Skip to main content

Tajani: missionari italiani fiore all’occhiello del nostro Paese

Tajani: missionari italiani fiore all’occhiello del nostro PaeseRoma, 7 dic. (askanews) – “I missionari italiani sono un fiore all’occhiello per il nostro paese”: è quanto ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, alla conferenza “La persona al centro” in corso alla Farnesina.

“Sono di esempio ovunque, portatori della nostra lingua nel mondo, sono parte della politica estera del nostro paese se intendiamo la politica come servizio, non come gestione del potere”, ha aggiunto il ministro. “Credo che possiamo sentirci parte dello stesso disegno, dello stesso progetto comune”, ha insistito Tajani.

Lollo: l’ultima novità gastronomica italiana dell’East Village

Lollo: l’ultima novità gastronomica italiana dell’East VillageRoma, 6 dic. (askanews) – Per il logo hanno scelto il colore più trendy dell’anno, il rosa; come quartiere, una zona dinamica e giovane come Alphabet City nell’East Village; come cucina, quella italiana ovviamente. Si chiama Lollo ed è l’ultima novità gastronomica di downtown a New York.

Per concetto, stile e calore, ha i tratti di una trattoria d’altri tempi, reinterpretata in chiave moderna. L’ambizione, però, è quella di innestare in questo angolo di Manhattan, un pezzo di autentica “Italian hospitality”. “Avete presente i locali dei paesi, quelli in cui sai di incontrare qualcuno per fare due chiacchiere ogni volta che vai? Insomma, quei posti che diventano un punto di riferimento per tutta la comunità. Ecco questo è sempre stato il nostro concetto”, raccontano a la Voce di New York i cinque proprietari: Loris, Lorenzo, Bladimir, Stefano e Davide.

Prima che soci, sono amici di lunga data e l’idea di aprire qualcosa insieme si è andata formando negli anni. “La pandemia ci ha aiutato a concretizzare quelle che prima erano solo chiacchiere. Abbiamo avvertito che era il momento giusto per cercare un locale. Sentivamo la voglia fortissima che le persone avevano di uscire e tornare a divertirsi”. – Il design è un connubio di contemporaneo e rustic chic décor: grandi vetrate all’esterno, mentre gli interni in legno richiamano uno stile più vintage; i dettagli, come la carta da parati e la selezione musicale, strizzano l’occhio ai più giovani.

Per chi è da solo o con amici e al tavolo tradizionale preferisce il bar, il bancone in legno di Lollo ha una lunga seduta e permette di chiacchierare oltre che con il bartender, anche con il pizzaiolo, visto che il forno e il display dei drink sono contigui. In aggiunta, per gli amanti dello sport, prestissimo sarà possibile guardare le partite di calcio europee e i match più importanti degli sport americani. Lollo, aperto anche il lunedì, è sia ristorante che pizzeria. Lorenzo è lo chef, Bladimir, l’artista delle pizze, che possono essere rotonde o alla pala, con gusti assortiti. Anche se non abbiamo provato tutti i piatti, non sbagliamo sicuramente a dire che la lasagna e le rosette emiliane di pasta, besciamella e prosciutto cotto, sono già diventati dei must, a pochi giorni dall’apertura.

Il nome del ristorante, che in apparenza sembrerebbe riprendere quello dei due dei proprietari, è però un tributo a un caro amico del gruppo, scomparso due anni fa, Lorenzo Giannotti. “Anche la vespa che abbiamo attaccato al muro, vuole ricordarlo – racconta Loris – Amava tantissimo girare in moto, era una persona vivace e allegra. Quando ho pensato a come sarebbe stato il locale, ho subito capito che avrei voluto che avesse la sua energia”. In effetti, si capisce subito che Lollo è uno di quei posti in cui ad essere garantita non è solo un’ottima esperienza culinaria, ma anche umana. “Siamo noi cinque, per primi, ad augurarci che i nostri clienti diventino anche amici. Roma, 6 dic. (askanews) – Ovviamente vogliamo avere un grande successo, ma il motivo principale che ci ha spinto ad aprire è quello di lavorare in un ambiente familiare, di circondarci di gente proveniente da ogni parte del mondo”, spiega ancora Loris, architetto e imprenditore edile. Anche Stefano e Davide, oltre a essere proprietari, lavorano nel ristorante. Sebbene conoscano bene New York, si sono trasferiti qui da Bolzano solo recentemente. Per loro quindi Lollo è un’avventura nell’avventura. “Alphabet City, che possiamo considerare ancora East Village, è un quartiere poco frequentato dai turisti – dice Stefano – ci sono tantissimi studenti della New York University, giovani professionisti e famiglie che vivono qui da sempre. È bello perché i clienti ritornano, diventano “regular”, si crea un legame”.

