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Al Franco Parenti imperdibile tributo di Gioele Dix a Gaber

Al Franco Parenti imperdibile tributo di Gioele Dix a GaberMilano, 12 mag. (askanews) – “Vedere Giorgio Gaber a teatro era un’esperienza che ti segnava. Niente a che vedere con un comune spettacolo o concerto.Sul palco sprigionava energia pura”. In occasione del ventennale della scomparsa, Gioele Dix rende omaggio al talento inimitabile di Giorgio Gaber, l’artista da molti considerato come il migliore interprete delle aspirazioni di giovani che – per citare le parole di una sua canzone – “stavano cercando, magari con un po’ di presunzione, di cambiare il mondo”.

Grazie alla sua sensibilità (e a quella del suo straordinario compagno di scrittura Sandro Luporini) Gaber ha saputo intercettare gli umori di una generazione vitale, polemica, inquieta, spesso anticipandone contraddizioni e cambi di rotta. E “grazie alla sua potenza espressiva – spiega Gioele Dix – sapeva dare corpo alle parole come nessun altro. Era capace di farti ridere, emozionare, indignare. Era un pensatore e un incantatore. Andavi a vederlo una volta e volevi tornare a rivederlo una seconda e poi una terza. Nei primi anni settanta sono stato uno sfegatato gaberiano, uno dei tanti”. “Ma per fortuna che c’era il Gaber” è il più recente di una serie di tributi che Gioele Dix, a partire dal 2004, anno in cui si tenne il primo Festival Gaber a Viareggio, ha dedicato all’artista milanese del quale è stato convinto ammiratore fin dall’adolescenza.

Lo spettacolo è costruito come un insolito itinerario all’interno del teatro-canzone di Gaber e Luporini, in cui si intrecciano brani conosciuti del loro repertorio con musiche e testi variamente inediti: versi mai musicati, canzoni mai eseguite dal vivo, monologhi abbozzati e mai completati. Decisivo è stato per realizzarlo l’apporto della Fondazione Gaber, che ha svelato l’esistenza di questi preziosi materiali e li ha messi a disposizione del progetto. Ma per fortuna che c’era il Gaber è dunque uno spettacolo assolutamente speciale, appassionato e originale, nel quale convivono sorprese (un esilarante monologo inedito sulla Rivoluzione d’Ottobre) e rievocazioni personali (il primo incontro assolutamente casuale fra Gaber e Dix nella hall di un albergo di Mestre), brani d’annata (Il Riccardo, Barbera e champagne) e bozze di canzoni tipicamente alla Gaber-Luporini su cui inventare una musica (Appunti di democrazia).

In scena nella doppia veste di attore e di cantante, Gioele Dix è accompagnato da due eccellenti musicisti, Silvano Belfiore al pianoforte e Savino Cesario alle chitarre, entrambi complici da anni delle sue affettuose scorribande gaberiane.

”Into Nature’s Wild”, natura selvaggia e saggezza nativi in un film

”Into Nature’s Wild”, natura selvaggia e saggezza nativi in un film


“Into Nature’s Wild”, natura selvaggia e saggezza nativi in un film – askanews.it



“Into Nature’s Wild”, natura selvaggia e saggezza nativi in un film – askanews.it



















Milano, 23 mar. (askanews) – Dalle terre selvagge dell’Alaska e la lussureggiante costa dell’Oregon, agli antichi canyon del sud-ovest e alle dolci colline dell’Appalachian Trail, il film “Into Nature’s Wild” è un viaggio emozionante non-stop in kayak, treno, bicicletta, mongolfiera e altro ancora, che esplora il fascino trasformativo dei luoghi selvaggi e la connessione che tutti condividiamo con il mondo naturale. La pellicola, diretta dal candidato all’Oscar Greg MacGillivray, è stata presentata in anteprima per la stampa a Milano, in un racconto degli Stati Uniti davvero diverso e unico.

Accompagnato dalla voce del premio Oscar Morgan Freeman, lo spettatore scopre la bellezza degli Usa grazie a una guida d’eccezione: John Herrington, il primo astronauta nativo americano della storia. Il film è una celebrazione della natura americana e della connessione tra gli esseri umani e il mondo naturale. Ma l’aspetto ancora più interessante è il riconoscimento della saggezza delle popolazioni indigene all’interno della narrazione. In primis Herrington che è stato il primo esponente di una tribù di nativi americani riconosciuta a livello federale (Chickasaw) a viaggiare nello spazio. La sua storica missione sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è stata il culmine di anni di esperienza e formazione e ha fornito a Herrington stesso una prospettiva unica.

Come spiega ad askanews Mathura Premaruban, Head of Global Communication Brand USA, il film è una storia affasciante che ci spiega la varietà di paesaggio naturale degli Stati Uniti d’America: “Siamo molto orgogliosi di essere una nazione di storytellers. E questo è quello che fa il film: racconta bellissime storie dei paesaggi americani. E penso che le persone non sappiano quanto c’è ancora da scoprire: conosciamo tutti le grandi città, San Francisco, L.A., New York City, ma c’è ancora molto da scoprire”. Le altre compagne di viaggio di Herrington sono Ariel Tweto, pilota dell’Alaska, personaggio televisivo e presidente e membro fondatore di Popping Bubbles, un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata alla prevenzione dal suicidio e ad aiutare le persone delle comunità rurali a superare le barriere; nonché l’escursionista su lunghe distanze e da record Jennifer Pharr Davis.

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