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Biden non andrà a Nagasaki in occasione del summit G7

Biden non andrà a Nagasaki in occasione del summit G7




Biden non andrà a Nagasaki in occasione del summit G7



















Roma, 7 apr. (askanews) – La speranza che Joe Biden diventi il primo presidente degli Stati uniti a visitare Nagasaki, la città distrutta il 9 agosto 1945 da una bomba atomica lanciata da un bombardiere americano, in occasione del summit G7 di metà maggio pare sembri destinata a essere vana. Lo hanno affermato fonti diplomatiche all’agenzia di stampa Kyodo.

Il primo ministro Fumio Kishida sperava che lui e Biden potessero inviare un messaggio al mondo dalle due città giapponesi colpite dalla bomba atomica verso un mondo libero dalle armi nucleari, in un momento in cui la crisi ucraina ha accresciuto il rischio di un loro utilizzo. Nagasaki fu distrutta tre giorni dopo che analoga sorte era toccata a Hiroshima. Ma, mentre in quest’ultima ci fu una storica visita nel 2016 dell’allora presidente Barack Obama , di cui Biden era il vice, a Nagasaki nessun leader di Washington in carica ha mai messo piede.

Kishida, che ha in Hiroshima il suo collegio elettorale, ha previsto una visita al Memoriale-Museo della Pace di questa città per i Sette Grandi. Sarà la prima volta che i capi delle sette nazioni più industrializzate al mondo si troveranno contemporaneamente in questo luogo dedicato a una delle più grandi tragedie della storia. Il primo ministro giapponese, che ha presentato una sua visione per un mondo libero dalle armi nucleari quando è entrato in carico, contava sulla possibilità di portare Biden a Nagasaki, secondo quanto hanno spiegato le fondi diplomatiche.

Il vertice del G7 si terrà dal 19 al 22 maggio su tre giorni. A febbraio il sindaco di Nagasaki Tomihisa Taue ha incontrato l’ambasciatore degli Stati uniti in Giappone Rahm Emanuel e ha formalmente invitato Biden.

Shigemitsu Tanaka, l’82enne presidente del Consiglio dei sopravvissuti alla bomba atomica (hibakusha) di Nagasaki, ha dichiarato: “In qualità di presidente di una nazione che ha sviluppato e utilizzato armi nucleari, avrei voluto che (Biden) conoscesse la realtà del bombardamento atomico” di Nagasaki, soprattutto in un momento in cui ci sono minacce d’uso di armi nucleari.

A giugno rara visita dell’imperatore del Giappone all’estero

A giugno rara visita dell’imperatore del Giappone all’estero




A giugno rara visita dell’imperatore del Giappone all’estero



















Roma, 7 apr. (askanews) – L’imperatore del Giappone Naruhito si recherà nella seconda metà di giugno in Indonesia, nella prima visita ufficiale all’estero dopo la sua ascesa al Trono del Crisantemo nel 2019. L’ha comunicato oggi il capo di gabinetto Hirokazu Matsuno, che fa anche da portavoce del governo.

Matsuno ha anche affermato che non è esclusa una partecipazione al viaggio dell’imperatrice consorte Masako, se le sue condizioni di salute lo permetteranno. Masako ha a lungo combattuto con una condizione patologica legata allo stress. La coppia imperiale è stata invitata dal presidente indonesiano Joko Widodo in occasione della sua visita, assieme alla first lady indonesiana, al Palazzo imperiale di Tokyo a luglio 2022.

Quest’anno ricorre il 50mo anniversario dell’Accordo di amicizia e cooperazione tra il Giappone e l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (Asean), presieduta quest’anno prioprio dall’Indonesia. L’ultima uscita all’estero della coppia imperiale nipponica è avvenuta nel settembre dello scorso anno, quando hanno partecipato alle esequie solenni della regina Elisabetta II.

