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Ad Ambasciata Italia a Bucarest riunione con ong italiane

Ad Ambasciata Italia a Bucarest riunione con ong italianeRoma, 5 dic. (askanews) – L’ambasciatore d’Italia a Bucarest Alfredo Durante Mangoni ha ospitato ieri la tradizionale riunione annuale con i rappresentanti delle associazioni e delle ONG italiane attive in Romania. All’incontro ha partecipato, in rappresentanza della ministra romena della Famiglia, della Gioventù e delle Pari Opportunità, Natalia-Elena Intotero, il Presidente dell’Autorità nazionale per la Protezione dei Diritti dei Bambini e le Adozione, Segretario di Stato Rares Petru Achiriloaie. Presente anche la Rappresentante di UNICEF Romania, Anna Riatti.

Dopo i saluti dell’Ambasciatore e del Segretario di Stato Achiriloaie, il giro di tavolo ha permesso alle associazioni rappresentate di condividere valutazioni sulla propria attività, sui risultati ottenuti e sulle criticità che talvolta ne condizionano l’operato. Tra i temi emersi nel corso della discussione: il pacchetto di riforma dell’assistenza sociale, all’esame del Parlamento dopo l’approvazione del Governo romeno; l’assistenza e i servizi sociali ed educativi per famiglie e persone in difficoltà, bambini abbandonati, tossicodipendenti; l’applicazione della normativa sulla de-istituzionalizzazione e il suo impatto sulle residenze per anziani e per adulti e ragazzi con disabilità; la protezione degli animali e la tutela della loro dignità e del loro benessere.

Nelle parole dell’Ambasciatore Durante Mangoni, “questo appuntamento che rinnoviamo ogni anno vuole essere una manifestazione di sostegno al terzo settore italiano in Romania, capace con i suoi sforzi di mitigare situazioni di difficoltà, disagio e sofferenza e, nel far ciò, di rafforzare le relazioni di partenariato tra i nostri due Paesi. Vogliamo che quello alle associazioni italiane divenga un sostegno di sistema, ossia che veda protagoniste sempre di più tutte le articolazioni italiane, pubbliche e private, che operano sul territorio di Romania. La partecipazione del Ministero della Famiglia e della Rappresentante di UNICEF Romania testimonia anche la volontà di attivare sinergie in quest’ambito con Governo romeno e sistema delle Nazioni Unite. L’impegno di sensibilizzazione dell’Ambasciata proseguirà con un evento dedicato alla de-istituzionalizzazione e alle famiglie affidatarie di minori, che organizzeremo l’anno prossimo, per attivare lo scambio di buone pratiche”.

SUSTANAIB-ITALY, evento green dell’Italia per la cop28

SUSTANAIB-ITALY, evento green dell’Italia per la cop28Roma, 4 dic. (askanews) – L’Italia, riferisce l’agenzia emiratina Wam, organizzerà un evento intitolato “Sustainab-ITALY” che presenterà le sue tecnologie e innovazioni sostenibili all’avanguardia alla COP28.

L’Italian Trade Agency (ITA), sostenuta dalla sua ambasciata e consolato a Dubai, ospita l’evento dalle 13:30 alle 15:00 il 6 dicembre presso il padiglione Blue Zone. L’Italia presenterà le sue scoperte nel campo delle energie rinnovabili, della gestione dei rifiuti, dell’edilizia sostenibile e della collaborazione con le piccole e medie imprese (PMI). Nel 2022, l’Italia si è classificata al 6° posto nella fornitura di componenti di energia rinnovabile agli Emirati Arabi Uniti, incassando ben 134 milioni di euro. Quest’anno, lo slancio non ha subito rallentamenti, con esportazioni che hanno superato i 90 milioni di euro solo nel primo semestre – un aumento del 51% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’Italia vanta ora la quarta quota maggiore del mercato dei componenti di energia rinnovabile degli Emirati Arabi Uniti.

