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Blinken: Hamas chiede modifiche al nostro piano, non tutte fattibili

Blinken: Hamas chiede modifiche al nostro piano, non tutte fattibiliRoma, 12 giu. (askanews) – Hamas ha proposto numerose modifiche alla proposta di cessate il fuco presentata dalla Casa Bianca, “alcune delle quali praticabili e altre no”: lo ha dichiarato il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, in una conferenza stampa a Doha.


Blinken ha inoltre precisato che nelle prossime settimane verranno preparate delle proposte in merito al “Day after” del conflitto, comprese la governance e il piano di ricostruzione della Striscia di Gaza.

Cinema, al via sedicesima edizione Marateale dal 23 al 27 luglio

Cinema, al via sedicesima edizione Marateale dal 23 al 27 luglioMaratea (Pz), 12 giu. (askanews) – Al via la sedicesima edizione di “Marateale – Premio Internazionale Basilicata”, che si terrà dal 23 al 27 luglio nella suggestiva “perla del Tirreno” presso il Teatro sul mare dell’Hotel Santavenere.


Tra le prime celebrità annunciate figurano Vanessa Incontrada, Chiara Francini, Elena Sofia Ricci, Michela Giraud, Raoul Bova, Giorgio Panariello, Vittoria Schisano, Giacomo Giorgio, Giorgio Pasotti, Vincent Riotta, Maria Grazia Cucinotta, Giusy Ferreri e i produttori Tarak Ben Ammar Presidente e principale azionista di Eagle Pictures, Andrea Scrosati CEO Continental Europe di Fremantle, Nicola Giuliano di Indigo Film, Maria Pia Ammirati di Rai Fiction e tanti altri. Ospite speciale l’attrice Martina Stella. Poco meno di 3mila opere, tra lungometraggi e corti, sono state proposte per le tre sezioni della manifestazione: “Green Award”, “Marateale in short” e “Marateale in school”. Le 3000 opere sono state inviate da ben 110 nazioni: un evidente segnale dell’autorevolezza e del prestigio che Marateale continua a riscontrare a livello internazionale. Notevole sarà la presenza, durante le cinque giornate del festival, dei giovani del Servizio Civile dell’area sud Basilicata, comprendente 27 paesi: 175 volontari saranno impegnati, nel corso di masterclass, proiezioni e premiazioni, a contribuire al corretto e sicuro svolgimento della manifestazione. Nelle stesse giornate, nell’ambito dell’attività di alternanza scuola-lavoro, è prevista la collaborazione degli studenti del liceo classico “Nicola Carlomagno” di Lauria. Inoltre, per il terzo anno consecutivo, a Marateale verrà dato ampio spazio al progetto “Young Blood”, fortemente voluto da Daniele Orazi di Do Agency e Fabia Bettini di “Alice nella Città” per promuovere i giovani talenti under30.


Frecciarossa, per il quarto anno consecutivo, sarà il partner principale della “Marateale”, una delle manifestazioni estive più attese, dedicata alla settima arte, confermandosi un’azienda che connette le persone alle loro passioni come il cinema e la cultura in generale.

La Cina: dazi Ue sulle auto elettriche? Risponderemo fermamente

La Cina: dazi Ue sulle auto elettriche? Risponderemo fermamenteRoma, 12 giu. (askanews) – La Cina minaccia un reazione all’eventuale imposizione di dazi da parte dell’Unione europea nei confronti delle esportazioni di auto elettriche cinesi, accusate di giovarsi di un massiccio sostegno statale da parte di Pechino.


“La Cina adotterà tutte le misure necessarie per salvaguardare fermamente i suoi diritti e interessi legittimi”, ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri cinese Li Jian durante il quotidiano briefing. Oggi il Financial Times ha segnalato che la Commissione Ue, all’esito dell’indagine sui sussidi all’industria dell’auto elettrica cinese, intende imporre dazi aggiuntivi fino al 25%, una cifra importante anche se lontana da oltre il 100% imposto dagli Stati uniti.


