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Premier australiano Albanese andrà in Cina entro fine anno

Premier australiano Albanese andrà in Cina entro fine anno




Premier australiano Albanese andrà in Cina entro fine anno – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – La Cina ha inviato all’Australia un invito “di principio” per il primo ministro Anthony Albanese a Pechino e la visita dovrebbe aver luogo quest’anno, tra settembre e ottobre. L’ha scritto oggi il South China Morning Post, facendo riferimento a fonti vicine alla materia.

La visita potrebbe diventare un punto di svolta nelle relazioni tra Pechino e Canberra, dopo tre anni di rapporti deteriorati caratterizzati da restriziomni sulle importazioni reciproche. La tempistica è in accordo alla commemorazione del 50mo anniverario della prima visita in Cina da parte di un primo ministro australiano. Gough Whitlam fece questo viaggio a novembre 1973.

Pechino ha anche trasmesso un invito “di principio” al ministro del Commercio australiano Don Farrell, che ha accettato e che si recherà “in un vicino futuro” in Cina, come ha detto lui stesso in un incontro virtuale con il corrispettivo cinese Wang Wentao. Cina e Australia sono da tre anni ai ferri corti e recentemente Pechino s’è lamentata del progetto australiano di acquistare sottomarini nucleari come parte dell’accordo Aukus di sicurezza con gli Stati uniti e la Gran Bretagna.

Hacker nordcoreani all’attacco: ecco come finanziano Pyongyang

Hacker nordcoreani all’attacco: ecco come finanziano Pyongyang




Hacker nordcoreani all’attacco: ecco come finanziano Pyongyang – askanews.it




















Roma, 4 apr. (askanews) – Un gruppo di hacker nordcoreani conosciuto come Kimsuky ha rubato criptovaluta per finanziare le operazioni di spionaggio relative al suo programma nucleare. L’ha detto Mandiant, la sussidiaria di sicurezza informatica di Google, accendendo un ulteriore faro sulle operazioni di finanziamento illegali che sono alla base del programma nucleare di Pyongyang.

In un rapporto pubblicato sul suo blog, Mandiant ha affermato di aver tracciato il conglomerato di hacker sostenuto dallo stato nordcorrano – classificato come APT43 – negli ultimi cinque anni e di aver scoperto che Kimsuky ha commesso crimini informatici per sostenere finanziariamente il programma di armi nucleari di Pyongyang. “Si tratta di un’unità in grado di compiere una serie di crimini informatici prendendo di mira in particolare la criptovaluta”, ha affermato Luke McNamara, principale analista di Mandiant, in una conferenza stampa online per i media sudcoreani, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Yonhap. “Riteniamo – ha continuato – che la loro missione principale sia lo spionaggio informatico, la raccolta di segreti per il governo nordcoreano, in particolare sulla politica nucleare”.

APT43 fa parte del cosiddetto Ufficio generale di ricognizione del governo nordcoreano, che sovrintende a una serie di funzioni nell’articolata galassia dei servizi segreti nordcoreani. Assieme ad APT43 operano gruppi conosciuti come APT38, Temp Hermit e Andariel. In termini più generali, questo apparato di hacker è chiamato “Lazarus”, un nome che s’è conquistato gli onori delle cronache anche in Occidente dopo l’attacco contro la Sony Pictures di qualche anno fa. Si ritiene che questi gruppi condividano malware e codici di hacking per svolgere la loro missione di portare denaro al governo nordcoreano per finanziare il programma di armi.

