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Xi rilancia la Via della Seta, riunendo l’Asia centrale

Xi rilancia la Via della Seta, riunendo l’Asia centraleRoma, 19 mag. (askanews) – Mentre i leader del G7 si vedevano in Giappone nell’annuale summit, la Cina riuniva a Xian – antica capitale e punto di partenza della Via della Seta – i cinque paesi dell’Asia centrale, buttando così un ponte verso l’Europa e segnalando una sua vitalità geopolitica oltre e forse nonostante la Russia, impegnata nella sua guerra in Ucraina.

Ieri sera il presidente Xi Jinping e sua moglie, Peng Liyuan, hanno accolto cinque leader dell’Asia centrale per un vertice in un contesto altamente spettacolare, con grandi onori. Il summit Cina-Asia centrale, il primo di questo genere in presenza (e con l’assenza della Russia) ha sottolineato la centralità euroasiatica della Cina (Zhongguo, il suo nome in mandarino, vuol dire appunto “Paese del Centro”) in un momento cruciale della storia. Non è un caso che Xi abbia voluto accogliere i leader dell’Asia centrale con spettacoli e banchetti ispirati alla Dinastia Tang, che regnò tra il 618 e il 917 dispiegando una proiezione commerciale, politica e culturale verso le steppe, verso i popoli che fanno da cerniera con l’estremo opposto dell’Eurasia.

“Lo Shaanxi (provincia dove si trova Xian, ndr.), come punto di partenza orientale dell’antica Via della Seta, è stato testimone della profonda amicizia tra la Cina e i paesi dell’Asia centrale per oltre duemila anni”, ha detto Xi, secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa statale Xinhua. “Nel corso dei secoli, i popoli della Cina e dell’Asia centrale si sono impegnati in ampi scambi, apprendimento reciproco e hanno creato lo splendore dell’antica Via della Seta, lasciando un capitolo glorioso nella storia della civiltà umana e dello scambio culturale”. Oggi, nel suo discorso programmatico, il presidente cinese è stato più aderente all’attualità, ma il senso è stato lo stesso. “Il mondo ha bisogno di un’Asia centrale armoniosa. La fratellanza è meglio di ogni ricchezza”, ha detto. “I conflitti etnici, i conflitti religiosi e le divisioni culturali non sono il tema principale dell’Asia centrale. Unità, tolleranza e armonia sono ciò che cerca il popolo dell’Asia centrale”, ha continuato, aggiungendo che “nessuno ha il diritto di creare discordia e scontro in Asia centrale, figuriamoci cercare una speculazione politica”.

“La sovranità, la sicurezza, l’indipendenza e l’integrità territoriale dei paesi dell’Asia centrale – ha detto ancora Xi – devono essere salvaguardati, il percorso di sviluppo scelto autonomamente dal popolo dell’Asia centrale deve essere rispettato e gli sforzi della regione dell’Asia centrale per lavorare per la pace, l’armonia e la tranquillità devono essere supportati”. L’Asia centrale – ha sottolineato il leader di Pechino – ha un “vantaggio geografico unico”, che le consentirà di “diventare un importante hub di interconnessione in Asia ed Europa”. In una riproposizione dei principi della sua Iniziativa Belt and Road, per una nuova Via della Seta terrestre, Xi si è impegnato ad espandere la cooperazione commerciale ed economica con la regione e ha affermato che Pechino approfondirà la connettività e amplierà la cooperazione energetica.

I leader di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan hanno ascoltato queste parole, che rappresentano un modo per indicare a questi paesi che esiste un’alternativa sia alle strategie e ai dollari degli Stati uniti, che cercano di contenere la Cina, ma anche alla tradizionale dipendenza da Mosca. Non è un caso che questi paesi abbiano mantenuto una posizione simile a quella della Cina nella sede delle Nazioni unite quando si è trattato di votare la condanna dell’invasione russa dell’Ucraina: tutti si sono astenuti, tranne il Turkmenistan che si è dato assente. Ma il messaggio è anche per l’Europa. I funzionari di Pechino non perdono occasione per chiedere ai partner europei di mantenere un’autonomia strategica (ovviamente dagli Stati uniti). E un certo ascolto, Pechino ce l’ha, a giudicare dalle recenti dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron che, di ritorno dalla Cina, ha detto che sulla questione di Taiwan l’Europa non deve essere “vassalla” degli Usa. Affermazioni, queste, che hanno creato diversi mal di pancia, ma che sono indicative di un sentimento.

