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Nato, Bauer: non ci sono segnali che Cremlino si prepari per pace

Nato, Bauer: non ci sono segnali che Cremlino si prepari per paceBruxelles, 16 gen. (askanews) – “Non ci sono segnali che il Cremlino si stia preparando per la pace”. Lo ha detto l’ammiraglio Rob Bauer, presidente del Comitato Militare Nato alla fine della due giorni che ha riunito la massima leadership militare dell’Alleanza a Bruxelles, insieme con numerosi Paesi partner, e dove, ha aggiunto Bauer “abbiamo avuto così tante stelle che è stata praticamente una galassia”.


Bauer ha sottolineato come il presidente russo Vladimir “Putin abbia messo l’economia della Russia sul piede di guerra” e come “la base dell’economia militare cinese si stia espandendo”. Poi l’ammiraglio ha delineato quanto fatto in questi due giorni: “Abbiamo discusso attivamente degli obiettivi di capacità della NATO e del fatto che porteranno a una distribuzione più uniforme delle capacità”, ha detto. “Le nazioni europee e il Canada svilupperanno capacità che ora solo gli Stati Uniti hanno. Ma questa riunione non riguardava certamente solo la NATO. Per la prima volta in assoluto, abbiamo avuto leader militari di 26 paesi partner della NATO e dell’Unione europea al tavolo. I paesi rappresentati erano Algeria, Armenia, Australia, Austria, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina, Colombia, Egitto, Georgia, Iraq, Irlanda, Israele, Giappone, Giordania, Kazakistan, Malta, Moldavia, Mongolia, Marocco, Nuova Zelanda, Qatar, Corea del Sud, Serbia, Svizzera, Tunisia e Ucraina”.

Crosetto: pronti a portare la pace con nostre forze armate a Gaza

Crosetto: pronti a portare la pace con nostre forze armate a GazaRoma, 16 gen. (askanews) – L’Italia, con le sue forze armate, è pronta a dare il proprio contributo per la pace anche a Gaza. Lo ha assicurato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che si trova a Kiev per incontri istituzionali, rispondendo a una domanda sul cessate il fuoco a Gaza e su una missione di pace con i soldati italiani.


“Lo diciamo già da tempo, io ho detto a una sua collega proprio in Israele che mi sarei aspettato una soluzione positiva nelle prossime settimane – è avvenuta – e che noi saremmo stati in prima fila. Lo ha ribadito ieri il Ministro Tajani, lo ha detto più volte la Meloni, sapete che ci è stata chiesta da Blinken l’utilizzo di carabinieri per formare le forze di polizia che possono costituire il futuro stato palestinese. Noi siamo disponibili – ha ribadito – sia con i carabinieri sia con le nostre forze armate, perché noi abbiamo sempre lavorato per la pace, per stabilizzare i territori dove c’era la guerra. I nostri soldati hanno sempre dimostrato, così come i nostri diplomatici, una sensibilità che altri paesi non hanno e quindi una specialità anche a fare questo lavoro chiamiamolo di questo tipo. Quindi, consapevoli anche di questa nostra specificità, di questa nostra capacità – ha concluso Crosetto – daremo anche il nostro contributo se ci verrà chiesto, anche a Gaza”.

Gaza, uccisa coordinatrice infermieri Al-Awda, partner di Actionaid

Gaza, uccisa coordinatrice infermieri Al-Awda, partner di ActionaidRoma, 16 gen. (askanews) – ActionAid è devastata dalla notizia che Fatin Shaqoura-Salha, coordinatrice degli infermieri dell’ospedale di Al-Awda a Nuseirat, gestito dal partner di ActionAid Al-Awda, è stata uccisa a Gaza insieme alla sua famiglia. Fatin, suo marito e i loro figli sono stati uccisi quando la loro casa è stata colpita dall’esercito israeliano mercoledì, mentre erano in corso negoziati di cessate il fuoco e poche ore prima che un accordo fosse confermato.


