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Legge marziale in Sudcorea, proteste di fronte al parlamento a Seoul

Legge marziale in Sudcorea, proteste di fronte al parlamento a SeoulRoma, 3 dic. (askanews) – Proteste a Seoul, dopo che il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha proclamato la legge marziale, dopo 44 anni dall’ultima volta in cui questo strumento era stato utilizzato. Una folla si è riunita davanti all’Assemblea nazionale a Seoul, scandendo slogan contro la legge marziale, mentre la polizia sbarra le porte dell’edificio.


Le immagini mostrano tensioni tra gli agenti e i cittadini che si sono riuniti di fronte all’Assemblea nazionale. Il presidente dell’Assemblea nazionale sudcoreana Woo Won-shik, affiliato al Partito democratico, ha annunciato oggi la convocazione immediata di una sessione plenaria, in risposta alla dichiarazione di legge marziale d’emergenza da parte del presidente Yoon Suk-yeol per la prima volta dopo 44 anni.


Durante una conferenza stampa d’emergenza, Woo ha dichiarato: “L’Assemblea nazionale risponderà adeguatamente secondo le procedure costituzionali”. Ha inoltre sottolineato che “se i legislatori si riuniscono e tengono un’assemblea, ciò equivale al parlamento”, aggiungendo che “non vi è alcuna limitazione nel definire il luogo dell’Assemblea nazionale”. Questa precisazione è una risposta al fatto che la polizia, dopo l’annuncio del presidente, ha bloccato gli ingressi dell’Assemblea nazionale. Secondo la Costituzione sudcoreana, la legge marziale deve essere revocata immediatamente se la maggioranza dei parlamentari registrati vota per annullare l’ordine.


L’Assemblea nazionale ha una maggioranza contraria al presidente. Inoltre, anche il numero del partito di provenienza di Yoon, il Partito del potere del popolo, ha dichiarato che la decisione del presidente è stata “sbagliata”.

Meloni ad AmCham: gli Usa primo partner commerciale fuori dall’Ue

Meloni ad AmCham: gli Usa primo partner commerciale fuori dall’UeMilano, 3 dic. (askanews) – “Le nostre nazioni sono unite da un’alleanza molto forte, da valori comuni, da una profonda e storica amicizia. Siamo uniti da un rapporto strategico e le nostre eccellenti relazioni bilaterali affondano le loro radici nella storia e nell’identità dei nostri popoli. Le relazioni economiche e commerciali tra Italia e Stati Uniti offrono grandi soddisfazioni a entrambe le nazioni. Gli Stati Uniti rappresentano il primo partner commerciale dell’Italia fuori dall’Unione Europea, oltre che il secondo mercato di destinazione dell’export italiano nel mondo. Nel 2023 l’interscambio è stato di oltre 92 miliardi di euro, la cifra più alta di sempre, un dato del quale possiamo essere orgogliosi ma che ci auguriamo di riuscire a migliorare ancora”.


È iniziata così, con il videomessaggio del presidente del Consiglio Giorgia Meloni la diciottesima edizione del tradizionale “Transatlantic Award Gala Dinner” per l’American Chamber of Commerce in Italy alla presenza del presidente di AmCham Italy, Stefano Lucchini e del consigliere delegato Simone Crolla. Lucchini in particolare ha sottolineato l’anno che ci attende, certamente fondamentale per l’economia e i rapporti transatlantici, con la nuova Amministrazione Usa di Donald Trump e nuova linfa alla storica amicizia tra Italia e Stati Uniti, fondata su valori imprescindibili e sull’impegno condiviso nel sostenere i diritti civili e i principi della democrazia.


