Giappone, preoccupazione per deprezzamento yen che acceleraRoma, 17 ago. (askanews) – Lo yen è calato ulteriormente oggi, scendendo a un livello rispetto al dollaro che non si vedeva da nove mesi a questa parte.
Per acquistare un dollaro ieri a New York ci volevano 146 yen e questo livello è stato mantenuto anche oggi negli scambi al mercato di Tokyo. Invece per acquistare un euro sono necessari quasi 159 yen. La valuta giapponese è scesa a un livello inferiore rispetto a quella per la quale, a settembre dello scorso anno, sono intervenuti il governo di Tokyo e la Banca del Giappone.
Il fenomeno del deprezzamento dello yen (definito “en-yasu” in giapponese) è innescato dagli aumenti dei tassi da parte della Fed e della Bce per contenere i rischi inflazionistici mentre la Banca del Giappone continua a mantenere una politica monetaria lasca. Inoltre, la crisi immobiliare e finanziaria in Cina ha prodotto una tendenza ad acquistare dollari come beni rifugio.
Due giorni fa il ministro delle Finanze giapponese Shunichi Suzuki ha affermato che Tokyo sta osservando “con un alto livello di allerta” l’andamento dei mercati di cambio all’estero e che potrebbe “assumere iniziative appropriate in caso di eccessivo movimento”.
Cina, indagine aperta su un’importante filiale di EvergrandeRoma, 17 ago. (askanews) – Un’autorità regolatrice cinese dei titoli ha avviato un’indagine nei confronti della Hengda Real Estate, una delle compagnie del gigante cinese dell0’immobiliare China Evergrande, che da anni vive gravi difficoltà finanziarie. L’ha comunicato la stessa filiale con una nota pubblicata sul sito internet della Borsa di Shanghai.
Hengda Real Estate, controllata nel settoree immobiliare non quotata di Evergrange Group, ha dichiarato di aver ricevuto una notifica ufficiale sull’indagine dalla Commissione regolatrice dei titoli. L’ipotesi d’irregolarità per quale Hengda è finita nel mirino è quella di una sospetta violazione delle norme sulla diffusione delle informazioni. La compagnia ha assicurato che “coopererà in modo proattivo” con la commissione regolatrice. Secondo quanto riferisce il Nikkei Asia, Evergrande Group detiene il 63% di Hengda, che non è una società quotata in borsa ma emette obbligazioni onshore per finanziare le sue operazioni. Queste obbligazioni, tuttavia, sono state sospese dal commercio dal 21 marzo dello scorso anno “per garantire un’equa divulgazione” in linea con le azioni quotate della società madre a Hong Kong.
Ieri Evergrande Group ha annunciato separatamente il rinvio della riunione dei suoi creditori sulla ristrutturazione del debito offshore al 28 agosto rispetto al 23 agosto originariamente previsto. La società terrà inoltre una riunione del consiglio il 27 agosto per approvare i risultati intermedi per i primi sei mesi dell’anno. Ciò potrebbe portare a una ripresa degli scambi delle sue azioni sospese alla Borsa di Hong Kong. Il rinvio dell’assemblea dei creditori è stato spiegato dalla compagnia con l’intenzione di fornire loro più tempo per considerare l’ultima proposta di vendita di nuove azioni della sua controllata di veicoli elettrici quotata a Hong Kong, China Evergrande New Energy Vehicle Group, a NWTN (Zhejiang) Automobile, una società di prodotti per la mobilità con sede a Dubai, quotata al Nasdaq, fondata da Alan Nan Wu, un imprenditore cinese.
La notizia dell’indagine sulla controllata di Evergrande Hengda viene in un momento di grave turbolenza nel settore immobiliare cinese, sconvolto da una nuova crisi, quella del colosso immobiliare Country Garden.
