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Italia-Giappone, Banda Carabinieri rende omaggio a Santuario Kamigamo

Italia-Giappone, Banda Carabinieri rende omaggio a Santuario KamigamoRoma, 15 apr. (askanews) – A 55 anni dall’esibizione della Banda dell’Arma dei Carabinieri all’Expo di Osaka del 1970, torna protagonista delle giornate inaugurali del Padiglione Italia a Expo 2025. Dopo i concerti tenuti in occasione della cerimonia di apertura e dello svelamento delle torce olimpiche di Milano Cortina 2026, la Banda dei Carabinieri rende omaggio al Giappone con una esibizione d’eccezione al Santuario shintoista di Kamigamo a Kyoto, uno dei luoghi più antichi e sacri del Giappone. Il santuario è patrimonio UNESCO.


L’evento ha unito solennità militare e spiritualità giapponese, aprendo con i rituali di purificazione guidati dal gran sacerdote Guji Takai: prima la kyome mizu, lavaggio simbolico delle mani, poi l’oharai, cerimonia tradizionale shintoista. La delegazione italiana ha preso parte al momento di preghiera seguendo il rito previsto: due inchini, due battiti di mani, un inchino. Un gesto di rispetto profondo che ha dato il tono a un incontro dal forte valore simbolico. Nel giardino del santuario, incorniciato dalla fioritura dei sakura shidare, la Banda ha intonato il Kimigayo, inno nazionale giapponese, seguito da quello italiano e dalla Marcia trionfale dell’Aida. Il pubblico, disposto anche sul prato, ha seguito con partecipazione. Il colonnello ha aperto il concerto presentando con orgoglio l’Arma dei Carabinieri.


Tra i momenti più apprezzati, il gesto del maestro che ha preso in braccio un bambino durante l’esecuzione. Quando ha iniziato a piovigginare, il gran sacerdote ha interpretato la pioggia come un segno positivo: lacrime di gioia da parte della divinità del santuario, toccata dall’atmosfera dell’evento. La cerimonia si è conclusa con la donazione di una targa raffigurante la Madonna e il motto dell’Arma, consegnata come segno di amicizia tra le due culture. L’ingresso e l’uscita della Banda in marcia hanno lasciato un’impronta scenografica forte, rafforzata anche dalla presenza di visitatori occasionali attratti dal suono.

Quando la zia è più famosa di Mick Jagger: storie italiane dal Perù

Quando la zia è più famosa di Mick Jagger: storie italiane dal PerùMilano, 14 apr. (askanews) – (di Cristina Giuliano) “La mia famiglia non ha mai smesso di essere italiana: il bisnonno, mio nonno, loro parlavano in italiano e avevano il doppio passaporto; ed io che ho sposato un italiano, pur essendo nata in Perù avevo già i miei documenti prima del matrimonio, il mio passaporto italiano”. A parlare con askanews è Rosa Elena Polastri, artista che oggi risiede a Milano dove ha partecipato in questi giorni di Design Week alla collettiva Milano-Lima II “The colors of the light in art and architecture”, (Exhibition of Architecture and Art, between Perù and Europe). Polastri è un cognome che ‘suona’ a Lima, una dinastia di artisti e non solo: una famiglia che al suo interno contiene uno dei fondatori del primo Partito socialista peruviano (Remo Polastri) e anche una vera star della tv, Yola Polastri: quella stessa che Mick Jagger incontrò nella hall di un hotel a Iquitos, nell’Amazzonia peruviana e che avvicinò, incuriosito di sapere chi fosse quella donna a cui la gente continuava a chiedere autografi (mentre nessuno li chiedeva a lui).


