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Liberato l’italo-venezuelano arrestato in Venezuela

Liberato l’italo-venezuelano arrestato in VenezuelaRoma, 8 gen. (askanews) – L’italo-venezuelano fermato ieri in Venezuela perchè sospettato di attività illegali è stato liberato già ieri notte. E’ quanto si apprende da fonti della Farnesina.


Ieri, 7 gennaio alle 14 circa (le 19 in Italia) la Farnesina ha ricevuto la segnalazione che un cittadino italo-venezuelano, il cui nome non è stato divulgato per proteggerne la privacy, era stato fermato attorno alle 11 alla frontiera terrestre colombiana-venezuelana di Cucuta. Il ministero, secondo quanto riferito, ha subito chiesto l’intervento del viceconsole onorario di Tachira ed ha contattato il Commissario della polizia diplomatica a Maracaibo. Il connazionale è stato rilasciato alle 16 circa (ora locale), dopo circa cinque ore e mezzo di fermo. La famiglia è stata informata.


Non sono noti altri casi di connazionali fermati dalle autorità venezuelane, è stato precisato.

Venezuela, liberato nella notte l’italo-venezuelano arrestato

Venezuela, liberato nella notte l’italo-venezuelano arrestatoRoma, 8 gen. (askanews) – L’italo-venezuelano fermato ieri in Venezuela perchè sospettato di attività illegali è stato liberato già ieri notte. E’ quanto si apprende da fonti della Farnesina.


Ieri, 7 gennaio alle 14 circa (le 19 in Italia) la Farnesina ha ricevuto la segnalazione che un cittadino italo-venezuelano, il cui nome non è stato divulgato per proteggerne la privacy, era stato fermato attorno alle 11 alla frontiera terrestre colombiana-venezuelana di Cucuta. Il ministero, secondo quanto riferito, ha subito chiesto l’intervento del viceconsole onorario di Tachira ed ha contattato il Commissario della polizia diplomatica a Maracaibo. Il connazionale è stato rilasciato alle 16 circa (ora locale), dopo circa cinque ore e mezzo di fermo. La famiglia è stata informata.


Non sono noti altri casi di connazionali fermati dalle autorità venezuelane, è stato precisato.

Trump vuole “il Golfo d’America” e non “del Messico”: cambio di nome possibile?

Trump vuole “il Golfo d’America” e non “del Messico”: cambio di nome possibile?Roma, 8 gen. (askanews) – Donald Trump vuole cambiare nome al Golfo del Messico. “Golfo d’America” sarebbe più “appropriato”, ha confermato in conferenza stampa il presidente eletto degli Stati Uniti, prossimo all’insediamento alla Casa Bianca, riprendendo una vecchia idea espressa da un comico liberale ormai 15 anni fa. “Cambieremo il nome del Golfo del Messico in Golfo d’America, che ha un suono meraviglioso”, ha affermato Trump. “Il Golfo d’America, che bel nome, ed è appropriato”, ha commentato, facendo riferimento al grande bacino d’acqua delimitato a nord dalla costa meridionale degli Stati Uniti, dal Texas alla Florida, e che si estende fino alla penisola dello Yucatan, in Messico.


Un consiglio federale ha il potere di rinominare i luoghi geografici all’interno degli Stati Uniti, ricorda oggi Usa Today, e la deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene ha immediatamente promesso di introdurre una legge per attuare il piano. Tali cambiamenti non sarebbero necessariamente vincolanti per gli Stati che confinano con il Golfo o per altri paesi. Secondo i funzionari federali, negli ultimi sei secoli, il Golfo è stato anche conosciuto come Golfo de Nueva España e Mar di Florida, tra gli altri, riflettendo la sua lunga storia contesa tra Francia, Spagna e altri paesi europei durante la colonizzazione del Nuovo Mondo.


La costa del Golfo è lunga circa 3.540 miglia (quasi 5.700 chilometri), più della metà delle quali confina con la costa del Messico, secondo l’U.S. Fish and Wildlife Service, sebbene ciò non tenga conto delle innumerevoli baie e insenature. I commenti di Trump sono arrivati nel contesto della discussione dei suoi piani per annullare le nuove restrizioni alle trivellazioni di petrolio e gas offshore approvate dall’amministrazione di Joe Biden in uscita dalla casa Bianca.


