Tanzia, Festival italiano “Tusherejìkee Italia”Roma, 28 ago. (askanews) – Si è tenuta il 25 agosto scorso a Dar es Salaam, la Fashion Exhibition “Maasai Magic – Embracing African Heritage”. L’evento, organizzato dall’italianissimo brand Noor Tribe della stilista Guia Martinotti, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Dar es Salaam e il National Museum and House of Culture, ha visto la partecipazione del Director of Corporate Services del National Art Council of Tanzania, Hannah Mwakalinga, e dell’Ambasciatore d’Italia, Marco Lombardi. La manifestazione fa parte del Festival italiano “Tusherekee Italia”. Nel corso dell’evento la Noor Tribe ha presentato una collezione di moda italiana ispirata alla cultura dei Maasai. L’Ambasciatore Lombardi, nel plaudere all’importante mostra che contribuisce ad avvicinare, tramite la cultura, i due Paesi, ha sottolineato che, da parte italiana, si continua a guardare con grande favore allo sviluppo delle collaborazioni economiche tra l’Italia e la Tanzania soprattutto se esse sono frutto di uno scambio di sapere e conoscenza, proprio come nel caso di “Maasai Magic – Embracing African Heritage
Ambasciatore Durante Mangoni riprende incontri con autorità romene
Roma, 25 ago. (askanews) – Al suo rientro a Bucarest, l’ambasciatore d’Italia in Romania Alfredo Durante Mangoni ha ripreso gli incontri istituzionali con le Autorità romene.
Nei giorni scorsi si sono svolti cordiali colloqui di lavoro con il presidente del Senato di Romania Nicolae Ionel Ciuca e con la ministra degli Affari Esteri Luminita Odobescu, come comunica l’ambasciata sulla sua pagina Facebook.
I colloqui hanno permesso di fare il punto sull’andamento dei rapporti bilaterali, con particolare attenzione al dialogo politico e allo sviluppo della collaborazione economica.
Ucraina, ambasciatore Zazo incontra capo servizio statale emergenzeRoma, 22 ago. (askanews) – L’ambasciatore Pier Francesco Zazo ha incontrato il capo del Servizio Statale per le Emergenze ucraino, Serhiy Kruk, per approfondire la cooperazione bilaterale in tema di sminamento umanitario in Ucraina.
Dalle parte ucraina è stata espressa gratitudine all’Italia per la donazione di 45 mezzi antincendio e per lo stanziamento di 2 milioni di euro a fini di sminamento. Il nostro Paese intende continuare a supportare le operazioni di sminamento del territorio ucraino, a tutela della popolazione.
All’IIC di Abu Dhabi in mostra le scarpe più iconiche Made in ItalyRoma, 21 ago. (askanews) – Negli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura di Abu Dhabi in mostra le scarpe più iconiche della moda made in Italy.
Un suggestivo percorso tra le calzature più significative, che maggiormente hanno segnato la loro epoca, determinando un cambio di rotta, in qualche caso una rivoluzione, dei costumi. Si tratta di “Italian Shoe Design Symphony”, la mostra a cura di Elisabetta Pisu, che ha presentato 28 paia di calzature femminili fra esemplari storici e modelli di recente realizzazione, selezionate fra i marchi e i designer più rilevanti della moda italiana.
Scarpe introvabili, alcune delle quali gelosamente custodite dalle case di moda, esemplari unici, scelti per la portata innovativa del loro design o per il loro potere fortemente evocativo, che presentano una gamma molto diversificata di stili e modi di pensare l’oggetto-scarpa. Qualcuna riprende la forma e l’estetica di un classico decolleté, altre rimandano a una narrazione più complessa, qualche modello gioca sul filo dell’ironia, qualcun altro cela un messaggio visibile a pochi, altre sono creazioni artistiche, opere d’ingegno che nascono per non essere mai indossate.
