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Rutte nomina Shekerinska sua vice: crede davvero nella NATO

Rutte nomina Shekerinska sua vice: crede davvero nella NATOMilano, 19 nov. (askanews) – Il segretario generale della NATO Mark Rutte ha deciso di nominare Radmila Shekerinska dalla Macedonia del Nord vice segretario generale. “Sono felice di annunciare la nomina di Radmila Shekerinska come prossimo vice segretario generale. È una persona che crede davvero nella NATO, conosce il lavoro che serve per l’adesione all’Alleanza, e cosa significa essere un membro a pieno titolo. Non vedo l’ora di lavorare con lei mentre assume questo ruolo vitale”, ha aggiunto.


Shekerinska è stata in precedenza vice primo ministro per l’integrazione europea e ministro della difesa della Macedonia del Nord, anche in vista del paese che entra a far parte dell’Alleanza NATO nel 2020. Lei prenderà il suo posto entro la fine dell’anno. Immediate “le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro” dal ministro della Difesa Guido Crosetto su X. “L’Italia, tra i protagonisti dell’Alleanza, continuerà a operare per la stabilità internazionale, a rafforzare la cooperazione tra Paesi e garantire sicurezza e difesa a 360 gradi”, ha scritto.

Casa, idealista: sforzo economico per l’acquisto scende al 19%

Casa, idealista: sforzo economico per l’acquisto scende al 19%Roma, 19 nov. (askanews) – Nel terzo trimestre, il tasso di sforzo per l’acquisto di una casa in Italia si è attestato al 19% del reddito medio annuale, registrando un calo dello 0,9% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questo dato, diffuso dall’ufficio studi di idealista, indica un lieve miglioramento nella capacità delle famiglie di accedere al mercato immobiliare. Lo studio si è concentrato sull’acquisto di un appartamento medio con due stanze, prendendo in esame le rate di un mutuo standard e confrontandole con i redditi medi delle famiglie.


“Il calo del tasso di sforzo riflette una combinazione di fattori – afferma Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi di idealista -. Da un lato, i recenti interventi della BCE, che hanno abbassato i tassi d’interesse, hanno reso più convenienti i mutui, riducendo il costo del credito per gli acquirenti. Dall’altro, il mercato immobiliare italiano si sta stabilizzando, con prezzi degli immobili che in alcune aree mostrano una crescita moderata o stagnante. Un segnale positivo per le famiglie italiane, che possono affrontare l’acquisto della casa con un peso economico leggermente più contenuto rispetto al passato”. Tuttavia, la situazione varia notevolmente a livello regionale e locale. In 34 capoluoghi italiani il tasso di sforzo per l’acquisto di una casa ha superato la media italiana del 19%, raggiungendo le percentuali che superano un terzo (33%) del reddito familiare per garantire la sostenibilità dell’investimento in città come Venezia (39%), Bolzano (35,2%), Milano (34,2%) e Rimini (33,6%).


Nella top ten dei capoluoghi con i tassi di sforzo più elevati si trovano anche Napoli (32,1%), Firenze (30,2%) e Roma (27,6%), confermando come l’acquisto di una casa rappresenti una sfida particolarmente gravosa nelle aree urbane più richieste e con prezzi immobiliari più elevati. Nella maggior parte dei capoluoghi italiani, il costo dell’acquisto di un’abitazione si mantiene inferiore alla media nazionale del 19%. Secondo i dati raccolti da idealista, il 63% delle città monitorate registra un tasso di sforzo più contenuto per l’acquisto di un trilocale.


Le percentuali variano dal 18,6% di Vicenza, fino a scendere progressivamente al 6,3% di Biella, che si distingue come il capoluogo con il tasso di sforzo più basso d’Italia. L’effort economico necessario per acquistare casa in Italia è in calo nel 61% dei capoluoghi italiani, se confrontiamo i dati attuali con quelli relativi allo scorso anno. I ribassi più marcati spettano a Bolzano (-6,5%), Milano (-5,5%), Matera (-3,6%) e Monza (-3,4%). Anche in altri grandi centri si rileva una riduzione del tasso di sforzo: a Roma (-2%), Bologna (-1,8%) e Venezia (-1,4%).