L’Europa deve tuttavia ancora capire quale strada prendere e, come spesso accade, finisce per parlare con più voci, spesso tra loro dissonanti, mantenendo una posizione non chiara.

Oggi il presidente del Consiglio europeo, dal summit di Hiroshima, ha detto che “un rapporto costruttivo e stabile con la Cina serve i nostri interessi comuni” e che “la Cina ha una responsabilità speciale nella comunità internazionale e deve rispettare le regole internazionali”. Inoltre ha auspicato un impegno cinese nel riportare Mosca a più miti consigli sull’Ucraina.

Dal canto suo, la presidente della Commissione europea ha detto: “Le nostre politiche nei confronti della Cina devono cambiare perché la Cina è cambiata. E’ passata da ‘riforma e apertura’ a ‘sicurezza e controllo’. La Cina è diventata più repressiva in patria e più assertiva all’estero, in particolare nel suo vicinato. E ha stretto una ‘amicizia illimitata’ con la Russia alla vigilia della brutale invasione dell’Ucraina. Allo stesso tempo, il disaccoppiamento dalla Cina non è né praticabile né nel nostro interesse”. Quindi – ha proseguito – “dovremmo mantenere linee di comunicazione aperte e lavorare con la Cina in aree come il cambiamento climatico, la preparazione alla pandemia, la stabilità finanziaria o la proliferazione nucleare. Allo stesso tempo dobbiamo ridurre le nostre vulnerabilità nelle nostre relazioni economiche”.

Questo ha una ricaduta anche sulle politiche nazionali. L’Italia ne sa qualcosa: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha recentemente detto di non aver ancora deciso se rinnovare o meno il memorandum d’intesa sull’Iniziativa Belt and Road che scade con l’inizio del 2024. L’Italia è tuttora l’unico paese del G7 ad averlo sottoscritto ed è stato il primo paese Ue. Su questo, il messaggio lanciato da von der Leyen sembra prospettare scenari lontani: “Dovremmo intensificare il nostro lavoro con gli altri per creare un’alternativa a Belt and Road”, l’accordo sulla Via della Seta su cui Xi è tornato a spingere proprio col summit Cina-Asia centrale.

G7, i calzini di Rishi Sunak spopolano nel web giapponese

G7, i calzini di Rishi Sunak spopolano nel web giapponeseRoma, 19 mag. (askanews) – Le calze di Rishi Sunak sono, al momento, uno dei più grandi successi del summit G7 di Hiroshima, quanto meno online. Il primo ministro britannico, infatti, si è presentato alla cena di lavoro di ieri col primo ministro nipponico Fumio Kishida indossando vistosi calzini rossi con il logo della squadra di baseball di Hiroshima, della quale notoriamente il capo del governo giapponese è tifoso. Questo ha avuto un grande successo nel web giapponese.

In Giappone, come si sa, nelle case e anche nei ristoranti si tolgono le scarpe. E, ieri sera, quando Sunak ha tolto le sue scarpe prima di accomodarsi sul tatami con Kishida, ha sfoggiato dei vistosi calzini rossi con il logo della Hiroshima Toyo Carp, la squadra di yakyu – il baseball giapponese – di cui Kishida è appassionato fan. I due hanno scattato una foto che ha fatto immediatamente il giro del web, ritwittata tra l’altro dall’Ambasciata britannica a Tokyo.

La reazione degli utenti giapponesi del web è stata entusiasta e molti hanno sottolineato come questo gesto abbia creato una naturale simpatia tra i leader e sia frutto di competenza degli inglesi rispetto a come rompere il ghiaccio. Non c’è notizia su quali calzini abbiano invece indossato gli altri leader presenti al summit.