Matteo Garrone apre a New York “Italy on Screen Today”

Matteo Garrone apre a New York “Italy on Screen Today”Roma, 6 dic. (askanews) – “È un viaggio dell’eroe, l’odissea di due giovani che non scappano dalla guerra o dalla fame. Lasciano la loro terra perché sognano l’Europa vista sui social o nei video di Youtube attraverso gli schermi degli smartphone”.

A parlare è il regista Matteo Garrone, arrivato a New York per presentare Io Capitano, film che ha aperto il 4 dicembre a New York la rassegna “Italy on Screen Today”, sostenuta dal Ministero della Cultura e da tutte le istituzioni culturali italiane a NYC. Per il film di Garrone, candidato dall’Italia agli Oscar 2024 nella categoria Miglior Film Internazionale, è anche l’anteprima nella metropoli statunitense dopo la premiere americana all’AFI Film Festival di Los Angeles. ma questo film, come sottolinea lo stesso regista, riguarda speranze e drammi della emigrazione ovunque, anche negli Stati Uniti-

La storia è quella di due giovani cugini senegalesi, Seydou e Moussa, interpretati dagli attori alle prime armi Seydou Sarr (premiato al festival di Venezia) e Moustapha Fall, che mettono da parte tutti i soldi che riescono a racimolare con lavori saltuari. Non stanno male, ma aspirano a una vita migliore. “L’Europa non è affatto come la immaginate”; “Troppo pericoloso il viaggio attraverso il deserto del Sahara”. Nonostante gli avvertimenti, Seydou e Moussa decidono di partire senza dir nulla a nessuno verso quella terra che promette di realizzare i loro sogni.

Ciò che inizia come un’avventura si trasforma in estorsione, sfruttamento e morte mentre i due cugini si dirigono verso Nord attraverso il Niger e la Libia fino ai margini del Mediterraneo. Da un certo punto in poi, il viaggio è affidato a Seydou, a cui il titolo fa riferimento. Dalla sua uscita nelle sale, il film continua a riscuotere grande successo di pubblico. Al riguardo Garrone rivela: “Sto accompagnando Io Capitano in giro per il mondo e mi colpisce la reazione emotiva e forte del pubblico.

Il viaggio intrapreso da due giovani africani è raccontato come un’avventura, seppur dolorosa, ed è questo che lo ha reso accessibile a spettatori di tutte le età e di ogni convinzione politica. Ad andare in sala non sono solo coloro che hanno a cuore la sorte di essere umani che affrontano i rischi del mare per raggiungere l’Europa, ma anche chi è abituato a seguire solo le notizie e i dibattiti politici in Italia in generale”. Secondo gli ultimi dati finora nel 2023, i migranti che sono approdati sulle sue coste meridionali italiane si aggirano intorno a 151mila. Secondo i dati dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, si stima che sempre quest’anno, 1.453 siano morti o dispersi nelle acque del Mediterraneo. Io Capitano non mostra interesse nel racconto documentaristico o nel cinema verità. “Volevo mostrare una parte del viaggio che di solito non vediamo: le violenze della polizia libica e le tortura nei centri di detenzione in Libia, lo schiavismo”, spiega Garrone. “Ci inondano di dati sull’immigrazione ma dietro quei numeri, ci sono essere umani come noi. La mia intenzione era superare stereotipi e semplificazioni, su un fenomeno che tutti siamo convinti di conoscere”. Per farlo Garrone si è ispirato alla vera storia di Mamadou Kouassi, che ha partecipato alla stesura della sceneggiatura. Koussi è partito dalla Costa d’Avorio con suo cugino circa 15 anni fa. Ora vive Caserta, vicino a Napoli, in Italia, ed è un mediatore culturale tra le autorità locali e i nuovi migranti, aiutandoli a condividere le loro storie. “Come i protagonisti del mio film – continua Garrone – anche Koussi ha voluto accedere alle stesse possibilità dei suoi coetanei europei, liberi di muoversi, viaggiare all’estero senza alcuna restrizione, anche solo per seguire un sogno”. Nel contesto della crescente attenzione europea verso l’immigrazione, Io Capitano si inserisce da protagonista nel dibattito ma ne capovolge la prospettiva. “Per troppo tempo l’Occidente ha parlato di Africa al posto dell’Africa. Era necessario invertire la prospettiva, raccontare viaggi dei migranti dall’Africa all’Europa attraverso i loro occhi, permettendo al pubblico di rivivere le emozioni, le paure e le sofferenze di persone che nella narrazione ufficiale si trasformano in statistiche. Ed è solo in questo modo che si possono scuotere le coscienze e innescare un cambiamento reale. E non mi riferisco solo all’Europa, ma anche agli Stati Uniti”. Il film di Garrone arriva in un momento in cui New York fa i conti con una potente ondata migratoria proveniente soprattutto dal Venezuela e dal Centro America. “Spero che la pellicola riesca a stimolare una riflessione profonda anche nel pubblico americano, perché quella di Io, Capitano è una storia universale i cui temi interessano anche questo Paese dove tutti sono immigrati e dove la schiavitù è una ferita ancora aperta”.

