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Xi Jinping: impegno per evitare l’uso di armi nucleari

Xi Jinping: impegno per evitare l’uso di armi nucleari




Xi Jinping: impegno per evitare l’uso di armi nucleari – askanews.it



















Roma, 6 apr. (askanews) – La Cina è disposta a sostenere un invito alla comunità internazionale per scongiurare l’uso di armi nucleari e prevenire l’attacco su centrali nucleari civili. L’ha affermato il presidente cinese Xi Jinping al termine del vertice a Pechino col leader francese Emmanuel Macron, secondo quanto riferisce la televisione pubblica di Pechino CCTV.

Pechino intende lavorare con la Francia nell’invitare tutti i Paesi “a mantenere la promessa di non usare armi nucleari e di non intraprendere una guerra nucleare, di astenersi dall’uso di armi biologiche e chimiche in qualsiasi circostanza, di prevenire attacchi armati sulle centrali nucleari e su altri impianti nucleari civili”, ha detto il leader di Pechino.

Sudcorea, sondaggio: oltre 60% favorevole a creare arsenale nucleare

Sudcorea, sondaggio: oltre 60% favorevole a creare arsenale nucleare




Sudcorea, sondaggio: oltre 60% favorevole a creare arsenale nucleare – askanews.it



















Roma, 6 apr. (askanews) – Oltre il 60 per cento dei sudcoreani sarebbe favorevole al fatto che Seoul si doti di una propria capacità bellica nucleare. Lo segnala un sondaggio realizzato dall’Asian Institute for Policy Studies, di cui dà notizia oggi l’agenzia di stampa Yonhap.

Il 64,3 per cento dei 1.000 adulti interpellati dall’istituto di sondaggi ha risposto che la Corea del Sud ha bisogno di sviluppare proprie armi nucleari per rispondere alla minaccia atomica proveniente dalla Corea del Nord. La maggioranza favorevole si mantiene anche rispetto alla prospettiva che un eventuale armamento nucleare porti a sanzioni globali, pur scendendo al 54,7 per cento, mentre il 42,3 per cento si mostra contrario.

Interpellato oggi in un’audizione parlamentare proprio rispetto a questo sondaggio, il ministro della Difesa Lee Jong-sup ha espresso parere negativo alla possibilità che Seoul si doti di armi atomiche. “Dovremmo guardare a ciò che le persone desiderano separatamente dall’effettivo perseguimento di una politica”, ha affermato. Rispetto invece alla più concreta eventualità che gli Usa dispieghino in Corea del Sud proprie armi nucleari tattiche, il sondaggio ha mostrato un 61,1 per cento del campione favorevole.

Francia, Eliseo: Macron ha discusso di Ucraina con premier Cina

Francia, Eliseo: Macron ha discusso di Ucraina con premier Cina




Francia, Eliseo: Macron ha discusso di Ucraina con premier Cina – askanews.it



















Roma, 6 apr. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron e il premier cinese Li Qiang hanno discusso dell’invasione russa dell’Ucraina durante l’incontro di oggi a Pechino. “Con il Primo Ministro, il Presidente della Repubblica ha discusso del conflitto in Ucraina”, ha reso noto l’Eliseo in un comunicato.

Macron ha anche tenuto colloqui con il presidente del Comitato permanente cinese dell’Assemblea nazionale del popolo, Zhao Leji, in cui “ha sottolineato l’impatto della guerra in Ucraina sulla sicurezza globale e sugli equilibri strategici”, ha aggiunto la presidenza francese.

Seoul: Nordcorea pronta a un nuovo test nucleare in qualsiasi momento

Seoul: Nordcorea pronta a un nuovo test nucleare in qualsiasi momento




Seoul: Nordcorea pronta a un nuovo test nucleare in qualsiasi momento – askanews.it




















Roma, 6 apr. (askanews) – La Corea del Nord è pronta a condurre un test nucleare “in qualsiasi momento”. Lo ha ribadito oggi il ministro della Difesa della Corea del Sud Lee Jong-sup, in un’audizine parlamentare.

Lee, parlando al comitato difesa dell’Assemblea nazionale sudcoreana, ha segnalato la recente presentazione della testata nucleare tattica Hwasan-31 e il test di un drone di attacco nucleare sottomarino come segnali di un’accresciuta volontà di provocazione da parte di Pyongyang.“(La Corea del Nord) ha già completato i preparativi per quello che sarebbe il suo settimo test nucleare ed è in grado di eseguirlo in qualsiasi momento”, ha detto il ministro ai parlamentari, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.

