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Elon Musk dice che agli Usa servono più missili ipersonici e droni

Elon Musk dice che agli Usa servono più missili ipersonici e droniRoma, 27 dic. (askanews) – Il miliardario statunitense Elon Musk ha detto oggi che gli Stati Uniti hanno bisogno di più veicoli aerei senza pilota (UAV) e missili ipersonici, che sarebbero molto richiesti durante una eventuale “guerra dei droni”.


“L’America ha bisogno di una grande quantità di droni a lungo raggio (aria, acqua di superficie e sottomarini) e missili ipersonici. Qualsiasi cosa con equipaggio morirà molto velocemente in una guerra dei droni”, ha spiegato Musk su X. Musk ha ripetutamente espresso la sua visione delle guerre future, dicendo che saranno guerre di droni e che i paesi con UAV più avanzati saranno i vincitori, mentre i jet da combattimento convenzionali con pilotaggio saranno distrutti molto rapidamente.

Rutte: Nato rafforzerà la sua presenza militare nel Mar Baltico

Rutte: Nato rafforzerà la sua presenza militare nel Mar BalticoMilano, 27 dic. (askanews) – “Ho parlato con il presidente della repubblica finlandese Alexander Stubb dell’indagine finlandese in corso su un possibile sabotaggio dei cavi sottomarini. Ho espresso la mia piena solidarietà e il mio sostegno. La Nato rafforzerà la sua presenza militare nel Mar Baltico”. Lo ha scritto Mark Rutte, segretario generale della Nato sui social.


Ieri Stubb aveva scritto che “bisogna combattere i rischi causati dalle navi della flotta ombra russa”, dopo aver “avuto una panoramica della rottura del cavo nel Golfo di Finlandia dal capo della polizia Ilkka Koskimäe, dal capo della polizia criminale centrale Robin Lardot e dal vice capo della guardia di frontiera Markku Hassinel”. Il cavo elettrico Estlink 2 è stato danneggiato il giorno di Natale nella zona marittima finlandese. Secondo la polizia c’è motivo di sospettare danni da parte alla petroliera Eagle S e alla sua ancora. La polizia di Helsinki ha preso possesso della nave, che ora si trova nelle acque finlandesi. La guardia di frontiera ha chiesto all’Eagle S di sollevare l’ancora, ma è emersa solo la catena. Sul caso indaga la polizia come atto di vandalismo aggravato. E secondo la dogana la nave appartiene alla flotta ombra russa e ciò comporta anche l’evasione delle sanzioni.

Baltico,Rutte: Nato condanna qualsiasi attacco infrastrutture critiche

Baltico,Rutte: Nato condanna qualsiasi attacco infrastrutture criticheMilano, 27 dic. (askanews) – (di Cristina Giuliano) “Ho parlato con il premier estone Kristen Michal del presunto possibile sabotaggio dei cavi del Mar Baltico. La Nato è solidale con gli Alleati e condanna qualsiasi attacco alle infrastrutture critiche. Stiamo seguendo le indagini di Estonia e Finlandia e siamo pronti a fornire ulteriore supporto”. Lo ha detto il segretario generale dell’Alleanza Mark Rutte e immediatamente, sempre via social, il capo di governo estone gli ha risposto: “Grazie per la tua tempestiva telefonata, segretario generale. Sono grato per il tuo continuo supporto. Di fronte agli attacchi sistematici contro le nostre infrastrutture critiche, l’unità della NATO, la sua stretta cooperazione e la sua risposta decisa restano vitali” ha detto Michal, che in un post precedente si era rivolto invece all’Europa: “Apprezzo molto il vostro fermo supporto, Ursula von Der Leyen e Kaja Kallas. Gli attacchi continui contro le infrastrutture sottomarine tra gli Stati membri dell’UE richiedono una risposta comune e decisa. Accogliamo con grande favore gli sforzi compiuti dalla Commissione Europea per rafforzare le misure contro tali atti”.