“L’Italia è orgogliosa di essere pioniera nella transizione verde globale”, dichiara Lorenzo Fanara, ambasciatore italiano negli Emirati Arabi Uniti. “Le fonti rinnovabili, il riciclaggio dei rifiuti e le soluzioni a base di idrogeno sono le nostre principali aree di interesse. Entro il 2040 puntiamo al 40% di energie rinnovabili, sfruttando la nostra posizione di quarto riciclatore di rifiuti al mondo e leader in Europa. Sustainab-ITALY è la nostra piattaforma per mostrare l’eccellenza italiana, promuovere tecnologia all’avanguardia e condividere le migliori pratiche. La nostra forte partnership con gli Emirati Arabi Uniti, guidata da obiettivi condivisi, esemplifica il nostro impegno nel guidare la transizione verde, affrontare le sfide ambientali e promuovere la sostenibilità globale. Lorenzo Galanti, direttore generale dell’ITA, fa eco a questo sentimento: “L’Italia rimane leader dell’economia circolare in Europa, investendo oltre 2 miliardi di euro in energie rinnovabili efficienti e infrastrutture per la gestione dei rifiuti. Nel 2022, abbiamo esportato 65,5 miliardi di euro di tecnologie verdi, un valore notevole aumento del 12,7% su base annua. Questa tendenza continua nel 2023, con le esportazioni di beni ambientali che raggiungono i 40,5 miliardi di euro nei primi sette mesi: una solida crescita del 7,6%.

Il primo panel presenta gli approfondimenti degli esperti di ANIE, Confindustria Cisambiente, MAPEI e ANIMA su energie rinnovabili, gestione dei rifiuti, edilizia sostenibile e soluzioni a idrogeno. Il secondo panel evidenzia le collaborazioni di successo tra aziende italiane e partner come BEEAH, Magaldi Green Energy, Ecolibri’ e SACE.

Andrea Savorani Neri, la fotografia come “esperienza”

Andrea Savorani Neri, la fotografia come “esperienza”Roma, 4 dic. (askanews) – La fotografia come scelta politica e cultura, e come ‘esperienza’. Il fotografo italiano Andrea Savorani Neri ha concesso una lunga intervista alla rivista tedesca The Game Magarine in cui fà il punto sulla sua carriera e sul senso della fotografia oggi.

Incontrando il fotografo IMAGO Andrea Savorani Neri, The Game Magazine approfondisce la narrazione della sua carriera che lo ha portato attraverso paesaggi ed esperienze culturali variegate. In questa intervista Andrea condivide le lezioni apprese nel suo viaggio visivo, plasmando la sua prospettiva unica in cui la responsabilità ambientale e la ricerca artistica vanno di pari passo nel settore della fotografia. L’intervista è sponsorizzata da MPB, la più grande piattaforma per l’acquisto, lo scambio e la vendita di fotocamere e apparecchiature video usate.

Fin dai suoi primi ricordi, il fascino di Andrea per la fotografia è stato un aspetto determinante della sua vita. Questo viaggio è iniziato nei suoi anni formativi, plasmati dalle esplorazioni con suo nonno. Con una macchina fotografica in mano, ha imparato a vedere la vita attraverso un obiettivo, capendo che ogni fotografia e video era più di una semplice immagine: era una narrazione in sé. Questa precoce realizzazione ha scatenato una passione che durerà tutta la vita: la narrazione visiva è diventata il suo linguaggio e ha colto l’opportunità di trasformare questa passione in una illustre carriera. Nel corso della sua carriera, Andrea è stato un attento osservatore dell’evoluzione della tecnologia fotografica. ‘Il cambiamento più grande a cui abbiamo assistito nella fotografia negli ultimi decenni è l’avvento di un’era in cui quantità e velocità sono le norme’, riflette. Questa trasformazione tecnologica, unita al suo vasto lavoro come giornalista e fotoreporter in diverse regioni, ha approfondito la sua visione degli argomenti che documenta. Spinto dalle preoccupazioni ambientali, Andrea crede che “la questione ambientale sia in prima linea, la sfida centrale della nostra epoca” e vede la fotografia documentaria come un mezzo cruciale per evidenziare queste sfide.

