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Indonesia, massiccia eruzione Lewotobi: colonna ceneri alta 15 km

Indonesia, massiccia eruzione Lewotobi: colonna ceneri alta 15 kmRoma, 7 nov. (askanews) – Il vulcano Lewotobi, in Indonesia, continua la sua massiccia attività eruttiva, dopo che dal 3 novembre sono stati già segnalati 9 morti. Secondo l’Agenzia meteorologica giapponese (Kishocho), nel pomeriggio di oggi (alle 4.30 del mattino in Italia) il vulcano ha avviato una nuova eruzione, facendo innalzare una colonna di ceneri che ha raggiunto un’altezza di 15mila metri.


Il vulcano Lewotobi si trova sull’isola di Flores, nella parte orientale dell’Indonesia, e ha un’altitudine di circa 1700 metri. E’ composto da due montagne, tra cui il monte Lewotobi Laki-Laki, che ha intensificato la sua attività eruttiva dal 30 ottobre. Secondo le autorità indonesiane per la gestione delle catastrofi, l’eruzione ha provocato finora 9 morti e oltre 60 persone hanno ricevuto cure ospedaliere. Nell’area intorno al vulcano vivono oltre 10mila persone, e fino al 6 novembre, più di 4mila persone sono state evacuate. Anche a gennaio di quest’anno il vulcano Lewotobi ha eruttato, costringendo circa 6.500 residenti a evacuare.


(Immagine tratta da X)

Sudcorea, scandalo della borsetta: Yoon presenta plateali scuse

Sudcorea, scandalo della borsetta: Yoon presenta plateali scuseRoma, 7 nov. (askanews) – Durante un discorso televisivo oggi a Seoul, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol si è alzato in piedi, ha chinato il capo e si è scusato di fronte ai cittadini. Il motivo di un atteggiamento così scenografico? Il cosiddetto “scandalo della borsetta” che ha investito la first lady Kim Keon Hee.


“Credo che il ruolo del presidente non sia quello di trovare scuse. Tutto quello che è accaduto è dovuto alle mie carenze e mancanza di virtù” ha dichiarato Yoon, secondo l’agenzia di stampa Yonhap, aggiungendo di presentare delle “sincere scuse” al popolo. I sondaggi segnalano recentemente un crollo dei consensi di Yoon, il cui tasso d’approvazione è sceso sotto il 20%, con un malcontento pubblico legato in parte alle accuse sulla sua precedente associazione con il presunto mediatore di potere Myung Tae-kyun, nonché alle questioni riguardanti la first lady.


La first lady è finita nella tempesta quando lo scorso anno è emerso un video online che mostrava la moglie di Yoon accettare una borsa di Christian Dior del valore di circa 3 milioni di won (circa 2mila euro). A offrire la borsetta era stato un pastore protestante coreano-statunitense che aveva addosso una telecamera nascosta e che aveva pubblicato la foto del momento del regalo sui social network. Secondo l’opposizione, la first lady avrebbe violato una precisa norma che vieta a consorti di funzionari pubblici di accettare regali di valore superiore a 1 milione di won (688 euro).


Yoon aveva già presentato le sue scuse a maggio, in maniera meno spettacolare, e aveva affermato che non sarebbe tornato più sulla vicenda. Tuttavia, il clamore dello scandalo non si è da allora attutito, quindi il presidente sudcoreano ha dovuto fare un ulteriore intervento. “Le iniziative che ho avviato per il benessere del popolo e il futuro della Corea del Sud possono aver causato disagio, e le questioni riguardanti le persone a me vicine hanno sollevato preoccupazioni pubbliche” ha detto Yoon durante una conferenza stampa. Per quanto riguarda lo scandalo della borsetta che riguarda la moglie, accusata anche di manipolazione di titoli azionari e di aver interferito in affari governativi, Yoon ha ammesso che “avrebbe dovuto comportarsi con maggiore cautela, e il fatto che abbia causato preoccupazione al pubblico è indubbiamente sbagliato”. Ha inoltre annunciato di aver nominato un segretario che crei un ufficio dedicato alle attività della first lady, la quale si asterrà d’ora in poi da azioni che non siano legate alla funzione diplomatica.


