Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Usa2024, NYT: Biden sta valutando se continuare corsa Casa Bianca

Usa2024, NYT: Biden sta valutando se continuare corsa Casa BiancaNew York, 3 lug. (askanews) – Il presidente americano Joe Biden avrebbe detto a un alleato chiave di essere consapevole che potrebbe non essere in grado di salvare la sua candidatura se non riuscirà a convincere gli elettori di essere in grado di portare avanti il suo incarico dopo la disastrosa performance durante il dibattito della scorsa settimana in Georgia.


A riferirlo è il New York Times a cui l’alleato ha riferito che il presidente è ancora profondamente impegnato nella lotta per la rielezione, ma le sue prossime apparizioni nel fine settimana in Pennsylvania e Wisconsin e l’intervista prevista per venerdì con George Stephanopoulos di ABC News saranno tappe decisive. Se questi eventi dovessero andare come il dibattito, il presidente potrebbe riconsiderare il suo impegno nella campagna elettorale. Un importante consigliere di Biden, che ha parlato al Times in condizione di anonimato, ha detto che il presidente è “ben consapevole della sfida politica che deve affrontare”.

Gb domani al voto: in palio l’eredità avvelenata dei Tories

Gb domani al voto: in palio l’eredità avvelenata dei ToriesRoma, 3 lug. (askanews) – Cronaca di una sconfitta annunciata: domani, dopo 14 anni, i Tories lasceranno Downing Street nelle mani dei Laburisti e l’unica incognita, stando ai sondaggi, è l’effettiva entità numerica del crollo.


Ma la decisione del premier Rishi Sunak di andare alle urne – presa per l’ottimo motivo che di qui a fine mandato per l’esecutivo non erano previste in arrivo altre buone notizie sul fronte economico (o nessun altro fronte, se è per questo) – lascia al vincitore un’eredità niente affatto facile. Un’economia in forte difficoltà e dei servizi pubblici in costante peggioramento sono i due principali problemi che il prossimo inquilino del Number Ten si troverà di fronte, e con poche frecce al suo arco. I sondaggi dicono chiaramente che ad occupare la poltrona di Primo ministro sarà Keir Starmer: il Labour è dato attorno al 40%, il doppio dei Conservatori che oltretutto dovranno guardarsi dalla concorrenza di Reform UK, la nuova creatura di Nigel Farage, che rischia di togliere loro ulteriori consensi.Ma in campagna elettorale Starmer ha promesso di migliorare l’economia e i servizi senza ricorrere a un aumento della pressione fiscale: un obbiettivo che per gli economisti, data la situazione attuale, appare irraggiungibile – e se non si aumenteranno le tasse occorrerà tagliare ulteriormente la spesa pubblica.


Tutto questo, secondo gli analisti, ha un nome preciso: “Brexit” – lo stesso nome che i politici da parte loro si sono il più possibile ben guardati dal pronunciare in campagna elettorale. Il fatto innegabile è che i tanto decantati benefici in termini di sovranità, immigrazione ed economia non si sono materializzati, anzi: l’unica certezza è che la Gran Bretagna ha perso il suo principale mercato, con tutte le conseguenze negative del caso.Ma la congiura del silenzio ha unito sia i Tories (Sunak in primis, che quando ha dovuto parlarne non ha esitato a rinnnegare la sua fede ‘Brexiteer’ della prima ora), che hanno cercato di allontanarne la paternità scaricandola su Farage e i suoi, sia il Labour che non vuole rischiare di alienarsi una parte dell’elettorato delle zone industriali che si era schierato con i Conservatori a favore dell’uscita e che ora torna (o dovrebbe tornare) all’ovile laburista. Di fatto, Starmer ha ribadito la propria contrarietà alla Brexit aggiungendo però prudentemente che cambiare idea in questo momento non è fattibile. Dopo le elezioni, sondaggi alla mano, potrebbe tornare un tema di dibattito; quanto meno, rinegoziare con l’Unione Europea un nuovo Trattato per le relazioni commerciali bilaterali che possano risollevare le sorti economiche di Londra.Infine, un’ulteriore possibile crollo è quello degli indipendentisti scozzesi dell’Snp, il cui serbatoio di voti coincide in gran parte con quello dei laburisti locali (uno dei motivi per cui il Labour ha passato gli ultimi 14 anni all’opposizione): alcuni scandali finanziari e la prospettiva sempre più lontana di un nuovo referendum ne hanno fortemente eroso il consenso elettorale e conservare l’attuale posizione di terza forza in Parlamento appare un miraggio.


