Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Xi Jinping: decidiamo noi passo della transizione verde della Cina

Xi Jinping: decidiamo noi passo della transizione verde della CinaRoma, 19 lug. (askanews) – Le modalità, i tempi della decarbonizzazione della Cina dipendono solo dalla Cina e non da altri. L’ha chiarito il presidente cinese Xi Jinping in una conferenza nazionale di due giorni dedicata all’ecologia davanti a funzionari di tutto il paese, proprio mentre l’inviato speciale del presidente Usa, John Kerry, è a Pechino per sollecitare un impegno cinese sulla decarbonizzazione

“Gli impegni e le azioni della Cina sul picco di carbonio e sulla neutralità carbonica, sono incrollabili, ma il percorso verso gli obiettivi, nonché il modo, il ritmo e l’intensità degli sforzi per raggiungerli dovrebbero e devono essere determinati dal Paese stesso, piuttosto che influenzato dagli altri”, ha affermato il leader cinese secondo l’agenzia di stampa Xinhua. “Dovrebbero – ha aggiunto – essere compiuti sforzi per accelerare la trasformazione dei modelli di sviluppo e aderire allo sviluppo verde a basse emissioni di carbonio come soluzione fondamentale ai problemi ecologici e ambientali”.

Xi ha anche esortato il Paese a salvaguardare la sicurezza ecologica e la sicurezza nucleare e radioattiva per “garantire che l’ambiente e le condizioni naturali, che sono alla base della sopravvivenza e dello sviluppo, non siano minacciati o danneggiati”. Alla conferenza hanno preso parte tutti e sette i membri del Comitato permanente del Politburo, il sancta sanctorum del potere cinese, nonché un’ampia gamma di organi di partito e di governo.

Kerry, la cui visita di quattro giorni si conclude oggi, ha incontrato il premier Li Qiang e il capo della politica estera del Partito comunista cinese Wang Yi. Xi ha promesso a settembre 2020 che le emissioni di carbonio della Cina raggiungeranno il picco entro il 2030 e il paese raggiungerà la neutralità carbonica carbon neutral entro il 2060.

Soldato Usa “sconfina” in Nordcorea, non è la prima volta

Soldato Usa “sconfina” in Nordcorea, non è la prima voltaRoma, 18 lug. (askanews) – Le forze Usa hanno confermato che il cittadino americano che ha attraversato oggi il confine tra le Coree, finendo sotto la custodia dei militari nordcoreani, è un soldato. E non è la prima volta che accade una fuga volontaria di un militare a stelle e strisce verso il regno dei Kim

“Un membro del servizio degli Stati Uniti in un tour di orientamento della JSA ha attraversato volontariamente e senza autorizzazione la linea di demarcazione militare nella Repubblica popolare democratica di Corea. Riteniamo che sia attualmente in custodia della Repubblica popolare democratica di Corea e stiamo lavorando con le nostre controparti dell’KPA per risolvere questo incidente”, ha affermato il colonnello Isaac Taylor delle Forze Usa in Corea (Usfk) in una breve dichiarazione ripresa dalla Bbc. La Jsa a cui fa riferimento il portavoce americano è la Joint Security Area, che si trova all’interno della Zona smilitarizzata tra le due Coree. In precedenza la Cbs News ha identificato l’uomo nel soldato di seconda classe Travis King, citando funzionari statunitensi. La storia raccontata dalla Cbs parla di un soldato che era stato messo in detenzione militare in Corea del Sud e in via di espulsione dal paese. Ma, dopo aver superato i controlli di sicurezza dell’aeroporto da cui doveva uscire dal Paese, in qualche modo sarebbe riuscito a inserirsi in un giro turistico civile diretto al confine. Secondo i media locali, mentre visitava la linea di demarcazione a Panmunjon con i turisti, l’avrebbe attraversata entrando in territorio nordcoreano.

Non è chiaro perché abbia fatto questo incredibile gesto, ma uno dei turisti che partecipava al tour e che ha visto la scena ha detto a Cbs News che l’uomo avrebbe riso e avrebbe cominciato a correre tra gli edifici. Poi c’è stata confusione. La Zona smilitarizzata che divide le due Coree è considerata il confine più blindato del mondo. Per di più, la Corea del Nord è sigillata per la pandemia Covid-19. Il fatto che il “fuggitivo” sia un soldato, ovviamente, rischia di rendere più complessa un’eventuale trattativa per il suo rilascio.