Trump, così come qualsiasi americano, può suggerire una ridenominazione dei luoghi negli Stati Uniti. In base alla legge federale, il governo americano può nominare e/o rinominare formalmente le caratteristiche geografiche, dai fiumi e laghi alle montagne. Supervisionato dal Board of Geographic Names (Bgn), questa procedura è più frequente di quanto si possa pensare e negli ultimi anni i funzionari federali hanno cambiato nomi di luoghi storici ritenuti offensivi, in particolare per gli afroamericani e i nativi americani. Gli Stati non sono tenuti a usare gli stessi nomi del governo federale, anche se di solito lo fanno. “Il BGN è responsabile per legge della standardizzazione dei nomi geografici in tutto il governo federale e scoraggia i cambiamenti di nome a meno che non ci sia una ragione impellente”, ha comunque sottolineato il Board of Geographic Names sul suo sito web. “Inoltre, cambiare un nome esistente semplicemente per correggere o ristabilire l’uso storico non dovrebbe essere una ragione primaria per cambiare un nome”.

In Venezuela sette “mercenari” arrestati, c’è anche un italiano

In Venezuela sette “mercenari” arrestati, c’è anche un italianoRoma, 8 gen. (askanews) – Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha annunciato la cattura di sette stranieri, tra cui due cittadini statunitensi, due colombiani e tre ucraini. Secondo il capo dello Stato, i sospettati avrebbero avuto l’intenzione di compiere azioni “terroristiche” a tre giorni dal suo insediamento per un terzo mandato presidenziale. In questo contesto il governo venezuelano ha annunciato anche il presunto arresto di un italiano, considerato un “mercenario” entrato illegalmente nel Paese sudamericano.


“Solo oggi abbiamo catturato, in queste ore, sette mercenari stranieri, tra cui due importanti mercenari statunitensi”, ha detto Maduro durante un comizio. “Erano venuti per compiere azioni terroristiche contro la pace”, secondo il presidente. “Le operazioni continuano, dobbiamo essere vigili e preparati”. Nelle stesse ore, il ministro dell’Interno venezuelano, Diosdado Cabello, ha annunciato a Telesur il fermo di “due mercenari, uno colombiano e uno italiano, mentre attraversavano la frontiera, attraverso i sentieri” al confine con la Colombia. Il ministro non ha reso note le generalità dei due sospettati, precisando soltanto che da luglio 2024 almeno 127 “mercenari” sono stati fermati in Venezuela, provenienti da 25 Paesi.


Sugli arresti si è soffermato a lungo il presidente Maduro, in un discorso pronunciato ieri. Nelle prossime ore tutti i sospettati “confesseranno”, ha detto, sottolineando che “due sicari colombiani sono stati catturati in luoghi diversi del Paese, così come tre mercenari provenienti dall’Ucraina, dalla guerra in Ucraina, per portare violenza nel Paese”. Secondo Maduro, queste persone sarebbero arrivate nel Paese per compiere azioni terroristiche. “Dobbiamo essere attenti e preparati. Ecco perché è meraviglioso che siano stati implementati l’attivazione e la formazione degli organismi di lotta della classe operaia”, ha insistito il presidente. “Mentre noi ci godevamo il Natale, l’esercito venezuelano, insieme alle forze di sicurezza del Paese e al popolo, era attivo per garantire la pace”.


Il capo dello Stato ha dichiarato che le operazioni di sicurezza nel Paese proseguono. “Li stiamo attaccando perché il Venezuela sia rispettato”, ha affermato, sottolineando tuttavia che la sovranità non può essere delegata. “Il potere delle armi per difendere la democrazia da qualsiasi minaccia o agguato, non importa da dove provenga, appartiene al popolo”, ha insistito Maduro. “Garantiremo la vittoria della pace”, ha aggiunto, esortando alla mobilitazione del popolo. Il capo dello Stato ha quindi confermato che sono stati catturati almeno 127 mercenari di 25 nazionalità da luglio scorso, “venuti per praticare il terrorismo in territorio venezuelano”. Per questo ha chiesto “la massima mobilitazione popolare affinché il Venezuela vinca attraverso la pace, la Costituzione e la stabilità”. “Il popolo venezuelano è determinato a difendere il proprio diritto a un futuro”, ha affermato.