“APT43 svolge una serie di diverse attività motivate finanziariamente, focalizzate principalmente sul furto di criptovaluta”, ha affermato McNamara. Il gruppo inoltre ha mostrato una particolare abilità nel riciclare le criptovalute rubate attraverso servizi di cloud mining, riuscendo così a nascondere le tracce di questi fondi rubati. Questi fondi sono stati poi utilizzati per finanziare la raccolta d’informazioni sulle armi nucleari, inviando e-mail di “spear phishing” rivolte a politici o ricercatori in Corea del Sud e negli Stati Uniti nelle quali si chiedevano opinioni approfondite su questioni nordcoreane. “Non hanno avuto nemmeno bisogno di inviare malware. Hanno semplicemente chiesto a qualcuno che stava lavorando su questioni politiche di fornire la loro analisi strategica di ciò che stava accadendo”, ha segnalato McNamara. “E molti obiettivi che hanno ricevuto queste e-mail hanno risposto liberamente e hanno dato risposte all’APT43, un apparato dell’intelligence della Corea del Nord”.

APT43 ha anche contattato aziende farmaceutiche globali per ottenere informazioni sui vaccini e sul trattamento Covid-19 durante la pandemia, ha affermato l’esperto di Google. Le unità cyber dell’intelligence nordcoreana sono particolarmente avanzate e svolgono un ruolo cruciale nel fornire sostegno finanziario al governo di Pyongyang in un momento di intensa attività militare e nell’imminenza – secondo diverse intelligence – di un nuovo test nuclerare.

Giappone mette a punto nuovo piano d’evacuazione per eruzione del Fuji

Giappone mette a punto nuovo piano d’evacuazione per eruzione del Fuji


Giappone mette a punto nuovo piano d’evacuazione per eruzione del Fuji – askanews.it



Giappone mette a punto nuovo piano d’evacuazione per eruzione del Fuji – askanews.it




















Roma, 29 mar. (askanews) – E se il monte Fuji dovesse eruttare? Perché, al di là del suo affascinante aspetto, il perfetto cono vulcanico simbolo del Giappone è pur sempre un vulcano attivo. Tra l’altro, sono passati solo poco più di 300 anni dall’ultima disastrosa eruzione e, da allora, l’area che potrebbe venir colpita è diventata una delle più abitate al mondo. Così il governo nipponico ha deciso di mettere a punto un nuovo piano d’evacuazione.

La novità più importante del nuovo piano è la richiesta ai cittadini di non lasciare l’area di massimo rischio, all’ordine di fuga, con le automobili, come previsto dall’ormai datato vecchio piano, ma a piedi. Questo per evitare la congestione delle strade. Anche perché la “zona rossa” di evacuazione totale e immediata include le prefetture (province e aree metropolitane) di Yamanashi, Shizuoka e Kanagawa, per un totale di 800mila residenti sparsi in 27 comuni. Inoltre, la commissione creata ad hoc nel 2021 per rivedere il vecchio piano d’evacuazione risalente al 2015 ha deciso di imporre la fuga dei turisti quando il rischio di eruzione del Fuji sia ancora a un livello precedente rispetto a quello che farà scattare l’evacuazione dei residenti. Questo per evitare che si possano creare ulteriore confusione e ritardi nella fuga. Secondo i nuovi criteri, avendo come base cinque livelli di allerta vulcanica, i turisti – compresi i trekker e scalatori – dovranno avviare l’evacuazione via auto o treno alla dichiarazione di un allarme di Livello 1 ed entro il Livello 3. Oltre quel livello nessuno potrà più avvicinarsi al vulcano.

L’agenzia meteorologica e geofisica nazionale giapponese Kishocho, tra l’altro, ha effettuato nel 2021 un importante aggiornamento della mappa di rischio del vulcano per supportare l’elaborazione di questo piano. E’ stato il primo aggiornamento di questo strumento, che rappresenta in maniera grafica l’area di espansione stimata della lava, in 17 anni. Il nuovo piano, inoltre, valuta che la caduta di cenere vulcanica sarà copiosa anche in un’ampia area della megalopoli di Tokyo. Stimando una caduta di 2 cm e più di cenere come pericolosa per lo svolgimento delle funzioni urbane, il piano vede interessata ad attività di reazione all’eruzione a Tokyo qualcosa come 8,85 milioni di residenti.

