Celebrazioni Giornata Unità nazionale e Forze armate a BucarestRoma, 6 nov. (askanews) – Il 6 novembre, presso il Cimitero Italiano di Ghencea in Bucarest, è stata celebrata la giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate italiane in ricordo della vittoria che segnò il completamento dell’Unità d’Italia.
L’Ambasciatore d’Italia Alfredo Maria Durante Mangoni e l’Addetto per la Difesa Col. Vincenzo Ingrosso hanno commemorato l’evento con una cerimonia alla quale hanno partecipato alcune rappresentanze tra cui Addetti militari, Autorità civili e militari romene ed italiane. Tra le Autorità era presente anche il Ministro della Difesa di Romania, Angel Tîlvar. Nel corso della cerimonia, a testimonianza dell’importanza dell’evento, sono state deposte molte corone da parte delle più alte autorità di Romania e delle Associazioni che rappresentano gli italiani residenti in Romania. L’Ambasciatore d’Italia e l’Addetto per la Difesa hanno deposto le corone ai monumenti dei caduti, italiano e rumeno, per ricordare tutti i militari immolatisi per l’onore della Patria in Italia ed all’estero, in tempo di guerra e di pace, dei quali 1750 sono sepolti in terra romena.
Di questi ultimi la stragrande maggioranza sono caduti della Prima guerra mondiale, appartenenti alla Divisione Italiana che, inquadrata nell’Armata alleata, partecipò all’offensiva sul fronte macedone nel settembre 1918 e di caduti della Seconda guerra mondiale, deceduti durante i trasferimenti da e per il Fronte russo. Nel cimitero di Ghencea, i soldati italiani e romeni riposano fianco a fianco, a testimonianza della vicinanza dei due popoli che, al giorno d’oggi come allora, condividono valori profondi di democrazia, indipendenza e amor patrio. Questi valori costituiscono la base fondante del cammino comune che i due Paesi portano avanti attraverso una consapevole e comune strategia di sicurezza, sempre volta alla ricerca della pace.
La giornata delle Forze Armate a Kiev: Italia a fianco UcrainaRoma, 4 nov. (askanews) – Si è svolto in Ucraina un momento di celebrazione per la Giornata dell’Unitá Nazionale e delle Forze Armate, alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia Pier Francesco Zazo e dell’Addetto Militare, Colonnello Emanuele Canale Parola.
L’Ambasciatore ha sottolineato come la ricorrenza del 4 novembre costituisca in Italia l’occasione per onorare i Caduti di tutte le guerre. “Ogni giorno intorno a noi vediamo quanto è alto il prezzo che il popolo e le Forze Armate ucraine stanno pagando in termini di vite umane per affermare la sovranità e l’indipendenza del proprio Paese e per difendere il diritto di vivere in pace sulla propria terra”, ha dichiarato il Capo Missione. Egli ha inoltre ricordato come l’Ucraina stia combattendo non solo per i valori di libertà, democrazia e pluralismo ma anche per la stabilità e sicurezza del continente europeo, una comunità alla quale Kiev naturalmente appartiene. “L’Italia continuerà ad essere al fianco dell’Ucraina e del suo popolo da ogni punto di vista e proseguirà senza sosta nel suo impegno a 360 gradi per arrivare ad una pace giusta, duratura e complessiva”, ha aggiunto.
L’Ambasciatore Zazo ha inoltre rivolto un sentito ringraziamento ai Militari italiani che con il loro lavoro quotidiano garantiscono la sicurezza del personale diplomatico italiano in Ucraina, assicurando l’operatività della nostra Ambasciata in un contesto delicato e complesso.
Cooperazione, missione OIV in Colombia e in El SalvadorRoma, 2 nov. (askanews) – Valutare l’impatto della cooperazione italiana in Colombia e in El Salvador, tramite visite sul campo e incontri con i principali responsabili territoriali e stakeholder. È stato questo l’obiettivo della missione dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) del Ministero degli Esteri e della Agenzia Italiana per la Cooperazione alla Sviluppo (AICS), guidato dal direttore Stefano Glinianski, che ha visitato i due Paesi dal 16 al 25 ottobre scorsi.