I leader G7 a Itsukushima, un santuario particolare

I leader G7 a Itsukushima, un santuario particolareRoma, 19 mag. (askanews) – E’ un santuario particolare, quello che hanno visitato i leader del G7 oggi, nel primo giorno del summit di Hiroshima. Da un punto di vista turistico, certamente, Miyajima-Itsukushima (patrimonio dell’Umanità UNESCO) è una delle mete più apprezzate del Giappone con il suo caratteristico portale “torii” che spunta dal mare, con il suo colore rosso intenso, con le sue forme architettoniche affascinanti. Ma sono i suoi aspetti simbolici e religiosi il fatto più suggestivo.

Il santuario appartiene a una delle grandi correnti del corpus dei diffusi ed eterogenei culti ancestrali nipponici, che vanno sotto il nome di “shinto” (“Via degli dei”: è impropria invece la definizione in auge in Occidente di “shintoismo”). Ed è legata al culto imperiale e alla mitologia più antica giapponese, che si basa su due “cronache” imperiali dell’VIII secolo conosciute come “Kojiki” e “Nihongi” (o “Nihonshoki”). Il santuario di Itsukushima, nello specifico, è dedicato alle tre figlie del riottoso e irruente dio Susanoo-no-mikoto, fratello della dea del sole Amaterasu-no-mikoto e scacciato dal regno degli dei a causa delle sue intemperanze. Questi, calato tra gli umani, dopo una serie di avventure spettacolari, diede alla vita tre dee: Ichikishimahime-no-mikoto, Tagorihime-no-mikoto e Tagitsuhime-no-mikoto. Collettivamente sono conosciute anche come “sanjoshin”, cioè “tre divinità femminili”.

Nel culto ancestrale, queste tre divinità sono le dee dei mari e delle tempeste: appare quindi opportuno che in un momento di tempesta geopolitica i leader G7 facciano loro una visita. Tra l’altro queste divinità sono considerate legate anche a Kannon, bodhisattva (cioè entità buddista un gradino sotto il Buddha) della benevolenza e della medicina. La fondazione del santuario è tradizionalmente fissata nel 593, sotto il regno della potente imperatrice Suiko, anche se in realtà l’attuale forma sarebbe stata data dal gran ministro imperiale e uomo forte del Giappone per un breve periodo di tempo Taira no Kiyomori nel 1168. Va anche detto che il santuario fu più volte distrutto e ricostruito nella sua storia.

L’intera isola in sé è considerata una divinità, per cui esistevano una serie di tabù, un tempo rigorosamente rispettati, per il suo accesso. La religiosità shinto, in effetti, aborre il “kegare”, cioè l’”impurità” rituale e anche fisica. Perciò nel’isola non è consentita nessuna nascita o morte, cioè nulla che sia legato alla decomposizione o alla presenza di sangue. Solo i nobili potevano un tempo mettervi piede e teoricamente le donne incinte non dovrebbero avvicinarvisi all’approssimarsi del parto, come anche gli anziani malati o vicini alla morte. Vi sono ovviamente vietate le sepolture.

I leader ricordano bomba Hiroshima, sindaco: desiderio realizzato

I leader ricordano bomba Hiroshima, sindaco: desiderio realizzatoRoma, 19 mag. (askanews) – Il sindaco di Hiroshima Kazumi Matsui ha detto oggi, dopo la visita dei leader del G7 al Memoriale della Pace che ricorda il devastante bombardamento nucleare della città, ha affermato che il suo desiderio “si è avverato”.

“Ho visto il presidente degli Stati uniti Joe Biden e, con lui, gli altri leader di paesi detentori dell’arma nucleare, Gran Bretagna e Francia, visitare insieme per la prima volta (il Memoriale e Museo della Bomba atomica). In un certo senso è un evento storico”, ha detto Matsui. “Sono entrati in quell’edificio, che raccoglie le testimonianze delle vittime della bomba atomica: il nostro desiderio si è avverato”, ha continuato il sindaco della città martire che subì il primo bombardamento nucleare della storia il 6 agosto 1945, tre giorni prima che all’altra città giapponese – Nagasaki – toccasse la stessa sorte. Per le due atomiche lanciate dagli americani, morirono come effetti diretti tra le 150mila e le 220mila persone.