Giappone, l’export a luglio calato per la prima volta in due anniRoma, 17 ago. (askanews) – Le esportazioni giapponesi del mese di luglio sono risultate in calo dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo ha riferito il ministero delle Finanze nipponico nei suoi dati preliminari diffusi oggi.
Si tratta del primo segno meno per quanto riguarda questo dato in più di due anni, in un contesto economico globale in rallentamento a partire dall’econopmia del cruciale partner commerciale cinese. Il ministero delle Finanze nei suoi dati preliminarti ha segnalato che le esportazioni del Giappone hanno totalizzato 8.725 miliardi di yen (54,8 miliardi di euro) il mese scorso. L’ultimo calo su base annua era stato quello di febbraio 2021.
Anche le importazioni hanno registrato un calo pari al 13,5%, per un valore 8.803 miliardi di yen (55,4 miliardi di euro), determinando un deficit commerciale mensile di 78,7 miliardi di yen (600 milioni di euro). Secondo i dati del ministero, le esportazioni di automobili sono aumentate del 28,2%, mentre quelle di apparecchiature per la produzione di chip sono diminuite del 26,6%.
L’export verso la Cina è calato del 13,4% nell’ottavo mese consecutivo di contrazione motivata dal rallentamento dell’economia del vicino. Le importazioni dalla Cina sono diminuite del 13,9%. Le esportazioni verso i membri dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico sono diminuite del 14,3%, mentre quelle verso la Corea del Sud sono diminuite del 15,2%.
In controtendenza, invece, l’export destinato agli Stati Uniti, cresciuto del 13,5%, mentre quelle verso l’Unione europea sono aumentate del 12,4%, sostenute da automobili e componenti per auto. Il Giappone pochi giorni fa ha diffuso i dati del suo prodotto interno lordo nel secondo trimestre, che ha registrato una crescita del 6 per cento rispetto al trimestre precedente, grazie soprattutto a un aumento delle esportazioni nette.
Kim jong-un vede min. Difesa russo in clima di “militante amicizia”Roma, 27 lug. (askanews) – Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha incontrato il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu a Pyongyang, in occasione dell’anniversario dell’armistizio che pose fine alla guerra tra le due Coree, nel 1953
Oltre alla delegazione russa nella capitale nordcoreana è arrivata una missione cinese guidata dal membro del Politburo Li Hongzhong: i primi visitatori di alto livello dalla chiusura dei confini legata alla pandemia nel 2020, secondo l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. Kim si è intrattenuto con Shoigu per una “chiacchierata amichevole” e il ministro russo della Difesa gli ha consegnato “una lettera firmata” dal presidente Vladimir Putin. L’armistizio della guerra di Corea firmato il 27 luglio 1953 è celebrato nel Nord come il Giorno della Vittoria. “Ricordando con profonda emozione la storia dell’amicizia tra la Corea del Nord e la Russia, Kim Jong-un e Sergei Shoigu hanno discusso in “un clima cordiale e traboccante di amicizia militante”.
L’incontro “costituisce un’importante occasione per sviluppare le relazioni strategiche e tradizionali tra Corea del Nord e Russia, come richiesto dal nuovo secolo”, sottolinea KCNA. Sergei Shoigu ha anche visitato una mostra di armi in cui Kim Jong Un gli ha presentato “armamenti e attrezzature di nuovo tipo”, secondo le informazioni di KCNA. Il leader nordcoreano sostiene l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, anche fornendo razzi e missili, secondo Washington. Durante la sua visita, Kim Jong-un ha parlato con Sergei Shoigu “delle armi e delle attrezzature che sono state inventate e prodotte” come parte del piano di difesa nazionale della Corea del Nord e “ha ripetutamente espresso la sua convinzione che l’esercito e il popolo russo otterranno grandi successi.
Nordcorea: sottomarino Usa in Sudcorea ci consente uso arma nucleareRoma, 20 lug. (askanews) – Il ritorno di un sottomarino nucleare Usa in Corea del Sud dopo un quarantennio e la sua crescente “visibilità” possono essere condizione sufficiente affinché la Corea del Nord utilizzi le sue sue risorse strategiche, comprese le armi atomiche. L’ha affermato oggi in un comunicato stampa il ministro della Difesa nordcoreano Kang Sun Nam.