Lin Jian ha affermato che l’ indagine anti-sovvenzioni “è un tipico atto di protezionismo”. La parte europea – ha continuato – “usa una scusa per imporre tariffe aggiuntive sui veicoli elettrici importati dalla Cina, il che viola i principi dell’economia di mercato e le regole del commercio internazionale; danneggia la cooperazione economica e commerciale Cina-Ue e la stabilità della produzione e della catena di fornitura automobilistica globale; in ultima analisi, danneggerà gli interessi stessi dell’Europa”. Il portavoce ha segnalato come “negli ultimi tempi, personaggi politici e rappresentanti dell’industria di molti paesi europei hanno espresso opposizione all’indagine della Commissione europea, ritenendo che aumentare i dazi sui veicoli elettrici cinesi sia il modo sbagliato di cercare di proteggere l’industria europea”. Il riferimento è al cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha espresso contrarietà ai nuovi dazi, nel timore che possano portare a rappresaglie cinesi che danneggino le esportazioni di auto tedesche nel paese asiatico, oltre che di altri dirigenti europei ed esponenti dell’industria automobilistica continentale.


“Il protezionismo non ha futuro e la cooperazione aperta è la strada giusta”, ha detto ancora Lin Jian, che ha esortato “l’Ue a rispettare il suo impegno a sostenere il libero scambio e ad opporsi al protezionismo, e a lavorare con la Cina per salvaguardare la situazione complessiva dell’economia Cina-Ue e la cooperazione commerciale”.

La Commissione Ue verso dazi pesanti sulle auto elettriche cinesi

La Commissione Ue verso dazi pesanti sulle auto elettriche cinesiRoma, 12 giu. (askanews) – La Commissione Ue uscente potrebbe spingere per dazi pesanti nei confronti delle importazioni di auto elettriche cinesi, sulla base dell’indagine relativa ai sussidi forniti da Pechino ai suoi produttori che verrà esposta oggi, ma non così scioccanti come quelli imposti dall’Amministrazione Biden negli Usa, che li ha sostanzialmente portati al 100%.


Secondo il Financial Times, la Commissione europea potrebbe oggi notificare ai produttori che applicherà un dazi aggiuntivi per il 25% – in più rispetto alle attuali tariffe del 10% – sulle auto elettriche importate dal prossimo mese, perché le case cinesi assegnano sussidi in grado di vulnerare la competitività delle aziende europee e favorire fortemente quelle cinesi. Se così fosse, nelle casse dei paesi europei arriverebbero qualcosa come 2 miliardi di euro all’anno. Si tratta di un provvedimento che vede aprirsi delle linee di frattura tra settori industriali e tra Stati membri dell’Europa. Mentre, per esempio, Francia e Spagna sono favorevoli all provvedimento, non la pensano così Svezia, Ungheria e, soprattutto, la Germania, che è un esportatore di auto verso la Cina e che teme le annunciate misure di rappresaglia da parte di Pechino. Attualmente la Cina applica un dazio del 15% sulle auto elettriche europee esportate nella Repubblica popolare. Mentre i grandi produttori di auto elettriche cinesi hanno visto aumentare fortemente la loro quota di mercarto in Europa, che arriva a solleticare la soglia del 10%. Si tratta di 10 miliardi di euro nel 2023, secondo quanto scrive FT citando analisti di Rhodium Group.


La Camera di commercio cinese nell’Ue ha espresso recentemente, in seguito alla visita del ministro del Commercio cinese Wang Wentao in diversi paesi europei, la preoccupazione per il “crescente protezionismo”, con specifico riferimento all’indagine anti-sussidi sulle auto elettriche e all’applicazione delle nuove regole sulla concorrenza. Wang ha respinto le accuse Ue e ha chiesto una “giusta competizione” basata “sull’auto-miglioramento, e non sul minare gli altri, sul promuovere l’apertura, la cooperazione e il beneficio reciproco invece di escludere gli altri e costruire circoletti”. Anche il mondo imprenditoriale è piuttosto diviso. Mentre alcuni settori industriali segnalano l’asimmetria tra Europa e Cina, con Pechino che favorisce i suoi produttori, molti produttori di auto europei hanno espresso contrarietà al piano che rischia di danneggiare il loro export verso la Cina. L’esposizione dell’industria automobilistica tedesca ha spinto il cancelliere tedesco Olaf Scholz a schierarsi contro i dazi. Mentre il governo svedese è sul fronte contrario perché una delle principali industrie del paese, la Volvo, è di proprietà di una casa automobilistica cinese, Geely. Per quanto riguarda l’Ungheria di Viktor Orban, c’è un interesse di Budapest ad attirare investimenti da parte delle case automobilistiche cinesi. Esplicitamente a favore sono invece Francia e Spagna. La partita dovrebbe giocarsi nei prossimi mesi, quando gli stati membri saranno chiamati a votare per dazi definitivi, che avrebbero una durata quinquennale.

