Taiwan: drone-spia a lungo raggio cinese vicino all’isolaRoma, 3 mag. (askanews) – Taiwan ha detto oggi di aver rilevato un drone da ricognizione a lungo raggio inviato dalla Cina per fare il giro dell’isola. Si tratta della seconda volta che Taipei rileva attività del genere da parte di Pechino. Lo riferisce il South China Morning Post.
Secondo il ministero della Difesa di Taiwan, l’Esercito popolare di liberazione (PLA) ha inviato un drone da ricognizione a lungo raggio per sorvolare l’isola tra ieri e oggi, accompagnato per parte del volo da un aereo. Taipei ha anche dichiarato di aver rilevato un totale di 27 aerei della Cina vicino all’isola tra le 6 di ieri e le 6 di oggi, di cui 13 sono entrati nella zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan (ADIZ).
Il drone-spia a lungo raggio BZK-005 – in base a una mappa di tracciamento diffusa dal ministero della Difesa di Taiwan – ha fatto il giro del lato orientale dell’isola, volando in senso orario da nord a sud, mentre altri velivoli si libravano a sud-ovest e vicino alla linea mediana che divide il Taiwan Stretto. Si ritiene che il drone BZK-005 abbia un’antenna di collegamento dati satellitare all’interno del rigonfiamento del naso per aiutarlo a connettersi con i satelliti di media e alta quota di Pechino.
Non solo canzoni per Yoon negli Usa: porta a casa accordo nucleareRoma, 27 apr. (askanews) – Può darsi che l’immagine del presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol che canta “American Pie” al ricevimento organizzato dalla Casa bianca ieri possa aver dato un’impressione che la visita solenne del leader di Seoul a Washington sia stata un’occasione di leggerezza. Niente di più sbagliato: Yoon, quando non ha cantato, ha perorato la causa di un rafforzamento della capacità militare dell’alleanza con gli Stati uniti e di quella trilaterale Usa-Giappone-Sudcorea per affrontare le minacce nucleari e missilistiche nordcoreane. E ha sostenuto che Pyongyang si affronta con la forza, non con un effimero dialogo.
“Il nostro futuro sarà più luminoso del passato. I nostri due paesi costruiranno la pace attraverso la forza e guideranno solidali il fronte della libertà per promuovere la pace nell’Asia orientale e nel resto del mondo”, ha detto oggi nel ricevimento offerto dal segretario di Stato usa Antony Blinken, alla presenza della vicepresidente Usa Kamala Harris. La pace “attraverso la forza”. D’altronde anche ieri, con a fianco Joe Biden, Yoon ha detto seccamente durante la conferenza stampa congiunta alla Casa bianca: “I nostri due paesi hanno deciso di rafforzare in modo significativo la deterrenza estesa contro le minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord, in modo da poter raggiungere la pace attraverso la superiorità di una forza schiacciante e non una falsa pace basata sulla buona volontà”.
Il riferimento del presidente sudcoreano è stato alla politica dal suo predecessore, l’ex presidente Moon Jae-in, che tentò un disgelo diplomatico con la Corea del Nord, anche con passi storici come gli incontri con il leader supremo nordcoreano Kim Jong Un. Fu, quella, una stagione alla fin fine effimera: il fallimento del summit di Hanoi tra l’allora presidente Usa Donald Trump e Kim, pose di fatto termine a questi tentativi. Oggi, inoltre, il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol ha dichiarato, parlando al Congresso Usa in occasione del 70mo anniversario dell’alleanza, che è necessario accelerare la cooperazione trilaterale con il Giappone e gli Stati Uniti per contrastare le crescenti minacce nucleari nordcoreane e ha affermato che il mondo non deve “smetterla” di chiedere la libertà per il popolo del Nord della Penisola coreana.
