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Cina prende tempo con Russia per il gasdotto Power of Siberia 2

Cina prende tempo con Russia per il gasdotto Power of Siberia 2Roma, 25 mag. (askanews) – Il primo ministro russo Mikhail Mishustin è dovuto tornare in Russia dalla Cina senza mettere nel carniere uno dei risultati più importanti che si attendeva dalla sua visita a Pechino: un impegno chiaro sull’importante progetto di gasdotto Power of Siberia 2, considerato per Mosca un tassello importante per la svolta economica a est della Russia, soprattutto alla luce del taglio dei fili energetici con l’Europa. Lo segnala oggi in un’analisi il Financial Times.

Power of Siberia 2 è un progetto ideato già un decennio fa e vuole portare alla Cina il gas naturale russo, passando attraverso la Mongolia. E’ anche stato soprannominato “Altai”, dal nome della regione montana nella Siberia meridionale. Viene dopo il lancio del Power of Siberia del 2019, che dovrebbe arrivare al picco di capacità – 38 miliardi di metri cubi – nel 2024. Tuttavia il gasdotto già attivo non porta gas ida campi gasieri che alimentavano i gasdotti verso l’Europa, quindi non ha un impatto diretto sulla strategia di diversificazione russa, mentre il Power of Siberia 2 dovrebbe portare il gas dalla penisola di Yamal, che alimentava diversi gasdotti europei, a partire dal Nord Stream. Prolungare i negoziati è una strategia tipica di Pechino per riuscire a strappare migliori accordi, ma in questo momento la Russia ha fretta, impegnata com’è nella guerra in Ucraina e con relazioni al minimo storico con i clienti tradizionali europei. La Cina sta cercando di ottenere il prezzo più basso possibile per il gas di Yamal, mentre Mosca cerca d’intensificare i colloqui.

Il Power of Siberia 2 era stato un tema centrale dei colloqui tra il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo cinese Xi Jinping a Pechino, durante le Olimpiadi invernali, alla vigilia cioè dell’invasione russa dell’Ucraina. Ma dopo l’attacco, alle ripetute dichiarazioni con cui Mosca ha detto di essere pronta a lanciare il progetto, Pechino ha risposto con il silenzio. D’altronde la Cina ha una sua strategia di diversificazione delle fonti d’approvvigionamento energetico e, al momento, per il gas dipende solo per poco più del 5 per cento dal flusso russo. Con il Power of Siberia 2 questa quota potrebbe salire al 20 per cento entro l’inizio degli anni ’30. L’interesse cinese c’è, ma Pechino ha meno fretta di Mosca e – secondo gli analisti sentiti dal FT – usa questa calma come leva per spuntare le migliori condizioni.

Nordcorea: Usa-Sudcorea-Giappone collaborano per la loro rovina

Nordcorea: Usa-Sudcorea-Giappone collaborano per la loro rovinaRoma, 25 mag. (askanews) – La Corea del Nord ha criticato oggi il rafforzamento della cooperazione d’intelligence decisa nel vertice trilaterale Usa-Giappone-Sudcorea a margine del G7 di Hiroshima, nello scorso weekend, sostenendo che questo accelererà per i tre paesi “la rovina finale”.

Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, il presidente degli Stati uniti Joe Biden e il primo ministro giapponese Fumio Kishida hanno concordato di approfondire la cooperazione in materia di sicurezza in varie aree, inclusa la condivisione dei dati sulle attività missilistiche nordcoreane. “Gli Stati Uniti e i loro seguaci saranno sempre più esposti alle crisi di sicurezza, accelerando la loro rovina finale, a causa delle loro frenetiche mosse per rafforzare la loro alleanza militare contro la Repubblica democratica popolare di Corea e per l’espansione delle esercitazioni di guerra con cui testano l’aggressione (nei nostri confronti)”, scrive l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA citando un analista di affari internazionali di nome Kang Jin Song.

