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Cop28, presidenza Emirati: lavoriamo a nuova bozza su “linee rosse”

Cop28, presidenza Emirati: lavoriamo a nuova bozza su “linee rosse”Roma, 12 dic. (askanews) – Il direttore generale della Cop28 Majid Al Suwaidi ha dichiarato che la presidenza emiratina della conferenza sta lavorando a una nuova bozza di accordo basato sulle “linee rosse” espresse ieri dai Paesi che hanno respinto la prima proposta.

“Sapevamo da molto tempo che le formulazioni sui combustibili fossili erano complesse e che le opinioni erano difficili. È importante avere le formule giuste al riguardo”, ha osservato parlando ai giornalisti. “Alcuni vogliono l’uscita, altri la riduzione, altri ancora vogliono formule diverse. L’obiettivo è ottenere il consenso”, ha concluso aggiungendo che il nuovo testo dovrebbe includere obiettivi per il 2030, quindi più precisi rispetto alla bozza precedente. “Tutti vorremmo finire in tempo ma tutti vogliamo ottenere il risultato più ambizioso possibile. Questo è il nostro unico obiettivo”, ha affermato nell’ultimo giorno in programma, teoricamente, per la conferenza di Dubai.

Cop28, Guterres: il 2023 sarà l’anno più caldo della storia umana

Cop28, Guterres: il 2023 sarà l’anno più caldo della storia umanaRoma, 30 nov. (askanews) – “Quest’anno le comunità di tutto il mondo sono state colpite da incendi, inondazioni e temperature torride… Il riscaldamento globale record dovrebbe far venire i brividi lungo la schiena dei leader mondiali. E dovrebbe spingerli ad agire. Quest’anno sarà l’anno più caldo della storia umana”, ha dichiarato Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite all’inizio del vertice sul clima Cop28.

Guterres ha aggiunto che i dati dimostrano che “stiamo vivendo il collasso climatico in tempo reale”, aggiungendo che il livello del mare e la temperatura della superficie del mare hanno raggiunto livelli record e che i livelli del ghiaccio marino in Antartide hanno toccato un minimo storico.

Cop28, al via il vertice di Dubai: assenti Biden, Xi e il Papa

Cop28, al via il vertice di Dubai: assenti Biden, Xi e il PapaRoma, 30 nov. (askanews) – Alla Cop28 che si apre oggi a Dubai sono attesi oltre 200 governi da tutto il mondo, ma si contano anche i grandi assenti: il presidente americano Joe Biden, il capo di stato cinese Xi Jinping e, per motivi di salute, Papa Francesco. Cina e Stati uniti saranno comunque rappresentanti all’appuntamento sulla crisi climatica a cui prenderanno parte anche ong ambientaliste, think tank, imprese e gruppi religiosi.

La COp28 è il 28esimo incontro annuale delle Nazioni Unite sul clima in cui i governi discuteranno su come limitare e prepararsi ai futuri cambiamenti climatici. In particolare il vertice di Dubai, che si svolgerà fino al 12 dicembre, sarà concentrato sull’obiettivo di 1,5 gradi C di limitazione del riscaldamento globale raggiunto a Parigi e sull’eliminazione dei combustibili fossili, tema chiave proprio negli Emirati arabi uniti che sono una delle 10 principali nazioni produttrici di petrolio al mondo. Gli Emirati hanno nominato l’amministratore delegato della compagnia petrolifera statale, Sultan al-Jaber, presidente dei colloqui per la Cop28. I documenti visionati da Bbc suggeriscono che gli Emirati Arabi uniti intendono utilizzare il proprio ruolo di Paese ospitante per concludere accordi su petrolio e gas.

Cop28, Guterres: completa eliminazione graduale combustibili fossili

Cop28, Guterres: completa eliminazione graduale combustibili fossiliRoma, 30 nov. (askanews) – Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha affermato che i colloqui sul clima di quest’anno dovrebbero mirare a una completa “eliminazione graduale” dei combustibili fossili, insistendo sull’obiettivo climatico di 1,5 gradi C che per il numero uno dell’Onu “non è morto, è vivo”.

