Skip to main content
#sanremo #studionews #askanews #ciaousa #altrosanremo

Tajani a Bruxelles ribadisce “no” all’uso delle armi italiane fuori dall’Ucraina

Tajani a Bruxelles ribadisce “no” all’uso delle armi italiane fuori dall’UcrainaBruxelles, 18 nov. (askanews) – “Non cambia la linea italiana dell’utilizzo delle nostre armi all’interno del territorio ucraino”, e quindi non per colpire obiettivi militari in territorio russo. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, rispondendo ai giornalisti al suo arrivo al Consiglio Esteri dell’Ue, oggi a Bruxelles. Tajani ha anche ribadito la posizione italiana a favore di una conferenza di pace che includa anche i russi e la Cina, sperando che i cinesi possano svolgere un ruolo positivo.


“La nostra posizione è molto chiara: noi siamo dalla parte dell’Ucraina e continueremo a sostenerla; questo non vuol dire che non si debba lavorare per la pace, lo abbiamo sempre detto. Siamo favorevoli – ha detto Tajani – a una conferenza di pace come quella che c’è stata in Svizzera, però con la presenza dei russi, dei cinesi, degli indiani, dei brasiliani. Io mi auguro che la Cina possa svolgere un ruolo positivo per far comprendere alla Russia che non bisogna continuare con questa guerra insensata. Certo, la presenza di militari nordcoreani non è un bel segnale. Ecco perché bisogna impedire che ci sia una escalation”. “Per quanto ci riguarda – ha affermato il ministro – noi continueremo a seguire la linea che abbiamo sempre seguito, quella dell’utilizzo delle nostre armi all’interno del territorio ucraino. Non cambia la nostra linea, andiamo avanti in questa direzione”.


Riguardo alla recente telefonata del cancelliere tedesco Olaf Scholz al presidente russo Vladimir Putin, Tajani ha osservato: “Tutti quanti dobbiamo lavorare per la pace, ma la telefonata non mi pare che abbia ottenuto grandi effetti; però credo che sia anche giusto che si faccia una scelta unitaria e coesa da parte di tutti i paesi della Nato, da parte di tutti gli interlocutori”. “Serve una conferenza di pace. Anche Zelensky”, il presidente ucraino, “dice che si arriverà entro il 2025 alla pace. Tutti quanti ce lo auguriamo. Deve essere una pace giusta, che non significa la sconfitta dell’Ucraina”.


“Ogni paese che segue con attenzione le vicende della guerra in Ucraina – ha continuato Tajani – lavora per la pace. Noi stiamo lavorando per la pace. Bisogna lasciare sempre uno spazio aperto alla diplomazia. Questo non significa rinunciare a sostenere l’Ucraina, un paese candidato a far parte dell’Unione europea e della Nato. Quindi l’amicizia con questo paese è fuori discussione. Però – ha concluso il ministro – bisogna trovare una soluzione, perché centinaia di migliaia di morti sono per l’umanità un fardello gravissimo”.

Ucraina, il Cremlino: Usa coinvolti nel conflitto. Biden getta benzina sul fuoco

Ucraina, il Cremlino: Usa coinvolti nel conflitto. Biden getta benzina sul fuocoRoma, 18 nov. (askanews) – “È ovvio che l’amministrazione uscente di Washington intende adottare misure, anzi ne hanno parlato, per continuare a gettare benzina sul fuoco e continuare a provocare un’ulteriore aumento della tensione attorno a questo conflitto”: lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando durante il briefing con la stampa dopo le notizie sul via libera dell’amministrazione Biden all’uso in territorio russo dei missili a lungo raggio forniti a Kiev.


Per il Cremlino la decisione di autorizzare Kiev a usare le armi per lanciare attacchi in profondità in territorio russo “cambia totalmente la modalità del coinvolgimento dei paesi occidentali nel conflitto”, perché “questi attacchi non sono lanciati dall’Ucraina, questi attacchi sono effettuati da quei paesi che danno il permesso, perché l’individuazione degli obiettivi e altre operazioni non sono eseguite da militari ucraini, sono condotte da specialisti militari di questi paesi”. Stando a quanto dichiarato oggi dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, nel briefing con la stampa, “questo è il pericolo e la sfida di questa situazione”. Peskov ha quindi ricordato che il presidente russo, Valdimir Putin, “ha spiegato chiaramente la sua posizione, la posizione del nostro Paese” nel corso di un forum a San Pietroburgo “solo qualche mese fa”, riguardo all’uso di queste armi.