L’aneddoto del leader dei Rolling Stones è passato alla storia, immortalato in una foto che Rosa Elena Polastri ci mostra dal cellulare ed “è stato più volte ricordato lo scorso anno in Perù, quando Yola ci ha lasciati”, spiega Rosa Elena. “Lo stesso Jagger lo ha menzionato nella sua autobiografia”, aggiunge divertita da quella selva di destini incrociati che è la sua famiglia, in quel Perù, immortalato così bene da Mario Vargas Llosa, uno dei più grandi scrittori della nostra epoca che ci ha lasciato proprio in queste ore. Un Perù che acquista una forte impronta italiana nelle storie di famiglia che la stessa Rosa Elena Polastri ha ricostruito e sta ricostruendo. Quindi si parlava italiano in famiglia?, le chiediamo. “Mio papà lo parlava, mio nonno lo parlava e tutti lo parlavano tra italiani; si sposavano tra italiani. Tanto è vero che a Lima c’è un quartiere che si chiama La Vittoria, e questo quartiere era un quartiere milanese, perché c’era gente che veniva dal nord Italia; c’erano le case di ringhiera, davvero. Mia mamma le chiamava case con un solo bagno, perché su ogni piano c’era un bagno per tutti, proprio come le case di ringhiera di Milano. Io l’ho scoperto dopo, quando sono arrivata qua. Per me erano cose antiche, racconti dei nonni, però erano una realtà che poi ho rincontrato per le strade del capoluogo meneghino”.


Le origini di Rosa Elena Polastri – ci racconta – sono dal vercellese, da Genova e da Firenze. “Soprattutto in Perù l’immigrazione è arrivata dal nord (Italia), mentre in Argentina c’è un’immigrazione del sud, da dove arrivava la mano d’opera. In Perù invece approdavano molti italiani con capitali per costruire, per fare cose”. Il trisavolo di Rosa Elena si chiamava Romeo Polastri, sposato con la fiorentina Maria Bianchi: “aveva la sua nave personale, andava e tornava dall’Italia, aveva i suoi impiegati, era ricco”. Una vita in viaggio d’affari, tra San Francisco, Panama, Vercelli e Firenze. Una vita rocambolesca, in un mondo che all’epoca era davvero violento e pericoloso. “Alla fine dell’Ottocento arrivarono in Perù, con moglie e figli. Tanto è vero che il mio bisavolo è nato nel 1869. Ventenne si è sposato con una ragazza peruviana, morta poco dopo. E dopo dieci anni, si è risposato con un’altra signora, figlia di italiani. Il cognome era Emanuelli Guassotti, italianissimo. Lei nata in Perù, era figlia di italiani. Questa è la mia bisavola”. La preponderanza di artisti in famiglia è evidente. “Il mio bisavolo (Romolo), suo fratello (Remo), che era il nonno di Yola Polastri facevano i pittori. Uno faceva i fondali, l’altro gli angioletti. Comunque entrambi erano artisti. Avevano studiato a Firenze, dove la loro mamma li aveva tenuti prima di trasferirsi. Il terzo fratello, andato a vivere in Equador, invece era fotografo”. Remo poi “diventa politico, frequenta i più importanti salotti di Lima ed è tra i fondatori del primo partito socialista peruviano”.


I racconti di Rosa Elena Polastri si dipanano nel tempo e arrivano sino a quando i suoi genitori si incontrano per la prima volta: suo papà, Carlos Humberto Polastri Da Silva, conosce sua mamma a una “festa di quartiere alla Vittoria, perché entrambi vivevano” nel quartiere italiano. “Moltissimi italiani vivevano lì, erano figli di italiani ma nati lì, per cui si sentivano peruviani, ma orgogliosissimi dell’origine europea”, spiega. “Mia mamma era Hilda Matilde Ramirez Riofrio. Era metà italiana e metà spagnola”, sottolinea. “E Riofrio è un altro cognome con una storia a Lima”, aggiunge. Insomma davvero tanta storia e tanta arte nel Dna e in famiglia. Non soltanto una zia più popolare dei Rolling Stones in Sud America, “talmente popolare che ne hanno fatto anche una Yola, una barbie, insomma una bambola a New York”. Ma soprattutto le origini italiane, che hanno sempre avuto un’impronta forte nella vita di Rosa Elena Polastri. “Italianità è una parola che per me vale tanto. Quando io mi sono presentata all’università, la prima cosa che mi hanno chiesto, è stata se io avevo origini italiane, se avevo qualche parente pittore. Ho detto di sì. Penso che sia stato decisivo per farmi ammettere. Essere italiana ed essere un’artista era una marcia in più ed è una cosa che sento. Per me era come un mio dovere fare la pittrice, non so come spiegarlo, perché fin da piccolina, da quando avevo tre anni, sapevo già disegnare. E la mia capacità artistica è una specie di sinonimo della mia italianità. O almeno, io la vivo così”.