Andrea estende il suo impegno oltre le narrazioni che crea nella sua ricerca per proteggere l’ambiente. La sua filosofia è sostenuta da un approccio sostenibile al suo mestiere, dando priorità all’uso di attrezzature di seconda mano di alta qualità. Spiega: ‘Ripensando ai miei anni da fotografo, stimo che almeno il 50% delle mie attrezzature acquistate fossero di seconda mano’. Questa decisione riflette non solo una scelta economica ma uno sforzo consapevole per ridurre l’impatto ambientale del suo lavoro. Forte della sua vasta esperienza, Andrea offre saggi consigli ai fotografi emergenti in questa intervista. Li incoraggia a essere consapevoli del proprio impatto ambientale e a considerare i vantaggi del mercato delle attrezzature di seconda mano. Andrea, hai lavorato in varie regioni come giornalista, fotografo e documentarista nel settore della fotografia e della videografia. Cosa ti ha spinto inizialmente a intraprendere questa carriera?

La mia passione per le immagini, e in particolare per la fotografia, si è sviluppata fin dalla tenera età, molto prima che comprendessi appieno il mondo. Mio nonno Alessandro, medico con la passione per la fotografia e la ripresa video, mi ha influenzato moltissimo. Insieme a mio padre Stefano sono cresciuto abituato a registrare visivamente tutto ciò che mi circondava. Solo più tardi, concentrandomi maggiormente sull’uso del linguaggio, ho capito che le immagini potevano trasmettere significati condivisi e, cosa ancora più importante, fornire uno straordinario livello di comprensione della realtà. Questa realizzazione ha acceso il mio desiderio di rendere questa pratica una parte centrale della mia vita. La prima volta che ho scattato sistematicamente fotografie per scopi professionali è stato più di 20 anni fa durante un soggiorno di sette mesi in Russia, dove ho scattato immagini per un editore italiano di libri di viaggio. Ripensando a quel momento, quando ho viaggiato in diversi luoghi della Russia occidentale e dell’Ucraina, penso di aver collegato la curiosità, che è la principale forza trainante nella vita, alla pratica della registrazione fotografica. Hai una forte attenzione alle questioni culturali e politiche. Perché questi argomenti specifici? La tua domanda mi consente di evidenziare le diverse pratiche e scopi racchiusi nella “fotografia”. Il termine “cultura” è altrettanto ampio, ma descrive adeguatamente come alcuni approcci fotografici mirano ad approfondire la nostra comprensione dei fenomeni sociali, dell’impatto umano e degli effetti ambientali. Questo aspetto della fotografia, che include la cattura di ritratti o paesaggi che rivelano strati di riflessione, mi è profondamente congeniale. Ad esempio, i miei anni di ricerca sull’energia nucleare mostrano come le attività umane abbiano ampie conseguenze sociali, ambientali, territoriali, economiche e politiche. Per quanto riguarda il secondo punto, fotografare la politica rientra nell’uso della fotografia da parte dell’industria dell’informazione. La zona, Parigi, dove lavoro principalmente, è particolarmente coinvolgente a causa dell’intersezione della città tra questioni nazionali e internazionali. Seguire gli eventi politici in Francia non è solo stimolante ma anche “attraente”, dato il crescente interesse da parte di giornali e media. Hai iniziato la tua carriera quando la fotografia stava subendo cambiamenti significativi con la rivoluzione digitale. Come pensi che sia diverso il campo adesso rispetto a quel tempo? Potresti fare un paragone tra lo stato della fotografia allora e quello attuale? Il viaggio in Russia di cui ho parlato prima ha segnato la mia prima esperienza con l’uso di una macchina fotografica digitale. Era una Olympus C-2000, un compromesso tra il mio budget limitato e la necessità di fornire all’editore foto senza sviluppo e stampa analogica. Confrontare la qualità delle fotocamere digitali di allora con quella di oggi è come discutere di fisica quantistica con Pitagora. Tuttavia, il mio legame con la fotografia digitale è complesso. I miei mentori durante la mia formazione fotografica professionale, come Guido Guidi, Lewis Baltz e Gerry Johansson, erano tutti legati all’era analogica e non avevano alcun coinvolgimento con quello che è comunemente noto come ‘fotogiornalismo’, e ancor meno con la fotografia digitale. Per rispondere a questa domanda, è importante ricordare che la fotografia può assumere molte forme diverse. Il fattore chiave è lo scopo dietro il lavoro di un fotografo. Per chi lavorava nel campo dell’informazione era abbastanza chiaro che l’era analogica aveva iniziato il suo declino più di vent’anni fa. Era un periodo in cui non lavoravo ancora stabilmente nelle agenzie di stampa o nel mondo dell’informazione. Se spostiamo la nostra attenzione sulla fotografia documentaristica, credo che anche l’utilizzo di strumenti “anacronistici” e antichi possa assolutamente far parte del linguaggio che ogni fotografo sceglie. Questo perché l’obiettivo qui non è raggiungere un livello più elevato di definizione e dettaglio dell’immagine, come potresti trovare nella pubblicità, ma piuttosto costruire un segno stilistico unico, una “firma” personale. In conclusione, direi che il cambiamento più grande a cui abbiamo assistito nella fotografia negli ultimi decenni è l’avvento di un’era in cui quantità e velocità sono le norme. Oggi una fotocamera mirrorless può scattare 120 fotogrammi al secondo. Al contrario, con una fotocamera di grande formato, come quella che utilizzo per i miei progetti a lungo termine, catturi solo un’immagine su una pellicola e poi devi caricare una nuova pellicola. Questa differenza tecnica racchiude l’intera evoluzione del mezzo fotografico e ha implicazioni significative sul modo in cui viene concepito uno scatto fotografico. Per quanto mi riguarda, mi sforzo di pensare in modo analogico anche quando, per ovvi motivi professionali, utilizzo una fotocamera digitale. Il settore della fotografia è in continua evoluzione. Come possono i fotografi rimanere rilevanti e adattarsi ai cambiamenti nella tecnologia e nel consumo dei media? La storia della fotografia è profondamente intrecciata con la democratizzazione e la divulgazione del mezzo: gli strumenti stanno diventando sempre più user-friendly e accessibili a tutti. Oggi abbiamo raggiunto il culmine di questo processo. Quasi tutti portano in tasca un apparecchio in grado di produrre immagini tecnicamente impeccabili, dove “impeccabile” significa essenzialmente messa a fuoco ed esposizione corrette. Tuttavia, il mercato delle attrezzature professionali è estremamente costoso e quindi accessibile solo a chi ha il sostegno di un’azienda disposta a investire in un singolo fotografo.