Rutte non ha specificato nel suo messaggio quale tipo di sostegno la NATO è disposta a dare alla Finlandia e all’Estonia. Nel frattempo, questa mattina, l’Estonia annuncia di aver inviato una nave pattuglia per proteggere e mettere in sicurezza i cavi tra l’Estonia e la Finlandia. Secondo Postimees, il ministro della Difesa estone Hanno Pevkur afferma che l’Estonia deve inviare un segnale chiaro, ovvero che l’Estonia è pronta a proteggere i suoi collegamenti elettrici con la Finlandia “anche con mezzi militari”. Secondo una verifica al servizio Marinetraffic, la nave pattuglia Raju della Marina estone è partita oggi da Tallinn e si sta muovendo nel mezzo del Golfo di Finlandia. “Il compito delle Forze di Difesa è respingere gli attacchi militari contro la Repubblica di Estonia”, ha affermato il generale Andrus Merilo, attuale comandante delle forze di difesa estoni, sempre in base a quanto riportato da Postimees. “Le Forze di Difesa sono pronte a prevenire attacchi alle nostre infrastrutture energetiche in mare, con mezzi non militari, e ad organizzare la cooperazione militare per garantire la sicurezza marittima. La Marina è pronta per tali compiti. Siamo anche in contatto con le nostre controparti finlandesi, nonché con il comandante supremo delle forze europee della NATO, per discutere il coinvolgimento degli alleati nella protezione delle nostre infrastrutture critiche. Il nostro messaggio è chiaro: proteggiamo noi stessi e le nostre alleanze”.


Secondo il vice comandante della Marina, il capitano Johan-Elias Seljamaa, la Marina estone è pronta per l’operazione. “La mattina presto abbiamo inviato una squadra e inizieremo il pattugliamento a Estlink 1. Inoltre, siamo in contatto attivo con la marina finlandese e la guardia di frontiera e agiamo in modo coordinato”, ha affermato Seljamaa. Il governo di Tallin si è riunito ieri pomeriggio in sessione straordinaria per discutere dell’interruzione di Estlink 2. Il cavo elettrico Estlink 2 è stato danneggiato il giorno di Natale nella zona marittima finlandese. Secondo la polizia c’è motivo di sospettare danni da parte alla petroliera Eagle S e alla sua ancora. La polizia di Helsinki ha preso possesso della nave, che ora si trova nelle acque finlandesi. La guardia di frontiera ha chiesto all’Eagle S di sollevare l’ancora, ma è emersa solo la catena. Sul caso indaga la polizia come atto di vandalismo aggravato. E secondo la dogana la nave appartiene alla flotta ombra russa e ciò comporta anche l’evasione delle sanzioni.


L’Unione Europea ha minacciato la Russia di ulteriori sanzioni in relazione ai danni ai cavi di trasmissione elettrica e di telecomunicazione durante le vacanze di Natale. L’UE afferma che aumenterà le misure per mettere in sicurezza i cavi sottomarini. Gli strumenti includono una maggiore cooperazione internazionale. All’inizio di questo mese, l’UE ha concordato sanzioni contro circa 50 petroliere collegate alla flotta ombra russa. Fra l’altro ieri il primo ministro estone ha ringraziato i colleghi finlandesi e il primo ministro Petteri Orpo per il pronto intervento nel caso: Michal in conferenza stampa ieri pomeriggio ha affermato che questa è la prima volta che una nave sospettata di sabotaggio dei cavi viene sequestrata dalle autorità.


Ma la questione ha innalzato inevitabilmente e ulteriormente la tensione nel mar Baltico, suscitando il dissenso anche di altri Paesi affacciati (e membri Nato). Il ministro degli Esteri svedese Maria Malmer Stenergard afferma che la Svezia ora presta particolare attenzione a tutto ciò che accade nel Mar Baltico, scrive Dagens Nyheter. Dice di aver ricevuto informazioni dalla polizia finlandese e dalla guardia costiera su un guasto al cavo elettrico nel Mar Baltico. Secondo il ministro degli Esteri, le autorità svedesi sono in contatto con quelle finlandesi ed estoni e sono pronte ad aiutarle.

