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Hamas accetta la risoluzione Onu ed è pronto a negoziare per il cessate-il fuoco a Gaza

Hamas accetta la risoluzione Onu ed è pronto a negoziare per il cessate-il fuoco a GazaRoma, 11 giu. (askanews) – Hamas accetta la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu per il cessate-il fuoco ed è pronto a negoziare i dettagli. Lo ha detto a Reuters l’alto responsabile di Hamas Sami Abu Zuhri.


Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha adottato ieri un progetto di risoluzione statunitense a sostegno del piano di cessate-il-fuoco a Gaza. Il testo, che “accoglie favorevolmente” la proposta di tregua annunciata il 31 maggio dal presidente americano Joe Biden e invita Israele e Hamas “ad attuarne pienamente i termini, “senza indugi e senza condizioni”, ha ricevuto 14 voti favorevoli, con l’astensione della Russia.

Germania, coalizione sui carboni dopo flop voto e avanzata destra

Germania, coalizione sui carboni dopo flop voto e avanzata destraRoma, 10 giu. (askanews) – Elezioni anticipate escluse, si dice dai palazzi di Berlino, ma la coalizione semaforo al governo in Germania scricchiola dopo il deludente risultato elettorale alle europee che ha visto Verdi in caduta libera, Liberaldemocratici in calo di consensi e Socialdemocratici superati al secondo posto dall’estrema destra di AfD. Un quadro poco rassicurante per un’alleanza che ha faticato a trovare risposte a una serie di gravi problemi che il paese deve affrontare, da un’economia stagnante alla profonda disfunzione del suo sistema di asilo.


E anche se le elezioni non sono previste prima dell’autunno del 2025, le lotte interne all’alleanza su tutto, dalla guerra della Russia all’Ucraina al bilancio, hanno alimentato le voci di possibili crisi infiammate dalla vittoria del centrodestra CDU-CSU e dall’avanzata dell’ultradestra. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, però, parlando in una riunione del SPD è tornato ad escludere il voto anticipato. A tirare per la giacca Scholz, in mattinata, anche il presidente della Baviera Markus Soder, rappresentante dell’Unione cristiano-sociale e leader dell’opposizione, che ha chiesto invece elezioni anticipate in Germania il prima possibile dopo il fallimento del Partito socialdemocratico alle elezioni del Parlamento europeo. Ma il portavoce di Scholz ha garantito che non accadrà quanto avvenuto in Francia, dove il presidente Emmanuel Macron ha sciolto l’Assemblea nazionale e convocato gli elettori alle urne per il 30 giugno dopo la valanga del partito di Marine Le Pen.


Secondo i risultati preliminari, l’Unione cristiano-democratica e cristiano-sociale (CDU/CSU) ha vinto le elezioni del Parlamento europeo, ottenendo il 30% dei voti, seguita dall’estrema destra dell’Alternativa per la Germania (AfD) con il 16,2% dei voti. Il partito al governo tedesco ha preso solo il 13,9%. Sommando poi i dati degli altri partner di coalizione, Verdi e Libdem, il risultato di domenica suggerisce che solo il 30% circa dei tedeschi sostiene ancora l’alleanza e quindi per alcuni il governo ha perso la sua legittimità. Ma i tre alleati temono che staccare la spina non farebbe altro che peggiorare la loro situazione e questo vale in particolare per il più piccolo dei tre membri della coalizione, il Partito Liberal-democratico, il cui leader Christian Lindner, che è anche ministro delle Finanze, è da mesi in disaccordo con i leader Verdi sulle priorità di spesa del governo, ma il suo misero 5% di ieri mette in discussione la sua stessa permanenza al potere. Se alle prossime elezioni del Bundestag dovesse scendere sotto il 5%, il partito verrebbe escluso.