Biden non è il primo presidente Usa a recarsi al Memoriale della Pace di Hiroshima. L’aveva già fatto Barack Obama, di cui Biden era il vicepresidente. Mai nessun leader Usa, tuttavia, compreso Biden, hanno presentato le scuse americane per i bombardamenti atomici. Il primo ministro giapponese Fumio Kishida, che è originario di Hiroshima e ha avuto in famiglia vittime della bomba atomica, ha voluto che il summit si tenesse nella città martire per enfatizzare e mettere in agenda del vertice un rinnovato impegno al non utilizzo delle armi nucleari e una nuova spinta verso il disarmo.

I leader hanno deposto corone di fiori e hanno incontrato anche una “hibakusha”, una vittima del bombardamento atomico. “Con emozione e compassione, tocca a noi contribuire al dovere di ricordare le vittime di Hiroshima e agire a favore della pace, l’unica battaglia che merita di essere intrapresa”, ha scritto il presidente francese Emmanuel Macron nel libro commemorativo del Museo della bomba atomica al termine della visita.

“Oggi chiniamo il capo e ci fermiamo in preghiera. Oggi non dimentichiamo che l’oscurità non ha l’ultima parola. Oggi ricordiamo il passato per scrivere, insieme, un futuro di speranza” è stata invece la dedica della presidente del consiglio Giorgia Meloni, al suo primo G7 da capo di governo. I leader del G7 “hanno ascoltato attentamente” il racconto di Keiko Ogura, 85 anni, secondo quanto lei stessa ha raccontato. “Penso di essere stata in grado di far rivivere loro l’Hiroshima che ho visto quando avevo 8 anni”.

La visita al Museo della bomba atomica è durato una quarantina di minuti. Poco, secondo il presidente dell’associazione delle vittime della bomba di Hiroshima, Tomoyuki Mimaki: “Non è durato troppo poco? Non c’è modo di vedere molte cose in questo lasso di tempo e non credo che ci sia modo di comprendere appieno la devastazione”. Ed ha aggiunto: “Mi piacerebbe sentire le loro impressioni su quello che hanno visto, sapere quanto si sono soffermati, quanto hanno sentito delle testimonianze dei sopravvissuti”.

Ciononostante, la speranza è che qualcosa rimanga nell’azione politica dei leader mondiali, dopo la visita a un luogo della memoria presso il quale sono custoditi reperti e testimonianze di una sofferenza estrema, una delle più atroci perpetrate a una popolazione civile durante la storia. Toshiko Tanaka, una “hibakusha”, nel guardare le immagini della visita – secondo il racconto della tv pubblica giapponese NHK – ha commentato l’espressione sul volto di Joe Biden quando è uscito dal Museo della bomba atomica: “Aveva una faccia molto seria e addolorata, quindi credo che la tragedia del bombardamento atomico sia risuonata nel suo cuore più di prima. L’ho percepito”, ha detto.

“Le storie degli hibakusha – ha proseguito – sono quelle di coloro che hanno vissuto il bombardamento atomico in prima persona. Vorrei che i leader tengano a mente questa storia quando fanno politica. Vorrei che si muovessero nella direzione dell’eliminazione delle armi nucleari dal mondo”.

Xi Jinping: Cina-Asia centrale uniti contro tentativi divisione

Xi Jinping: Cina-Asia centrale uniti contro tentativi divisioneRoma, 19 mag. (askanews) – Il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto oggi ai “fratelli dell’Asia centrale” di unirsi contro i tentativi di dividerli di fronte a turbolenze senza precedenti e di tornare a essere un ponte che collega l’Asia e l’Europa.

