Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Cina attacca Usa-G7: piegano ai loro interessi norme internazionali

Cina attacca Usa-G7: piegano ai loro interessi norme internazionaliRoma, 11 mag. (askanews) – Pechino ha accusato oggi i paesi del G7 e l’Occidente di ipocrisia: mentre, infatti, richiama la Cina al rispetto delle norme internazionali, le ignora per sé e vuole imporre un ordine internazionale che sia favorevole esclusivamente ai suoi interessi.

Tra il 19 e il 21 maggio a Hiroshima i leader del G7 s’incontreranno per il summit annuale, quest’anno sotto la presidenza giapponese, e si prevede che dal vertice esca anche un richiamo al rispetto dell’ordine internazionale basato sulle regole alla Cina in relazione alla questione di Taiwan. Il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin, rispondendo a una domanda in merito, ha lanciato un duro attacco all’Occidente e al Giappone. “Prima di discutere le regole internazionali, dobbiamo chiarire cosa siano esattamente le regole internazionali: per la stragrande maggioranza dei paesi del mondo, le regole internazionali consistono nelle norme di base che disciplinano le relazioni internazionali basate sugli scopi e sui principi della Carta delle Nazioni unite e tutti i paesi devono rispettarle”, ha detto Wang, accusando il G7 di non citare quasi mai questo documento, ma invece di continuare a “parlare di “democrazie” e del cosiddetto “ordine internazionale basato su regole””.

Quando il G7 usa queste formule, ha accusato il portavoce cinese, “intende le regole occidentali che tracciano linee di demarcazione secondo ideologie e valori e le regole di una piccola cerchia (di paesi) dominata dagli Stati Uniti e dal G7: queste regole servono gli interessi acquisiti di pochissimi paesi, a partire da quelli del G7, invece che gli interessi comuni della comunità internazionale”. Wang ha inoltre accusato i paesi del G7, a partire dagli Stati uniti, di aver violato “costantemente” le regole internazionali. “Negli ultimi anni, gli Stati Uniti si sono allontanati da 17 organizzazioni e trattati internazionali, tra cui l’UNESCO e l’Accordo di Parigi. Gli Usa hanno spiato indiscriminatamente i paesi di tutto il mondo, non da ultimo i suoi alleati del G7, paesi fortemente corazzati diplomaticamente, e hanno applicato la coercizione economica e l’interferenza militare. Gli Stati Uniti hanno palesemente invaso l’Afghanistan, l’Iraq e la Siria e altri paesi che sono più piccoli e più deboli degli Usa, uccidendo e sfollando decine di milioni di civili innocenti. Quando si tratta di regole internazionali, il posto degli Stati Uniti è sul banco degli imputati. Non è nella posizione di puntare il dito contro altri paesi” ha precisato Wang.

Per questo motivo, “la prima cosa che gli Stati Uniti e il Giappone possono fare, come membri del G7, sarebbe pagare i loro arretrati alle Nazioni unite, ritirare le truppe che occupano illegalmente la Siria, smettere di insistere sullo scarico di acqua contaminata dal nucleare nell’oceano, smettere di incitare alla divisione e allo scontro e smettere di usare le regole internazionali come pretesto per perseguire primati ed interessi egoistici”.

Summit Cina-Asia centrale: Pechino copre spazio lasciato da Mosca

Summit Cina-Asia centrale: Pechino copre spazio lasciato da MoscaRoma, 11 mag. (askanews) – Xian è stata l’antica capitale cinese dalla quale partiva la Via della Seta. E non a caso questa città è stata scelta dalla Cina per ospitare il primo summit in presenza tra Pechino e i cinque paesi dell’Asia centrale un tempo sovietici: sebbene il formato Cina+5 (C+C5) esiste dal 2020, la pandemia Covid-19 aveva costretto finora i vertici alla fredda modalità online. Ancor meno a caso è stato preannunciato da Pechino che il presidente Xi Jinping, padrone di casa, terrà un “importante discorso” in quell’occasione, segno di un’attenzione cinese per una regione tradizionalmente sotto influenza russa.

