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Soleterre: grave attacco a ospedale pediatrico di Kiev

Soleterre: grave attacco a ospedale pediatrico di KievRoma, 8 lug. (askanews) – Il personale umanitario di Fondazione Soleterre a Kyiv, in Ucraina, racconta di un grosso attacco – più di 40 missili – sulle città nelle ultime ore. È stato colpito con un missile di grossa portata esplosiva l’Ospedale Pediatrico Okhmatdyt, dove Soleterre si sta occupando da mesi dei bambini malati di cancro e feriti e amputati dalla guerra e della loro riabilitazione fisica e psicologica.


In particolare, lo staff di Soleterre racconta di crolli nei reparti di oncologia pediatrica e riabilitazione. Ci sono numerosi pazienti feriti sotto le macerie, ma ancora non si riesce a quantificare il numero di feriti e vittime. “Inaccettabile colpire un ospedale: lo spazio umanitario va protetto a ogni costo. Con Zaporuka stiamo trasferendo i nostri pazienti in altre strutture più sicure, in questo momento la priorità è curare i feriti e non interrompere le cure in corso. Serve subito l’aiuto di tutti per acquistare medicinali e macchinari andati distrutti nell’attacco” afferma Damiano Rizzi Presidente di Soleterre.

La Russia ha colpito un ospedale pediatrico a Kiev, “persone sotto le macerie”

La Russia ha colpito un ospedale pediatrico a Kiev, “persone sotto le macerie”Roma, 8 lug. (askanews) – Diverse persone sono intrappolate sotto le macerie di un ospedale pediatrico a Kiev, pesantemente danneggiato da numerosi attacchi russi. Lo ha annunciato su Telegram il presidente Volodymyr Zelensky.


Secondo le prime informazioni, le forze russe hanno lanciato “più di 40 missili” contro diverse città dell’Ucraina. “Uno degli ospedali pediatrici più grandi d’Europa” è stato danneggiato, “ci sono persone sotto le macerie e il numero esatto delle vittime al momento non è noto”, ha scritto su X, pubblicando un video dell’edificio danneggiato. “La Russia non può sostenere di non sapere dove cadono i suoi missili e deve essere ritenuta pienamente responsabile di tutti i suoi crimini”, ha aggiunto il presidente.

Orban ha incontrato Xi a Pechino, focus sull’Ucraina

Orban ha incontrato Xi a Pechino, focus sull’UcrainaRoma, 8 lug. (askanews) – Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha incontrato oggi il presidente cinese Xi Jinping, pochi giorni dopo aver avuto colloqui su un potenziale accordo di pace per l’Ucraina con il presidente russo Vladimir Putin. Secondo i media statali cinesi, Orban e Xi si sono incontrati alla Diaoyutai State Guest House di Pechino. Al centro dei colloqui c’è stata la situaizone in Ucraina. La Cina, che ha stretti legami con la Russia, ha promosso un piano di pace in sei punti con il Brasile, pubblicato a maggio, mentre Orban ha avviato una “missione di pace” dopo che il suo Paese ha assunto la presidenza di turno dell’Unione europea all’inizio di questo mese. La visita del leader ungherese arriva dopo quelal a Kiev, dove ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, e al Cremlino, una missione quest’ultima che ha suscitato forti reazioni da parte dei leader europei.

Francia, la “gauche” in testa, disillusione per Rn e Bardella

Francia, la “gauche” in testa, disillusione per Rn e BardellaNizza (Francia), 7 lug. (askanews) – Le elezioni legislative in Francia hanno scosso il panorama politico in tutto il Paese. L’alleanza di sinistra Nuovo Fronte Popolare (Nfp) guida secondo la proiezione Ifop per Le Figaro (diffuse alle ore 22 di domenica), con un risultato tra 188 e 199 deputati nel prossimo emiciclo, rispetto ai 164-169 dello schieramento presidenziale. L’estrema destra Rassemblement National avrebbe un numero compreso tra 135 e 143 seggi. Tutti lontani dalla maggioranza assoluta di 289 seggi, rendendo impossibile la formazione di un governo autonomo e aprendo spiragli di possibile ingovernabilità. Mentre già alcuni esperti sulla televisione francese mettono in dubbio che l’Nfp possa restare unito per governare.