Parlando all’agenzia di stampa francese AFP prima di imbarcarsi sul volo per partecipare alla conferenza Cop28 a Dubai, Guterres ha sottolineato di essere “fortemente a favore di un linguaggio che includa l’eliminazione graduale, anche con un quadro temporale ragionevole” dei combustibili fossili, perché “abbiamo il potenziale, le tecnologie, la capacità e il denaro – poiché i soldi ci sono, la questione è assicurarsi che vadano nella giusta direzione – per fare ciò che è necessario, non solo per mantenere vivi gli 1,5 gradi. L’unica cosa che ancora manca è la volontà politica”.

Gb, nuovo satellite per monitorare crisi clima e disastri naturali

Gb, nuovo satellite per monitorare crisi clima e disastri naturaliRoma, 22 nov. (askanews) – Il Regno Unito contribuirà a finanziare e costruire un nuovo veicolo spaziale che aiuterà gli scienziati a monitorare la crisi climatica e i disastri naturali.

Il nuovo satellite apripista – sottolinea il Guardian – sarà finanziato con 3 milioni di sterline (3,45 milioni di euro) dall’Agenzia spaziale britannica, che si affiancherà così alla Spagna e al Portogallo nel progetto Atlantic Constellation da 80 milioni di euro (70 milioni di sterline). Il co-finanziamento sarà fornito da Open Cosmos, con sede nel campus di Harwell nell’Oxfordshire. Il progetto prevede lo sviluppo di un gruppo di satelliti per monitorare la Terra e si spera che possa fornire “dati preziosi e regolarmente aggiornati” per aiutare a rilevare, monitorare e ridurre il rischio di disastri naturali.

Clima, Martina (Fao): emergenza agricoltura, serve nuova strategia

Clima, Martina (Fao): emergenza agricoltura, serve nuova strategiaRoma, 21 nov. (askanews) – “Negli ultimi 30 anni la produzione agricola mondiale ha subito perdite per un valore stimato di 3.800 miliardi di dollari a causa di eventi calamitosi, pari a una perdita media di 123 miliardi di dollari all’anno, ovvero il 5% del prodotto interno lordo agricolo globale”. Lo ha ricordato in un intervento sul Corriere della Sera il vice direttore generale della Fao, Maurizio Martina, spiegando che “i riflessi di questi eventi sconvolgenti sulla sicurezza alimentare sono immediati, soprattutto per i Paesi più fragili”.

“Gli eventi calamitosi in tutto il mondo sono aumentati dai 100 all’anno registrati negli anni ’70 ai circa 400 all’annonelle ultime due decadi: aumentano non solo in termini di frequenza, intensità e complessità, ma peggiorano i loro effetti sociali e ambientali”, ha precisato Martina. Ecco perché “occorrono ovunque nuove strategie immediate d’intervento almeno su tre fronti”, ha insistito: “migliorare l’analisi dei dati e delle informazioni sugli effetti delle catastrofi nei diversi settori agricoli e alimentari, incrementare gli investimenti nella tenutadei sistemi rurali, sviluppare approcci multisettoriali e multirischio per la riduzione del rischio anche attraverso nuovi strumenti assicurativi capaci di aiutare prima di tutto le piccole emedie realtà”.

Tra pochi giorni a Dubai si terrà la prossima Cop28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. “Si attendono passi avanti operativi sulle azioni indispensabili di mitigazione e adattamento alla crisi climatica che riguarda il mondo intero, senza alcun impossibile confine o barriera. Ai Paesi più sviluppati tocca giustamente una responsabilità superiore che non può essere tradita. In tempi complessi come quelli che stiamo vivendo, serve un impegno tenace per essere all’altezza di questo cambiamento che non ammette titubanze e scorciatoie”, ha commentato Martina.