La serata si è aperta con i saluti del ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa, Maria Elisabetta Alberti Casellati, poi l’intervento del vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini che da vero “milanista” non ha potuto non sottolineare la gioia per uno dei premi della serata andato alla sua squadra del cuore, oltre a quelli destinati a numerose eccellenze come Microsoft, Lilly Italia, Sofidel, Poggipolini e Mutti. “Uno dei motivi più importanti, oltre l’amicizia per Stefano (Lucchini) e per Simone (Crolla) che mi hanno portato qua è la premiazione del Milan, società americana a cui tengo particolarmente, quindi buona cena e viva l’amicizia fra Italia e Stati Uniti e grazie ai due ambasciatori per quello che hanno fatto e per quello che faranno”, ha detto Salvini. Sono seguiti poi gli interventi dell’ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti d’America, Mariangela Zappia e di Jack Markell, ambasciatore degli Stati Uniti d’America in Italia che ha promesso – quali che saranno i “cambiamenti” che porteranno le elezioni presidenziali con il recente esito negli Usa – “una cosa di cui sono abbastanza certo è che il rapporto tra Italia e Stati Uniti continuerà a essere straordinariamente forte”.


In sala erano presenti tra gli altri il vicepresidente della Camera dei deputati Giorgio Mule’, Valentino Valentini, viceministro delle Imprese e del Made in Italy, Giulio Tremonti, presidente della commissione Esteri della Camera e Luigi Di Maio, ex capo politico del Movimento 5 Stelle, oggi in carica dall’Unione Europea per i rapporti con i paesi del Golfo Persico.(di Cristina Giuliano)

Il presidente della Sudcorea ha proclamato lo stato d’emergenza

Il presidente della Sudcorea ha proclamato lo stato d’emergenzaRoma, 3 dic. (askanews) – Il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol ha dichiarato oggi lo stato di emergenza. In una dichiarazione urgente tenutasi presso l’ufficio presidenziale di Yongsan, il presidente Yoon ha annunciato: “Proclamo lo stato di emergenza per sradicare le forze pro-Nord e proteggere l’ordine costituzionale della libertà”. Lo riferiscono i media sudcoreani.


“Attraverso questo stato di emergenza, ricostruiremo e difenderemo la Repubblica di Corea libera, che sta precipitando verso la rovina”, ha detto ancora Yoon. “A tal fine, eliminerò senza indugio i principali responsabili di questa rovina e le forze anti-statali che si sono macchiate di atti malvagi”. Yoon ha sostenuto che “si tratta di una misura inevitabile per garantire la libertà e la sicurezza dei cittadini, nonché la sostenibilità del Paese, di fronte ai movimenti delle forze anti-statali che mirano a sovvertire il sistema, e per lasciare alle generazioni future una nazione stabile e giusta”.


Il presidente sudcoreano ha assicurato che eliminerà “le forze anti-statali il più rapidamente possibile” e “normalizzerà” il Paese”. E ha proseguito: “Pur riconoscendo che la proclamazione dello stato di emergenza potrebbe causare qualche disagio ai cittadini rispettosi dei valori costituzionali della Repubblica di Corea, farò del mio meglio per ridurre al minimo questi disagi”. Il presidente Yoon ha spiegato che “questa misura è inevitabile per garantire la continuità della Repubblica di Corea libera” e ha ribadito che “non ci sarà alcun cambiamento nell’impegno del Paese verso le sue responsabilità e contributi nella comunità internazionale”.


Infine, ha rivolto un appello ai cittadini: “Come presidente, chiedo con tutto il cuore la vostra fiducia. Mi dedicherò completamente a proteggere la Repubblica di Corea libera. Confidate in me”.

Nato,Rutte: a Trump ho detto “2% non basta” e di minaccia Nordcorea

Nato,Rutte: a Trump ho detto “2% non basta” e di minaccia NordcoreaMilano, 3 dic. (askanews) – “Non basterà restare al 2% perché a lungo termine, ciò significa che la nostra deterrenza non è abbastanza forte”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte da Bruxelles, parlando della recente conversazione con Donald Trump a Mar-a-Lago. “Abbiamo focalizzato molto la discussione su tre questioni. In primis, è stato lui ad aumentare la spesa per la difesa quando era presidente. E l’ho ringraziato di nuovo per questo, perché è stato cruciale”, ha detto Rutte. “Ma dobbiamo fare di più. Non basterà restare al 2% perché a lungo termine, ciò significa che la nostra deterrenza non è abbastanza forte”, ha aggiunto.