Il lungo viaggio di stato negli Usa, il primo con questo tasso di formalità di un presidente sudcoreano da 12 anni a questa parte, ha permesso a Yoon di presentarsi come uno dei principali alleati regionali degli Usa, avendo pagato il prezzo di un disgelo con il Giappone, accelerato dalla decisione sicuramente dolorosa di rinunciare a pretendere dalle aziende nipponiche che si giovarono del lavoro forzato coreano durante la seconda guerra mondiale il risarcimento per le vittime ancora viventi. Ai parlamentari Usa, Yoon ha rivendicato i suoi sforzi verso il riavvicinamento con il Giappone dopo anni di relazioni tese, come un passo necessario per creare un fronte unito contro le minaccia nordcoreana: “Insieme a uno stretto coordinamento Corea-Usa, dobbiamo accelerare la Cooperazione di sicurezza trilaterale Usa-Giappone-Sudcorea per contrastare le crescenti minacce nucleari nordcoreane”.
Il presidente sudcoreano stato accolto con una standing ovation e ripetuti applausi in una sala gremita della Camera dei Rappresentanti da membri della Camera e del Senato. Ma, più che gli applausi, Yoon riporta a casa un allargamento del concetto di deterrenza estesa, con un rafforzamento del coordinamento nucleare con gli Stati uniti. Un accordo che dovrebbe superare le perplessità che nei mesi scorsi avevano portato lo stesso Yoon e i suoi alleati conservatori a Seoul a chiedersi se la Sudcorea, di fronte all’arsenale di Kim, non debba dotarsi a sua volta di armi nucleari. Ieri Yoon e Biden hanno annunciato la creazione di un nuovo meccanismo che, secondo i due leader, dovrebbe sopire questi dubbi. Il nuovo organismo si chiama Nuclear Consultative Group (NCG) e servirà da coordinamento tra i due paesi per discutere qualsiasi possibile uso di armi nucleari nella penisola coreana.
Il fulcro dell’accordo è che la Corea del Sud avrà una linea dedicata per comunicare agli Stati Uniti qualsiasi preoccupazione nucleare. Allo stesso tempo, Biden ha parlato in termini decisivi dell’impegno del suo paese per difendere la Corea del Sud, anche se ciò dovesse comportare l’uso di armi nucleari. In una dichiarazione congiunta, definita “Dichiarazione di Washington”, Biden ha ribadito “che qualsiasi attacco nucleare della Repubblica democratica popolare di Corea (Pyongyang) contro la Repubblica di Corea (Seoul) sarà accolto con una risposta rapida, travolgente e decisiva”.
Cina, nuova legge controspionaggio allarma le aziende straniereRoma, 27 apr. (askanews) – Una nuova mannaia pende sulla testa degli uomini d’affari stranieri che frequentano la Cina. Il Congresso nazionale del popolo ha approvato mercoledì una revisione della legge sul controspionaggio, ampliando la definizione di spionaggio dal trasferimento illegale di segreti di stato a quella di “documenti, dati, materiali o elementi relativi alla sicurezza nazionale”. Lo riferisce Nikkei Asia.
Le autorità saranno autorizzate a perquisire gli effetti personali e i dispositivi elettronici di coloro che sono sospettati di spionaggio una volta che l’aggiornamento entrerà in vigore dal primo luglio. Le revisioni pongono inoltre una maggiore attenzione alla prevenzione degli attacchi informatici contro le agenzie governative e le infrastrutture chiave. Permangono inerrogativi su cosa costituisca esattamente la sicurezza nazionale. Sotto il presidente Xi Jinping, nel 2014 la Cina ha adottato una visione più ampia della sicurezza nazionale che abbraccia difesa, economia, tecnologia, informazioni e risorse.
“Dobbiamo pensare a come evitare i sospetti mentre aspettiamo annunci più dettagliati su azioni specifiche che saranno considerate spionaggio”, ha affermato un dirigente d’azienda in Cina, secondo quanto ha riferito il Nikkei. In particolare le imprese straniere dovranno essere caute quando si tratta di energia e trasporti, nonché di infrastrutture sociali come le telecomunicazioni e la finanza. Le autorità cinesi potrebbero ritenere le informazioni su fonti energetiche come petrolio, gas naturale e carbone legate alla sicurezza nazionale.