In 6 capoluoghi, il tasso di sforzo per l’acquisto di un trilocale è rimasto stabile rispetto a 12 mesi fa: si tratta di Livorno, Piacenza, Isernia, La Spezia, Pesaro e Reggio Calabria.

Zelensky all’Europarlamento: dobbiamo attaccare in Russia

Zelensky all’Europarlamento: dobbiamo attaccare in RussiaBruxelles, 19 nov. (askanews) – Attaccare gli asset militari della Russia sul suo territorio, i depositi di munizioni, le basi aeree, le fabbriche che producono missili e droni, le catene della logistica: solo questi “fattori chiave” daranno al presidente russo, Vladimir Putin, le motivazioni per negoziare davvero la pace. Lo ha detto il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky, intervenendo in videoconferenza durante una sessione plenaria straordinaria organizzata a 1.000 giorni dall’invasione russa, il 24 febbraio 2022.


“Putin vuole vincere la guerra, non si fermerà da solo. Più passa il tempo – ha detto Zelensky, che era stato accolto da una standing ovation della plenaria -, più diventano dure le sue condizioni, ogni giorno. Senza alcuni fattori chiave la Russia non sarà motivata a impegnarsi in condizioni sensate. Senza che siano incendiati i suoi depositi di munizioni in territorio russo, senza interrompere la logistica militare russa, senza distruggere le sue basi aeree, senza fargli perdere la capacità di produrre missili e droni, senza che gli asset russi siano confiscati, sapete benissimo che a Putin non interessano le persone e le regole, pensa solo al denaro e al potere”. “Se qualcuno in Europa pensa – ha avvertito il presidente ucraino – che si possa poter vendere alla Russia l’Ucraina, e magari qualche altro paese, la Moldova, la Georgia, i paesi Baltici, i paesi dei Balcani, e guadagnare qualcosa in cambio, si ricordi questa semplice verità: nessuno può restare in acque calme mentre infuria la tempesta”.


“Dobbiamo fare di tutto per far cessare questa guerra in modo giusto, e dobbiamo farlo insieme”, ha aggiunto Zelensky rivolto al Parlamento europeo e alla sua presidente, Roberta Metsola. “Mille giorni di guerra sono una sfida tremenda, enorme per l’Ucraina. L’Ucraina merita che l’anno prossimo sia l’anno della pace”, ha detto, tra gli applausi dell’Aula. Il presidente ucraino, infine, ha ringraziato il Parlamento europeo per il suo sostegno incrollabile che Metsola gli ha garantito per tutto il tempo che sarà necessario (“as long as it takes”). “Grazie per le vostre risoluzioni, le vostre decisioni, i vostri principi e la vostra fede nell’Ucraina, durante questa guerra così difficile. Slava Ucraina”, ha concluso Zelensky, mentre gli eurodeputati si alzavano per una nuova, lunga standing ovation.

Ucraina, Nato: se Putin prevale, Russia non si fermerà

Ucraina, Nato: se Putin prevale, Russia non si fermeràMilano, 19 nov. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin non deve “raggiungere i suoi obiettivi” e sulle armi fornite all’Ucraina c’è “una visione generale” ovvero “quando gli alleati consegnano sistemi d’arma all’Ucraina, è meglio non imporre loro restrizioni”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte a Bruxelles, in un doorstep trasmesso in streaming, nel millesimo giorno dell’offensiva lanciata da Mosca contro Kiev.


“NON PORRE RESTRIZIONI” Sull’onda della decisone di Joe Biden, presidente uscente di autorizzare i missili a lungo raggio Usa sulla russa Kursk, alla domanda se le armi occidentali a lungo raggio dovrebbero essere utilizzate su obiettivi in Russia, Rutte ha risposto che “è saggio non parlare troppo di quello che stiamo facendo. Sì o no. Chiaramente, la NATO lo ha detto prima: quando gli alleati consegnano sistemi d’arma, all’Ucraina, è meglio non imporre loro restrizioni. C’è una visione generale, ma poi spetta al singolo alleato decidere cosa fare”.


