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Salone Mobile: nel 2024 generati 275 mln euro (+13,7%) di indotto

Salone Mobile: nel 2024 generati 275 mln euro (+13,7%) di indottoMilano, 28 nov. (askanews) – Durante la settimana del design 2024, la stima dell’indotto generato da Salone del Mobile è di circa 275 milioni di euro (+13,7% sul 2023 pari a 241,7 milioni di euro). La media della spesa giornaliera pro-capite risulta pari a 273,9 euro (+10,1% vs 2023), così ripartita: 121,4 euro per i servizi ricettivi (+10,6% vs 2023), 85,9 euro per la ristorazione (+10,1% vs 2023) e 66,6 euro per lo shopping (+9,2%vs 2023).


A misurare l’impatto del Salone del Mobile è (Eco) Sistema Design Milano, il primo studio ideato e promosso dal Salone del mobile, con la supervisione scientifica del Politecnico di Milano per conoscere, per la prima volta su base dati, dimensioni e dinamiche dell’”evento” internazionale, che ogni anno, ad aprile trasforma Milano nella capitale del design. Sul fronte dell’ospitalità quest’anno in città nella settimana del design si sono registrati 782.657 arrivi e partenze a Malpensa/Linate (+12% vs 2023). Per quanto riguarda le geografie delle rotte, si stima che i Paesi europei costituiscono più del 54% di arrivi/partenze (+18% rispetto a 2023), le destinazioni italiane oltre il 24%, mentre il restante 22% è rappresentato dalle rotte extraeuropee. Dato in linea con i numeri dell’edizione 2024 del Salone.


Tra il 15 e il 21 aprile, nelle strutture ricettive di Milano sono state registrate 126.946 persone (+6,7% rispetto al 2023), di cui 26,039 italiane (-16,7% vs 2023) e 100.907 straniere (+15% vs 2023). In crescita anche il numero di presenze: in città, sono aumentate del 21,8% dal 15 al 21 aprile, in provincia del 19,9%, in linea con le percentuali di crescita del pubblico del Salone. Attraverso la misurazione della variazione del valore medio settimanale del numero di utenze registrate su rete Vodafone a Milano all’interno delle aree cittadine ed extra-cittadine, si sono registrati picchi significativi relativi ai flussi in transito, corrispondenti ai giorni della manifestazione, nelle seguenti aree: Brera/Moscova/Sempione (232.485; +71,9%), Tortona/Savona (75.555; +47,4%), Duomo/San Babila/Missori (397.664; +44,4%).


In crescita del 10,6% anche gli accessi alla metropolitana: la media giornaliera (su base settimanale) di accessi alla metrostrati durante la settimana del Salone 2024 è pari a 1.260.428 ingressi, contro gli 1.139.614 di un anno prima. Il bike sharing ha registrato 24.250 noleggi con un aumento del 25,4% rispetto all’edizione 2023. Diminuiscono, sempre nel 2024, il noleggio di monopattini (-4,3%) e di auto e scooter (-24,4% e -59,7%). “Questo è il primo rapporto che realizziamo – ha detto la presidente del Salone del Mobile, Maria Porro in occasione della presentazione al Teatro Grassi a Milano – l’idea è che si trasformi nel tempo in un osservatorio, creando una base dati per far evolvere il progetto”. “La sfida principale, da affrontare con la città, in tutte le sue istanze – ha proseguito Porro – è mantenere saldo il potere attrattivo dell’evento, mantenendo alta la qualità dell’offerta e, nello stesso tempo, risolvendo quelle criticità latenti che caratterizzano gli eventi di questa portata. Il Salone dopo la pandemia ha affrontato più di una sfida: la più importante, dopo il lento ritorno alla normalità”, è stata la spinta ai processi di internazionalizzazione, che ci impegna 365 giorni l’anno. Il risultato l’abbiamo visto ad aprile”.


“L’appuntamento con il Salone del Mobile rappresenta l’apice di un percorso che, ogni anno, le aziende del legno-arredo intraprendono, per mantenere la leadership riconosciuta loro a livello mondiale. Per il nostro tessuto industriale, composto da una molteplicità di imprese anche di piccole e piccolissime dimensioni, la partecipazione al Salone del Mobile ha un valore strategico ineguagliabile – afferma Claudio Feltrin, Presidente di FederlegnoArredo – Il forte legame con la città di Milano è una delle caratteristiche che hanno fatto grande il Salone del Mobile nel mondo. E questa capacità di integrare il business fieristico con eventi culturali ha fatto scuola, anche grazie a una città aperta e capace di valorizzare le sue eccellenze”.