Tajani: Rai, strumento per far conoscere l’Italia nel mondo

Tajani: Rai, strumento per far conoscere l’Italia nel mondoRoma, 6 dic. (askanews) – La Rai rappresenta “un modello del saper fare italiano, uno strumento per far conoscere meglio l’Italia, anche come azienda”. Lo ha detto oggi il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo alla conferenza stampa “Un mondo d’Italia”, organizzata dalla Direzione Rai offerta estero. “E’ uno strumento per tenere uniti alla madrepatria 7 milioni di italiani iscritti all’Aire”, ha aggiunto il ministro, ricordando poi che almeno 30 milioni di italiani, o di cittadini di origine italiana, vivono all’estero in questo momento.

Tajani ha ricordato che “la politica estera la fanno tutti coloro che presentano l’Italia, il prodotto italiano, la qualità italiana”. Dunque, ha sottolineato, “ci tengo molto al fatto che i risultati della Rai possano essere strumento di diplomazia italiana”. A questo proposito, il vicpresidente del Consiglio ha ricordato la necessità “di fare forse ancora di più nella collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura” e di “valorizzare questa collaborazione con il ministero degli Esteri”. Inoltre, ha insistito, “altra cosa importante è quella di poter far ascoltare la nostra lingua e far vedere immagini dell’Italia a chi potrebbe innamorarsi” del nostro Paese. In tal senso, “le trasmissioni della Rai possono essere utili”, ha aggiunto.

Di grande importanza, per il ministro, sono anche “la promozione del turismo delle radici, “che significa offrire opportunità e attirare investimenti”, e il contributo che la Rai può dare “per favorire il dialogo interreligioso”, attraverso trasmissioni capaci di “approfondire tematiche legate ad aspetti religiosi della vita del nostro Paese” anche in Stati “iperlaici come il Belgio e la Francia”. Insomma, si tratta di “un grande mosaico” e “la Rai si inserisce benissimo in questa visione dell’Italia nel mondo, che è il mio obiettivo di ministro degli Esteri”, ha detto in conclusione Tajani. “Grazie per quello che fate per far contare l’Italia nel mondo. Contate sul sostengo mio e del mio ministero. Insieme possiamo tutelare nel modo migliore l’interesse dell’Italia e farla conoscere meglio ai nostri connazionali”.

Zoppas (Ice): lavoro di squadra per consolidare made in italy nel mondo

Zoppas (Ice): lavoro di squadra per consolidare made in italy nel mondoMilano, 5 dic. (askanews) – Investimenti e lavoro di squadra per consolidare il made in Italy nel mondo. Lo ha sottolineato il presidente di Ice, Matteo Zoppas, che oggi ha partecipato alla Conferenza Nazionale dell’Export e dell’Internazionalizzazione delle Imprese, organizzata dal MAeci.