Il mese scorso Yoon e Biden hanno deciso in un vertice a Washington di formare un gruppo di consultazione nucleare congiunta, chiamato Nuclear Consultative Group (NCG), al fine di rafforzare la deterrenza estesa contro la Corea del Nord. Kang ha affermato che questa NCG è parte di un piano per formare una “NATO in versione asiatica” che coinvolga anche il Giappone e ha avvertito che la Corea del Nord “non tollererà mai” un’azione del genere e “punirà la scelta sbagliata delle forze ostili passo dopo passo con una forza preponderante”.

Inviato Xi per Ucraina domani in Russia, dopo tour in Europa

Inviato Xi per Ucraina domani in Russia, dopo tour in EuropaRoma, 25 mag. (askanews) – Qualcuno l’ha soprannominato “lo Schroedinger cinese”: come il famoso gatto del paradosso quantistico, che c’è e non c’è nello stesso tempo nella famosa scatola. Li Hui, il rappresentante speciale di Pechino per l’Eurasia incaricato di sondare le parti per una mediazione cinese che favorisca una soluzione politica della crisi ucraina, dal 16 maggio, dopo essere stato a Kiev, ha visitato Varsavia, Parigi, Berlino, oggi dovrebbe essere a Bruxelles. Secondo quanto ha riferito il plenipotenziario cinese in Russia Liu Xuesong all’agenzia di stampa Tass, domani dovrebbe recarsi a Mosca.

Pochissimo è trapelato dei suoi spostamenti e degli esiti dei suoi sondaggi nelle diverse capitali europee. “La Cina incoraggia i paesi europei a iniziare a esaminare le cause profonde della crisi per trovare un modo per risolvere le priorità alte e basse e sostiene i loro sforzi per garantire la stabilità a lungo termine nel continente europeo”, ha detto in un incontro con il segretario di Stato tedesco Andreas Michaelis, secondo quanto ha riferito il ministero degli Esteri cinese. Invece nella tappa in Polonia, uno dei paesi più fortemente schierati con Kiev, ha incontrato il viceministro degli Esteri Wojciech Gerwel. Li Hui ha affermato che un’escalation e prolungata crisi ucraina va contro gli interessi di tutte le parti interessate e che spera in un cessate-il-fuoco anticipato e nella ripresa dei colloqui di pace. Pertanto intende “rafforzare il dialogo e la comunicazione con tutte le parti interessate per continuare ad ampliare le intese comuni su una soluzione politica della crisi e creare gradualmente consenso e gettare solide basi per un cessate il fuoco e fine delle ostilità”.

Xi spinge per Belt and Road con i Paesi dell’Asia centrale

Xi spinge per Belt and Road con i Paesi dell’Asia centraleRoma, 25 mag. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto oggi ai membri dell’Unione economica eurasiatica di rafforzare i loro legami con l’Iniziativa Belt and Road, il progetto infrastrutturale di Pechino per riaprire le antiche Vie della Seta, in un momento di serio impegno cinese per consolidare il suo grip sull’Asia centrale, regione tradizionalmente nell’orbita della Russia.

La Cina è stata ospite Parlando alla cerimonia di apertura del secondo Forum economico eurasiatico a Mosca ieri e il presidente Xi, in collegamento video, ha ribadito che il percorso verso un mondo multipolare è “inarrestabie”, secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa Xinhua. “L’obiettivo finale (del programma Belt and Road) è quello di esplorare nuovi modi affinché paesi vicini e lontani ragigungano uno sviluppo comune e aprano un percorso di felicità a beneficio del mondo intero”, ha detto Xi. “È – ha continuato – sincera speranza della Cina che la sinergia tra l’Iniziativa Belt and Road e l’Unione economica eurasiatica venga approfondita e che tutti i paesi lavorino insieme con unità e dedizione per aprire nuove prospettive per la cooperazione tra Asia ed Europa”.

Il Forum economico eurasiatico è organizzato dall’Unione economica eurasiatica (EAEU) guidata dalla Russia, un blocco di cinque membri lanciato nel 2014 che comprende anche gli stati post-sovietici di Armenia, Bielorussia, Kazakistan e Kirghizistan. Tutti e cinque i membri della EAEU sono firmatari di accordi nell’ambito della Belt and Road.