Il Libano denuncia plurime violazioni del cessate-il-fuoco da parte di Israele

Il Libano denuncia plurime violazioni del cessate-il-fuoco da parte di IsraeleRoma, 28 nov. (askanews) – Come fatto oggi da Israele, anche l’esercito libanese ha denunciato plurime violazioni del cessate-il-fuoco con il Libano ieri e oggi. “Il 27 e 28 novembre, dopo l’annuncio dell’accordo di cessate il fuoco, il nemico israeliano ha violato più volte l’accordo entrando nello spazio aereo e colpendo il territorio libanese con diverse armi”, ha dichiarato l’esercito in un comunicato.


Anche le forze armate israeliane hanno denunciato una violazione del cessate il fuoco in Libano, con la presenza di forze sospette in diverse zone del sud del Paese: è quanto riporta il quotidiano britannico The Guardian. Il cessate il fuoco è entrato in vigore mercoledì mattina; l’accordo prevede però la possibilità per Israele di riprendere le operazioni in caso di attacchi da parte delle milizie sciite di Hezbollah.Queste ultime da parte loro hanno ribadito che le loro forze rimangono “completamente equipaggiate” e sorveglieranno il ritiro israeliano dal Libano “con il dito sul grilletto”.

Putin: non permetteremo che Kiev abbia armi nucleari. Trump politico intelligente, può trovare soluzioni

Putin: non permetteremo che Kiev abbia armi nucleari. Trump politico intelligente, può trovare soluzioniRoma, 28 nov. (askanews) – La Russia non permetterà a Kiev di ottenere armi nucleari. Lo ha dichiarato oggi il presidente russo Vladimir Putin, durante una conferenza stampa ad Astana, seguita al Consiglio per la Sicurezza collettiva del Csto (Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva).


“Se il paese con cui stiamo effettivamente combattendo ora diventasse una potenza nucleare, cosa dovremmo fare? In tal caso, accetteremo e utilizzeremo tutto, voglio sottolinearlo, ovvero tutti i mezzi di distruzione a disposizione della Russia, tutto. Non permetteremo che ciò accada… Monitoreremo ogni loro mossa” ha detto Putin ai giornalisti. Un trasferimento all’Ucraina di armi nucleari, ciò “significherebbe una violazione di tutti gli obblighi assunti nel campo della non proliferazione delle armi di distruzione di massa”. E ha aggiunto: “Non permetteremo che ciò accada all’Ucraina”. Il presidente russo Vladimir Putin ha inoltre dichiarato che il mondo scoprirà “a tempo debito” se la Russia sta testando nuovi tipi di armi. “Non possiamo dirvi tutto. Abbiamo parlato dell’Oreshnik solo dopo il suo test, ma abbiamo aspettato fino al momento in cui abbiamo condotto questo test e, di fatto, abbiamo visto il risultato” ha detto Putin, secondo quanto riportano i media russi.


Comunque, ha aggiunto Putin, Donald Trump è un politico “intelligente e di esperienza, capace di trovare soluzioni”. “Siamo disposti al dialogo con gli Stati Uniti, compresa l’Amministrazione subentrante” ha continuato Putin che ha definito “ripugnanti” le minacce ricevute da Trump nel corso della campagna elettorale: “Ciò che mi ha sorpreso di più non è stato solo l’uso di mezzi del tutto incivili contro Trump, fino ad arrivare ai tentativi di omicidio, e non solo una volta: tra l’altro, secondo me, non è ancora al sicuro”, ha concluso.

L’Australia vieta l’uso dei social ai minori di 16 anni

L’Australia vieta l’uso dei social ai minori di 16 anniRoma, 28 nov. (askanews) – Con il via libera del Senato il Parlamento australiano ha approvato nella sua ultima seduta del 2024 la legge che impedisce l’accesso ai social network da parte dei minori di 16 anni. Il divieto riguarda reti come Snapchat, TikTok, Instagram e X, e impone alle piattaforme digitali e non ai genitori l’obbligo di adottare “misure ragionevoli” per evitare l’apertura di profili da parte dei minori, con multe fino a 32 milioni di dollari per le “infrazioni sistematiche”. Resta invece autorizzato l’accesso ai servizi di messaggeria on-line, ai giochi e ad altri servizi legati alla salute e all’istruzione.


Il premier Anthony Albanese ha definto “storica” la nuova legge: “Sappiamo che i social network stanno causando danni sociali. Vogliamo che i bambini australiani abbiano un’infanzia e vogliamo che i genitori sappiano che il governo è dalla loro parte. Si tratta di una riforma storica: sappiamo che alcuni ragazzi troveranno soluzioni alternative, ma stiamo inviando un messaggio alle società di social media perché provvedano”. Il governo tuttavia è stato criticato per la velocità con cui il progetto di legge è stato discusso e approvato, un iter durato appena una settimana nonostante un centinaio di emendamenti presentati. Stando ai sondaggi tuttavia la grande maggioranza degli australiani è favorevole alla legge: il 77% ha espresso parere positivo. Da notare infine che per i minori o le famiglie che violano il divieto non è prevista alcuna sanzione, ma spetta alle aziende tech dimostrare di aver approntato gli strumenti necessari per la verifica dell’età degli utenti.

