Roma, 23 mar. (askanews) – Il ministro della Difesa sudcoreano Lee Jong-sup ha riferito oggi che i lanci di missili balistici effettuati ieri dalla Corea del Nord sono stati quattro e ha segnalato come Pyongyang stia facendo un “considerevole progresso” nella miniaturizzazione delle testate nucleari, in modo che possano essere installate su missili.
Ieri lo Stato maggiore della Corea del Sud aveva rilevato “multipli” lanci missilistici dalla città orientale Hamhung. “Noi crediamo che siano stati lanciati quattro missili”, ha comunicato Lee al comitato parlamentare sulla difesa nazionale, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap. “Abbiamo condotto le analisi preliminari e son gli Stati uniti stiamo effettuandone di più dettagliate”, ha proseguito. Lee poi è stato interpellato sulla possibilità che il Nord abbia acquisito le tecnologie di miniaturizzazione dche lo renderebbero in grado di montare cariche nucleari sulle testate dei missili tattici e ha risposto che Pyongyang registra un “considerevole progresso” su questo fronte.
Inoltre il ministro ha segnalato che la Corea del Nord potrebbe lanciare il suo primo satellite-spia militare il prossimo mese. “Questo è il motivo per il quale il Nord sta accumulando tecnologie necessarie per il lancio di un satellite usando missili balistici intercontinentai”, ha spiegato.
Roma, 22 mar. (askanews) – I fiori di ciliegio – “sakura” – sono arrivati alla piena fioritura al centro di Tokyo. Secondo l’Agenzia meteorologica giapponese Kishocho la data di oggi si classifica al secondo posto nello storico come anticipo della fioritura piena. Lo riferisce oggi l’agenzia di stampa Kyodo.
Il Kishocho utilizza come punto di riferimento uno specifico albero, di tipo “Somei Yoshino”, che si trova all’interno del santuario shinto Yasukuni di Tokyo. Quando l’80 per cento dei fiori su questo albero sono fioriti, viene dichiarata la piena fioritura. Quest’anno è avvenuta nove giorni prima della media e cinque giorni prima rispetto al 2022. La fioritura di quest’anno eguaglia il 2020 e il 2021. Le osservazioni sono iniziate nel 1953.
L’agenzia ritiene che la fioritura degli alberi nella capitale sia stata accelerata dalle temperature che sono salite a circa 20 gradi in diverse occasioni da quando è iniziata la fioritura martedì della scorsa settimana. In tutto il Giappone i ciliegi stanno fiorendo prima del solito quest’anno con scene simili in città a Fukuoka, Osaka e Nagoya.
Per la prima volta, dopo tre anni di stop per la pandemia, i parchi amministrati dal governo metropolitano di Tokyo, come il Parco di Ueno, hanno consentito alle persone di riunirsi per i consueti picnic che si svolgono nella stagione della fioritura dei ciliegi, gli “hanami”.
Roma, 22 mar. (askanews) – La partita del gasdotto Russia-Mongolia-Cina, che dovrebbe spostare verso l’Asia parte del gas russo un tempo diretto verso l’Europa, sembra meno vicina alla chiusura di quanto non abbia suggerito ieri il leader russo Vladimir Putin nella conferenza stampa congiunta con il presidente cinese Xi Jinping. Lo segnala oggi il South China Morning Post.
Nell dichiarazione congiunta rilasciata ieri da Mosca e Pechino, la parte che riguarda il gasdotto – conosciuto anche come Power of Siberia 2 – recita che “le due parti lavoreranno insieme per promuovere studi e consultazioni sul nuovo progetto di gasdotto Cina-Mongolia-Russia”. Si tratta di una formulazione vaga, che non esplicita alcun impegno cogente da parte di Pechino. E questo stride con l’aggermazione ben più assertiva di Putin, il quale ha detto che “praticamente tutti i parametri di quell’accordo sono stati finalizzati”, secondo il Financial Times. Il gasdotto dovrebbe trasportare 50 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno dalla penisola russa di Yamal, nella Siberia occidentale, alla Cina attraverso la Mongolia. E’ da decenni che Mosca e Pechino ragionano di questa infrastruttura senza arrivare a una conclusione. Ma, con la guerra in Ucraina e il blocco all’export di gas russo nei paesi Ue, per Mosca è diventato vitale trovare uno sbocco orientale al suo gas. E questo ha accelerato le trattative.