“La scarpa è portatrice di importanti valori sociali e culturali”, spiega Elisabetta Pisu, “un accessorio capace di rivelare la personalità, lo status e l’identità di chi la indossa”, un oggetto che diventa tanto più significativo quanto più la sua celebrazione si rivolge alle donne degli Emirati Arabi, dove la mostra ha luogo, le cui scarpe elegantissime con i tacchi a spillo fanno capolino da sotto l’abaya, il lungo abito tradizionale islamico. Come osserva Ida Zilio-Grandi, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, “questa mostra, organizzata in occasione dell’Italian Design Day 2023, illumina una volta di più la creatività e la capacità artigianale degli italiani e certamente affascina le donne negli Emirati, le quali adorano forme, colori e dettagli che colpiscono lo sguardo”. Come in una sinfonia di colori e forme, l’esposizione porta al pubblico l’idea di un componimento musicale variegato, una partitura fatta di tonalità brillanti e forme scultoree che risuonano secondo un’armonia comune. A scandire la selezione da parte della curatrice Elisabetta Pisu sono due temi, fil rouge dell’installazione: il tacco, vertiginoso e a spillo, a volte ai limiti del possibile, che rende desiderabile e quasi inaccessibile la scarpa, e la lucentezza, declinata nei tessuti riflettenti e nelle pietre Swarovski, che fanno della scarpa un gioiello prezioso.
“Le calzature hanno avuto un’evoluzione continua nel corso dei secoli”, racconta la curatrice, “le punte hanno cambiato forma più volte diventando arrotondate, squadrate oppure assottigliandosi. Di pari passo il tacco ha mutato aspetto e dimensione, alzandosi o riducendosi, diventando largo o a rocchetto, assumendo un’importanza fondamentale nell’architettura della scarpa”. In esposizione ad Abu Dhabi abbiamo ritrovato tutta la creatività e l’ingegno che hanno fatto della calzatura e del design made in Italy tout court la punta di diamante dell’identità nostrana, riconosciuta in tutto il mondo come un’eccellenza unica, che parla il linguaggio dell’artigianalità, dell’unicità, della qualità e della sostenibilità ambientale. Una sinfonia di stili, forme e colori che fa uso di tutte le note della creatività: dalle invenzioni visionarie di Salvatore Ferragamo all’estetica minimalista di Sergio Rossi, dalla preziosità di René Caovilla alle allegorie di Prada, e ancora l’eclettismo di Versace e le architetture eleganti di Diego Dolcini, fino ad arrivare alle proposte dei giovani designer italiani, con le forme inusuali e i colori accesi di Francesca Bellavita, le linee essenziali e raffinate di MARIæN e l’iper-femminilità di Alfredo Piferi che unisce glamour e sostenibilità. Elisabetta Pisu è una curatrice di design con una formazione in sociologia e in management culturale. Il suo ambito di ricerca è il design contemporaneo in relazione ai processi produttivi, alle valenze sociali e all’evoluzione dei nuovi linguaggi espressivi. Oggetti, ambienti e architetture sono al centro dei suoi interessi di studio, tesi a indagare il ruolo mutevole del design nella società contemporanea. Nel 2016 fonda EP studio che si occupa di ideazione, organizzazione e curatela di mostre internazionali di design con particolare attenzione alla diffusione e promozione del made in Italy. Ha collaborato con importanti istituzioni culturali e curato mostre in prestigiosi musei, tra i quali: Istituto Italiano di Cultura di Copenaghen (Copenaghen, Danimarca), Craft + Design Centre a Canberra (Australia), Design Museum Gent (Belgio), Cube Design Museum (Olanda), Design Museum Holon (Israele), Museum of Craft and Design (San Francisco, USA), MODA – Museum of Design Atlanta (Atlanta, USA), L. A. Mayer Museum for Islamic Art (Israele), COD – Center for Openness and Dialogue (Albania). L’inaugurazione della mostra si è tenuta alla presenza della stessa curatrice, nonché di Shaikha Al Ali, designer della moda degli Emirati Arabi Uniti, la designer Elena Salmistraro, scelta come testimonial dell’Italian Design 2023 negli EAU, Angela Vettese, direttrice del corso di laurea magistrale di arti visive e moda presso l’Università IUAV di Venezia, ed Elena Marinoni, direttrice dei programmi educativi presso l’Istituto Marangoni di Dubai. La serata è stata allietata da un concerto della Abu Dhabi Youth Orchestra, diretta da Aldo Dotto.