“Attraverso questo comunicato stampa, ricordo alle forze armate statunitensi il fatto che la visibilità sempre crescente del dispiegamento del sottomarino nucleare strategico e di altre risorse strategiche può rientrare nelle condizioni che consentono l’uso delle armi nucleari specificate nella legge della Repubblica democratica popolare di Corea sull’uso della forza nucleare”, ha avvertito Kang. Il sottomarino nucleare di classe Ohio USS Kentucky è arrivato nei giorni scorsi nel porto sudcoreano di Busan. Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol, visitando la nave, ha affermato ieri che la presenza è la dimostrazione della prontezza americana di dispiegare tutte le sue risorse strategiche in caso di attacco nordcoreano, in base alla nozione di “deterrenza estesa”.
Due giorni fa si è riunito anche il Gruppo di contatto nucleare (NCG), un istituto che è stato creato con la Dichiarazione di Washington firmata dal presidente Usa Joe Biden e dal presidente sudcoreano Yoon, che ha sancito la svolta verso una deterrenza estesa Usa in Corea del Sud. In questo documento, Washington si è impegnata a difendere con tutte le sue risorse nucleari la Corea del Sud in un eventuale attacco. Il ministro nordcoreano ha affermato che l’arrivo del sottomarino significa che “armi nucleari strategiche sono state dispiegate nella penisola coreana per la prima volta dopo 40 anni”, nonostante la stessa Corea del Nord rivendichi di possedere armi nucleari.
Secondo Kang, “lo scenario statunitense per un attacco nucleare contro la Corea del Nord e la sua attuazione sono entrati nella fase più critica”, il che porta la Penisola coreana in “una realtà pericolosa al di là di ogni sorta di immaginazione e presunzione”. Gli Stati uniti e “i gangster della Repubblica di Corea sono andati oltre la ‘linea rossa’ nella loro isteria militare, ora è il momento per la Repubblica democratica popolare di Corea di chiarire ancora una volta la sua corrispondente scelta di azione e la direzione della risposta”. In tal senso, ha continuato Kang, “le forze armate della Repubblica democratica popolare di Corea svolgeranno responsabilmente la loro importante missione di difendere la sovranità, l’integrità territoriale e gli interessi fondamentali del paese e preverranno una guerra nucleare nella Penisola coreana e nella regione del Nord-est asiatico, scoraggiando e respingendo completamente le folli manovre degli Stati Uniti e dei suoi tirapiedi per utilizzare armi nucleari nella penisola coreana”.
Ambasciatore cinese negli Usa: risponderemo a guerra tecnologicaRoma, 20 lug. (askanews) – La Cina vuol dire addio alla Cortina di Silicio, dopo che si è abbandonata la Cortina di Ferro. L’ha affermato oggi l’ambasciatore cinese a Washington Xie Feng, precisando però che il governo di Pechino non potrà “restare in silenzio” di fronte alle provocazioni e al tentativo Usa di metterla fuori dalla competizione in settori tecnologicamente avanzati. L’ha affermato l’ambasciatore cinese a Washington Xie Feng all’Aspen Security Forum 2023.
Pechino “è contraria a ogni tipo di guerra commerciale, di guerra tecnologica sulla base del pretesto della competizione. La Cina non è timida nella competizione, ma io penso che la definizione di competizione da parte americana non sia equa”, ha premesso Xie, ricordando la vicenda di Huawei, che “è stata bandita, nonostante quell’azienda avesse messo in campo un accordo per non avere backdoor”. Xie ha accusato gli Usa di aizzare gli alleati per “accerchiare la Cina” e ha denunciato il fatto che Washington stia restringendo o vietando la vendita di equipaggiamenti tecnologici, a partire dai chip più avanzati, alla Cina. “E’ – ha affermato il diplomatico – come costringere l’altra parte a indossare vecchi costumi da bagno in una gara di nuoto, quando invece tu indossi uno Speedo. Questo non è giusto”.