In Corea del Sud ci sono 27-28mila soldati statunitensi. Il contingente americano è presente da dopo la guerra di Corea (1950-53), interrotta da un armistizio che ha di fatto congelato i combattimenti ma non ha portato alla pace. Non è la prima volta che un soldato americano si “rifugia” in Corea del Nord. Negli anni ’60 almeno quattro soldati statunitensi si andarono a mettere nelle braccia del regime di Pyongyang: James Josepf Dresnok, Jerry Parrish, Larry Allen Abshier e Charles Robert Jenkins. Furono occupati nel cinema: sostanzialmente erano utilizzati per impersonare gli “invasori” americani. I quattro furono fatti poi sposare con donne rapite, tra le quali la pittrice rumena Doina Bumbea tratta con l’inganno in Corea del Nord mentre viveva a Roma e data in moglie a Dresnok.

In seguito solo a Jenkins – che fu fatto sposare con la rapita giapponese Hitomi Soga – venne consentito di espatriare con la famiglia in Giappone, dove si consegnò alla giustizia militare Usa che lo condannò a una pena lievissima. Morì in Giappone nel 2017, un anno dopo Dresnok che invece finì i suoi giorni in Corea del Nord. Abshier risulta morto nel 1983 e Parrish nel 1998, entrambi in Nordcorea.

CBS: cittadino Usa entrato in Nordcorea è un soldato

CBS: cittadino Usa entrato in Nordcorea è un soldatoRoma, 18 lug. (askanews) – Il cittadino statunitense arrestato dalla Corea del Nord per aver attraversato il confine è un soldato Usa, il caporale di seconda classe Travis King. L’ha affermato oggi la CBS News.

Secondo un ufficiale, che ha parlato con la CBS, il soldato americano era stato scortato fuori dal paese per motivi disciplinari, ma è riuscito a uscire dal terminal dell’aeroporto ma si è dato alla fuga unendosi a un tour che si recava verso la frontiera. Un’ulteriore fonte alla CBS ha detto che il soldato ha intenzionalmente attraversato il confine, per motivazioni che non sono affatto chiare. La sua identità non è stata ancora ufficialmente confermata.

Sono 28mila i soldati statunitensi in Corea del Sud, in una presenza ininterrotta delle forze americane in seguito alla guerra del 1950-1953. Non è la prima volta che soldati americani scappano in Corea del Nord. Negli anni ’60 almeno quattro soldati statunitensi fuggirono in Corea del Nord: James Josepf Dresnok, Jerry Parrish, Larry Allen Abshier e Charles Robert Jenkins. Furono utilizzati dal regime di Pyongyang nel cinema: sostanzialmente erano occupati per impersonare gli “invasori” americani. I quattro furono fatti poi sposare con donne rapite, tra le quali la pittrice rumena Doina Bumbea tratta in Corea del Nord dall’inganno mentre viveva a Roma e data in moglie a Dresnok.

In seguito solo a Jenkins – che fu fatto sposare con la rapita giapponese Hitomi Soga – fu consentito di espatriare con la famiglia in Giappone, dove si consegnò alla giustizia militare Usa che lo condannò a una pena lievissima. Morì in Giappone nel 2017, un anno dopo Dresnok invece che finì i suoi giorni in Corea del Nord. Abshier risulta morto nel 1983 in Nordcorea e anche Parrish è morto nel 1998 in Corea del Nord.

L’incredibile visita a sorpresa di Kissinger, 100 anni, a Pechino

L’incredibile visita a sorpresa di Kissinger, 100 anni, a PechinoRoma, 18 lug. (askanews) – In una visita a sorpresa, il centenario ex segretario di Stato Henry Kissinger ha incontrato a Pechino il ministro della Difesa cinese Li Shengfu. Lo ha riferito in un comunicato il ministero cinese.

“Sono qui come amico della Cina. Sfide e opportunità coesistono nel mondo di oggi: Stati Uniti e Cina dovrebbero eliminare le incomprensioni, coesistere pacificamente,ed evitare il confronto”, avrebbe detto Kissinger, secondo quanto riporta il comunicato del ministero della Difesa cinese. “La storia e la pratica – ha continuato il veterano diplomatico americano – hanno continuamente dimostrato che né gli Stati uniti né la Cina possono permettersi di trattare l’altro come un nemico”. Un messaggio, insomma, in linea con quella che è stata sempre la linea politica di Kissinger, che è stato il motore da capo della diplomazia americana della ripresa dei rappporti tra Pechino e Wasghington sotto la presidenza di Richard Nixon in America e la leadership di Mao Zedong in Cina. La sua storica visita del 1971 fece da apripista per la storica visita di Nixon che portò al riconoscimento della Cina popolare a scapito di Taipei.