Un altro argomento trattato con Trump è l’industria della difesa. “Secondo: produzione industriale. Come facciamo a far sì che la nostra base industriale della difesa inserisca davvero turni extra, inserisca linee di produzione extra per aumentare la produzione, perché sappiamo che i russi e i cinesi lo stanno facendo. E anche i nordcoreani”. Poi sull’Ucraina Rutte afferma che serve un accordo giusto altrimenti questo costituirà “una grave minaccia” anche per il “territorio degli Stati Uniti d’America”.


“Quando parliamo di Ucraina – ha detto – dovremmo discutere del fatto che Russia e Cina, ma anche l’Iran e, naturalmente, la Corea del Nord, stanno tutti lavorando insieme e la Russia sta pagando per questo. Ad esempio, con la tecnologia missilistica, che viene poi utilizzata dai nordcoreani per minacciare non solo noi o la Repubblica di Corea, ovvero la Corea del Sud e il Giappone, ma anche il territorio degli Stati Uniti. Quindi tutto questo si sta collegando”.

Romania, caos politico in attesa del ballottaggio per le presidenziali

Romania, caos politico in attesa del ballottaggio per le presidenzialiRoma, 3 dic. (askanews) – Dopo il voto per le politiche e la decisione della Corte costituzionale romena di convalidare il primo turno delle presidenziali si è aperta una settimana politica caldissima per la Romania: l’8 dicembre si deciderà chi sarà il nuovo presidente che nominerà il futuro premier in un Parlamento frammentato in cui i Socialdemocratici (Psd) hanno ottenuto la quota più alta dei voti tallonati dall’estrema destra. Sarà quindi difficile trovare una coalizione di governo stabile e sventare l’ipotesi di un esecutivo sovranista, soprattutto se al ballottaggio di domenica vincerà il candidato filo-russo Calin Georgescu, che se la dovrà vedere con la leader dell’Usr Elena Lasconi.


Il Psd, infatti, ha bisogno del sostegno di almeno due partiti per governare, che potrebbero essere il Pnl, cioè i Liberali, attuali partner della coalizione uscente, e l’Unione dei magiari Udmr, ma potrebbe non bastare. Il premier Marcel Ciolacu ha dichiarato che il Psd non si alleerà con il partito di estrema destra AUR di George Simion, arrivato secondo a poca distanza dal suo Psd, e ha precisato che proprio Psd, Pnl, Udmr e le minoranze nazionali hanno la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Altra possibilità potrebbe essere un’alleanza, più allargata, anche con l’Usr di Lasconi, che ieri ha proposto un governo di unione nazionale filoeuropea: Psd, Pnl, Udmr e Usr. “Per me la Romania è importante e i romeni sono importanti. In questo momento non parliamo più di partiti, non parliamo più di politici e non parliamo più di candidati. In questo momento si tratta solo della Romania. Penso che sarebbe bello avere un governo dei Unione nazionale filoeuropea”, ha detto Lasconi sottolineando che di questa coalizione debbano fare parte sia i Socialdemocratici, che i Liberali, come deciso dagli elettori, l’Udmr e anche il suo partito. E sul premier, che potrebbe nominare lei in caso di vittoria al ballottaggio, ha aperto a un esponente Psd o a un tecnocrate.


L’ipotesi di affidare il governo ai Socialdemocratici potrebbe essere una mossa per cercare il sostegno del partito al secondo turno, sostegno che Lasconi ha chiesto apertamente: “Sì, dovrebbe farlo, dovrebbero appoggiarmi e mettere in moto tutta la macchina del partito per questo, perché una dichiarazione non basta”. Sul fronte sovranista, dopo l’appello all’unità di George Simion, anche la presidente del partito di ultradestra Sos Romania, l’eurodeputata Diana Iovanovici Sosoaca, ha inviato un messaggio ai “partiti sovranisti affinché lavorino insieme” per l’elezione di Calin Georgescu a presidente della Romania, nonché per la creazione di un’offerta del governo.