Tuttavia, Yoon si è opposto alla proposta di legge avanzata dal principale partito di opposizione, il Partito democratico (DP), per nominare un procuratore speciale che indaghi sulle accuse contro sua moglie, definendola “incostituzionale” e “propagandistica”. Il DP, dal canto suo, ha dichiarato che voterà la legge sul procuratore speciale alla sessione plenaria dell’Assemblea la prossima settimana, nel terzo tentativo dopo che un disegno di legge simile era stato respinto da Yoon e annullato il mese scorso. Il nuovo disegno di legge amplia l’ambito dell’indagine speciale per includere le recenti accuse secondo cui la first lady avrebbe cercato l’aiuto di Myung Tae-kyun per condurre sondaggi di opinione favorevoli a Yoon prima delle elezioni presidenziali del 2022. La Corea del Sud rischia una crisi istituzionale. Yoon, per far avanzare le sue riforme, ha bisogno della cooperazione del Partito democratico, che detiene la maggioranza di 170 seggi nell’Assemblea Nazionale composta da 300 membri. Il presidente ha un programma ambizioso di riforme in ambito sanitario, pensionistico, lavorativo ed educativo, Inoltre, intende istituire un ministero della Strategia demografica per affrontare il problema della bassa natalità del paese. Operazione complicata se non scenderà a patti con l’opposizione.

Fukushima, recuperato campione residui radioattivi da reattore

Fukushima, recuperato campione residui radioattivi da reattoreRoma, 7 nov. (askanews) – La Tepco, compagnia che gestisce la centrale nucleare Fukushima Daiichi, teatro del peggiore incidente atomico dopo Cernobyl, ha dichiarato oggi di esser riuscita per la prima volta a recuperare una piccola quantità di combustibile fuso altamente radioattivo dal reattore n. 2, danneggiato dal devastante terremoto e dallo tsunami che hanno colpito il nord-est del Giappone nel marzo 2011.


Si tratta di un’operazione particolarmente delicata, che la Tepco non era riuscita già in un precedente caso a portare a termine col braccio robotico creato ad hoc per questa attività. La permanenza nei reattori di circa 800 tonnellate di detriti e combustibile fuso è l’ostacolo più grave al definitivo smantellamento della centrale. La rimozione di questi materiali, presenti nei reattori n. 1-2-3, si prevede che durerà decenni. L’operatore ha comunicato di aver raccolto una quantità di combustibile fuso utilizzando la pinza situata all’estremità di un dispositivo telescopico. Si stima che nei reattori n. 1, 2 e 3, che hanno subito una fusione del nucleo durante la crisi nucleare, rimangano circa 800 tonnellate di detriti di combustibile.


Il materiale è stato estratto dal fondo del recipiente di contenimento dell’unità n. 2 e sarà collocato in un contenitore protetto. Poi sarà inviato per l’analisi presso la struttura dell’Agenzia giapponese per l’energia atomica nella vicina prefettura di Ibaraki. Le dimensioni e il peso dei detriti recuperati saranno determinati da un’apparecchiatura sigillata chiamata “glovebox” all’interno dell’edificio che ospita il reattore n. 2. Tepco ha pianificato di estrarre campioni di detriti da 5 millimetri e di peso non superiore a 3 grammi.


L’operazione di recupero è ripresa il 28 ottobre dopo diverse sospensioni avvenute all’inizio dell’anno a causa di errori e di un malfunzionamento che ha disabilitato le telecamere collegate al dispositivo. Tepco aveva inizialmente programmato l’avvio dello smaltimento del materiale radioattivo dai reattori nel 2021.

Telefonata Yoon-Trump, presidente eletto propone incontro a breve

Telefonata Yoon-Trump, presidente eletto propone incontro a breveRoma, 7 nov. (askanews) – Nella telefonata con cui il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol si è congratulato con il presidente eletto degli Stati uniti Donald Trump, il prossimo leader americano ha proposto un incontro col numero uno di Seoul il “prima possibile”. Lo ha comunicato oggi l’ufficio presidenziale sudcoreano.