L’ambasciatore cinese ha inoltre affermato che sono più o meno 1.300 le persone e le entità cinesi inserite nelle liste delle sanzioni Usa. “Molti hanno perso il lavoro, le famiglie hanno sofferto molto”, ha detto il diplomatico. Ha inoltre lamentato come l’amministrazione Biden sia “pensado a costituire un meccanismo di revisione degli investimenti all’estero per proibire ulteriormente di esportare chip per l’intelligenza artificiale verso la Cina”. Di fronte a questo, ha detto ancora il diplomatico, “i cinesi non possono restare in silenzio, il governo cinese non può restare semplicemente a guardare. In Cina c’è un modo di dire: noi non faremo provocazioni, ma non ci tireremo indietro di fronte alle provocazioni”.
Insomma, la Cina “assolutamente darà una sua risposta, ma assolutamente non è quello che spera: non vogliamo uno scontro, non vogliamo una guerra tecnologica, vogliamo dire addio alla Cortina di Ferro ma anche alla Cortina di Silicio”.
”Oppenheimer” uscirà in Giappone? Al momento non c’è una dataRoma, 20 lug. (askanews) – Molti lo considerano l’evento cinematografico dell’anno: il film di Christopher Nolan “Oppenheimer”, dedicato al fisico che riunì a Los Alamos gli scienziati i quali costruirono la bomba atomica, raggruppa alcune delle principali star hollywoodiane. Ma c’è un paese – e non un paese secondario in questa storia – che ancora non ha una data d’uscita per il kolossal: si tratta del Giappone.
Non c’è al momento né un bando rispetto al film, né ci sono notizie ufficiali che facciano pensare a un blocco. Tuttavia ci sono, soprattutto sul web, speculazioni sul fatto che in effetti nel paese che subì le conseguenze delle azioni di J Robert Oppenheimer, con i due bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, potrebbe non esserci molta voglia di vedere un film su questo personaggio. In particolare al ridosso degli annniversari dei bombardamenti, che avvennero il 6 e 9 agosto 1945. Il film esce domani negli Stati uniti e in Gran Bretagna, in Italia è atteso per il 23 agosto. Si tratta di un progetto-monstre anche per gli standard di Hollywood. Tratto dalla biografia “American Prometheus” scritta da Kai Bird e Martin J. Sherwin, ha un cast assolutamente stellare: Cillian Murphy interpreta Oppenheimer, Emily Blunt la moglie, ma ci sono anche Robert Downey jr., Matt Damon, Lewis Strauss, Casey Affleck, Kenneth Branagh
A Variety un portavoce per la Universal Picture, che ha prodotto il film, ha smentito che in Giappone ci sia un blocco, spiegando che ancora non c’è “una finalizzazione dei piani” anche in altri mercati. I film sulla seconda guerra mondiale, anche provenienti dagli Stati uniti, in Giappone non ricevono solitamente un’accoglienza diversa da quella di altri pubblici di paesi avanzati. “Hiroshima, mon amour” di Alain Resnais del 1959 ebbe un grande successo, come lo ebbero i due film dedicati a Iwo Jima firmati da Clint Eastwood nel 2006, che furono anche premiati. Tendenzialmente non c’è una censura preventiva su questo tipo di pellicole.
In maniera del tutto incidentale, invece, un altro film di cassetta hollywodiano sta avendo problemi in Asia, nonostante sia apparentemente molto più neutro. Si tratta di “Barbie” di Greta Gerwig, dedicato alla nota bambola, e interpretato da Margot Robbie e Ryan Gosling. Il Vietnam l’ha bandito perché nel film è presentata una cartina che rispecchia le rivendicazioni cinesi nel Mar cinese meridionale e quindi, secondo il governo vietnamita, viola la sua sovranità.