In Colombia, la delegazione italiana, composta anche dalla dott.ssa Elena Samaha, funzionaria del Ministero degli Esteri, ha incontrato il Capo Cooperazione della locale delegazione Ue (è emerso un quadro collaborativo con margini di ulteriori rafforzamenti) e i direttori dell’ICE e della Camera di Commercio italiana, in un’ottica di azione sempre più sinergica tra tutti gli attori, del nostro Sistema Paese, che operano sul campo. Si sono inoltre visitate le iniziative in corso nelle città di Leticia, nell’Amazzonia, e Barranquilla, nella costa, a favore rispettivamente della conservazione della biodiversità della foresta Amazzonica e dell’integrazione socioeconomica dei migranti venezuelani. In El Salvador, invece, si è incontrato il Segretario generale del Ministero Affari esteri salvadoregno, che ha riservato al direttore Glinianski e agli altri componenti della delegazione estreme disponibilità ed accoglienza. Si sono poi visitati i progetti in Apaneca e Salcoatitán, volti, tra l’altro, a ridurre la pressione antropica sulle risorse naturali e a realizzare sistemi di trattamento delle acque reflue e di raccolta di quelle piovane. Nella capitale, San Salvador, si è visionato il progetto di riqualificazione socioeconomica e culturale del centro storico, insieme alla Ministra salvadoregna dell’Edilizia abitativa, volto a realizzare alloggi alle famiglie più vulnerabili, tra cui quelle di madri single.
Si è infine passati al progetto di sostegno alla filiera del cacao in Centro America (e a Cuba), per la rivitalizzazione della coltivazione di cacao di alta qualità. La missione, preceduta dall’invio di questionari da sottoporre agli stakeholder, ha consentito di prendere atto dell’eccellente azione di cooperazione allo sviluppo implementata nei due Paesi e sarà oggetto di approndita relazione. Attraverso un focus sui punti di forza, sugli aspetti migliorabili e sulle realizzabili prospettive emerse per consolidare l’attività di cooperazione come prodromica allo sviluppo, in chiave sostenibile sia per l’Italia, che finanzia questi fondamentali progetti, che per coloro che ricevono e gestiscono in loco gli investimenti.
Una bambina italiana di 6 anni con mamma palestinese lascia GazaRoma, 2 nov. (askanews) – Dopo il primo gruppo di italiani che ha lasciato ieri la Striscia di Gaza, giovedì 2 novembre una bambina italiana di sei anni e la mamma palestinese hanno attraversato il valico di Rafah. Sono ora in Egitto, assistite dal personale dell’Ambasciata d’Italia al Cairo per il successivo rientro in Italia.
“Sono particolarmente felice per l’esito positivo della vicenda di questa bambina, che proprio domani compirà sei anni, e della sua mamma” ha commentato il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. “Voglio ringraziare tutto il personale coinvolto nell’operazione, dai funzionari delle Sedi diplomatiche al Cairo, Tel Aviv e Gerusalemme al nostro servizio di intelligence che, con il costante coordinamento dell’Unità di Crisi della Farnesina, ha ottenuto questo importante risultato”, ha aggiunto Tajani.
. Prosegue nel frattempo il deflusso dei cittadini stranieri dalla Striscia di Gaza in Egitto, grazie dell’accordo tra autorità israeliane e egiziane. “Siamo impegnati ora per favorire la fuoriuscita anche dei doppi cittadini italo-palestinesi e delle loro famiglie, che al momento si trovano ancora a Gaza in attesa di essere evacuati” ha affermato il Vicepremier, aggiungendo che “le operazioni sono complesse e non riguardano solo l’Italia. Siamo al lavoro per mettere tutti in sicurezza”.
Ucraina, la ricostruzione di Odessa parte dalla Triennale di MilanoMilano, 31 ott. (askanews) – “Progettare la ricostruzione di una città non è solo un modo per sostenere le ragioni di un Paese ingiustamente aggredito”. Con questa parole Stefano Boeri, presidente di Triennale Milano ha aperto nella mattina il Laboratorio sulla ricostruzione dell’Ucraina, ancora sotto i bombardamenti russi, in un momento politico importante e in una congiuntura internazionale complessa, complicata dallo scoppio del parallelo conflitto mediorientale.