Una particolare attenzione è dedicata nel piano agli anziani, alle persone in sedia a rotelle e, in generale, a coloro che possono avere delle difficoltà oggettive nell’evacuazione. A essi verrà richiesto di lasciare l’area allo scattare dell’allerta di Livello 4, quando ormai i turisti saranno tutti fuori, e saranno assistiti. Le scuole e gli asili chiuderanno i battenti al Livello 3 e i bambini passeranno sotto il controllo di genitori e tutori. In generale, i residenti nella zona rossa non interessati da cadute piroclastiche/esplosioni e situati in un’area in cui l’arrivo della lava è stimato entro tre ore, dovranno andar via a piedi immediatamente all’inizio dell’eruzione. Il Kishocho valuta che la velocità della lava sia più o meno quella di un pedone che cammini in un’area urbana. Ovviamente, però, chi vuole lasciare l’area preventivamente con le auto e altri mezzi, ai livelli precedenti come i turisti, potrà farlo.

Il monte Fuji – Fuji-san per i giapponesi – non erutta da oltre trecento anni. L’ultima eruzione fu innescata da un terremoto nel 1707. Dal 781 d.C. sono state censite dalle fonti storiche 16 eruzioni del vulcano. Dopo il devastante terremoto-tsunami del Giappone nord-orientale, che provocò quasi 20mila morti e fu la causa dell’incidente nucleare di Fukushima, gli esperti hanno messo sotto controllo stringente il vulcano, scoprendo che la sua pressione interna è cresciuta fino a 1,6 megapascal. Questo ha provocato alcune speculazioni sul rischio che possa avvicinarsi un’eruzione.

A metà aprile vertice tra First Lady tra Usa e Giappone

A metà aprile vertice tra First Lady tra Usa e Giappone


A metà aprile vertice tra First Lady tra Usa e Giappone – askanews.it



A metà aprile vertice tra First Lady tra Usa e Giappone – askanews.it




















Roma, 29 mar. (askanews) – Sarà un vertice esclusivamente tra first lady quello che si terrà a metà aprile a Washington tra Yuko Kishida – moglie del primo ministro giapponese Fumio Kishida – e la consorte del presidente Usa Joe Biden, Jill. La televisione nipponica TBS ha rivelato oggi che Yuko Kishida intende fare un viaggio in America il mese prossimo per incontrare Jill Biden.

La signora Kishida è stata già a Washington a gennaio, ma non ha potuto vedere Jill Biden perché la first lady americana era malata in quel periodo. Così si è deciso di rimettere in programma un incontro tra le first lady. Se si riuscirà a coordinare le agende, inoltre, Yuko Kishida potrebbe anche incontrare il presidente Biden.

Tendenzialmente le mogli dei primi ministri giapponesi mantengono un profilo basso, quindi questo viaggio previsto non come accompagnamento del marito è piuttosto insolito.

Usa e Sudcorea svolgono spettacolari manovre di sbarco

Usa e Sudcorea svolgono spettacolari manovre di sbarco


Usa e Sudcorea svolgono spettacolari manovre di sbarco – askanews.it



Usa e Sudcorea svolgono spettacolari manovre di sbarco – askanews.it



















Roma, 29 mar. (askanews) – La Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno condotto oggi imponenti esercitazioni di assalto anfibio mobilitando le loro forze d’assalto, navi da sbarco, caccia stealth ed elicotteri. Lo hanno riferito le forze armate sudcoreane.

Il Corpo dei Marines della Corea del Sud ha mostrato ai media parte delle esercitazioni che si sono svolte dentro e intorno a Pohang, 272 chilometri a sud-est di Seoul. Si è trattato del climax delle manovre di sbarco su larga scala Ssangyong (“Doppio drago”), che continueranno fino a lunedì prossimo. Ieri la Corea del Nord ha rilasciato le foto della sua testata nucleare tattica “Hwasan-31”, mentre da alcuni giorni proseguono – secondo Pyongyang – test su nuove armi, come quelli condotti con un “drone d’attacco nucleare sottomarino”. E, sempre ieri, Kim Jong Un ha ordinato, secondo l’agenzia di stampa nordcoreana KCNA, di rafforzare la produzione di materiale fissile per armi nucleari.