Le elezioni di domenica sono state una prima volta anche per il voto degli elettori di 16 e 17 anni, che, secondo gli analisti avrebbero spinto la crescita dell’AfD, che nonostante gli scandali degli ultimi mesi ha guadagnato terreno. Un’analisi della TV pubblica tedesca ZDF suggerisce che il sostegno alla destra è solido tra i giovani tedeschi, con circa il 17% degli elettori di età compresa tra i 16 e i 24 anni che vota per l’ala di destra radicale AfD, mentre un altro 17% sostiene i conservatori CDU-CSU. Anche i social media e TikTok – dove l’AfD ha raccolto migliaia di follower – hanno avuto un ruolo nell’avvicinare i giovani. Per altri analisti l’AfD rappresenta un voto di protesta per coloro che sono insoddisfatti dell’attuale governo.


Intanto, proprio l’Afd, forte del suo secondo posto, sta cercando di riprendere in Europarlamento il dialogo con i partiti del gruppo ID, da cui è stata espulsa dopo le dichiarazioni del suo candidato principale Maximilian Krah. Quest’ultimo, eletto come eurodeputato, non farà parte della delegazione AfD. Altro voto di protesta quello per il nuovo partito populista tedesco, Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW), che combina politiche economiche di sinistra con visioni culturali di destra e arrivato sul panorama politico con un risultato previsto del 6,1%.

Il Consiglio di sicurezza Onu vota sulla risoluzione Usa per la tregua a Gaza

Il Consiglio di sicurezza Onu vota sulla risoluzione Usa per la tregua a GazaNew York, 10 giu. (askanews) – Il Consiglio di sicurezza dell’Onu voterà oggi alle 15, ora locale di New York, le 21 in Italia la risoluzione presentata dagli Stati Uniti in cui si chiede il cessate-il-fuoco a Gaza e un accordo sul rilascio degli ostaggi.


La risoluzione esorta Hamas ad accettare l’accordo ha detto la portavoce della missione americana all’ONU, aggiungendo che “Israele ha accettato questa proposta e il Consiglio di Sicurezza ha l’opportunità di parlare con una sola voce e invitare Hamas a fare lo stesso”. Nella dichiarazione si legge che accettare la risoluzione “contribuirebbe a salvare le vite e le sofferenze dei civili a Gaza, nonché degli ostaggi e delle loro famiglie. I membri del Consiglio non dovrebbero lasciarsi sfuggire questa opportunità e devono parlare con una sola voce a sostegno di questo accordo”.

Nyt: Hamas ordina di sparare agli ostaggi in caso di raid israeliano

Nyt: Hamas ordina di sparare agli ostaggi in caso di raid israelianoRoma, 10 giu. (askanews) – I leader di Hamas hanno dato ordine ai combattenti che si occupano degli ostaggi israeliani tenuti nella Striscia di Gaza di “sparare ai prigioneri se pensano che le forze israeliane stiano arrivando”. E’ quanto hanno detto funzionari israeliani al New York Times. Questo potrebbe spiegare la morte di tre ostaggi riferita da Hamas dopo il raid israeliano di sabato scorso a Nuseirat, nel centro di Gaza, in cui sono stati liberati quattro ostaggi. La loro morte, se confermata, potrebbe essere avvenuta proprio per mano dei miliziani, e non negli attacchi aerei israeliani, come sostenuto dal gruppo palestinese. L’esercito israeliano ha smentito quanto affermato da Hamas.


Di fatto, hanno detto funzionari americani e israeliani, le operazioni di salvataggio nella Striscia di Gaza rappresentano “un’eccezione”, tanto che i funzionari americani stanno facendo pressioni su Israele e Hamas perchè accettino un accordo che prevederebbe il rilascio degli ostaggi come parte di una tregua. Secondo il Nyt “un piccolo gruppo di ostaggi sarebbe tenuto vicino a Yahya Sinwar”, leader di Hamas a Gaza, usati come “scudi umani”.


Fonti Usa hanno fatto sapere che il leader di Hamas “si è spostato per Gaza, nascondendosi anche a Rafah per un certo periodo, e ora probabilmente è tornato a Khan Younis, la seconda città più grande di Gaza”, dove “la rete di tunnel è vasta e né gli Stati Uniti né Israele sono stati in grado di determinare la sua posizione precisa”.