Il summit si terrà il 18 e 19 maggio, incrociandosi con un altro vertice che si riunirà invece a Hiroshima, in Giappone, tra il 19 e il 21 maggio. Si tratta – quest’ultimo – del G7, al quale parteciperanno i sette leader del blocco dei paesi vicini agli Stati uniti (anche se la presenza fisica del presidente Usa Joe Biden è data in forse) . A Xian è attesa la presenza di Kassym-Jomart Tokayev del Kazakistan, Sadyr Japarov del Kirghizistan, Emomali Rahmon del Tajikistan, Serdar Berdimuhamedov del Turkmenistan e Shavkat Mirziyoyev dell’Uzbekistan. Spicca ovviamente l’assenza in questo formato dell’azionista di maggioranza tradizionale della regione: la Russia di Vladimir Putin.

Non c’è naturalmente da attendersi una presa di posizione esplicita contro Mosca. Ma, certo, i paesi dell’Asia centrale hanno mostrato una certa irritazione nei confronti dell’azione russa in Ucraina. In sede Onu, quando è stata posta ai voti una risoluzione di condanna nei confronti di Mosca, i C5 non hanno detto no ma, come la Cina, si sono astenuti (tranne il Turkmenistan, che non ha preso parte al voto). Questi paesi vedono con preoccupazione la situazione in Ucraina e sembrano accordare a Pechino, che prospetta una pur vaga ipotesi di fuoriuscita dalla crisi, un’attenzione apparentemente maggiore che a Mosca. Per la Cina l’Asia centrale è un focus di politica estera da tempo, ma soprattutto dal 2013, quando Xi ha lanciato l’Iniziativa Belt and Road con un discorso storico nella capitale kazaka di Astana. L’invasione rissa dell’Ucraina, poi, ha aperto ancor di più un vuoto d’influenza nella regione, che la Cina sembra voler colmare, tenendo presente che già ha una relazione forte con paesi come il Turkmenistan, grande fornitore di gas. Così proprio in Asia centrale, in effetti, si crea un terreno di competizione tra Cina e Russia, mentre in altri scenari le due potenze appaiono affiancate.

I cinque paesi della regione sono parte di un fondamentale corridoio per agganciare la Cina al ricco mercato dei paesi europei, in un momento in cui la sua proiezione verso il Pacifico è contenuta in maniera decisa e crescente dagli Stati uniti. Quindi la destabilizzazione provocata dall’azione russa in Ucraina finisce per impattare con questo disegno cinese. E’, insomma, proprio in Asia centrale che l’asserita amicizia “senza limiti” tra Mosca e Pechino sembra trovare un limite. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, nel presentare il summit, oltre ad annunciare un “importante discorso” di Xi, ha affermato che “i presidenti esamineranno il corso della crescita delle relazioni Cina-Asia centrale, scambieranno opinioni sullo sviluppo dei meccanismi tra le due parti, sulla cooperazione in tutti i settori, nonché sulle principali questioni internazionali e regionali di reciproco interesse e firmeranno congiuntamente un importante accordo politico”. Il vertice “aiuterà a tracciare un nuovo progetto per le relazioni Cina-Asia centrale e aprirà una nuova era per la cooperazione tra le due parti”.

Quando si parla di “questioni internazionali” di “reciproco interesse” la mente va immediatamente e naturalmente all’Ucraina. In una riunione preparatoria in cui si sono incontrati ministri degli esteri il mese scorso, il cinese Qin Gang ha affermato che Pechino è disposta a lavorare con l’Asia centrale per spingere per una risoluzione della crisi ucraina. Il giorno dopo questa dichiarazione, Xi Jinping ha sentito per la prima volta al telefono il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’Asia centrale ha acquisito un’importanza crescente a causa dei suoi ricchi depositi di risorse naturali – idrocarburi, ma anche terre rare – e della vicinanza alla provincia occidentale dello Xinjiang, l’instabile area a maggioranza musulmana che era anche una parte fondamentale dell’antica Via della Seta e tradizionalmente gode di stretti legami culturali e linguistici con l’Asia centrale.