Usa, giovani italiani protagonisti di un nuovo dialogo transatlantico

Usa, giovani italiani protagonisti di un nuovo dialogo transatlanticoNew York, 10 apr. (askanews) – In un momento in cui gli equilibri geopolitici e istituzionali si stanno profondamente trasformando, si terrà dall’11 al 13 aprile 2025 presso la Columbia University la prima edizione americana dell’Italian Symposium “United for Progress”.


L’iniziativa, concepita da studenti italiani all’estero, si propone come una piattaforma di dialogo strutturato tra Italia e Stati Uniti, per affrontare in modo critico e propositivo i grandi temi della nostra epoca: dalle relazioni transatlantiche alla finanza globale, fino all’innovazione e alla sostenibilità. Tre giornate tematiche vedranno il contributo di oltre venti ospiti di rilievo tra cui l’Ambasciatore Maurizio Massari (ONU), Francesca Rossi (IBM), Francesca Cornelli (Dean, Kellogg School of Management), Marco Argenti (CIO Goldman Sachs, James Fontanella-Khan (Financial Times), Gianni Riotta e Andrea Valeri (Blackstone). Alla guida del progetto vi sono Tobias Luciano Benetton, studente di Matematica Applicata e Fisica presso la Brown University, e Angelika Maria Lattanzio, studentessa in Management Science alla Yale University, affiancati da un team di studenti provenienti da oltre 15 atenei, con il sostegno della rete United Italian Societies, che riunisce 11.000 studenti italiani in 8 Paesi.


Un primo risultato concreto è la nascita della United for Progress – UIS USA Fellowship. Lanciata nel 2025, la Fellowship ha ricevuto oltre 450 candidature in soli cinque giorni, a testimonianza del forte interesse e del talento emergente tra i giovani italiani. Il programma ha offerto finanziamento completo per partecipare al Symposium a un candidato selezionato per merito accademico, impegno civico e potenziale internazionale. Il primo vincitore è Glauco Rampone, studente di Statistica e Matematica all’Università di Bologna, originario di Benevento. Sarà ufficialmente premiato durante una cerimonia presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York, alla presenza del Console Generale Fabrizio Di Michele e del Presidente della National Italian American Foundation, Robert Allegrini. Il simposio vede come principale sponsor lo studio legale Tarter, Krinsky & Drogin ed è supportato dai partner Lattanzio Kibs, Eataly, De Longhi, Gomry, 2100 Ventures, Gruppo Esponenti Italiani (GEI).

Cittadinanza, Co.As.It Melbourne: rischio esclusione di generazioni

Cittadinanza, Co.As.It Melbourne: rischio esclusione di generazioniMelbourne, 3 apr. (askanews) – Il decreto sulla riforma della cittadinanza italiana rischia di “escludere intere generazioni di discendenti di italiani all’estero, che da decenni alimentano con affetto, cultura e partecipazione il legame con l’Italia” mentre manca un “meccanismo transitorio chiaro e garantista per le pratiche in corso”. Lo afferma Marco Fedi, Ceo del Co.As.It, Comitato per l’assistenza degli italiani di Melbourne ed ex parlamentare italiano eletto all’estero.


Fedi auspica che in vista della conversione in legge del decreto si svolga una “fase strutturata di consultazione, che coinvolga le comunità italiane all’estero e le loro rappresentanze associative, gli esperti di diritto costituzionale e internazionale, gli operatori consolari e i patronati che quotidianamente accompagnano i cittadini nel percorso di riconoscimento”. “Auspichiamo che questa riflessione sia condotta in modo inclusivo e rispettoso della pluralità delle situazioni”, afferma Fedi, che esprime “apprezzamento per la scelta adottata da numerosi Consolati, di sospendere temporaneamente il trattamento delle pratiche di cittadinanza a tutela della trasparenza amministrativa e dei diritti degli utenti”.


Il numero uno del Co.As.It rende infine omaggio “al lavoro costante e spesso silenzioso dei Consolati italiani nel mondo, che – anche in condizioni di sotto-organico e alta pressione – continuano a garantire, con professionalità e spirito di servizio, l’accesso ai diritti e ai servizi essenziali per gli italiani all’estero. In un momento così delicato, abbiamo bisogno di scelte ponderate, di ascolto reciproco e di un dialogo responsabile che metta al centro l’unità della comunità italiana globale, nel rispetto della nostra storia e dei valori costituzionali”.