Le sue parole richiamano un rapporto d’intelligence licenziato dal suo dicastero nel quale si sottolinea che l’eventuale test nucleare nordcoreano avrebbe lo scopo di effettuare una “verifica tecnologica finale” necessaria per la produzione di massa e il dispiegamento operativo di testate nucleari.Lee ha anche annunciato che Seoul e gli Stati Uniti hanno elaborato misure militari congiunte per rispondere al possibile test nucleare, con l’obiettivo di dimostrare la “forte” volontà della loro alleanza.

Le misure includono una dimostrazione di forza combinata degli alleati, che coinvolgerebbe anche le risorse militari strategiche americane. Non ha approfondito ulteriormente.L’intelligence sudcoreana è particolarmente concentrata nel monitoraggio del sito dei test nucleari nordcoreani di Punggye-ri, ha segnalato il ministro.

Sulla tempistica del test, tuttavia, vi sono opinioni contrastanti. Alcuni ritengono che il Nord potrebbe non condurre un test a breve, dato che sembra aver acquisito tecnologie sufficienti attraverso sei test nucleari, incluso l’ultimo nel 2017, e il leader Kim Jong Un che chiede un aumento “esponenziale” dell’arsenale nucleare del Paese. Altri ipotizzano che il regime voglia continuare lo sviluppo per perfezionare le tecnologie di cui è in possesso per le armi nucleari tattiche e di altro tipo, e quindi il test sarebbe imminente.Lee ha segnalato la costante spinta del Nord ad acquisire veicoli per il lancio di armi nucleari, osservando che Pyongyang ha utilizzato le recenti ampie manovre militari congiunte Corea del Sud-Stati Uniti come pretesto per testare e confermare le capacità di quei veicoli.I vettori in questione includono missili balistici e da crociera lanciati da sottomarini, droni d’attacco sottomarini e un assortimento di missili che utilizzano varie piattaforme di lancio: treni, silos e lanciatori mobili. 

Cina: nonostante differenze, con Europa forte desiderio di comunicazione

Cina: nonostante differenze, con Europa forte desiderio di comunicazione




Cina: nonostante differenze, con Europa forte desiderio di comunicazione – askanews.it




















Roma, 6 apr. (askanews) – Sebbene ci siano alcune differenze di vedute sul piano politico tra Cina e Unione europea, c’è tra le due parti un “forte desiderio di comunicazione e di scambi”. L’ha commentato oggi la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning, mentre a Pechino è in corso la visita del presidente francese Emmanuel Macron e della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

Mao Ning ha segnalato che molti leader europei hanno visitato la Cina di recente e hanno ottenuto “risultati fruttuosi”. Il presidente Xi Jinping ha incontrato recentemente il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e avrà un approfondito scambio di opinioni con Macron e von der Leyen, fornendo spunti strategici per il prosieguo dei rapporti Cina-Spagna, Cina-Francia e Cina-Ue La Cina e i paesi europei – ha detto ancora Mao – tengono consultazioni politiche con il ministero degli Esteri a Pechino quasi ogni settimana, “preparandosi a frequenti interazioni ad alto livello tra Cina ed Europa nella fase successiva”. Inoltre “decine di leader aziendali europei hanno partecipato quest’anno al China High-Level Development Forum, esprimendo la loro fiducia e le loro aspettative negli investimenti in Cina”.

Mao ha segnalato come “gli scambi Cina-Ue in vari campi sono stati rapidamente riavviati e vengono implementati a tutto campo”, dopo la fase pandemica. Questo fatto tra “dimostra pienamente che, sebbene ci siano alcune differenze tra le due parti, c’è un forte desiderio di comunicazione, di scambi e ci sono ampi e profondi interessi comuni”. Quest’anno ricorre il 20mo anniversario dell’istituzione del partenariato strategico globale tra la Cina e l’Ue, ha ancora segnalato Mao Ning. “Come due grandi potenze mondiali, grandi mercati e grandi civiltà, siamo disposti a lavorare con l’Ue per promuovere gli scambi e la cooperazione, aumentare la fiducia, risolvere i dubbi e ridurre le differenze negli scambi e nella cooperazione. Lo sviluppo stabile delle relazioni Cina-UE continuerà a iniettare certezza ed energia positiva nel mondo turbolento”.