La Giunta Fontana istituisce un premio per i lombardi nel mondoRoma, 21 ago. (askanews) – Oltre mezzo milione di lombardi vive all’estero e la giunta Fontana vuole reclutarli come “ambassador” e valorizzarli per favorire un loro eventuale ritorno a casa.
Per questo è stato creato un premio dedicato alla comunità dei lombardi che vivono all’estero e l’obiettivo è stato inserito nella prima parte dello Statuto d’Autonomia della Lombardia, in particolare all’articolo 6, dedicato ai ‘Rapporti internazionali e comunitari’. “Le comunità di lombardi nel mondo – ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – testimoniano in ogni angolo del globo la laboriosità che contraddistingue chi è nato o comunque indirettamente collegato alla nostra regione. Per noi è importante mantenere vivi i legami tra queste persone e i territori di origine supportando tutte le iniziative che ne permettono la crescita culturale, turistica e socio-economica anche grazie al contributo di chi, per lavoro, ha lasciato la terra d’origine. Sostenere i lombardi nel mondo è un investimento sulle nostre comunità”.
“L’aggiornamento della legge è necessario – ha spiegato il sottosegretario – per via dei notevoli mutamenti sia in termini quantitativi, sia qualitativi del fenomeno. È un impianto normativo che abbiamo costruito insieme alle associazioni dei lombardi presenti in tutto il mondo. Le dinamiche sociali sono profondamente cambiate negli ultimi decenni. Oggi, infatti, non parliamo solo di migrazione, ma di mobilità, scambio sempre più a due direzioni. Non c’è infatti solo l’andare all’estero, ma anche un auspicato ritorno a casa dei nostri giovani. Non cediamo solo talenti, tornano anche competenze acquisite in contesti stranieri. Per i nostri territori si aggiungono anche altre ricadute: i nostri conterranei possono potenzialmente essere i primi testimoni delle nostre eccellenze. Sono i nostri migliori ambasciatori”. “A proposito di ambasciatori – ha proseguito il sottosegretario -con il nuovo disegno di legge si vuole istituire un riconoscimento, denominato ‘Ambasciatore lombardo nel mondo’ assegnato da un’apposita consulta o in prima persona dal presidente della Regione Lombardia”.
“Sarà istituita anche una giornata dedicata ai lombardi nel mondo – ha continuato – proprio per riconoscere il valore che queste persone possono avere nel costruire relazioni e rapporti utili allo sviluppo turistico e socio-economico della nostra regione”. “Un progetto di legge – ha aggiunto Cattaneo – che amplia la platea dei soggetti che a vario titolo possono concorrere nello sviluppo di progetti a sostegno dei lombardi nel mondo, come, per esempio enti e università, che indubbiamente giocano un ruolo fondamentale nella gestione di iniziative di mobilità internazionale dei nostri giovani. Un nuovo quadro normativo comunque sempre finalizzato a valorizzare la cultura e l’identità lombarda, rafforzando i legami che i nostri conterranei possono avere con i territori di origine” ha concluso Cattaneo.
Secondo il Rapporto italiani nel mondo 2022 – Fondazione Migrantes – il fenomeno migratorio coinvolge, limitandosi agli iscritti AIRE, 586.951 lombardi che risultano trasferiti all’estero. Tra le mete principali Svizzera, Regno Unito, Argentina, Brasile, Francia, Germania, Spagna e Stati Uniti. La Lombardia, inoltre, negli ultimi anni si attesta ai primi posti in Italia per le partenze.