Le urne si apriranno alle 7 ora locale per chiudersi alle 22 (le 6 e le 21 rispettivamente ora italiana) e per la prima volta chi si reca ai seggi dovrà esibire una carta di identità con foto; alla chiusura delle urne è previsto un exit poll.

Usa2024, Sondaggio: Michelle Obama batterebbe Trump con 50% voti

Usa2024, Sondaggio: Michelle Obama batterebbe Trump con 50% votiNew York, 3 lug. (askanews) – L’ex first lady Michelle Obama è l’unica democratica in grado di superare l’ex presidente Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca per il 2024.


Secondo un sondaggio condotto da Reuters/Ipsos, l’ex first lady Obama in un ipotetico confronto con Trump otterrebbe il 50% di sostegno contro il suo 39% dello sfidante. Se il confronto si svolgesse tra i due solo il 4% degli intervistati non voterebbe affatto. Lo stesso sondaggio ha rilevato che in uno scontro diretto, il presidente Biden e Trump sarebbero testa a testa. Ognuno di loro ha ricevuto il 40% delle preferenze, mentre l’8% degli intervistati ha detto che avrebbe votato per qualcun altro e un altro 8% ha detto che non avrebbe votato.


Secondo un sondaggio di Rasmussen Reports pubblicato a febbraio, Obama sarebbe stata la prima scelta tra i democratici per sostituire Biden nel 2024.

La Francia verso la domenica dei duelli: ben 405 decidono le legislative

La Francia verso la domenica dei duelli: ben 405 decidono le legislativeNizza (Francia), 3 lug. (askanews) – Ben 405 duelli e 94 triangolari: così la destra di Rassemblement national si gioca domenica la prima possibilità reale di andare al potere in Francia, anche se la tattica della “desistenza” o “fare muro”, affilata e usata da sinistra e macronisti, ha ridotto un po le certezze di Marine Le Pen e Jordan Bardella. E mentre domenica 30 giugno al primo turno sono stati eletti 76 deputati – tra cui 39 di Rn e dei suoi alleati – alcuni pesi massimi, persino ministri, hanno rimesso in gioco il loro posto nell’emiciclo il 7 luglio.


Quindi per il 7 luglio non è deciso nulla. Anzi: “Ritirarsi oggi per gli eletti di sinistra contro Rn non significa governare domani con la LFI”, ha dichiarato oggi Emmanuel Macron al Consiglio dei ministri (secondo quanto riferito a Franceinfo da diversi partecipanti). Una posizione già difesa in mattinata da Gabriel Attal su France Inter e anche da Gerard Darmanin, che complica ulteriormente il quadro. E nessuna previsione si può fare con precisione sull’esito delle elezioni. Molto dipende anche dai big in campo. Eccone alcuni, con tutte le insicurezze del caso: FRANCOIS HOLLANDE – CORREZE Il secondo turno di Correze appare incerto per Francois Hollande. Arruolato dal Nuovo Fronte Popolare, è arrivato primo al primo turno con il 37,6%, davanti al candidato del Rassemblement National Maité Pouget (30,9%) e al deputato uscente dei Les Republicains Francis Dubois (28,6%). Ritiratosi dall’arena politica dalla fine del suo mandato nel 2017, questa candidatura alle elezioni legislative dell’ex presidente socialista ha segnato il suo ritorno sulla scena nazionale.


