà domani il presidente cinese Xi Jinping a Shanghai, città che ha vissuto il più pesante lockdown nell’ambito della politica “Zero Covid” con ricadute anche sul morale e sull’umore politico della popolazione. Secondo quanto ha scritto il South China Morning Post, Xi potrebbe trattenersi nella megalopoli per tre giorni, impegnato in un importante tour di appuntamenti economici.

Shanghai infatti è il principale hub commerciale della Cina. Con una popolazione di circa 25 milioni di abitanti, la megalopoli produce da sola il 4 per cento del Pil della Cina. Xi – che non vi si recava dal 2021 – dovrebbe visitare lo Shanghai Future Exchange e alcune delle principali società tecnologiche che hanno la loro sede nella città. Lo scorso anno, nel momento di maggiore diffusione della pandemia Covid-19 in Cina, Shanghai entrò in un durissimo lockdown e vi stette per ben due mesi.

Al di là dell’aspetto politico, però, è il coté economico della visita quello messo più sotto la lente d’ingrandimento. Xi appare determinato a rilanciare il ritmo di crescita economica cinese, che appare ormai statica rispetto alle dinamiche a cui Pechini aveva abituato il mondo. E Shanghai ospita, oltre che diverse delle più grandi imprese cinesi, anche alcuni dei maggiori investitori stranieri in Cina: Tesla, General Motors e Disney. Il tour del presidente, inoltre, si colloca a ridosso della riunione mensile del Politburo, il sancta sanctorum del Partito comunista cinese. In questa sessione si dovrebbe annunciare la data della convocazione per il terzo Plenum del XX Comitato centrale del Pcc, che sarà dedicato agli esiti del vertice tra lo stesso Xi e il presidente degli Stati uniti Joe Biden a San Francisco e alla definizione di un programma economico destinato alle agenzie governative con tempistiche e obiettivi ben definiti.

Secondo il SCMP, questo Plenum appare piuttosto ritardato rispetto al consueto: solitamente il terzo Plenum di ogni Comitato centrale è considerato il più importante e si tiene tra ottobre e novembre, ma quest’anno la convocazione appare la più tarda in un quarantennio. Questo potrebbe indicare l’esigenza di definire una progetto molto elaborato e che sta richiedendo tempo per il suo completamento. La visita di Xi a Shanghai, peraltro, cade anche nel decimo anniversario della creazione della Zona di libero scambio della città cinese, un volano per le riforme economiche del paese.

Cina, Xi stringe morsa anti-corruzione sul settore finanziario

Cina, Xi stringe morsa anti-corruzione sul settore finanziarioRoma, 27 nov. (askanews) – La stretta anti-corruzione voluta dal presidente cinese Xi Jinping non solo è viva e vegeta, ma negli ultimi tre anni ha visto quadruplicare le indagini nei confronti delle agenzie governative di controllo e delle istituzioni finanziarie. Lo evidenzia un calcolo effettuato dal Nikkei.

In un nomento d’instabilità Xi ha puntato e limitare il rischio connesso alla diffusione della corruzione in un settore particolarmente delicato e permeabile della struttura di potere cinese. La classifica del Nikkei del materiale pubblicato dalla Commissione centrale per l’ispezione disciplinare del Partito comunista cinese – il potente braccio armato della politica anti-corruzione – si segnalano 67 funzionari sotto indagine quest’anno al 21 novembre, rispetto ai 58 in tutto il 2022. Il conteggio di funzionari indagati di quest’anno è più che quadruplicato rispetto al totale del 2020.

Le cifre includono funzionari di istituti finanziari come banche, intermediari e assicuratori, nonché agenzie del governo centrale responsabili della supervisione finanziaria. Uno degli ultimi casi è quello di An Qingsong, ex presidente della China Futures Association, è per “gravi violazioni disciplinari”, una formula con la quale solitamente si allude alla corruzione.

La massima procura cinese ha deciso, sempre questo mese di arrestare Zhu Congjiu, ex assistente del presidente della China Securities Regulatory Commission ed ex vice governatore della provincia di Zhejiang, con l’accusa di aver accettato tangenti. Inoltre in ottobre è stato arrstato anche l’ex presidente della Bank of China, Liu Liange, con l’accusa di aver accettato tangenti e di aver concesso prestiti illegalmente. Fan Yifei, ex vice governatore della Banca popolare cinese – la banca centrale della nazione – è stato accusato a settembre di aver preso mazzette.