Macron a Pechino, premier cinese: con Parigi relazioni importanti

Macron a Pechino, premier cinese: con Parigi relazioni importanti




Macron a Pechino, premier cinese: con Parigi relazioni importanti – askanews.it




















Roma, 6 apr. (askanews) – Il premier cinese Li Qiang, ricevendo oggi a Pechino il presidente francese Emmanuel Macron, ha detto che la Cina tiene in grande considerazione le sue relazioni con Parigi e si aspetta un ulteriore rafforzamento di questi rapporti grazie alla visita del presidente transalpino. Li ha segnalato che Macron è stato il primo leader di un grande paese occidentale a essere ricevuto dalla Cina dopo l’inizio del terzo mandato di Xi Jinping come presidente cinese.

“Questo dimostra l’importanza delle relazioni Cina-Francia”, ha detto il premier nelle sue osservazioni iniziali. Il primo ministro ha inoltre auspicato che il buon andamento della visita di tre giorni di Macron invii “segnali positivi” sulla collaborazione tra Cina e Francia e Cina ed Europa nel promuovere la pace e la stabilità nel mondo.

Macron ha segnalato nell’incontro di voler parlare di “Ucraina, ma anche di tutti i principali conflitti e delle situazioni difficili nel mondo”, giudicando “essenziale” la “capacità di condividere un’analisi comune e di costruire un percorso comune”. E’ il primo viaggio di Macron in Cina dal 2019. Parigi ha continuato a mantenere un buon livello di relazioni con Pechino, nonostante il contesto internazionale si sia fortemente deteriorato. Oggi il capo dello stato transalpino si è detto contrario a un “disaccoppiamento (economico) con la Cina, aggiungendo che Parigi intende “proattivamente continuare ad avere una relazione commerciale” con pechino

Macron è accompagnato da una delegazione di oltre 60 alti dirigenti di grandi imprese francesi come Airbus, EdF e L’Oreal.

Giappone invierà a Paesi amici materiali difesa per la prima volta

Giappone invierà a Paesi amici materiali difesa per la prima volta




Giappone invierà a Paesi amici materiali difesa per la prima volta – askanews.it



















Roma, 5 apr. (askanews) – Il Giappone, per la prima volta nella sua storia post-bellica, ha annunciato che fornirà a paesi amici materiali e attrezzature volti a rafforzare la loro difesa. Ad renderlo noto è stato oggi il capo di gabinetto, portavoce del governo, Hirokazu Matsuno nella quotidiana conferenza stampa.

Si tratta di una deviazione dalla prassi del Giappone, il quale anche in un caso come quello dell’Ucraina è arrivato al massimo a fornire dispositivi non letali come elmetti e giubbotti anti-proiettile. Matsuno ha spiegato che l’obiettivo del programma denominato “Sostegno per rafforzamento alla sicurezza” (OSA). Come i “Sostegni allo sviluppo” (ODA) da sempre distribuiti da Tokyo, è diretto principalmente a paesi in via sviluppo, chge debbano condividere principi come lo stato di diritti e il sistema democratico. I primi beneficiari ipotizzati sono le Filippine e la Malaysia, secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa Kyodo.

“Rafforzando le capacità di sicurezza e deterrenza (di questi paesi), l’OSA punta ad approfondire la nostra cooperazione di sicurezza con loro per creare un ambiente di sicurezza favorevole per il Giappone”, ha comunicato a sua volta il ministero degli Esteri in un comunicato. La decisione di mettere in campo questo sistema – che presenta profili abbastanza delicati alla luce dei vincoli costituzionali nipponici – sarebbe stata assunta nell’ambito di una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale alla presenza di nove ministri.

I materiali che potrebbero essere inviati, in particolare, sono sistemi di comunicazione satellitare e radar. Non si parla ancora della possibilità di esportare sistemi letali.

Macron e Von der Leyen in Cina, ecco cosa vuole Xi dall’Europa

Macron e Von der Leyen in Cina, ecco cosa vuole Xi dall’Europa




Macron e Von der Leyen in Cina, ecco cosa vuole Xi dall’Europa – askanews.it




















Roma, 5 apr. (askanews) – Ursula von der Leyen è stata chiara, prima di partire con Emmanuel Macron alla volta della Cina: l’Europa s’attende che Pechino eserciti la sua influenza sulla Russia per trovare una via d’uscita politica alla crisi ucraina e che non resti “a metà” o a “mezzo servizio nell’ordine internazionale”. Una dichiarazione tutto sommato morbida, in vista della missione fianco a fianco all’anima più dialogante in Europa rispetto alla vicenda ucraina, cioè il presidente francese. Ma cosa vuole invece Xi Jinping dall’Europa?