Il capo degli stati maggiori congiunti di Seoul, generale Kim Seung-kyum, ha supervisionato la fase chiave dell’esercitazione, assieme al il capo del comando delle forze combinate, generale Usa Paul LaCamera, e il capo delle operazioni navali di Seoul, ammiraglio Lee Jong-ho e altri alti ufficiali. “Le Marine e i Corpi dei Marines della Corea del Sud e degli Stati Uniti sono simboli della forte deterrenza e capacità di reazione dell’alleanza”, ha detto Kim Seung-kyum. Il capitano Kevin Buss, responsabile della strategia di comunicazione e delle operazioni della 13a unità di spedizione marittima degli Stati Uniti, ha affermato che l’esercitazione ha lo scopo di cementare le capacità degli alleati per la pace regionale. “Ssangyong è progettata per consolidare le capacità alleate, migliorando la sicurezza regionale indo-pacifica attraverso la potenza navale combinata e integrata”.

Gli alleati hanno schierato forze di sbarco a livello di divisione e circa 30 navi, comprese le navi d’assalto anfibie, sudcoreana Dokdo e la nave anfibia Usa Makin Island. Hanno anche mobilitato circa 70 velivoli, come gli F-35B ed elicotteri d’attacco Apache AH-64, e circa 50 veicoli d’assalto anfibi. Centro e comando delle esercitazioni è la portaerei a propulsione nucleare USS Nimitz, all’ancora a Busan. Le esercitazioni sono iniziate con aerei da combattimento sudcoreani e statunitensi che hanno organizzato una campagna di bombardamenti simulati in un’area nemica per eliminare gli ostacoli operativi e aprire la strada a manovre anfibie da parte delle forze alleate, secondo il Corpo dei Marines sudcoreane.

Truppe sono sbarcate dalla Dokdo e dalla Makin Island usando mezzi anfibi e da sbarco a cuscino d’aria per raggiungere le coste nemiche e svolgere missioni d’assalto. Altre truppe sono entrate nelle aree nemiche utilizzando elicotteri MUH-1 Marineon e aerei MV-22 Osprey. Gli aerei da combattimento hanno fornito supporto dal cielo. Gli alleati stanno tenendo grandi manovre militari da svariati giorni. Per quanto riguarda la Ssangyong, è la prima edizione dal 2018, quando fu sospesa dalla precedente amministrazione progressista sudcoreana di Moon Jae-in, che puntava al disgelo con Pyongyang. La Corea del Nord ha più volte dichiarato di considerare le manovre congiunte come prove generali d’invasione da parte di Usa e Sudcorea. Ma Washington e Seoul, dal canto loro, sono convinte che le provocazioni militari e la prospettiva di un imminente settimo test nucleare nordcoreano rendano necessario un incremento della collaborzione di sicurezza. Il capo della comunicazione strategica del Consiglio di sicurezza nazionale Usa John Kirby ha chiarito oggi che gli Usa continueranno a costruire le proprie capacità di difesa contro le minacce nucleari in evoluzione della Corea del Nord, segnalando che il Nord ignora le aperture degli Stati Uniti per il dialogo. “Siamo ben consapevoli che Kim Jong Un continua a sparare missili, a cercare di migliorare le capacità del suo programma balistico e a perseguire ambizioni nucleari”, ha detto Kirby in un briefing virtuale con la stampa. Kirby ha rifiutato di commentare la valutazione dell’intelligence Usa sull’arsenale nucleare della Corea del Nord, ma ha chiarito: “Quello che posso dirvi non è cambiato ed è il nostro desiderio di sederci con il regime di Pyongyang senza condizioni per trovare una via diplomatica per la denuclearizzazione verificabile della penisola”. Tuttavia, il Nord non ha mostrato “alcuna volontà” di impegnarsi in un dialogo con gli Stati Uniti. “E così – ha saggiunto Kirby – continueremo ad assicurarci di avere le capacità militari appropriate e la disponibilità adeguata a utilizzare tali capacità, se necessario, per proteggere i nostri interessi di sicurezza nazionale e quelli dei nostri alleati”. Inoltre il segretario Usa alla Difesa Lloyd Austin ha ribadito oggi, parlando al Comitato forze armate del Senato, che gli Usa e la Corea del Sud continueranno a lavorare per “rafforzare le capacità di difesa congiunte rispetto alle minacce nordcoreane in avoluzione”.