OCA Global acquisisce Compcontrol ING e si espande in Est Europa

OCA Global acquisisce Compcontrol ING e si espande in Est EuropaRoma, 4 dic. (askanews) – OCA Global, azienda leader nei servizi di ispezione, certificazione, test, formazione e consulenza con oltre 4.300 dipendenti diretti e attività in più di 60 Paesi acquisisce la Compcontrol ING., laboratorio specializzato nei Controlli Non-Distruttivi (CND).

L’acquisizione di Compcontrol in Romania, da parte di OCA Global, rappresenta un passo importante nella strategia di espansione del Gruppo nei paesi dell’Europa centro-orientale. La combinazione dell’esperienza tecnica di Compcontrol e della presenza globale di OCA Global consentirà di arricchire ed efficientare l’offerta dei servizi e delle soluzioni tecniche destinati ai clienti in Romania e, più in genere, nella Regione. Compcontrol ING., è un primario laboratorio per Controlli Non-Distruttivi (CND) situato a Ploiesti, Romania. Fondata nel 1997, è da tempo un punto di riferimento nel settore sia per la Romania che, più in genere, per la Regione centro-orientale, dove ha costruito nel tempo una solida reputazione legata alla sua capacità tecnica, alle sue competenze specifiche ed all’elevata qualità dei servizi erogati nel campo delle prove, controlli ed ispezioni industriali.