“Promuovere l’italianità è una missione per tutti noi”, ha spiegato. “In un contesto economico così complesso, fortemente influenzato dalle situazioni internazionali in essere – come il conflitto in Ucraina, e quello in Medio Oriente -, è necessario alzare l’asticella, dando vita a nuove modalità strategiche, attività di alto livello che in alcuni casi possono addirittura creare nuovi spazi di mercato. Solo per fare un esempio, in uno dei settori vitali per la nostra economia, come l’agroalimentare, stiamo sviluppando in partnership con Verona Fiere quella che sarà la più importante fiera del vino italiano negli Usa, un valore creato ex novo. Stiamo potenziando al contempo tutti i servizi dell’Agenzia a livello di efficienza e di efficacia, in modo che diventino sempre più aderenti alle reali esigenze degli imprenditori”. “Vogliamo essere parte attiva e costruttiva – ha proseguito – di quei progetti di ‘diplomazia della crescita’ che diventano ancor più fondamentali in tempi come questi: insieme a Sace, Simest, Cdp, Farnesina e Mimit stiamo facendo un grande lavoro di squadra, che sono certo porterà i suoi frutti, aiutando il Paese a consolidare la propria leadership nel mondo”.

Red/Rar

Tajani a imprenditori: all’estero alta considerazione dell’Italia

Tajani a imprenditori: all’estero alta considerazione dell’ItaliaRoma, 5 dic. (askanews) – “Al di là dei confini del nostro Paese, c’è molta più considerazione dell’Italia di quanta noi stessi ne abbiamo della nostra patria. Sfruttiamo questa considerazione per fare di più, per crescere come aziende e quindi per creare più posti di lavoro. Tutto quello che stiamo facendo, cercando di aiutarvi per farvi espandere, per farvi avere bilanci più positivi, lo facciamo non soltanto perchè guardiamo con simpatia a chi intraprende ma attraverso chi intraprende si crea lavoro e senza lavoro non c’è né libertà, né dignità per ogni cittadino italiano”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel discorso di apertura della Conferenza nazionale dell’Export e dell’Internazionalizzazione delle imprese, rivolgendosi ai rappresentanti delle industrie, presenti numerosi all’evento, che si tiene presso l’Auditorium del Parco della Musica di Roma.

Ihr

Italiani in arresto a Helsinki, Garante Testa scrive ad Ambasciata

Italiani in arresto a Helsinki, Garante Testa scrive ad AmbasciataRoma, 6 dic. (askanews) – In merito alla denuncia degli avvocati Francesco Lai e Ivano Lai riguardante la detenzione da circa un mese e mezzo di due giovani sardi, Nicola Ruiu di 24 anni e Edmondo Casula di 39, di Dorgali, rinchiusi nelle carceri della Finlandia, a cui non viene concesso di poter comunicare con i loro avvocati in Italia e neppure conoscere il capo di imputazione, la garante regionale delle persone private della libertà personale della Sardegna, Irene Testa, ha scritto all’ambasciata italiana in Finlandia per chiedere conto delle condizioni di detenzione dei reclusi e le ragioni del perché viene negato il diritto alla difesa dei giovani. Lo ha reso noto la stessa Garante, che ha inoltre informato il ministero degli Esteri.

Ad Ambasciata Italia a Bucarest riunione con ong italiane

Ad Ambasciata Italia a Bucarest riunione con ong italianeRoma, 5 dic. (askanews) – L’ambasciatore d’Italia a Bucarest Alfredo Durante Mangoni ha ospitato ieri la tradizionale riunione annuale con i rappresentanti delle associazioni e delle ONG italiane attive in Romania. All’incontro ha partecipato, in rappresentanza della ministra romena della Famiglia, della Gioventù e delle Pari Opportunità, Natalia-Elena Intotero, il Presidente dell’Autorità nazionale per la Protezione dei Diritti dei Bambini e le Adozione, Segretario di Stato Rares Petru Achiriloaie. Presente anche la Rappresentante di UNICEF Romania, Anna Riatti.

Dopo i saluti dell’Ambasciatore e del Segretario di Stato Achiriloaie, il giro di tavolo ha permesso alle associazioni rappresentate di condividere valutazioni sulla propria attività, sui risultati ottenuti e sulle criticità che talvolta ne condizionano l’operato. Tra i temi emersi nel corso della discussione: il pacchetto di riforma dell’assistenza sociale, all’esame del Parlamento dopo l’approvazione del Governo romeno; l’assistenza e i servizi sociali ed educativi per famiglie e persone in difficoltà, bambini abbandonati, tossicodipendenti; l’applicazione della normativa sulla de-istituzionalizzazione e il suo impatto sulle residenze per anziani e per adulti e ragazzi con disabilità; la protezione degli animali e la tutela della loro dignità e del loro benessere.