Norvegia, bus esce di strada e finisce in acqua: ci sono morti

Norvegia, bus esce di strada e finisce in acqua: ci sono mortiRoma, 26 dic. (askanews) – È di almeno tre morti il bilancio di un incidente stradale occorso a un bus in Norvegia. Lo hanno riferito i media statali in un primo bilancio. L’incidente è avvenuto intorno alle 13.30 ora locale (le 14.30 italiane) nel distretto di Hadsel, sulla costa nord-occidentale del Paese.


Secondo l’emittente pubblica Nrk, il mezzo è uscito di strada ed è finito parzialmente in uno specchio d’acqua. Si pensa che decine di persone fossero a bordo dell’autobus al momento dell’accaduto. La Croce Rossa norvegese ha dichiarato sui social media che stava inviando squadre di soccorso per un “grave incidente” sull’autostrada E10.


(foto da social)

Striscia di Gaza: neonata morta dal freddo in una tendopoli

Striscia di Gaza: neonata morta dal freddo in una tendopoliRoma, 26 dic. (askanews) – Una neonata è morta per ipotermia nella Striscia di Gaza. Lo hanno denunciato fonti sanitarie, ricordando che si tratta del terzo bambino deceduto per il freddo negli ultimi giorni.


La famiglia della piccola, di 3 settimane, viveva in una delle tendopoli della Striscia per i palestinesi sfollati a causa della guerra. Il padre della piccola Sila, Mahmoud al-Faseeh, ha raccontato all’Associated Press di averla avvolta in una coperta per cercare di tenerla al caldo nella loro tenda nell’area di Muwasi, fuori dalla città di Khan Younis, ma questo non è stato sufficiente. Ha spiegato che la tenda non era sigillata contro il vento e il terreno era freddo, dato che le temperature sono scese a 9 gradi.”Ha fatto molto freddo durante la notte e noi adulti non siamo riusciti a sopportarlo. Non riuscivamo a stare al caldo”, ha raccontato, “Sila si è svegliata piangendo tre volte durante la notte e al mattino l’hanno trovata senza reagire, con il corpo rigido”. “Era come il legno”, ha ricordato al Faseeh, “L’hanno portata di corsa in un ospedale da campo dove i medici hanno cercato di rianimarla, ma i suoi polmoni erano già compromessi”. Ahmed al-Farra, direttore del reparto pediatrico dell’ospedale Nasser di Khan Younis, ha confermato che la bambina è morta per ipotermia.


Ha aggiunto che altri due bambini – uno di 3 giorni e l’altro di un mese – sono stati portati in ospedale nelle ultime 48 ore dopo essere morti per ipotermia.

Raid di Israele a Gaza: almeno 10 vittime

Raid di Israele a Gaza: almeno 10 vittimeMilano, 26 dic. (askanews) – Almeno dieci persone, tra cui cinque giornalisti, sono state uccise durante entrambi gli attacchi di Israele sulla striscia di Gaza tra la notte del 25 dicembre e l’alba di giovedì. A riferirlo sono le autorità sanitarie di Gaza. Secondo l’esercito israeliano, invece, il raid ha colpito terroristi di Hamas che erano pronti a “pianificare ed eseguire un attacco esplosivo con droni”.


Aerei e artiglieria israeliani hanno colpito i terroristi di Hamas e della Jihad islamica palestinese a Gaza mercoledì sera e giovedì mattina presto, ha riferito l’IDF. Nell’azione precedente, intrapresa mercoledì tardi, l’artiglieria dell’IDF e della IAF avrebbe colpito i terroristi di Hamas nell’area di Gaza City. I militari sottolineano che i terroristi colpiti nell’attacco volevano “pianificare ed eseguire un attacco esplosivo di droni contro le truppe dell’IDF in un lasso di tempo imminente” e che, prima del raid, “sono state prese numerose misure per mitigare il rischio di danneggiare i civili”. Più tardi, l’IDF ha riferito che l’aeronautica militare aveva condotto un attacco a una cellula terroristica della Jihad islamica palestinese situata nella zona di Nuesirat di Gaza durante la notte tra mercoledì e giovedì.