Li Shangfu, dal canto suo, ha affermato che, di fronte alle “turbolenze” che stanno portando a “sfide senza precedenti” per l’umanità, in tutti i paesi si spera che “la Cina e gli Stati uniti si assumano responsabilità da grandi paesi, svolgendo un ruolo di primo piano e mantenendo insieme la prosperità e la stabilità mondiali”. E ha lamentato che alcuni “negli Stati Uniti non hanno voluto incontrare la Cina a metà strada, facendo sì che le relazioni sino-americane cadessero al punto più basso dall’instaurazione delle relazioni diplomatiche”. Kissinger è a Pechino per incontrare una serie di funzionari cinesi, in concomitanza con la visita di un altro ex segretario di Stato, John Kerry, che però è in Cina in visita ufficiale come inviato speciale del presidente Joe Biden per il clima.

Li è sottoposto a sanzioni statunitensi dal 2018, per l’acqusito di aerei di combattimento dalla Russia. Proprio per questo motivo, ha rifiutato d’incontrare il segretario alla Difesa statuitense Lloyd Austin recentemente a Singapore, segnando un ulteriore stop al dialogo militare tra Washington e Pechino, che sarebbe invece necessario anche per evitare possibili incidenti in particolare attorno a Taiwan.

Cina, sempre più fitto mistero su assenza ministro esteri Qin Gang

Cina, sempre più fitto mistero su assenza ministro esteri Qin GangRoma, 18 lug. (askanews) – Continua a infittirsi il mistero attorno alla lunga assenza dagli sguardi pubblici del ministro degli Esteri cinese Qin Gang, che non partecipa a iniziative ufficiali da oltre tre settimane. Oggi il South China Morning Post scrive che l’alto rappresentante agli affari esteri Ue Josep Borrell ha “provvisoriamente” accettato l’invito a recarsi in Cina a ottobre, ma senza aver ricevuto assicurazioni di incontrare il suo omologo Qin.

La notizia viene dopo che la scorsa settimana Borrell ha incontrato a Giacarta il capo della politica estera del Partito comunista cinese, Wang Yi, il quale ha sostituito Qin alla riunione ministeriale dell’Asean. Dopo questo incontro, il numero uno della diplomazia dell’Unione europea avrebbe dato un suo preventivo assenso alla visita a ottobre – dopo che una prevista visita il 5 è stata cancellata da Pechino con un minimo preavviso – senza avere alcuna assicurazione d’incontrare il suo omologo cinese, che è appunto Qin Gang, secondo quanto riporta il SCMP. Non è stata fornita alcuna spiegazione da parte cinese rispetto all’incertezza su chi prenderà parte a un incontro importante, perché propedeutico a un possibile vertice Ue-Cina che potrebbe svolgersi entro la fine dell’anno.

“Chi sarà l’interlocutore ovviamente lo diranno i cinesi. Finché questo signore è il ministro degli Esteri della Cina, è ovviamente il nostro interlocutore, ma sta a loro dire chi sarà dall’altra parte del tavolo”, ha detto un alto funzionario dell’Ue al SCMP. L’assenza di Qin sta diventando fonte di speculazioni, in particolare sul web dove sono apparsi commenti – poi solo parzialmente censurati – sull’inabissamento del ministro, considerato un fedelissimo del presidente Xi Jinping.

La non partecipazione alla riunione Asean è stata presentata come dovuta a motivi di salute. Solo che in seguito, dalla trascrizione della conferenza stampa quotidiana dell’11 luglio – dove i media internazionali hanno raccontato essere stata data la notizia dei problemi di salute -, sono spariti i cenni alla salute di Qin Gang. L’ultima uscita pubblica di Qin Gang è stata il 25 giugno, quando ha incontrato esponenti dello Sri Lanka e della Russia.