Forte e chiaro e in presenza il sostegno del governo italiano. “Noi vogliamo che ci sia la pace che garantisca libertà e indipendenza all’Ucraina” ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, giunto al Palazzo dell’Arte insieme con il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che a sua volta ha parlato della distruzione in Ucraina come “violenta lesione del diritto internazionale”. Presente il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, Alessandro Giuli, presidente della Fondazione MAXXI e Carla Morogallo, direttrice generale di Triennale Milano. “Odessa è una grande città occidentale” per Tajani, che ha annunciato: l’Italia “organizzerà” una grande conferenza nel 2025 per la ricostruzione dell’Ucraina. “A Odessa c’è una grande storia: ne abbiamo parlato anche durante la mia recente missione a Kiev, ne ho parlato con il presidente ucraina Volodymyr Zelensky”, ha aggiunto il vicepremier. Con la ricostruzione della Cattedrale di Odessa “lanciamo un messaggio positivo” perché “il cristianesimo è un religione di pace”, ha detto. Ricostruire la cattedrale di Odessa secondo Tajani “non è un fatto privato: è un fatto che riguarda una civiltà ed è guardare anche in alto”.
Secondo il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, in videocollegamento per l’evento, “la ricostruzione dell’Ucraina è importante per tutta l’Europa perché noi saremo un alleato importante anche a livello commerciale per tutti i paesi europei e questo favorirà la crescita”. Ci sono poi legami storici tra il nostro Paese, culla della cultura classica e la luce inconfondibilie di Odessa. Sangiuliano ha ricordato che “il Porto di Odessa è stato costruito da un napoletano”, che una canzone simbolo per l’Italia, “‘O sole mio” è stata scritta nella città sul Mar Nero e che “ricostruirla rapidamente significa davvero tanto: l’Italia ha un rapporto molto intenso con l’Ucraina”. E la canzone è risuonata anche alla Triennale: in un momento di grande commozione durante il convegno Andriy Palchuk, arcidiacono della cattedrale di Odessa ha intonato proprio “‘O sole mio”, pronunciando perfettamente i versi scritti da Giovanni Capurro nel 1898 e divenuti celebri in primis grazie alla voce spettacolare di Enrico Caruso.
“Odessa è un ricchissimo patrimonio – città mondo – che trova un’armonia in un impianto limpido e struggente” ha spiegato alla platea Boeri, che poi in una conversazione con askanews ha aggiunto: “Può sembrare assurdo pensare alla ricostruzione oggi, quando i bombardamenti sono ancora in corso. In realtà cominciare a progettare la nuova Odessa, cominciare a progettare la ricostruzione della Cattedrale per esempio, è un modo per dare speranza a tecnici, amministratori cittadini che oggi vogliono pensare a una vita normale e a una città nuova che sia ancora più bella e straordinaria di quanto Odessa non sia”. Boeri parte da una citazione attribuita Winston Churchill: ‘ridaremo forma alle nostre case in modo che ridiano forma alle nostre vite’, parlando di diplomazia culturale, che “non significa solo fare rete ma anche raccogliere le migliori competenze”.