Intercomites Germania: pensionati all’estero penalizzati da finanziaria

Intercomites Germania: pensionati all’estero penalizzati da finanziariaRoma, 20 feb. (askanews) – “Da quest’anno, se sei residente all’estero e hai una pensione italiana maggiore di 603 euro al mese, non hai diritto alla rivalutazione automatica! Sì, hai capito bene, niente adeguamento all’aumento del costo della vita e di conseguenza il tuo potere d’acquisto si ridurrà, per legge”: la denuncia arriva dall’Intercomites Germania, che ribadisce come “il comma 180 della legge 207/2024, la finanziaria, lo dice chiaro: ‘In via eccezionale, per l’anno 2025, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici,

Tre giorni nel segno della speranza: il festival New York Encounter

Tre giorni nel segno della speranza: il festival New York EncounterNew York, 4 feb. (askanews) – Una tre giorni che, ogni anno, porta nel cuore di New York City la possibilità di incontrarsi, dialogare e scoprire nuovi percorsi, nel segno della speranza. Il 14 febbraio si apre una nuova edizione, la 17esima, di New York Encounter, che comprende mostre, spettacoli, performance, convegni e incontri per riconnettere tra loro le persone.


A guidare il progetto c’è un italiano d’America, Riro Maniscalco, presidente del New York Encounter, a cui abbiamo chiesto cosa si aspetta da questa nuova edizione: “Vorrei – ci ha risposto dalla sua casa in Minnesota – che succedesse un punto di certezza, cioè che la speranza che tutta questa vita frammentata e soprattutto in questi anni di vita sociale molto turbolenta negli Stati Uniti d’America, che tutto imbocchi una strada in cui la possibilità della convivenza e del reciproco arricchimento attraverso la diversità, attraverso la differenza di idee, di opinioni, eccetera, è possibile”. Non si tratta quindi di indicare strade alternative, ma, in qualche misura, di mostrare che queste sono già qui e sono legate alle persone. “Questa speranza – ha aggiunto l’organizzatore – ha già una carne, ha già una consistenza, ha dei volti umani, ha delle storie in questo mondo, quindi ha una credibilità e una percorribilità”.


L’evento ha una forte connotazione di spiritualità e religiosità ed è frequentato anche da vescovi e cardinali, con uno spirito che parte dal tema dell’accoglienza. “New York Encounter, oserei dire – ha concluso Maniscalco – è cattolico nel senso vero della parola, cioè universale: è una casa che apre la porta a tutti i viandanti. Quest’anno abbiamo preso spunto da Dante, dalla ‘Vita nuova’ di Dante, ‘Here begins a new life’, qui comincia una vita nuova. E all’Encounter può comincia una vita nuova, perché c’è la possibilità di scoprire magari un percorso che non si conosceva”. Il festival si tiene dal 14 al 16 febbraio al Metropolitan Pavillion a Midtown a New York.

A Berlino Riunione Coordinamento Consolare, focus su istruzione

A Berlino Riunione Coordinamento Consolare, focus su istruzioneRoma, 26 nov. (askanews) – Si è svolta sabato 16 novembre presso l’Ambasciata italiana a Berlino l’annuale riunione di coordinamento consolare alla quale hanno partecipato i rappresentanti della collettività, i membri CGIE eletti in Germania, le/i Presidenti dei Comites, i Capi degli Uffici consolari e i Dirigenti scolastici.


Alla presenza dell’Ambasciatore Armando Varricchio, dei Consoli e dei Dirigenti scolastici della Germania si è discusso dei servizi consolari, della promozione della lingua italiana e della situazione degli enti gestori, Comites e progetti a favore della collettività. La comunità italiana in Germania, con 909.338 residenti AIRE al 30 settembre 2024 risulta la seconda al mondo. È una comunità giovane, mobile e in continua crescita e la prima per numero di nati da italiani residenti all’estero (Rapporto Migrantes 2024), perciò i servizi e la lingua italiana risultano fattori sempre più importanti.