“Il presidente eletto Donald Trump ha espresso il desiderio di incontrare il presidente Yoon il prima possibile. Collaboreremo per concordare una data per l’incontro attraverso discussioni” si legge nella dichiarazione dell’ufficio di Yoon. Yoon e Trump hanno discusso anche della cooperazione bilaterale e della collaborazione nella regione Asia-Pacifico, oltre al presunto coinvolgimento della Corea del Nord nel conflitto ucraino durante una conversazione di 12 minuti. Yoon ha espresso la speranza che il partenariato tra Stati uniti e Corea del Sud continui ad essere un’alleanza stretta che copra tutti gli aspetti della sicurezza e dell’economia, ha aggiunto la dichiarazione.


Il presidente sudcoreano e Trump hanno inoltre parlato delle ultime informazioni d’intelligence sul programma nucleare nordcoreano, sui lanci di missili balistici intercontinentali e di altri tipi di missili balistici da parte di Pyongyang, oltre che sul lancio di palloni che trasportano rifiuti e volantini verso la Corea del Sud.

Messaggio di Xi a Trump: congratulazioni, ma non contrapponiamoci

Messaggio di Xi a Trump: congratulazioni, ma non contrapponiamociRoma, 7 nov. (askanews) – Non c’è dubbio che il confronto strategico e commerciale con la Cina sarà uno dei punti focali della politica della prossima amministrazione Trump negli Stati uniti. E i primi passi tra le due potenze sono molto importanti. A Pechino ne sono consapevoli e, subito dopo la conferma elettorale che Donald Trump tornerà a risiedere alla Casa bianca, Xi Jinping si è mosso con insolita rapidità e ha inviato un messaggio di congratulazioni nel quale auspica collaborazione e non contrapposizione tra Washington e Pechino.


L’agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua, oggi, ha fornito dettagli sul contenuto del messaggio inviato dal presidente cinese a Trump. Questo ricalca i toni assunti dagli ufficiali di livello inferiore a caldo. Cina e Stati uniti “beneficeranno dalla cooperazione e perderanno dalla contrapposizione”, ha affermato il leader di Pechino, secondo la Xinhua. “Una relazione stabile, sana e sostenibile tra Cina e Stati uniti è nell’interesse comune dei due paesi e nelle aspettative della comunità internazionale” ha continuato il presidente cinese. “Si spera – ha detto ancora Xi – che le due parti mantengano i principi di rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione vantaggiosa per entrambe, rafforzino il dialogo e la comunicazione, gestiscano adeguatamente le differenze, espandano la cooperazione reciprocamente vantaggiosa e trovino un modo corretto per Cina e Stati Uniti di convivere”. Il tenore del messaggio fa trasparire la preoccupazione di Pechino. Donald Trump, nel suo primo mandato, ha spinto con forza la contrapposizione sino-americana, in particolare innescando una guerra commerciale con la Cina con l’introduzione di dazi e con restrizioni a importanti marchi cinesi, come per esempio la Huawei. Anche nella campagna elettorale appena conclusa, ha fatto trasparire una volontà di continuare sulla strada del “disaccoppiamento” tra le economie delle due principali potenze economiche e ha minacciato di imporre dazi del 60% su tutte le importazioni cinesi.


Il messaggio di Xi è stato piuttosto rapido, rispetto ai precedenti. Quattro anni fa, le congratulazioni a Joe Biden erano arrivate due settimane dopo le elezioni presidenziali, anche se con contenuti sostanzialmente simili. Pechino non vuol perdere tempo e sembra interessata a intrecciare una conversazione il prima possibile. Oltre a Xi, diversi altri alti funzionari cinesi hanno inviato messaggi a Trump e al suo staff. Tra questi, l’ambasciatore cinese negli Usa Xie Feng, che avrà un ruolo chiave in questa fase di transizione. E oggi anche il vicepresidente cinese Han Zheng si è congratulato col suo futuro omologo americano JD Vance.