“Siamo molto felici di dare il benvenuto a Compcontrol nella grande Famiglia di OCA. Un’operazione strategica per potenziare il livello dei servizi in settori in massima espansione in Romania ” ha dichiarato Alessandro Romei, Regional Manager per il Centro Est Europa e Country Manager di OCA Global in Romania, nonché Consigliere di Presidenza di Confindustria Romania con Delega ESG Environment, Social & Governance. “Questa acquisizione rafforza straordinariamente la nostra posizione di leadership nel mercato delle prove e controlli non-distruttivi, consentendoci di offrire ai nostri clienti una più ampia gamma di servizi di alta qualità e professionalità. Non vediamo l’ora di lavorare a stretto contatto con il talentuoso team di Compcontrol per guidare la crescita e l’innovazione nella Regione”, conclude Romei. Compcontrol infatti è autorizzata da: ISCIR (Ente di Stato per il Controllo delle Caldaie, Recipienti a Pressione e Mezzi di Sollevamento), ISC (Ispettorato di Stato per le Costruzioni) e CNCAN (Autorità Nazionale per il Controllo delle Attività Nucleari), per sviluppare ed erogare servizi in differenti settori industriali, inclusi tutti i tipi di controlli non-distruttivi ed altre attività di manutenzione e verifica di integrità di asset strategici nel campo nucleare. Luiza Vladu, fondatrice e precedente proprietaria ha dichiarato che “il Gruppo OCA Global rappresenta la migliore soluzione possibile per Compcontrol ING.; sono certa che insieme potranno realizzare un entusiasmante percorso di crescita e continuare a creare valore aggiunto per i clienti”.

Salzano: ruolo SIMEST cruciale per colmare gap tecnologico imprese

Salzano: ruolo SIMEST cruciale per colmare gap tecnologico impreseRoma, 1 dic. (askanews) – “SIMEST svolge un ruolo cruciale nel colmare il divario tecnologico delle imprese, sostenendo l’innovazione e la digitalizzazione, in particolare delle PMI italiane”. Sono le parole del Presidente di SIMEST, Pasquale Salzano, in un editoriale pubblicato oggi sulla rivista Longitude.

“Uno dei principali obiettivi del nuovo Piano Strategico da 18,5 miliardi della società – aggiunge – è proprio questo: sostenere la competitività internazionale delle imprese italiane favorendone la transizione tecnologica”. “In un mondo in cui le complessità geopolitiche modellano il panorama internazionale, SIMEST – grazie allo stretto coordinamento con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale e alla sinergia con Cassa Depositi e Prestiti – sostiene la diffusione dell’eccellenza Made in Italy a livello globale. Si tratta di un’azione resa possibile dall’impegno di tutte le principali istituzioni del Sistema Paese per fornire alle imprese le soluzioni più efficaci per prosperare nel mercato globale”, conclude Salzano.

Mattarella riceve vincitori Premi Leonardo ambasciatori Made in Italy

Mattarella riceve vincitori Premi Leonardo ambasciatori Made in ItalyRoma, 28 nov. (askanews) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha accolto in Quirinale i vincitori dei Premi Leonardo 2023, riconoscimenti che il Comitato Leonardo conferisce ogni anno agli imprenditori “ambasciatori del made in Italy nel mondo”, e i giovani talenti che si sono aggiudicati i Premi di Laurea 2023 messi a disposizione dalle aziende socie del Comitato. Con loro il neo Presidente del Comitato Leonardo Sergio Dompé, appena subentrato a Luisa Todini.

All’incontro col presidente Mattarella erano presenti Stefano Domenicali, presidente e CEO di Formula 1, a cui è stato attribuito il Premio Leonardo 2023; le imprenditrici Silvia Maria Grassi Damiani, presidente di Venini e Maria Criscuolo, oresidente di Triumph Group International per i Premi Leonardo Qualità Italia; Sir Rocco Forte, presidente di Rocco Forte Hotels, per il Premio International; Maurizio Marinella, Ad di E.Marinella, che ha ricevuto il Premio Impresa Storica; Giovanni Fiengo, Ad di Kineton per il Premio Start Up e il prefetto Renato Franceschelli per il Premio Speciale conferito quest’anno al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Il presidente della Repubblica si è poi complimentato con i vincitori degli 11 Premi di Laurea, iniziativa promossa dal Comitato Leonardo che da oltre 20 anni premia le tesi più brillanti sul Made in Italy. I giovani, che hanno ricevuto una borsa di studio o un tirocinio retribuito presso una delle aziende del Comitato sostenitrici dell’iniziativa, provengono da atenei di tutta Italia, da Bologna a Palermo, da Cosenza a Firenze, da Torino a Venezia, da Modena a Roma.