Sia le autorità libanesi che Israele denunciano violazioni del cessate il fuoco al confine sud

Sia le autorità libanesi che Israele denunciano violazioni del cessate il fuoco al confine sudRoma, 28 nov. (askanews) – Carri armati israeliani hanno colpito questa mattina tre città lungo il confine sud-orientale con il Libano, hanno affermato fonti della sicurezza libanese e media statali, all’indomani dell’entrata in vigore di un cessate il fuoco che vieta “operazioni militari offensive”.


Secondo quanto riferito dall’agenzia Reuters, il fuoco dei carri armati dello Stato ebraico ha colpito Markaba, Wazzani e Kfarchouba, tutte situate entro due chilometri dalla linea blu che demarca il confine tra Libano e Israele. Una fonte ha riferito che due persone sono rimaste ferite a Markaba. Dal canto loro, le forze armate israeliane hanno denunciato una violazione del cessate il fuoco in Libano, con la presenza di forze sospette in diverse zone del sud del Paese: è quanto riporta il quotidiano britannico The Guardian.

Ucraina, attacco russo alle infrastrutture energetiche, un milione di persone senza luce

Ucraina, attacco russo alle infrastrutture energetiche, un milione di persone senza luceRoma, 28 nov. (askanews) – L’infrastruttura energetica dell’Ucraina è “stata sottoposta a un massiccio attacco nemico”, ha affermato il ministro dell’Energia del paese, dopo che è stato dichiarato un allarme antiaereo a livello nazionale a causa del possibile arrivo di missili.


“Ancora una volta, il settore energetico è sottoposto a un massiccio attacco nemico. Gli attacchi alle strutture energetiche stanno avvenendo in tutta l’Ucraina”, ha affermato German Galushchenko in un post su Facebook, aggiungendo che l’operatore della rete elettrica nazionale ha “urgentemente introdotto interruzioni di corrente di emergenza”. Centinaia di migliaia di famiglie ucraine sono rimaste senza elettricità a causa del massiccio attacco missilistico russo contro le infrastrutture energetiche del Paese, secondo quanto riferito da funzionari regionali.


“Circa 523.000 consumatori, tra famiglie e aziende, sono rimasti senza elettricità nella regione occidentale di Leopoli”, ha affermato il presidente dell’amministrazione locale, Maksym Kozytsky. Nelle regioni nord-occidentali di Rivne e Volinia, invece sono senza corrente elettrica rispettivamente 280.000 e 215.000 utenti. “L’uso di bombe a grappolo da parte della Russia contro le infrastrutture energetiche ucraine é “una vile escalation delle tattiche terroristiche”, ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.


“In diverse regioni sono stati registrati attacchi con missili Kalibr con testata a grappolo, in particolare su infrastrutture civili. Questo rende molto più difficile per i nostri soccorritori e lavoratori del settore energetico riparare gli effetti degli attacchi” ha scritto Zelensky sul suo profilo di Telegram.

Ue, fiducia a von der Leyen, Fdi: maggioranza Ursula non esiste

Ue, fiducia a von der Leyen, Fdi: maggioranza Ursula non esisteStrasburgo, 27 nov. (askanews) – La maggioranza teoricamente molto ampia, dal gruppo di destra Ecr fino ai Verdi, che ha votato la fiducia alla nuova Commissione di Ursula von der Leyen al Parlamento europeo, oggi a Strasburgo, con 370 voti a favore contro 282, in realtà ‘non esiste’. Nel senso che non configura affatto una nuova ‘maggioranza Ursula’ per condurre stabilmente l’attuale legislatura, come vorrebbero i gruppi del centro sinistra, Socialisti e Liberali, e anche i Verdi, o come aveva prospettato ieri lo stesso capogruppo del Ppe, Manfred Weber.


Lo hanno sottolineato oggi a Strasburgo, parlando alla stampa dopo il voto, il capogruppo dei Conservatori europei (Ecr), Nicola Procaccini, e il capo delegazione di Fdi ne gruppo, Carlo Fidanza. Sono affermazioni di senso opposto dall’immagine, che avevano dato in queste ore Weber e von der Leyen, di una sorta di ‘grande centro’ politico nel Parlamento europeo, basato sulla ‘piattaforma di cooperazione’ firmato il 20 novembre tra Ppe, S&D e Renew, verso cui confluirebbero da destra l’Ecr e da sinistra i Verdi. E rendono patetiche, come ‘uno psicodramma’, le assicurazioni chieste e gli avvertimenti lanciati dai socialisti, dai Liberali e dagli stessi Verdi, durante il dibattito in aula prima del voto di fiducia, riguardo alla ‘vigilanza’ contro eventuali possibili accordi del Ppe con l’estrema destra, in particolare, ma non solo, per fare marcia indietro sulle misure del Green Deal. La ‘maggioranza Ursula’, in realtà è ‘un feticcio’, ‘non esiste’, o comunque non esiste più dopo le ultime elezioni, perché non è più possibile né politicamente né numericamente. E le maggioranze che modificheranno e approveranno la futura legislazione europea, sulla base delle proposte della Commissione, saranno diverse di volta in volta, ‘a seconda dei temi’, e potranno benissimo essere, dunque, delle maggioranze di destra, hanno detto in sostanza i due eurodeputati di Fdi.