Il leader cinese si è unito a una lunga lista di leader mondiali che hanno fatto gli auguri a Trump per la sua vittoria elettorale. E, anche nella regione dell’Asia orientale, è stata una corsa a prendere il telefono per chiamare il presidente eletto. Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha concordato con Trump un incontro il più presto possibile, seguendo una linea che si dimostrò vincente al primo mandato di Trump, quando premier giapponese era l’ora defunto Shinzo Abe. Anche il numero uno sudcoreano Yoon Suk Yeol ha già avuto un abboccamento con Trump, mentre non ci sono segnali dalla Corea del Nord di Kim Jong Un, che ebbe un momento di disgelo con gli Usa proprio durante la prima presidenza Trump, poi terminato in una bolla di sapone. Dall’Asia sudorientale si sono fatti sentire dal presidente eletto diversi leader, tra i quali il filippino Ferdinand Marcos Jr. Non sono mancate le telefonate dall’India del primo ministro Narendra Modi e dall’Australia del premier Anthony Albanese.

Usa2024, Ishiba sente Trump: avremo presto un incontro

Usa2024, Ishiba sente Trump: avremo presto un incontroRoma, 7 nov. (askanews) – Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba, che cerca lunedì una conferma nel voto parlamentare per la premiership dopo una forte flessione elettorale nelle recenti elezioni politiche per la camera bassa, ha sentito per telefono il presidente eletto Usa Donald Trump e i due hanno concordato che si incontreranno presto. Lo ha detto lo stesso Ishiba, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Kyodo.


“Oggi ho avuto una telefonata con il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, che è durata circa cinque minuti. Nel corso della conversazione, gli ho fatto sinceri complimenti per la sua vittoria e ho detto che rispetto il fatto che il suo appello a ‘Rendere di nuovo grande l’America’ trovi riscontro in un gran numero di cittadini statunitensi” ha detto Ishiba in una conferenza stampa. “Ho avuto l’impressione di una persona amichevole. Ho sentito che, parlando con lui, posso esprimermi onestamente, senza mascherare o abbellire le mie parole”, ha aggiunto il primo ministro nipponico. Il Giappone, quarta potenza economica mondiale dopo Usa, Cina e Germania, è il principale alleato in Asia orientale degli Stati uniti. Ishiba, diventato primo ministro all’inizio di ottobre, ha proposto di creare una versione asiatica della Nato e di rivedere l’accordo bilaterale che definisce lo status delle forze statunitensi stanziate in Giappone, una questione delicata.


Durante il suo primo mandato come presidente degli Stati Uniti, Trump aveva costruito un rapporto personale con l’allora primo ministro giapponese Shinzo Abe, che aveva sottolineato l’importanza dell’alleanza di sicurezza a lungo termine in risposta all’assertività crescente della Cina e allo sviluppo nucleare e missilistico della Corea del Nord. Abe si era recato come primo leader straniero alla Trump Tower a New York nel 2016 per incontrare Trump quando era presidente eletto, aprendo la strada a una relazione personale più profonda. Il governo giapponese punta a organizzare un incontro di persona tra Ishiba e Trump il prima possibile, hanno riferito alcuni funzionari. Durante la conversazione di circa cinque minuti, Ishiba e Trump non hanno discusso della possibilità che il Giappone aumenti ulteriormente la spesa per la difesa o si faccia carico di una maggiore quota dei costi delle basi militari statunitensi in Giappone.


Ishiba ha dichiarato di voler discutere i modi per rafforzare l’alleanza bilaterale su vari fronti, inclusa una maggiore interoperabilità tra le Forze di Autodifesa giapponesi e l’esercito statunitense.

Nordcorea tace su ritorno Trump: possibile nuovo vertice con Kim?

Nordcorea tace su ritorno Trump: possibile nuovo vertice con Kim?Roma, 6 nov. (askanews) – I media di tutto il mondo oggi riportano in grande evidenza la vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali statunitensi. C’è però un paese in cui di questo non si parla, eppure è uno dei paesi che potrebbe essere più direttamente influenzato dal ritorno di Trump alla Casa bianca e che potrebbe avere delle opportunità dopo gli anni cupi dell’Amministrazione Biden. Si tratta della Corea del Nord del leader supremo Kim Jong Un.