Anche l’industria dei semiconduttori, un obiettivo chiave della rivalità tra la Cina e gli Stati Uniti, potrebbe essere sottoposta a un maggiore controllo. Alcune aziende stanno anche avvertendo i dipendenti di evitare di avvicinarsi alle strutture militari, molte delle quali non sono segnate sulle mappe in Cina. Anche scattare foto e condurre sondaggi e interviste può essere rischioso,.
Qin Gang a ministri Asia centrale: lavoriamo per pace in UcrainaRoma, 27 apr. (askanews) – Il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha affermato oggi che la Cina è disposta a lavorare con i paesi dell’Asia centrale – tradizionale “giardino di casa” della Russia – per spingere verso una soluzione politica della crisi ucraina. Lo riferisce il South China Morning Post.
Il ministro ha parlanto all’indomani dell’attesa telefonata tra il presidente cinese Xi Jinping e il suo omologo ucraino Volodymyr Zelensky. “La Cina e i paesi dell’Asia centrale condividono una visione e una posizione simili sulla crisi in Ucraina”, ha detto Qin dopo aver incontrato i suoi omologhi regionali nella città nordoccidentale di Xian per prepararsi al vertice del mese prossimo tra Pechino e i cinque paesi dell’Asia centrale (C+C5).
Qin ha affermato che i ministri degli Esteri di Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Uzbekistan e Turkmenistan – tutti ex repiubbliche dell’Unione sovietica – hanno apprezzato la conversazione tra Xi e Zelensky e la ritengono utile per raggiungere presto un cessate-il-fuoco e colloqui di pace. Il ministro ha inoltre aggiunto che la Cina è disposta a continuare a lavorare insieme a tutte le parti, compresa l’Asia centrale, per creare consenso e promuovere una soluzione alla crisi.
Giappone declassa Covid-19 a livello d’influenza stagionaleRoma, 27 apr. (askanews) – Il Giappone ha deciso oggi di declassare formalmente lo status del nuovo coronavirus a un livello pari a quello dell’influenza stagionale a partire dall’8 maggio, aprendo la strada alla piena normalizzazione delle attività sociali ed economiche. Lo riferisce l’agenzia di stampa Kyodo.
Il governo inoltre pensa di anticipare la revoca delle rimanenti misure di controllo delle frontiere del coronavirus di oltre una settimana fino alla mezzanotte di venerdì, in previsione di un aumento delle persone che viaggiano all’estero e ritornano durante le vacanze della Golden Week, che inizia sabato. In base alle attuali disposizioni, tutti gli ingressi nel Paese devono presentare la certificazione di aver ricevuto almeno tre dosi di vaccinazione Covid-19 o un risultato negativo a un test del coronavirus, effettuato entro 72 ore dalla partenza.
Gli esperti di malattie infettive del comitato ad hoc attivo presso il ministero della Salute hanno dato il via libera al programma di riclassificazione in base all’attuale situazione della pandemia e alla preparazione del sistema sanitario per una ripresa in tutto il paese. Il panel ha riferito che circa 8.400 istituzioni mediche, che comprendono il 90% degli ospedali e delle cliniche a livello nazionale, sono pronte ad accogliere fino a 58.000 pazienti Covid-19. Circa 44.000 istituti accetteranno pazienti ambulatoriali, rispetto ai 42.000 attuali.
“Le misure speciali che il governo ha adottato in risposta al nuovo coronavirus termineranno il 7 maggio”, ha dichiarato il ministro della Salute, del Lavoro e del Welfare Katsunobu Kato in una conferenza stampa. In Giappone, Covid-19 è attualmente designato come una categoria speciale equivalente o più rigorosa della Classe 2, che copre malattie infettive come la tubercolosi e la sindrome respiratoria acuta grave, o SARS, secondo la legge.