Usa avranno sei nuove basi a Papua, in funzione anti-CinaRoma, 20 lug. (askanews) – Gli Stati uniti puntano a continuare a rafforzare la loro presenza militare nel Pacifico. I militari americani avranno accesso a sei ulteriori siti in Papua Nuova Guinea, inclusa una base navale, per 15 anni sulla base di un accordo di difesa raggiunto tra i due paesi. Lo scrive Nikkei Asia.
Si tratta di un’ulteriore svolta nella vera e propria corsa che si è innescata tra Pechino e Washington per realizzare alleanze e convergenze nel Pacifico. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha annunciato martedì che il segretario alla Difesa Lloyd Austin visiterà la Papua Nuova Guinea e l’Australia alla fine di questo mese. Riferendosi all’accordo di difesa firmato con la Papua Nuova Guinea a maggio, il Pentagono ha sottolineato che Austin “discuterà i prossimi passi” come metterlo in pratica.
Secondo il Nikkei ha ottenuto il testo completo dell’accordo, i governi di entrambi i paesi rilasceranno ufficialmente il testo dell’accordo dopo che sarà stato ratificato dal Parlamento nazionale della Papua Nuova Guinea. Il testo afferma che l’accordo ha l’obiettivo di rafforzare ulteriormente le relazioni di difesa e affrontare le “sfide di sicurezza condivise”. Sarà valido per 15 anni e prorogato se non ci sono obiezioni da nessuna delle parti. L’esercito americano utilizzerà la base navale di Lombrum e l’aeroporto di Momote nel nord della Papua Nuova Guinea, così come i porti e gli aeroporti della capitale Port Moresby e Lae nel centro del paese.
L’isola di Manus, sede della base navale di Lombrum, è strategicamente situata nell’Oceano Pacifico ed è stata teatro di feroci battaglie tra Stati Uniti e Giappone durante la seconda guerra mondiale. L’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump ha annunciato nel 2018 che gli Stati Uniti avrebbero partecipato all’espansione della base. In collaborazione con l’Australia, gli Stati Uniti hanno esplorato l’uso della base nel medio-lungo termine. L’accordo prevede che la base venga utilizzata per “operazioni di emergenza”, oltre che per la risposta ai disastri naturali e per gli aiuti umanitari. Gli Stati Uniti potrebbero utilizzare la Papua Nuova Guinea come base operativa in caso di scontro con la Cina nello Stretto di Taiwan o nel Mar cinese meridionale.
La Cina, dal canto suo, sta stringendo legami più forti con le Isole Salomone. A luglio, Manasseh Sogavare, il primo ministro del paese, ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping a Pechino. La nazione insulare del Pacifico ha aperto un’ambasciata a Pechino e ha firmato un accordo di cooperazione di polizia con la Cina. Pechino e le Isole Salomone hanno firmato un patto di sicurezza nell’aprile 2022. Sebbene i contenuti non siano stati divulgati, gli Stati uniti sono diventati sempre più preoccupati che l’esercito cinese possa utilizzare le Isole Salomone come base operativa a medio-lungo termine.
Kissinger vede Xi, viaggio “privato” ma con accoglienza da leaderRoma, 20 lug. (askanews) – La sorprendente visita di Henry Kissinger in Cina, che è culminata oggi con un colloquio “a cuore aperto” con il presidente Xi Jinping, ha avuto una lunga e accurata preparazione, come è ovvio quando si tratta di protocollo cinese e di un viaggio d’un uomo che ha ormai compiuto 100 anni. Lo racconta oggi il South China Morning Post.