Anche i genitori dell’imperatore Naruhito, l’ex imperatore Akihito e l’ex imperatrice Michiko, avevano visitato l’Indonesia nel 1991 come parte del loro primo tour all’estero dopo la sua intronizzazione alcuni anni prima.

CSIS: relazioni Usa-Cina decadute a livelli degli anni ’60

CSIS: relazioni Usa-Cina decadute a livelli degli anni ’60




CSIS: relazioni Usa-Cina decadute a livelli degli anni ’60




















Roma, 7 apr. (askanews) – Le relazioni tra Stati uniti e Cina si sono così deteriorate da esser tornate ai livelli precedenti a quelli della storica visita di Richard Nixon del 1972 che aprì le relazioni tra Pechino e Washington. Lo segnala un rapporto intitolato “Breaking the Ice” pubblicato oggi dal Center for Strategic and International Studies (CSIS), che auspica una ripresa immediata delle visite bilaterali e degli scambi di personale accademico tra i due paesi, al momento ai ferri corti.

I due autori del rapporto – Scott Kennedy, consigliere senior e presidente fiduciario in economia e commercio cinese presso il CSIS, e Wang Jisi, presidente fondatore dell’Istituto di studi internazionali e strategici presso l’Università di Pechino – hanno effettuato ciascuno visite rompighiaccio nel paese dell’altro durante il culmine della pandemia di Covid-19 lo scorso anno nel tentativo di riavviare i rapporti. “Nell’ultimo decennio, in particolare negli ultimi cinque anni, le relazioni si sono drammaticamente deteriorate, a livelli di animosità mai visti dalla fine degli anni ’60”, afferma il rapporto. Questa riduzione dei contatti “non è solo un prodotto del peggioramento dei legami, ma ha anche contribuito al declino delle relazioni”.

La visita di Wang negli Stati Uniti la scorsa primavera, al tempo dell’invasione russa dell’Ucraina, è stata seguita dal viaggio di Kennedy circa sei mesi dopo, pcoo prima che la Cina abbandonasse i suoi controlli zero-Covid e iniziasse a riaprirsi al mondo esterno. Il rapporto afferma che nessun altro dei think tank di Pechino o Washington è stato in grado di effettuare una visita del genere dal marzo 2020, quando la Cina ha imposto severi controlli sui viaggi di Covid-19. “Tutti gli interlocutori statunitensi con cui ho parlato pensavano che sia la Cina che gli Stati Uniti dovessero essere ritenuti responsabili della spirale discendente delle relazioni bilaterali”, ha detto Wang del suo viaggio. “Le politiche di parte hanno portato alla competizione tra i politici statunitensi per mostrare la loro durezza nei confronti della Cina”.

Wang ha affermato che la sua conversazione con le controparti statunitensi sul conflitto ucraino e le sue implicazioni per le relazioni Cina-Usa è stata straordinariamente sincera e utile per entrambe le parti, in particolare perché “siamo stati in grado di cogliere questa rara e preziosa opportunità di comunicazione faccia a faccia”, ha scritto. Dal canto suo Kennedy ha affermato che ciò che ha visto e sentito sulla relazione tra i due paesi in Cina è stato “preoccupante” e la mancanza di una comunicazione diretta e faccia a faccia ha contribuito all’irrigidimento degli atteggiamenti. Ha inoltre rilevato che le persone del governo, degli affari e del mondo accademico “erano ansiose di incontrarsi e scambiare opinioni”, ma alcuni di loro pensavano che “sarebbe estremamente difficile ottenere un ripristino riuscito che stabilizzi i legami”