“Ciò che vediamo al momento è l’escalation della guerra a causa del fatto che la Russia sta coinvolgendo la Corea del Nord. Abbiamo visto lo scorso fine settimana cosa è successo con l’attacco all’Ucraina, che è stato massiccio. Ma non entrerò nel merito. Sta ai singoli alleati comunicare se vogliono farlo, direi in genere, non parliamo troppo e non rendiamo i nostri avversari più informati del necessario”, ha detto arrivando a una riunione dei ministri della Difesa dell’UE a Bruxelles. “INCREMENTARE L’INDUSTRIA DELLA DIFESA”


Quanto al sostegno all’Ucraina è “così importante che Putin non ottenga ciò che vuole, perché avremmo una Russia incoraggiata ai nostri confini, che avrà guadagnato in termini di territorio, di capacità militare. E sono assolutamente convinto che non si fermerà qui”. In quest’ottica risulta “importantissima la produzione industriale di difesa” per gli alleati. “Dobbiamo semplicemente fare di più”, ha detto il segretario generale della Nato. “Dobbiamo incrementare l’industria della difesa. E fortunatamente, la NATO e l’UE stanno lavorando a stretto contatto per garantire che la base industriale di difesa transatlantica venga rafforzata nei prossimi mesi” ha aggiunto. “Dobbiamo davvero farlo per ricostituire le nostre scorte, per assicurarci di essere pronti a opporci a qualsiasi avversario” ha dichiarato Rutte.


Poi il segretario generale ha segnalato che bisognerà spendere di più: “chiaramente, il tasso del 2% che abbiamo raggiunto, è un buon risultato a livello europeo nella Nato ma chiaramente non è sufficiente”. “IMPATTO GLOBALE” Rutte ha poi parlato di un “impatto globale”, toccando anche le implicazioni strategiche del coinvolgimento della Corea del Nord, l’impatto sulle azioni della Cina che “aiuta Mosca ad aggirare le sanzioni” e le forniture di armi dall’Iran alla Russia. “Il fatto orripilante è che quattro paesi stanno lavorando insieme, e quale sia esattamente il tipo di psicologia tra loro non posso sempre definirlo, ma stanno lavorando insieme”. Il segretario generale Nato ha parlato inoltre di uleriore “minaccia” in riferimento al fatto che la Russia “debba pagare con la tecnologia missilistica (Pyongyang): è davvero una minaccia per tutti noi, perché la Corea del Nord diventerà più efficace nella sua deterrenza”. Inoltre “la Russia sta pagando l’aiuto dell’Iran con denaro, e quel denaro sta aiutando gli alleati dell’Iran in Medio Oriente. Sta rendendo più facile per l’Iran fare ciò che sta facendo in Medio Oriente, ma anche oltre. Quindi c’è un impatto globale”.

La Russia ha aggiornato la sua dottrina nucleare

La Russia ha aggiornato la sua dottrina nucleareRoma, 19 nov. (askanews) – “Inoltre, una risposta nucleare da parte della Russia è possibile in caso di una minaccia critica alla sua sovranità, anche con armi convenzionali, in caso di un attacco alla Bielorussia come membro dello Stato dell’Unione, (o) in caso di un lancio massiccio di aerei militari, missili da crociera, droni, altri aerei e del loro attraversamento del confine russo”. E’ quanto si legge nel documento che aggiorna la dottrina nucleare di Mosca, approvato dal presidente russo Vladimir Putin e pubblicato sul sito del governo.

Rutte (Nato): se Putin prevale, Russia incoraggiata ai confini

Rutte (Nato): se Putin prevale, Russia incoraggiata ai confiniMilano, 19 nov. (askanews) – “È così importante che Putin non ottenga ciò che vuole, perché avremmo una Russia incoraggiata ai nostri confini, che avrà guadagnato in termini di territorio, di capacità militare. E sono assolutamente convinto che non si fermerà qui”. Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte a Bruxelles, in un doorstep trasmesso in streaming.