L’agenzia di stampa statale KCNA, il giornale del Partito dei lavoratori Rodong sinmun, non somigliano oggi ai giornali di tutti il mondo, che riportano in prima pagina foto e cronache della vittoria trumpiana. Ma questo silenzio non deve ingannare: a Pyongyang hanno guardato con grande attenzione a quanto accadeva negli Stati uniti. E l’aumento dell’attività missilistica prima delle elezioni, in qualche modo, è stato anche un modo per mandare segnali in previsione di una vittoria di Trump. Anche quando Trump andò al potere la prima volta, Kim stimolò Washington con varie provocazioni. Non è escluso, quindi, che assuma lo stesso approccio all’inizio del secondo mandato di Trump. Ma – secondo la gran parte degli analisti – il leader nordcoreano potrebbe cercare un nuovo vertice con Trump, anche se la possibilità che possa realizzarsi un qualche accordo sul programma nucleare nordcoreano appare remoto.


Durante il suo primo mandato, Trump ha avuto il primo vertice in assoluto tra un leader statunitense e un leader nordcoreano. Nel 2018 Trump e Kim si videro a Singapore, dove firmarono una dichiarazione d’intenti che, nella retorica, pareva aprire alla possibilità di un accordo, ma nella realtà nascondeva una mancanza di volontà di entrambe le parti di raggiungere un punto comune. Infatti, l’anno seguente, ad Hanoi, i due leader si rividero ma non fecero alcun passo avanti. Da allora, le relazioni tra Usa e Nordcorea sono state tese. Joe Biden, il successore democratico di Trump, sia tornato al concetto di “pazienza strategica” adottato dall’ex presidente Barack Obama rispetto alla Corea del Nord: cioè una politica di rafforzamento delle alleanze regionali e di continua pressione su Pyongyang, senza dialogo, ma con la prospettiva o di un cedimento o di un regime-change.


Kim, dal canto suo, ha approfittato della trasformazione del quadro geopolitico globale, avvicinandosi in maniera consistente alla Russia di Vladimir Putin, con cui ha firmato a giugno un partenariato rafforzato che prevede anche una clausola di difesa reciproca. Un matrimonio tanto forte che, nelle ultime settimane, gli Usa e la Corea del Sud hanno denunciato l’invio da parte nordcoreana di migliaia di soldati in Russia per essere utilizzati nel conflitto ucraino. Inoltre, il leader nordcoreano ha fatto iscrivere nel 2023 nella costituzione il fatto che la Corea del Nord è ormai una potenza nucleare e ha chiarito a più riprese che il dato di fatto del possesso dell’arma nucleare per la Nordcorea non è più questione su cui trattare alcunché, si tratta di un dato “irreversibile”.


Secondo l’intelligence sudcoreana, Kim avrebbe già pronto un settimo test nucleare presso il sito di Punggye-ri. E questo potrebbe rientrare in una politica di provocazione per attirare l’attenzione di Trump: l’ultimo test nucleare nordcoreano, il sesto della sua storia, ebbe luogo nel 2017, all’inizio del mandato di Trump. Dopo il lancio di prova del nuovo missile balistico intercontinentale (ICBM) Hwasong-19 il mese scorso, la Corea del Nord ha confermato che la politica del paese di rafforzamento delle forze nucleari non cambierà, sostenendo di aver raggiunto una “posizione egemonica irreversibile” nello sviluppo di sistemi di consegna di armi nucleari. Per la prima volta in nove anni, la denuclearizzazione della Corea del Nord è stata omessa come obiettivo condiviso in una dichiarazione congiunta emessa dopo il Security Consultative Meeting del mese scorso tra i capi della difesa della Corea del Sud e degli Stati uniti, un’indicazione che la denuclearizzazione della Corea del Nord potrebbe non essere più considerata realisticamente raggiungibile. Quindi, Kim potrebbe voler provare con Trump a negoziare il riconoscimento da parte degli Stati uniti della Corea del Nord come stato nucleare e ottenere concessioni per un “disarmo nucleare” piuttosto che la “denuclearizzazione,” che era sul tavolo durante i precedenti vertici. Trump, a sua volta, se dovesse decidere di rivedere Kim, potrebbe doversi accontentare di un “piccolo accordo” che riduca le minacce dei missili nordcoreani in grado di raggiungere il territorio continentale degli Stati uniti in cambio del riconoscimento della Corea del Nord come stato nucleare, anziché perseguire la denuclearizzazione, ha dichiarato all’agenzia di stampa Yonhap Nam Sung-wook, direttore dell’Istituto per l’unificazione nazionale presso l’Università della Corea. “Sembra esserci una crescente accettazione della Corea del Nord come detentrice di armi nucleari nella comunità internazionale e nei circoli di potere negli Stati uniti, inclusa la menzione del direttore generale dell’Agenzia internazionale dell’energia atomica (Aiea), Rafael Grossi, della Corea del Nord come stato nucleare ‘de facto’” ha detto Nam. Un altro ostacolo a un possibile progresso in un futuro vertice Trump-Kim potrebbe essere la preoccupazione degli Stati uniti per questioni internazionali percepite come più urgenti, come la guerra Russia-Ucraina, il conflitto Gaza-Israele e la crescente rivalità con la Cina, che potrebbe relegare in secondo piano la questione nucleare nordcoreana.