Siria, la delegazione italiana a Damasco incontra il governo provvisorio

Siria, la delegazione italiana a Damasco incontra il governo provvisorioRoma, 24 dic. (askanews) – La prima delegazione italiana di alto livello dopo la caduta del regime di Bashar Al Assad ha avuto ieri ed oggi a Damasco una serie di incontri con le nuove Autorità di fatto siriane. La delegazione è composta dal Direttore Mediterraneo e Medio Oriente del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Maurizio Greganti, e dal Direttore per gli Interventi di Cooperazione, Carlo Batori, assistiti dal capo missione a Damasco, Stefano Ravagnan.


Durante l’incontro con il Ministro degli Esteri, Assaad Hassan Al Shibani, agli inviati Greganti e Batori è stato comunicato che l’Amministrazione ad interim ha attivato una “cellula di crisi” per seguire gli eventi nel Paese legati alla celebrazione del Natale e di altri eventi della comunità cristiana. Su indicazione del Ministro Antonio Tajani, i diplomatici italiani hanno ribadito l’importanza che Roma attribuisce all’avvio di un nuovo processo politico in Siria, inclusivo e non settario, rispettoso di tutte le componenti del Paese, incluse quelle religiose. Secondo Tajani “garantire diritti e libertà fondamentali di tutti i siriani, e soprattutto delle donne, è una richiesta che l’Italia rivolge alla nuova dirigenza siriana. Il ruolo dei cristiani in Siria, come cittadini con pienezza di diritti, va riconosciuto e valorizzato”. Per il titolare della Farnesina, “l’Italia ha un atteggiamento di apertura verso il nuovo corso avviato in Siria. E’ stata sempre vicina al popolo siriano, soprattutto dal punto di vista umanitario, come avvenuto in particolare da ultimo in occasione del tragico terremoto che ha colpito il Paese nel 2023”.


Le prospettive dei rapporti con le attuali Autorità di fatto, anche ai fini di una riconsiderazione del regime sanzionatorio sostenuto dall’Unione Europea, saranno determinate dalle iniziative concrete in cui si tradurranno gli impegni assunti sul piano interno ed internazionale. L’Italia, inoltre, ritiene essenziale preservare l’integrità territoriale della Siria, come pure un atteggiamento costruttivo delle nuove Autorità di fatto verso tutti i Paesi vicini e sul piano regionale.


Da parte italiana si considera fondamentale salvaguardare la piena indipendenza della nuova Siria, al riparo di ogni interferenza esterna. In questo contesto, si apprezza l’annunciato impegno delle nuove Autorità a negare l’utilizzo del territorio nazionale da parte di organizzazioni terroristiche. La delegazione diplomatica ha indicato che l’Italia è pronta a contribuire alla ripresa della Siria con importanti interventi di cooperazione, in particolare valorizzando le Organizzazioni della Società Civile italiane già presenti sul campo, e a varare un primo pacchetto di iniziative, che il ministro Tajani ha chiesto di predisporre, da realizzarsi anche attraverso una presenza permanente di esperti della Cooperazione Italiana a Damasco L’Italia inoltre collaborerà con i meccanismi internazionali stabiliti per accertare e sanzionare i crimini commessi dal regime di Assad.