In Germania l’intervento scolastico culturale rischia di diventare perdente rispetto al resto del mondo. Non si tratta solo di risorse ma anche di come queste vengono erogate e utilizzate: le tempistiche e le modalità dell’erogazione delle risorse devono cambiare e sostenere gli enti gestori, alcuni dei quali sono a rischio chiusura entro il prossimo anno. La promozione della lingua italiana non serve solo a mantenere i contatti con la madrepatria ma è anche un elemento identitario e, pertanto se i figli degli italiani e delle coppie miste ricevono un supporto attraverso la lingua sviluppano anche un’identità sociale più forte. La rete scolastica è l’elemento più capillare all’interno della comunità. Il mantenimento dell’identità sociale per la terza e quarta generazione è molto importante perché non si verifichino sbandamenti e situazioni di conflitto sociale. Alla base della politica scolastica deve esserci un pensiero e un progetto e su questo deve concentrarsi la promozione del Sistema Italia, alla quale devono poter partecipare attivamente anche i rappresentanti della collettività italiana, Comites e Consiglieri CGIE eletti in Germania. Considerata l’attuale situazione, si ritiene importante e necessaria l’istituzione, a breve, di un tavolo di lavoro sulla lingua italiana in Germania che deve avvenire con il forte sostegno dell’Ambasciata. Durante la riunione sono stati presentati due importanti progetti in favore della collettività italiana. L’Ambasciata ha presentato un progetto volto a semplificare il linguaggio utilizzato nell’informativa all’utenza sui servizi consolari.


Richiesta fatta dall’Intercomites Germania in diverse riunioni per garantire ai connazionali l’utilizzo della lingua semplificata sui siti della rete consolare, sulla base di quanto viene fatto dall’amministrazione pubblica tedesca. Deve essere garantita a tutte/i la possibilità di comprendere quanto scritto dalla nostra amministrazione, semplificando così l’accesso alle informazioni. Il progetto vedrà coinvolte tre classi di alcune scuole bilingui italo-tedesche con lezioni frontali e attività laboratoriali di scrittura chiara. La presentazione finale dei lavori di gruppo verrà fatta con la partecipazione degli operatori consolari della rete in Germania.


L’Intercomites Germania ha presentato il progetto di aggiornamento della Guida “Primi Passi in Germania” cui partecipano tutti i Comites della Germania. La Guida aggiornata sarà disponibile all’inizio del 2025 e sarà resa disponibile in formato digitale, con la possibilità per i singoli Comites, qualora lo ritenessero opportuno, di commissionare delle copie cartacee. È stato confermato il miglioramento della situazione dei servizi consolari, i dati presentati durante la riunione dimostrano il forte aumento dei documenti rilasciati, dal totale di 66.112 passaporti e CIE rilasciati nel 2019 a 106.068 nel 2023. Si è ribadita la necessità per i Comites di ricevere un finanziamento adeguato alle spese (a tutti i Comites deve essere garantita la copertura delle spese di gestione) e con delle tempistiche più veloci per non creare situazioni di forte sofferenza, dando la possibilità di effettuare una programmazione dei lavori, diversamente il rischio è la paralisi delle attività. Si è parlato, tra i tanti punti, anche dei preparativi per il 2025 per celebrare i 70 anni dell’accordo italo-tedesco per il reclutamento e il collocamento della manodopera italiana nella Repubblica federale tedesca (1955). Diverse le iniziative in progetto che coinvolgeranno Consolati, IIC, Comites e Associazioni varie. Con l’occasione è stato salutato e ringraziato l’Ambasciatore Armando Varricchio che presto lascerà la sede di Berlino.

La cucina sarda di scena a Londra con chef e influencer inglesi

La cucina sarda di scena a Londra con chef e influencer inglesiRoma, 14 nov. (askanews) – La Sardegna e la sua cucina raccontata da una giovane chef inglese che nell’Isola ha deciso di vivere protagoniste della seconda serata per la IX edizione della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo all’Istituto di Cultura di Londra diretto da Francesco Bongarrà. Letitia Clark, che ha fatto della Sardegna la sua casa ha dedicato all’arte culinaria della sua terra adottiva ben tre libri di ricette: l’ultimo si intitola “Wild Figs and Fennel”.