Come ricorda oggi l’agenzia di stampa Tass, Putin rimarcò lo scorso 12 settembre che senza l’assistenza occidentale, l’Ucraina non sarebbe in grado di lanciare attacchi all’interno della Russia. “Se si prendesse una decisione del genere – aveva ammonito – non significherebbe altro che il coinvolgimento diretto dei paesi della Nato, compresi gli Stati Uniti e le nazioni europee, nella guerra in Ucraina. Saranno direttamente coinvolti, il che cambierà sicuramente l’essenza e la natura del conflitto”. Putin aveva quindi aggiunto la Russia avrebbe adottato “decisioni appropriate, a seconda delle minacce”.

Ucraina, Zelensky: “I missili parleranno da soli”

Ucraina, Zelensky: “I missili parleranno da soli”Roma, 18 nov. (askanews) – Dopo la notizia del via libera di Washington all’uso di missili a lungo raggio in Russia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ricordato nel suo discorso al paese che “uno dei punti chiave” del suo “Piano per la vittoria” riguarda “le capacità a lungo raggio” per l’esercito ucraino, aggiungendo: “Oggi, sui media si parla molto del fatto che riceviamo il permesso, ma gli attacchi non si fanno a parole. Queste cose non vengono annunciate. I missili parleranno da soli. Di sicuro lo faranno”.


L’amministrazione Biden ha informato Kiev circa tre giorni fa della sua decisione di autorizzare l’uso di missili a lungo raggio in territorio russo. Lo ha riferito ad Axios una fonte a conoscenza della questione, precisando che il via libera a Kiev per l’utilizzo dei missili Atacms si applica solo alla regione russa di Kursk, dove sono schierate truppe nordcoreane. Ieri era stato il New York Times a riferire della decisione del presidente Joe Biden di autorizzare l’uso degli Atacms in Russia. Secondo la fonte sentita da Axios, l’amministrazione americana mira a dissuadere la Corea del Nord dall’inviare altre truppe in Russia da dispiegare nella guerra contro l’Ucraina.

Ucraina, Nato condanna bombe Russia: “da alleati aiuti senza pari”

Ucraina, Nato condanna bombe Russia: “da alleati aiuti senza pari”Milano, 18 nov. (askanews) – “La NATO condanna fermamente l’attacco su larga scala della Russia contro l’Ucraina, che ha ucciso e terrorizzato civili e preso di mira infrastrutture energetiche critiche”. Lo ha detto la portavoce della NATO Farah Dakhlallah. “Siamo al fianco dell’Ucraina e gli alleati continuano a dare contributi senza precedenti alle difese dell’Ucraina. In risposta alla guerra della Russia, la NATO ha rafforzato la sua difesa aerea e missilistica e continuiamo a valutare la nostra posizione e a difendere tutti gli alleati”, ha aggiunto secondo quanto si apprende.


Ieri e oggi ripetuti attacchi russi sull’Ucraina hanno rappresentato il più grande assalto missilistico e con droni da agosto e il primo grande assalto russo dalle elezioni negli Stati Uniti.

Ucraina, Biden autorizza l’uso di missili a lungo raggio Usa

Ucraina, Biden autorizza l’uso di missili a lungo raggio UsaRoma, 17 nov. (askanews) – Il presidente Usa, Joe Biden, ha autorizzato il primo utilizzo di missili a lungo raggio forniti dagli Stati Uniti da parte dell’Ucraina per attacchi all’interno della Russia, è quanto rivela il New York Times. Le armi saranno probabilmente inizialmente impiegate contro le truppe russe e nordcoreane in difesa delle forze ucraine nella regione di Kursk nella Russia occidentale, hanno affermato i funzionari raggiunti dal New York Times. Consentire agli ucraini di utilizzare i missili a lungo raggio, noti come Army Tactical Missile Systems, o ATACMS, è arrivato in risposta alla sorprendente decisione della Russia di portare truppe nordcoreane sul fronte, hanno affermato i funzionari.

Ucraina, Macron: Putin non vuole pace e non è pronto a negoziarla

Ucraina, Macron: Putin non vuole pace e non è pronto a negoziarlaRoma, 17 nov. (askanews) – Il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha ricordato che l’Europa deve rimanere “unita agli ucraini” per cercare “una vera pace che non sia la capitolazione dell’Ucraina”. A Buenos Aires per incontrare il presidente argentino Javier Milei, Macron ha spiegato che Vladimir Putin “non vuole la pace e non è pronto a negoziarla” assicurando “che non ha mai escluso di parlargli”. La priorità resta “equipaggiare, sostenere e consentire all’Ucraina di resistere”.