Israele, Netanyhau: progressi per un accordo sugli ostaggi, ma ancora serve tempo

Israele, Netanyhau: progressi per un accordo sugli ostaggi, ma ancora serve tempoRoma, 24 dic. (askanews) – I negoziati tra Israele e Hamas per un accordo sugli ostaggi hanno fatto registrare progressi negli ultimi giorni, ma le parti coinvolte hanno avuto difficoltà a raggiungere un’intesa sulle questioni principali in discussione. Lo ha ammesso lo stesso primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un discorso alla Knesset, secondo quanto riporta la stampa locale.


Il team israeliano è ancora in Qatar per cercare di ridurre le lacune con le posizioni di Hamas. Ma i funzionari in Israele hanno difficoltà a valutare se le parti saranno in grado di rispettare la scadenza che il presidente eletto Donald Trump ha fissato per un accordo, ovvero il 20 gennaio, data del suo insediamento alla Casa Bianca. In un discorso alla Knesset, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha fatto riferimento ai colloqui sugli ostaggi, dicendo: “Vorrei dire con cautela che ci sono alcuni progressi”, ma ha aggiunto di non sapere quanto tempo ancora ci vorrà per raggiungere un accordo.


Il primo ministro ha attribuito i progressi all’uccisione da parte di Israele del leader di Hamas Yahya Sinwar in ottobre, ai suoi attacchi contro l’Iran e Hezbollah e alla pressione militare israeliana nella Striscia di Gaza contro Hamas.

Antonio Mariniello: la comunità italiana in Messico grande e variegata

Antonio Mariniello: la comunità italiana in Messico grande e variegataRoma, 24 dic. (askanews) – (di Pierluigi Allotti) Antonio Mariniello, 59 anni, napoletano, vive in Messico dal 2002. Moglie messicana, padre di tre ragazzi, Mariniello è un imprenditore. Dirige uno studio di architettura, specializzato in ristrutturazioni di spazi urbani, e una ditta di costruzioni. Appassionato di scrittura, da giovane ha collaborato con diversi periodici locali napoletani e con ‘Il Mattino’, il principale quotidiano del Mezzogiorno. È attualmente vicepresidente del Comites Messico e punto di riferimento della comunità italiana locale. I Comites – Comitati per gli italiani all’estero – sono organi rappresentativi elettivi che si possono costituire per legge nelle circoscrizioni consolari con oltre 3 mila italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero). Askanews ha incontrato Mariniello.


Antonio, raccontaci la tua storia. ‘Io sono qui in Messico da 22 anni. Sono arrivato nel 2002, dopo essermi sposato con una messicana, Paola, nel 1999. Appartengo a una categoria frequentissima e molto numerosa, quella degli italiani che hanno sposato donne messicane – o, viceversa, donne italiane che hanno sposato uomini messicani – e che si traferiscono per amore. Mia moglie l’ho conosciuta a Poggiomarino, vicino Napoli, dove ho vissuto per 37 anni. Ci siamo frequentati, sono venuto a visitarla un paio di volte qui in Messico, ed alla fine ci siamo sposati. Abbiamo vissuto tre anni a Napoli e poi ci siamo trasferiti perché vedevamo l’Italia – e in particolare la mia area – all’inizio di un declino, non solo economico ma anche culturale, intellettuale. Il Messico, invece, era un paese in via di sviluppo, che non è solo un modo di dire, tanto è vero che ancora oggi qui ti svegli e puoi trovare un’occasione per realizzarti, un paese eccezionale da questo punto di vista. Dall’altro lato l’Italia, purtroppo, non offriva più questo. Ogni mattina, anzi, ti svegliavi e sembrava vi fosse una occasione in meno per realizzarti. Su queste basi abbiamo deciso che per vivere e per crescere una famiglia era più opportuno trasferirsi qui’.