Il ministro dell’Energia russo Alexander Novak ha dichiarato ieri che il Cremlino desidera firmare l’accordo “al più rapidamente possibile”, secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale Ria Novosti. In precedenza a veva inquadrato Power of Siberia 2 come un’alternativa al Nord Stream 2, la pipeline che trasportava il gas russo in Germania e che è saltata in aria per un sabotaggio dopo lo scoppio della guerra. Per la Cina, che è il più grande importatore mondiale di gas, il gasdotto rappresenta un progetto importante per l’approvvigionamento, ma che deve tener conto anche della variabile geopolitica. D’altronde, il conflitto in Ucraina – scrive il SCMP dopo aver interpellato esperti del settore – è un fenomeno temporaneo e l’esito di questo è ancora incerto. Da esso dipenderà anche la possibilità che riprendano le forniture russe verso l’Europa in futuro.
Attualmente la Cina riceve gas russo attraverso il gasdotto China-Russia East Route. Mosca è il secondo fornitore di gas della Cina, dopo il Turkmenistan. Power of Siberia 2 è un gasdotto più lungo e probante dell’altro che fornisce gas russo. In un’altra dichiarazione congiunta delle due parti rilasciata stamattina in Cina, entrambe hanno affermato che consolideranno le loro partnership energetiche, anche rafforzando la cooperazione a lungo termine e promuovendo l’attuazione di progetti di cooperazione strategica. Anche questa una formulazione vaga, secondo gli esperti.
Pechino, che pure è consapevole che il trasporto via pipeline rende il gas più economico del gas naturale liquefatto (GNL), considera però il GNL trasportato via mare più sicuro e questo potrebbe non rendere necessariamente appetibile una rotta aggiuntiva con Mosca. Negli ultimi anni la Cina ha cercato di diversificare le sue importazioni di energia. Sul gas naturale, sono in corso negoziati anche con i paesi dell’Asia centrale. In particolare si discute di un nuovo gasdotto dal Turkmenistan attraverso il Tagikistan e il Kirghizistan per alimentare la crescita economica. Pechino si è inoltre impegnata a intensificare l’esplorazione interna nella speranza di aumentare le riserve e la produzione di gas nazionali. Secondo le proiezioni della domanda per la Cina da parte dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), una volta che la linea Power of Siberia raggiungerà la piena capacità, potrebbe non aver più bisogno di un altro collegamento su larga scala con la Russia, spiega il SCMP. Nel suo rapporto World Energy Outlook 2022, l’agenzia ha affermato che la crescita della domanda di gas in Cina è sulla buona strada per rallentare al 2% all’anno tra il 2021-30, rispetto a un tasso di crescita medio del 12% all’anno dal 2010, con una preferenza da parte di Pechino per le rinnovabili e l’elettrificazione rispetto all’uso del gas per l’energia elettrica e il calore. Nel frattempo, gli importatori cinesi hanno attivamente stipulato contratti per nuove forniture di GNL a lungo termine e l’offerta contrattuale esistente è adeguata per soddisfare la domanda prevista fino agli anni ’30 del 2030, afferma il rapporto.
Roma, 22 mar. (askanews) – Il primo ministro giapponese Fumio Kishida si è impegnato oggi a fornire alla Polonia assistenza per contribuire all’ospitalità dei rifugiati ucraini, sfuggiti alla guerra innescata dall’invasione russa. Lo riferisce oggi l’agenzia di stampa Kyodo.
All’indomani del suo viaggio a sorpresa in Ucraina, Kishida ha incontrato il suo omologo polacco Mateusz Morawiecki a Varsavia e, in una conferenza stampa, ha dato atto alla Polonia di essere la “prima linea dell’assistenza militare e umanitaria all’Ucraina”. Secondo i dati ufficiali più di 1,5 milioni di rifugiati ucraini sono fuggiti in Polonia.
Kishida, entrato in Ucraina attraverso la Polonia e poi rientrato nel paese Ue prima di ripartire per il Giappone, ha sottolineato l’importanza della “continua assistenza di paesi che la pensano allo stesso modo” per porre fine alla guerra in Ucraina. Lui e Morawiecki hanno concordato di espandere la cooperazione bilaterale nei settori della sicurezza e dell’economia, con il leader polacco che ha affermato che “la cooperazione in materia di sicurezza con il Giappone contribuirà a rafforzare la sicurezza in Europa”.