Nell’ultimo anno, le tensioni tra i due paesi non hanno mostrato segni di allentamento su questioni come la tecnologia, Taiwan, il Mar cinese meridionale e la guerra in Ucraina. La Cina ha tagliato diversi canali di comunicazione tra militari e altre aree di dialogo lo scorso agosto, tra cui il cambiamento climatico e la lotta al traffico di droga, dopo che l’allora portavoce della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi ha visitato Taiwan – un viaggio che Pechino ha visto come una grave violazione della sua sovranità. Gli autori hanno notato che l’elevata possibilità di crisi ha reso il dialogo “più urgente che mai” e hanno esortato entrambe le parti a prendere provvedimenti per affrontare le preoccupazioni dell’altro e a ripristinare i collegamenti diretti nell’intero arco delle due società dopo la fine delle politiche cinesi zero-Covid. Inoltre hanno chiesto a entrambe le parti a impegnarsi ad accelerare l’elaborazione delle domande di visto per viaggiatori come turisti, studenti, accademici e uomini d’affari, nonché ad accelerare il ripristino dei voli diretti. Il rapporto afferma che i due governi dovrebbero impegnarsi per la piena ripresa delle relazioni accademiche di persona, compresi molti passi che potrebbero essere presi “immediatamente o entro pochi mesi”, afferma il rapporto.

Giappone emetterà linee-guida su uso di ChatGPT nelle scuole

Giappone emetterà linee-guida su uso di ChatGPT nelle scuole




Giappone emetterà linee-guida su uso di ChatGPT nelle scuole



















Roma, 7 apr. (askanews) – Il governo giapponese emetterà linee-guida sull’uso di ChatGPT e di altri chatbot di intelligenza artificiale (AI) nelle scuole probabilmente entro marzo del prossimo anno. L’hanno riferito funzionari nipponici, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Kyodo.

La mossa del Ministero dell’Istruzione, della Cultura, dello Sport, della Scienza e della Tecnologia giapponese arriva in un momento di crescente preoccupazione per le ricadute dello sviluppo dell’intelligenza artificiale e le criticità che rischia di creare nei sistemi di protezione dei dati e della privacy. In Giappone ha avuto notevole risonanza l’intervento dell’Autorità garante della privacy di Roma rispetto a ChatGPT, in seguito al quale è stato sospeso l’accesso al chatbot dall’Italia. ChatGPT, lanciato nel novembre 2022 come prototipo, sta per Chat Generative Pre-trained Transformer ed è guidato da un modello di apprendimento automatico. Sebbene non sia sempre accurato, lo strumento di chat può, ad esempio, produrre quasi istantaneamente un articolo di opinione su un romanzo solo tramite suggerimenti contenenti titolo e autore, con la prosa praticamente indistinguibile da quella scritta da un essere umano.

Questa capacità dei chatbot di intelligenza artificiale solleva preoccupazioni sul fatto che possano anche ostacolare la formazione dei bambini, oltre a rendere impossibile per gli insegnanti valutare i livelli di scrittura degli studenti. Il ministero dell’Istruzione giapponese intende intervenire proprio per scongiurare questo pericolo, formulando linee-guida sull’utilizzo dei chatbot nelle scuole, ma anche tenendo la porta aperta ai benefici educativi che questi strumenti possono offrire. “Quando si utilizzano nuove tecnologie, è importante tenere a mente sia i pro che i contro”, ha dichiarato il capo di gabinetto, portavoce del governo, Hirokazu Matsuno in una conferenza stampa.

Cina: impegno a sviluppare le relazioni con l’Unione europea

Cina: impegno a sviluppare le relazioni con l’Unione europea




Cina: impegno a sviluppare le relazioni con l’Unione europea




















Roma, 7 apr. (askanews) – La Cina ha espresso oggi la volontà di sviluppare le relazioni politiche ed economiche con l’Unione europea nella dichiarazione congiunta sino-francese al termine della visita di tre giorni del presidente transalpino Emmanuel Macron.