Stoltenberg: l’Ungheria non parteciperà agli sforzi Nato per Kiev

Stoltenberg: l’Ungheria non parteciperà agli sforzi Nato per KievRoma, 12 giu. (askanews) – “L’Ungheria non parteciperà agli sforzi della Nato per l’assistenza militare e finanziaria all’Ucraina, e accetto questa posizione”: lo ha dichiarato il Segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, in visita a Budapest dove ha incontrato il premier magiaro Viktor Orban.


“Mi aspetto che al vertice di Washington i Paesi alleati siano d’accordo a lasciare che sia la Nato a provvedere al coordinamento della sicurezza e dei finanziamenti militari all’Ucraina; l’Ungheria non parteciperà a questi sforzi ma nello stesso tempo il Primo ministro

Hunter Biden dichiarato colpevole: il figlio del presidente Usa rischia 25 anni di carcere

Hunter Biden dichiarato colpevole: il figlio del presidente Usa rischia 25 anni di carcereNew York, 11 giu. (askanews) – Una giuria del Delaware, composta da 12 membri, ha ritenuto Hunter Biden, figlio del presidente americano Joe Biden, colpevole di tre accuse federali connesse al possesso di armi da fuoco, mentre faceva uso di droghe. Il verdetto segna la prima condanna penale per il figlio di un presidente in carica.


Il verdetto è arrivato dopo circa tre ore di camera di consiglio. Hunter è stato ritenuto colpevole per i tre reati contestategli: ha mentito sull’uso di droghe mentre compilava i moduli per l’acquisto dell’arma, ha ottenuto la pistola nel 2018, mentre gli era proibito per il suo stato, e ha inoltre posseduto illegalmente l’arma per 11 giorni. Hunter Biden rischia un massimo di 25 anni di carcere e 750mila dollari di multa, tuttavia, a chi trasgredisce la legge per la prima volta, raramente viene data la pena massima. Il presidente ha recentemente dichiarato che non avrebbe graziato il figlio se fosse stato condannato.

Francia, Macron: “Non mi dimetterò comunque vadano le elezioni”

Francia, Macron: “Non mi dimetterò comunque vadano le elezioni”Roma, 11 giu. (askanews) – Emmanuel Macron non lascerà l’Eliseo qualunque sia il risultato del voto anticipato del 30 giugno prossimo: lo ha ribadito lo stesso presidente francese intervistato dal settimanale Le Figaro Magazine. “Non è il Rassemblement National a scrivere la Costituzione: il ruolo delle istituzioni legislative è ben definito, come lo è quello del Presidente, indipendentemente dall’esito delle elezioni e per me questo è un principio inviolabile”, ha concluso.


Il presidente francese Emmanuel Macron, in un’intervista esclusiva a Le Figaro, ha detto di voler vincere le elezioni anticipate convocate domenica sera e ha negato le accuse che la sua decisione di sciogliere il parlamento sia stata una follia: “Affatto. Penso solo alla Francia. È stata una buona decisione e nell’interesse del Paese. Dico ai francesi: non abbiate paura, andate a votare”. “Questo è lo spirito delle nostre istituzioni: ho ascoltato il popolo francese. Adesso è il momento del chiarimento. Lo scioglimento è il gesto più chiaro, più radicale e più forte. Un gesto di grande fiducia nel popolo francese”, ha aggiunto Macron sottolineando che non è detto che l’estrema destra ripeta il successo delle europee perché “la politica è una dinamica. Non ho mai creduto ai sondaggi d’opinione. La decisione che ho preso apre una nuova era”.

Francia, il presidente dei Republicains vuole l’accordo con Le Pen (ma sale lo scontento)

Francia, il presidente dei Republicains vuole l’accordo con Le Pen (ma sale lo scontento)Roma, 11 giu. (askanews) – Il presidente dei Republicains (Lr), Eric Ciotti, ha confermato di voler siglare un accordo con il partito di Marine le Pen al telegiornale delle 13 di TF1 per le legislative anticipate del 30 giugno. All’inizio della giornata aveva detto a Le Figaro che stava valutando questo riavvicinamento al Rassemblement national (Rn). Sarebbe la prima volta nella storia della Francia che si assiste ad un accordo fra il partito, erede dei neo-gollisti, e l’estrema destra.