Il presidente francese Emmanuel Macron – definito perdente da Jean-Luc Mélenchon secondo il quale il capo di stato “ha il dovere di chiedere al Nuovo Fronte Popolare di governare” – evidentemente intende prendersi il suo tempo, mentre è atteso tra gli ultimi leader ad arrivare al Summit Nato di Washington DC, che si terrà la prossima settimana. Attenderà la “strutturazione” della nuova Assemblea nazionale prima di nominare un governo, ha annunciato in serata l’Eliseo. Una replica indiretta a Jean-Luc Mélenchon, il cui Nuovo Fronte Popolare è arrivato a sorpresa primo al secondo turno delle elezioni legislative. Mélenchon ritiene che Macron esca “perdente” in questo voto da lui deciso. Ma il presidente non parlerà finché non sarà chiara la composizione dell’Assemblea. Macron segue i risultati “circoscrizione per circoscrizione” e garantirà il “rispetto della scelta sovrana dei francesi”, secondo l’Eliseo. L’entourage presidenziale sta adottando un approccio cauto, sottolineando la necessità di determinare chi ora potrà governare a fronte di un quadro dove le maggioranze assolute sono escluse. “La partecipazione dimostra che lo scioglimento è stato giusto e rilevante”, aggiungono quelli dell’entourage. Insistono anche sull’importanza “dell’unità della nazione” e della “maggioranza”, accogliendo con favore il “chiarimento” fornito dal voto.


Il primo ministro Gabriel Attal ha annunciato che presenterà le sue dimissioni lunedì mattina al presidente Macron, dopo le elezioni legislative che vedono in testa la sinistra, ma si è detto pronto a restare a Matignon “finché il dovere lo richiederà”, ovvero nel contesto dei Giochi Olimpici. “Stasera, il partito politico che ho rappresentato in questa campagna (…) non ha la maggioranza. Così, fedele alla tradizione repubblicana e in conformità ai miei principi, domani mattina presenterò le mie dimissioni al presidente della Repubblica”, ha dichiarato sulla scalinata di Matignon, sottolineando “che nessuna maggioranza assoluta può essere raggiunta dagli estremisti”, inteso come Rn ma anche come France Insoumise. Anche l’entourage di Macron sottolinea che i francesi non volevano una maggioranza di estrema destra, sottolineando la resilienza del centro dopo sette anni al potere. Intanto l’ex presidente Francois Hollande, nuovamente sceso in campo ed eletto a Correze, afferma di “non essere un candidato” per formare un governo.


L’elevata affluenza alle urne, pari al 67%, ha sottolineato l’impegno degli elettori, ma ha rivelato una Francia divisa. RN, nonostante un numero record di deputati, rimane lontana dal potere, ma Jordan Bardella, candidato a diventare Primo Ministro in caso di vittoria del suo partito, ha assicurato che “amplificherà il suo lavoro nell’Assemblea Nazionale” durante un discorso dal suo quartier generale, trenta minuti dopo l’annuncio dei risultati. Intanto Marine Le Pen ha detto che la vittoria di Rn è stata “solo rinviata” mentre il suo partito giudica la nuova assemblea “ingovernabile”. “Sarà necessario discutere, sarà necessario dibattere, sarà necessario cambiare la cultura politica”, ha affermato Raphael Glucksmann da Place de la République a Parigi dove in serata è iniziata una manifestazione dopo le elezioni legislative.

Francia, Mbappe contro Bardella, alle urne è la vera partita

Francia, Mbappe contro Bardella, alle urne è la vera partitaNizza (Francia), 7 lug. (askanews) – Da una parte Jordan Bardella, presidente del Rassenblement National. Dall’altra Kylian Mbappe, capitano della nazionale francese di calcio. Questi i due volti, con un background di immigrazione e con opinioni diametralmente opposte sulla questione, che dominano i titoli dei giornali in Francia in questi giorni e in particolare in questa domenica elettorale, cruciale per il futuro del Paese.


“Mbappé supera i difensori avversari veloce come un turbine: va a più di 32 chilometri orari”. Così scriveva sei anni fa l’autorevole rivista americana “Time”, presentando l’attaccante francese come una stella nascente sulla sua prestigiosa copertina. Pluriremiato in Francia, è campione francese e campione del mondo: nel 2018, Mbappé ha segnato uno dei gol decisivi, diventando il primo giocatore adolescente in 60 anni a segnare in una finale di Coppa del Mondo. Ma ora da capitano della Nazionale Mbappé assume anche un ruolo sociale e in un certo senso politico. Attualmente gioca gli Europei di calcio in Germania, e da lì ha già messo in guardia due volte dagli “estremismi”, partecipando di fatto anche se esternamente a questa campagna elettorale, segnata per il resto da molta violenza verbale e fisica. VECCHIE RUGGINI