Nel 2022 il commercio tra la Cina e i paesi dell’Asia centrale ha raggiunto i 70,2 miliardi di dollari, un livello record. Gli investimenti diretti esteri della Cina nei cinque paesi sono arrivati a quasi 15 miliardi di dollari. La Belt and Road ha portato nei paesi dell’Asia centrale grandi progetti infrastrutturali come ferrovie, autostrade, centrali elettriche e gasdotti: un’opportunità di sviluppo che nella tradizionale relazione con Mosca non s’era mai visto. E forse a Putin le orecchie non fischieranno solo durante il summit di Hiroshima, ma anche nei gue giorni precedenti.

Qin Gang a Parigi: Europa abbia “autonomia strategica” (dagli Usa)

Qin Gang a Parigi: Europa abbia “autonomia strategica” (dagli Usa)Roma, 11 mag. (askanews) – La Cina cerca di rafforzare i suoi agganci con l’Europa, sostenendo con gli interlocutori del Vecchio Continente che devono perseguire una linea di “autonomia strategica” rispetto agli Stati uniti. Dopo la visita in Germania, Qin Gang – il ministro degli Esteri – è andato a Parigi per chiedere alla Francia di rafforzare la cooperazione nell’affrontare “le sfide globali”. Un richiamo che non cade inascoltato a Parigi, dove ancora risuonano le parole del presidente Emmanuel Macron il quale, di ritorno da Pechino ad aprile, disse che l’Europa non può essere “vassalla” degli Stati uniti, in riferimento alla questione di Taiwan.

Qin ha incontrato ieri la ministra degli Esteri transalpina Catherina Colonna e le ha detto: “La Cina ha sempre visto l’Europa come un partner strategico globale e ha sempre espresso un chiaro sostegno agli sforzi dell’Europa per rafforzare l’autonomia strategica e il suo ruolo attivo sulla scena internazionale”.”Le relazioni Cina-Ue – ha continuato – “non dovrebbero né prendere di mira, essere collegate o essere limitate da una terza parte”. Pur non citati esplicitamente, il riferimento del ministro degli Esteri cinese è evidentemente agli Stati uniti che, con la crisi ucraina, hanno rafforzato fortemente il loro grip sull’Europa e, nel contempo, mentre stanno attuando in Asia orientale un irrobustimento militare e diplomatico che punta al contenimento dell’ascesa politica della Cina.

Colonna si è mantenuta prudente, affermando che la Francia è pronta a rafforzare la comunicazione con Pechino su importanti questioni internazionali e regionali, come l’Ucraina, e favorevole a “trovare un terreno più comune”, secondo quanto ha verbalizzato il ministero degli Esteri cinese. Ha anche affermato che Pechino ha un “ruolo importante” nella ricerca di una via d’uscita diplomatica alla guerra ucraina e ha, inoltre, ha esortato la Cina a intervenire nella “grave” proliferazione nucleare in Iran e Corea del Nord. Qin dal canto suo ha anche assicurato che la Cina si ritiene impegnata per una soluzione politica della guerra in Ucraina e ha affermato continuerà a comunicare con tutte le parti e che svolgerà un ruolo costruttivo. Una posizione che era stata già chiaramente manifestata durante la visita di Macron a Pechino, quando lo stesso presidente francese aveva detto al leader cinese Xi Jinping che “conta su di lui” per far ragionare il leader russo Vladimir Putin.

La Cina ha annunciato che un suo inviato si recherà in Ucraina dopo che Xi e il leader di Kiev Volodymyr Zelensky hanno avuto il loro primo colloquio telefonico dall’inizio dell’invasione russa. A Parigi, non a caso, Qin ha incontrato anche il consigliere del presidente Macron, Emmanuel Bonne, che sarebbe stato incaricato di essere l’uomo di contatto con Pechino per la questione ucraina. Il tono del colloquio tra Qin e Colonna è stato certamente più caloroso di quello riscontrato nel vertice tra il ministro cinese con la sua omologa tedesca Annalena Baerbock, “rovinato” in realtà dalla cancellazione annunciata lunedì della visita del ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner a Pechino da parte cinese, a parole per sopravvenuti impegni del ministro delle Finanze cinese Liu Kun, ma molto più verosimilmente per la posizione pro-Taiwan del partito di Lindner. Ciò non toglie che anche a Berlino l’appello cinese a un’”autonomia strategica” dell’Europa dagli Stati uniti trovi orecchie attente.