Intanto, l’outsider e vincitore del primo turno, il candidato presidenziale indipendente populista Calin Georgescu ha esortato i politici a investire nelle persone, nelle “persone vere”, dichiarando che i risultati delle elezioni parlamentari mostrano il “fallimento dei partiti”. L’inaspettato successo di Georgescu ha provocato una serie di proteste: si ritiene che sia una minaccia per la democrazia anche a causa delle controverse dichiarazioni in cui elogiava i leader fascisti e nazionalisti romeni e il presidente russo Vladimir Putin. Molti hanno attribuito la causa alla sua rapida ascesa di popolarità sulla piattaforma di social media TikTok. Senza nominare Georgescu, l’ufficio del presidente romeno Klaus Iohannis ha affermato dopo una riunione del Consiglio supremo della difesa nazionale di giovedì scorso che un’analisi dei documenti ha rivelato che “un candidato presidenziale ha beneficiato di un’enorme esposizione grazie al trattamento preferenziale concesso dalla piattaforma TikTok”.


Il Consiglio nazionale audiovisivo romeno ha chiesto alla Commissione europea di indagare sul ruolo di TikTok nel voto del 24 novembre. Pavel Popescu, vicepresidente dell’ente regolatore dei media romeno Ancom, ha affermato che avrebbe richiesto la sospensione di TikTok in Romania se le indagini avessero trovato prove di “manipolazione del processo elettorale”. In una dichiarazione inviata all’Associated Press lunedì, TikTok ha affermato che era “inesatto e fuorviante attribuire la sua attività di campagna esclusivamente a TikTok” e ha osservato che Georgescu ha utilizzato anche altre piattaforme di social media.

Romania, caos politico in attesa del ballottaggio per presidenziali

Romania, caos politico in attesa del ballottaggio per presidenzialiRoma, 3 dic. (askanews) – Dopo il voto per le politiche e la decisione della Corte costituzionale romena di convalidare il primo turno delle presidenziali si è aperta una settimana politica caldissima per la Romania: l’8 dicembre si deciderà chi sarà il nuovo presidente che nominerà il futuro premier in un Parlamento frammentato in cui i Socialdemocratici (Psd) hanno ottenuto la quota più alta dei voti tallonati dall’estrema destra. Sarà quindi difficile trovare una coalizione di governo stabile e sventare l’ipotesi di un esecutivo sovranista, soprattutto se al ballottaggio di domenica vincerà il candidato filo-russo Calin Georgescu, che se la dovrà vedere con la leader dell’Usr Elena Lasconi.


Il Psd, infatti, ha bisogno del sostegno di almeno due partiti per governare, che potrebbero essere il Pnl, cioè i Liberali, attuali partner della coalizione uscente, e l’Unione dei magiari Udmr, ma potrebbe non bastare. Il premier Marcel Ciolacu ha dichiarato che il Psd non si alleerà con il partito di estrema destra AUR di George Simion, arrivato secondo a poca distanza dal suo Psd, e ha precisato che proprio Psd, Pnl, Udmr e le minoranze nazionali hanno la maggioranza sia alla Camera che al Senato. Altra possibilità potrebbe essere un’alleanza, più allargata, anche con l’Usr di Lasconi, che ieri ha proposto un governo di unione nazionale filoeuropea: Psd, Pnl, Udmr e Usr. “Per me la Romania è importante e i romeni sono importanti. In questo momento non parliamo più di partiti, non parliamo più di politici e non parliamo più di candidati. In questo momento si tratta solo della Romania. Penso che sarebbe bello avere un governo dei Unione nazionale filoeuropea”, ha detto Lasconi sottolineando che di questa coalizione debbano fare parte sia i Socialdemocratici, che i Liberali, come deciso dagli elettori, l’Udmr e anche il suo partito. E sul premier, che potrebbe nominare lei in caso di vittoria al ballottaggio, ha aperto a un esponente Psd o a un tecnocrate.