“La Sardegna è un luogo unico, particolarissimo – ha osservato la Clark – che ha mantenuto praticamente intatta la propria indentità e le sue tradizioni, anche culinarie. L’amore per il cibo sardo – ha continuato, parlando ad una sala gremita, con una nutrita rappresentanza Sarda, a partire dall’imprenditore Nichi Grauso – inizia dalla spesa: dalla scelta degli ingredienti, assolutamente di stagione, fatta in piccoli negozi di alimentari e dai produttori locali. Nulla di più diverso dalla fredda atmosfera che caratterizza, soprattutto nel Regno Unito, i grandi supermercati”. “Bisogna essere ispirati per cucinare bene, con passione e amore”, ha rilevato Bee Wilson, scrittrice e giornalista, autrice di libri di cucina e della rubrica Table Talk del Wall Street Journal. “La buona cucina è un viaggio nei sensi. Anche quando non mi trovo in Italia, cerco ispirazione, per esempio quando sono a casa mia, a Cambridge, preferisco fare la spesa al mercato per trovare le delizie di stagione”.


Ma come tradurre il sentimento, l’emozione, I profumi e l’amore per la cucina nelle ricette? Quel famoso “quanto basta”, per un ingrediente, o l’espressione “fare a occhio” per la preparazione di una ricetta? Letitia Clark scrive una presentazione per ogni ricetta, spiegandone la tradizione, e cercando di trasmettere al lettore la passione per la Sardegna e per i suoi prodotti tipici. Vicky Bennison, creatrice del progetto Pasta Grannies – una serie di video di donne che ancora preparano la pasta a mano, tradizione che ancora sopravvive in posti come la Sardegna- preferisce filmare le ricette mentre vengono realizzate. “E’ una sensazione magnifica. Queste meravigliose donne sarde – ha aggiunto – ti accolgono nella loro casa, si fanno filmare mentre preparano per esempio i buonissimi malloreddus, e poi ti invitano a mangiarli con loro. Ogni volta si fa festa!”. Anche senza strumenti sofisticati: “basta un coltello affilato e magari uno dei famosi cesti sardi, che sull’isola si usano per tutto, dalla spesa alla preparazione appunto della pasta”. “L’Italia, e la sua cucina – ha concluso – son come l’amore: non se ne ha mai abbastanza”.

Italia protagonista a Varsavia alla Fiera Rebuild Ukraine

Italia protagonista a Varsavia alla Fiera Rebuild UkraineVarsavia, 14 nov. (askanews) – Si è aperta il 13 novembre, presso la struttura Expo XXI di Varsavia, la fiera “Rebuild Ukraine”, evento collettivo organizzato con il supporto delle autorità ucraine e polacche, dedicato alle prospettive di ricostruzione dell’Ucraina nel medio e lungo periodo. La presenza italiana si caratterizza non solo per l’ampio padiglione istituzionale, realizzato dall’Agenzia ICE, in coordinamento con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ma anche per l’incontro propedeutico svoltosi stamattina all’Ambasciata d’Italia in Polonia.


“L’Italia sta giocando un ruolo da protagonista nella pianificazione di una prossima ricostruzione dell’Ucraina” ha esordito l’Inviato Speciale della Farnesina per la Ricostruzione dell’Ucraina, Min. Plen. Davide La Cecilia spiegando che: “l’Italia non solo ospiterà il grande forum internazionale sull’Ucraina del prossimo 10-11 luglio 2025, ma è già concretamente attiva con la progettazione del masterplan della città portuale di Mykolaiv e con i piani di restauro e conservazione della città di Odessa”. Il plenipotenziario per la Ricostruzione dell’Ucraina del governo polacco Pawel Kowal ha invece sottolineato il fatto che “l’auspicata fine della guerra non porterà solo la necessità di una ricostruzione di infrastrutture ma di una vera e propria trasformazione e innovazione del Paese anche a livello istituzionale e amministrativo”.


Far ripartire l’Ucraina, che secondo gli intervenuti potrebbe avere un valore complessivo di 550 miliardi di euro, è anche una opportunità importante per le aziende italiane. “Eventi come questo si inquadrano in un percorso teso a favorire le imprese italiane che intendono operare in Ucraina. Il nostro Paese”, ha sottolineato l’Ambasciatore d’Italia in Polonia Luca Franchetti Pardo “è impegnato in molti modi a sostegno dell’Ucraina, con forniture di vario genere e con l’organizzazione di diverse iniziative anche come membro del G7. In questo senso credo che le imprese italiane che mirano ad operare in Ucraina possano in qualche modo avvalersi dell’esperienza delle aziende italiane che operano in Polonia alcune delle quali hanno già competenza sul territorio ucraino”.