Pioggia di bombe sull’Ucraina, ma Scholz difende la telefonata con Putin

Pioggia di bombe sull’Ucraina, ma Scholz difende la telefonata con PutinMilano, 17 nov. (askanews) – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha difeso la sua decisione di tenere un colloquio con il presidente russo Vladimir Putin, definendolo importante. “La conversazione è stata molto approfondita, ma ha anche contribuito a far capire che il punto di vista del presidente russo su questa guerra non è cambiato molto”, ha detto Scholz prima della sua partenza per il vertice del G20 a Rio. Questa ovviamente non è una buona notizia, il tutto dopo l’attacco devastante di questa notte sull’Ucraina, che a sua volta ha condannato fermamente la decisione del Cancelliere di parlare con Putin per la prima volta in due anni.


Scholz ha assicurato all’Ucraina un sostegno continuo. Non ci sarà alcuna decisione sopra le teste dell’Ucraina per porre fine alla guerra, ha detto. Ma le sue parole stridono con le notizie di devastazione odierna e la violenza efferata dell’attacco. Numerose le voci contrarie alla telefonata, a fronte dei timori per la futura politica statunitense con l’imminente ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Oggi ha parlato il ministro degli Esteri finlandese Elina Valtonen: ha invitato gli alleati europei dell’Ucraina a mostrare moderazione nei confronti del Cremlino. “La cosa più importante è capire che non dovrebbe esserci un’altra corsa per l’attenzione al Cremlino. Il fatto che i capi di Stato europei facciano telefonate coordinate o meno con Putin non porterà a nulla”, ha dichiarato a “Europamagazin” della ARD. Sullo stesso tono il primo ministro polacco Donald Tusk ha messo in dubbio l’utilità dei colloqui con il presidente russo Vladimir Putin. “Nessuno fermerà Putin con le telefonate” ha scritto il primo ministro polacco Tusk su X. Peraltro questa mattina la Polonia, alleato Nato, si è svegliata a pochi chilometri dagli attacchi russi, ha schierato i suoi uomini vicino al confine e ha fatto alzare i caccia (suoi e “alleati”) in pattugliamento. Ad annunciarlo il Comando operativo delle forze armate polacche (DORSZ). “A causa del massiccio attacco della Federazione Russa con missili da crociera, missili balistici e veicoli aerei senza pilota contro oggetti situati, tra gli altri, nell’Ucraina occidentale, gli aerei polacchi e alleati hanno iniziato ad operare nel nostro spazio aereo” si legge in una nota rilasciata in mattinata dal Comando Operativo dei Reparti delle Forze Armate polacche. Quasi tre ore dopo è stata data l’informazione sulla fine delle attività di pattugliamento aereo. “Le forze e le risorse mobilitate sono tornate alle attività operative standard”, è stato scritto dopo poche ore.


Inoltre le centrali nucleari ucraine hanno ridotto la produzione di elettricità a causa dei bombardamenti russi, ha fatto sapere l’Aiea. A seguito dell’attacco missilistico del 17 novembre che ha messo ulteriormente “sotto pressione la sicurezza nucleare”, diverse sottostazioni delle centrali nucleari ucraine sono state danneggiate e la produzione di elettricità è stata ridotta, si legge nella dichiarazione del direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi. “L’attacco ha preso di mira le infrastrutture energetiche, aumentando ulteriormente i rischi per la sicurezza nucleare e fisica”, ha detto Grossi. La NATO a sua volta ha condannato i massicci attacchi della Russia contro molte regioni dell’Ucraina. L’agenzia di stampa tedesca Dpa ha aggiunto che un portavoce ha sottolineato come negli attacchi sono stati presi di mira i civili. L’alleanza sta dalla parte dell’Ucraina e gli alleati continueranno a contribuire al rafforzamento della capacità di difesa dell’Ucraina, ha detto il portavoce.


Infine oggi centinaia di russi in esilio si sono riuniti a Berlino per una manifestazione contro la guerra di aggressione russa in Ucraina e contro il leader del Cremlino Vladimir Putin. Rappresentanti di spicco dell’opposizione russa in esilio, tra cui Yulia Navalnaya (vedova di Aleksej Navalny), Ilya Yashin e Vladimir Kara-Mursa, hanno presenziato.