L’ipotesi di affidare il governo ai Socialdemocratici potrebbe essere una mossa per cercare il sostegno del partito al secondo turno, sostegno che Lasconi ha chiesto apertamente: “Sì, dovrebbe farlo, dovrebbero appoggiarmi e mettere in moto tutta la macchina del partito per questo, perché una dichiarazione non basta”. Sul fronte sovranista, dopo l’appello all’unità di George Simion, anche la presidente del partito di ultradestra Sos Romania, l’eurodeputata Diana Iovanovici Sosoaca, ha inviato un messaggio ai “partiti sovranisti affinché lavorino insieme” per l’elezione di Calin Georgescu a presidente della Romania, nonché per la creazione di un’offerta del governo.


Intanto, l’outsider e vincitore del primo turno, il candidato presidenziale indipendente populista Calin Georgescu ha esortato i politici a investire nelle persone, nelle “persone vere”, dichiarando che i risultati delle elezioni parlamentari mostrano il “fallimento dei partiti”. L’inaspettato successo di Georgescu ha provocato una serie di proteste: si ritiene che sia una minaccia per la democrazia anche a causa delle controverse dichiarazioni in cui elogiava i leader fascisti e nazionalisti romeni e il presidente russo Vladimir Putin. Molti hanno attribuito la causa alla sua rapida ascesa di popolarità sulla piattaforma di social media TikTok. Senza nominare Georgescu, l’ufficio del presidente romeno Klaus Iohannis ha affermato dopo una riunione del Consiglio supremo della difesa nazionale di giovedì scorso che un’analisi dei documenti ha rivelato che “un candidato presidenziale ha beneficiato di un’enorme esposizione grazie al trattamento preferenziale concesso dalla piattaforma TikTok”.


Il Consiglio nazionale audiovisivo romeno ha chiesto alla Commissione europea di indagare sul ruolo di TikTok nel voto del 24 novembre. Pavel Popescu, vicepresidente dell’ente regolatore dei media romeno Ancom, ha affermato che avrebbe richiesto la sospensione di TikTok in Romania se le indagini avessero trovato prove di “manipolazione del processo elettorale”. In una dichiarazione inviata all’Associated Press lunedì, TikTok ha affermato che era “inesatto e fuorviante attribuire la sua attività di campagna esclusivamente a TikTok” e ha osservato che Georgescu ha utilizzato anche altre piattaforme di social media.

Accordo tra al Fatah e Hamas: un comitato per amministrare la Striscia di Gaza

Accordo tra al Fatah e Hamas: un comitato per amministrare la Striscia di GazaRoma, 3 dic. (askanews) – Il movimento palestinesi al Fatah e Hamas hanno concordato di istituire un comitato congiunto per amministrare la Striscia di Gaza, in conformità con una proposta egiziana. L’accordo tra le due fazioni palestinesi è stato raggiunto in seguito a una serie di incontri al Cairo che si sono conclusi ieri, secondo quanto riporta il quotidiano Haaretz.


L’accordo prevede che il comitato si occuperà di fornire e distribuire aiuti umanitari, dell’amministrazione civile di Gaza e della supervisione della ricostruzione della Striscia e del valico di frontiera di Rafah tra Gaza ed Egitto, come è avvenuto nel 2005. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) emetterà un decreto che ordina l’istituzione del Community Support Committee, che sarà subordinato al governo palestinese per quanto riguarda questioni amministrative, finanziarie, di supervisione e legali.


Secondo quanto riportato dalla stampa araba, il comitato sarà composto da 10-15 membri, tra cui individui palestinesi indipendenti e specializzati.