“In occasione del 20mo anniversario dell’istituzione del partenariato strategico globale tra la Cina e l’Ue, la Cina ribadisce il suo impegno a sviluppare le relazioni Cina-Ue, incoraggiando gli scambi ad alto livello, promuovendo il consenso su questioni strategiche, aumentando gli scambi di personale, rispondendo congiuntamente alle sfide globali e promuovendo attivamente la cooperazione economica”, si legge nella dichiarazione congiunta. “In quanto membro dell’Unione Europea – prosegue la dichiarazione -, la Francia è d’accordo con la suddetta direzione e vi contribuirà”.

Cina-Francia: rafforzare controllo armamenti e non proliferazione

Cina-Francia: rafforzare controllo armamenti e non proliferazione




Cina-Francia: rafforzare controllo armamenti e non proliferazione




















Roma, 7 apr. (askanews) – Cina e Francia hanno espresso oggi disponibilità a rafforzare la loro cooperazione per rafforzare il sistema di controllo degli armamenti e non proliferazione nucleare. Lo si legge nella dichiarazione congiunta licenziata dai due paesi al termine della visita del presidente francese Emmanuel Macron in Cina.

Pechino e Parigi “ribadiscono il loro sostegno alla ‘Dichiarazione congiunta sulla prevenzione della guerra nucleare e sulla prevenzione della corsa agli armamenti’ emessa dai leader di Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti (i cinque membri permanenti) il 3 gennaio 2022”, si legge nella dichiarazione congiunta. “Come sottolineato nella dichiarazione: ‘Una guerra nucleare – prosegue – non può essere vinta e non può essere combattuta’. I due paesi non hanno promosso alcuna azione che possa aumentare il rischio di tensioni”. I due paesi “sono disposti a rafforzare il coordinamento e la cooperazione nel mantenere congiuntamente l’autorità e l’efficacia del sistema di controllo degli armamenti e di non proliferazione e promuovere il processo internazionale di controllo degli armamenti”, si legge ancora nella dichiarazione.

Cina e Francia – continua – “hanno riaffermato il loro impegno a promuovere in modo equilibrato i tre pilastri del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari – disarmo nucleare, non proliferazione nucleare e uso pacifico dell’energia nucleare – e a rafforzare costantemente l’universalità, l’autorità e efficacia del trattato di non proliferazione delle armi nucleari”.

Cina-Francia: sosteniamo sforzi per ripristinare pace in Ucraina

Cina-Francia: sosteniamo sforzi per ripristinare pace in Ucraina




Cina-Francia: sosteniamo sforzi per ripristinare pace in Ucraina




















Roma, 7 apr. (askanews) – Cina e Francia sostengono “tutti gli sforzi” per ripristinare la pace in Ucraina” sulla base del “diritto internazionale e degli scopi e dei principi della Carta internazionale”. Lo si legge nella dichiarazione congiunta licenziata oggi dai due paesi al termine della visita di tre giorni del presidente transalpino Emmanuel Macron.

“Entrambe le parti sostengono tutti gli sforzi per ripristinare la pace in Ucraina sulla base del diritto internazionale e degli scopi e dei principi della Carta delle Nazioni Unite”, afferma il comunicato congiunto. Le due parti, inoltre, si oppongono “agli attacchi armati alle centrali nucleari e ad altri impianti nucleari civili e sostengono il ruolo costruttivo dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica nel promuovere la sicurezza e la protezione degli impianti nucleari pacifici, compresi gli sforzi per garantire la sicurezza e la protezione della centrale nucleare di Zapororizhzhia”.

Macron agli studenti cinesi: scambi di ricerca vettore di amicizia

Macron agli studenti cinesi: scambi di ricerca vettore di amicizia




Macron agli studenti cinesi: scambi di ricerca vettore di amicizia




















Roma, 7 apr. (askanews) – Il presidente francese Emmanuel Macron ha sollecitato “legami accademici” più profondi con la Cina nella sua visita in un’università del Guangzhou nel terzo giorno del suo viaggio di Stato. Lo racconta il South China Morning Post.