Francia, al via le manovre per fermare Le Pen alle legislative

Francia, al via le manovre per fermare Le Pen alle legislativeRoma, 10 giu. (askanews) – Tre settimane per tentare di arginare l’avanzata travolgente dell’estrema destra di Rassemblement National: il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di giocarsi il tutto per tutto e all’indomani della vittoria di Rn in Francia sono iniziate le grandi manovre, sulla cui riuscita i principali quotidiani – Le Monde in testa – già avanzano dubbi. I dati dalle urne per le europee minacciano una svolta senza appello: il partito di Marine Le Pen guidato da Jordan Bardella ha ottenuto il 31,47% dei voti, più del doppio dei macronisti con la capolista Valerie Hayer (14,56%), il Partito Socialista (PS) con Raphaal Glucksmann si è fermato al 13,8%. Ma il capo dello Stato sembra scommettere che sia stato innanzitutto un voto di protesta, che può essere re-indirizzato.


Oggi Olivier Faure leader del Partito Socialista e Fabien Roussel dei Comunisti Francesi (PCF) invitano la sinistra a formare “un fronte popolare” contro l’estrema destra per le elezioni legislative anticipate che si terranno il 30 giugno e il 7 luglio. Già ieri sera François Ruffin di France Insoumise (LFI) ha affermato che “uniti, possiamo vincere”. Il leader di LFI ha esortato a lanciare un messaggio da sinistra “urgente, forte, chiaro” ma già fioccano i distinguo: “Non mi allineerò a ciò che dice oggi Jean-Luc Mélenchon”, ha avvertito il primo segretario del Partito socialista. “Ho fiducia nella capacità del popolo francese di fare la scelta più giusta per sé e per le generazioni future. La mia unica ambizione è essere utile al nostro Paese che amo tanto”, ha detto Macron per spiegare la sua scommessa sul voto anticipato, che secondo le indiscrezioni di stampa è stata presa e annunciata dal presidente durante una riunione molto ristretta e maltrado i dubbi di alcuni stretti collaboratori. Una “piccola cellula” stava lavorando all’Eliseo sulla possibilità di scioglimento del parlamento in caso di risultati come quelli poi usciti dalle urne, “una decina di persone che hanno mantenuto il segreto fino alla fine”, scrive Le Monde.


Il ministro degli Esteri Stephane Sejourné, leader del partito Rinascita del campo macronista – e che non sarebbe stato coinvolto nel piano elezioni anticipate – ha esortato a una “mobilitazione di tutte le forze repubblicane” contro l’estrema destra. “Il problema è anche che le spiegazioni iniziali che filtrano dall’Eliseo per giustificare questo scioglimento, un misto di bluff e auto-persuasione, sono così simili alle recenti trovate comunicative – dibattiti o discorsi che mettono in ombra il capo della lista Rinascimento, l’uso della guerra in Ucraina o la storia degli sbarchi alleati – che si sono rivelate tutte controproducenti”, commenta un editoriale di Le Monde. Il rischio è che in meno di un mese la Francia si ritrovi con un primo ministro di estrema destra. Sulla prospettiva di elezioni anticipate getta un’ombra un sondaggio condotto lo scorso dicembre, quindi da prendere comunque con cautela, ma che oggi viene rilanciato alla luce del verdetto delle europee. Il rilevamento commissionato dai Repubblicani (Lr, centro-destra) all’istituto Ipsos prometteva a Le Pen 243 e 305 seggi dell’Assemblea nazionale, e quindi la maggioranza relativa o addirittura assoluta (fissata a 289 seggi).

Francia, al via manovre per fermare Le Pen alle legislative

Francia, al via manovre per fermare Le Pen alle legislativeRoma, 10 giu. (askanews) – Tre settimane per tentare di arginare l’avanzata travolgente dell’estrema destra di Rassemblement National: il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di giocarsi il tutto per tutto e all’indomani della vittoria di Rn in Francia sono iniziate le grandi manovre, sulla cui riuscita i principali quotidiani – Le Monde in testa – già avanzano dubbi. I dati dalle urne per le europee minacciano una svolta senza appello: il partito di Marine Le Pen guidato da Jordan Bardella ha ottenuto il 31,47% dei voti, più del doppio dei macronisti con la capolista Valerie Hayer (14,56%), il Partito Socialista (PS) con Raphaal Glucksmann si è fermato al 13,8%. Ma il capo dello Stato sembra scommettere che sia stato innanzitutto un voto di protesta, che può essere re-indirizzato.