Fidanza ha rivendicato innanzitutto il voto compatto a favore della fiducia da parte dei 24 eurodeputati di Fdi, insieme ad altri Conservatori dell’Ecr, affermando che senza quei voti, ‘non sarebbe stata superata la soglia psicologica della maggioranza’. Nel senso, va precisato, della maggioranza assoluta di 360 voti, e non della semplice maggioranza relativa che è richiesta per la fiducia alla Commissione. In altre parole, oggi da sola la ‘presunta ‘maggioranza Ursula’ non sarebbe in grado di assicurare a Ursula una maggioranza di votanti all’interno di quest’aula’. ‘Oggi – ha continuato Fidanza – si chiude una prima fase della nuova legislatura, parte il lavoro della Commissione, e domani si apre una nuova fase, quella della elaborazione dei provvedimenti; e i provvedimenti dovranno poi passare da quest’aula; e in quest’aula si è già dimostrato che ci potranno essere degli equilibri e dei numeri diversi rispetto a quelli della scorsa legislatura. Il compito e il ruolo di Fratelli d’Italia, e credo più in generale della famiglia dei Conservatori europei, sarà quello di cercare di spostare più a destra davvero, e non a parole come è stato spesso evocato, quasi come se si trattasse uno spettro, l’asse di questa nuova legislatura europea’.


Per il capo delegazione di Fdi ‘questo è l’obiettivo. E oggi devo dire che siamo stati eretti al ruolo di protagonisti anche dallo psicodramma delle sinistre’ che paventano nuove maggioranze della destra con il Ppe. ‘Io mi auguro che che sia davvero così, che questo che alcuni vivono come un incubo sia in realtà quello che vivremo nei prossimi mesi: con un’Italia protagonista come un centrodestra e un gruppo conservatore protagonisti, con un grande commissario (Raffaele Fitto, ndr) che ci renderà onore come italiani e che farà un grande lavoro per l’Europa’. A un giornalista che chiedeva se Fdi ora si senta parte della maggioranza, Procaccini ha risposto ribadendo quanto aveva già detto durante il dibattio in plenaria: che al Parlamento europeo ‘non esistono i vincoli di maggioranza, e quindi non esisteva la ‘maggioranza Ursula’ ieri e non esiste oggi. Ogni voto ha una maggioranza diversa; fortunatamente – ha rilevato – qui si usa votare sui contenuti, e noi siamo convinti che potremo farci valere sui contenuti, perché abbiamo i contenuti migliori e siamo convinti di poter trovare di volta in volta una maggioranza su questi temi’.