Nelle parole dell’Ambasciatore Durante Mangoni, “questo appuntamento che rinnoviamo ogni anno vuole essere una manifestazione di sostegno al terzo settore italiano in Romania, capace con i suoi sforzi di mitigare situazioni di difficoltà, disagio e sofferenza e, nel far ciò, di rafforzare le relazioni di partenariato tra i nostri due Paesi. Vogliamo che quello alle associazioni italiane divenga un sostegno di sistema, ossia che veda protagoniste sempre di più tutte le articolazioni italiane, pubbliche e private, che operano sul territorio di Romania. La partecipazione del Ministero della Famiglia e della Rappresentante di UNICEF Romania testimonia anche la volontà di attivare sinergie in quest’ambito con Governo romeno e sistema delle Nazioni Unite. L’impegno di sensibilizzazione dell’Ambasciata proseguirà con un evento dedicato alla de-istituzionalizzazione e alle famiglie affidatarie di minori, che organizzeremo l’anno prossimo, per attivare lo scambio di buone pratiche”.

SUSTANAIB-ITALY, evento green dell’Italia per la cop28

SUSTANAIB-ITALY, evento green dell’Italia per la cop28Roma, 4 dic. (askanews) – L’Italia, riferisce l’agenzia emiratina Wam, organizzerà un evento intitolato “Sustainab-ITALY” che presenterà le sue tecnologie e innovazioni sostenibili all’avanguardia alla COP28.

L’Italian Trade Agency (ITA), sostenuta dalla sua ambasciata e consolato a Dubai, ospita l’evento dalle 13:30 alle 15:00 il 6 dicembre presso il padiglione Blue Zone. L’Italia presenterà le sue scoperte nel campo delle energie rinnovabili, della gestione dei rifiuti, dell’edilizia sostenibile e della collaborazione con le piccole e medie imprese (PMI). Nel 2022, l’Italia si è classificata al 6° posto nella fornitura di componenti di energia rinnovabile agli Emirati Arabi Uniti, incassando ben 134 milioni di euro. Quest’anno, lo slancio non ha subito rallentamenti, con esportazioni che hanno superato i 90 milioni di euro solo nel primo semestre – un aumento del 51% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’Italia vanta ora la quarta quota maggiore del mercato dei componenti di energia rinnovabile degli Emirati Arabi Uniti.

“L’Italia è orgogliosa di essere pioniera nella transizione verde globale”, dichiara Lorenzo Fanara, ambasciatore italiano negli Emirati Arabi Uniti. “Le fonti rinnovabili, il riciclaggio dei rifiuti e le soluzioni a base di idrogeno sono le nostre principali aree di interesse. Entro il 2040 puntiamo al 40% di energie rinnovabili, sfruttando la nostra posizione di quarto riciclatore di rifiuti al mondo e leader in Europa. Sustainab-ITALY è la nostra piattaforma per mostrare l’eccellenza italiana, promuovere tecnologia all’avanguardia e condividere le migliori pratiche. La nostra forte partnership con gli Emirati Arabi Uniti, guidata da obiettivi condivisi, esemplifica il nostro impegno nel guidare la transizione verde, affrontare le sfide ambientali e promuovere la sostenibilità globale. Lorenzo Galanti, direttore generale dell’ITA, fa eco a questo sentimento: “L’Italia rimane leader dell’economia circolare in Europa, investendo oltre 2 miliardi di euro in energie rinnovabili efficienti e infrastrutture per la gestione dei rifiuti. Nel 2022, abbiamo esportato 65,5 miliardi di euro di tecnologie verdi, un valore notevole aumento del 12,7% su base annua. Questa tendenza continua nel 2023, con le esportazioni di beni ambientali che raggiungono i 40,5 miliardi di euro nei primi sette mesi: una solida crescita del 7,6%.

Il primo panel presenta gli approfondimenti degli esperti di ANIE, Confindustria Cisambiente, MAPEI e ANIMA su energie rinnovabili, gestione dei rifiuti, edilizia sostenibile e soluzioni a idrogeno. Il secondo panel evidenzia le collaborazioni di successo tra aziende italiane e partner come BEEAH, Magaldi Green Energy, Ecolibri’ e SACE.

Andrea Savorani Neri, la fotografia come “esperienza”

Andrea Savorani Neri, la fotografia come “esperienza”Roma, 4 dic. (askanews) – La fotografia come scelta politica e cultura, e come ‘esperienza’. Il fotografo italiano Andrea Savorani Neri ha concesso una lunga intervista alla rivista tedesca The Game Magarine in cui fà il punto sulla sua carriera e sul senso della fotografia oggi.