Il governo ha dichiarato che dall’8 maggio riclassificherà il Covid-19 in malattia di classe 5 come l’influenza stagionale, il che significa che lo stato di emergenza non sarà più emesso quando si verificherà una recrudescenza dell’infezione. Anche la copertura da parte del governo delle spese mediche relative al coronavirus per le cure ambulatoriali e il ricovero terminerà, ad eccezione delle cure costose.
Ma alcuni esperti di malattie infettive sono cauti riguardo a un rapido ritorno alle norme pre-pandemia, sottolineando la necessità per gli anziani e le altre persone vulnerabili al coronavirus di continuare a indossare mascherine per proteggersi.
“C’è ancora un rischio elevato se le persone iniziano a uscire come facevano prima della pandemia di coronavirus”, ha affermato Tetsuya Matsumoto, professore di malattie infettive.
All’inizio di questo mese, un gruppo di esperti del comitato consultivo del ministero della salute ha anche avvertito che il Giappone potrebbe affrontare una “nona ondata” della pandemia di coronavirus ancora più grave della precedente, mentre il ministro della salute ha notato un aumento dei casi della nuova, contagiosa sottovariante del virus XBB.1.5.
Durante l’ultima ondata di infezioni, l’ottava in Giappone, osservata da fine novembre a fine gennaio, secondo il ministero sono stati segnalati oltre 7,5 milioni di casi.
Usa-Sudcorea decidono rafforzamento deterrenza estesaRoma, 26 apr. (askanews) – Stati uniti e Corea del Sud hanno concordato un rafforzamento deciso della loro collaborazione nel campo della sicurezza, irrobustendo la loro deterrenza estesa e istituendo un meccanismo di intensa consultazione rispetto alla minaccia nucleare nordcoreana. L’hanno annunciato alla fine del loro vertice odierno il presidente Usa Joe Biden e il leader sudcoreano Yoon Suk-yeol.
“I nostri due paesi hanno deciso di rafforzare in modo significativo la deterrenza estesa contro le minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord, in modo da poter raggiungere la pace attraverso la superiorità di forze schiaccianti e non una falsa pace basata sulla buona volontà”, Yoon ha detto durante la conferenza stampa congiunta dopo il vertice tra i due presidenti. Il dispiegamento di risorse strategiche statunitensi nella penisola coreana sarà su base “regolare”, ha aggiunto il presidente sudcoreano.
Gli Stati Uniti e la Corea del Sud hanno anche deciso di stabilire consultazioni bilaterali immediate tra i presidenti in caso di attacco nucleare da parte della Corea del Nord, ha affermato Yoon.
Usa-Filippine affondano nave in esercitazioni senza precedentiRoma, 26 apr. (askanews) – Durante le grandi manovre congiunte Usa-Filippine, che sono in corso nel conteso Mar cinese meridionale, le forze dei due paesi hanno affondato oggi una nave da guerra decommissionata. Lo segnala il Nikkei Asia.
Il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr., ha assistito all’operazione con indosso una giacca in stile militare, insieme all’ambasciatore degli Stati uniti nelle Filippine MaryKay Carlson e ai funzionari della difesa filippina. Durante l’esercitazione navale, sono state usate armi tra le quali un lanciarazzi HIMARS (High-Mobility Artillery Rocket System) degli Stati Uniti e diversi aerei da combattimento, che hanno distrutto una corvetta dell’era della seconda guerra mondiale dismessa nel 2021.
Marcos, che ha favorito l’espansione della presenza militare statunitense nelle Filippine, è entrato nella cabina di uno dei lanciarazzi, dove è stato informato sulla capacità del sistema prima che iniziassero le esercitazioni a fuoco vivo. L’esercitazione fa parte di una nuova formazione nel 38mo Balikatan annuale – o “spalla a spalla” in tagalog – esercitazioni militari congiunte che si stanno svolgendo nelle Filippine dall’11 al 28 aprile. Si tratta di esercitazioni di portata senza precedenti, a cui partecipano 17.600 soldati, con l’obiettivo migliorare l’interoperabilità.