‘Io risiedo nell’area metropolitana di Città del Messico, la capitale, composta da un distretto – che prima si chiamava distretto federale – attorno al quale, come in tutte le grandi metropoli, si sono create delle zone conurbate che poi sono diventate di fatto parte della città. Città del Messico si trova a 2.400 metri sul livello del mare, Io vivo nelle zone più alta, sulle colline della città, a 2.650 metri di altezza, e si sta benissimo. La mattina fa un po’ freschetto, ma poi durante il giorno la temperatura arriva quasi sempre a 25/27 gradi. Il clima credo sia una delle poche cose di cui non ho mancanza dell’Italia. Qui, almeno a Città del Messico, non è mai troppo caldo, mai troppo freddo, afa e umidità quasi nulle. Ci sembra di vivere una eterna primavera’. Naturalmente non sono tutte rose e fiori. ‘Il Messico ha purtroppo anche grossi problemi sociali. Molti italiani mi contattano per chiedermi se è un Paese sicuro, anche solo per venire in vacanza. Al riguardo ci sono visioni opposte: da un lato quelli che dicono che il Messico è sicuro e che può essere visitato tranquillamente senza problemi, dall’altro chi invece ‘spaventa’ i potenziali visitatori perché pericolosissimo. Io provo a tenere una posizione equilibrata: si, li invito a venire perché con le dovuta attenzione, evitando certi orari e zone si può vivere benissimo, tuttavia ricordo loro un solo dato solo: qui in tre giorni ci sono tanti omicidi quanti in Italia in un anno. Questo semplice dato crudo ci dà la dimensione dei problemi esistenti in Messico, dove la impunità supera il 90% dei crimini commessi. Continua ad essere un Paese difficile, io stesso vivo in un comprensorio chiuso e protetto da sicurezza privata e l’insicurezza rappresenta senza dubbi il principale problema di questo Paese, ma è anche vero che si compensa con le ricchezze storiche, culturali, paesaggistiche che questo bellissimo Paese offre’.


Quanto è grande la comunità italiana? ‘Una premessa. Credo che in Italia la realtà delle collettività italiane all’estero o non si conosce o si conosce piuttosto male, nel senso che ci sono molti luoghi comuni e ignoranze congenite. Si misconosce, per esempio, il peso che abbiamo noi sul funzionamento della macchina Italia. Prendiamo ad esempio il made in Italy, riconosciuto e amato in tutto il mondo. Ma questo, dal mio punto di vista, cioè visto dall’altra parte dell’Oceano, non è dovuto solo alla qualità, alla tradizione, alla storia e alla bravura degli artigiani o degli industriali italiani, ma anche a chi ogni giorno nel mondo rappresenta i prodotto italiani. Perché in realtà noi facciamo un doppio lavoro: da un lato noi stessi investiamo, con piacere, ogni giorno nel made in Italy, comprando cibi, abiti, auto ecc. italiani ma lo promuoviamo anche. Tanto che sono convinto che, se non ci fossero gli italiani nel mondo, il made in Italy avrebbe un impatto infinitamente minore a quello che ha adesso. Non solo quindi compriamo italiano, ma soprattutto promuoviamo italiano, e tutta la gente che appartiene alla nostra cerchia, alla nostra comunità, è invogliata a fare lo stesso se facciamo un buon lavoro, ed i risultati chiaramente indica che facciamo un ottimo lavoro! Peccato che spesso si consideri l’italiano all’estero un peso e non una risorsa, dimenticando il lavoro che noi facciamo quotidianamente per promuovere la nostra Italia nel mondo’.