Presidente Sudcorea: non stanzieremo un singolo won per la Nordcorea

Presidente Sudcorea: non stanzieremo un singolo won per la Nordcorea


Presidente Sudcorea: non stanzieremo un singolo won per la Nordcorea – askanews.it



Presidente Sudcorea: non stanzieremo un singolo won per la Nordcorea – askanews.it



















Roma, 28 mar. (askanews) – Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha detto oggi, in una riunione del governo dopo aver ricevuto una relazione dal ministro dell’Unificazione Kwon Young-se, che non stanzierà “un singolo won” in aiuti umanitari per la Corea del Nord se questa continuerà a minacciare sviluppando armi nucleari. Lo ha riferito il suo portavoce Lee Do-woon durante una conferenza stampa.

“Mettere in luce la realtà della situazione dei diritti umani in Corea del Nord è importantissimo anche per la sicurezza nazionale, perché mostra dove la legittimità di uno stato va ricercata”, ha detto Yoon, secondo quanto ha riferito Lee. “Per ora, il ministero dell’Unificazione mettere un punto sulla Corea del Nord e chiaire che, finché essa proseguirà con lo sviluppo nucleare, non potremo darle un singolo won”, ha agginto il presidente. Poche ore prima la riunione del governo sudcoreano, i media di stato nordcoreani hanno pubblicato foto in cui si vede il leader supremo Kim Jong Un vicino a testate nucleari apparentemente miniaturizzate. Il capo del regime di Pyongyang ha ordinato un rafforzamneto della produzione di materiale fissile in grado di essere utilizzato per le armi.

In base alla Legge sui diritti umani in Corea del Nord, approvata da Seoul nel 2016, il governo pubblica un rapporto annuale sulla situazione in Corea del Nord senza divulgarlo al pubblico. La legge prevede anche l’istituzione di una fondazione nordcoreana per i diritti umani, ma il suo lancio è stato ritardato di anni.

“Sono passati sette anni da quando è stata promulgata la legge nordcoreana sui diritti umani, ma la fondazione nordcoreana per i diritti umani non è ancora stata lanciata e il rapporto nordcoreano sui diritti umani viene pubblicato solo ora”, ha lamentato Yoon. “La legge sui diritti umani deve essere attuata nella pratica da subito”, ha aggiunto. “La realtà delle spaventose violazioni dei diritti umani contro il popolo nordcoreano – ha incalzato il presidente sudcoreano – deve essere pienamente rivelata alla comunità internazionale”. Yoon ha detto che spera di vedere ampiamente pubblicizzate le condizioni dei diritti umani nel Nord durante il Summit per la democrazia che inizierà mercoledì e durante la sessione regolare in corso del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.

Ha inoltre invitato ogni ministero del governo, compresi i ministeri dell’unificazione e dell’istruzione, a utilizzare la pubblicazione del rapporto sui diritti umani della Corea del Nord per informare le persone in patria e all’estero sulla situazione nel Nord.

Usa-Sudcorea-Giappone, la prossima settimana esercitazioni marittime

Usa-Sudcorea-Giappone, la prossima settimana esercitazioni marittime


Usa-Sudcorea-Giappone, la prossima settimana esercitazioni marittime – askanews.it



Usa-Sudcorea-Giappone, la prossima settimana esercitazioni marittime – askanews.it



















Roma, 28 mar. (askanews) – La Corea del Sud, gli Stati Uniti e il Giappone terranno presto, probabilmente all’inizio della prossima settimana, un’esercitazione marittima trilaterale, con la partecipazione della portaerei americana a propulsione nucleare USS NImitz. L’ha detto oggi il contrammiraglio Usa Christopher Sweeney, comandante del Carrier Strike Group 11, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap.