L’ex segretario di stato americano si è recato a Pechino per un “viaggio privato”, ma in realtà ha ricevuto onori da capo di stato e ha potuto avere un accesso alla leadership cinese che gli ultimi esponenti dell’amministrazione Biden che si sono affacciati a Pechino – la segretaria al Tesoro Janet Yellen e l’inviato speciale per il clima e a sua volta ex segretario di stato John Kerry – non hanno ottenuto. Segno del grande prestigio personale di cui Kissinger gode in Cina, che gli consente un approccio informale al pensiero dei vertici della seconda potenza economica del mondo. Non a caso – secondo quanto hanno riferito i media cinesi – Xi ha ricevuto oggi Kissinger nella guesthouse per gli ospiti di stato Diaoyutai a Pechino, come se fosse appunto un alto funzionario ufficiale di una nazione straniera. “Kissinger ha appena festeggiato il suo centesimo compleanno e lei ha visitato la Cina più di 100 volte. La combinazione di queste due ‘centinaia’ rende la sua visita in Cina di particolare significato”, ha affermato Xi. “I cinesi apprezzano l’amicizia e non dimenticheremo mai il nostro vecchio amico, il suo contributo storico alla promozione dello sviluppo delle relazioni Usa-Cina e al rafforzamento dell’amicizia tra cinesi e americani”, ha continuato il presidente cinese, facendo un riferimento al ruolo avuto da Kissinger nella diplomazia che portò al riconoscimento americano della Repubblica popolare cinese, nella costruzione della storica visita dell’allora presidente Richard Nixon a Pechino, nel 1972, quando fu ricevuto dal fondatore della Cina comunista Mao Zedong.
“Il mondo sta attualmente subendo grandi cambiamenti nella struttura internazionale. Cina e Stati Uniti sono ancora una volta al bivio e le due parti si trovano a dover fare un’altra scelta. Guardando al futuro, la Cina e gli Stati Uniti possono raggiungere il successo reciproco e la prosperità comune. La chiave è seguire i tre principi del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione vantaggiosa per tutti”, ha detto inoltre il leader cinese, volgendo lo sguardo a temi più internazionali. Su questa base ha proseguito – “la Cina è disposta a discutere con gli Stati Uniti su come i due paesi possono andare d’accordo e promuovere il costante sviluppo delle relazioni sino-americane, il che è vantaggioso per entrambe le parti e anche per il mondo”. Kissinger – a quanto risulta dal resoconto fornito dal ministero degli Esteri cinese – ha espresso la sua gratitudine al presidente Xi Jinping per aver scelto di incontrarlo nell’edificio 5 della Diaoyutai State Guesthouse, dove incontrò i leader cinesi – Mao e l’allora primo ministro Zhou Enlai – durante la sua storica prima visita in Cina, nel 1971. “La relazione Usa-Cina – ha detto ancora l’anziano ex segretario di Stato – è di vitale importanza per la pace e la prosperità di entrambi i paesi e del mondo. Nella situazione attuale, dovremmo rispettare i principi fissati nel ‘Comunicato di Shanghai’, comprendere l’estrema importanza del principio dell”Unica Cina’ per la Cina e promuovere lo sviluppo delle relazioni Usa-Cina in una direzione positiva. Sono disposto a continuare a compiere sforzi per migliorare la comprensione reciproca tra il popolo degli Stati Uniti e della Cina”
Secondo il SCMP, che ha sentito una fonte a conoscenza dei dettagli della visita, il viaggio di Kissinger era stato pianificato almeno due mesi fa. Questo farebbe tacere una serie di speculazioni che vertono sul fatto che il viaggio di Kissinger abbia coinciso – di datto oscurandolo – con il viaggio di Kerry. In realtà l’andata di Kissinger sarebbe stata pianificata prima dell’annuncio della visita dell’inviato di Joe Biden per la decarbonizzazione. Kissinger, oltre a Xi, ha incontrato anche il ministro della Difesa cinese Li Shangfu – una personalità sottoposta a sanzioni da parte degli Stati uniti – e il capo della politica estera del Partito comunista cinese Wang Yi. Non ha visto invece il ministro degli Esteri Qin Gang che non fa uscite pubbliche da almeno tre settimane e questo continua ad alimentare speculazioni.