Trump: la guerra in Ucraina potrebbe degenerare in qualcosa di peggio

Trump: la guerra in Ucraina potrebbe degenerare in qualcosa di peggioNew York, 07 gen. (askanews) – “Si è rivelata una guerra molto brutta, e potrebbe degenerare. Quella guerra potrebbe degenerare fino a diventare molto peggio di quanto non sia adesso”, ha detto Donald Trump rispondendo ad una domanda sull’Ucraina nella conferenza che sta tenendo a Mar-a-lago.


Il presidente eletto ha accusato Joe Biden di aver insistito troppo sull’ingresso di Kiev nella Nato e la Russia non ha accettato di aver un membro Nato alle porte di casa. “Sono stati commessi molti errori in quella negoziazione, e quando ho sentito il modo in cui Biden stava negoziando, ho detto che si poteva finire in una guerra”, ha ribadito Trump, continuando a criticare i paesi Nato per non pagare la loro quota di adesione e ha criticato Biden per non aver richiesto il pagamento.

Kim lancia un messaggio a Trump: ecco il mio nuovo missile ipersonico

Kim lancia un messaggio a Trump: ecco il mio nuovo missile ipersonicoRoma, 7 gen. (askanews) – In un momento di grave instabilità politica in Corea del Sud e di transizione al vertice negli Stati uniti, la Corea del Nord ha oggi effettuato il lancio di un nuovo missile balistico ipersonico a medio raggio (IRBM) con l’obiettivo – a quanto ha dichiarato lo stesso leader supremo Kim Jong Un – di dissuadere qualsiasi attore della politica nel Pacifico “minacci” Pyongyang.


Secondo l’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana KCNA, il missile avrebbe volato per circa 1.500 chilometri a una velocità 12 volte superiore a quella del suono durante il test, condotto ieri sotto la supervisione del leader Kim Jong Un. Tuttavia, lo Stato maggiore congiunto della Corea del Sud ha dichiarato che il missile ipersonico della Corea del Nord, lanciato dall’area di Pyongyang, avrebbe volato per circa 1.100 km prima di cadere nel Mar del Giappone.


Kim Jong Un – secondo un dispaccio della KCNA – ha dichiarato che lo sviluppo di questo missile mira a rafforzare la capacità di deterrenza nucleare del Paese, rendendo “il sistema d’arma, a cui nessuno può rispondere, il fulcro della deterrenza strategica”, essendo capace di contenere “in modo affidabile qualsiasi rivale nella regione del Pacifico che possa minacciare la sicurezza del nostro Stato”. Il sistema d’arma – ha aggiunto il leader nordcoreano – “è in grado di infliggere un serio colpo militare a un rivale, superando efficacemente qualsiasi denso scudo difensivo”. L’agenzia di stampa ufficiale nordcoreana ha anche diffuso una serie di foto, tra le quali ce n’è una che mostra Kim impegnato nella sala di controllo del lancio missilistico. Come spesso accade da qualche anno a questa parte, nell’immagine è accompagnato da quella che si presume essere la figlia, Kim Ju Ae, che si pensa abbia 11-12 anni d’età.


L’ultimo lancio missilistico della Corea del Nord, la prima provocazione in circa due mesi, è avvenuto a circa due settimane dall’insediamento del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, previsto per il 20 gennaio. Trump, nel suo primo mandato alla presidenza Usa, aprì un tavolo di dialogo con Kim, con tre storici incontri, che però non portarono alla fine a un accordo sul tema dei programmi nucleari e missilistici di Pyongyang. Il presidente eletto Usa ha già fatto capire che intende di nuovo approcciarsi a Kim, che potrebbe aver fatto questo sfoggio di forza anche per posizionarsi in vista di un tavolo.