Anche in questo senso, le parole arrivate da Pechino sono state abbastanza chiare. “La Cina non è parte della crisi ucraina e noi siamo convinti sostenitori e attivi promotori di una via d’uscita pacifica dalla crisi”, ha detto ieri Mao Ning, la portavoce del ministero degli Esteri cinese nella quotidiana conferenza stampa (oggi sospesa per festività). “Siamo disposti – ha continuato – a comunicare con la parte europea su una soluzione politica alla crisi, ci aspettiamo anche che la parte europea dimostri indipendenza strategica e saggezza politica e compia passi decisi verso il raggiungimento della pace e della stabilità a lungo termine in Europa”. Indipendenza strategica e saggezza politica sono due formule che sintetizzano un concetto che Pechino sta cercando di comunicare dall’inizio del conflitto ucraino: l’Europa non deve rimanere appiattita sugli Stati uniti e sulla Nato. E non si tratta solo della questione ucraina o della Russia, in questo caso: la Cina vede l’Europa schiacciata su Washington nell’ottica del contenimento della sua stessa ascesa.

In un’intervista pubblicata per l’occasione dal giornale sinofono francese Nouvelles d’Europe, l’ambasciatore cinese a Parigi Lu Shaye ha fatto una sintesi delle valutazioni di Pechino rispetto al rapporto con l’Europa. “In primo luogo, gli Stati Uniti hanno intensificato il contenimento della Cina e hanno costretto i loro alleati europei a schierarsi”, ha segnalato Lu. “In secondo luogo – ha proseguito -, le posizioni nell’Ue rispetto alla Cina si sono modificate e alcuni singoli paesi e istituzioni dell’Ue hanno intrapreso azioni sbagliate sulla questione di Taiwan e sulle questioni relative allo Xinjiang, danneggiando seriamente gli interessi fondamentali della Cina”. In terzo luogo, inoltre, “la pandemia di Covid-19 ha gravemente ostacolato gli scambi di personale, approfondendo l’allontanamento e l’incomprensione tra le due parti”. La posizione assunta dalla Cina sull’invasione russa dell’Ucraina ha certamente creato una frattura tra Pechino e l’Europa, che ha messo in evidenza i dissapori emersi durante la pandemia. Questo ha rafforzato la posizione dei “falchi” – rispetto alla questione russa ma anche rispetto alla Cina – i quali sono principalmente a Washington. La Repubblica popolare si è rifiutata di condannare l’attacco russo in sede Onu, ha giustificato le preoccupazioni russe e, anche quando ha presentato la sua iniziativa politica attraverso un “position paper” per la pace, si è mostrata sbilanciata verso Mosca. Non a caso, Xi è andato a incontrare il presidente russo Vladimir Putin, non ha visto invece Volodymyr Zelensky.

In realtà, l’attenzione cinese è più volta a est che a ovest. La questione ucraina ha avuto una ricaduta su quella di Taiwan: l’isola autonoma ha visto l’invasione russa come un preludio dell’invasione cinese e ha rafforzato le sue iniziative politiche per garantirsi il sostegno americano. Washington, dal canto suo, ha avviato una grande iniziativa per rafforzare militarmente i suoi alleati regionali – Giappone e Corea del Sud – e la sua presenza militare nella regione. Per esempio, raggiungendo un accordo per l’aumento del numero di basi nelle Filippine, una delle quali di fronte a Taiwan. Due giorni fa l’alto diplomatico cinese Wang Yi, parlando con l’ex presidente filippina Gloria Macapagal Arroyo, ha chiesto che Manila “non si allinei” alla “mentalità da guerra fredda” degli Usa. Pechino, insomma, vede il concreto pericolo di entrare nella nuova era del confronto bipolare con gli Usa già accerchiata. E l’accerchiamento non è soltanto militare, ma anche economico. Le catene di approvvigionamento sono un tema cruciale per Pechino, che rischia di trovarsi in una posizione fragile se non tiene il controllo delle rotte. In questo senso fondamentali sono lo Stretto di Taiwan e il Mar cinese meridionale da un lato, ma anche le rotte di terra delle nuove Vie della Seta, che Xi ha cercato di aprire con la specifica iniziativa Belt and Road, volta a unire le due estremità dell’Eurasia. In tal senso, la Cina sa bene che un asse esclusivo con la Russia può essere importante a breve, ma non decisivo e forse addirittura dannoso a medio termine. Basta guardare le carte geografiche: quello Mosca-Pechino è un blocco imponente ma sostanzialmente isolato e senza sbocchi.