‘Il costante richiamo alla ‘maggioranza Ursula’ di questi giorni, come nel documento di qualche giorno fa (la ‘Piattaforma di cooperazione’ firmato da Ppe, S&D e Renew, ndr), e anche gli appelli di queste ultime ore – ha insistito Fidanza -, costituiscono in realtà la difesa di un feticcio. La cosiddetta ‘maggioranza Ursula’, o la ‘nuova maggioranza Ursula’ non esiste politicamente, come non esiste numericamente. Non esiste politicamente perché’ le sue componenti ‘non possono andare d’accordo su nulla. Lo abbiamo visto plasticamente oggi, la dimostrazione è chiara; lo abbiamo visto nelle prime fasi della legislatura, dove si sono già create delle maggioranze alternative; e lo vedremo sempre di più nei prossimi mesi. Quindi noi lasciamo che si contenta lì difendere i feticci alla difesa dei feticci; noi ci occupiamo delle cose concrete che interessano i cittadini italiani ed europei, che sono le politiche che l’Unione europea dovrà attuare’. ‘Io penso – ha sottolineato il capo delegazione di Fdi – che il nostro ruolo, a maggior ragione dopo il voto di oggi, dovrà pesare; e noi lo rivendicheremo con forza. Questo voto di oggi è un voto politicamente significativo e decisivo, che dimostra che si possono dare le consulenze che si vuole a ex presidenti di gruppo per cercare di ingraziarsi in qualche modo i voti della sinistra iper ambientalista, ma poi alla fine, numeri alla mano, bisogna fare delle politiche di centro-destra. E questo è il ruolo che noi vorremmo svolgere in questa legislatura’. Il riferimento alle ‘consulenze’ è alla nomina di von der Leyen dell’ex capogruppo dei Verdi, Philippe Lamberts, a suo consigliere per le Politiche climatiche, annunciata formalmente lunedì sera, poche ore prima della decisione presa della maggioranza dei Verdi di votare la fiducia alla Commissione. Rispondendo a una domanda sul cambiamento di posizione di Fdi, che a luglio aveva votato contro la riconferma di von der Leyen per il suo secondo mandato, Procaccini ha spiegato che ‘sono due voti diversi: il primo voto si esercita sul contenuto su un programma politico. Ed è un programma che noi abbiamo ritenuto troppo in continuità con l’esperienza precedente; il secondo vuoto, che si svolge in forma palese e non in forma segreta, si esprime sulla composizione del collegio dei commissari, ed è chiaro che la composizione del collegio è determinante poi anche nella realizzazione di un programma. Ma ognuno ci arriva col proprio bagaglio di valori. Ed è chiaro che Raffaele Fitto metterà a disposizione della Commissione le sue idee, e certo non avremmo potuto votare contro un vicepresidente conservatore, peraltro italiano, con il quale condividiamo lo stesso patrimonio di valori’. ‘Fitto quindi – ha continuato Procaccini – naturalmente porterà con sé nell’esercizio del proprio ruolo anche i propri valori e questo riguarda Raffaele Fitto come tutti e 27 i commissari europei. Ognuno è lì con il proprio bagaglio di esperienze e valori che naturalmente mette poi al servizio dell’intera Comunità europea. E i valori di Raffaele Fitto dono naturalmente i valori di un conservatore. Ma di sicuro non è quel fascista di cui si è parlato per due ore qui oggi. Credo – ha osservato ironicamente – che in due ore sia stato dato a Raffaele Fitto del fascista in due ore più che non a me e a Carlo Fidanza messi insieme per una vita intera’. ‘Fitto – ha precisato Fidanza – fa il commissario europeo, e lo farà ottimamente rappresentando come lui ha ben spiegato durante la sua audizione quello che sarà il suo ruolo, cioè sviluppare delle politiche della coesione, forte della sua grande esperienza maturata non solo in queste aule, ma anche nelle sue esperienze da ministro, e prima da presidente di Regione. Lo farà negli interessi degli europei, portando in dote un modello italiano, perché se oggi Fitto è la persona scelta da Ursula von der Leyen per ricoprire quel ruolo e avere quel portafoglio, è proprio in virtù delle politiche virtuose da lui messe in campo da nell’ambito del governo italiano guidato da Giorgia Meloni. Questo è il patrimonio che noi portiamo dentro a questa Commissione europea, grazie alla figura di Raffaele Fitto che naturalmente lavorerà per tutti gli europei forte della sua esperienza italiana’. ‘Riguardo poi alle politiche – ha aggiunto il capo delegazione di Fdi -, bisognerà fare i conti con i numeri, perché si possono avere tutti i programmi che si vuole, ma qui le maggioranze variano, e alla fine la Commissione europea appena insediata dovrà varare dei provvedimenti che dovranno trovare una maggioranza nel Consiglio Ue, dove la maggior parte dei governi è di centro-destra di varia estrazione, e poi una maggioranza all’interno di quest’aula (il Parlamento europeo, ndr), dove á- ha ribadito – si è già manifestata la possibilità di creare maggioranza alternative a seconda dei temi. Quindi la vera sfida politica che ci accompagnerà per tutta questa legislatura sarà questa: capire come la Commissione europea si tarerà rispetto a dei numeri che sono diversi da quelli della scorsa legislatura, che tipo di provvedimenti varerà su ogni materia, che numeri avrà qui dentro’. ‘E qui – ha sottolineato Fidanza – state sicuri che noi giocheremo la nostra partita su ogni singolo dossier, faremo sentire la voce di Fratelli d’Italia, la voce dei conservatori europei, su ogni partita perché sappiamo che qui dentro i numeri sono cambiati. Quindi il programma approvato a luglio, le lettere di incarico dei commissari, tutto quello che è stato fatto fino a oggi, non dico che è come se non esistesse più, ma rimane un punto di riferimento per una realtà che poi dovrà calarsi nella realtà democratica di un’aula che ha dei numeri diversi. E questo è quello che dovrà affrontare la prossima Commissione’. ‘Non volete accettarlo, ma dovrete accettarlo prima o poi, che non esistono – ha ripetuto Procaccini – i vincoli di maggioranza al Parlamento europeo; che si vota sui singoli provvedimenti, senza vincoli di maggioranza e questo si traduce per ogni voto in una maggioranza diversa’. ‘Oggi in qualche modo si chiudono sei sei mesi costitutivi della nuova stagione europea. Cinque anni fa – ha ricordato il capogruppo dell’Ecr -, quando Fratelli d’Italia per la prima volta entrava al Parlamento europeo, aveva cinque eurodeputati, e l’Ecr non aveva certamente un ruolo da protagonista. Oggi non soltanto noi sappiamo che la delegazione di Fratelli d’Italia è diventata di ventiquattro eurodeputati, che è una delle più grandi del Parlamento, non soltanto sappiamo che c’è stata una crescita dei Conservatori europei, ma la pesiamo. La pesiamo non soltanto con il vicepresidente della Commissione europea, ma anche con due vicepresidenti del Parlamento europeo, di cui una italiana, tre presidenze e diverse vice presidenze commissioni europarlamentari’ e altre cariche importanti’. ‘Questo per dire – ha concluso Procaccini – che ci eravamo ripromessi che l’Italia avrebbe in qualche modo cambiato l’Europa, e piano piano stiamo facendo esattamente quello che avevamo promesso’.