“Credo che sia necessario servire il Paese che è in pericolo”, ha esordito Ciotti – C’è da un lato questa innaturale alleanza di ribelli” che difendono “idee che rasentano l’antisemitismo” e “dall’altro lato, il blocco macronista che ha portato il Paese dove è oggi. E poi c’è un blocco nazionale. Lr oggi è troppo debole. Abbiamo bisogno di un’alleanza restando noi stessi, di un’alleanza con Rn”. Ma l’iniziativa del presidente di Rn non ha affatto suscitato il plauso dei colleghi di partito. A cominciare dal capogruppo dei deputati Lr all’Assemblea nazionale, Olivier Marleix, che su X ha scritto che Ciotti assume la decisione “soltanto per la sua persona” e che “deve lasciare la presidenza di Lr”.


“Vendere l’anima per un piatto di lenticchie e dire che nell’interesse del Paese è ciò che ho sempre rifiutato. Onore, rettitudine, convinzioni non sono parole vuote. Non tutto può essere comprato. I repubblicani devono denunciare immediatamente l’accordo proposto da Ciotti con Rn”, ha affermato Valerie Pécresse, presidente della regione Ile-de-France ed ex candidata all’Eliseo. Posizioni sulle quali sembra allinearsi una gran parte dei deputati e senatori di Lr.

Von der Leyen: entro fine mese avviare i colloqui di adesione dell’Ucraina all’Ue

Von der Leyen: entro fine mese avviare i colloqui di adesione dell’Ucraina all’UeRoma, 11 giu. (askanews) – “L’Ucraina ha compiuto tutti i passi che avevamo stabilito. Ed è per questo che crediamo che l’Unione Europea debba avviare i colloqui di adesione con l’Ucraina già entro la fine di questo mese”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante il suo intervento alla plenaria della Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, in corso di svolgimento a Berlino e a cui partecipa anche Volodymyr Zelensky.


“Oggi posso anche annunciare che consegneremo all’Ucraina ulteriori 1,9 miliardi di euro dal nostro Fondo per l’Ucraina entro la fine del mese. Questo grazie alle riforme globali e alla strategia di investimento che l’Ucraina ha approvato”, ha detto Von der Leyen, “Si tratta del cosiddetto Piano Ucraina. Il piano per l’Ucraina comprende, ad esempio, riforme del settore giudiziario e della lotta alla corruzione. Questo costituisce la base per rendere l’Ucraina attraente per gli affari e gli investitori. E sta anche avvicinando l’Ucraina all’Unione europea”. “L’Ucraina”, le sue parole, “ha compiuto tutti i passi che che avevamo stabilito. Ed è per questo che crediamo che l’Ue debba avviare i colloqui di adesione con l’Ucraina già entro la fine di questo mese”.


Presidente Zelensky, caro Volodymyr, questa è la prima conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina che si tiene all’interno dell’Unione Europea. Ed all’Ue che il vostro Paese appartiene. Kharkiv è Europa. L’Ucraina è Europa. E la nostra Unione è la vostra casa”, ha concluso.

Mosca: avviata la “seconda fase” delle esercitazioni nucleari

Mosca: avviata la “seconda fase” delle esercitazioni nucleariRoma, 11 giu. (askanews) – Il ministero della Difesa russo ha annunciato oggi su Telegram l’inizio della “seconda fase” delle esercitazioni nucleari annunciate dal presidente Vladimir Putin.


“L’esercitazione punta a mantenere la disponibilità del personale e delle attrezzature per l’uso in combattimento delle armi nucleari non strategiche di Russia e Bielorussia al fine di garantire incondizionatamente la sovranità e l’integrità territoriale” del Paese, ha spiegato il ministero. “Nella prima fase, il personale si è esercitato a ricevere munizioni speciali, ad equipaggiarne i veicoli di lancio e a spostarsi segretamente nell’area di posizione designata per preparare i lanci missilistici”, ha aggiunto la stessa fonte.


Il presidente russo ha ordinato, il 6 maggio, lo svolgimento di esercitazioni nucleari in risposta ai commenti dei leader occidentali, tra cui l’omologo francese Emmanuel Macron, riguardo al possibile invio di soldati della Nato in Ucraina. Dall’inizio del conflitto in Ucraina nel febbraio 2022, Putin ha continuato a parlare apertamente del possibile utilizzo delle armi nucleari.