Ecco perché, nonostante dissapori e differenze, per la Cina è importante mantenere aperto più che uno spiraglio con l’Europa. In questo senso l’ambasciatore Lu dice una mezza verità quando afferma che “la Cina e la Francia, e la Cina e l’Europa sono separate l’una dall’altra nel continente eurasiatico, e non c’è alcun conflitto di interessi o contraddizione fondamentale tra le due parti”. Non è infatti del tutto vero che Cina ed Europa siano lontane nel continente euroasiatico: sono anzi in una relazione stretta, seconda solo probabilmente a quella che si venne a creare con l’Impero mongolo nel XIII secolo. E’ invece certamente vero dal punto di vista di Pechino che “rafforzare la cooperazione sulla base dell’uguaglianza e della fiducia reciproca è conforme a gli interessi comuni di entrambe le parti ed è anche favorevole alla pace e alla stabilità nel mondo”. Bisogna capire, però, se e quanto l’Europa sia in grado di assumere una posizione autonoma rispetto alle strategie del suo principale partner e garante si dicurezza, cioè gli Usa, che vedono in Pechino il principale rivale strategico e quindi remano in tutt’altra direzione. (di Antonio Moscatello)

Unhcr condanna Nordcorea per violazione dei diritti umani

Unhcr condanna Nordcorea per violazione dei diritti umani




Unhcr condanna Nordcorea per violazione dei diritti umani – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (UNHRC) ha adottato oggi una risoluzione di condanna della Corea del Nord per gravi violazioni dei diritti.

La risoluzione, co-sponsorizzata dalla Corea del Sud e adottata alla 52a sessione ordinaria dell’UNHRC, esorta Pyongyabng a garantire la libertà di parola sia online che offline, a consentire la creazione di media indipendenti e a riconsiderare la sua legge sul blocco dei contenuti culturali dall’esterno. Nel 2020 la Corea del Nord ha adottato una nuova legge sul “rifiuto dell’ideologia e della cultura reazionarie” che vieta di distribuire o guardare contenuti provenienti dalla Corea del Sud, dagli Stati Uniti e da altri paesi.

Nella risoluzione inoltre si esorta Pyongyang a rivelare alle famiglie di persone la cui libertà è ristretta tutte le informazioni rilevanti, compreso il luogo in cui si trovano gli stranieri detenuti o rapiti nel nord. La risoluzione sembra riflettere la richiesta del governo di Seoul alla Corea del Nord di chiarire la morte di un funzionario del dipartimento alla pesca sudcoreano, colpito a morte dalla guardia costiera del Nord vicino al confine marittimo de facto tra le due Coree nel 2020.

L’UNHRC adotta una risoluzione che condanna le violazioni dei diritti umani della Corea del Nord ogni anno dal 2003. La Corea del Sud, tuttavia, non ha co-sponsorizzato una simile risoluzione delle Nazioni Unite dal 2019 al 2022 sotto la precedente amministrazione Moon Jae-in che apparentemente cercava di evitare tensioni con il Nord e riprendere il dialogo intercoreano.

ChatGPT, Giappone guarda con attenzione a blocco imposto da Italia

ChatGPT, Giappone guarda con attenzione a blocco imposto da Italia




ChatGPT, Giappone guarda con attenzione a blocco imposto da Italia – askanews.it



















Roma, 4 apr. (askanews) – Il Giappone guarda con molta attenzione alla decisione italiana di bloccare nel paese ChatGPT. Lo ha detto oggi il portavoce del governo nipponico, il segretario di gabinetto Hirokazu Matsuno, nella quotidiana conferenza stampa.

Matsuno, rispondendo a una domanda sul blocco italiano a ChatGPT, ha espresso l’intenzione di prestare molta attenzione alle risposte di altri paesi al software interattivo ChatGPT che utilizza l’intelligenza artificiale. “C’è chi vede in essa l’emergere di nuove problematiche. Ritengo che bisognerà cercare di valutare bene le tendenze dell’intelligenza artificiale”, ha detto il braccio destro del premier Fumio Kishida. In base a contestazioni da parte dell’Autorità garante della privacy, il chatbot è stato temporaneamente bloccato in Italia in attesa che si adegui alle normative europee sulla privacy.