Questa l’opinione anche del ministero dell’Unificazione sudcoreano. “La Corea del Nord probabilmente intendeva mostrare i muscoli agli Stati uniti. Poiché ha dichiarato che l’ultimo lancio era un test, il sistema d’arma non sembra completato, indicando la necessità di ulteriori sviluppi tecnologici,” ha dichiarato un funzionario ai giornalisti, secondo quanto ha riferito l’agenzia di stampa Yonhap. Il lancio è avvenuto anche in un momento di vuoto politico in Corea del Sud, scatenato dal fallito tentativo di imposizione della legge marziale da parte del presidente Yoon Suk-yeol il mese scorso e dal successivo procedimento di impeachment nei suoi confronti da parte dell’Assemblea nazionale, ancora oggi al centro del dibattito e delle tensioni politiche La KCNA ha riferito che il veicolo ipersonico planante montato sul nuovo IRBM ha raggiunto un primo picco a un’altezza di 99,8 km e un secondo picco a 42,5 km, effettuando un volo di 1.500 km come previsto, prima di colpire un punto designato in mare. Tuttavia, l’esercito sudcoreano ha respinto l’affermazione della Corea del Nord come una “mistificazione”, affermando che non c’è stato alcun secondo picco. “La distanza di volo analizzata da Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone era di circa 1.100 km e il missile non ha raggiunto un secondo picco” ha dichiarato il portavoce dello Stato maggiore congiunto, colonnello Lee Sung-un, durante una conferenza stampa regolare, sottolineando che la Corea del Nord ha una storia di “esagerazioni”. La Corea del Nord ha inoltre affermato di aver utilizzato un nuovo composto di fibra di carbonio per la fabbricazione del corpo motore del missile ipersonico e di aver introdotto un metodo “completo ed efficace” per il controllo del volo e del sistema di guida. Gli esperti hanno affermato che il Nord sembrerebbe aver lanciato questa settimana una versione aggiornata di un missile ipersonico già testato nell’aprile dello scorso anno. Allora, Pyongyang aveva dichiarato che l’IRBM con veicolo planante ipersonico aveva volato per 1.000 km. Il JCS della Corea del Sud aveva allora affermato che il missile aveva volato per 600 km, definendo le affermazioni della Corea del Nord parzialmente “esagerate”, pur riconoscendo alcuni progressi tecnologici nel programma di armi ipersoniche di Pyongyang. I missili ipersonici sono tra le armi sofisticate che Kim ha promesso di sviluppare durante il congresso del Partito dei lavoratori coreani – il partito unico nordcoreano – nel 2021, insieme a sottomarini nucleari, satelliti spia e missili balistici intercontinentali a combustibile solido. Durante una riunione di fine anno del partito, il leader nordcoreano ha dichiarato che il suo paese attuerà la “strategia di contromisure più dura” nei confronti degli Stati uniti e ha affermato che la cooperazione militare tra Corea del Sud, Stati uniti e Giappone si è trasformata in un “blocco militare per l’aggressione”.

Meta, Zuckerberg: stop a fact-checking su FB e Instagram

Meta, Zuckerberg: stop a fact-checking su FB e InstagramNew York, 07 gen. (askanews) – Meta Platforms sta ponendo fine al fact-checking e rimuovendo ogni restrizione alla libertà di parola sia su Facebook che su Instagram. Ad annunciarlo in un video pubblicato martedì mattina è stato lo stesso Ceo, Mark Zuckerberg.


“Torneremo alle nostre radici e ci concentreremo sulla riduzione degli errori, semplificando le nostre politiche e ripristinando la libera espressione sulle nostre piattaforme”, ha detto Zuckerberg chiarendo che i fact-checker verranno sostituiti “con Community Notes simili a X, a cominciare dagli Stati Uniti”. Zuckerberg ha dichiarato che i fact-checker erano diventati “troppo politicamente di parte” e di essere “arrivati a un punto in cui ci sono troppi errori e troppa censura”, mentre “le recenti elezioni sono un punto di svolta culturale verso una nuova priorità per la parola”. Il Ceo di Meta ha citato più volte Trump nel video di annuncio della nuova politica e ha criticato i media tradizionali per la copertura riservata al primo mandato del presidente eletto. Meta sul premercato sta perdendo lo 0,11%.