Macron ha ricordato un episodio storico: l’attracco a Canton (oggi Guangzhou) della nave francese Anfitrite nel 1698, portando a bordo “non soldati ma matematici”. E, rivolgendosi a studenti e docenti della Sun Yat-sen University della città cinese, ha affermato che questo episodio storico è una metafora per significare il fatto che la collaborazione scientifica può “nutrire l’amicizia”. Questa università, una delle più prestigiose del Paese, ha un rapporto con la Francia da più d’un secolo e ha collaborazioni con 24 istituti francesi tra cui l’Ecole Normale Superieure, la Lyon School of Management e l’Università di Angers. È inoltre associata a un consorzio di scuole di ingegneria nell’ambito dell’Istituto franco-cinese per l’energia nucleare.

All’incontro erano presenti oltre 1.000 studenti dei dipartimenti d’ingegneria nucleare e lingue straniere dell’università, prima di dirigersi verso una cena informale con il presidente cinese Xi Jinping, un incontro con gli investitori cinesi e il volo di ritorno. La rara uscita di Xi con un leader straniero fuori dalla capitale Pechino si è svolta al Songyuan Hotel, un lussuoso e tradizionale luogo in stile giardino cinese che i leader provinciali di solito usano per ospitare i principali leader nazionali e di partito. Nel 2018, Xi e il primo ministro indiano Narendra Modi hanno tenuto un vertice in riva a un lago nel centro della città di Wuhan.

Quando Macron è entrato nel campus della Sun Yat-sen University, è stato acclamato e accolto da un’enorme folla, con studenti che cantavano il suo nome e tendevano il braccio per stringergli la mano mentre si avvicinava. Dopo aver pronunciato il suo discorso in francese, tre studenti hanno condiviso i loro pensieri e hanno sollevato domande anche in francese. “La ricerca è assolutamente essenziale” per una comprensione continua e per andare avanti, ha affermato Macron, aggiungendo che oltre a lavorare nei tradizionali campi di cooperazione, come l’energia nucleare, i due Paesi dovrebbero adottare partenariati simili per la decarbonizzazione e la biodiversità.

Macron ha incoraggiato più scambi di persone, in un momento in cui gli scambi accademici sono sotto pressione negli Stati Uniti che li percepiscono sempre più come un canale di spionaggio da parte cinese. Il leader francese ha anche toccato il tema della guerra in Ucraina, che ha definito una “manifesta violazione del nostro diritto internazionale”, e ha fatto appello a sforzi congiunti per “evitare qualsiasi escalation e preservare e reinventare un ordine internazionale di pace e stabilità”.

Pechino: il futuro di Taiwan è nella riunificazione cinese

Pechino: il futuro di Taiwan è nella riunificazione cinese




Pechino: il futuro di Taiwan è nella riunificazione cinese



















Roma, 7 apr. (askanews) – Il futuro di Taiwan risiede nella riunificazione con la Cina e le differenze sistemiche tra Pechino e Taipei non saranno d’ostacolo alla riunificazione. L’ha affermato oggi la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning nella quotidiana conferenza stampa.

“Il futuro di Taiwan risiede nella riunificazione della Cina e il benessere delle persone a Taiwan dipende dal ringiovanimento della nazione cinese. La differenza nei sistemi attraverso lo Stretto non è una barriera alla riunificazione o una scusa per la divisione”, ha detto Mao, aggiungendo che il principio “un paese, due sistemi” terrà “in piena considerazione” la realtà di Taiwan ed è la base per risolvere la questione intorno all’isola. Gli sforzi per sostenere l’indipendenza dell’isola in modo da contenere la Cina sono pericolosi e non porteranno da nessuna parte, ha detto ancora la portavoce.