– “Quindi dobbiamo assicurarci che Putin non ottenga ciò che vuole, che l’Ucraina prevalga nella sua lotta, e oggi questo sarà all’ordine del giorno” ha detto.

Crosetto a Bruxelles per Consiglio Affari Esteri formato Difesa

Crosetto a Bruxelles per Consiglio Affari Esteri formato DifesaMilano, 19 nov. (askanews) – Il ministro della Difesa Guido Crosetto è giunto è giunto a Bruxelles per prendere parte al Consiglio Affari Esteri in formato Difesa (CAE- D).


Il Consiglio “Affari esteri” (Difesa) è presieduto dall’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell e discuterà del sostegno militare dell’UE all’Ucraina, procedendo a uno scambio informale di opinioni in videoconferenza con il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov e il consigliere del presidente Zelenskyy sugli Affari strategici Alexander Kamyshin, nonché con il segretario generale della NATO Mark Rutte, che si unirà ai ministri di persona. Il Consiglio terrà una discussione sulla prontezza e la preparazione alla difesa, nel contesto della relazione “Più sicuri insieme: rafforzare la preparazione e la prontezza dell’Europa nel settore civile e militare”, recentemente presentata da Sauli Niinisto, consigliere speciale della presidente della Commissione europea, che si unirà ai ministri per uno scambio informale di opinioni.


Nell’ambito dei temi di attualità, i ministri della difesa dell’UE dovrebbero essere informati in merito alla capacità di dispiegamento rapido dell’UE e alla revisione strategica della PESCO. La sessione del Consiglio è preceduta da una riunione del comitato direttivo dell’Agenzia europea per la difesa.

Romania al voto: in 3 settimane elettori scelgono nuovo presidente e Parlamento

Romania al voto: in 3 settimane elettori scelgono nuovo presidente e ParlamentoRoma, 19 nov. (askanews) – Dal 24 novembre all’8 dicembre la Romania vivrà tre settimane intense di tornate elettorali: il primo turno delle presidenziali già domenica, le elezioni politiche l’1 dicembre e infine il ballottaggio che deciderà il nuovo capo di stato l’8 dicembre. In Italia, dove vive la maggiore comunità romena all’estero, sono stati allestiti dall’ambasciata 157 seggi (sette in più rispetto alle Europee di giugno) e ci si aspetta un’alta affluenza, in particolare per le presidenziali. Sebbene la Romania sia una repubblica semi-presidenziale, queste elezioni sono ampiamente considerate dal pubblico come le più importanti del Paese e la battaglia tra 14 contendenti è molto sentita in una nazione che ha visto il tasso di partecipazione al voto sempre in calo per le politiche e le europee degli ultimi anni.


Cinque figure di spicco dominano la corsa per Palazzo Cotroceni: Marcel Ciolacu, George Simion, Mircea Geoana, Elena Lasconi e Nicolae Ciuca. Se il passaggio al ballottaggio dell’attuale premier socialdemocratico Ciolacu è dato per scontato, non è chiaro chi sarà il suo contendente. Al centro delle campagne elettorali, sia per le presidenziali che per il rinnovo del Parlamento, sicuramente l’aumento del costo della vita e la guerra in Ucraina. La maggior parte dei candidati alle presidenziali si è dedicata al dibattito sul debito crescente e quasi tutti sono concordi sulla prosecuzione degli aiuti a Kiev, tranne il leader nazional-conservatore di AUR George Simion che si oppone. Molti elettori sposano la sua idea che gli aiuti all’Ucraina abbiano fatto aumentare prezzi e inflazione e che sperano che la situazione economica migliorerà se la guerra finirà. Proprio Simion è dato secondo nei sondaggi e potrebbe essere lo sfidante di Ciolacu al ballottaggio.