ERIC CIOTTI – ALPI MARITTIME (PROVENZA – COSTA AZZURRA) Nessuna suspense nel triangolare della prima circoscrizione delle Alpi Marittime. Il repubblicano ribelle Eric Ciotti è molto sicuro del suo territorio e dovrebbe essere rieletto deputato, questa volta con il sostegno di Rn. Il contestato presidente del partito conservatore, artefice dell’alleanza LR-RN, ha raccolto il 41% dei voti, ben davanti al ribelle Olivier Salerno (26,6%). Al 3° posto, Graig Monetti, candidato della maggioranza presidenziale (22,8%), ha rifiutato di ritirarsi, andando contro le istruzioni date da Gabriel Attal. MARIE-CAROLINE LE PEN – SARTHE Nella quarta circoscrizione elettorale della Sarthe, Marie-Caroline Le Pen, sorella di Marine (e suocera di Bardella), paracadutata nella roccaforte di Francois Fillon, è arrivata prima sul podio al primo turno delle elezioni legislative. La candidata di Rn ha ottenuto il 39,26% dei voti e gode di un vantaggio favorevole.ELISABETH BORNE – CALVADOS L’ex premier Elisabeth Borne traballa parecchio. Candidata alla rielezione, l’ex Primo Ministro si è classificata seconda nella sesta circoscrizione di Calvados con il 28,93% dei voti alla fine del primo turno, dove il candidato del RN Nicolas Calbrix ha raccolto il 36,26% dei voti. Borne può comunque sperare di recuperare dopo il ritiro del suo ex avversario nel 2022, Noé Gauchard (23,16%), arrivato in terza posizione.


GERALD DARMANIN – TOURCOING Gérald Darmanin, primo nella sua circoscrizione elettorale di Tourcoing (36%), ha solo 900 voti davanti al candidato della Rn Bastien Verbrugghe (34,3%). Il tutto non sorprende, visto che alle elezioni europee Jordan Bardella è finito in testa in questa circoscrizione elettorale con il 35,5% dei voti. Ma ora bisogna capire se la tattica della desistenza lo aiuterà: terza qualificata, il candidato del Nuovo Fronte Popolare (NFP) Leslie Mortreux (24,8%), si è ritirato per bloccare la destra. Ma niente è meno sicuro. Tanto più che Darmanin ha dichiarato che non “mai” si alleerà con “l’estrema sinistra”: quando si dice la gratitudine. GABRIEL ATTAL – HAUTS DE SEINE Nella decima circoscrizione elettorale di Hauts de Seine, gode di una situazione relativamente comoda ma è forse l’unico che non può usare la carta della desistenza: l’attuale primo ministro Gabriel Attal è arrivato primo al primo turno delle elezioni legislative di domenica 30 giugno con il 43,85% dei voti. Ma nonostante la percentuale ottima, non è a suo agio come nel 2022 per il secondo turno del 7 luglio. Solo otto punti lo separano dalla candidata socialista Cécile Soubelet (35,53%) mentre non è qualificato il candidato di Rn, al terzo posto con il 12,21% dei voti.

Francia verso domenica dei duelli: ben 405 decidono legislative

Francia verso domenica dei duelli: ben 405 decidono legislativeNizza (Francia), 3 lug. (askanews) – Ben 405 duelli e 94 triangolari: così la destra di Rassemblement national si gioca domenica la prima possibilità reale di andare al potere in Francia, anche se la tattica della “desistenza” o “fare muro”, affilata e usata da sinistra e macronisti, ha ridotto un po’ le certezze di Marine Le Pen e Jordan Bardella. E mentre domenica 30 giugno al primo turno sono stati eletti 76 deputati – tra cui 39 di Rn e dei suoi alleati – alcuni pesi massimi, persino ministri, hanno rimesso in gioco il loro posto nell’emiciclo il 7 luglio.


Quindi per il 7 luglio non è deciso nulla. Anzi: “Ritirarsi oggi per gli eletti di sinistra contro Rn non significa governare domani con la LFI”, ha dichiarato oggi Emmanuel Macron al Consiglio dei ministri (secondo quanto riferito a Franceinfo da diversi partecipanti). Una posizione già difesa in mattinata da Gabriel Attal su France Inter e anche da Gerard Darmanin, che complica ulteriormente il quadro. E nessuna previsione si può fare con precisione sull’esito delle elezioni. Molto dipende anche dai big in campo. Eccone alcuni, con tutte le insicurezze del caso:


FRANCOIS HOLLANDE – CORREZE Il secondo turno di Correze appare incerto per Francois Hollande. Arruolato dal Nuovo Fronte Popolare, è arrivato primo al primo turno con il 37,6%, davanti al candidato del Rassemblement National Maité Pouget (30,9%) e al deputato uscente dei Les Republicains Francis Dubois (28,6%). Ritiratosi dall’arena politica dalla fine del suo mandato nel 2017, questa candidatura alle elezioni legislative dell’ex presidente socialista ha segnato il suo ritorno sulla scena nazionale.