Il conflitto tra calciatori e l’estrema destra francese è scoppiato già nel 1996. Iniziò con le dichiarazioni considerate razziste del predecessore di Rn, il fondatore del Fronte Nazionale, Jean-Marie Le Pen (padre di Marine), durante le qualificazioni agli Europei quell’anno. Le Pen aveva detto che è artificiale portare giocatori dall’estero e chiamarli Nazionale francese, rimproverandoli di non saper cantare la Marsigliee. Le affermazioni di Le Pen – definì Zinedine Zidane, il fuoriclasse dell’epoca, un algerino nato in Francia – rappresentano ancora oggi il modo di pensare tipico dell’estrema destra francese: chi ha un background di immigrazione, non può diventare veramente francese, ritengono. Mbappe non è l’unico giocatore della nazionale francese che quest’estate ha preso posizione contro Rn, erede del Fronte Nazionale. Anche l’attaccante Marcus Thuram e l’esterno Ousmane Dembélé hanno spiegato la loro posizione. E le opinioni dei calciatori possono avere un impatto: Mbappe ha più di 14 milioni di follower su X e quasi 120 milioni di follower su Instagram.


DALLE BANLIEUES AL SUCCESSO Mbappe è cresciuto a Bondy, un sobborgo di immigrati di Parigi, figlio di due genitori immigrati. Suo padre è del Camerun e sua madre dell’Algeria. Ma anche Jordan Bardella, 28 anni, ha un background di immigrazione, e anche lui proviene da un sobborgo: Drancy. Il presidente di Rn ha affermato che la violenza e il traffico di droga che ha visto da bambino hanno influenzato le sue posizioni anti-immigrazione.


Bardella ha già criticato Mbappé e altri giocatori della nazionale francese per le loro posizioni: dice di apprezzare i giocatori in quanto atleti, ma in quanto multimilionari non dovrebbero consigliare ai poveri come votare. E Mbappe è il giovane atleta più pagato al mondo, secondo un confronto della rivista Forbes. Ha accordi di sponsorizzazione con Nike, Oakley e Hublot, noti per scarpe da ginnastica, occhiali da sole e orologi venduti a caro prezzo. Guadagna 110 milioni di dollari l’anno e vive nel 16esimo arrondissement, la zona più ricca di Parigi. Il Guardian ad esempio ha interpellato i giovani tifosi francesi che si dicono delusi da Mbappe: secondo loro Mbappe li ha abbandonati. Gli ultimi sondaggi d’opinione indicano la vittoria di Rn, ma non la maggioranza assoluta in parlamento. Kylian Mbappé esorta tutti i francesi a votare. “Non possiamo consegnare il nostro Paese a queste persone. La situazione è grave. Il risultato del primo turno è stato catastrofico”, ha detto Mbappe.

Regno Unito, Starmer in missione per resettare i rapporti con le diverse nazioni. Oggi in Scozia

Regno Unito, Starmer in missione per resettare i rapporti con le diverse nazioni. Oggi in ScoziaRoma, 7 lug. (askanews) – Keir Starmer, nel suo secondo giorno da premier, arriva oggi in Scozia, prima tappa del suo tour attraverso le diverse nazioni del Regno Unito, con il desiderio di “resettare” i rapporti, a volte tesi negli ultimi anni, tra Londra e i governi locali.


Con la sua schiacciante vittoria alle legislative, il Partito laburista ha ricevuto “un chiaro mandato” in tutto il Regno Unito, ha dichiarato Keir Starmer sabato in una conferenza stampa, dopo la sua prima riunione di gabinetto. “Voglio definire un modo di lavorare in tutto il Regno Unito che sia diverso, migliore e che riconosca i contributi delle quattro nazioni”, ha insistito. Dopo la Scozia, dove incontrerà il First minister John Swinney, Keir Starmer andrà in Galles, guidato dal primo ministro laburista Vaughan Gething, e in Irlanda del Nord, dove il primo ministro è l’esponente dello Sinn Fein, Michelle O’Neill. Nel sistema politico britannico, i governi scozzese, gallese e nordirlandese hanno giurisdizione su molti settori, come l’istruzione, la sanità e l’ambiente, mentre il governo britannico, con sede a Londra, conserva soprattutto poteri di difesa e politica estera. Il governo laburista di Tony Blair (1997-2007) è stato l’architetto di questo sistema, chiamato “devolution”, ma sotto i conservatori al potere negli ultimi quattordici anni, i governi locali hanno spesso accusato Londra di emarginarli.

Mosca rivendica l’avanzata a Bakhmut: occupato un nuovo villaggio in Ucraina orientale

Mosca rivendica l’avanzata a Bakhmut: occupato un nuovo villaggio in Ucraina orientaleRoma, 7 lug. (askanews) – La Russia ha annunciato di aver preso il controllo di un altro villaggio nell’oblast di Donetsk, nell’Ucraina orientale. Unità dell’esercito russo “hanno liberato la località di Chigari, nel distretto di Bakhmut, nella Repubblica popolare di Donetsk”, uno dei territori ucraini annessi alla Russia nel settembre 2022, ha affermato il ministero della Difesa russo in un messaggio su Telegram.