Le loro tesi si sono concentrate sullo sviluppo di soluzioni all’avanguardia e di progetti innovativi in settori diversi: dal food al farmaceutico, dalla meccanica alla moda e design, dall’energia allo sport, fino all’innovazione digitale e all’internazionalizzazione delle imprese italiane. Il neo presidente del Comitato Leonardo, Sergio Dompé, ha dichiarato: “Le tante imprese italiane grandi e piccole, espressione dell’eccellenza italiana nel mondo, rappresentano settori diversi, tutti caratterizzati da alti tassi di innovazione e ricerca. E tutti i comparti industriali condividono un asset sempre più strategico per il made in Italy: il capitale umano. I giovani brillanti che sono qui oggi, con percorsi STEAM e esperienze all’estero, rappresentano una nuova generazione di talenti che, se debitamente sostenuta e valorizzata, darà forma alla crescita italiana dei prossimi decenni. Come Comitato Leonardo intendiamo continuare a fare la nostra parte, con il prezioso contributo dei nostri soci”.

Il progetto del Comitato Leonardo ha permesso negli anni di offrire un sostegno concreto a oltre 160 giovani neolaureati provenienti da tutta Italia, agevolandone l’ingresso nel mondo del lavoro attraverso il contatto con realtà imprenditoriali d’eccellenza del made in Italy. Il Comitato Leonardo, nato nel 1993, associa 110 aziende con un fatturato complessivo di 410 miliardi di euro, il 30% del PIL italiano, e una quota di export media del 55%.

Iic Helsinki, la scuola condivisa: lezioni su Dante

Iic Helsinki, la scuola condivisa: lezioni su DanteRoma, 28 nov. (askanews) – L’Istituto Italiano di Cultura di Helsinki presenta venerdì e fino al 5 marzo le lezioni monografiche online presso l’Istituto Pascal di Chieri nella cornice del progetto “La scuola condivisa”.

Lezioni su La Divina Commedia – Il Paradiso: Canto I, VI, XI, XVII e XXXIII: lunedì 4 dicembre, dalle ore 15 alle ore 17, a cura del dantista Vincenzo Galliani;

– Il Purgatorio: Canto I, II, III, V, VI, VIII, X, XI, XVI e XXIII: mercoledì 6 dicembre, dalle ore 14:30 alle ore 16:30, a cura di Vincenzo Galliani; Il Paradiso: Canto I, VI, XI, XVII e XXXIII: lunedì 11 dicembre, dalle ore 15 alle ore 16:30, a cura di Vincenzo Galliani;

– Il Purgatorio: Canto I, II, III, V, VI, VIII, X, XI, XVI e XXIII: mercoledì 13 dicembre, dalle ore 14:30 alle ore 16, a cura di Vincenzo Galliani; Il Paradiso: Canto I, VI, XI, XVII e XXXIII: lunedì 18 dicembre, dalle ore 15 alle ore 16:30, a cura di Vincenzo Galliani;

– Il Purgatorio: Canto I, II, III, V, VI, VIII, X, XI, XVI e XXIII: mercoledì 20 dicembre, dalle ore 14:30 alle ore 16, a cura di Vincenzo Galliani. Lezioni su altri argomenti – Energia rinnovabile e nuove energie: venerdì 1 dicembre, dalle ore 10 alle ore 11, a cura di Riccardo Civera; – L’arte utilizzata come mezzo pubblicitario e di propaganda: il periodo fascista: martedì 5 dicembre, dalle ore 13 alle ore 14, a cura del giornalista Guido Listello; – Come riconoscere le fake news: lunedì 11 dicembre, dalle ore 12 alle ore 13, a cura del giornalista Mirto Bersani; Storia della fotografia: venerdì 12 gennaio, dalle ore 9 alle ore 10, a cura del fotografo Luca Ravera; – Governare una città come i Medici a Firenze: martedì 6 febbraio, dalle ore 11 alle ore 12, a cura dell’ex sindaco di Chieri Agostino Gai; Legalità nel mondo dell’arte: martedì 20 febbraio, dalle ore 9 alle ore 10, a cura degli avvocati Sabena e Olivero; – Il futuro dell’automotiv: martedì 5 marzo, dalle ore 8 alle ore 9, a cura dell’ingegnere meccanico Andrea Zapponi.