Nel corso della giornata, l’ex presidente di Taiwan Ma Ying-jeou, in conclusione della sua prima visita nella Cina continentale, ha criticato l’attuale leadership taiwanese per aver aggravato la situazione nella regione. “I nostri politici continuano a mettere in pericolo Taiwan. Il futuro è una scelta tra pace e guerra”, ha dichiarato Ma . Mercoledì la presidente taiwanese Tsai Ing-wen ha incontrato il presidente della Camera degli Stati Uniti Kevin McCarthy e altri legislatori a Los Angeles, in California, durante il suo “transito” negli Usa.

JOOP 2023: gli oli Evo più prestigiosi si sfidano a Tokyo

JOOP 2023: gli oli Evo più prestigiosi si sfidano a Tokyo




JOOP 2023: gli oli Evo più prestigiosi si sfidano a Tokyo



















Roma, 7 apr. (askanews) – La Camera di Commercio Italiana in Giappone (ICCJ) ha annunciato oggi durante la cerimonia di premiazione tenutasi a Tokyo, i vincitori di Japan Olive Oil Prize (Joop) e Joop Design Award.

Un concorso ormai affermatosi come una delle competizioni più rigorose e importanti del mondo, che da 11 anni persegue l’obiettivo di promuovere le eccellenze olearie in Giappone e in Asia. In quest’edizione hanno partecipato 538 etichette, provenienti da 23 Paesi. Gli oli finalisti sono stati sottopposti all’analisi in blind tasting della giuria di 11 giudici internazionali certificati, supervisionati da tre panel leader: Konstantinos Liris (Grecia), Antonio G. Lauro (Italia), Miciyo Yamada (Giappone).

La rigorosa selezione ha proclamato i vincitori nelle categorie IGP, DOP, Biologico, Monocultivar, Blend e Aromatizzato. A seconda del punteggio ottenuto, agli oli sono stati attribuiti i premi Best in Class, Gold e Silver. “JOOP dopo 11 anni, una grande partecipazione di etichette internazionali, una giuria eccellente e un’ attenta selezione e’ diventato il concorso leader in Asia. Un olio premiato in questa competizione può avere buone possibilità di entrate nel mercato Giapponese oltre a quello di altri Paesi del sud est asiatico, compresa la Cina. E’ importante per i produttori la costanza, ogni azienda dovrebbe avere ogni anno 2 o 3 premi importanti per mantenere la propio credibilità sul mercato. Il Joop e’ sicuramente un concorso che risponde a questa necessità – ha affermato il panel leader Konstantinos Liris

Nell’ambito di JOOP, da 4 anni il concorso JOOP Design Award premia i produttori che si sono distinti nel comunicare l’identità del loro prodotto, attraverso il logo, l’etichettatura e il design della bottiglia. Anche quest’anno il concorso vede la partecipazione di una giuria di creativi di fama internazionale: Hasuike Makio (Giappone), Ashizawa Keiji (Giappone), Araki Kosuke (Giappone), Bret Recor (USA), Giulio Iacchetti (Italia), Anselmo Tumpic (Croazia), Prompong Hakk (Thailandia) e Yesim Eröktem, Doganberk Demir (Turchia).

“Il nostro lavoro non finisce con la premiazione, ma continua tutto l’anno, attraverso il coordinamento di attività di promozione nella grande distribuzione, partecipazione a fiere, organizzazione di eventi ad hoc rivolti agli importatori come gli Open Day, oltre a master class dedicate a promuovere la cultura dell’ olio Evo nelle più prestigiose scuole di cucina in Giappone” ha commentato Davide Fantoni, General Manager della Camera di Commercio Italiana in Giappone. ll Giappone continua a mostrare buone prospettive di ampliamento per un valore totale di importazione di olio extra vergine d’ oliva pari a 220 milioni di euro nel 2022 (+ 8 % dal 2020) e con volumi pari a 47 mila tonnellate . Le importazioni dall’Italia rappresentano il 40% del valore importato complessivamente dal Sol Levante, per un valore di 88 milioni di euro e con volumi pari a 16 mila tonnellate nel 2022 (fonte:elaborazione su dati Dogane giapponesi).