Ma la guerra continua inesorabile: “Quarantadue minuti fa ha precipitato di nuovo tutti i cittadini di Odessa nei loro rifugi” ha detto Alessandro Giuli, presidente della Fondazione MAXXI iniziando il suo intervento. “Odessa è la capitale del mondo libero adesso, ai nostri occhi” ha proseguito Giuli, descrivendo il popolo ucraino come “fratello”. Ma la guerra in Ucraina sta andando avanti da tanti, troppi mesi. Nel frattempo si è aggiunto un altro conflitto devastante, che è quello mediorientale. Il secondo può togliere attenzione al primo?, gli chiede askanews. “Certo ma abbiamo il dovere di mantenere un cono di luce accesa sulla guerra in Ucraina, sull’invasione di uno stato sovrano, sulla mortificazione dei simboli culturali e sociali dell’Ucraina. Nessuna guerra è più importante o grave di un’altra. Tutte ci devono vedere in prima fila per contrastarle con le armi della diplomazia, con la difesa e la rigenerazione e la cooperazione internazionale degli enti culturali nel caso del MAXXI e delle istituzioni internazionali deputate a questo sforzo collettivo”. “È la prima volta che l’Unesco interviene in un momento di guerra e quello che abbiamo fatto” in Ucraina “è senza precedenti”, ha detto Krista Pikkat, direttrice emergenze, settore cultura, Unesco, ringraziando il ministro degli Esteri Antonio Tajani e la Triennale per la conferenza. La ricostruzione deve essere anche dei patrimoni intangibili in Ucraina, ha spiegato la funzionaria, sottolineando che quello che va ricostruito, anche attraverso il patrimonio culturale è la vita culturale delle persone. “Il 37% dei lavoratori ucraini nei settori creativo ha perso il suo lavoro nel 2022”, ha dichiarato Pikkat, citando le statistiche del governo di Kiev. “Oggi sono sicura che queste cifre sono maggiori” ha aggiunto. “La guerra in Ucraina ha scatenato una ondata di solidarietà internazionale”, con aiuti e sostegno. Ma restano grosse ferite. Il Laboratorio – promosso da Triennale Milano e MAXXI in collaborazione con la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero della Cultura, e con la partecipazione di UNECE – nasce dalla volontà di coinvolgere creativi e progettisti, istituzioni culturali internazionali, aziende e soggetti economici per discutere del tema della rigenerazione urbanistica e architettonica delle città e del patrimonio culturale dell’Ucraina. (di Cristina Giuliano)
Soleterre inaugura casa accoglienza a Kiev con ambasciatore ZazoRoma, 31 ott. (askanews) – A più di un anno dalla sua chiusura a causa della guerra, è stata inaugurata oggi a Kiev la nuova Casa di Accoglienza di Fondazione Soleterre, costruita in collaborazione con la Fondazione Zaporuka e il sostegno di Fondazione Rosa Pristina. Presenti all’inaugurazione, oltre all’ambasciatore italiano Pier Francesco Zazo, Natalia Onipko, fondatrice e presidente della Fondazione Zaporuka; Olena Yefymenko, direttore dell’Istituto nazionale del cancro; Volodymyr Zhovnir, direttore di Okhmatdyt; Iryna Suslova, rappresentante dell’Ombudsman per i diritti dei bambini; Darya Gerasymchuk, consulente del Commissario presidenziale per i diritti dei bambini e la riabilitazione infantile; e Damiano Rizzi, socio Fondazione Zaporuka, presidente Fondazione Soleterre. Dopo tanti anni in affitto, grazie all’impegno di acquisto del terreno e di costruzione dell’edificio, i lavori sono ripresi nel 2023 – seguiti dallo studio di architettura ucraino pluripremiato AIMM Group – e Soleterre è riuscita a completare la struttura composta da quindici camere e spazi comuni, nonché a procedere all’installazione del rifugio antiaereo esterno, essenziale per garantire la sicurezza dei futuri beneficiari durante gli attacchi russi.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito alla realizzazione di un progetto di fondamentale importanza per il futuro dei bambini ucraini. È emozionante vedere oggi il frutto di anni di lavoro dedicati al supporto dei bambini onco-malati e delle loro famiglie, anche fuori dai reparti ospedalieri” – dichiara Enrico Dameri, fondatore e Presidente di Fondazione Rosa Pristina. La casa di accoglienza di Soleterre è l’unica struttura in Ucraina che accoglie gratuitamente i bambini malati di cancro e le loro famiglie in cura presso due centri di riferimento nazionale per i tumori: l’Istituto del Cancro e l’Istituto di Neurochirurgia, entrambi situati a Kiev. La Casa ospita, infatti, i bambini che vengono ricoverati con le diagnosi più complesse e che non hanno possibilità