Il tema del Forum economico eurasiatico di quest’anno è “L’integrazione eurasiatica in un mondo multipolare”, che Xi ha affrontato rinnovando i suoi appelli a tutti i paesi affinché lavorino insieme verso la “prosperità comune” e il “futuro condiviso dell’umanità”. “La tendenza storica verso il multipolarismo e la globalizzazione economica sono irresistibili”, ha affermato il leader cinese. “È ampio consenso della comunità internazionale – ha detto ancora – sostenere un autentico multilateralismo e promuovere uno sviluppo coordinato tra le regioni”.

L’intervento si è svolto mentre il primo ministro russo Mikhail Mishustin era in visita a Pechino per colloqui programmati proprio con Xi e altri funzionari cinesi. Il capo di governo russo ha parlato di relazioni “senza precedenti” con la Cina, mentre Xi ha parlato di uno sviluppo dei rapporti “ad alto livello”. Nello stesso tempo, però, la Cina si sta anche consolidando come concorrente nell’agone dell’Asia centrale ex sovietica rispetto a Mosca. La scorsa settimana Xi ha riunito i cinque paesi della regione – Kazakistan e Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan – per il vertice inaugurale Cina-Asia centrale, il primo in presenza di questo tipo senza la Russia. Durante i due giorni del vertice, Xi ha promesso 26 miliardi di yuan (3,7 miliardi di dollari) in sostegno finanziario per lo sviluppo delle nazioni dell’Asia centrale, chiedendo al contempo maggiori legami energetici e di sicurezza con la regione.

Figlio di Kishida nel mirino per uso improprio residenza premier

Figlio di Kishida nel mirino per uso improprio residenza premierRoma, 25 mag. (askanews) – Shotaro Kishida, figlio del primo ministro giapponese Fumio Kishida, s’è beccato una sonora ramanzina dal padre – oltre a essere finito ancora una volta nel mirino delle crtiche dei giornali nipponici – per aver tenuto comportamenti inappropriati durante la sua festa di compleanno nella residenza ufficiale del primo ministro.

Shotaro, 33 anni, non è solo il figlio del premier, ma è anche stato assunto dal padre come proprio segretario e questo ha già provocato malumori in Giappone. Inoltre, già in passato è stato oggetto di critiche per suoi comportamenti. Per esempio, a inizio anno è stato accusato di aver usato mezzi ufficiali per andare a fare shopping a Parigi, Londra, Ottawa. In questo caso è stato difeso a spada tratta dal genitore capo di governo, sostenendo che in realtà il giovane segretario si era recato per conto del premier a comprare souvenir per membri del governo e per scattare foto da inserire nei profili social del padre. Questa volta, però, papà Fumio non è potuto accorrere a sostegno del figlio. Il periodico Bunshun Online ha infatti riferito che Shotaro ha tenuto una festa di fine anno con i parenti nella residenza ufficiale del primo ministro a dicembre e, in quell’occasione, ha giocato a fare una “finta conferenza stampa” e si è sdraiato sulle scale della residenza stessa.

In una conferenza stampa stamani il segretario capo di gabinetto Hirokazu Matsuno – che fa da portavoce del governo – ha dichiarato: “La residenza ufficiale è una struttura in cui risiedono il primo ministro e la sua famiglia, ma è anche una sede pubblica con funzioni di accoglienza e funzioni di ufficio. Dobbiamo pertanto garantire un uso e una gestione congruo evidtando che accadan ocose del genere”. A quanto hanno inoltre riferito funzionari governativi, il primo ministro aveva severamente avvertito il suo segretario, nonché figlio maggiore, una volta saputo dell’uscita dell’articolo. Ma, quando i giornalisti gli hanno chiesto se avrebbe licenziato Shotaro dalla funzione di segretario, ha rosposto: “So che ora svolgerà i suoi compiti con un maggiore senso di urgenza”.

Alla festa data dal figlio, comunque, si era presentato anche lo stesso primo ministro. Matsuno ha ammesso che il capo di governo “si è presentato, in veste privata, a un certo punto della cena per fare un saluto”.