Ue,von der Leyen: la strategia economica per la nuova Commissione

Ue,von der Leyen: la strategia economica per la nuova CommissioneStrasburgo, 27 nov. (askanews) – “Posso annunciare che la prima grande iniziativa della nuova Commissione europea sarà una ‘Bussola della competitività’, che inquadrerà il nostro lavoro per il resto del mandato. La Bussola sarà costruita sui tre pilastri del rapporto Draghi: il primo è colmare il divario di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina; il secondo è un piano congiunto per la decarbonizzazione e la competitività; e il terzo è aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze”.


Lo ha detto Ursula von der Leyen presentando la sua nuova Commissione europea al dibattito prima del voto di fiducia oggi a Strasburgo, nella plenaria del Parlamento europeo. á “In un mondo in cui ogni debolezza è trasformata in un’arma, ogni divisione e ogni dipendenza sono sfruttate, la nostra libertà e sovranità dipendono più che mai dalla nostra forza economica. La nostra sicurezza – ha sottolineato von der Leyen – dipende dalla nostra capacità di competere, innovare e produrre. E il nostro modello sociale dipende da un’economia in crescita mentre affronta il cambiamento demografico”. “Ecco perché – ha ricordato – ho chiesto a Mario Draghi di tracciare la strada da seguire. La sua diagnosi è stata netta e la sua tabella di marcia per l’azione altrettanto ambiziosa. Molte delle sue proposte sono state riprese nelle lettere di missione” dei nuovi commissari designati. “I leader hanno approvato il suo lavoro nel Consiglio europeo all’inizio di questo mese. E ho ascoltato attentamente le audizioni. Ho sentito i vostri ripetuti appelli a realizzare il cambiamento sostanziale che sta proponendo. Con rapidità e con ambizione”. Q Riguardo al primo pilastro della “Bussola”, von der Leyen ha rilevato che “la quota globale di domande di brevetti in Europa è pari a quella degli Stati Uniti o della Cina. Ma solo un terzo dei brevetti europei viene sfruttato commercialmente. Siamo bravi più o meno quanto gli Stati Uniti nel creare start-up. Ma quando si tratta del loro sviuppo sul mercato, andiamo molto peggio dei nostri concorrenti. Dobbiamo colmare questo divario”.


“Quindi – ha annunciato ancora la presidente della Commissione – metteremo la ricerca e l’innovazione, la scienza e la tecnologia al centro della nostra economia. Investiremo di più e cn un focus migliore, e faremo in modo che le nostre piccole aziende, le nostre start-up, possano prosperare qui in Europa. Sappiamo che cosa bisogna fare: una start-up della California può espandersi e raccogliere fondi in tutti gli Stati Uniti. Ma una start-up in Europa – ha lamentato von der Leyen – deve fare i conti con 27 diverse barriere nazionali”. Insomma, “dobbiamo rendere più facile la crescita in Europa”.

La tregua fra Israele ed Hezbollah in Libano è in vigore dalle 4

La tregua fra Israele ed Hezbollah in Libano è in vigore dalle 4Roma, 27 nov. (askanews) – Un accordo di cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti tra Israele e Hezbollah è entrato in vigore alle 4 del mattino ora locale, ponendo fine a quasi 14 mesi di combattimenti.


L’accordo, che non è stato pubblicato prima della sua entrata in vigore prevede, secondo quanto riferito, un periodo di transizione di 60 giorni durante i quali l’Idf ritirerà le sue forze dal Libano meridionale; l’esercito libanese schiererà circa 5.000 soldati a sud del fiume Litani, comprese 33 postazioni lungo il confine con Israele; le forze di Hezbollah lasceranno il Libano meridionale e le sue infrastrutture militari saranno smantellate. Secondo quanto riferito, gli Stati Uniti stanno inoltre fornendo una lettera di accompagnamento in cui specificano i diritti di Israele di rispondere alle violazioni del cessate il fuoco da parte di Hezbollah.Hezbollah ha iniziato a sparare su Israele il giorno dopo l’assalto di Hamas nel sud di Israele, il 7 ottobre 2023, costringendo allo sfollamento di circa 60.000 residenti del nord di Israele. Le risposte militari di Israele si sono intensificate due mesi fa, quando Israele ha ucciso gran parte della leadership di Hezbollah e distrutto molte, ma non tutte, le sue capacità missilistiche.