Maxi attacco su Ucraina, ma Scholz difende sua telefonata con Putin

Maxi attacco su Ucraina, ma Scholz difende sua telefonata con PutinMilano, 17 nov. (askanews) – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha difeso la sua decisione di tenere un colloquio con il presidente russo Vladimir Putin, definendolo importante. “La conversazione è stata molto approfondita, ma ha anche contribuito a far capire che il punto di vista del presidente russo su questa guerra non è cambiato molto”, ha detto Scholz prima della sua partenza per il vertice del G20 a Rio. Questa ovviamente non è una buona notizia, il tutto dopo l’attacco devastante di questa notte sull’Ucraina, che a sua volta ha condannato fermamente la decisione del Cancelliere di parlare con Putin per la prima volta in due anni.


Scholz ha assicurato all’Ucraina un sostegno continuo. Non ci sarà alcuna decisione sopra le teste dell’Ucraina per porre fine alla guerra, ha detto. Ma le sue parole stridono con le notizie di devastazione odierna e la violenza efferata dell’attacco. Numerose le voci contrarie alla telefonata, a fronte dei timori per la futura politica statunitense con l’imminente ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Oggi ha parlato il ministro degli Esteri finlandese Elina Valtonen: ha invitato gli alleati europei dell’Ucraina a mostrare moderazione nei confronti del Cremlino. “La cosa più importante è capire che non dovrebbe esserci un’altra corsa per l’attenzione al Cremlino. Il fatto che i capi di Stato europei facciano telefonate coordinate o meno con Putin non porterà a nulla”, ha dichiarato a “Europamagazin” della ARD. Sullo stesso tono il primo ministro polacco Donald Tusk ha messo in dubbio l’utilità dei colloqui con il presidente russo Vladimir Putin. “Nessuno fermerà Putin con le telefonate” ha scritto il primo ministro polacco Tusk su X. Peraltro questa mattina la Polonia, alleato Nato, si è svegliata a pochi chilometri dagli attacchi russi, ha schierato i suoi uomini vicino al confine e ha fatto alzare i caccia (suoi e “alleati”) in pattugliamento. Ad annunciarlo il Comando operativo delle forze armate polacche (DORSZ). “A causa del massiccio attacco della Federazione Russa con missili da crociera, missili balistici e veicoli aerei senza pilota contro oggetti situati, tra gli altri, nell’Ucraina occidentale, gli aerei polacchi e alleati hanno iniziato ad operare nel nostro spazio aereo” si legge in una nota rilasciata in mattinata dal Comando Operativo dei Reparti delle Forze Armate polacche. Quasi tre ore dopo è stata data l’informazione sulla fine delle attività di pattugliamento aereo. “Le forze e le risorse mobilitate sono tornate alle attività operative standard”, è stato scritto dopo poche ore.


Inoltre le centrali nucleari ucraine hanno ridotto la produzione di elettricità a causa dei bombardamenti russi, ha fatto sapere l’Aiea. A seguito dell’attacco missilistico del 17 novembre che ha messo ulteriormente “sotto pressione la sicurezza nucleare”, diverse sottostazioni delle centrali nucleari ucraine sono state danneggiate e la produzione di elettricità è stata ridotta, si legge nella dichiarazione del direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi. “L’attacco ha preso di mira le infrastrutture energetiche, aumentando ulteriormente i rischi per la sicurezza nucleare e fisica”, ha detto Grossi. La NATO a sua volta ha condannato i massicci attacchi della Russia contro molte regioni dell’Ucraina. L’agenzia di stampa tedesca Dpa ha aggiunto che un portavoce ha sottolineato come negli attacchi sono stati presi di mira i civili. L’alleanza sta dalla parte dell’Ucraina e gli alleati continueranno a contribuire al rafforzamento della capacità di difesa dell’Ucraina, ha detto il portavoce.


Infine oggi centinaia di russi in esilio si sono riuniti a Berlino per una manifestazione contro la guerra di aggressione russa in Ucraina e contro il leader del Cremlino Vladimir Putin. Rappresentanti di spicco dell’opposizione russa in esilio, tra cui Yulia Navalnaya (vedova di Aleksej Navalny), Ilya Yashin e Vladimir Kara-Mursa, hanno presenziato.

Zelensky: 120 missili e droni su Ucraina, di mira infrastrutture

Zelensky: 120 missili e droni su Ucraina, di mira infrastruttureMilano, 17 nov. (askanews) – Su comando di Vladimir Putin è stato scatenato l’inferno questa mattina sull’Ucraina: missili da crociera, balistici e aerei, nonché droni d’attacco. In diverse città sono risuonate esplosioni e la rete energetica ucraina, già molto fragile, ha dovuto affrontare un nuovo “massiccio” attacco russo che ha provocato almeno otto morti e una ventina di feriti in tutto il Paese: a Odessa due persone sono decedute a causa dei bombardamenti russi. Ferito un adolescente di 17 anni.