di curarsi nella loro città o nel proprio paese. Le famiglie si trovano spesso a far fronte a spese economiche elevate per affrontare i costi del viaggio, e del conseguente vitto e alloggio sul lungo periodo a Kiev, dove il costo della vita è molto più altro rispetto alla provincia. “Questi bambini stavano già vivendo una guerra personale quando si sono trovati vittime innocenti di uno scontro brutale che ha distrutto strutture ospedaliere, case, rifugi, e ha reso impossibile il proseguimento delle cure antitumorali per mancanza di materiale medico ma ancora prima per mancanza di corrente che alimenta le macchine che tengono in vita questi bambini.” – dichiara Damiano Rizzi, fondatore e Presidente di Fondazione Soleterre. All’interno della casa di accoglienza vengono offerte attività di supporto psicologico, ludico-ricreativo, didattico e di fisioterapia riabilitativa. Ma questa casa per i bambini e le loro famiglie è molto di più: è una parte integrante del processo di cura per i bimbi che possono sentirsi protetti in uno spazio sicuro e confortevole, circondati dai loro cari e dallo staff di psicologi e psicoterapeuti di Fondazione Soleterre, e dove poter avere una parvenza di “normalità” e di “casa” anche se lontani dai propri affetti. “Aver costruito nel 2023 un rifugio anti-aereo in Ucraina nel giardino di una struttura per minori malati in cura dà la dimensione dell’assurdità della guerra. Qui, alla Casa di Accoglienza, noi continueremo a lavorare per far vincere la vita sulla morte, senza sosta” – conclude Natalia Onipko, Presidente Fondazione Zaporuka. vgp
Tajani: ricostruzione Odessa, “cristianesimo è religione di pace”Milano, 31 ott. (askanews) – “Odessa è una grande città occidentale dove c’è una grossa storia: ne abbiamo parlato anche durante la mia recente missione a Kiev, ne ho parlato con il presidente ucraina Volodymyr Zelensky”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Milano, presso la Triennale, alla conferenza “Laboratorio sulla ricostruzione dell’Ucraina”.
Con la ricostruzione della Cattedrale di Odessa “lanciamo un messaggio positivo” perché “il cristianesimo è un religione di pace”, ha detto Tajani. Ricostruire la cattedrale di Odessa secondo Tajani “non è un fatto privato: è un fatto che riguarda una civiltà ed è guardare anche in alto”.
Ucraina, ambasciatore Zazo a Dnipro: inaugurato Consolato onorarioRoma, 30 ott. (askanews) – L’Ambasciatore italiano a Kiev, Pier Francesco Zazo, ha visitato la città di Dnipro, nel sud-est dell’Ucraina, accompagnato da una delegazione dell’Ambasciata. Nei colloqui con il Governatore Serhiy Lysak e il Sindaco Borys Filatov, l’Ambasciatore ha ricordato l’impegno a tutto campo del Governo italiano a favore dell’Ucraina, valorizzando in particolare l’attenzione per la Regione di Dnipropetrovsk, territorio ricco di eccellenze nell’ambito dell’industria aerospaziale, della difesa, dell’agro-alimentare e della metallurgia.
A Dnipro hanno infatti sede le due principali imprese statali ucraine nel settore dell’aerospazio, Yuzmash e Yuzhnoye, che mantengono un’importante collaborazione con Avio e con altre aziende italiane, testimoniata da molteplici accordi di collaborazione ingegneristica sottoscritti anche nel contesto dell’aggressione russa. “L’Italia si farà portavoce dell’esigenza di includere il rafforzamento del settore aerospaziale nei piani di ripresa ucraina che sono in fase di definizione con i Partner occidentali”, ha dichiarato l’Ambasciatore Zazo, richiamando anche il Memorandum bilaterale in vigore tra l’Agenzia Spaziale Italiana e l’omologa Agenzia ucraina. Nel corso della visita è stato ufficialmente inaugurato il Consolato Onorario d’Italia a Dnipro, il secondo in Ucraina dopo quello di Odessa. “La costruzione di una rete consolare onoraria mira a creare una solida base per l’approfondimento dei rapporti economici bilaterali tra Italia e Ucraina, preparando il terreno per le opportunità che si schiuderanno per la ricostruzione del Paese, la quale dovrà necessariamente poggiare in larga parte su investimenti privati dall’estero”, ha sottolineato il Capo Missione nel corso della cerimonia di inaugurazione, alla presenza delle Autorità locali e di una vasta presenza imprenditoriale. Il Console Onorario, Andriy Zdesenko, è un affermato professionista, titolare dell’impianto produttivo BioSphere, con sede a Dnipro e presente in 30 Paesi, recentemente rinnovato con un investimento di 20 milioni di euro in macchinari italiani.