Su quanto la visita dell’anziano ex segretario di stato sia apprezzata a Washington non c’è chiarezza. Due giorni fa il Dipartimento di Stato ha precisato che Kissinger non è in Cina in rappresentanza degli Stati uniti e che il segretario di Stato Antony Blinken è stato informato della possibilità di una visita del centenario un mese fa, quando a sua volta è stato in Cina e ha incontra anche Xi. Ieri Wang ha definito Kissinger un “vecchio amico”, ma ha chiarito che, se Washington punta a contenere l’ascesa cinese si illude. “La Cina mantiene un alto grado di continuità nella sua politica nei confronti degli Stati Uniti e segue fondamentalmente i principi di rispetto reciproco, coesistenza pacifica e cooperazione vantaggiosa per tutti, come propost dal presidente Xi Jinping”, ha affermato. “Lo sviluppo della Cina – ha proseguito – ha un forte slancio endogeno e un’inevitabile logica storica. È impossibile cercare di trasformare la Cina, ed è ancora più impossibile accerchiare e contenere la Cina”. Kissinger, dal canto suo, ha affermato cdi essere preoccupato per lo stato dei rapporti Usa-Cina e di essere favorevole agli sforzi per migliorare le relazioni tra i due paesi. “Non importa quanto sia difficile, entrambe le parti dovrebbero trattarsi alla pari e mantenere i contatti. È inaccettabile cercare di isolarsi o separarsi gli uni dagli altri”, ha detto Kissinger, secondo un resoconto fornito dal ministero degli Esteri dell’incontro con Wang.
Nordcorea lancia due missili a corto raggioRoma, 19 lug. (askanews) – La Corea del Nord ha lanciato oggi due missili balistici a corto raggio nel Mare del Giappone. L’hanno reso noto le forze armate sudcoreane. Si tratta di un’apparente risposta all’arrivo a Busan di un sottomarino a capacità nucleare statunitense, il primo mezzo americano di questo tipo da un quarantennio arrivato in Sudcorea. L’hanno detto le forze armate di Seoul, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap.
Lo Stato maggiore congiunto sudcoreano ha reso noto di aver rilevato i lanci dall’area di Sunan a Pyongyang tra le 3:30 e le 3:46 del mattino locali e i proiettili hanno volato per circa 550 chilometri prima di cadere in mare. Il vertice militare sudcoreano ha condannato i lanci come “atti di significativa provocazione” che danneggiano la pace non solo nella penisola coreana ma anche verso la comunità internazionale, e come una “chiara” violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni inite.
“I nostri militari manterranno una ferma posizione di prontezza basata sulle capacità di rispondere in modo schiacciante a qualsiasi provocazione nordcoreana”, ha affermato ancora lo stato maggiore. L’ufficio presidenziale ha tenuto una riunione di monitoraggio della sicurezza guidata dal vice consigliere per la sicurezza nazionale Lim Jong-deuk, secondo un funzionario presidenziale.
Il lancio ha coinciso con l’arrivo della USS Kentucky in una base navale chiave a Busan, 320 chilometri a sud-est di Seoul, segnando la prima visita in porto di un sottomarino strategico americano con capacità nucleare (SSBN) dai tempi della USS Robert E. Lee nel marzo 1981. Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha visitato oggi il sottomarino. “Il dispiegamento della USS Kentucky mostra chiaramente l’impegno della Corea del Sud e degli Stati uniti a schierare regolarmente risorse strategiche statunitensi e arafforzare la credibilità della deterrenza estesa”, ha detto il presidente durante la visita. “I due paesi – ha contuinuato – risponderanno in modo schiacciante e risoluto all’avanzata delle minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord attraverso l’NCG e il regolare dispiegamento di risorse strategiche, come l’SSBN”.