L’economia cinese nasconde germi di instabilità finanziaria, tra cui un crollo del settore immobiliare, che dura da più di due anni, e un peggioramento delle condizioni delle banche più piccole. Inoltre i governi locali sono oberati da debito nascosto, che si trova spesso nella pancia dei veicoli di sviluppo immobiliare locale. Promettendosi di trasformare la Cina in un “grande Paese socialista moderno” entro la metà del secolo, Xi e il suo gruppo dirigente vedono i crescenti rischi finanziari derivanti dalla corruzione come una potenziale minaccia alla sicurezza nazionale. Il controllo del Partito Comunista sul settore finanziario è stato rafforzato a marzo come parte di una revisione organizzativa, compresa l’istituzione della Commissione Finanziaria Centrale del partito. La commissione è guidata dal premier Li Qiang, mentre il vice premier He Lifeng si occupa della parte amministrativa.

ByteDance ridimensiona il settore giochi

ByteDance ridimensiona il settore giochiRoma, 27 nov. (askanews) – ByteDance, la controllante cinese di TikTok, ha annunciato che “ristrutturerà” la sua attività di videogiochi, dopo che non è riuscita a ridurre il gap di mercato contro i leader di mercato. Lo riferisce oggi il Financial Times.

“Abbiamo preso la difficile decisione di ristrutturare la nostra attività di gioco”, ha dichiarato la compagnia. Il gigante dei social media ha investito nel settori giochi nel 2019, assumendo sviluppatori i e in seguito acquisendo studi indipendenti, tra cui Moonton e Pico.

Tuttavia ora è arrivato un momento di ridemensionamento che, secondo il FT, implicherà la perdita di centinaia di posti di lavoro. In Cina il mercato dei giochi annovera 710 milioni di potenziali clienti. E’ dominato da giganti come Tencent e NetEase.

La Cina rallenta negoziati su costruzione gasdotto con la Russia

La Cina rallenta negoziati su costruzione gasdotto con la RussiaRoma, 24 nov. (askanews) – La partnership “senza limiti” tra Russia e Cina, in realtà, qualche limite sembra averlo, almeno a giudicare dalla vicenda del gasdotto Power of Siberia 2, che viene vista come una vera ancora di salvezza per l’economia energocentrica russa, bloccata nel suo sbocco a Occidente dalle sanzioni. Secondo quanto racconta oggi in un ampio articolo il South China Morning Post, il maxiprogetto procede a rilento, perché la Cina cerca di sfruttare la sua posizione di forza per spuntare prezzi migliori.

Il gasdotto, se completato, devierebbe 50 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, che in precedenza riforniva l’Europa, verso la Cina settentrionale, offrendo un significativo impulso alla sicurezza energetica di Pechino e denaro nelle casse di Mosca. Il presidente russo Vladimir Putin ha assicurato in precedenza che Mosca espoerterà quasi 100 miliardi di metri cubi all’anno di gas verso la Cina. Per arrivare a questo obiettivo, è necessario Power of Siberia 2, perché il Power of Siberia 1 ha un limite di 67 miliardi di metri cubi l’anno.

Una fonte russa ha spiegato SCMP che Pechino “comprende molto bene il suo potere contrattuale, è in una posizione molto più forte” e quindi richiede “forti sconti”. Dall’altro lato, Putin è sotto “enorme pressione” per costruire il gasdotto, altrimenti “un’enorme quantità di gas” verrà sprecata e la Russia perderà denaro. “In termini di costruzione, (Pechino) vuole assicurarsi che non ci siano rischi né costi. La Russia è la parte che paga l’intero conto”, ha aggiunto la fonte al giornale di Hong Kong. Un esempio della forza contrattuale di Pechino è mostrata, secondo un esperto citado da SCMP, dalla questione del tracciato. Mosca avrebbe preferito passare solo per la Mongolia, che avrebbe ridotto i costi di costruzione, ma la Cina ha di fatto imposto di attraversare la provincia autonoma cinese di Xinjiang.

La Cina mostra un atteggiamento prudente nei confronti del progetto, con il Power of Siberia 2 raramente menzionato nei documenti governativi o nei media statali. Putin probabilmente s’attrendeva di raggiungere un accordo durante il summit “Belt and Road” tenutosi a Pechino a metà ottobre, ma alla fine è tornato a Mosca a mani vuote.

Durante la sua visita nella capitale mongola Ulaanbator in ottobre, la vicepremier russa Viktoria Abramchenko ha affermato che la ricerca di fattibilità è stata completata e che il lavoro di progettazione terminerà quest’anno. Ha inoltre stimato che la costruzione della Power of Siberia 2 potrebbe iniziare dopo l’approvazione dei lavori di progettazione nel primo trimestre del 2024, con lavori che dureranno sei anni. Ma questa tempistica non sembra possibile, perché a quanto hanno detto le fonti a SCMP non si è ancora nemmeno iniziato a parlare di prezzi, tariffe e quant’altro. E saranno certamente necessarie ampie negoziazioni. La Cina ha adottato una strategia di diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas, a fronte di un aumento dei consumi annuale. Si stima che il consumo annuale di gas naturale aumenterà dal 5,5 al 7% nel 2023, anno su anno, fino a 390 miliardi di metri cubi, secondo un rapporto dell’Amministrazione nazionale per l’energia. Ciò invertirebbe il calo dell’1,2% nel 2022. Per garantire un approvvigionamento energetico stabile e affidabile, la Cina già importa gas da Australia, Qatar, Asia centrale (Turkmenistan), oltre che dalla Russia.