Il leader cinese ha parlato oggi, nel secondo giorno del vertice Cina-Asia centrale, iniziato ieri a Xian, l’antica capitale cinese, a cui partecipano i cinque paesi della regione tradizionalmente vicina alla Russia, secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale cinese Xinhua. “Il mondo ha bisogno di un’Asia centrale armoniosa. La fratellanza è meglio di ogni ricchezza”, ha detto Xi nel suo discorso programmatico. “I conflitti etnici, i conflitti religiosi e le divisioni culturali non sono il tema principale dell’Asia centrale. Unità, tolleranza e armonia sono ciò che cerca il popolo dell’Asia centrale”, ha continuato, aggiungendo che “nessuno ha il diritto di creare discordia e scontro in Asia centrale, figuriamoci cercare una speculazione politica”, ha continuato il leader cinese.

“La sovranità, la sicurezza, l’indipendenza e l’integrità territoriale dei paesi dell’Asia centrale – ha detto ancora Xi – devono essere salvaguardati, il percorso di sviluppo scelto autonomamente dal popolo dell’Asia centrale deve essere rispettato e gli sforzi della regione dell’Asia centrale per lavorare per la pace, l’armonia e la tranquillità devono essere supportato”. L’Asia centrale – ha sottolineato il leader di Pechino – ha un “vantaggio geografico unico”, che le consentirà di “diventare un importante hub di interconnessione in Asia ed Europa”. In una riproposizione dei principi della sua Iniziativa Belt and Road, per una nuova Via della Seta terestre, Xi si è impegnato ad espandere la cooperazione commerciale ed economica con la regione e ha affermato che Pechino approfondirà la connettività e amplierà la cooperazione energetica.

La Cina spera di accelerare la costruzione la rete di trasporto del gas e di espandere la portata del commercio di idrocarburi con la regione. Xi ha anche annunciato che la Cina fornirà 26 miliardi di yuan (3,7 miliardi di dollari) in sostegno finanziario per aiutare lo sviluppo delle nazioni dell’Asia centrale.

Il vertice in corso a Xian è il primo incontro in presenza del genere da quando Pechino ha stabilito relazioni diplomatiche con i cinque nuovi paesi resisi indipendenti dall’Unione sovietica nel 1992. Si tratta di un formato che non prevede la presenza della Russia, potenza tradizionalmente egemone nella regione dell’Asia centrale. “Le relazioni tra la Cina e i paesi dell’Asia centrale hanno profonde origini storiche, ampie esigenze pratiche e una solida base dell’opinione pubblica, e sono piene di vigore e vitalità nella nuova era”, ha affermato Xi, ribadendo che Pechino è disposta ad aiutare i paesi dell’Asia centrale a rafforzare le loro capacità di sicurezza e difesa “per mantenere in modo indipendente la sicurezza regionale”. Xi ha anche affermato che la Cina promuoverà la “ricostruzione pacifica” dell’Afghanistan.

“Ci opporremo risolutamente alle forze esterne che interferiscono negli affari interni dei paesi della regione e organizzino ‘rivoluzioni colorate’, manterremo tolleranza zero per le ‘tre forze’ e lavoreremo per risolvere il dilemma della sicurezza regionale”, ha affermato ancora il presidente cinese, con un riferimento non esplicito al principale concorrente globale della Cina, gli Stati uniti.

Il vertice, nella provincia nord-occidentale dello Shaanxi, si interseca col summit del G7 in Giappone, dove i leader delle economie avanzate – tra cui Stati Uniti, Canada, Germania e Francia – dovrebbero discutere anche i modi per contrastare la “coercizione economica” della Cina.

I leader hanno concordato venerdì di istituire un meccanismo formale per tenere un incontro Cina-Asia centrale ogni due anni, con il Kazakistan che ospiterà il prossimo nel 2025.

G7, Michel: puntiamo a un rapporto costruttivo e stabile con Pechino

G7, Michel: puntiamo a un rapporto costruttivo e stabile con PechinoRoma, 19 mag. (askanews) – I paesi del G7 devono puntare a un rapporto “costruttivo e stabile” con la Cina, che ha una “responsabilità speciale” nella comunità internazionale. L’ha detto oggi il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che partecipa al G7 a Hiroshima.