Il lancio dei razzi è stato interrotto momentaneamente da un aereo privato, che è entrato nell’area di tiro. “Non siamo sicuri se sia stato intenzionale o accidentale”, ha detto un portavoce delle esercitazioni. Le esercitazioni si sono svolte a 12 miglia nautiche dalla città costiera di San Antonio, nella provincia di Zambales, che martedì ha ospitato anche il lancio di missili Patriot terra-aria.
Si tratta di un’area “calda” del Pacifico, su cui insistono concomitanti rivendicazioni della Cina – la quale sostiene che la gran parte del Mar cinese meridionale è sua – e di diversi altri paesi del Sudest asiatico.
Biden-Yoon annunceranno meccanismo consultazione nucleare simil-NatoRoma, 26 apr. (askanews) – Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden rilasceranno oggi da Washington una dichiarazione congiunta, chiamata “Dichiarazione di Washington”, in base alla quale istituiranno un organo consultivo nucleare congiunto sulla base di quello analogo esistente nella Nato, per rafforzare la deterrenza estesa di Washington fornita a Seoul. L’ha detto un alto funzionario statunitense, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Yonhap.
Yoon è in visita di stato negli Stati uniti. Il presidente americano Biden ha sottolineato oggi il “legame infrangibile” tra Washington e Seoul, dopo 70 anni di alleanza. Yoon è il primo presidente sudcoreano ricevuto dagli Stati Uniti come ospite di stato in 12 anni. Oggi, dopo l’incontro al vertice, si terrà un banchetto in suo onore. Giovedì parlerà a una sessione congiunta del Congresso e affermerà la forza dell’alleanza bilaterale. L’alto funzionario dell’amministrazione Biden, che ha parlato in condizione di anonimato, ha affermato che gli alleati formeranno un nuovo “gruppo consultivo nucleare”, che è modellato sul gruppo di pianificazione nucleare della Nato, e fornirà alla Corea del Sud “ulteriori informazioni” su come gli Stati uniti pianificano e si preparano per questo tipo di eventualità.
Inoltre, gli Stati Uniti dispiegheranno ulteriri risorse strategiche in Corea del Sud per contrastare i programmi nucleari e missilistici in rapido sviluppo della Corea del Nord, ha affermato il funzionario. “Annunceremo che intendiamo adottare misure per rendere più visibile la nostra deterrenza attraverso il regolare dispiegamento di risorse strategiche, inclusa una visita di un sottomarino balistico nucleare statunitense (SSBN) in Corea del Sud, cosa che non accadeva dall’inizio degli anni ’80”, ha affermato l’alto funzionario in una conferenza stampa telefonica. Seoul, dal canto suo, ribadirà il suo impegno a mantenere il status di paese non dotato di nucleare bellico, restando nella cornice del Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp).
La “deterrenza estesa” è una nozione che indica un approccio strategico il quale ha lo scopo di prevenire gli attacchi alla Corea del Sud attraverso la potenzialità dichiarata di anticipare tali attacchi con contrattacchi da parte degli Stati Uniti. Come misura specifica per la deterrenza, gli Stati Uniti invieranno un sottomarino nucleare di classe Ohio in Corea del Sud, ha spiegto il funzionario. La mossa punta a confermare in maniera evidente alla Corea del Sud e agli attori regionali che gli Stati Uniti sono impegnati a proteggere Seoul e di garantire che Washington è pronta a usare armi nucleari, se la Corea del Sud venisse attaccata dalla Corea del Nord con armi nucleari.