Attenzione nel corso della visita è stata riservata alla dimensione umanitaria: la Regione di Dnipropetrovsk è prossima ai territori occupati dalla Federazione Russa e ospita oltre 500mila sfollati interni, di cui 100mila minori, con conseguente pressione sul sistema sociale e scolastico. Nell’area sono frequenti episodi di intossicazione dei civili, dovuti alle detonazioni di razzi e di artiglieria, e si registra una frequente mancanza di acqua potabile, per via del danneggiamento degli acquedotti. L’Ambasciatore Zazo ha visitato una delle cliniche ospedaliere che fungono da primo punto di stabilizzazione per i feriti gravi provenienti dal fronte, valorizzando la presenza in Ucraina dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e l’imminente avvio delle attività umanitarie connesse al nuovo bando emergenziale, nonché di un programma bilaterale nel settore sanitario.
Usa, Stagione Teatro alla Scala sbarca a New York e WashingtonNew York, 26 ott. (askanews) – Washington e New York sono state le due tappe negli USA del ciclo di presentazioni internazionali della Stagione 2023-2024 del Teatro alla Scala di Milano, che si aprirà il 7 dicembre con il Don Carlo di Verdi diretto da Riccardo Chailly con la regia di Lluís Pasqual.
La conferenza stampa a Washington, ospitata dall’Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti Mariangela Zappia, mercoledì sera ha seguito quella del 24 ottobre a New York presso il Consolato Generale. analoghe presentazioni si sono tenute a Vienna, Zurigo, Parigi e Berlino, proseguendo la stretta collaborazione del teatro con le sedi diplomatiche italiane nel mondo. L’ambasciatrice italiana Mariangela Zappia ha accolto con entusiasmo la nascita “della Teatro alla Scala Association of America, un passo importante che contribuira’ a cementare ancora di piu’ lo straordinario legame del Teatro con questo Paese”.
Il Sovrintendente Dominique Meyer ha commentato che le presentazioni “hanno permesso di far conoscere non soltanto la nostra Stagione di opera, balletto e concerti, ma anche la conclusione del progetto di ristrutturazione firmato da Mario Botta”, oltre allo sviluppo della piattaforma streaming LaScalaTv, “alla quale da gennaio sarà possibile abbonarsi”.
M.O., Tajani: no cessate fuoco ma possibile tregua per evacuazioneBruxelles, 26 ott. (askanews) – Al momento nella crisi tra Israele e Hamas “non può esserci un cessate il fuoco ma ci può essere un accordo per una eventuale breve sospensione per far uscire la popolazione civile e i cittadini con doppio passaporto, penso al gruppo di 19 persone tra i quali ci sono 14 italiani”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando con i giornalisti a Bruxelles.
“Stiamo lavorando – ha aggiunto – per evitare un’escalation, dobbiamo assolutamente evitare che il conflitto tra Israele e i terroristi di Hamas diventi un conflitto regionale, serve grande prudenza e senso di responsabilità e tutte le iniziative del governo italiano vanno in questa direzione”. “Fermo restando il sostegno a Israele che ha il diritto a eliminare le centrali di Hamas”, per Tajani, “siamo anche preoccupati per la popolazione palestinese. La nostra azione punta a costruire la pace con due popoli e due Stati. La situazione è difficile ma non bisogna mai demordere perchè il dialogo e la diplomazia possano raggiungere un risultato positivo. Il terrorismo va sconfitto e noi lavoriamo anche in questa direzione”.