“Un rapporto costruttivo e stabile con la Cina serve i nostri interessi comuni”, ha detto Michel. “La Cina – ha proseguito – ha una responsabilità speciale nella comunità internazionale e deve rispettare le regole internazionali”. Michel ha anche auspicato che “la Cina svolga un ruolo nel porre fine all’aggressione russa contro l’Ucraina” e che i paesi del G7 riescano a “mantenere relazioni stabili con la Cina, anche economiche”.

G7, le vittime dell’atomica: i leader ricordino la nostra tragedia

G7, le vittime dell’atomica: i leader ricordino la nostra tragediaRoma, 19 mag. (askanews) – I leader delle principali potenze mondiali devono tener presente la tragica esperienza di Hiroshima e Nagasaki, nel prendere decisioni politiche. L’ha sostenuto Toshiko Tanaka, una “hibakusha” (sopravvissuta alla bomba atomica), mentre guardava in televisione le immagini dei G7 in visita al Memoriale della Pace.

Tanaka – secondo il racconto della tv pubblica giapponese NHK – ha commentato l’espressione sul volto del presidente americano Joe Biden quando è uscito dal Museo della bomba atomica: “Aveva un’espressione molto seria e addolorata sul viso, quindi credo che la tragedia del bombardamento atomico sia risuonata nel suo cuore più di prima. L’ho percepito”, ha detto la hibakusha. “Le storie degli hibakusha sono quelle di coloro che hanno vissuto il bombardamento atomico in prima persona. Vorrei che i leader tengano a mente questa storia quando conducono la politica. Vorrei che si muovessero nella direzione dell’eliminazione delle armi nucleari dal mondo”.

La visita al Memoriale è stata voluta dal primo ministro giapponese Fumio Kishida, che è originario di Hiroshima e ha avuto parenti vittime del bombardamento atomico americano del 1945. Il capo del governo nipponico ha posto, tra i temi all’ordine del giorno del summit G7, anche un rinnovato impegno al non utilizzo e a una ripresa del percorso del disarmo nucleare, alla luce anche del fatto che la guerra in Ucraina ha portato a ventilare l’ipotesi di un uso di armi nucleari tattiche. Il presidente dell’associazione delle vittime della bomba di Hiroshima, Tomoyuki Mimaki ha lamentato il fatto che il tour del Museo della bomba atomica, che conserva i drammatici e talvolta commoventi reperti del bombardamento, sia durato soltato 40 minuti. “Non è durato troppo poco? Non c’è modo di vedere molte cose in questo lasso di tempo e non credo che ci sia modo di comprendere appieno la devastazione”. Ed ha aggiunto: “Mi piacerebbe sentire le loro impressioni su quello che hanno visto, sapere quanto si sono soffermati, quanto hanno sentito delle testimonianze dei sopravvissuti”.

G7, Kishida: si affermi impegno a mondo senza armi nucleari

G7, Kishida: si affermi impegno a mondo senza armi nucleariRoma, 18 mag. (askanews) – Un mondo libero dalle armi nucleari, basato su un ordine internazionale libero e aperto. Questo obiettivo dovrebbe essere ribadito dal summit G7 che comincerà domani a Hiroshima, secondo quanto ha detto il primo ministro giapponese Fumio Kishida che lo presiederà, alla fine di una faticosa serie di vertici bilaterali tenuti all’arrivo dei leader nella città nipponica.

“Mi approccio al vertice, che si terrà da domani, con una forte determinazione a guidare la comunità internazionale in qualità di presidente del G7”, ha detto Kishida parlando nell’hotel che ospita il vertice. “Il G7 – ha proseguito il primo ministro – dovrà ribadire la sua determinazione per un mondo libero dalle armi nucleari e dimostrare al mondo la sua forte determinazione a mantenere e rafforzare un ordine internazionale libero e aperto basato sullo stato di diritto”. Kishida è originario di Hiroshima, la città martire del primo bombardamento atomico della storia, e ha avuto parenti vittime dell’attacco nucleare condotto dagli Stati uniti nel 1945. Per affermare questo impegno verso il disarmo, ha voluto convocare nella sua città il vertice in un momento in cui lo spettro dell’utilizzo di armi nucleari tattiche è stato ventilato dalla Russia di Vladimir Putin.