Siria, Aleppo è in mano ai ribelli. La sfida ad Assad e il dilemma di Usa ed Europa

Siria, Aleppo è in mano ai ribelli. La sfida ad Assad e il dilemma di Usa ed EuropaRoma, 3 dic. (askanews) – Gli aerei da guerra del governo siriano hanno colpito Aleppo, nella Siria nord-occidentale, nella giornata di lunedì. Lo hanno riferito i media statali e i soccorritori, mentre il governo del presidente Bashar al-Assad si è mosso per respingere i ribelli che hanno preso il controllo della città in un’offensiva lampo.


Gli attacchi aerei hanno colpito anche edifici residenziali nella città di Idlib, che è diventata un rifugio per le persone sfollate dalla guerra civile, uccidendo almeno 12 civili, secondo i Caschi Bianchi, un’organizzazione di soccorso indipendente. La periferia di Aleppo è stata attaccata in un’operazione congiunta delle forze russe e siriane, secondo l’agenzia di stampa statale siriana Sana. I Caschi Bianchi hanno affermato che gli attacchi hanno colpito anche ospedali, un campo per sfollati e la città di Aleppo. Secondo il Wall Street Journal l’offensiva dell’opposizione rappresenta la sfida più seria per Assad da anni, dopo che la guerra civile tra il governo e le forze ribelli è stata congelata dal 2020. Presenta anche un dilemma per gli Stati Uniti e le potenze occidentali che hanno a lungo insistito per i colloqui sulla fine della guerra civile siriana.


Da quando i ribelli hanno invaso Aleppo, gli Stati Uniti e i loro alleati europei hanno insistito per moderazione da entrambe le parti. “Continuiamo a sollecitare ogni paese a usare qualsiasi influenza abbia per premere per la de-escalation”, ha affermato ieri il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller. Gli Stati Uniti hanno sanzionato il regime di Assad per l’uso di armi chimiche contro i civili durante il conflitto, tra le altre cose, e la prima amministrazione Trump ha lanciato attacchi aerei contro le risorse militari siriane nel 2018. Allo stesso tempo, il più grande gruppo ribelle della Siria, Hayat Tahrir al-Sham, i cui antecedenti erano affiliati ad al Qaeda e sta guidando l’offensiva, è un’organizzazione terroristica designata dagli Stati Uniti.


Robert Ford, l’ex ambasciatore statunitense in Siria che ha spinto per l’inserimento di Hayat Tahrir Al-Sham nell’elenco delle organizzazioni terroristiche nel 2012, ha affermato che il gruppo non è più l’organizzazione jihadista intransigente che era una volta. “Quello che sono ora non è quello che erano nel 2011 o nel 2012”, ha affermato Ford. “Stanno consentendo ai cristiani di ricostruire le chiese. Non è quello che di solito fanno i jihadisti”.


Ma i funzionari statunitensi temono anche di essere trascinati più a fondo nel conflitto se i circa 900 militari statunitensi nella Siria orientale venissero attaccati o se le Forze democratiche siriane sostenute dagli Stati Uniti venissero prese di mira dalla Turchia.

Gaza, Trump: se gli ostaggi in mano ad Hamas non saranno liberati entro il 20 gennaio, ci sarà “l’inferno”

Gaza, Trump: se gli ostaggi in mano ad Hamas non saranno liberati entro il 20 gennaio, ci sarà “l’inferno”Roma, 2 dic. (askanews) – Se gli ostaggi nelle mani di Hamas non saranno liberi entro il 20 gennaio, data dell’inaugurazione dell’Amministrazione Trump, in Medio Oriente ci sarà “l’inferno”. L’ha affermato oggi il presidente eletto Usa Donald Trump in un post su Truth Social.


“Tutti parlano degli ostaggi che vengono trattenuti in modo così violento, disumano e contro la volontà dell’intero mondo, in Medio Oriente, ma sono solo parole e nessuna azione!” ha scritto Trump. “Per favore, che questa VERITÀ serva a rappresentare che se gli ostaggi non saranno rilasciati prima del 20 gennaio 2025, data in cui assumerò con orgoglio la carica di presidente degli Stati Uniti, ci sarà l’INFERNO DA PAGARE in Medio Oriente, e per coloro che hanno perpetrato queste atrocità contro l’umanità”.