La Cina a Trump: rapporti siano su base di rispetto reciproco

La Cina a Trump: rapporti siano su base di rispetto reciprocoRoma, 6 nov. (askanews) – La Cina, anche dopo l’esito del voto presidenziale Usa che riporta alla Casa Bianca Donald Trump, continuerà a gestire le relazioni con Washington sui “principi del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione win-win”. Lo ha affermato oggi la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning durante la quotidiana conferenza stampa, rispondendo a una domanda sul potenziale impatto dell’elezione di Trump.


Il presidente eletto americano, durante il suo primo mandato alla Casa bianca tra il 2016 e il 2020, ha reso più aspre le relazioni tra Cina e Stato uniti, imponendo alti dazi ai prodotti cinesi e avviando un processo di “disaccoppiamento” economico nei confronti di Pechino. Di fronte al rischio di un aumento di dazi consistente, che Trump ha promesso durante la sua campagna elettorale, Mao Ning non ha voluto rispondere “una questione ipotetica”, affermando che Pechino “rispetta la scelta del popolo americano”.

Nordcorea ha “salutato” elezioni Usa con lancio multiplo di missili

Nordcorea ha “salutato” elezioni Usa con lancio multiplo di missiliRoma, 5 nov. (askanews) – La Corea del Nord ha lanciato più missili balistici a corto raggio nel Mare del Giappone. Lo ha riferito oggi lo Stato maggiore congiunto della difesa sudcoreana, nel giorno in cui gli Stati uniti – considerati da Pyongyang il proprio principale nemico – vanno al voto per il nuovo presidente.


Lo Stato maggiore congiunto di Seoul ha dichiarato di aver rilevato i lanci intorno alle 7:30 del mattino (ora di Seoul) dalla zona di Sariwon, dalla provincia occidentale di Hwanghae del Nord, e che i missili hanno percorso circa 400 chilometri prima di cadere in mare. Secondo Seoul, sono stati apparentemente utilizzati nuovi lanciatori multipli di razzi di grandi dimensioni da 600 millimetri, modello KN-25. Si ritiene che questo sistema d’arma sia capace di colpire ovunque in Corea del Sud, se lanciato da Sariwon.


Il funzionario ha rifiutato di specificare il numero di missili lanciati, sottolineando che è in corso un’analisi dettagliata. L’intelligence sudcoreana aveva avvertito nei giorni scorsi che la Corea del Nord avrebbe potuto effettuare test di armi in prossimità del voto presidenziale statunitense per affermare la propria presenza e attirare attenzione esterna, vantando le proprie capacità nucleari.


Il nuovo test missilistico è avvenuto cinque giorni dopo il lancio nel Mar del Giappone del nuovo missile balistico intercontinentale (ICBM) Hwasong-19, teoricamente in grado di raggiungere il territorio degli Stati uniti. Chiamando l’Hwasong-19 la “versione definitiva” della sua serie ICBM, la Corea del Nord ha affermato di aver rinnovato i record della propria capacità missilistica strategica e di aver assicurato una “posizione egemonica irreversibile” nello sviluppo di vettori per le testate nucleari.