Iran, Teheran: l’arresto di Cecilia Sala non è una ritorsione, speriamo venga risolto presto

Iran, Teheran: l’arresto di Cecilia Sala non è una ritorsione, speriamo venga risolto prestoRoma, 7 gen. (askanews) – L’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala non rappresenta un caso di “ritorsione” dell’Iran. E’ quanto ha ribadito oggi la portavoce del governo iraniano, Fatemeh Mohajerani, che ha auspicato che il caso “venga risolto” in tempi rapidi. “Con il tatto che vediamo da parte della magistratura, spero che il suo problema venga risolto”, ha detto la portavoce, citata dall’agenzia Isna. “Non si tratta di ritorsioni, questo arresto non ha nulla a che vedere con altre questioni”, ha aggiunto.


 

L’Onu: in Iran sono state eseguite 901 condanne a morte nel 2024

L’Onu: in Iran sono state eseguite 901 condanne a morte nel 2024Roma, 7 gen. (askanews) – Almeno 901 persone sono state giustiziate in Iran lo scorso anno, di cui circa 40 in una sola settimana di dicembre, ha affermato oggi l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk. “È molto preoccupante che il numero di persone sottoposte alla pena di morte in Iran aumenti di anno in anno”, ha commentato Türk in una dichiarazione, considerando che “è giunto il momento che l’Iran ponga fine a questa ondata di esecuzioni”.

Negli Stati Uniti è stato registrato il primo decesso umano collegato all’influenza aviaria

Negli Stati Uniti è stato registrato il primo decesso umano collegato all’influenza aviariaRoma, 7 gen. (askanews) – Negli Stati Uniti è stato registrato il primo decesso umano collegato all’influenza aviaria, hanno annunciato ieri le autorità sanitarie della Louisiana, specificando che la vittima è un paziente anziano che soffriva di altre patologie. Il paziente, di età superiore ai 65 anni, è stato il primo caso umano grave rilevato nel Paese. Era stato infettato dal virus H5N1 tramite pollame e uccelli selvatici. Soffrendo di problemi respiratori, era in “condizioni critiche”, hanno riferito le autorità sanitarie a dicembre, quando è stato reso noto il suo ricovero in ospedale.


L’indagine della sanità pubblica “non ha individuato altri casi di H5N1 né prove di trasmissione da persona a persona”. “Questo paziente rimane l’unico caso umano di H5N1 in Louisiana”, ha affermato il Dipartimento della Salute della Louisiana sul suo sito web. Per questo si ritiene che il rischio rappresentato dall’influenza aviaria per la popolazione generale sia “basso”. “Le persone che lavorano con uccelli, pollame o mucche, o che sono esposte a questi animali nell’ambito delle loro attività ricreative” corrono un “rischio più elevato”, è stato spiegato. Sebbene non sia stata osservata alcuna diffusione della malattia tra gli esseri umani, il livello di circolazione del virus preoccupa gli esperti, soprattutto ora che Donald Trump si avvicina al suo insediamento alla Casa Bianca, avendo annunciato la sua volontà di eliminare l’agenzia responsabile della preparazione ai rischi epidemici.


L’amministrazione uscente non è esente da critiche: alcuni esperti ne hanno giudicato la risposta insufficiente e hanno segnalato carenze in termini di monitoraggio della contaminazione. Venerdì scorso le autorità hanno annunciato lo stanziamento di 306 milioni di dollari per rafforzare la risposta nazionale a questa minaccia, in particolare sostenendo programmi di sorveglianza epidemiologica e ricerca medica. “Sebbene il rischio per gli esseri umani sia basso, ci prepariamo sempre a tutti gli scenari possibili”, ha affermato in una nota il segretario alla Salute degli Stati Uniti, Xavier Becerra.