Ue, nuova Commissione: l’impossibile maggioranza verso la fiducia

Ue, nuova Commissione: l’impossibile maggioranza verso la fiduciaStrasburgo, 26 nov. (askanews) – Una maggioranza politica impossibile, più ampia, anche se potrebbe essere numericamente inferiore, a quella di luglio che ha rieletto Ursula von der Leyen per il suo secondo mandato: è quella che si sta profilando per il voto di fiducia alla nuova Commissione europea che si terrà domani a Strasburgo nella plenaria del Parlamento europeo.   Uno scenario che è stato salutato con favore, oggi a Strasburgo, dal capogruppo del Ppe, Manfred Weber, il vero regista della manovra che ha reso possibile questo risultato paradossale, che però solo lui rivendica: un maggioranza inedita al Parlamento europeo per il voto di fiducia, con un sostegno  che va dai Verdi alle componenti più moderate dei Conservatori dell’Ecr (il gruppo di Giorgia Meloni e di Fdi) passando per il Popolari, i Socialisti e Democratici (S&D) e i Liberali di Renew. Un maggioranza che però, a parte il Ppe, nessuno degli altri gruppi riconosce come tale, vedendola semmai come un’eccezione rarissima, quasi un accidente della storia, e certo non come un’esperienza da ripetere sistematicamente, come invece sembra volere il Ppe.


I Verdi, Renew e S&D non non hanno intenzione di stare nella stessa barca dei Conservatori; e anzi, se la maggior parte dei loro eurodeputati alla fine voterà per la Commissione von der Leyen II, il boccone più amaro che hanno dovuto ingoiare è stata la vicepresidenza esecutiva affidata al conservatore Raffaele Fitto; una vicepresidenza vista, appunto, come un riconoscimento formale dell’ingresso dell’Ecr nella maggioranza. L’Ecr, a sua volta, non vuole avere nulla a che fare con i Verdi e con i Socialisti, di cui si considera un antagonista politico. Ma i Conservatori (che per il centro sinistra dovrebbero essere ostracizzati dai lavori parlamentari con il ‘cordone sanitario’,  così come lo sono gli altri due gruppi di estrema destra, i Sovranisti dell’Ens e i ‘Patrioti’), hanno risposto alle lusinghe del Ppe, accettando di votare a favore di tutti i commissari designati (salvo la belga Hadja Lahbib, su cui si sono spaccati) durante le audizioni di conferma, e sono entrati di fatto, in questo modo, nella maggioranza.


D’altra parte, siccome non riconosce il ‘cordone sanitario’ e non lo applica ai Sovranisti e ai ‘Patrioti’, l’Ecr è in posizione ideale per fare da ponte tra il Ppe e le due formazioni di estrema destra, con cui formalmente i Popolari non negoziano. Il ruolo dei Conservatori, così, diventa essenziale per far prevalere la maggioranza di centro-ultradestra, nei casi in cui il Ppe lo deciderà opportuno, per mettere in scacco il centro sinistra e i Verdi. Ad esempio nelle importanti decisioni legislative da prendere nei prossimi due anni, sull’immigrazione e l’asilo (con la nuova lista dei paesi terzi ‘sicuri’ e l’esternalizzazione della gestione dei richiedenti asilo e dei migranti irregolari da rimpatriare) e su una possibile marcia indietro nel Green Deal (a partire dalle norme sulle auto a zero emissioni e dal meccanismo Cbam dei dazi climatici alle frontiere).     Una maggioranza impossibile, si diceva, per la fiducia alla nuova Commissione von der Leyen, che probabilmente si ripeterà solo nelle risoluzioni non vincolanti del Parlamento europeo in politica estera (sull’Ucraina). In tutti gli altri casi, le decisioni saranno prese o con la vecchia ‘maggioranza Ursula’, provvisoriamente rilanciata dalla ‘piattaforma di cooperazione firmata dal Ppe, S&D e Renew il 20 novembre (che è molto più vaga e parecchio lontana da un vero e proprio ‘contratto di coalizione’), in molti casi con il sostegno dei Verdi; oppure dalla nuova ‘maggioranza Venezuela’, formata dalla collaborazione organica del Ppe con l’Ecr e l’appoggio ‘esterno’ dell’ultradestra. Una maggioranza alternativa che si è già espressa, inizialmente, nel voto della plenaria di settembre sul Venezuela, e poi altre volte, in particolare nel recente tentativo di annacquare il regolamento Ue contro la deforestazione.