Antartide, piattaforme di ghiaccio: scioglimento inevitabile

Antartide, piattaforme di ghiaccio: scioglimento inevitabileMilano, 24 ott. (askanews) – Il rapido scioglimento delle piattaforme di ghiaccio dell’Antartide occidentale può diventare inevitabile e impossibile da fermare, con conseguenze “potenzialmente devastanti” sull’innalzamento dei livelli del mare in tutto il mondo. Lo scrive un nuovo studio sul cambiamento climatico pubblicato sulla rivista Nature Climate Change.

Secondo la ricerca, come riporta la Cnn, anche se si raggiungessero gli obiettivi ambiziosi posti per limitare il surriscaldamento globale – cosa che al momento non è – l’Antartide occidentale andrà incontro al riscaldamento delle acque e allo scioglimento delle grandi piattaforme di ghiaccio. Ice shelves are tongues of ice that jut out into the ocean at the end of glaciers. They act like buttresses, helping hold ice back on the land, slowing its flow into the sea and providing an important defense against sea level rise. As ice shelves melt, they thin and lose their buttressing ability.

Clima, studio: Terra fuori da spazio operativo sicuro per l’umanità

Clima, studio: Terra fuori da spazio operativo sicuro per l’umanitàRoma, 13 set. (askanews) – I sistemi di supporto vitale della Terra sono stati così danneggiati che il pianeta è “ben al di fuori dello spazio operativo sicuro per l’umanità”. Lo spiega un nuovo studio condotto da 29 scienziati provenienti da otto paesi diversi e pubblicato sulla rivista “Science Advances”.

I limiti planetari superati riguardano il cambiamento climatico, l’integrità della biosfera, il cambiamento nell’uso del territorio, l’uso dell’acqua dolce, il flusso biogeochimico e l’introduzione di nuove entità. Al contrario, i limiti dell’acidificazione degli oceani, dell’accumulo di aerosol nell’atmosfera e della riduzione dell’ozono stratosferico non sono ancora stati superati. Secondo gli scienziati sei “confini planetari” su nove sono stati superati a causa dell’inquinamento causato dall’uomo e della distruzione della natura. I confini planetari sono i limiti oltre i quali i principali sistemi globali, come il clima, l’acqua e la diversità della fauna selvatica, e la loro capacità di mantenere un pianeta sano sono in serio pericolo.

Gli scienziati hanno affermato che la scoperta “più preoccupante” è stata che tutti e quattro i confini biologici, che coprono il mondo vivente, sono al, o vicini al, livello di rischio più alto. I confini planetari non sono punti di svolta irreversibili oltre i quali si verifica un improvviso e grave deterioramento, hanno sottolineato gli scienziati, ma punti oltre i quali i rischi di cambiamenti fondamentali nei sistemi di supporto vitale fisico, biologico e chimico della Terra aumentano in modo significativo. I confini planetari sono stati ideati per la prima volta nel 2009 e aggiornati nel 2015, quando se ne potevano valutare solo sette.

G7: manteniamo impegno a emissioni zero entro 2050

G7: manteniamo impegno a emissioni zero entro 2050Roma, 20 mag. (askanews) – Nonostante l’impatto dell’aggressione russa all’Ucraina sui mercati energetici, i leader del G7 hanno ribadito l’impegno alle emissioni-zero entro il 2050. Lo si legge nel documento finale del summit di Hiroshima che si conclude domani.

“Il nostro pianeta sta affrontando sfide senza precedenti dalla triplice crisi globale del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento, nonché dalla crisi energetica globale in corso. Siamo fermi nel nostro impegno nei confronti dell’accordo di Parigi, mantenendo un limite di 1,5°C di aumento della temperatura globale a portata di mano attraverso un’azione su vasta scala in questo decennio critico, arrestando e invertendo la perdita di biodiversità entro il 2030 e garantendo la sicurezza energetica, sfruttando le sinergie e riconoscendo la natura interdipendente di queste sfide”, si legge nel comunicato. “Mentre la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha un impatto sui mercati energetici e sulle catene di approvvigionamento a livello globale, il nostro obiettivo di raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di gas a effetto serra (GHG) entro il 2050 al più tardi rimane invariato”, continua il documento.