Lanciata una petizione per intitolare una via di Praga a RipellinoRoma, 21 ago. (askanews) – Progetto Repubblica ceca, la rivista italiana pubblicata a Praga che da oltre 20 anni affronta temi riguardanti la cultura e la società, senza trascurare la politica e l’economica, ha lanciato su Change.org una petizione per chiede che il Comune di Praga valuti la possibilità di intitolare uno spazio pubblico (una via, oppure una piazza o un giardino) “all’insigne boemista e poeta italiano Angelo Maria Ripellino, in occasione quest’anno del centenario della sua nascita e del cinquantesimo anniversario della pubblicazione del suo capolavoro, il saggio-romanzo ‘Praga Magica’”.
Progetto Repubblica ceca ospita per l’occasione un’intervista al figlio di Ripellino, l’architetto Alessandro Ripellino, erede insieme alla sorella Milena di una delle voci più importanti della cultura italiana del XX secolo. Alessandro vive da quarant’anni in Svezia, architetto di fama internazionale, autore fra l’altro del padiglione svedese all’Esposizione universale di Dubai. Angelo Maria Ripellino, nato a Palermo nel 1923 e morto a Roma nel 1978, è stato un eminente intellettuale italiano del XX secolo e un instancabile mediatore e ambasciatore della cultura ceca in Italia e nel mondo.
Accademico, poeta, traduttore, giornalista e critico letterario e teatrale, dedicò l’intera sua vita all’amore per la cultura e la letteratura ceca, diventando un faro imprescindibile per gli studi slavi. “Le immagini di bambino piccolo non sono tante – dice Alessandro Ripellino parlando del padre – ma quelle più forti mi riportano ai nostri viaggi estivi in Boemia, a quando soggiornavamo nel castello di Dobrí, vicino a Praga, dove gli scrittori cechi, ma anche stranieri, erano accolti e anche un po’ controllati. Il castello, confiscato alla famiglia Colloredo Mansfeld, era una piccola Versailles, col suo giardino all’italiana, con un fiume e un lago nelle vicinanze. Di quel luogo ricordo la luce dei prati verdi, che per me erano inusuali, visto che in Italia non ce ne erano di quel colore in agosto. Sono le immagini descritte in un verso di mio padre: ‘Agosto: verde luce di radura e il cane Bobina che mangia zollette di zucchero’, della raccolta di Sinfonietta. Bobina era appunto la cagnetta con la quale noi bambini giocavamo. Questo è il mio primo ricordo. C’è però anche un’altra immagine che si contrappone, quasi di contrabbalzo, ed è quella della casa dei miei nonni siciliani, a Roma, dove noi andavamo abitualmente a pranzo la domenica. Mio nonno, Carmelo Ripellino, era un insegnante del Liceo Classico Giulio Cesare e anche lui si occupava di poesia, interessato come era alla letteratura classica italiana”.
Giunse a Praga per la prima volta nel 1947, per tenere un corso di Letteratura Italiana presso l’Istituto Italiano di Cultura. Qui incontrò la futura consorte, Elisa (Ela) Hlochová, la quale lo guidò alla scoperta della letteratura ceca e divenne sua insostituibile collaboratrice nella traduzione in italiano di prosa e poesia ceca. Dopo l’ostracismo degli anni ’50 da parte del regime dell’epoca, Ripellino trascorse significativi periodi della sua vita a Praga e in Boemia negli anni ’60, stabilendo profondi legami con la sua élite culturale. Collaborò infatti, e intrecciò rapporti di amicizia, con scrittori, poeti, accademici e intellettuali cechi.