‘Nello specifico, la nostra comunità italiana, intesa come scritti AIRE, dovrebbero essere prossima ai 30 mila. Va anche detto che in realtà, in Messico, come credo in molti altri paesi soprattutto dell’aerea tropicale, c’è una grossa fetta d’italiani con la valigia pronta, nel senso che sono italiani che vengono magari a svernare qui in Messico, soprattutto nel sud-est, che è la zona famosissima di Quintana Roo, dove si trovano Cancun e Playa del Carmen, per capirci. Arrivano quindi decine e decine di migliaia di italiani, e molti di questi decidono di rimanere, rapiti dalla bellezza e dalle opportunità che offre il Paese, e non sempre ricordano di iscriversi all’AIRE. Vivono questa esperienza spesso in una situazione, se non di precarietà, di ‘progettualità aperta’, in uno scenario flessibile, dove l’iscrizione all’AIRE non rappresenta una priorità. Questo soprattutto fino all’anno scorso, perché dal dicembre 2023, con la nuova normativa che punisce con una multa – io dico finalmente – chi non si iscrive all’AIRE, c’è stata una richiesta di iscrizione che si è quasi triplicata, che ha mandato in tilt il nostro consolato, preparato a gestire a fatica, per il deficiente organigramma, 30 mila persone, ma che in realtà deve tener conto – io credo – degli oltre 50 mila italiani presenti costantemente in Messico’. E il Comites di cui sei vicepresidente quali attività svolge. Anche qui una breve premessa. ‘Il Comites è un’istituzione pubblica, e come tale segue un processo di elezioni, simili per capirci, a quella della elezione di un consiglio comunale e di un sindaco. Ogni comunità estera, al di sopra di un certo numero di persone (3 mila, ndr.), ha la necessità e l’obbligo di legge di creare un proprio Comites. Ogni 5 anni ci sono delle elezioni, si raccolgono le firme per fare le proprie liste e si presentano le proprie proposte, e in base a questo gli italiani all’estero votano e scelgono i propri rappresentati. Siamo in 12 nel nostro caso, e tra questi 12 si sono eletti il presidente, Giovanni Buzzurro, il vicepresidente, che sono io, oltre a un segretario e un tesoriere. È una struttura che serve sostanzialmente a fare da ponte tra le istituzioni – Ambasciata e consolato in primis, ma anche le istituzioni locali, perché la legge ce lo permette – e il cittadino. Il cittadino che ha ovviamente problemi e le più svariate necessità. Noi cerchiamo di canalizzare queste necessità con le istituzioni giuste, possibilmente di aiutarlo, e questo è un lavoro che facciamo ogni giorno. Ogni giorno ci scrivono, ci chiamano cittadini che hanno problemi comuni, dal rinnovo del passaporto all’iscrizione AIRE, ma talvolta anche problemi gravi di salute, legali, di povertà. Il nostro lavoro è su due livelli: uno più immediato, del giorno per giorno, il quotidiano, e poi c’è un altro livello, più progettuale, a lungo termine, perché io e il presidente abbiamo creato tutto questo perché avevamo la sensazione di vivere in una comunità italiana – questa in Messico – abbastanza disgregata e settorializzata. Abbiamo quindi avvertito la necessità di provare a dare una mano per stare insieme e consolidarci come una comunità vera e propria. Ed è quello che stiamo provando a fare con progetti di vario tipo’. Quali i motivi della disgregazione. ‘I motivi sono essenzialmente due. Innanzitutto per questioni geografiche: pensa che se io da Città del Messico devo andare a una comunità – per esempio Cancun – sono oltre due ore di aereo per arrivarci. È una distanza geografica enorme. E prima dell’istituzione dei consolati onorari, chi doveva fare un semplice passaporto doveva fare un viaggio come se uno da Milano dovesse andare in Svezia. Il Messico credo sia sette volte l’Italia. Le distanze qui sono enormi e questo è il primo problema. Il secondo è l’eterogeneità della popolazione italiana. Qui in Messico, ad esempio, puoi trovare l’italiano con una formazione accademica di eccellenza venuto qui a fare il dirigente d’azienda, una cosa molto comune, così come la persona che decide di ‘chiudere tutto ed aprire un chiringuito’ (un bar sulla spiaggia, ndr.). Tra questi due estremi, difficili da conciliare, ce ne sono mille altri, il piccolo imprenditore, l’importatore, il ristoratore, il ricercatore, ecc.’. ‘E poi ci sono gli italo discendenti. La maggior parte sono persone semplice di provincia a cui sono stati tramandati dei valori ed una idea dell’Italia che magari oggi non esiste più, tanto che spesso l’Italia diventa quasi un mito per loro. Sono persone che normalmente non sono mai andate in Italia, non hanno mai conosciuto l’Italia se non attraverso i nonni, ed hanno una visione romantica e atemporale dell’Italia e sono disposti a tutto per difenderla. Accanto a loro ci sono anche quelli a cui sinceramente interessa più il passaporto e molto meno le proprie radici, tuttavia la maggior parte di loro amano a prescindere l’Italia e si sentono, a mio modo di vedere, più italiani di tanti di noi nati e cresciuti nella penisola. Se adesso mettiamo insieme il variegato arcipelago degli expat più le diverse sfumature del mondo degli Italo discendenti, capirai quanto sia complicato provare a compattare l’intera comunità italiana qui in Messico. Ma noi non desistiamo!’ Riesci a conciliare il tuo lavoro con l’attività nel Comites? ‘Io ho iniziato questa avventura nel Comites insieme all’amico fraterno Giovanni creando una lista che rappresentasse un po’ tutte queste anime, abbiamo raccolto firme, fatto campagna e siamo arrivati fin qui in questa avventura. Ricordo che siamo entrambi anche rappresentanti del Maie (il Movimento degli italiani all’estero) qui in Messico, per cui il nostro impegno rimonta a qualche anno fa. Aggiungo che, personalmente, ho sempre fatto volontariato, per cui la decisione di dedicare parte della mia giornata e parte della mia vita al Comites è arrivata naturalmente. Continuo a lavorare come imprenditore, anche se ho un po’ ridotto i ritmi, grazie soprattutto al fatto di poter ormai contare con una struttura che può camminare sulle sue gambe, tuttavia ho deciso di dedicare a questa esperienza un capitolo della mia vita, anche perché mi sembrava il momento giusto per restituire un po’ della fortuna che mi ha accompagnato, attraverso la decisione di dedicare tempo, non retribuito, ai miei connazionali, convinto che realizzarsi come persona passi anche, anzi soprattutto, attraverso esperienze come queste.