In risposta al lancio della scorsa settimana, la Corea del Sud, gli Stati uniti e il Giappone hanno condotto esercitazioni aeree congiunte, che includevano un bombardiere B-1B statunitense, nelle acque a est dell’isola meridionale di Jeju domenica scorsa. Kim Yo-jong, la potente sorella del leader nordcoreano, ha criticato l’esercitazione aerea poco prima dell’ultimo lancio, descrivendola come una dimostrazione della “natura aggressiva, ostile e pericolosa” del nemico. La Corea del Nord ha inoltre reagito al dispiegamento di risorse strategiche statunitensi nella e vicino alla penisola coreana, accusando Washington di incrementare le tensioni. Citando la situazione di sicurezza recente, lo Stato maggiore sudcoreano ha detto di ritenere che il regime di Kim Jong Un potrebbe intraprendere altre azioni provocatorie, come il lancio di un missile ipersonico, un satellite spia o missili balistici o da crociera lanciati da sottomarini, oltre a condurre un eventuale settimo test nucleare. Recentemente Seoul ha detto di ritenere la Corea del Nord pronta a effettuare “in qualsiasi momento” un test nucleare presso il suo sito di Punggye-ri. Kim Jong Un, inoltre, ha recentemente stretto rapporti di sicurezza più intensi con la Russia di Vladimir Putin, firmando un accordo di partenariato strategico che prevede anche una clausola di difesa reciproca. Seoul e gli Usa hanno accusato Pyongyang di aver inviato in Russia migliaia di soldati per un eventuale utilizzo nella guerra in Ucraina.

Cina-Giappone, Wang incontra consigliere sicurezza nazionale Giappone

Cina-Giappone, Wang incontra consigliere sicurezza nazionale GiapponeRoma, 4 nov. (askanews) – Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, e il capo consigliere per la sicurezza nazionale giapponese, Takeo Akiba hanno tenuto oggi a Pechino una lunga serie di colloqui e hanno concordato di mantenere il dialogo a vari livelli, inclusi i contatti tra i rispettivi leader, Lo ha riferito oggi Akiba ai giornalisti, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Kyodo.


L’incontro mira a preparare il terreno per il primo vertice tra il premier giapponese Shigeru Ishiba, entrato in carica il primo ottobre, e il presidente cinese Xi Jinping, a margine di uno degli incontri internazionali che si terranno in Sudamerica entro la fine del mese, secondo fonti governative giapponesi. Dopo i colloqui, durati quattro ore e mezza, Akiba ha affermato che entrambe le parti hanno condiviso l’intenzione di promuovere “legami strategici e reciprocamente vantaggiosi” e una “relazione costruttiva e stabile.”


E’ previsto che Ishiba partecipi al vertice del forum di Cooperazione economica Asia-Pacifico (APEC) dal 15 al 16 novembre in Perù e al vertice dei leader del G20 dal 18 al 19 novembre in Brasile. Akiba ha dichiarato di aver chiaramente trasmesso a Wang le posizioni del Giappone su diverse questioni centrali al momento nei rapporti bilaterali, inclusa la ripresa delle spedizioni di prodotti marini giapponesi verso la Cina e le misure per garantire la sicurezza dei cittadini giapponesi che vivono in Cina.


I due Paesi avevano concordato a settembre che la Cina rimuoverà gradualmente il divieto sulle importazioni di prodotti ittici dal Giappone, imposto dopo l’inizio del rilascio di acqua radioattiva trattata dalla centrale nucleare di Fukushima Daiichi nell’agosto 2023. Il massimo responsabile giapponese per la sicurezza nazionale ha anche affermato di aver discusso con Wang della situazione nella penisola coreana ed espresso la “seria preoccupazione” di Tokyo per la crescente cooperazione tra Pyongyang e Mosca. Truppe nordcoreane sono state inviate in Russia per sostenere la sua guerra contro l’Ucraina.