ERIC CIOTTI – ALPI MARITTIME (PROVENZA – COSTA AZZURRA) Nessuna suspense nel triangolare della prima circoscrizione delle Alpi Marittime. Il repubblicano ribelle Eric Ciotti è molto sicuro del suo territorio e dovrebbe essere rieletto deputato, questa volta con il sostegno di Rn. Il contestato presidente del partito conservatore, artefice dell’alleanza LR-RN, ha raccolto il 41% dei voti, ben davanti al ribelle Olivier Salerno (26,6%). Al 3° posto, Graig Monetti, candidato della maggioranza presidenziale (22,8%), ha rifiutato di ritirarsi, andando contro le istruzioni date da Gabriel Attal.


MARIE-CAROLINE LE PEN – SARTHE Nella quarta circoscrizione elettorale della Sarthe, Marie-Caroline Le Pen, sorella di Marine (e suocera di Bardella), paracadutata nella roccaforte di Francois Fillon, è arrivata prima sul podio al primo turno delle elezioni legislative. La candidata di Rn ha ottenuto il 39,26% dei voti e gode di un vantaggio favorevole. ELISABETH BORNE – CALVADOS L’ex premier Elisabeth Borne traballa parecchio. Candidata alla rielezione, l’ex Primo Ministro si è classificata seconda nella sesta circoscrizione di Calvados con il 28,93% dei voti alla fine del primo turno, dove il candidato del RN Nicolas Calbrix ha raccolto il 36,26% dei voti. Borne può comunque sperare di recuperare dopo il ritiro del suo ex avversario nel 2022, Noé Gauchard (23,16%), arrivato in terza posizione. GERALD DARMANIN – TOURCOING Gérald Darmanin, primo nella sua circoscrizione elettorale di Tourcoing (36%), ha solo 900 voti davanti al candidato della Rn Bastien Verbrugghe (34,3%). Il tutto non sorprende, visto che alle elezioni europee Jordan Bardella è finito in testa in questa circoscrizione elettorale con il 35,5% dei voti. Ma ora bisogna capire se la tattica della desistenza lo aiuterà: terza qualificata, il candidato del Nuovo Fronte Popolare (NFP) Leslie Mortreux (24,8%), si è ritirato per bloccare la destra. Ma niente è meno sicuro. Tanto più che Darmanin ha dichiarato che non “mai” si alleerà con “l’estrema sinistra”: quando si dice la gratitudine. GABRIEL ATTAL – HAUTS DE SEINE Nella decima circoscrizione elettorale di Hauts de Seine, gode di una situazione relativamente comoda ma è forse l’unico che non può usare la carta della deistenza: l’attuale primo ministro Gabriel Attal è arrivato primo al primo turno delle elezioni legislative di domenica 30 giugno con il 43,85% dei voti. Ma nonostante la percentuale ottima, non è a suo agio come nel 2022 per il secondo turno del 7 luglio. Solo otto punti lo separano dalla candidata socialista Cécile Soubelet (35,53%) mentre non è qualificato il candidato di Rn, al terzo posto con il 12,21% dei voti.

Usa, Cnn: “importanti” dem vogliono ritiro Biden questa settimana

Usa, Cnn: “importanti” dem vogliono ritiro Biden questa settimanaMilano, 3 lug. (askanews) – La testardaggine di Joe Biden è diventata negli anni la sua cifra stilistica ma ora “importanti” esponenti del partito Democratico americano vogliono il suo ritiro dalla corsa elettorale per la Casa Bianca, questa settimana. Lo riporta Cnn sul suo sito, in un articolo particolarmente esplicito, dopo che ieri sera la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre nel briefing usuale è stata sottoposta a una pesante raffica di domande sulla salute fisica e mentale di Biden, in seguito al dibattito con Donald Trump. Una serie interminabile – e per certi versi crudele – di domande, tutte molto simili, culminate con un giornalista che le ha chiesto se il presidente degli Stati Uniti fosse affetto da demenza senile. Lei, educatamente ha risposto, con un “no”, ripetendo più volte che Biden ha avuto semplicemente una serata nera e che era ancora raffreddato.