Sweeney ha svelato il piano durante un incontro con la stampa a bordo della portaerei USS Nimitz, che è arrivata stamani nella città sud-orientale di Busan. “Andando via da Busan, abbiamo in programma un’esercitazione trilaterale con la JMSDF (Forze di autodifesa marittime del Giappone, ndr.) e la Marina della ROK (Repubblica di Corea, ndr.)”, ha detto l’ufficiale, definendo l’esercitazione “molto importante per l’interoperabilità” tra le tre marine.

L’esercitazione a tre dovrebbe svolgersi all’inizio della prossima settimana poiché la portaerei dovrebbe partire da Busan questo fine settimana, secondo Yonhap. I tre paesi hanno precedentemente tenuto esercitazioni marittime trilaterali, coinvolgendo la portaerei nucleare USS Ronald Reagan, a settembre e ottobre dello scorso anno.

Nordcorea ha di nuovo testato drone sottomarino nucleare il 25-27 marzo

Nordcorea ha di nuovo testato drone sottomarino nucleare il 25-27 marzo


Nordcorea ha di nuovo testato drone sottomarino nucleare il 25-27 marzo – askanews.it



Nordcorea ha di nuovo testato drone sottomarino nucleare il 25-27 marzo – askanews.it


















Roma, 28 mar. (askanews) – La Corea del Nord avrebbe nuovamente testato un sistema d’arma nucleare sottomarino tra il 25 e il 27 marzo. L’ha affermato oggi l’agenzia di stampa nordcoreana Korean Central News Agency (KCNA), dopo che ieri lo Stato maggiore sudcoreano ha affermato che le rivendicazioni di Pyongyang sarebbero ampiamente gonfiate.

Secondo l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana, il drone di attacco nucleare sottomarino Haeil-1, dispiegato nella baia di Wonsan, ha raggiunto un bersaglio il 27 marzo dopo aver percorso un percorso frastagliato e ovale che ha simulato la distanza di 600 chilometri nel mar del Giappone per 41 ore e 27 minuti. Il drone avrebbe fatto esplodere con successo la testata di prova sott’acqua, ha detto. L’affidabilità del sistema d’arma è stata verificata e tutte le specifiche tattiche e tecniche sono state correttamente stimate durante il test, secondo la fonte nordcoreana.

“Dopo aver messo insieme le analisi nostre e degli Usa del ‘drone di attacco nucleare sottomarino’ e le opinioni degli esperti su di esso, i nostri militari stanno dando peso alla possibilità che l’affermazione possa essere stata esagerata o inventata”, ha riferito però ieri il comando sudcoreano in una dichiarazione. “Ci sono movimenti che indicano che il Nord stia lavorando per sviluppare un veicolo sottomarino senza pilota, ma la nostra valutazione è che sia ancora in una fase iniziale (di sviluppo)”, ha aggiunto. Pyongyang sta spingendo sul fronte nucleare, mentre Sudcorea, Stati uniti e Giappone continuano a svolgere sempre più manovre militari di contrasto rispetto al regime di Kim Jong Un. Il quale, dal canto suo, ha ordinato, Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha ordinato un incremento della produzione di “materiale nucleare militare” e la fabbricazione di armi più potenti.

Dopo aver parlato con i funzionari dell’istituto per le armi nucleari del paese, il leader ha affermato che la Corea del Nord deve essere pronta a usare le sue armi nucleari ” ovunque e in qualsiasi momento”, secondo quanto riportato dall’agenzia KCNA, l’agenzia di stampa governativa della Corea del Nord.