Questa dolorosa perdita è un altro esempio del disprezzo dell’esercito israeliano per i civili e il suo preoccupante schema di attacchi contro gli ospedali e gli operatori sanitari: più di mille sono stati uccisi dal 7 ottobre. Almeno 80 persone sono state uccise dall’annuncio di ieri sera, secondo la difesa civile di Gaza. Tasneem, che lavora con la Palestinian NGO Network (PNGO), partner di ActionAid a Gaza, ha inviato questo messaggio: “Migliaia di persone hanno perso la vita e i loro sogni si sono infranti, perché il cessate il fuoco è arrivato dopo oltre 15 mesi di distruzione e morte. Ad ogni minuto di ritardo, intere famiglie vengono cancellate. Ogni minuto che passa conta. E ogni momento che perdiamo significa che altre vite innocenti vengono uccise. Quindi… cessate il fuoco ora.”


ActionAid chiede la fine immediata degli attacchi a Gaza, per fermare le perdite di vite umane. Tutte le parti devono garantire che l’accordo di cessate il fuoco sia attuato senza ritardi, in modo che gli aiuti umanitari disperatamente necessari possano essere fatti entrare a Gaza e la sua popolazione esausta e traumatizzata possa iniziare il lungo processo di ricostruzione della propria vita.

Gaza, Oxfzm: bene cessate il fuoco ma diventi permanente

Gaza, Oxfzm: bene cessate il fuoco ma diventi permanenteRoma, 16 gen. (askanews) – Oxfam accoglie con favore l’annuncio del cessate il fuoco a Gaza, con un accordo iniziale che prevede il rilascio degli ostaggi israeliani e di alcuni detenuti palestinesi. Il tragico bilancio dopo 15 mesi di guerra senza tregua è di almeno 46.000 palestinesi uccisi, oltre 100 mila feriti, decine di migliaia di dispersi e 1,9 milioni di sfollati, ovvero il 90% della popolazione.


Per questo ora è urgente portare aiuti salvavita a una popolazione privata di acqua, cibo e medicine; ponendo fine all’annientamento di Gaza e alle indicibili sofferenze inflitte da Israele alla popolazione. “Speriamo che questo accordo segni davvero la fine dello spargimento di sangue. Dopo oltre 15 mesi di brutale campagna militare e di blocco deliberato e sistematico all’ingresso degli aiuti da parte delle autorità israeliane, questa pausa è vitale e attesa da tempo. – ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia – Mentre si svolge la prima fase dell’accordo, chiediamo che venga garantito l’accesso immediato e senza ostacoli agli aiuti umanitari, assicurando che risorse vitali e assistenza medica possano raggiungere chi ne ha un disperato bisogno in tutta Gaza. Per scongiurare la carestia è fondamentale l’apertura di tutti i valichi e il ripristino delle attività commerciali”.


In questi mesi, con il sostegno economico, politico e militare dei leader mondiali, Israele ha inflitto ai palestinesi di Gaza terribili punizioni collettive, configurabili in molti casi come crimini contro l’umanità. Ha usato cibo e acqua come armi da guerra, ha sfollato con la forza quasi tutta la popolazione, ha assediato il nord di Gaza e ha reso invivibile l’intera Striscia. Migliaia di palestinesi sono stati detenuti illegalmente e torturati senza un giusto processo.


Azioni che non possono rimanere senza risposta, perché il diritto e le norme internazionali devono essere applicate universalmente e rispettate anche da Israele, che deve rispondere dei crimini di guerra compiuti, affinché sia assicurata giustizia alle vittime e siano scoraggiate future violazioni. Oxfam chiede inoltre che la comunità internazionale – soprattutto i Paesi che si sono resi complici delle atrocità commesse da Israele – facciano tutto ciò che è in loro potere per garantire che non ci sia un ritorno alla violenza. Impegnandosi a sostenere una Pace equa e inclusiva, che porti alla fine del blocco, ponga fine all’occupazione, smantelli gli insediamenti illegali e affronti le cause profonde del conflitto.