Alcuni media sono agguerriti: il comitato editoriale del New York Times – che non ha appoggiato Biden nelle primarie democratiche del 2020 – ha chiesto al presidente di abbandonare la corsa. Mentre il senatore del Delaware Chris Coons, il più stretto alleato politico di Biden, ha detto alla Cnn che vorrebbe vedere il presidente contrastare la narrazione di essere troppo vecchio e incompetente per il lavoro, facendo più eventi pubblici e interviste. Coons a Fox29 ha risposto: “Ciò di cui abbiamo bisogno è lo stesso Joe Biden che ha tenuto un discorso forte e incisivo sulle spiagge della Normandia”. E ovviamente un ritiro di Biden sarebbe nell’interesse di chi per vari motivi non condivide la sua posizione sull’Ucraina e la incomparabile capacità che ha avuto di costruire una grande coalizione, compatta e coesa su questo fronte, oppure il modo con il quale ha affrontato la devastante crisi in Medio Oriente, insieme con la sua squadra di alto profilo. Intanto sul suo social “Truth”, Trump si sfrega le mani e parla di un sondaggio proprio di Cnn che lo darebbe al 49% contro il 43% di Biden, che oggi dovrebbe incontrare i governatori democratici e i leader del Congresso, secondo quanto detto ieri dalla Casa Bianca. L’annuncio è arrivato dopo che la Cnn ha riferito che alcuni governatori hanno espresso preoccupazioni sulla performance del presidente nel dibattito. I governatori, ha detto una fonte, erano poco propensi a rendere pubbliche le loro preoccupazioni per paura che ciò avrebbe potuto abbattere Biden ulteriormente. “C’è un ampio e crescente gruppo di democratici della Camera preoccupati per la candidatura del presidente, che rappresentano un’ampia fascia del caucus”, ha detto un deputato democratico della Camera alla Cnn, a condizione di anonimato. “Siamo profondamente preoccupati per la sua traiettoria e la sua capacità di vincere. Vogliamo dargli spazio per prendere una decisione (di farsi da parte), ma saremo sempre più espliciti riguardo alle nostre preoccupazioni se non lo farà”.


L’incontro diretto con Biden, sperando che prendesse la decisione da solo, sarebbe stato più volte rimandato, ma la pazienza si sta esaurendo, avrebbero detto alla Cnn diversi democratici, tra segnali che Biden non ha preso alcuna iniziativa per considerare seriamente le crescenti preoccupazioni. Il tutto prima di eventi molto importanti la prossima settimana: martedì, ABC News ha annunciato che Biden si siederà con George Stephanopoulos per la sua prima intervista televisiva dopo il dibattito, con clip in onda già venerdì. E la prossima settimana è anche il momento del summit Nato di Washinton, dove secondo Karine Jean-Pierre, Biden terrà una conferenza stampa. Caparbio e risoluto, Biden ha fatto della sua testardaggine negli anni la sua cifra stilistica. Ma ora soltanto la famiglia del presidente e il suo staff sembrano sostenere la sua decisione di continuare la campagna, mentre il dibattito con Trump appare il miglior appiglio per chi lo vuole fuori. “Una parola che sai di Biden: testardo”, ha detto a Cnn un alto funzionario democratico che ha pubblicamente sostenuto Biden in passato ma che in privato pensa che debba farsi da parte. “Stanno cercando di dargli lo spazio per rendersi conto di che disastro si tratti”.


Il deputato democratico Lloyd Doggett del Texas è stato il primo a rompere le righe. Ma non è l’unico ormai. “Dobbiamo essere onesti con noi stessi, non è stata solo una notte orribile”, ha detto il deputato dell’Illinois Mike Quigley. “Deve chiaramente capire, credo, che quello a cui sta arrivando qui è che la sua decisione non solo ha un impatto su chi servirà alla Casa Bianca nei prossimi quattro anni, ma anche su chi servirà al Senato, chi servirà alla Camera e avrà implicazioni per i decenni a venire”. Durante un’intervista su MSNBC tenutasi martedì, l’ex presidente della Camera Nancy Pelosi e democratica della California, ha sottolineato che spetta a Biden decidere se farsi da parte o meno e ha affermato di aver sentito commenti “contrastanti” al dibattito, da parte dei donatori e di altri membri della sua rete democratica.