Il primo ministro nipponico ha poi fatto cenno al vertice bilaterale che ha avuto con il presidente Usa Joe Biden, dopo il suo arrivo a Hiroshima. “È stata un’opportunità per confermare le relazioni a più livelli tra Giappone e Stati Uniti, tra cui sicurezza, economia, istruzione, scienza e tecnologia. Al vertice di Hiroshima invierò un potente messaggio verso un mondo senza armi nucleari. Abbiamo anche concordato di lavorare a stretto contatto per rilasciare una dichiarazione”, ha detto il leader nipponico. Ma, intanto, la Casa bianca ha chiarito che il fatto che anche Biden sarà al Memoriale della Pace – passo che aveva già fatto il suo predecessore Barack Obama – non implica che verranno dal presidente americano parole di scuse per i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki.

Thailandia, Pita imbarca alleati: vuol diventare premier

Thailandia, Pita imbarca alleati: vuol diventare premierRoma, 18 mag. (askanews) – Pita prova a formare una coalizione per esprimere un governo. Il giovane leader del partito Move Forward, che ha vinto le elezioni politiche domenica in Thailandia, sta cercando di smuovere le acque nella scalata al potere e oggi ha annunciato che altre due formazioni si sono unite alla sua coalizione. Lo segnala il South China Morning Post.

Il 42enne Pita Limjaroenrat si è presentato alla guida di un partito che ha raccolto consensi tra i giovani, con le sue istanze di riforma del sistema politico e anche della monarchia tailandese. Una posizione, quest’ultima, che allarma i tradizionalisti, in un paese che ha visto negli ultimi nove anni un governo espressione di un golpe militare, guidato dall’ex capo dell’esercito Prayuth Chang-o-cha. Domenica Move Forward ha ottenuto 152 seggi – che però devono ancora essere ratificati – in una vittoria-shock, espressione della grande voglia di cambiamento nel paese del Sudest asiatico. Il voto per un partito progressista relativamente nuovo ha emesso un verdetto devastante su nove anni di governo legato ai militari e ai vecchi poteri.

A Move Forward si sono uniti Pheu Thai, il favorito prima del voto, e altri sei piccoli partiti pro-democrazia, arrivando a 313 seggi dei 500 disponibili nel voto di domenica. Pita rivendica di avere ottenuto il mandato popolare e il suo partito è determinato a cogliere l’attimo per formare un governo prima che i suoi rivali conservatori abbiano il tempo di riorganizzarsi. “Ho il consenso per formare una coalizione in questo momento”, ha detto Pita ai giornalisti, affiancato dagli altri sette membri della coalizione.

Tuttavia mancano ancora 63 voti per formare una maggioranza di 376 nelle due camere del parlamento thailandese, necessaria per l’espressione di un primo ministro. Ciò significa che il paese rischia di essere paralizzato per mesi, prima di avere un governo democratico. Questo specialmente se il blocco conservatore tentasse di mettere insieme una propria coalizione alternativa. “Voglio assicurare al pubblico che la mia coalizione si sta saldamente affermando, c’è slancio, ci sono progressi”, ha aggiunto Pita. “Abbiamo anche una tabella di marcia molto chiara da oggi fino al giorno in cui diventerò primo ministro”.

Al percorso istituzionale, però, Pita affianca anche il movimentismo di piazza, a cui non rinuncia in questo momento, anche per ricordare all’establishment che è pronto a mobilitare i cittadini in caso di vittoria scippata. Non sarà facile per il giovane e telegenico leader. La democrazia tailandese è sotto schiaffo, con un Senato che ha dentro 250 membri nominati i quali potrebbero decidere di votare contro la nomina di Pita come capo del governo. Diversi senatori hanno già rilasciato dichiarazioni bellicose, annunciando che si opporranno a qualsiasi partito che metta sul tavolo il ruolo della monarchia.