Roma, 22 mar. (askanews) – La Corea del Nord ha diffuso una serie di francobolli commemorativi dedicati alla parata militare per il 75mo anniversario della fondazione dell’Esercito del popolo coreano. In questa emissione, diversi francobolli raffigurano missili balistici nordcoreani.
“Le stampe includono quelle che mostrano la colonna della cavalleria onoraria che avanza galantemente tra le colonne della parata, le foto delle avanguardie rivoluzionarie davanti a colonne in parata e una formazione di aerei che violano nel cielo”, si legge sulla stampa di stato nordcoreana. “Ancora, ci sono diversi tipi di francobolli – ha proseguito – che rappresentano le rafforzate e sviluppate forze dell’Esercito del popolo coreana come le colonne di missili strategici che sono diventati un gruppo d’attacco ultra-moderno”.
Roma, 22 mar. (askanews) – La Corea del Nord ha avvertito oggi gli Stati uniti di non pretendere la “completa denuclearizzazione” di Pyongyang, che verrebbe interpretata come una “dichiarazione di guerra”. L’ha affermato il Jo Chol Su, un altissimo funzionario del ministero degli Esteri nordcoreano.
Gli Usa hanno chiesto al Consiglio di sicurezza Onu l’approvazione di una nuova risoluzione che chieda la denuclearizzazione della Corea del Nord in maniera “completa, verificabile e irreversibile” (formula che nel gergo diplomatico è riassunta con l’acronimo CVID), secondo una formula che è di prammatica nella fraseologia americana rispetto a Pyongyang. Questa ipotesi però si scontra con la posizione assunta ieri in una dichiarazione congiuta sino-russa, dopo il summit del Cremlino tra i presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping, che sostiene la necessità di tener da conto le “legittime preoccupazioni di sicurezza” della Corea del Nord.
“Il rappresentante degli Stati Uniti presso le Nazioni unite di nuovo ha ripetuto la litania retorica sull’obsoleto CVID e sulla ‘situazione dei diritti umani’”, ha detto Jo in una dichiarazione diffusa dall’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA. “Qualsiasi forza – ha continuato – dovrebbe tenere presente che, se cerca di applicare il CVID alla Repubblica democratica popolare di Corea, sarà trattata in modo risoluto in conformità con la legge coreana sulla politica delle forze nucleari”. E ha aggiunto: “La pressione sulla Corea del Nord per smantellare le sue armi nucleari corrisponde né più né meno a una dichiarazione di guerra”.
Roma, 22 mar. (askanews) – Gli Stati uniti mettono “in pericolo” la pace e la stabilità in Asia-Pacifico, aumentando il proprio dispiegamento militare nella regione. L’ha affermato oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, all’indomani del summit del Cremlino tra il presidente Xi Jinping e il leader russo Vladimir Putin.
Wang, rispondendo nella quotidiana conferenza stampa a una domanda sulle attività militari congiunte tra Washington alla Filippine, ha inoltre invitato i paesi della regione a non farsi “utilizzare” dagli Stati uniti. “E’ convinzione costante della Cina che la cooperazione in materia di difesa e sicurezza tra i paesi debba favorire la pace e la stabilità regionali e non mirare o danneggiare gli interessi di terze parti”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri.
“La parte statunitense, per interessi egoistici, rimane – ha proseguito – intrappolata in una mentalità a somma zero e continua ad aumentare il dispiegamento militare nell’Asia-Pacifico. Ciò inasprisce le tensioni e mette in pericolo la pace e la stabilità nella regione. I paesi della regione devono rimanere vigili ed evitare di essere costretti o utilizzati dagli Stati Uniti”.
Roma, 21 mar. (askanews) – Gli Stati Uniti devono rispondere alle “preoccupazioni della Corea del Nord” con azioni reali e creare le condizioni per la ripresa del dialogo. L’hanno affermato oggi Russia e Cina in una dichiarazione congiunta in seguito al summit al Cremlino tra i rispettivi presidenti Vladimir Putin e Xi Jinping.