Da corrispondente del settimanale “L’Espresso” seguì l’evoluzione della Primavera di Praga, sino alla sua tragica conclusione del 21 agosto 1968, quando egli assunse una posizione di ferma condanna dell’invasione sovietica. Per questo motivo, la normalizzazione di regime ridusse al minimo, sino a spegnerle del tutto, le sue possibilità di tornare a Praga, che fini per non vedere più sino alla morte. “Furono giorno drammatici – racconta il figlio dell’autore parlando degli eventi – Noi in quel periodo eravamo a Praga, dove mio padre lavorava anche come corrispondente dell’Espresso, per raccontare la Primavera di Praga e il nuovo corso di Dubcek. Il giorno dell’invasione ci suggerirono di andar via subito. Mia madre Ela stivò le valigie nella macchina e partimmo in tutta fretta, verso Norimberga. Mi ricordo il viaggio fra i boschi della Boemia, in strade secondarie, ma dove erano già schierate le truppe del Patto di Varsavia. L’angoscia dei controlli al confine era grande, perché sistematicamente aprivano le valige, smontavano i sedili. Quella volta però ci fecero stranamente passare subito”. Il suo celebre saggio-romanzo “Praga magica”, pubblicato in Italia dalle Edizioni Einaudi nel 1973 è un libro di una bellezza struggente e avvincente. Tradotto in numerose lingue straniere, ha svolto un ruolo cruciale nel promuovere in Italia e in tutto il mondo il mito di Praga come “crogiuolo di cultura boema, yiddish e tedesca”, e nell’esaltare il fascino unico che questa città è capace di emanare. “Ricordo che lui lavorava con stralci di idee, che maturavano molto a lungo, e questo spiega la lunga gestazione dell’opera, come d’altronde capitò con altri suoi lavori. Scriveva con pennarelli di colori diversi, in modo da seguire queste sequenze di idee. Poi, con l’aiuto di mia madre Ela, tagliava e ricomponeva il collage. Non sono sicuro di quando sia nata l’idea di scrivere Praga Magica. Il progetto di questo saggio-romanzo partì probabilmente proprio intorno al 1968, ma il proposito di parlare di questo crogiuolo di cultura yiddish, tedesca e boema risale certamente a prima, visto l’amore che mio padre provò sin da subito per Praga”. L’intera opera di Angelo Maria Ripellino continua a vivere, simbolo perenne del dialogo e dell’interscambio culturale tra Italia e Repubblica Ceca. “Per questi motivi, chiediamo che il Comune di Praga ne onori il ricordo, intitolandogli uno spazio pubblico (una strada, una piazza, oppure un giardino, preferibilmente nell’area di Praga 1). Questo gesto rederebbe perpetua la sua eredità e la sua dedizione alla cultura ceca”, conclude la petizione.
Italia e Onu organizzano riunione Gruppo Supporto per SminamentoRoma, 16 ago. (askanews) – Si è svolta a Kiev una riunione del Gruppo di Supporto per lo Sminamento (Mine Action Support Group – MASG), organizzata dall’Ambasciata d’Italia e dalla Rappresentanza delle Nazioni Unite in Ucraina. All’incontro, presieduto dall’Ambasciatore Pier Francesco Zazo e dalla Rappresentante Onu Denise Brown, hanno preso parte i rappresentanti di oltre 30 Stati donatori e organizzazioni internazionali che partecipano al gruppo, per fare il punto sul tema dello sminamento, una priorità dell’azione umanitaria internazionale in Ucraina.
“Il nostro Paese è in prima linea nell’impegno per lo sminamento umanitario, anche attraverso il neo-istituito ufficio dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo in Ucraina”, ha sottolineato l’Ambasciatore Zazo. “L’evento organizzato a Kiev si pone nel quadro della Presidenza italiana del MASG per quest’anno e testimonia la priorità assegnata all’Ucraina nello sforzo di sminamento internazionale. In conseguenza dell’aggressione russa e delle operazioni belliche, il territorio ucraino è il più minato al mondo: intervenire in questo settore è essenziale per la tutela della popolazione civile e costituisce una precondizione per la produzione agricola e per la ricostruzione economica”, ha aggiunto l’Ambasciatore.