“Questo cessate il fuoco, se applicato e rispettato nelle sue fasi, non deve portare al consolidamento dello status quo, né facilitare l’occupazione permanente o l’annessione de facto di Gaza, che minerebbero ulteriormente la prospettiva di una Pace giusta e duratura. – ha concluso Pezzati – Gli Stati membri dell’ONU e la comunità internazionale devono garantire la rapida e piena attuazione del cessate il fuoco, facilitare l’accesso umanitario senza restrizioni per evitare la carestia e affrontare la devastazione causata dalla guerra. Mantenendo l’impegno, preso in Assemblea Generale, di porre fine al blocco – entrato nel suo diciottesimo anno – e all’occupazione. Ora che i missili e le bombe si sono fermati, questi fragili progressi devono essere protetti ad ogni costo. La brutale campagna militare ha causato immense e prevenibili perdite di vite umane, ha decimato le infrastrutture di Gaza e ha spinto innumerevoli famiglie alla fame. E’ fondamentale quindi impegnarsi per la ricostruzione di Gaza partendo dai bisogni della popolazione.” Oxfam condanna inequivocabilmente tutte le violazioni del diritto internazionale, compresi gli attacchi del 7 ottobre e la cattura di ostaggi da parte di Hamas e di altri gruppi armati a Gaza.

Esplosioni a Kiev durante la visita di Crosetto e Starmer, gli incontri proseguono

Esplosioni a Kiev durante la visita di Crosetto e Starmer, gli incontri proseguonoRoma, 16 gen. (askanews) – Allarme aereo ed esplosioni nella capitale ucraina, Kiev, proprio nella giornata in cui il primo ministro britannico Keir Starmer e il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si trovano nella capitale per visite istituzionali. “La difesa aerea è in funzione nella capitale. Rimanete nei rifugi!”, ha sottolineato il sindaco Vitali Klitschko.


Le esplosioni sono avvenute nelle vicinanze delle sedi istituzionali dove si trovava Crosetto, ma dal ministero della Difesa assicurano che non c’è alcun allarme. “Gli incontri proseguono regolarmente”. Nel pomeriggio è previsto l’incontro di Crosetto con Zelensky.

Teheran: nessun ruolo di Musk in rilascio Cecilia Sala

Teheran: nessun ruolo di Musk in rilascio Cecilia SalaRoma, 16 gen. (askanews) – Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Esmail Baqaei ha respinto giovedì le indiscrezioni dei media secondo cui l’imprenditore miliardario statunitense Elon Musk avrebbe aiutato a convincere l’Iran a rilasciare la giornalista italiana Cecilia Sala.


Il quotidiano New York Times ha riferito in precedenza, citando fonti, che Musk aveva contattato l’ambasciatore iraniano all’ONU Amir Saeid Iravani per aiutare a garantire il rilascio di Sala. “Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baqaei, rispondendo a una domanda di un giornalista, ha negato un’affermazione fatta da un quotidiano americano in merito al presunto contatto di Elon Musk con l’ambasciatore iraniano a New York e al suo ruolo nel rilascio di un giornalista italiano. Baqaei ha descritto l’articolo come una narrazione e una fantasia mediatica”, ha affermato il Ministero degli Esteri iraniano in una dichiarazione.


Sala, che si trovava in Iran per lavoro, è stata arrestata a Teheran a dicembre. Successivamente è stata rilasciata e l’8 gennaio ha fatto ritorno in Italia.

Tregua Gaza, We World: passo fragile, rispettare diritto umanitario

Tregua Gaza, We World: passo fragile, rispettare diritto umanitarioRoma, 16 gen. (askanews) – È stato raggiunto un accordo per un cessate il fuoco a Gaza a partire da domenica 19 gennaio.


Questo passo, sottolinea We World, ancora molto fragile, rappresenta un momento fondamentale della guerra su Gaza che va avanti da oltre un anno. Chiediamo che venga rispettato il diritto umanitario internazionale in tutte le fasi di questo accordo e che il cessate il fuoco diventi effettivamente permanente. Per quel che riguarda la risposta umanitaria – il nostro lavoro – ancora niente è cambiato. Per supportare le persone colpite da 15 mesi di bombardamenti, sono necessarie risorse e risposte rapide. Ad oggi, le condizioni della popolazione a Gaza rimangono drammatiche: lo sfollamento, le basse temperature, il mancato accesso a beni di primissima necessità e condizioni prolungate di sofferenza.