Il rapporto della Cina con l’Europa è a uno snodo fondamentale e, in questo senso, investe anche l’Italia, unico paese del G7 e primo paese tra i fondatori dell’Unione europea ad aver sottoscitto nel 2019 il memorandum d’intesa sull’Iniziativa Belt and Road, la “nuova Via della Seta” sostenuta da Xi, provocando l’ira statunitense. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni – che era stata contraria all’accordo sottoscritto dal governo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte – si trova di fronte a un bivio: entro fine anno si dovrà decidere se rinnovare l’accordo o farlo morire alla sua scadenza con l’inizio del 2024. Ieri, da Praga, ha detto che si tratta di “una decisione che ancora non abbiamo preso, è un dibattito aperto sul quale gli attori da coinvolgere debbano essere molti e a vari livelli: il Parlamento, compreso” perché si trattsa di una questione “delicata” che “oggi va maneggiata con molta attenzione perchè è una situazione che riguarda molte dinamiche internazionali”.

Assassinio Abby Choi, per esequie volto sarà ricostruito in 3D

Assassinio Abby Choi, per esequie volto sarà ricostruito in 3DRoma, 10 mag. (askanews) – Ci sono casi in cui la tecnologia può venire anche in soccorso di una famiglia schiacciata dal dolore. In occasione del funerale della modella di Hong Kong Abby Choi verrà utilizzato la tecnologia della stampa 3D per ricostruirne il volto sfigurato nel raccapriciante assassinio di febbraio. Lo scrive oggi il Suth China Morning Post.

Il funerale è stato reso finalmente possibile, dopo che la famiglia di Choi ha potuto ricevere indietro i resti dell’influencer dei social media e modella 28enne, assassinata a febbraio in un caso che ha sconvolto l’ex colonia britannica. Il raccapricciante omicidio è venuto alla luce il 24 di quel mese, quando la polizia ha trovato il cranio, le gambe e alcune costole rotte di Choi in un appartamento in un villaggio.

La veglia della giovane modella si terrà il 18 giugno e la mattina successiva ci saranno i funerali. Infine i resti verranno portati in un monastero dell’isola di Lantau per la cremazione. La famiglia di Choi – secondo quanto ha appreso il SCMP – ha deciso d’ingaggiare un’azienda hi-tech estera per utilizzare la stampa tridimensionale e un servizio di trucco per ricreare un volto per il cranio e consentire una visione rispettosa dei resti per le persone in lutto al funerale.

Nonostante una massiccia ricerca in una discarica dei Nuovi Territori e in un cimitero di Tseung Kwan O, la polizia è riuscita a recuperare solo il cranio, le gambe e alcune costole rotte di Choi. Alcune delle parti del corpo erano conservate in congelatori, altre erano state cotte in pentola. Dopo aver completato tutti gli esami, incluso un test del DNA, i resti sono stati restituiti alla sua famiglia alla fine del mese scorso.

La procedura prevederà lo scansionamento delle foto della defunta fornite dai membri della famiglia per costruire un modello 3D. Una maschera facciale 3D viene quindi realizzata in un giorno utilizzando resina, gesso, silicone e fibra prima che i necrofori applichino il trucco e una parrucca. L’ex marito di Choi, Alex Kwong (28 anni), suo padre Kwong Kau (65) e il fratello maggiore Anthony Kwong (32) sono stati arrestati per il macabro assassinio. Anche alla madre di Kwong, Jenny Li , 63 anni, è stata accusata di aver sabotato il corso della giustizia. Altre due persone sono accusate di aver contribuito a un tentativo di fuga di Kwong a Macao.

I primi esami del DNA hanno concluso che le macchie di sangue all’interno dell’auto di Anthony Kwong, così come il teschio e le gambe trovati nella casa del villaggio, appartenevano a Choi.