Hawaii, console a San Francisco: a lavoro per assistere italianiRoma, 13 ago. (askanews) – “Come consolato generale d’Italia a San Francisco, in raccordo con la Farnesina stiamo continuando il lavoro di assistenza ai nostri connazionali nell’isola di Maui”. Ad assicurarlo è stato il console italiano a San Francisco Sergio Strozzi al Tg2. “All’inizio della stagione estiva – ha aggiunto – il ministro degli Esteri Tajani aveva lanciato l’iniziativa di creare degli sportelli itineranti proprio per assistere i nostri connazionali all’estero nei loro spostamenti e quindi è stato strategico nell’emergenza di Maui l’istituzione di un desk di assistenza ai nostri concittadini ed è operativo in questi giorni per assistere i nostri connazionali al loro rientro in Italia”.
“Siamo cautamente ottimisti – ha concluso – perché siamo riusciti a raggiungere la quasi totalità degli italiani. Alcuni sono già rientrati in Italia ma proseguiremo il nostro lavoro quotidiano e costante in raccordo con l’Unità di crisi e tenendo informate la Farnesina e l’ambasciata a Washington finché non avremo messo in sicurezza tutti i nostri connazionali”.
Hawaii, Farnesina apre desk assistenza italiani ad aeroporto MauiRoma, 13 ago. (askanews) – La Farnesina ha comunicato, sul profilo Twitter, di aver “aperto presso l’aeroporto internazionale di Maui un desk di assistenza agli italiani” per l’emergenza incendi, con il personale del consolato italiano a San Francisco.
La Farnesina, in un ulteriore tweet, fornisce anche i numeri per segnalazioni e richieste di assistenza: è possibile contattare il Consolato Generale di San Francisco al +14159990094 o via mail it.sanfrancisco@esteri.it. Il Consolato Onorario di Honolulu è raggiungibile a info.italian.cons.honolulu@gmail.com o al +18082713560
Tempo di vacanze, Farnesina raccomanda i servizi Viaggiare SicuriRoma, 11 ago. (askanews) – La sicurezza all’estero è al centro dei servizi dell’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, soprattutto in vista della stagione estiva. E alla vigilia del ponte di Ferragosto e della partenza per le ferie per milioni di italiani, il ministero degli Esteri ricorda a tutti che è bene segnalare dove ci si trova e munirsi delle coordinate dei servizi Viaggiare Sicuri e Dove siamo nel Mondo.
La Farnesina invita tutti i cittadini in procinto di recarsi all’estero a consultare Viaggiare Sicuri, il portale pensato e sviluppato per favorire scelte di viaggio consapevoli e responsabili e per fornire indicazioni utili affinché ciascun viaggiatore possa adottare, in ogni situazione, un atteggiamento consapevole e comportamenti adeguati alle località da visitare. I viaggiatori, si legge sul sito della Farnesina, sono invitati anche a segnalare il proprio itinerario e registrare i propri riferimenti sul sito Dove siamo nel Mondo.
E’ possibile scaricare gratuitamente su smartphone e tablet la APP Unità di Crisi che integra i servizi di Viaggiare Sicuri e Dove siamo nel Mondo in un unico strumento. Avvalendosi di avanzate risorse di mappatura globale, l’applicazione offre agli utenti in viaggio all’estero la possibilità di geolocalizzarsi, per ricevere notifiche durante i transiti nelle aree più a rischio, aggiornamenti in tempo reale su situazioni di pericolo, e confermare la propria incolumità a seguito di eventi critici, ovunque nel mondo questi si verifichino. Ai servizi dell’Unità di Crisi è possibile accedere anche direttamente dall’APP IO, l’applicazione dei servizi pubblici.
In caso di gravi emergenze all’estero, l’Unità di Crisi è raggiungibile h24 al numero +39 0636225