Rimaniamo a fianco delle persone a Gaza, continuando a fornire accesso ad acqua, cibo, kit igienici e qualche momento di svago per i bambini e le bambine, e chiediamo che venga fatto il necessario per garantire adeguati aiuti umanitari alla popolazione. “È per me impossibile tradurre in parole il dolore, la disperazione, il senso di impotenza e le paure riportate in questi ultimi 15 mesi dai nostri colleghi e colleghe di Gaza. Ci auguriamo che questo cessate il fuoco sia duraturo e che ci permetta di continuare a lavorare al miglioramento delle condizioni di vita di una popolazione alla quale in questo momento manca una casa, l’accesso alla salute, all’acqua, al cibo, all’educazione…tutto” afferma Dina Taddia, CEO di WeWorld.

Ezio Greggio (Comites Monaco): italiani una risorsa per il Principato

Ezio Greggio (Comites Monaco): italiani una risorsa per il PrincipatoRoma, 16 gen. (askanews) – La presenza della comunità italiana nel Principato di Monaco è una risorsa preziosa, integrata, con “rapporti eccellenti” con le istituzioni monegasche. Le principali attività del Com.It.Es è rivolto al mondo del sociale e della cultura. Lo ha detto ad askanews il presidente Ezio Greggio, al suo secondo mandato.


“In termini di presenza – racconta – la nostra è una comunità molto importante, seppur in un piccolo Paese quale è il Principato di Monaco. Siamo al terzo posto come dimostrano i dati ufficiali del governo principesco, che riportano un totale di 39.000 abitanti, di cui 8.000 monegaschi, quasi 10.000 francesi e oltre 8.000 italiani. La nostra presenza, il nostro savoir-faire, la nostra cultura sono una risorsa per Monaco, sia a livello sociale ed economico e sia a livello turistico. Ci sono imprenditori, sportivi, dirigenti, professionisti che operano in tutti i settori: industria, tecnologia, finanza, ristorazione, intrattenimento, arte e non solo. E siamo soprattutto una comunità costituita da famiglie che qui vivono e lavorano con i figli che vanno a scuola e che parlano correntemente anche francese e inglese”. “In questo contesto – prosegue Greggio – il nostro Comites s’inserisce a pieno titolo per svolgere le attività che gli competono, come previsto dal suo ordinamento, che fa capo al nostro Ministero degli Esteri. E nel mio ruolo di Presidente è un impegno che ho assunto con entusiasmo e che porto avanti insieme a un gruppo di persone formidabili, che sono i membri del nostro comitato. Personalmente sono al secondo mandato e la fiducia che mi è stata data dagli italiani residenti nel Principato di Monaco mi onora e mi gratifica. I rapporti con le istituzioni monegasche, a cominciare dal Palazzo Principesco, sono eccellenti”.


Parlando poi delle attività che il Comites porta avanti, il presidente spiega: “Ci muoviamo principalmente nella cultura e nel sociale. C’è piena collaborazione con l’Ambasciata d’Italia e con i suoi più alti rappresentanti diplomatici. Da poco abbiamo dato il benvenuto al nuovo Ambasciatore S.E. Manuela Ruosi, che succede a S.E. Giulio Alaimo. Il Comites è sempre attento alla solidarietà – sottolinea ancora – ci siamo fatti promotori di iniziative per raccolte di doni e di fondi per eventi drammatici come le inondazioni in Emilia e Romagna, il terremoto in centro Italia, la guerra in Ucraina. Abbiamo collaborato con iniziative solidali monegasche come la Kermesse di Suor Maria. E anche in un luogo come il Principato di Monaco ci sono persone che possono aver bisogno di una presenza, come i nostri anziani. È un’attività che svolgiamo in modo discreto. Promuoviamo iniziative culturali organizzando visite ad esposizioni e partecipazioni a concerti per una buona causa, che si svolgono nel Principato di Monaco”. “Ogni anno – afferma il presidente Greggio – il Comites di Monaco organizza il Concerto di Natale che viene programmato nel mese di dicembre. È sempre ad ingresso libero e gratuito e questo grazie alla partecipazione di tanti sponsor italiani di Monaco e non solo. È il nostro evento più importante e ha un solo obbiettivo: riunire la comunità italiana per un grande spettacolo, offrendo a tutti l’occasione per uno scambio di auguri durante le Festività. Si è svolto il 3 dicembre scorso con un repertorio dedicato a Domenico Modugno eseguito dalla grande Orchestra Sinfonica di Sanremo. In passato abbiamo avuto tra gli altri, il Maestro Andrea Morricone figlio del Premio Oscar Ennio Morrricone, poi l’Italian Gospel Choir con 180 elementi. E la grande soddisfazione per il Comites di Monaco è vedere ogni volta il tutto esaurito”.