Abby Choi, figlia di una ricca famiglia di costruttori, era una famosa influencer e web celebrity, che aveva fatto da poco il salto nei media mainstream. Era conosciuta come icona della moda che frequentava regolarmente la settimana della moda di Parigi e appariva in diverse riviste tra cui Elle, Harper’s Bazaar e Vogue.

Giappone: attività nucleari Nordcorea minaccia grave e imminente

Giappone: attività nucleari Nordcorea minaccia grave e imminenteRoma, 10 mag. (askanews) – Le attività missilistiche e nucleari della Corea del Nord sono una minaccia “grave e imminente per la sicurezza del Giappone e per la pace della regione e della comunità internazionale”. L’ha affermato oggi l’incaricato d’affari ad interim del Giappone in Italia Tsukasa Hirota in un’audizione alla Commissione Esteri della Camera.

“Le attività nucleari nordcoreane sono ancora poco chiare e mancano di dettagli, perché il regime di Pyongyang è molto chiuso. Si ritiene che il suo programma di armi nucleari sia notevolmente avanzato, dato che ha già condotto sei test. In seguito al suo sesto test nucleare nel 2017, la Corea del Nord ha annunciato di aver condotto con successo un test di una bomba all’idrogeno da ionstallare su un missile strategico balistico”, ha detto Hirota. “Si ritiene che Pyongyang abbia già raggiunto la miniaturizzazione di testate nucleari da montare sui missili con cui effettuare attacchi”, ha continuato l’incaricato d’affari, segnalando che secondo l’Istituto per la pace di Stoccolma, la Corea del Nord dispone al massimo 20 testate nucleare e di materiale fissile – plutonio, uranio – per produrre 40-50 testate. L’obiettivo finale di Pyongyang, secondo il diplomatico, è “il mantenimento del regime, per il quale la costruzione di una capacità di deterrenza nucleare è essenziale per contrastare la minaccia Usa”. In questo contesto , la Corea del Nord “promuove lo sviluppo di armi nucleari e di missili balistici che sono i vettori di queste armi. Inolte è possibile che la sua strategia sia acquisire gli strumenti per sostenere qualsiasi conflitto armato utilizzando armi convenzionali o nucleari tattiche”.

La Corea del Nord – ha proseguito il diplomatico – “ha annunciato che non rinuncerà mai alle armi nucleari, ha mantenuto questa posizione di continuare l’attività di sviluppo nucleare e missilistico, anche con lanci di missili con una frequenza senza precedenti”. In questo senso “esiste anche la possibilità che la Corea del Nord s’impegni in ulteriori, futuri comportamenti provocatori, compresi nuovi test nucleari: questi comportamenti rappresentano un’ulteriore minaccia ancora più grave e imminente per la sicurezza del Giappone rispetto al passato e minano seriamente la pace e la sicurezza della regione e della comunità internazionale. Hirota ha inoltre posto la questione dei cittadini giapponesi rapiti negli anni ’70 e ’80 da agenti dei servizi della Nordcorea. La questione, ancora irrisolta, è trattata da Tokyo come un “grave problema umanitario” e l’approccio nipponico è affrontarlo assieme alla questione del programma nucleare in maniera non separabile. “La strategia del Giappone è affrontare questi temi nel loro complesso”, ha detto Hirota, segnalando che il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha ripetutamente detto di essere pronto ad affrontare la questione dei rapiti anche incontrando faccia-a-faccia il leader nordcoreano Kim Jong Un.

Nordcorea critica riavvicinamento tra Giappone e Sudcorea

Nordcorea critica riavvicinamento tra Giappone e SudcoreaRoma, 10 mag. (askanews) – La Corea del Nord ha condannato oggi il vertice di questa settimana tra il presidente Yoon Suk-yeol e il primo ministro giapponese Fumio Kishida attraverso il suo canale di propaganda, affermando che ha aperto la strada a una “collusione militare” tra i due paesi.