Massicce esercitazioni a fuoco vivo Usa-Corea del Sud

Massicce esercitazioni a fuoco vivo Usa-Corea del SudRoma, 25 mag. (askanews) – La Corea del Sud e gli Stati Uniti conducono oggi le loro più grandi esercitazioni a fuoco vivo della storia in una città di confine nord-orientale per celebrare il 70mo anniversario dell’alleanza, in un momento in cui è intenso lo sforzo dei due paesi per rafforzare la deterrenza rispetto alle provocazioni della Corea del Nord. L’hanno reso noto funzionari del ministero della Difesa, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap.

L’esercitazione congiunta combinata, la prima del suo genere in sei anni, si svolge presso il “Seungjin Fire Training Field”, noto anche come “Nightmare Range”, a Pocheon, 52 chilometri a nord-est di Seoul, hanno spiegato i funzionari. Le manovre saranno una vetrina per la potenza di fuoco degli alleati generata dai loro principali sistemi d’arma: i caccia F-35A, gli elicotteri d’attacco Apache AH-64, i carri armati K2 e i sistemi di razzi a lancio multiplo. Gli Stati Uniti potrebbero schierare aerei d’attacco A-10 e caccia F-16.

La scorsa settimana, i media di stato nordcoreani hanno prevenuto che la prevista “esercitazione di guerra” contro una “potenza nucleare” è “solo una pura str****ta”. Gli alleati prevedono di condurre l’esercitazione altre quattro volte il mese prossimo: il 2, 7, 12 e 15 giugno.

L’ultima esercitazione di questo tipo si è svolta nel 2017 e ha mobilitato 48 unità sudcoreane e statunitensi e oltre 2.000 soldati.

Arabia saudita ed Egitto puntano a forniture di armi dalla Cina

Arabia saudita ed Egitto puntano a forniture di armi dalla CinaRoma, 24 mag. (askanews) – La Cina starebbe trattando con l’Arabia Saudita e con l’Egitto per importanti accordi di armi, in un momento in cui questi due paesi stanno cercando di diversificare le loro fonti di fornitura di armi, attualmente fortemente dipendente dagli Stati uniti. Lo riferisce il South China Morning Post.

Saudi Arabian Military Industries (SAMI) sarebe attualmente in trattative con China North Industries Group Corporation (Norinco), una società di difesa statale, per acquistare armi che vanno dai droni da ricognizione ai sistemi di difesa aerea, secondo Tactical Report, un servizio focalizzato sul Medio Oriente. Le armi coinvolte nel potenziale accordo includono il veicolo aereo senza pilota (UAV) Sky Saker FX80, l’UAV a decollo e atterraggio verticale (VTOL) CR500, il Cruise Dragon 5 e 10 – droni suicidi – e il sistema di difesa aerea a corto raggio HQ-17AE.

La trattativa sarebbe in corso da circa un anno e i colloqui hanno “raggiunto una fase avanzata”, ha detto Tactical Report, citando fonti anonime vicine alla situazione. I negoziati dovrebbero continuare fino alla fine di quest’anno o all’inizio del prossimo anno, afferma il rapporto, aggiungendo che si vocifera che l’intero accordo prevederebbe i pagamenti in yuan cinesi.

In un altro articolo pubblicato lunedì, Tactical Report afferma che l’Egitto è in trattative con la Cina per acquisire il caccia multiruolo Chengdu J-10C. I colloqui sono stati avviati avviati alla fine dello scorso anno e una delegazione dell’aeronautica militare egiziana dovrebbe incontrare i rappresentanti del Chengdu Aircraft Industry Group a margine dell’Esposizione marittima e aerospaziale internazionale di Langkawi in Malesia questa settimana.

Durante l’incontro, la compagnia cinese rivelerà gli ultimi miglioramenti sul J-10C, incluso il suo avanzato sistema di guerra elettronica e il radar attivo a scansione elettronica (AESA). Gli Stati Uniti rimangono il principale esportatore di armi al mondo, ma la Cina sta emergendo come fornitore alternativo perché offre armi avanzate a prezzi accessibili senza vincoli politici.