Per quanto riguarda le elezioni politiche i partiti tradizionali, il Partito Socialdemocratico (Psd) e il Pnl liberale-nazionalista lottano per andare avanti, afflitti dalla percezione pubblica che siano corrotti e vulnerabili al clientelismo. A influenzare le politiche sarà anche l’esito del primo turno delle presidenziali. Negli ultimi anni, la battaglia del secondo turno è stata in genere tra un candidato del centro-sinistra del Psd e uno del centro-destra del Pnl. Un esito diverso potrebbe causare un esodo di elettori dal Pnl verso l’Unione Usr anche per le parlamentari. Uno dei temi che ha tenuto banco nella campagna elettorale è legato alla guerra in Ucraina, perché la Romania è da mesi vittima di droni russi vaganti e risente degli attacchi alle navi che trasportano grano al largo delle sue coste. Altro argomento del dibattito è il nazionalismo, su cui fa leva l’Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), un partito di estrema destra che nel 2020 è entrato in Parlamento con un tema preponderante, l’unificazione con la Moldova. Il suo leader, Simion, ha oscillato tra la moderazione di alcune delle sue opinioni radicali e il commento disturbante che l’Olocausto è un “problema minore” di cui i bambini non hanno bisogno di imparare a scuola.


Secondo i sondaggi il Psd è avanti nel voto popolare e ai seggi, l’1 dicembre, dovrebbe ottenere circa il 30%. Il secondo posto è incerto: se lo contendono AUR, USR e PNL. Come eventuale presidente, Ciolacu vorrebbe che l’attuale coalizione Psd-Pnl rimanesse in carica, preferibilmente con un primo ministro liberale, almeno inizialmente, dato che il governo introdurrà importanti aumenti delle tasse nel 2025 per far fronte al crescente deficit di bilancio che dovrebbe superare l’8% entro la fine di quest’anno. L’unica questione importante su cui i due partiti sono realmente in disaccordo è se la Romania debba mantenere la sua aliquota fissa (opzione Pnl) o introdurre una tassazione progressiva (preferita dal Psd). Il governo entrante dovrà anche affrontare il rallentamento della crescita, soltanto all’1,4% nel 2024 e il più alto tasso di inflazione dell’UE, quasi il 5%. L’esito del voto, però, potrebbe rendere impossibile la coalizione, molto dipenderà dai partiti minori che entreranno in Parlamento superando la soglia del 5%. Un alleato che ha da sempre garantito i governi romeni, l’UDMR, che rappresenta la minoranza etnica ungherese della Romania, rischia di non avete seggi e questo potrebbe complicare i negoziati post-elettorali.


Lo scenario peggiore, secondo gli esperti, sarebbe, però, una vittoria dei nazionalisti di AUR, o una coalizione tra Psd e AUR. Ciolacu ha ripetutamente dichiarato pubblicamente che non esiste un’alleanza Psd-AUR e che non esisterà mai, ma pochi gli credono. Questa settimana ha difeso Simion, dicendo che il leader di AUR “non è una spia russa”. Ultima alternativa, nuove elezioni anticipate all’inizio del 2025. Tornando alla corsa per Palazzo Cotroceni i cinque principali contendenti sono Ciolacu, favorito e attuale premier, che promuove la stabilità economica e il benessere sociale, nonostante i pochi risultati da capo di governo. Simion, leader populista del partito AUR, ottiene le simpatie degli elettori disillusi che cercano un cambiamento radicale. I sondaggi lo collocano costantemente come il contendente più forte per il secondo posto. Elena Lasconi, riformista liberale, guida l’Unione Salva Romania (USR). Nota per la sua posizione anti-corruzione e la sua visione modernizzante, si rivolge principalmente agli elettori cdelle città e più giovani. Altro candidato in lizza è Mircea Geoana, che si è presentato come indipendente: l’ex vicesegretario generale della Nato ha fatto appello ai moderati e agli elettori pro-europei, ma i suoi legami passati con il Psd e la mancanza di una solida base politica interna hanno indebolito la sua posizione. Altro contendente è il leader del Partito Nazionale Liberale (Pnl) Nicolae Ciuca: ex premier e generale in pensione, ha puntato su stabilità ed esperienza. Di Daniela Mogavero