Yoon e Kishida si sono incontrati a Seoul domenica in un vertice che ha segnato una piena ripresa della “diplomazia della navetta”, cioè delle regolari visite tra i leader dei paesi vicini, dopo anni di relazioni deteriorte a causa di dispute derivanti dal dominio coloniale giapponese del 1910-45, incluso il questione del lavoro forzato. Nella prima risposta di Pyongyang al vertice è venuta attraverso il sito di propaganda Uriminzokkiri, il quale ha affermato che “la collusione militare tra Corea del Sud e Giappone, molto voluta dagli Stati Uniti, è entrata in scena per essere portata avanti incautamente”.

Uriminzokkiri ha affermato che la politica estera “sottomessa” di Yoon ha reso possibile al Giappone coprire le sue atrocità passate e diventare molto più audace in termini di rivendicazione di sovranità sugli isolotticontesi di Dokdo, oltre al piano di Tokyo di rilasciare acqua contaminata dalla centrale nucleare di Fukushima.

Manovre navali cinesi al largo della base Usa di Guam

Manovre navali cinesi al largo della base Usa di GuamRoma, 10 mag. (askanews) – Le forze missilistiche cinesi assieme alla forza navale incentrata sulla portaerei Shandong hanno concluso grandi esercitazioni navali non lontano dalla base militare Usa nel Pacifico di Guam. L’ha riferito la televisione di stato cinese CCTV.

Le esercitazioni sono durate circa un mese e hanno coinvolto la portaerei, un cacciatorpediniere Tipo 055, due cacciatorpediniere Tipo 052D, due fregate Tipo 054A e una nave di rifornimento Tipo 90, secondo quanto hanno riferito le Forze di autodifesa giapponesi. La manovra ha avuto luogo a circa 741 km da Guam, una delle principali basi Usa nel Pacifico.

Giappone, sì camera bassa a controversa norma sul diritto d’asilo

Giappone, sì camera bassa a controversa norma sul diritto d’asiloRoma, 9 mag. (askanews) – La Camera dei rappresentanti giapponese ha approvato oggi un disegno di legge assai controverso che punta a modificare la legge sul’immigrazione consentendo l’espulsione verso il paese d’origine di migranti che abbiano chiesto più di una volta asilo politico, anche in pendenza di un esito della domanda. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.

L’approvazione da parte della camera bassa – il più importante dei due rami del parlamento – è arrivata nonostante la forte opposizione dei sostenitori dei richiedenti asilo, i quali sostengono che la riforma potrebbero comportare il ritorno delle persone a rischio di persecuzione nei loro Paesi d’origine. Il Giappone attualmente non può espellere cittadini stranieri nei paesi d’origine mentre le loro domande per lo status di rifugiato sono ancora in sospeso. Il governo sospetta che molti abbiano abusato del sistema chiedendo più volte il diritto d’asilo per gli stessi motivi con l’obiettivo di rimanere nel paese.

Il governo guidato dal primo ministro Fumio Kishida ha sostenuto di voler porre fine alla detenzione prolungata nelle strutture per l’immigrazione di cittadini stranieri che non rispettano gli ordini di espulsione emessi per soggiorno eccessivo. Il disegno di legge consentirebbe al governo di rimpatriare coloro che non dimostrano il motivo per cui dovrebbero ottenere lo status di rifugiato, quando fanno domanda per la terza volta o successivamente.

L’emendamento previsto include anche la possibilità di concedere lo status di “quasi rifugiato” a persone provenienti da paesi e regioni colpiti da conflitti, per consentire loro di rimanere in Giappone anche se non soddisfano appieno i criteri per i rifugiati. Come parte degli sforzi per prevenire la detenzione a lungo termine, il governo consentirebbe alle persone che richiedono lo status di rifugiato di vivere al di fuori delle strutture per l’immigrazione sotto la supervisione dei loro sostenitori.

Nel 2021, il governo aveva dovuto accantonare un disegno di legge di modifica della legge sull’immigrazione a causa delle polemiche dopo che una donna dello Sri Lanka di 33 anni era morta mentre era detenuta in una struttura per l’immigrazione a Nagoya, nel Giappone centrale. All’inizio di quest’anno, il governo ha presentato al parlamento l’ultimo disegno di legge, che conserva in gran parte il contenuto di quello precedentemente ritirato.