“Un massiccio attacco combinato ha preso di mira tutte le regioni dell’Ucraina” e “la nostra infrastruttura energetica”, ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo lui sono stati lanciati 120 missili e 90 droni, mentre la difesa antiaerea ucraina è riuscita a distruggere 140 di questi obiettivi. Il ministro degli Esteri Andrii Sybiga ha denunciato “uno dei più grandi attacchi aerei” lanciato dalla Russia. Mentre il ministero della Difesa russo ha affermato di aver colpito “tutti” i suoi obiettivi in un massiccio attacco contro “infrastrutture energetiche essenziali che sostenevano il complesso militare-industriale ucraino”. Colpita anche la capitale Kiev. A causa della caduta di detriti, è scoppiato un incendio sul tetto di un edificio residenziale di 5 piani nel quartiere Pechersk della città. Il sindaco Vitaliy Klitschko ha riferito che una donna è rimasta ferita ed è stata ricoverata in ospedale.


Secondo Kiev, Mosca, aumentando i suoi attacchi con droni e missili, ha già distrutto metà della capacità energetica dell’Ucraina. Utilizzati i bombardieri strategici Tu-22M3 e Tu-95, il cui decollo è stato registrato alle 5 del mattino. Nel frattempo si preannuncia una fine d’anno complessa per tutto il vecchio continente. L’accordo quinquennale sul transito del gas russo attraverso l’Ucraina verso l’Europa scade il 31 dicembre 2024. E Kiev ha dichiarato con risolutezza la sua intenzione di non continuare la cooperazione con Gazprom. Per decenni, il sistema di trasporto del gas ucraino (GTS) è stato un’arteria chiave per la fornitura di oro blu all’Unione Europea, rimanendo di fondamentale importanza anche dopo che la Federazione Russa ha lanciato rotte alternative.


La sospensione del transito avrà inevitabilmente ripercussioni sul mercato energetico europeo, dato che alcuni Paesi sono ancora parzialmente dipendenti dal gas russo. Non escluse fluttuazioni nei prezzi dell’energia e avere conseguenze economiche sia per l’Europa che per l’Ucraina.

Georgia, Abkhazia: manifestanti anti Mosca continuano la rivolta

Georgia, Abkhazia: manifestanti anti Mosca continuano la rivoltaMilano, 16 nov. (askanews) – I manifestanti nella provincia separatista dell’Abkhazia, in Georgia, si rifiutano di cedere il controllo degli edifici governativi che hanno preso d’assalto venerdì. Negli ultimi giorni ci sono state grandi manifestazioni in Abkhazia a seguito di un disegno di legge che potrebbe portare a maggiori investimenti russi. Almeno 14 persone sono rimaste ferite negli scontri tra manifestanti e polizia venerdì.


La tensione ha raggiunto il culmine in Abkhazia il 15 novembre, quando la popolazione locale, dopo ore di scontri con le cosiddette forze di sicurezza, ha preso d’assalto il cosiddetto parlamento e ha fatto irruzione nell’edificio, opponendosi a una legge che avrebbe riservato un trattamento preferenziale agli investitori russi. Lo riportano i media gerogiani e internazionali, mentre le agenzie russe hanno riferito sabato che il presidente de facto dell’Abkhazia – e leale alla Russia – , Aslan Bzhania, ha promesso di dimettersi se i manifestanti avessero lasciato l’assemblea eletta nella città di Sukhumi.


Tuttavia la folla ha respinto categoricamente la proposta, riferisce l’agenzia di stampa AP ripreesa dai media internazionali. Chiedono che Bzhania si dimetta senza condizioni. “Siamo venuti qui per salvare il nostro popolo e il nostro Paese”, afferma l’ex primo ministro abkhazo Valery Bganba in un video condiviso sui social media. Secondo il presidente de facto dell’Abkhazia, la proposta che aveva scatenato le grandi manifestazioni è stata scartata venerdì. Finora la Tbilisi non ha rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale sui processi in corso in Abkhazia.


Per il diritto internazionale l’Abkhazia fa parte della Georgia, ma i separatisti hanno già preso il controllo di gran parte della regione nel 1993. Nel 2008, la Georgia ha perso il controllo del resto dell’area dopo una breve guerra con la Russia. Tutto è iniziato quando la Georgia ha cercato di riprendere il controllo dell’Abkhazia e la Russia è intervenuta per impedirlo. L’Abkhazia è ora considerata dalla Russia un paese indipendente, ma molti residenti sono preoccupati per la crescente influenza russa, sia politicamente che economicamente.