Come è organizzato il Comites? “Abbiamo organizzato il nostro Comites di Monaco per essere flessibile in ogni attività – risponde -. I membri costituiscono gruppi di lavoro, ognuno in un proprio campo, che si tratti di sociale oppure di cultura. Discusso e approvato un progetto lo si porta avanti e quando serve si uniscono le forze, come avviene per esempio per il concerto di Natale, quando l’importanza dell’organizzazione e la ricerca dei partner per coprire tutti i costi diventano fondamentali. Come Comites del Principato di Monaco abbiamo istituito anche un riconoscimento, che viene assegnato ogni anno ai giovani italiani residenti che si sono distinti per risultati sportivi. Qui lo sport è importante – prosegue Greggio – fa parte dell’educazione e della formazione scolastica, per trasmettere i valori fondamentali che esso rappresenta. È anche una volontà di tutto un Paese, perché S.A.S. il Principe Alberto II, oltre ad essere membro del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) ha partecipato da atleta a cinque edizioni delle Olimpiadi invernali, così come S.A.S. la Principessa Charlene, sua moglie, è stata atleta professionista di nuoto. Questi eventi e queste attività fanno già parte dei nostri impegni per il 2025 e come prossimi appuntamenti stiamo progettando una serie di incontri con il mondo del giornalismo, dell’editoria e della salute”. Alla domanda sui quali temi possono essere di interesse agli italiani nel Principato, Greggio risponde: “Quando si vive all’estero, a prescindere dalla vicinanza del proprio Paese, è interessante sapere come funzionano le altre comunità italiane, quali sono le iniziative per valorizzare la cultura e la lingua. Forse, potrebbe essere interessante ragionare sulla possibilità di incontri. Ci potremmo chiedere se tra italiani all’estero, che si incontrano all’estero, potrebbero nascere idee, progetti e opportunità. A me è capitato di essere invitato quale Presidente del Comites all’Ambasciata italiana di Londra, a quella di Toronto ove ho incontrato il Comites locale. Ed è stata in entrambi i casi una bella, costruttiva e positiva esperienza”.


Di Serena Sartini Crediti foto: ©Riccardo Ghilardi

Così Trump vuole salvare salvare TikTok in Usa

Così Trump vuole salvare salvare TikTok in UsaRoma, 16 gen. (askanews) – Il presidente eletto Donald Trump sta valutando la possibilità di emettere un ordine esecutivo che sospenda l’applicazione della legge sul divieto di vendita di TikTok per 60-90 giorni, dando così all’amministrazione il tempo di negoziare una vendita o una soluzione alternativa. Lo rivela il Washington Post, leggendo nella mossa “un tentativo legalmente discutibile di ottenere una breve tregua per l’app di proprietà cinese, il cui divieto è previsto per domenica a livello nazionale”.


Secondo due persone al corrente con le deliberazioni dell’amministrazione in arrivo, che hanno parlato a condizione di anonimato Trump sta valutando come salvare la popolarissima app video, attraverso accordi non convenzionali e manovre legali, come un ordine esecutivo che scardinerebbe la legge approvata dal Congresso l’anno scorso con un sostegno bipartisan.“Ho un posticino caldo nel mio cuore per TikTok”, ha detto Trump il mese scorso.