Questo gioco pilotato dal Ppe delle due maggioranze (che nell’Italia della Dc Giulio Andreotti aveva chiamato ‘politica dei due forni’ ) avrà probabilmente un effetto deleterio sulla dinamica legislativa e sulla stabilità politica del Parlamento europeo, nonché sulla credibilità e affidabilità dei negoziatori (soprattutto quelli dei Popolari) nei lavori parlamentari. Ma garantirà al Ppe la certezza che saranno sempre le sue priorità politiche ad avere la meglio, e mai quelle di un’allenza che non le condivida. Un successo strategico che porta la firma di Manfred Weber, e che è stato assecondato, oltre che dall’Ecr, dalla stessa von der Leyen.   L’ultimo atto di questa strategia è stato compiuto proprio da von der Leyen ieri, quando ha scongiurato un possibile, compatto voto contrario dei Verdi alla fiducia per la nuova Commissione, riconoscendo finalmente e formalmente (dopo un assordante silenzio durato diverse settimane, e in tutto il processo delle audizioni) che il gruppo ecologista ‘fa parte della maggioranza europeista nel Parlamento europeo, come piattaforma con cui voglio continuare a lavorare, ad esempio su argomenti come il raggiungimento dei nostri obiettivi climatici, il ‘Clean Industrial Deal’, la riduzione della burocrazia’ e l’impegno nella situazione geopolitica globale. La cooperazione con il gruppo dei Verdi, ha rilevato ancora von der Leyen, ‘è stata costruttiva nell’attuale mandato e ha svolto un ruolo importante nel garantire una maggioranza europeista per la mia rielezione a presidente della Commissione a luglio’.


L’occasione per questo riconoscimento è arrivato ieri contestualmente all’attesa conferma della nomina (di cui si sapeva fin dall’estate) del belga Philippe Lambert, ex capogruppo dei Verdi negli ultimi 10 anni, a consulente della presidente della Commissione europea, incaricato di ‘aiutare a sostenere la transizione verso un’economia a impatto climatico zero’. Poche ore dopo, ieri sera a Strasburgo, l’assemblea del gruppo dei Verdi si è espressa a stretta maggioranza a sostegno del voto di fiducia per la nuova Commissione, mentre la minoranza voterà contro o si asterrà.       Weber ha dato la sua benedizione alla ‘larga maggioranza’ dai Verdi all’Ecr durante una conferenza stampa oggi a Strasburgo: ‘Voglio ringraziare tutti i colleghi del Centro – ha detto – per essere riusciti nell’ultima settimana metterci insieme e a far funzionare la piattaforma’ di cooperazione con S&D e Renew. ‘Abbiamo anche il supporto dei Verdi e di gran parte del gruppo   Ecr per una nuova maggioranza nel Parlamento europeo, per un consenso ampio; e io, come leader del Ppe, sono alquanto contento di questo. E voglio sottolineare – ha continuato Weber – che il gruppo Ecr è stato cruciale per consentire l’approvazione   dei candidati dei Liberali e dei Socialisti’ per la nuova Commissione europea ‘con la maggioranza dei due terzi richiesta nel processo di valutazione delle audizioni. Abbiamo visto che l’Ecr è stato responsabile e ha votato a favore dei candidati individuali’. ‘Il Ppe – ha aggiunto – ha lavorato per un’ampia maggioranza di centro nel Parlamento europeo, dai Verdi alla parte ragionevole delle forze conservatrici’ che comprendono gli italiani di Fdi (ma non i polacchi del Pis, ndr), e questo ora sta diventando una realtà. Per me è questa è una buona giornata, ne sono lieto. Perché abbiamo bisogno di stabilità in un senso ampio nel Parlamento europeo, altrimenti non potremo mantenere l’impegno di perseguire gli interessi dell’Europa, e c’è molto in gioco per i prossimi cinque anni’. ‘Riguardo ai Verdi, io sottoscrivo pienamente – ha affermato il capogruppo del Ppe – la definizione secondo cui sono parte della maggioranza europeista; è chiaro che i Verdi sono un partito totalmente pro-Europa, con un convinto programma europeista, così come il Ppe: non ci sono dubbi. Ma la Piattaforma rimane com’era, con i Socialisti e i Liberali, con le responsabilità speciali, che abbiamo concordato tra tutti e tre questi gruppi, per formare le necessarie maggioranze per domani’. E poi, ‘quando che la Commissione inizierà a lavorare sono convinto che tutto girerà attorno a questo centro’.   Alle elezioni europee, ha ricordato Weber, ‘180 milioni di elettori hanno votato per questo Parlamento e dato stabilità al centro; è vero, l’estrema destra è cresciuta, ma anche il Ppe è cresciuto e ora stiamo costituendo una solida maggioranza’. ‘Posso dire che la macchina decisionale del Parlamento europeo, con i relatori e i coordinatori, funzionerà, e sarà gestita dal centro: questo è chiaro’. E ‘il solido sostegno che c’è ora alla Commissione, dai Verdi all’Ecr, penso sia un messaggio positivo di stabilità’, ha concluso il capogruppo del Ppe.