Nel frattempo, la first lady Jill Biden si è attenuta al concetto cardine della resilienza della famiglia Biden mentre presentava il marito. “La mamma di Joe diceva sempre che Dio non ci dà mai una croce troppo pesante da portare”, ha detto. “Joe non è solo la persona giusta per il lavoro; è l’unica persona adatta al lavoro. … La mamma di Joe aveva ragione, non c’è croce che non possa portare, che non si faccia carico per il nostro Paese e la nostra democrazia”. Phil Murphy, il governatore del New Jersey che ha definito Biden il “ragazzo del ritorno” ha spiegato che “la storia della sua vita, quasi ogni passo del cammino, compresa la tragedia, è la storia di un ragazzo che è stato escluso e che ha successo contro ogni aspettativa e ogni probabilità. Ed è in un altro di quei momenti”.

Come Biden ha cercato di spiegare la cattiva performance nel dibattito con Trump

Come Biden ha cercato di spiegare la cattiva performance nel dibattito con TrumpMilano, 3 lug. (askanews) – Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden afferma che i lunghi viaggi internazionali nei giorni precedenti al dibattito, hanno contribuito alla sua scarsa performance contro l’ex presidente Donald Trump della scorsa settimana. “Non è una scusa, ma una spiegazione”, dice Biden.


Il presidente, 81 anni, ha aggiunto di essere “non molto furbo” e di aver viaggiato per il mondo, poco prima del dibattito. “Non ho ascoltato il mio staff… e poi mi sono quasi addormentato sul palco”, ha scherzato Biden intervenendo durante una raccolta fondi per la campagna elettorale. Non è stato subito chiaro fino a che punto Biden stesse scherzando sul fatto di essersi quasi addormentato. Le telecamere non sono ammesse alle sue raccolte fondi e i media si affidano a resoconti scritti. Biden ha una comprovata esperienza nel fare commenti schietti o inaspettati alle raccolte fondi.


Molti politici democratici sono preoccupati dopo la debole prestazione di Biden nel primo dibattito contro Trump la scorsa settimana, e diversi importanti media hanno messo in dubbio la tenuta di Biden e la capacità di battere Trump alle prossime elezioni presidenziali. Lo stesso Biden sostiene di essere l’uomo giusto per il lavoro. E la vicepresidente americana Kamala Harris ha affermato che Biden ha iniziato male il dibattito, ma che è orgogliosa di essere la sua co-candidata. Lei rifiuta che Biden si dimetta. “Joe Biden è il nostro candidato. Abbiamo battuto Trump una volta e lo batteremo ancora”, dice Harris a CBS News.

Gentiloni: l’Italia ha grandi prospettive se punta sul riscatto europeo

Gentiloni: l’Italia ha grandi prospettive se punta sul riscatto europeoRoma, 3 lug. (askanews) – L’attuale contesto politico europeo, con l’incertezza politica che regna in Francia, apre per l’Italia una prospettiva, se punterà sul “riscatto europeo”. Lo afferma in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera il commissario Ue per gli Affari economici Paolo Gentiloni.


“Il punto è se scegliere di contribuire al riscatto europeo, che non può più venire dal motore franco tedesco, e questo schiude un ruolo decisivo all’Italia, ovvero puntare su chi vuole indebolire l’Unione europea, a vantaggio di interessi nazionali gretti e nostalgici”, ha detto l’ex presidente del Consiglio. “Io – ha continuato – confido che questa sia la consapevolezza del governo. È una grande occasione per il nostro Paese e non dovremmo lasciarcela sfuggire”. Per quanto riguarda la situazione francese, Gentiloni afferma che “valuteremo i risultati della scommessa di Macron lunedì” ma “di sicuro la situazione è difficile, soprattutto in una prospettiva europea. L’importanza della Francia è innegabile e lo scenario di un Paese che ha un sistema presidenzialista, nel quale il presidente non ha una maggioranza in Parlamento o addirittura ne ha una ostile, non ci può lasciare indifferenti”.