Incontrando il fotografo IMAGO Andrea Savorani Neri, The Game Magazine approfondisce la narrazione della sua carriera che lo ha portato attraverso paesaggi ed esperienze culturali variegate. In questa intervista Andrea condivide le lezioni apprese nel suo viaggio visivo, plasmando la sua prospettiva unica in cui la responsabilità ambientale e la ricerca artistica vanno di pari passo nel settore della fotografia. L’intervista è sponsorizzata da MPB, la più grande piattaforma per l’acquisto, lo scambio e la vendita di fotocamere e apparecchiature video usate.

Fin dai suoi primi ricordi, il fascino di Andrea per la fotografia è stato un aspetto determinante della sua vita. Questo viaggio è iniziato nei suoi anni formativi, plasmati dalle esplorazioni con suo nonno. Con una macchina fotografica in mano, ha imparato a vedere la vita attraverso un obiettivo, capendo che ogni fotografia e video era più di una semplice immagine: era una narrazione in sé. Questa precoce realizzazione ha scatenato una passione che durerà tutta la vita: la narrazione visiva è diventata il suo linguaggio e ha colto l’opportunità di trasformare questa passione in una illustre carriera. Nel corso della sua carriera, Andrea è stato un attento osservatore dell’evoluzione della tecnologia fotografica. ‘Il cambiamento più grande a cui abbiamo assistito nella fotografia negli ultimi decenni è l’avvento di un’era in cui quantità e velocità sono le norme’, riflette. Questa trasformazione tecnologica, unita al suo vasto lavoro come giornalista e fotoreporter in diverse regioni, ha approfondito la sua visione degli argomenti che documenta. Spinto dalle preoccupazioni ambientali, Andrea crede che “la questione ambientale sia in prima linea, la sfida centrale della nostra epoca” e vede la fotografia documentaria come un mezzo cruciale per evidenziare queste sfide.

Andrea estende il suo impegno oltre le narrazioni che crea nella sua ricerca per proteggere l’ambiente. La sua filosofia è sostenuta da un approccio sostenibile al suo mestiere, dando priorità all’uso di attrezzature di seconda mano di alta qualità. Spiega: ‘Ripensando ai miei anni da fotografo, stimo che almeno il 50% delle mie attrezzature acquistate fossero di seconda mano’. Questa decisione riflette non solo una scelta economica ma uno sforzo consapevole per ridurre l’impatto ambientale del suo lavoro. Forte della sua vasta esperienza, Andrea offre saggi consigli ai fotografi emergenti in questa intervista. Li incoraggia a essere consapevoli del proprio impatto ambientale e a considerare i vantaggi del mercato delle attrezzature di seconda mano. Andrea, hai lavorato in varie regioni come giornalista, fotografo e documentarista nel settore della fotografia e della videografia. Cosa ti ha spinto inizialmente a intraprendere questa carriera?