Ucraina, Pechino: tutte le parti s’impegnino per soluzione pacifica

Ucraina, Pechino: tutte le parti s’impegnino per soluzione pacifica


Ucraina, Pechino: tutte le parti s’impegnino per soluzione pacifica – askanews.it



Ucraina, Pechino: tutte le parti s’impegnino per soluzione pacifica – askanews.it


















Roma, 27 mar. (askanews) – La Cina ha oggi ribadito il suo appello a una soluzione pacifica della guerra in Ucraina, dopo che la Russia ha dichiarato il posizionamento di armi nucleari tattiche nella vicina Bielorussia, giorni dopo un impegno congiunto con la Cina contro il dispiegamento di armi nucleari oltre i territori nazionali.

Nella quotidiana conferenza stampa a Pechino, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha dichiarato: “Nelle circostanze attuali, tutte le parti dovrebbero concentrarsi sugli sforzi diplomatici per risolvere pacificamente la crisi ucraina e promuovere congiuntamente il rilassamento della situazione”. E ha aggiunto: “Nel gennaio dello scorso anno, i leader dei cinque Stati dotati di armi nucleari hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, sottolineando che una guerra nucleare non può essere vinta o combattuta, sottolineando che le guerre tra Stati dotati di armi nucleari dovrebbero essere evitate e i rischi strategici dovrebbero essere ridotti”. Nella dichiarazione congiunta firmata dal presidente cinese Xi Jinping e dal presidente russo Vladimir Putin al termine del loro summit la scorsa settimana, si legge: “”Tutte le potenze nucleari non devono schierare armi nucleari al di fuori dei loro territori nazionali e devono ritirare tutte le loro armi nucleari collocate all’estero” per “ridurre il rischio di scatenare una guerra nucleare (…)”.

Corea del Nord lancia due missili a corto raggio

Corea del Nord lancia due missili a corto raggio


Corea del Nord lancia due missili a corto raggio – askanews.it



Corea del Nord lancia due missili a corto raggio – askanews.it


















Roma, 27 mar. (askanews) – La Corea del Nord ha lanciato oggi due missili balistici a corto raggio (SRBM) verso il mar del Giappone, poco prima che una portaerei nucleare Usa concludesse manovre congiunte con la Corea del Sud nelle vicinanze dell’isola di Jeju. Lo ha riferito oggi lo Stato maggiore congiunto sudcoreano.

I lanci sono avvenuti da Chunghwa, nella provincia di Nord Hwanghae attorno alle 8 del mattino locale (13 in Italia). I due missili hanno volato per 370 km prima di cadere in acqua. Corea del Sud e Usa sono impegnati nelle manovre congiunte Ssangyong (“Doppio drago”), che si concludono oggi e sono iniziate la scorsa settimana. Queste grandi manovre coinvolgono anche la portaerei nucleare USS Nimitz, oltre che circa 12mila tra marinai e truppe da sbarco dei due paesi, 30 navi da guerra, 70 aerei e 50 mezzi d’assalto anfibio.

“Sulla base dell’alleanza tra Corea del Sud e Stati uniti negli ultimi 70 anni, le marine sudcoreane e statunitensi hanno stabilito una solida posizione di difesa marittima combinata”, ha detto il capitano della marina sudcoreana Jang Hoon. “Queste esercitazioni non solo hanno messo in mostra la travolgente capacità e la postura (di combattimento) dell’alleanza, ma sono state anche un’opportunità per rafforzare ulteriormente la posizione di difesa combinata della Repubblica di Corea”. Il contrammiraglio Usa Christopger Sweeney, comandante del gruppo navale della Nimitz, ha evidenziato la capacità degli alleati di contrapporsi alle minacce nordcoreane. “Non mi sento preoccupato per la Corea del Nord. Abbiamo molte capacità di cui ho parlato, molte informazioni d’intelligence condivise con la Repubblica di Corea, e una forza congiunta”, ha affermato l’ufficiale americano. “Gli Usa – ha continuato – hanno asset strategici dispiegabili e pronti ogni giorno”.