Nato, Kishida tratta per partecipare a vertice di luglio

Nato, Kishida tratta per partecipare a vertice di luglioRoma, 24 mag. (askanews) – Il primo ministro giapponese Fumio Kishida sta prendendo accordi per partecipare al vertice Nato in programma in Lituania a luglio. Lo riferisce oggi la televisione pubblica nipponica NHK, nello stesso giorno in cui il capo del governo di Tokyo ha ribadito che non è in programma un ingresso del Sol levante nell’Alleanza atlantica.

Kishida, intervenendo alla Dieta, ha spiegato che il Giappone non è in procinto di entrare nell’Alleanza atlantica, per quanto ha implicitamte confermato il piano di aprire in Giappone un ufficio di rappresentanza, pur avendo detto di non essere a conoscenza di una “decisione già presa”. Kishida intende comunque rafforzare la cooperazione tra il Giappone e la Nato, alla luce dei rapporti più stretti da Russia e Cina. Secondo funzionari del governo, interpellati dalla NHK, il primo ministro sta prendendo accordi per partecipare a questo vertice della Nato come paese partner, anche sulla base del fatto che Tokyo ha ospitato la scorsa settimana il summit G7.

Una delle nozioni che Tokyo ha voluto veicolare nel summit è stata quella dell’interconnessione tra le tematiche di sicurezza in Europa e nell’Indo-Pacifico. La Cina, dal canto suo, sospetta un allargamento del modello-Nato all’Asia orientale. “La Nato afferma di essere un’organizzazione regionale e non dovrebbe estendere la sua portata geopolitica. L’Asia-Pacifico non accoglie con favore il confronto tra blocchi o blocchi militari”, ha commentato oggi la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Mao Ning. “Data la storia di aggressioni del Giappone – ha aggiunto -, Tokyo deve essere prudente sulle questioni militari e di sicurezza e assicurarsi che le sue azioni siano favorevoli alla pace e alla stabilità regionali”.

Kishida ha già preso parte a giugno dello scorso anno a un vertice della Nato, quindi sarebbe la seconda volta che un primo ministro nipponico partecipa a questa assise.

Bando della Cina a Micron crea problemi anche ai concorrenti

Bando della Cina a Micron crea problemi anche ai concorrentiRoma, 22 mag. (askanews) – La Cina ha deciso di bandire i prodotti realizzati dal colosso statunitense dei chip di memoria Micron Technology, perché non hanno superato la revisione di sicurezza da parte dell’Amministrazione cinese del cyberspazio (CAC) e quindi, per Pechino, presentano “seri rischi per la sicurezza della rete”. Ma questo rischia di mettere in difficoltà anche i principali concorrenti della compagnia americana, che sono sudcoreani.

Si tratta della prima azione di questo tipo contro un produttore chip statunitensi, in quella che si configura come una guerra fredda tecnologica tra Pechino e Washington. “La revisione ha rilevato che i prodotti di Micron presentano seri rischi per la sicurezza della rete, della catena di fornitura dell’infrastruttura informatica critica della Cina, influenzando la sicurezza nazionale”, ha comunicato l’agenzia governativa cinese.

Un portavoce di Micron ha confermato alla BBC che la società ha “ricevuto l’avviso del CAC in seguito alla sua revisione dei prodotti Micron venduti in Cina” e sta valutando quali saranno i suoi prossimi passi. “Non vediamo l’ora di continuare a impegnarci nelle discussioni con le autorità cinesi”, hanno aggiunto. Il governo Usa ha affermato che collaborerà con gli alleati per affrontare quelle che ha definito “distorsioni del mercato dei chip di memoria causate dalle azioni della Cina. “Ci opponiamo fermamente alle restrizioni che non hanno alcun fondamento nei fatti”, ha detto un portavoce del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. “Questa azione, insieme alle recenti incursioni e al targeting di altre aziende americane, è incoerente con le affermazioni di Pechino secondo cui sta aprendo i suoi mercati e si è impegnata in un quadro normativo trasparente”.