Nel 2022, il Giappone ha concesso lo status di rifugiato a 202 persone, un record da quando ha iniziato a concederlo nel 1982. Tuttavia questo dato non è neanche paragonabile alle concessioni da parte dei paesi europei e degli Stati uniti, dove le richieste di asilo sono spesso accettate a decine di migliaia all’anno.

Cina: questione Nordcorea pretesto per una corsa agli armamenti

Cina: questione Nordcorea pretesto per una corsa agli armamentiRoma, 9 mag. (askanews) – La questione nordcoreana è un “pretesto” che Stati uniti, Giappone e Corea del Sud stanno usando per innescare una corsa agli armamenti, destabilizzando la regione dell’Asia nordorientale. L’ha sostenuto oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin nella quotidiana conferenza stampa a Pechino.

Wang ha sottolineato come la questione nordcoreana sia “una questione politica e di sicurezza rimasta della Guerra Fredda” che però “Stati uniti, Giappone e Corea del Sud usano (…) come pretesto per rafforzare la cooperazione militare”. Questo – ha continuato il portavoce cinese – “non aiuterà a risolvere i residui della guerra fredda e a promuovere il progresso di un meccanismo di pace nella penisola, ma aumenterà solo il rischio di scontro tra le parti regionali, minando la già fragile fiducia reciproca tra le parti e danneggiando gli interessi strategici di sicurezza di altri paesi”.

Il portavoce ha inoltre sostenuto che “se la situazione nella penisola è scivolata in un circolo vizioso di tensione, scontro e corsa agli armamenti, nessuna le parti interessate può assolversi dalla responsabilità”. Le dichiarazioni di Wang vengono dopo che, a Pyongyang, la ministra degli Esteri nordcoreana Choe Son Hui ha avuto un colloquio col nuovo ambasciatore cinese Wang Yujun nel quale ha auspicato un approfondimento della collaborazione tra Pechino e Pyongyang.

Cina, arrestato miliardario Zhang Jin: raccolta illegale fondi

Cina, arrestato miliardario Zhang Jin: raccolta illegale fondiRoma, 9 mag. (askanews) – Zhang Jin, un miliardario cinese proprietario del gigante delle materie prime Cedar Holdings, è stato arrestato per una raccolta di fondi illegale stimata in circa 20 miliardi di yuan (2,9 miliardi di dollari). Lo riferiscono i media cinesi.

La polizia di Guangzhou ha aperto un’indagine sull’assorbimento illegale di depositi pubblici da parte di Guangdong Yuanfang Investment, un’unità interamente controllata da Cedar, e ha arrestato Zhang, ha dichiarato l’ufficio di pubblica sicurezza in una dichiarazione pubblicata su il suo account WeChat ufficiale domenica. In un’informazione alla borsa da parte di Cedar Development, la filiale di Cedar Holdings attiva nell’abbigliamento e quotata a Shanghai, Zhang Jin, che controlla la società con quasi il 70% delle azioni attraverso partecipazioni indirette, è stato indicato come “non raggiungibile”. Alcuni giornali finanziari hanno riferito che è stato arrestato dalla polizia e la circostanza è stata poi confermata dalle autorità.

L’arresto arriva mentre le autorità cinesi intensificano la loro attività di repressione dei crimini finanziari, in un momento di ripresa incerta dopo la crisi indotta dalla pandemia Covid-19. Zhang è il pesce più grosso mai finito nella rete della campagna. I suoi beni sono stati congelati. Zhang, 52 anni, è originario della provincia meridionale di Hunan. E’ stato il fondatore di Cedar a Guangzhou nel 1997, dopo aver fatto fortuna con il mercato azionario.

Cedar è un conglomerato di imprese attive dalle catene di approvvigionamento delle materie prime fino alla cultura. E’ inoltre attivo nel turismo e nei servizi per la comunità intelligente. Si è classificato al 359mo posto nell’elenco Global500 della rivista Fortune nel 2021 con un fatturato di 233,4 miliardi di yuan (oltre 30 miliardi di euro).