Le forze russe hanno così “migliorato la loro situazione tattica”, ha proseguito il ministero. L’esercito russo, che approfitta delle difficoltà dell’esercito ucraino per rimpinguare i suoi ranghi e ottenere più armi e munizioni dall’Occidente, guadagna terreno da diversi mesi lungo il fronte. Venerdì, il presidente russo, Vladimir Putin, ha ribadito la sua richiesta di pace e di ritiro dell’Ucraina dalle regioni di cui la Russia rivendica il possesso sin dalla loro annessione nel settembre 2022 (Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson).

Elezioni in Francia, rischio disordini: mobilitati 30mila agenti

Elezioni in Francia, rischio disordini: mobilitati 30mila agentiRoma, 7 lug. (askanews) – Di fronte al rischio di disordini a margine della notte elettorale in Francia, che comincerà al termine del secondo turno delle legislative alle 20 di questa sera, il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, ha annunciato la mobilitazione di 30.000 agenti di polizia e gendarmi, di cui 5.000 a Parigi e nei suoi sobborghi. Un “dispositivo molto imponente” che deve impedire che “l’ultrasinistra o l’ultradestra approfittino di questi risultati per creare disordine”, ha detto.


La breve campagna elettorale di questo scrutinio è già stata contrassegnata da aggressioni, minacce, violenze. Sono stati 51 i candidati o i semplici militanti, fra cui la portavoce del governo Prisca Thevenot mercoledì sera a Meudon, aggrediti mentre distribuivano volantini o affiggevano manifesti.

Israele, manifestazioni e sit-in davanti alle case dei membri della coalizione che sostiene Netanyahu

Israele, manifestazioni e sit-in davanti alle case dei membri della coalizione che sostiene NetanyahuRoma, 7 lug. (askanews) – Diverse manifestazioni si stanno registrando nella ultime ore in Israele davanti alle case dei membri della coalizione che sostiene il governo di Benjamin Netanyahu. Nelle proteste si chiede un accordo con Hamas per la liberazione degli ostaggi ancora prigionieri del gruppo terrorista. La notizia dei sit-in è diffusa e condivisa su diversi social network.


Sit-in sotto casa dei membri della maggioranza di governo, ma anche manifestazioni e le azioni di protesta con interruzioni del traffico di strade e autostrade. A nove mesi dagli attacchi del 7 ottobre in diverse zone di Israele si stanno registrando proteste e contestazioni. Gli organizzatori hanno spiegato che lo stop è iniziato a partire dalle 6,29, l’ora esatta in cui è iniziata l’azione di Hamas. Il movimento “Stop Israel” vuole radunare oltre un milione di persone e chiedere lo scioglimento del Parlamento. “Sono 116 gli ostaggi ancora nelle mani dell’organizzazione terroristica palestinese, risposte?”, si chiede sui social. La giornata vedrà stasera una manifestazione davanti alla residenza del premier Netanyahu, a Gerusalemme, e davanti alla base militare a Tel Aviv, sede principale dell’esercito e del ministero della difesa.

Regno Unito, il nuovo primo ministro Starmer accantona il piano per deportare i migranti in Ruanda

Regno Unito, il nuovo primo ministro Starmer accantona il piano per deportare i migranti in RuandaRoma, 6 lug. (askanews) – Il nuovo primo ministro britannico, Keir Starmer, ha confermato oggi di “non essere preparato” a portare avanti il piano del precedente governo conservatore di deportare i migranti in Ruanda. Questo progetto “era morto e sepolto prima ancora di iniziare. Non è mai stato un deterrente, non sono disposto a continuare con misure ingannevoli”, ha detto Keir Starmer in una conferenza stampa organizzata dopo la prima riunione di gabinetto del governo laburista.


Quando era all’opposizione, Keir Starmer aveva già annunciato la sua intenzione di porre fine a questo controverso progetto conservatore, lanciato nel 2022 ma mai realizzato. Consisteva nell’invio di migranti o richiedenti asilo in Ruanda, senza possibilità di tornare nel Regno Unito. Rishi Sunak aveva pianificato di iniziare le espulsioni quest’estate e le autorità hanno iniziato all’inizio di maggio ad arrestare i migranti che probabilmente sarebbero stati inviati in Ruanda. Ma, nell’incertezza posta dal voto legislativo, i tribunali hanno ordinato il rilascio di decine di loro.