Importante si rivelerà sicuramente lo strumento di conoscenza dato dalla sezione del portale Export.gov.it dedicata al Sostegno per la ricostruzione dell’Ucraina, che offre una serie di dati, notizie, informazioni e collegamenti utili ad approfondire aspetti rilevanti per chi desidera affacciarsi sul mercato ucraino o investire nel Paese”. I direttori delle Agenzie ICE di Varsavia, Roberto Cafiero, e Kiev, Tony Corradini, hanno poi snocciolato i dati dell’interscambio, fortissimo quello ben noto tra Polonia e Italia (35 miliardi di eu) e buono nonostante il conflitto in corso l’export italiano verso l’Ucraina – 1,246 miliardi di euro nei primi 6 mesi del 2024 – mentre le importazioni dall’Ucraina ammontano a 1,161 miliardi di euro. Prima della guerra l’interscambio Italia-Ucraina era di oltre 5 miliardi di euro.


L’Italia è il settimo mercato di destinazione dell’export ucraino e il sesto fornitore del Paese, i principali prodotti scambiati sono: macchinari, abbigliamento, tabacco, bevande (import dall’Italia) e cereali, oli vegetali, prodotti siderurgici (export verso l’Italia). Quanto agli investimenti, lo stock al 2023 di IDE netti italiani nel paese è di 480 milioni di euro. La manifestazione “Rebuild Ukraine” si articola in due giornate di conferenze e incontri dedicati ai settori d’interesse: costruzioni e infrastrutture, riciclaggio dei rifiuti da costruzione e demolizione, impiantistica, trattamento delle acque, sminamento, energia (generazione e trasmissione/trasformazione), nucleare e trattamento delle scorie, energia verde, efficienza energetica, Oil&Gas (upstream, midstream, downstream), industria del carbone, ecologia e ambiente. Il Padiglione istituzionale italiano ospita AICE, ANIMA, ANCE, ANIE, CNA, Confcooperative, la Camera di Commercio e dell’Industria italiana in Polonia, Confindustria, Confindustria Polonia, Federunacoma, FINCO, FINEST, OICE, SACE, SIMEST-Gruppo CDP, UCIMU, UCSI, quali soggetti aggregatori e portatori di interessi diffusi. La presenza istituzionale italiana alla manifestazione ha una rilevanza strategica particolarmente significativa: esprime la volontà del governo italiano di rappresentare in modo tangibile il potenziale di contributi e operatività del nostro Sistema Paese. L’obiettivo delle azioni realizzate, dall’Agenzia ICE, attraverso gli Uffici di Varsavia e di Kiev, in accordo con l’Ambasciata d’Italia a Varsavia, è di facilitare l’incontro delle realtà imprenditoriali e degli investitori italiani con i rappresentanti ucraini della Pubblica Amministrazione, delle aziende pubbliche e delle imprese private, nell’ottica di incrementare la presenza di operatori economici italiani in Ucraina e di riscontrare le esigenze ucraine, così da poter elaborare strategie di cooperazione economica e commerciale. In occasione della International Conference on Ukraine Reconstruction a Varsavia l’azienda 3TI progetti, associata alla confindustriale dell’ingegneria OICE, ha firmato con la Municipalità di Myrhorod un Memorandum of Understanding per lo sviluppo del progetto di ricostruzione di una scuola di infanzia.

Mattarella a comunità italiana a Pechino: date corpo ad amicizia intensa

Mattarella a comunità italiana a Pechino: date corpo ad amicizia intensaPechino, 9 nov. (askanews) – “La comunità italiana qui a Pechino è ampia e articolata, il vostro coinvolgimento nella vita cinese sostanzia l’amicizia tra i nostri due paesi. Il lavoro diplomatico tra istituzioni è importante ma viene tradotto in realtà dalla vita quotidiana di chi è presente qui e manifesta il volto dell’Italia. La simpatia tra cinesi e italiani è antica ma sempre più intensa e sempre più necessaria in questo nostro tempo. Due paesi che hanno ruolo importante nella comunità internazionale e voi siete un veicolo di amicizia preziosa e importante, testimoniate come l’Italia si muove e la vostra presenza è molto ben vista”. Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando a Pechino la comunità italiana in Cina nel corso della sua visita di Stato.