In Cina le lunghe assenze delle personalità politiche possono indicare una caduta in disgrazia, talvolta segnata anche da indagini. La portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning ieri ha detto nella quotidiana conferenza stampa a Pechino di non avere informazioni da condividere e che l’attività diplomatica cinese prosegue come di consueto. Questo commento, riportato da diversi media internazionali presenti, non si trova sul resoconto ufficiale della conferenza stampa riportato dal sito del ministero degli Esteri. Qin non ha incontrato nei giorni scorsi una serie di esponenti Usa e oggi l’inviato speciale di Washington per il clima John Kerry ha incontrato il primo ministro Li Qiang e Wang Yi.

Sottomarino nucleare Usa in Sudcorea, prima volta in 40 anni

Sottomarino nucleare Usa in Sudcorea, prima volta in 40 anniRoma, 18 lug. (askanews) – Un sottomarino con capacità nucleari statunitense ha attraccato a Busan, in Corea del Sud, per la prima volta da decenni, in un passaggio che mostra alla Corea del Nord e agli altri avversari regionali l’impegno di “deterrenza estesa” degli Usa nei confronti di Seoul. Lo ha detto oggi il coordinatore del Consiglio di sicurezza nazionale americano per gli affari dell’Indo-Pacifico Kurt Campbell in visita in Corea del Sud.

Campbell – secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap – ha segnalato che l’USS Kentucky, un sottomarino lanciamissili di classe Ohio della Marina degli Stati Uniti, fa scalo a Busan 42 anni dopo che l’USS Robert E. Lee fece un analogo scalo a marzo 1981. Nella “Dichiarazione di Washington” siglata nella capitale americana dal presidente Usa Joe Biden e dal presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol era già annunciata la disponibilità americana di inviare un sottomarino con capacità nucleari in Corea del Sud per accrescere la “visibilità” delle risorse strategiche americane nella penisola coreana, anche a scopo dissuasivo nei confronti della Corea del Nord.

Pyongayang aveva allora lanciato minacce, affermando che un gesto del genere avrebbe provocato un conflitto nucleare. Casmpbell ha preso parte a una riunione del Gruppo di contatto nucleare (NCG), un istituto che è stato creato con la Dichiarazioe di Washington che ha sancito la svolta verso una deterrenza estesa Usa in Corea del Sud. In questo documento, Washington si è impegnata a difendere con tutte le sue risorse nucleari la Corea del Sud in un eventuale attacco.

Xi a ex presidente Duterte: Manila non si avvicini troppo a Usa

Xi a ex presidente Duterte: Manila non si avvicini troppo a UsaRoma, 18 lug. (askanews) – Il fumantino ex presidente filippino Rodrigo Duterte è stato chiamato a rapporto a Pechino dal leader cinese Xi Jinping, che gli ha chiesto di assumersi il compito di evitare che Manila si avvicini troppo alle posizioni statunitensi. Lo raccontano oggi i media cinesi, dando conto dell’inconsueto onore tributato a un ex capo di stato con l’accoglienza del presidente cinese.

Xi – secondo quanto riporta il South China Morning Post – ha invitato Duterte a “svolgere un ruolo importante” nella promozione dei legami sino-filippini e per disinnescare la controversia territoriale nel Mar cinese meridionale, oltre a ostacolare un appiattimento filippino sugli Usa. Manila è un alleato storico di Washington in Asia e ospita basi militari. Ma Duterte, durante la sua presidenza ricordata soprattutto per una sanguinosissima e fallita lotta alla droga, si rese protagonista di uno spregiudicato allineamento delle Filippine a Pechino, che irritò non poco gli Stati uniti.

Duterte “ha fatto con decisione la scelta strategica di migliorare le relazioni con la Cina, con un atteggiamento di responsabilità nei confronti del popolo e della storia” e ha riportato le relazioni bilaterali “sulla buona strada” per prosperare, Xi detto nell’incontro. Ma si tratta di una cosa del passato. Il successore Ferdinando Marcos Jr., in realtà, ha di nuovo riallineato Manila agli Usa, anzi accordando maggiori concessioni in termini di basi militari e inasprendo la disputa territoriale con Pechino. “Lo sviluppo dei due paesi è radicato nell’ambiente periferico di buon vicinato e amichevole e nella famiglia asiatica di cooperazione vantaggiosa per tutti”, ha detto Xi a Duterte, per lanciargli un invito: “Spero che continuerai a svolgere un ruolo importante nella cooperazione amichevole tra i due paesi”.