Biden concede la grazia la figlio Hunter, ecco come la Casa Bianca ha spiegato la decisione

Biden concede la grazia la figlio Hunter, ecco come la Casa Bianca ha spiegato la decisioneNew York, 02 dic. (askanews) – Continua a far discutere, in patria e non solo, La decisione del presidente Usa (uscente) Joe Biden di concedere la grazia “piena e incondizionata” per suo figlio Hunter Biden, che questo mese avrebbe dovuto affrontare delle udienze di condanna per reati fiscali federali e per reati sulle armi.


La Casa Bianca ha provato a spiegare il perché di questa decisione, a sorpresa, a 50 giorni dalla fine del mandato del presidente democratico, dopo che ripetutamente Biden, in passato, aveva garantito che non avrebbe interferito. La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, in volo verso l’Angola, durante la conferenza stampa con i giornalisti che stanno accompagnando la visita di stato del presidente americano Joe Biden, ha detto che concedere la grazia al figlio non è stata una decisione facile. “Il presidente ha preso questa decisione nel fine settimana. Ci ha pensato, ci ha lottato”, ha detto la Jean-Pierre, ribadendo che il presidente ha preso la decisione perché credeva che suo figlio fosse preso di mira per motivi politici. L’addetta stampa della Casa Bianca ha chiarito che Biden non ha mentito al popolo americano concedendo la grazia, dopo che il presidente americano per mesi ha assicurato che non avrebbe graziato il figlio.


Alla domanda se il presidente avrebbe preso questa decisione se Kamala Harris avesse vinto le elezioni, Jean-Pierre ha detto: “Non lo farò, non lo farò, non entrerò nelle elezioni. È un no, posso rispondere, è un no”. All’insistenza del giornalista l’addetta stampa ha ribadito: “Possiamo parlare solo dell’oggi, non posso parlare di ipotesi”. La portavoce della Casa Bianca ha spiegato che il presidente Joe Biden ha deciso di graziare suo figlio nel fine settimana convinto che Hunter Biden è stato perseguitato politicamente, ma ha sottolineato che Biden continua ad avere fiducia nel Dipartimento di Giustizia. “Due cose possono essere vere. Il presidente crede nel sistema giudiziario e nel Dipartimento di Giustizia. E crede anche che suo figlio sia stato preso di mira politicamente”, ha detto Jean-Pierre sull’aereo presidenziale in viaggio per l’Angola. Jean-Pierre ha spiegato che il presidente ha preso in considerazione la possibilità di concedere la grazia nel fine settimana e che preso la decisione da solo. Ha poi aggiunto che il presidente concederà altre grazie.


Hunter Biden, figlio del presidente è stato condannato per aver evaso le tasse e comprato un’arma da fuoco, mentre era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La sentenza di condanna sarebbe stata emessa il 12 dicembre. La first lady Jill Biden ha dichiarato, durante la conferenza stampa natalizia, che sosteneva la decisione del presidente Joe Biden di offrire la grazia completa al figlio Hunter Biden. In risposta ad una domanda dei giornalisti sul caso, la first lady ha detto “ovviamente sostengo la grazia di mio figlio”.


La prima critica alla decisione di Biden di graziare il figlio è arrivata dal presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, che l’ha definita, un “abuso e un errore giudiziario”. “Il perdono concesso da Joe a Hunter include gli ostaggi J-6, che sono stati imprigionati per anni? Che abuso e errore giudiziario!” ha rilanciato Trump su Truth Social. Una critica che è rimbalzata anche da Mosca: la grazia che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato per suo figlio Hunter Biden è “una caricatura della democrazia”, ha detto a Izvestia la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, citata dall’agenzia Tass.