Magdeburgo, Steinmeier: ombra oscura incombe su questo Natale

Magdeburgo, Steinmeier: ombra oscura incombe su questo NataleMilano, 24 dic. (askanews) – Il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier afferma in una nota che il dolore, l’orrore e la confusione caratterizzano la sua nazione dopo gli attacchi al mercatino di Natale di Magdeburgo lo scorso fine settimana. “C’è un’ombra oscura che incombe su questo Natale”, dice secondo Zdf il presidente tedesco secondo il testo del discorso che andrà in onda oggi, invitando il Paese a non “lasciarsi dividere”.


A Magdeburgo, tre giorni dopo l’attacco al mercatino di Natale, in migliaia hanno creato una catena umana – in memoria delle vittime e contro l’odio e l’appropriazione dell’attacco da parte della destra. Nel suo discorso il presidente federale si è rivolto anche alle vittime dell’attentato e ai loro familiari. Vuole dire loro: “Non siete soli con il vostro dolore. Le persone in tutto il nostro Paese piangono con voi”. Steinmeier ha augurato ai feriti e ai feriti gravi una pronta guarigione e ha parlato di “tristezza, dolore, orrore, stupore per quanto accaduto a Magdeburgo pochi giorni prima di Natale”, un attacco con un’auto attribuito a uno psichiatra saudita 50enne che ha provocato cinque morti e più di 200 feriti. Steinmeier ha invitato i tedeschi a restare uniti alla luce dell’attacco.


Il fatto che l’autore del reato di Magdeburgo sia riuscito a raggiungere il mercatino di Natale senza ostacoli solleva interrogativi sul concetto di sicurezza. “Molti avranno il cuore pesante durante il periodo natalizio. Molti saranno sconvolti, preoccupati, forse anche spaventati. Tutti questi sentimenti sono comprensibili ma non devono dominarci, né paralizzarci”, aggiunge il presidente.