La Flotta del Pacifico degli Stati uniti ha twittato ieri che il sottomarino nucleare con missili balistici “Maine” è arrivato nell’area dell’isola di Guam, dove esiste una grande base Usa. Oltre ai sottomarini nucleari strategici, gli Stati Uniti prevedono di inviare regolarmente portaerei a propulsione nucleare e bombardieri strategici. In Corea del Sud è emerso strisciante un dibattito che, partendo dai dubbi sulla reale volontà statunitense di usare anche eventualmente armi nucleari in caso di attacco atomico di Pyongyang, pone l’eventuale necessità che anche Seoul si doti di un arsenale nucleare. Con questa mossa, però, Washington pare voler bloccare questo tipo di dibattito.
Washigton appare particolarmente positiva rispetto alla Corea del Sud, che ha fatto passi importanti per allinearsi alla richiesta americana di far blocco di fronte alla crescente assertività cinese, anche facendo cadere le rivendicazioni nei confronti dell’altro alleato-chiave regionale, il Giappone, con il quale ha scongelato delle relazioni particolarmente difficili per molti anni.
Yoon spera, con la visita, anche di rafforzare la cooperazione con gli Usa nel cruciale settore dei semiconduttori. In particolare, il presidente sudcoreano chiede di allentare una serie di restrizioni nei confrronti dei chip cinesi, che però indirettamente stanno anche colpendo Samsung e altri produttori sudcoreani.
Telefonata Xi-Zelensky, cosa si sono detti i leader (secondo Pechino)Roma, 26 apr. (askanews) – Dal giorno dell’incontro a Mosca di Xi Jinping con il presidente russo Vladimir Putin, a marzo, da Pechino si continuava a ripetere che il leader cinese avrebbe sentito “al momento opportuno” anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Quel momento è venuto oggi: Xi ha avuto “su richiesta” una conversazione telefonica col leader di Kiev, la prima tra i due dall’invasione russa il 24 febbraio 2022 e la prima da quando la Cina ha presentato un “Position Paper” sulla crisi ucraina, con il quale si è proposta di fatto come mediatrice per una soluzione pacifica.
“Ho avuto un lungo e significativo colloquio telefonico con il presidente Xi Jinping. Credo che questo colloquio, così come la nomina dell’ambasciatore dell’Ucraina in Cina, darà un forte impulso allo sviluppo delle nostre relazioni bilaterali”, ha scritto Zelensky su Twitter, tenendosi tutto sommato abbottonato sul coté più interessante, quello del conflitto con la Russia. La telefonata è stata seguita dalla nomina dell’ex ministro per le industrie strategiche Pavlo Riabikin ambasciatore “straordinario e plenipotenziario” a Pechino. Questo mentre la Cina comunicava l’invio del rappresentante speciale del governo cinese per gli affari eurasiatici Li Hui, che è stato anche ambasciatore cinese in Russia, come capo della delegazione in Ucraina e in altri paesi per consultazioni volte a una soluzione politica della crisi. Il canale, insomma, è stato aperto.
Nel comunicato rilanciato dai media di stato cinesi, sono stati forniti dettagli sulla posizione presentata da Xi al suo interlocutore ucraino. “Il rispetto reciproco della sovranità e dell’integrità territoriale è la base politica delle relazioni Cina-Ucraina”, hanno riferito i media cinesi. Xi Jinping ha sottolineato “che la complessa evoluzione della crisi ucraina ha avuto un forte impatto sulla situazione internazionale” e “la Cina si è sempre schierata dalla parte della pace e la sua posizione è quella di promuovere la pace e i colloqui”. Xi ha assicurato che Pechino “in qualità di membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e di grande paese responsabile non volterà lo sguardo altrove, non aggiungerà benzina al fuoco, non punterà a trarre vantaggio” dal conflitto. E ha aggiunto: “Il dialogo e la negoziazione sono l’unica via d’uscita praticabile: non ci sono vincitori in una guerra nucleare”. Per questo motivo, tutte le parti coinvolte, alla luce anche dei rischi nucleari, “dovrebbero rimanere calme e sobrie, concentrarsi veramente sul futuro e sul destino di se stesse e di tutta l’umanità, e gestire e controllare congiuntamente la crisi”.