Si tratta di revocare o svuotare una legge firmata dal presidente Joe Biden l’anno scorso che chiede al proprietario dell’applicazione, il gigante tecnologico ByteDance con sede a Pechino, di vendere l’applicazione entro il 19 gennaio o di affrontare un bando immediato.La Corte Suprema, che la scorsa settimana ha preso in considerazione l’impugnazione della legge da parte di TikTok, dovrebbe consentire che la legge proceda come previsto, ma non ha ancora emesso una sentenza. La legge mira a rispondere alle preoccupazioni del Dipartimento di Giustizia, secondo cui il governo cinese potrebbe usare l’app per spiare gli americani o trasmettere propaganda.


Trump, ha detto una delle fonti, è ansioso di essere visto come uno che “fa un accordo” e la firma di un ordine esecutivo subito dopo la scadenza del termine – appena un giorno prima del suo insediamento – rafforzerebbe il suo profilo di mediatore sulle questioni bollenti.Sebbene abbia cercato di bandire TikTok durante il suo primo mandato presidenziale, negli ultimi anni Trump ha celebrato l’app come un modo per scalzare le aziende tecnologiche che non ama, come Meta, e raggiungere i giovani elettori in modo virale. Durante la campagna elettorale è stato seguito da un giovane specialista di TikTok che realizzava video per l’app.


 

L’Unicef: 14.500 bambini morti a Gaza, orribile

L’Unicef: 14.500 bambini morti a Gaza, orribileRoma, 16 gen. (askanews) – “L’UNICEF accoglie con favore l’annuncio di un accordo di cessate il fuoco tra le parti in conflitto nella Striscia di Gaza. Si tratta di un accordo atteso da tempo per i bambini e le famiglie di Gaza, evidenzia l’organizzazione in una nota, che hanno sopportato più di un anno di bombardamenti e privazioni, e per gli ostaggi a Gaza e le loro famiglie in Israele, che hanno sofferto così tanto.


La guerra ha imposto un tributo orribile ai bambini di Gaza – secondo le notizie – ha provocato: almeno 14.500 morti, altre migliaia di feriti, circa 17.000 non accompagnati o separati dai loro genitori e quasi 1 milione sfollati dalle loro case. La portata dei bisogni umanitari è enorme e l’UNICEF e i suoi partner sono pronti ad aumentare la propria risposta. Il cessate il fuoco deve finalmente dare agli attori umanitari l’opportunità di attuare in sicurezza la massiccia risposta all’interno della Striscia di Gaza, di cui c’è un disperato bisogno. Ciò include l’accesso senza ostacoli per raggiungere tutti i bambini e le famiglie con cibo e nutrizione essenziali, assistenza sanitaria e supporto psicosociale, acqua potabile e servizi igienici, istruzione e apprendimento, nonché assistenza in denaro e la ripresa delle operazioni di trasporto commerciale. Con il crollo dei servizi essenziali in tutta Gaza, dobbiamo agire con urgenza per salvare vite umane e aiutare i bambini a riprendersi.


Meno della metà dei 36 ospedali di Gaza sono funzionanti, il che aumenta il rischio di epidemie di malattie infettive e mette a rischio i bambini. La produzione di acqua è inferiore al 25% della capacità. Quasi tutti i 2,1 milioni di abitanti del territorio stanno affrontando alti livelli di insicurezza alimentare. Il 95% degli edifici scolastici di Gaza è stato danneggiato o distrutto. È imperativo che le parti aderiscano pienamente al cessate il fuoco e consentano il necessario livello di aiuti nella Striscia di Gaza attraverso tutti i punti di ingresso sicuri. Anche il contesto di sicurezza deve essere affrontato con urgenza. Ciò consentirà all’UNICEF di aumentare lo screening e la cura dei bambini colpiti da malnutrizione, di facilitare il recupero delle vaccinazioni per 420.000 bambini sotto i 5 anni e di sostenere la prevenzione delle epidemie, tra cui poliomielite, morbillo e colera.


Inoltre, l’UNICEF esorta con forza le parti a portare avanti con urgenza una risoluzione politica duratura che dia priorità ai diritti e al benessere di questa e delle future generazioni di bambini. La guerra a Gaza è già costata molto ai bambini. Dobbiamo agire ora e lavorare insieme per un futuro migliore per tutti i bambini”.