Raid di Israele su Beirut, vicino all’Onu e all’ufficio del premier libanese. Ci sono vittime

Raid di Israele su Beirut, vicino all’Onu e all’ufficio del premier libanese. Ci sono vittimeRoma, 18 nov. (askanews) – Un attacco aereo israeliano ha colpito lunedì sera un’area residenziale densamente popolata nella capitale del Libano, vicino alla sede delle Nazioni Unite, al parlamento, all’ufficio del primo ministro e a diverse ambasciate. La National News Agency, agenzia di stampa statale libanese, ha dichiarato che due missili hanno colpito l’area del quartiere Zoqaq al-Blat di Beirut. Un reporter dell’Associated Press presente sulla scena ha parlato di vittime significative per strada.

A Timisoara inaugurata la mostra “Le luci di Caravaggio”

A Timisoara inaugurata la mostra “Le luci di Caravaggio”Roma, 18 nov. (askanews) – Inaugurata a Timisorara la mostra “Le luci di Caravaggio. L’inizio della modernità nella pittura europea nella collezione di Roberto Longhi” al Museo Nazionale d’Arte di Timisoara, rimarrà aperta al pubblico fino al 28 febbraio 2025. Con la curatela di Cristina Acidini e Maria Cristina Bandera, l’esposizione celebra l’opera e l’eredità di Roberto Longhi, uno dei più influenti storici dell’arte italiani del XX secolo e convinto assertore della portata rivoluzionaria del Caravaggio, che considerava il fondatore della pittura moderna.


Il progetto è nato dalla collaborazione tra Civita Mostre e Musei S.p.A. e Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi. L’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Bucarest hanno contribuito all’operazione, sostenendo direttamente alcuni costi e coagulando attorno agli sforzi del Museo Nazionale d’Arte di Timi?oara il sostegno finanziario di alcune espressioni dell’imprenditoria italiana attiva nel distretto di Timis. In occasione del vernissage, l’Ambasciatore d’Italia a Bucarest Alfredo Durante Mangoni ha dichiarato: “Le istituzioni italiane in Romania hanno aderito al progetto di Civita e Fondazione Longhi con grande entusiasmo, per la sua rilevanza e per la qualificata curatela. Aver portato a Timisoara, crocevia di lingue e culture, il genio di Caravaggio e l’eredità della sua rivoluzione pittorica – avvertita ben oltre la penisola italiana – fa compiere un salto di qualità alla collaborazione bilaterale in campo artistico e culturale: un’iniziativa in linea con l’ampiezza e la profondità delle relazioni italo-romene e animata da un genuino afflato europeo, a riprova dell’appartenenza dei nostri Paesi al medesimo spazio culturale”. Alla cerimonia di inaugurazione è intervenuto l’On. Federico Mollicone, Presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati. L’On. Mollicone, dopo aver evidenziato la portata innovativa del genio caravaggesco, ha definito la mostra “importante operazione di diplomazia culturale tra l’Italia e la Romania, che si pone in continuità con l’eredità di Timisoara Capitale Europea della Cultura del 2023 e che abbiamo sostenuto convintamente come Commissione Cultura della Camera dei Deputati”.


Il cuore della mostra è costituito dal celebre Ragazzo morso da un ramarro di Caravaggio, acquistato da Longhi negli anni Venti del secolo scorso. Il dipinto, che illustra il dramma del dolore e della sorpresa, rappresentati attraverso la tensione fisica del giovane protagonista, risale ai primi anni del soggiorno romano del pittore lombardo ed è uno dei principali pezzi della collezione Longhi. L’esposizione si compone inoltre di una selezione di oltre quaranta dipinti di artisti influenzati dalla rivoluzione caravaggesca nel corso del XVII secolo. A margine dell’inaugurazione, per iniziativa del Presidente Mollicone, è stato inoltre esposto al pubblico l’arazzo di Camilian Demetrescu che raffigura San Giorgio che uccide il drago. L’opera, proveniente dal Palazzo Apostolico, è stata donata da Papa Francesco al Paese di origine dell’artista.