“La parte statunitense deve rispondere con azioni reali alle preoccupazioni legittime e razionali della parte nordcoreana e creare le condizioni per la ripresa del dialogo”, si legge nella dichiarazione, pubblicata dal Cremlino. Russia e Cina hanno espresso “preoccupazione” per la situazione nella penisola coreana e hanno invitato tutte le parti a esercitare moderazione.
Roma, 21 mar. (askanews) – La Russia ha “ribadito il suo impegno alla ripresa dei colloqui di pace il prima possibile, cosa che la Cina apprezza”. L’ha affermato oggi, al termine del summit tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader cinese Xi Jinping al Cremlino, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying che accompagna il numero uno di Pechino nella visita in Russia.
Hua anche detto che la Russia “ha accolto positivamente la volontà della Cina di svolgere un ruolo positivo per la soluzione poltiica e diplomatica della crisi ucraina e ha accolto le proposte costruttive poste nella Posizione cinese sulla soluzione politica della crisi ucraina”. La Russia – ha affermato ancora la portavoce – “parla positivamente della posizione obiettiva e imparziale della Cina sulla questione ucraina”. Xi e Putin, ha spiegato ancora Hua, hanno firmato una dichiarazione congiunta “sull’approfondimento della partership strategica complessiva tra i due paesi per una nuova era” e hanno “sottolineato che la crisi ucraina deve essere regolata attraverso colloqui di pace”.
Inoltre – ha proseguito Hua – le parti “ritengono che gli obiettivi e i principi della Carta Onu, assieme alle leggi internazionali, debbano essere rispettati”. Inoltre, ha concluso la portavoce, “le due parti si oppongono all’abitudine di qualsiasi paese di cercare vantaggi nelle aree militare e politica a detrimento deli legittimi interessi di sicurezza di altri paesi”.
Roma, 21 mar. (askanews) – La visita a sorpresa del primo ministro giapponese Fumio Kishida a Kiev per incontrare Volodymyr Zelensky viene nel giorno in cui Xi Jinping è al Cremlino per il summit con Vladimir Putin. Da un punto di vista simbolico e politico, il capo del governo di Tokyo ha ristabilito una simmetria che mette in difficoltà l’ambizione del leader cinese di fare da mediatore sbilanciato sulla Russia nel conflitto ucraino.
Kishida si è recato oggi in Ucraina per la prima volta dall’inizio della guerra il 24 febbraio 2022, in una visita su cui il Kantei, l’ufficio del primo ministro nipponico, ha mantenuto il più rigido riserbo: solo poche settimane fa, alla richiesta sui tempi di una visita del capo del governo nipponico a Kiev, ultimo tra i membri del G7 avevano a non averla fatta, la risposta era stata: “quando le condizioni di sicurezza lo consentiranno”. La visita di Kishida mostra plasticamente quanto la vicenda ucraina sia rilevante anche per i principali paesi dell’Asia e mette in luce la competizione messa in campo tra Tokyo e Pechino, che si collocano sempre più su due fronti opposti: Pechino vicino a Mosca, Tokyo con Kiev e Washington.
Xi è andato a Mosca, tra l’altro, con l’ambizione di ragionare con Putin sulla base del “position paper” in 12 punti che Pechino ha elaborato per arrivare alla pace in Ucraina. Tuttavia il fatto che in cantiere sia stata prevista un vertice “de visu” con Putin e solo una possibile telefonata con Zelensky, rendeva già squilibrata la mediazione. Oggi, fonti del Cremlino, hanno suggerito che una telefonata di Xi al presidente ucraino come immediato seguito del vertice con Putin è improbabile. D’altronde Zelenky è impegnato nelle stesse ore a ricevere Kishida, che offrirà aiuti e probabilmente inviterà il presidente ucraino al summit dei Sette di maggio a Hiroshima.
L’ambasciatore Usa in Giappone Rahm Emanuel, non a caso, ha messo assieme le trasferte dei due leader asiatici, definendo “nefasta” quella di Xi a Mosca e affermando: “Il primo ministro Kishida sta con la libertà, Xi con un criminale di guerra”. Di converso, un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha commentato: “Il Giappone dovrebbe contribuire a una de-escalation del conflitto, non il contrario”.