Oslo, “Umberto Eco: La biblioteca del mondo”

Oslo, “Umberto Eco: La biblioteca del mondo”Roma, 28 nov. (askanews) – L’Istituto Italiano di Cultura di Oslo ha presentato un evento esclusivo con la proiezione del documentario sulla biblioteca di Umberto Eco e l’incontro del regista Davide Ferrario.

Il documentario Umberto Eco: La Biblioteca del Mondo costituisce un viaggio intelletuale e visivo attraverso l’universo meraviglioso dei libri, ed è un incontro con l’amante e il collezionista di libri Umberto Eco. Incontriamo Umberto Eco, amante, collezionista e lettore di libri mentre cammina lungo i corridoi e le sale che costituiscono la sua biblioteca privata che conta più di 30 000 volumi di titoli contemporanei e oltre 1500 libri antichi e rari. Una biblioteca che Eco stesso definisce «una biblioteca semiologica, curiosa, lunatica, magica e pneumatica.» Il film non descrive solo la sua collezione straordinaria, ma approfondisce l’idea di Eco sulla biblioteca come “la memoria collettiva del mondo”. Il film propone diverse interviste con Eco, la famiglia ed altri personaggi, letture da alcune sue opere, in combinazione con riprese di biblioteche belle e speciali di tutto il mondo.

Davide Ferrerio è un regista, sceneggiatore, scrittore e critico cinematografico italiano. Esordice come regista con La fine della notte, che è stato nominato ‘migliore film indipendente’ del 1989. Da allora ha diretto una serie di film di fiction e documentari che sono stati proiettati in festival cinematografici internazionali quali quello di Berlino, Sundance, Venezia e Toronto. Ferrario ha una sua casa produttrice Rossofuoco che dal 2002 produce tutti i suoi film. Il suo ultimo lavoro è Blood on the Crown con Harvey Keitel e Malcolm McDowell come attori principiali. Siri Nergaard è professoressa presso l’Universita’ di Sørøst-Norge. Ha un dottorato in semiotica dall’Università di Bologna dove ha incontrato Umberto Eco e dove ha insegnato per una lunga serie di anni. E’ anche stata docente presso l’Università di Firenze. Nergaard ha tradotto vari saggi di Eco che durante i suoi studi era anche il suo relatore e poi collega ed amico.

Iic Helsinki, “Dante” di Pupi Avati

Iic Helsinki, “Dante” di Pupi AvatiRoma, 28 nov. (askanews) – L’Istituto Italiano di Cultura presenta due proiezioni del film Dante di Pupi Avati, con Sergio Castellitto e Alessandro Sperduti.

Settembre 1350. Giovanni Boccaccio viene incaricato di portare dieci fiorini d’oro come risarcimento simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Dante è morto in esilio nel 1321 mentre la sua fama, grazie alla divulgazione della Commedia, si è diffusa ovunque. Gli ultimi suoi vent’anni sono stati terribili, in continua fuga, cercando ospitalità presso le varie corti, con una condanna al rogo e alla decapitazione inflitta sia a lui che ai suoi figli maschi fuggiti a loro volta da Firenze. Intanto nel capoluogo toscano gli equilibri di potere sono profondamente mutati e la città cerca una riappacificazione, seppure postuma, con un concittadino di tale valore. I dieci fiorini sarebbero il risarcimento simbolico per la confisca dei beni e per la condanna ad essere arso vivo e decapitato decretata ormai quasi mezzo secolo prima dal comune fiorentino. Contro quella parte del mondo ecclesiale che considera la Commedia opera diabolica, Giovanni Boccaccio accetta quest’incarico nella convinzione di poter svolgere un’indagine su Dante che gli permetta di narrarne la vicenda umana e le ingiustizie patite.

Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia di Dante incontrerà chi, negli ultimi anni dell’esilio ravennate, diede riparo e offrì accoglienza e chi, al contrario, respinse e mise in fuga l’esule. Ripercorrendo da Firenze a Ravenna una parte di quello che fu il tragitto di Dante, sostando negli stessi conventi, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nello spalancarsi delle stesse biblioteche, nelle domande che pone e nelle risposte che ottiene, Boccaccio ricostruisce la vicenda umana e l’intera storia di Dante Alighieri. PUPI AVATI

Affermato regista cinematografico, scrittore, produttore e sceneggiatore, vincitore di prestigiosi premi del cinema italiano. La scelta di realizzare un film su Dante nasce dal desiderio del regista di far emergere la vicenda umana del grande poeta italiano. Determinante è stata per Avati la scoperta della missione intrapresa da Giovanni Boccaccio nel 1350 e raccontata nel Trattatello in laude di Dante. Il film unisce elementi della narrazione di Boccaccio a congetture e suggestioni che sono il risultato di un ventennale studio della materia dantesca da parte del regista. Per Pupi Avati è stata inoltre fondamentale la necessità di tramandare la figura di Beatrice Portinari, la cui morte ispirò a Dante la Vita Nova. La costante presenza della sofferenza sia nella vita personale sia nella produzione artistica di Dante sono, secondo Pupi Avati, ‘la conferma di quanto il dolore promuova l’essere umano a una più alta conoscenza”.

Iic Zurigo, VerTönt – Italo Calvino – lezioni americane

Iic Zurigo, VerTönt – Italo Calvino – lezioni americaneRoma, 28 nov. (askanews) – L’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo ha presentato “VerTönt – Italo Calvino – lezioni americane”, opera musicale letteraria di Thomas Fortmann (musica) e Stefano Adami (libretto).

La compagnia Accademia Amiata è composta di: Beatrice Caterino (soprano), Jana Hildebrandt (flauto), Marina Zannerini (clarinetto), Ettore Candela (pianoforte), Claudio Cavalieri (violino), Michele Lanzini (violoncello). LEZIONI AMERICANE

Il progetto di produzione di un’Opera musicale ispirata alle Lezioni Americane di Italo Calvino nasce dall’incontro fra il lavoro del compositore Thomas Fortmann e di Stefano Adami, studioso della vita e dell’opera del grande scrittore italiano. I due collaboratori sono partiti dalla necessità che sia ormai opportuno celebrare il centenario di Calvino attraverso forme, modi e linguaggi espressivi che non siano sempre quelli tradizionali dei convegni, delle conferenze e delle giornate di studio, ma utilizzando invece linguaggi diversi per ricordare quello che è stato uno dei più grandi sperimentatori del ‘900 letterario mondiale.

È nata così l’idea di produrre una vera e propria Opera musicale che mettesse in musica i vari capitoli delle Lezioni Americane. È noto, infatti, che Calvino compose le Lezioni surichiesta dell’Università di Harvard nell’estate del 1985, come una sorta di guida letteraria, filosofica e culturale che l’umanità doveva portare con sé per entrare nel Terzo millennio. Tale guida era articolata, secondo Calvino, sui sei valori fondamentali che sarebbero stati necessari nell’età nuova. Valori che non riguardano solo la letteratura, ma nello stesso modo anche la musica. In effetti, la composizione è un tentativo di rintracciare i corrispondenti paralleli musicali dei parametri di ogni lezione. E i testi dei passaggi vocali sono costituiti dagli significativi esempi letterari che Calvino propone.

L’idea di un “concerto-letterario” nasce quindi dall’isolare dei passi fondamentali di ognuno dei sei capitoli, intorno ai quali comporre degli equivalenti musicali che vedono poi i testi recitati o cantati. Si tratta di un modo nuovo di leggere questo testo, che Calvino concepiva come una sorta di suo lascito definitivo, e che non riuscì a completare, a causa del malore che lo condusse alla morte alla metà di settembre del 1985. Questa Opera musicale sarà quindi certamente una delle forme più originali ed adeguate per celebrare Calvino.