“Sottolineiamo – prosegue – la nostra forte preoccupazione, amplificata dall’ultima scoperta dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e dal suo Sixth Assessment Report (AR6), per l’accelerazione e l’intensificarsi degli impatti dei cambiamenti climatici, ed evidenziamo la crescente urgenza di ridurre le emissioni globali di gas serra di circa il 43% entro il 2030 e il 60% entro il 2035, rispetto al livello del 2019, alla luce delle sue ultime scoperte”.

Agenzia Onu: i prossimi cinque anni i più caldi della storia

Agenzia Onu: i prossimi cinque anni i più caldi della storiaRoma, 17 mag. (askanews) – È probabile che le temperature globali saliranno a livelli record nei prossimi cinque anni, alimentate dai gas serra che intrappolano il calore e da un evento naturale di El Ninho. Lo afferma l’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) in un nuovo aggiornamento delle sue stime.

C’è una probabilità del 66% che la temperatura globale media annuale vicino alla superficie tra il 2023 e il 2027 sarà superiore di oltre 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali per almeno un anno. C’è una probabilità del 98% che almeno uno dei prossimi cinque anni, e il quinquennio nel suo insieme, sarà il più caldo mai registrato. “Questo rapporto non significa che supereremo permanentemente il livello di 1,5 gradi specificato nell’accordo di Parigi che si riferisce al riscaldamento a lungo termine per molti anni. Tuttavia, l’OMM sta lanciando l’allarme che supereremo temporaneamente il livello di 1,5 gradi con frequenza crescente”, ha dichiarato il segretario generale dell’OMM, Petteri Taalas.

“Si prevede che nei prossimi mesi si svilupperà un riscaldamento di El Ninho e questo si combinerà con il cambiamento climatico indotto dall’uomo per spingere le temperature globali in un territorio inesplorato”, ha affermato. “Ciò avrà ripercussioni di vasta portata per la salute, la sicurezza alimentare, la gestione dell’acqua e l’ambiente. Dobbiamo essere preparati”, ha aggiunto Taalas. C’è solo una probabilità del 32% che la media quinquennale superi la soglia di 1,5 gradi centigradi secondo il “Global Annual to Decadal Climate Update” prodotto dal Met Office del Regno Unito, il centro principale dell’OMM per le previsioni.

La possibilità di superare temporaneamente 1,5°C è aumentata costantemente dal 2015, quando era vicina allo zero. Per gli anni tra il 2017 e il 2021, c’era una probabilità del 10 per cento di superamento. “Si prevede che le temperature medie globali continueranno ad aumentare, allontanandoci sempre di più dal clima a cui siamo abituati”, ha affermato il dottor Leon Hermanson, uno scienziato esperto del Met Office che ha guidato il rapporto.

Oltre all’aumento delle temperature globali, i gas serra indotti dall’uomo stanno portando a un maggiore riscaldamento e acidificazione degli oceani, allo scioglimento dei ghiacci marini e dei ghiacciai, all’innalzamento del livello del mare e a condizioni meteorologiche più estreme. L’accordo di Parigi fissa obiettivi a lungo termine per guidare tutte le nazioni a ridurre sostanzialmente le emissioni globali di gas serra per limitare l’aumento della temperatura globale in questo secolo a 2 gradi centigradi, proseguendo gli sforzi per limitare ulteriormente l’aumento a 1,5 gradi centigradi, in modo da evitare o ridurre impatti negativi e relative perdite e danni.

Il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici afferma che i rischi legati al clima per i sistemi naturali e umani sono più elevati per un riscaldamento globale di 1,5 gradi rispetto a quello attuale, ma inferiori rispetto a 2 gradi.

Il nuovo rapporto è stato pubblicato prima del Congresso meteorologico mondiale (dal 22 maggio al 2 giugno) che discuterà su come rafforzare i servizi meteorologici e climatici per sostenere l’adattamento ai cambiamenti climatici. Le priorità per la discussione al Congresso includono l’iniziativa “Early Warnings for All” in corso per proteggere le persone da condizioni meteorologiche sempre più estreme e una nuova infrastruttura di monitoraggio dei gas serra per informare la mitigazione del clima.

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