Alla fine di giugno, la marina filippina ha rafforzato la sua presenza militare nel Mar cinese meridionale, che è rivendicato all’80 per cento dalla Cina. Inoltre il governo di Manila ha concesso agli Stati uniti la possibilità di utilizzare altre quattro basi militari, particolarmente vicine anche a Taiwan, principale punto focale dei contrasti sino-americani. L’eredità della linea filo-cinese di Duterte, insomma, è ormai messa in archivio, sebbene la figlia dell’ex presidente – Sara Duterte – sia la vicepresidente di Marcos jr. Duterte ha ringraziato la Cina per il suo “prezioso sostegno allo sviluppo economico e sociale delle Filippine, in particolare per il suo generoso aiuto alle Filippine nella lotta contro la pandemia di Covid-19”, ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua. La sua visita conferma il fatto che l’ex presidente non condivide la linea filo-americana del suo successore. Il mese scorso, d’altronde, Rodrigo Duterte ha detto che le Filippine, se fossero trascinate in un conflitto sino-americano, diventerebbe un “cimitero”.

Giappone, nuovo mandato d’arresto per star del teatro Kabuki

Giappone, nuovo mandato d’arresto per star del teatro KabukiRoma, 18 lug. (askanews) – La sua è una storia degna di alcune delle grandi rappresentazioni drammatiche con le quali è solito calcare il palcoscenico del teatro Kabuki: il famoso attore Ichikawa Ennosuke è stato oggetto oggi del secondo mandato di cattura per aver aiutato suo padre a togliersi la vita. Il primo gli era stato consegnato per aver aiutato la madre a suicidarsi. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.

Ichikawa Ennosuke – che in realtà si chiama Takahiko Kinoshi – ha 47 anni. A metà maggio una notizia che lo riguarda ha sconvolto l’opinione pubblica giapponese. L’attore è stato trovato incosciente nella casa di famiglia di Tokyo. COn lui sono stati trovati svenuti la madre settantacinquenne e il padre settantaseienne Hiroyuki, anche lui noto attore kabuki con nome di Ichikawa Danshiro. In seguito i due anziani genitori sono deceduti in ospedale, per quella che si è rivelata essere un’overdose di un farmaco destinato – secondo quanto riferisce Kyodo – a provocare uno “shinju”, un doppio suicidio motivato da affezione, che è poi una situazione molto comune nelle trame proprio del teatro tradizionale Kabuki, la cui opera più famosa nel mondo s’intitola “Sonezaki shinju”, cioè “Doppio suicidio d’amore a Sonezaki”.

Tuttavia in questo caso, il patto suicida sarebbe più ampio. Secondo la polizia, Ennosuke avrebbe somministrato ai due genitori dei sonniferi che, poi gli hanno portati alla morte. La vicenda poi sembrerebbe essere connessa anche al fatto che, nello stesso giorno del ritrovamente, un settimanale ha pubblicato un articolo in cui si scrive che Ennosuke sarebbe coinvolto in una brutta vicendda di abusi all’interno della compagnia teatrale.

Secondo la Kyodo, che cita una fonte, è stato lo stesso Ennosuke ad ammettrere alla polizia di aver aiutato i genitori a suicidarsi e che la decisione sarebbe maturata dopo che lui avrebbe informato i genitori della tempesta mediatica in arrivo. Ichikawa Ennosuke ha iniziato la sua carriera nei primi anni ’80 ed è considerato una figura centrale nel mondo del Kabuki. È anche apparso in diverse serie televisive popolari. Considerato un innovatore, ha recitato anche in spettacoli del cosiddetto “Super Kabuki”, che intreccia l’arte tradizionale con elementi moderni persino tratti dai “manga”, i fumetti.

Cina, provincia Zhejiang “oscura” numero morti Covid 2023

Cina, provincia Zhejiang “oscura” numero morti Covid 2023Roma, 18 lug. (askanews) – I conti non tornano: una delle province più popolose della Cina, Zhejiang, ha reso inaccessibili oggi i dati della mortalità nel primo trimestre di quest’anno, in seguito alla revoca delle restrizioni per il Covid-19, dopo che è stata rilevata una differenza notevole tra i numeri decessi di quest’anno e quelli dei due anni precedenti. Lo segnala il Financial Times.