Xi ha osservato che “la razionalità” e le voci per il dialogo “stanno aumentando”, quindi è il momento di “cogliere l’opportunità per mettere assieme condizioni favorevoli verso una soluzione politica della crisi”, e ha auspicato che “tutte le parti riflettano profondamente sulla crisi ucraina e cerchino insieme una via per la pace e la stabilità a lungo termine in Europa attraverso il dialogo”. Con queste dichiarazioni, il presidente cinese sembra alludere ai segnali arrivati dalla recente visita a Pechino del presidente francese Emmanuel Macron, accompagnato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. L’inquilino dell’Eliseo ha detto di “contare” su Xi per lavorare a una soluzione pacifica. E, facendo riferimento alla crisi di Taiwan, in cui la Cina è parte in causa, ha affermato che l’Ue non si dovrebbe far coinvolgere e non dovrebbe essere “vassalla” degli Stati uniti. Le dichiarazioie del leader francese, che hanno suscitato polemiche in Occidente, non sono certamente passate inosservate in Cina.
Xi ha insistito oggi che “continuerà a lavorare per la pace, a promuovere i colloqui e farà sforzi per fermare la guerra, per ottenere un cessate-il-fuoco e ripristinare la pace il prima possibile”. Li Hui, ha chiarito il presidente, andrà “in Ucraina e in altri paesi per condurre una comunicazione approfondita con tutte le parti sulla soluzione politica della crisi ucraina”. Inoltre, il leader cinese ha ricordato come Pechino abbia “fornito diversi carichi di assistenza umanitaria all’Ucraina e sia disposta a continuare a fornire assistenza nell’ambito delle sue capacità”. Zelensky – secondo la versione raccontata dai media pubblici cinesi – si è congratulato con Xi Jinping per la sua rielezione allo storico terzo mandato come leader della Cina e ha ribadito come l’Ucraina si attenga al principio dell’”Unica Cina”, per quanto riguarda la questione di Taiwan, e speri di mettere in campo una cooperazione globale con la Cina, aprendo un nuovo capitolo nelle relazioni bilaterali, oltre a lavorare insieme per mantenere la pace e la stabilità nel mondo. Inoltre, Zelensky avrebbe “accolto con favore” l’importante ruolo della Cina nel ripristinare la pace e risolvere la crisi attraverso mezzi diplomatici.
Borrell: Pechino ha preso distanze da suo ambasciatore a ParigiBruxelles, 24 apr. (askanews) – “E’ stato importante, e ci tengo a segnalarlo, che Pechino abbia preso le distanze dalle dichiarazioni inaccettabili del suo ambasciatore a Parigi. Ieri avevo detto su Twitter che speravo che queste ossservazioni o dichiarazioni dell’ambasciatore non fossero la posizione ufficiale della Cina; e ora abbiamo una risposta concreta che non lo sono. Quindi è una buona notizia”.
Lo ha affermato l’Alto Rappresentante per la Politica estera Ue, Josep Borrell, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Affari Esteri di oggi a Lussemburgo, in riferimento alle dichiarazioni dell’ambasciatore cinese a Parigi, Lu Shaye, secondo cui la Crimea apparterrebbe alla Russia e i paesi dell’ex Unione sovietica non avrebbero uno “status effettivo” di Stati sovrani nel diritto internazionale. “Ora – ha osservato Borrell -, nel comportamento degli ambasciatori di tutto il mondo può succedere che vi sia un’espressione sbagliata, o una frase espressa in modo equivoco. Non entro in questa faccenda, è una questione che riguarda il Ministero degli Esteri cinese. Quello che volevo sapere è quale fosse la posizione ufficiale. Questo è stato chiarito, e, come previsto, non mette in discussione la sovranità delle ex repubbliche sovietiche, siano esse nel Baltico, o in Asia centrale, o nel Caucaso. Ci possono essere altri problemi, ma credo che questo incidente, debitamente chiarito, sia servito”.