Move Forward vuole riformare – non abolire – la legge sulla lesa maestà, in base alla quale negli ultimi due anni sono stati incriminati tanti giovani manifestanti pro-democrazia, alcuni solo adolescenti.

Pita ha ribadito in ogni sede la volontà di mettere mano alla questione, ma è difficile riuscire a riformare una legge che criminalizza il fatto stesso di discutere del ruolo della monarchia.

Bhumjaithai, il terzo classificato con 70 seggi previsti, ha indicato che non appoggerà nessun primo ministro che sostenga la modifica o l’abolizione di una legge sulla lesa maestà. “Questo è il principio fondamentale di Bhumjaithai che non può essere modificato o negoziato”, ha affermato il partito in una dichiarazione pubblicata mercoledì su Facebook. “Bhumjaithai non può votare per un candidato primo ministro di un partito che ha una proposta per modificare o abolire l’articolo 112”.

La Thailandia ha assistito in media a un colpo di stato ogni sette anni dal 1932, da parte di un esercito monarchico che rifiuta di lasciare il potere ai governi civili. Prayuth ha guidato l’ultimo colpo di stato nel 2014, ha messo in campo una nuova costituzione, nominando i membri del Senato. Una mossa per bloccare ancora di più la democrazia tailandese.

Noto attore teatro Kabuki tenta suicidio, morti padre e madre

Noto attore teatro Kabuki tenta suicidio, morti padre e madreRoma, 18 mag. (askanews) – Il mondo del teatro tradizionale giapponese è sconvolto: il popolare attore del Kabuki Ichikawa Ennosuke è stato trovato incosciente nell’appartamneto in cui sono stati rinvenuti anche i cadaveri dei genitori. Lo racconta oggi l’agenzia di stampa Kyodo, aggiungendo che la polizia ritiene si sia trattato un suicidio multiplo pazialmente riuscito.

L’attore 47enne, considerato uno dei massimi esponenti dell’arte teatrale del kabuki, non è in pericolo e si sarebbe già risvegliato. Invece la madre 75enne e il padre Ichikawa Danshiro, 76 anni, anche lui importante attore Kabuki, sono confermati come morti. Non sono ancora chiari i meccanismi che hanno portato a questo tragico epilogo. Ma sembrerebbero collegati a un articolo publbicato oggi da un settimanale nel quale Ennosuke veniva accusato di abusi sessuali e di molestie di potere su altri attori e membri del suo staff.

Ennosuke è stato trovato nella sua stanza nel seminterrato insieme a una nota di suicidio con il suo nome in fondo, ha detto una fonte all’agenzia Kyodo. Era in stato confusionale, in seguito avrebbe anche parlato con il suo manager. I genitori sono stati trovati senza ferite fisiche, sdraiati a faccia in su nel soggiorno al secondo piano, ha detto ancora la fonte.

Il Meijiza, un famoso teatro di Tokyo, ha dichiarato di aver annullato l’appuntamento di oggi pomeriggio: era in cartellone un kabuki con Ennosuke nel ruolo di protagonista. Un membro dello staff ha detto che Ennosuke ha informato il teatro che non si sente bene e non è in grado di esibirsi. Figlio di Danshiro nel 1975, Ennosuke salì sul palco per la prima volta nel 1980 in una performance intitolata “Yoshitsune Sembon Zakura” (“Yoshitsune e i mille ciliegi”), un classico della tradizione Kabuki. In quell’occasione interpretò lo sfortunato imperatore-bambino Antoku che fu ucciso dalla nonna, che lo buttò in mare facendolo annegare, nel 1185 a cinque anni perché non finisse in mani nemiche.

Ennosuke aggiunse il prestigioso nome d’arte della sua famiglia, come esponente della quarta generazione, nel giugno 2012 all’età di 36 anni. È famoso non solo come attore kabuki, ma anche per i suoi ruoli fiction televisive. Ha recitato e prodotto la piece “Super Kabuki” basato sul popolare manga giapponese “One Piece”.