Giappone, inflazione a ottobre torna a salire: 2,9%

Giappone, inflazione a ottobre torna a salire: 2,9%Roma, 24 nov. (askanews) – L’indice principale dei prezzi al consumo del Giappone è aumentato del 2,9% in ottobre rispetto all’anno precedente, in inversione di tendenza per la prima volta in quattro mesi. Lo ha riferito oggi il Ministero degli Affari Interni e delle Comunicazioni.

L’inflazione core, che esclude gli alimenti freschi, è aumentata dal minimo di 13 mesi di settembre del 2,8% dopo che i sussidi per l’elettricità e l’energia, iniziati a gennaio, sono stati dimezzati. Le bollette dell’elettricità e i prezzi del gas sono scesi rispettivamente del 16,8% e del 10,2% in ottobre, più lentamente rispetto ai cali del 24,6% e del 12,5% di settembre. Le tariffe alberghiere sono aumentate del 42,6% su base annua, rispetto al 17,9% del mese precedente, in un momento di forte crescita del turismo in entrata.

I prezzi dei prodotti alimentari, esclusi gli alimenti freschi, sono aumentati del 7,6% in ottobre, ma il ritmo è diminuito rispetto all’8,8% di settembre. I dati sull’inflazione core hanno superato l’obiettivo del 2% della Banca del Giappone per il 19mo mese consecutivo.

L’indice principale dei prezzi al consumo per ottobre, che comprende tutte le voci, è cresciuto del 3,3%, mentre l’indice core-core, che esclude alimenti freschi ed energia, è aumentato del 4,0%. I dati sull’inflazione sono un elemento sensibile per il governo giapponese, mentre la Banca del Giappone mantiene una linea di politica monetaria espansiva, in controtendenza rispetto alle altre banche centrali dei paesi più sviluppati.

Il primo ministro Fumio Kishida punta su aumenti salariali dopo i negoziati della primavera 2024 tra datori di lavoro e sindacati, per evitare che il potere d’acquisto delle famiglie si abbassi eccessivamente. A settembre i salari reali in Giappone sono scesi del 2,9% rispetto all’anno precedente, segnando il 18mo mese consecutivo di calo.

Giappone allenta restrizioni finanziamento banche in aiuto startup

Giappone allenta restrizioni finanziamento banche in aiuto startupRoma, 22 nov. (askanews) – L’Agenzia giapponese per i servizi finanziari allenterà una serie di restrizioni alle banche che non consentono di andare oltre una certa quota in compagnie con più di 10 anni di storia aziendale. Lo afferma oggi il Nikkei.

In linea di principio, le banche in Giappone non possono detenere più del 5% dei diritti di voto nelle società operative per garantire che siano finanziariamente solide e per evitare la concentrazione della proprietà industriale. Ma esiste un’eccezione per le startup con meno di 10 anni che permentte alle banche di assumerne fino al 100% della proprietà attraverso filiali indipendenti specializzate negli investimenti. L’agenzia sta valutando la possibilità di espandere questa eccezione per includere le piccole e medie imprese private che abbiano più di 10 anni. Il nuovo limite massimo sarà determinato in base, tra gli altri fattori, alle esigenze del settore. Le startup di ricerca e sviluppo spesso impiegano più di 10 anni per portare i loro prodotti sul mercato. Secondo il Ministero dell’Economia, del Commercio e dell’Industria, oltre il 60% delle startup focalizzate su ricerca e sviluppo hanno impiegato più di 10 anni per quotarsi in borsa.

“Le banche hanno sottolineato che l’attuale regola dei 10 anni è troppo breve per fornire un sostegno coerente dalla ricerca e sviluppo alla commercializzazione”, ha affermato un alto funzionario dell’agenzia. Fornire denaro di rischio alle startup è essenzialmente il ruolo del capitale di rischio e dei fondi. Secondo la Japan Venture Capital Association, il 41% dei fondi raccolti dalle startup nel 2022 era capitale di rischio, mentre il 3,5% proveniva da istituzioni finanziarie. Tuttavia, l’importo degli investimenti azionari provenienti dal capitale di rischio in Giappone è solo circa l’1% di quello negli Stati Uniti.