“Credo che le spiegazioni che abbiamo ricevuto dal ministero degli Esteri cinese in Cina siano sufficienti”, ha tagliato corto l’Alto rappresentante. “Sulla Cina: come è noto, la mia visita” a Pechino “ha dovuto essere riprogrammata”, ma bisogna “parlarsi per capirsi meglio. Insistiamo sull’idea, e io personalmente insisto sull’idea, che ci sono aree in cui i nostri interessi convergono e dobbiamo lavorare insieme. Le sfide globali non si risolvono senza la Cina”, come per il clima, o la salute mondiale. “Ma noi ci aspettiamo anche – ha ricordato Borrell – che la Cina agisca in difesa delle regole e delle norme internazionali, in modo del tutto non selettivo”. E in particolare, “quando si tratta della Russia che giustifica la guerra contro l’Ucraina, la Cina in quanto membro permanente del Consiglio di sicurezza ha la responsabilità di difendere la carta delle Nazioni Unite”.
“Ma sulla Cina – ha annunciato Borrell – dovremo continuare a discutere sulla prossima riunione di Gymnich”, la riunione informale dei ministri degli Esteri che si svolgerà in Svezia; “stiamo preparando un ‘position paper’ che aggiorna e ricalibra la nostra strategia nei confronti della Cina, così come è stata definita nel 2019, che è molto tempo fa; stiamo studiando come attuare un nuovo approccio. Anche in questo caso la politica estera deve essere definita dal Consiglio dell’Unione europea, e lavoreremo per presentarla con un’analisi, il ‘position paper’, che sarà discusso dai leader” dei Ventisette. “Oggi c’erano troppi temi all’ordine del giorno per poter approfondire il tema della Cina, ma sarà un tema permanente di cui parleremo al Gymnich”. “Non si tratta di riscoprire la ruota, o di cambiare tutto: è chiaro che la definizione della Cina come concorrente, partner e rivale (che era stata affermata nel 2019, ndr) è ancora molto valida, perché rispecchia fedelmente la situazione; puoi combinare questi tre elementi in proporzioni diverse e trovare un mix diverso. Tutto dipende da come li combini; e oggi è chiaro che la dimensione della rivalità è aumentata, ma non sono diminuite le dimensioni del partneriato, né la dimensione della competizione; al contrario, è aumentata anche la dimensione della concorrenza”, ha spiegato l’Alto Rappresentante.
E ha aggiunto: “Mentre continuiamo a parlare della Cina, i nostri rapporti commerciali con essa continuano ad aumentare. La stessa cosa era accaduta la dipendenza energetica della Russia: tutti nel mondo parlavano della dipendenza energetica dalla Russia, mentre quella dipendenza continuava ad aumentare. Noi continuiamo ad avere un rapporto economico, finanziario e commerciale con la Cina di tale importanza che non può essere ignorato: ci sono quasi 12,5 miliardi di euro al giorno di relazioni commerciali, e questa cifra è in aumento”. “Quindi – ha sottolineato Borrell – dobbiamo continuare a lavorare su questo trittico. Ma dove sia il baricentro di questo trittico, il punto di equilibrio di quel triangolo, dipende dal peso di ogni vertice. Parlando in termini di meccanica, in un triangolo con tre vertici dipende la direzione in cui il tirangolo si inclina dipende dal peso di ciascun vertice. Ma questi tre lati del triangolo continueranno comunque ad esistere”.
“Quello che faremo, con i dati attuali, diversi da quelli di qualche anno fa, e con l’atteggiamento degli Stati Uniti, diverso da quello di quattro o cinque anni fa, sarà ricalibrare il nostro approccio verso la Cina, tenendo conto conto dei punti di vista espressi dalla presidente della Commissione europea, naturalmente, e di quelli dei capi di Stato e di governo dei diversi paesi dell’Unione. E ovviamente del nostro, quello dei ministri degli Esteri, che hanno il compito di proporre al Consiglio europeo una politica estera così importante come lo è il rapporto con la Cina”, ha concluso l’Alto Rappresentante.