Una pubblicata lunedì da Citic Securities afferma che i clienti cinesi di Micron potrebbero ora i loro ordini ad aziende sudcoreane come Samsung Electronics e SK Hynix – che sono i primi due produttori mondiali di chip di memoria, seguiti dal gruppo americano – e, solo parcialmente, ai produttori di chip di memoria cinesi, tra cui DRAM di Changxin Memory Technology Corp (CXMT) e NAND di Yangtze Memory Technologies. Corp (YMTC), considerati molto meno competitivi. Tuttavia, secondo quanto ha scritto il Financial Times il mese scorso citando fonti, l’Amministrazione Usa ha chiesto alla Corea del Sud di sollecitare i suoi produttori di chip a non colmare alcuna lacuna del mercato cinese qualora Pechino dovesse colpire, come in effetti è accaduto, Micron.

Inoltre, i produttori sudcoreani e giapponesi alternativi a Micron fanno affidamento per la produzione su apparecchiature fornite anche da compagnie statunitensi, quindi rischiano di trovarsi schiacciati nella loro espansione nella seconda economia del mondo, un mercato enorme, dal conflitto tra potenze.

Vertice Ue-Sudcorea: collaborazione su clima e digitale

Vertice Ue-Sudcorea: collaborazione su clima e digitaleRoma, 22 mag. (askanews) – Il presidente Yoon Suk-yeol e i leader dell’Unione europea hanno concordato oggi di rafforzare la cooperazione su clima, salute e questioni digitali in un vertice a Seoul. Lo riferisce l’agenzia di stampa Yonhap.

Yoon ha incontrato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel presso l’ufficio presidenziale, in occasione del 60mo anniversario dell’apertura delle relazioni diplomatiche bilaterali. In una dichiarazione congiunta rilasciata dopo il vertice, i tre leader hanno affermato di aver concordato di lanciare il Partenariato “Verde” Corea del Sud-Ue per aumentare la cooperazione sui cambiamenti climatici, la protezione ambientale e la transizione verde.

Hanno inoltre accolto con favore l’avvio dell’accordo amministrativo Corea del Sud-Ue sulla preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, concordando una reciproca assistenza nell’identificazione delle minacce per la salute e una collaborazione alla ricerca, all’innovazione e alla produzione di dispositivi medici. Hanno inoltre deciso di aiutare congiuntamente paesi terzi a sviluppare la loro capacità di prevenire, rilevare e rispondere alle minacce alla salute pubblica. Nella dichiarazione congiunta, ancora, si afferma che i leader hanno accolto con favore il lancio del partenariato digitale Corea del Sud-Ue lo scorso novembre.

“Questa partnership ci consentirà di promuovere la collaborazione su semiconduttori, reti mobili di nuova generazione, calcolo quantistico e ad alte prestazioni, intelligenza artificiale e normative sulle piattaforme online e digitali”, afferma la nota. I leader Ue e Yoon hanno anche deciso un dialogo strategico a livello ministeriale per rafforzare la cooperazione in materia di pace e sicurezza globali e per espandere l’attuale dialogo sulla politica industriale esulla catena di approvvigionamento.-

Yoon, von der Leyen e Michel hanno toccato il tema delprogramma nucleare della Corea del Nord e delle violazioni dei diritti umani. “Condanniamo fermamente i ripetuti lanci illegali di missili balistici da parte della Corea del Nord, nonché il suo sviluppo nucleare in corso e i riferimenti al possibile uso di armi nucleari”, hanno affermato nella dichiarazione congiunta. “Esprimiamo – hanno proseguito – grave preoccupazione per le violazioni e gli abusi dei diritti umani nella Repubblica popolare democratica di Corea”.

I tre leader hanno anche annunciato l’avvio di negoziati formali per l’adesione della Corea del Sud al programma di ricerca e innovazione Horizon Europe, puntando a rafforzare la cooperazione su tecnologie all’avanguardia e innovative.