Giovedì sono state diffuse statistiche secondo le quali le cremazioni nella provincia di Zhejiang nel primo trimestre 2023 sono state 171mila, con un balzo in avanti del 73 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. I decessi riportati nel 2021 sono stati 91mila, nel 2022 sono stati 99mila. Questi dati testimoniano come, dopo che Pechino ha rottamato la politica “zero Covid”, ci sia stato un incremento molto forte della mortalità. Ma, a rendere confusa la situazione, c’è stata prima una revisione dei parametri per attribuire una morte al Covid e ora l’oscuramento dei dati della mortalità.

A gennaio l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha accusato Pechino si sottostimare i numeri dei morti nella pandemia.

Kerry in Cina incontra premier e alto diplomatico Wang Yi

Kerry in Cina incontra premier e alto diplomatico Wang YiRoma, 18 lug. (askanews) – Una serie d’incontri che sono andati oltre il tema in agenda, il clima, quelli che ha avuto oggi l’inviato speciale del presidente Usa per le questioni ambientali, John Kerry, ha Pechino. L’ex segretario di Stato ha incontrato sia il primo ministro cinese Li Qiang, sia il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Wang Yi, i quali gli hanno chiesto che gli Stati uniti contribuiscano a costruire con la Repubblica popolare un rapporto “stabile e sostenibile”.

Li Qiang – secondo i resoconti ufficiali – ha affermato che “il rafforzamento della cooperazione tra i due paesi non solo gioverà a vicenda, ma gioverà anche al mondo intero”. Ha richiamato il summit di Bali dello scorso anno tra il presidente cinese Xi Jinping e quello americano Joe Biden, dove erano stati raggiunti una serie di accordi, e ha detto: “La Cina e gli Stati uniti dovrebbero intraprendere azioni pratiche per attuare il consenso raggiunto dai due capi di stato, gestire e controllare adeguatamente le differenze e riportare le relazioni Cina-Usa su un percorso di sviluppo sano e stabile al più presto”. Sulla stessa lunghezza d’onda Wang Yi, che è il diplomatico di status più elevato nella gerarchia cinese. “La Cina è disposta a rafforzare il dialogo e la comunicazione con gli Stati uniti, discutere di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa e affrontare congiuntamente il cambiamento climatico”, ha affermato Wang, secondo il resoconto del ministero degli Esteri cinese. “Gli Stati Uniti – ha chiesto Wang – perseguano una politica razionale, pragmatica e positiva nei confronti della Cina, continuino ad aderire al principio dell”Unica Cina’, gestiscano adeguatamente la questione di Taiwan e collaborino con la Cina per praticare il rispetto reciproco, la coesistenza pacifica e cooperazione vantaggiosa per tutti”.

Secondo il resoconto di Pechino, Kerry ha rassicurato i suoi interlocutori sull’adesione americana alla politica dell’”Unica Cina” e sulla volontà d’irrobustire il dialogo. “La nostra speranza è che questo possa essere l’inizio di una nuova definizione di cooperazione e di capacità di risolvere le differenze tra di noi”, ha detto Kerry nelle sue osservazioni di apertura, secondo ha riportato l’agenzia di stampa France Presse. Anche sul fronte della cooperazione climatica, ci sono state dichiarazioni di buona volontà, per quanto non vi sia notizia di un impegno cogente, che peraltro non era attesa. Li Qiang ha sostenuto che l’attuale compito globale di affrontare il cambiamento climatico è “arduo” e che i paesi, tra cui la Cina e gli Stati uniti in primis, devono “rafforzare il coordinamento, creare consenso e agire prontamente per formare una forza congiunta che affronti il cambiamento climatico nella massima misura”. Il principio, secondo il premier cinese è , quello delle “responsabilità comuni ma differenziate”: cioè i paesi sviluppati “dovrebbero assumere un ruolo guida nella riduzione delle emissioni e adempiere ai loro impegni finanziari il prima possibile, mentre i paesi in via di sviluppo dovrebbero fornire contributi nell’ambito delle loro capacità”.

Kerry dal canto suo ha richiamato la Cina – secondo il Dipartimento di Stato – all’”urgente necessità di decarbonizzare il settore energetico, ridurre le emissioni di metano e ridurre la deforestazione”. Il mondo – ha detto ancora l’alto funzionario americano – “si aspetta che entrambe le nazioni cooperino sul clima” e che le differenze tra i due paesi non “ostacolino il progresso concreto nelle sfide transnazionali condivise”.