La mia passione per le immagini, e in particolare per la fotografia, si è sviluppata fin dalla tenera età, molto prima che comprendessi appieno il mondo. Mio nonno Alessandro, medico con la passione per la fotografia e la ripresa video, mi ha influenzato moltissimo. Insieme a mio padre Stefano sono cresciuto abituato a registrare visivamente tutto ciò che mi circondava. Solo più tardi, concentrandomi maggiormente sull’uso del linguaggio, ho capito che le immagini potevano trasmettere significati condivisi e, cosa ancora più importante, fornire uno straordinario livello di comprensione della realtà. Questa realizzazione ha acceso il mio desiderio di rendere questa pratica una parte centrale della mia vita. La prima volta che ho scattato sistematicamente fotografie per scopi professionali è stato più di 20 anni fa durante un soggiorno di sette mesi in Russia, dove ho scattato immagini per un editore italiano di libri di viaggio. Ripensando a quel momento, quando ho viaggiato in diversi luoghi della Russia occidentale e dell’Ucraina, penso di aver collegato la curiosità, che è la principale forza trainante nella vita, alla pratica della registrazione fotografica. Hai una forte attenzione alle questioni culturali e politiche. Perché questi argomenti specifici? La tua domanda mi consente di evidenziare le diverse pratiche e scopi racchiusi nella “fotografia”. Il termine “cultura” è altrettanto ampio, ma descrive adeguatamente come alcuni approcci fotografici mirano ad approfondire la nostra comprensione dei fenomeni sociali, dell’impatto umano e degli effetti ambientali. Questo aspetto della fotografia, che include la cattura di ritratti o paesaggi che rivelano strati di riflessione, mi è profondamente congeniale. Ad esempio, i miei anni di ricerca sull’energia nucleare mostrano come le attività umane abbiano ampie conseguenze sociali, ambientali, territoriali, economiche e politiche. Per quanto riguarda il secondo punto, fotografare la politica rientra nell’uso della fotografia da parte dell’industria dell’informazione. La zona, Parigi, dove lavoro principalmente, è particolarmente coinvolgente a causa dell’intersezione della città tra questioni nazionali e internazionali. Seguire gli eventi politici in Francia non è solo stimolante ma anche “attraente”, dato il crescente interesse da parte di giornali e media. Hai iniziato la tua carriera quando la fotografia stava subendo cambiamenti significativi con la rivoluzione digitale. Come pensi che sia diverso il campo adesso rispetto a quel tempo? Potresti fare un paragone tra lo stato della fotografia allora e quello attuale? Il viaggio in Russia di cui ho parlato prima ha segnato la mia prima esperienza con l’uso di una macchina fotografica digitale. Era una Olympus C-2000, un compromesso tra il mio budget limitato e la necessità di fornire all’editore foto senza sviluppo e stampa analogica. Confrontare la qualità delle fotocamere digitali di allora con quella di oggi è come discutere di fisica quantistica con Pitagora. Tuttavia, il mio legame con la fotografia digitale è complesso. I miei mentori durante la mia formazione fotografica professionale, come Guido Guidi, Lewis Baltz e Gerry Johansson, erano tutti legati all’era analogica e non avevano alcun coinvolgimento con quello che è comunemente noto come ‘fotogiornalismo’, e ancor meno con la fotografia digitale. Per rispondere a questa domanda, è importante ricordare che la fotografia può assumere molte forme diverse. Il fattore chiave è lo scopo dietro il lavoro di un fotografo. Per chi lavorava nel campo dell’informazione era abbastanza chiaro che l’era analogica aveva iniziato il suo declino più di vent’anni fa. Era un periodo in cui non lavoravo ancora stabilmente nelle agenzie di stampa o nel mondo dell’informazione. Se spostiamo la nostra attenzione sulla fotografia documentaristica, credo che anche l’utilizzo di strumenti “anacronistici” e antichi possa assolutamente far parte del linguaggio che ogni fotografo sceglie. Questo perché l’obiettivo qui non è raggiungere un livello più elevato di definizione e dettaglio dell’immagine, come potresti trovare nella pubblicità, ma piuttosto costruire un segno stilistico unico, una “firma” personale. In conclusione, direi che il cambiamento più grande a cui abbiamo assistito nella fotografia negli ultimi decenni è l’avvento di un’era in cui quantità e velocità sono le norme. Oggi una fotocamera mirrorless può scattare 120 fotogrammi al secondo. Al contrario, con una fotocamera di grande formato, come quella che utilizzo per i miei progetti a lungo termine, catturi solo un’immagine su una pellicola e poi devi caricare una nuova pellicola. Questa differenza tecnica racchiude l’intera evoluzione del mezzo fotografico e ha implicazioni significative sul modo in cui viene concepito uno scatto fotografico. Per quanto mi riguarda, mi sforzo di pensare in modo analogico anche quando, per ovvi motivi professionali, utilizzo una fotocamera digitale. Il settore della fotografia è in continua evoluzione. Come possono i fotografi rimanere rilevanti e adattarsi ai cambiamenti nella tecnologia e nel consumo dei media? La storia della fotografia è profondamente intrecciata con la democratizzazione e la divulgazione del mezzo: gli strumenti stanno diventando sempre più user-friendly e accessibili a tutti. Oggi abbiamo raggiunto il culmine di questo processo. Quasi tutti portano in tasca un apparecchio in grado di produrre immagini tecnicamente impeccabili, dove “impeccabile” significa essenzialmente messa a fuoco ed esposizione corrette. Tuttavia, il mercato delle attrezzature professionali è estremamente costoso e quindi accessibile solo a chi ha il sostegno di un’azienda disposta a investire in un singolo fotografo.