Dagli Usa aiuti militari per altri 2,3 miliardi di dollari all’Ucraina

Dagli Usa aiuti militari per altri 2,3 miliardi di dollari all’UcrainaMilano, 2 lug. (askanews) – Il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin ha presentato oggi un’anteprima del nuovo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina, incontrando il Ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov al Pentagono. Il pacchetto, dal valore di oltre 2,3 miliardi di dollari, comprende ulteriori intercettori per la difesa aerea e altre munizioni essenziali.


Le capacità di difesa aerea saranno fornite alle linee del fronte dell’Ucraina secondo tempi accelerati, resi possibili dal recente annuncio del Pentagono che avrebbe riprogrammato le consegne e alcune vendite militari all’estero ad altri alleati e partner per garantire all’Ucraina ciò di cui ha bisogno in un momento critico della guerra. “L’Ucraina è impegnata in una dura lotta e lo è stata fin dall’inizio della guerra sconsiderata scelta dal presidente russo Vladimir Putin”, ha detto Austin. “Il Cremlino continua a intensificare i bombardamenti delle vostre città e dei vostri civili. Ma continuo a essere impressionato dall’abilità delle vostre forze, e le vostre truppe continuano a respingere gli attacchi della Russia con grinta, ingegno e coraggio”. Il segretario ha sottolineato la determinazione degli Stati Uniti nell’aiutare l’Ucraina ad affrontare queste sfide. “Non fatevi illusioni, l’Ucraina non è sola”, ha detto Austin. “Gli Stati Uniti non vacilleranno mai e il nostro supporto, insieme a circa 50 alleati e partner, continuerà a fornire le capacità critiche di cui l’Ucraina ha bisogno per respingere l’aggressione russa oggi e per scoraggiare l’aggressione russa domani”.


I due si sono incontrati mentre gli alleati della NATO si preparano al vertice degli stati membri della prossima settimana a Washington. Austin ha detto che gli alleati prenderanno misure “per costruire un ponte per l’adesione alla NATO per l’Ucraina” durante il summit. L’alleanza celebra il suo 75esimo anniversario quest’anno. Si prevede inoltre che gli alleati formalizzino ulteriori misure per soddisfare i requisiti di difesa a lungo termine dell’Ucraina.


Il segretario generale della NATO uscente, Jens Stoltenberg, ha dichiarato il mese scorso che il gruppo ha concordato un piano su come la NATO guiderà il coordinamento della futura assistenza alla sicurezza e dell’addestramento delle forze armate ucraine.

Francia, 218 candidati alle elezioni politiche si ritirano dai ballottaggi

Francia, 218 candidati alle elezioni politiche si ritirano dai ballottaggiRoma, 2 lug. (askanews) – Sono 218 i candidati alle elezioni politiche francesi che si sono ritirati dai ballottaggi per facilitare l’accordo di desistenza fra il nuovo Fronte Popolare e i centristi del presidente Emmanuel Macron: è quanto riporta il quotidiano francese Le Monde e la tv francese.


Alla scadenza dei termini per il ritiro (le ore 18) 130 candidati della sinistra e 82 centristi arrivati terzi nelle rispettive circoscrizioni hanno annunciato di non voler correre al ballottaggio per concentrare il voto contro l’ultradestra del Rassemblement National. La legge elettorale francese infatti prevede che in mancanza di un vincitore con la maggioranza assoluta al secondo turno approdino non semplicemente i primi due classificati ma tutti i candidati che hanno superato il 12,5% delle preferenze: spesso quindi si tratta di una corsa a tre, specie quando l’affluenza è alta.


Il candidato premier dell’Rn, Jordan Bardella, ha definito l’accordo fra Macron e la sinistra “disonorevole e contro natura”; resta infatti da vedere se gli elettori seguiranno gli inviti alla desistenza, un fattore che sarà desumibile innanzitutto dall’affluenza: se dovesse calare, potrebbe indicare la volontà di sinistra e centristi di non votare per uno schieramento diverso da quello scelto al primo turno.