Oggi Olivier Faure leader del Partito Socialista e Fabien Roussel dei Comunisti Francesi (PCF) invitano la sinistra a formare “un fronte popolare” contro l’estrema destra per le elezioni legislative anticipate che si terranno il 30 giugno e il 7 luglio. Già ieri sera François Ruffin di France Insoumise (LFI) ha affermato che “uniti, possiamo vincere”. Il leader di LFI ha esortato a lanciare un messaggio da sinistra “urgente, forte, chiaro” ma già fioccano i distinguo: “Non mi allineerò a ciò che dice oggi Jean-Luc Mélenchon”, ha avvertito il primo segretario del Partito socialista. “Ho fiducia nella capacità del popolo francese di fare la scelta più giusta per sé e per le generazioni future. La mia unica ambizione è essere utile al nostro Paese che amo tanto”, ha detto Macron per spiegare la sua scommessa sul voto anticipato, che secondo le indiscrezioni di stampa è stata presa e annunciata dal presidente durante una riunione molto ristretta e maltrado i dubbi di alcuni stretti collaboratori. Una “piccola cellula” stava lavorando all’Eliseo sulla possibilità di scioglimento del parlamento in caso di risultati come quelli poi usciti dalle urne, “una decina di persone che hanno mantenuto il segreto fino alla fine”, scrive Le Monde.


Il ministro degli Esteri Stephane Sejourné, leader del partito Rinascita del campo macronista – e che non sarebbe stato coinvolto nel piano elezioni anticipate – ha esortato a una “mobilitazione di tutte le forze repubblicane” contro l’estrema destra. “Il problema è anche che le spiegazioni iniziali che filtrano dall’Eliseo per giustificare questo scioglimento, un misto di bluff e auto-persuasione, sono così simili alle recenti trovate comunicative – dibattiti o discorsi che mettono in ombra il capo della lista Rinascimento, l’uso della guerra in Ucraina o la storia degli sbarchi alleati – che si sono rivelate tutte controproducenti”, commenta un editoriale di Le Monde. Il rischio è che in meno di un mese la Francia si ritrovi con un primo ministro di estrema destra.


Sulla prospettiva di elezioni anticipate getta un’ombra un sondaggio condotto lo scorso dicembre, quindi da prendere comunque con cautela, ma che oggi viene rilanciato alla luce del verdetto delle europee. Il rilevamento commissionato dai Repubblicani (Lr, centro-destra) all’istituto Ipsos prometteva a Le Pen 243 e 305 seggi dell’Assemblea nazionale, e quindi la maggioranza relativa o addirittura assoluta (fissata a 289 seggi).

Germania, il successo dell’ultradestra di Afd: decisivo il voto dei giovani

Germania, il successo dell’ultradestra di Afd: decisivo il voto dei giovaniRoma, 10 giu. (askanews) – L’ultradestra di AfD è il secondo partito in Germania, davanti ai socialdemocratici della Spd. Secondo gli analisti della Frankfurter Allgemaine nel successo dell’estrema destra dell’Afd alle elezioni europee sono stati determinati gli elettori giovani (su cui puntavano, sbagliando, i verdi) e il voto dell’ex Germania Est, zona dove l’Afd si afferma come primo partito raggiungendo quasi il 30%.


I Verdi – scrive la Faz – non sono mai stati un partito popolare; hanno avuto solo una maggioranza relativamente ampia tra i giovani elettori. Ciò è stato dimostrato nelle elezioni europee del 2019, quando ha votato per loro una persona su tre sotto i 25 anni, e nelle elezioni federali del 2021 una persona su quattro. Poiché ai partiti piace dare per scontati i propri punti di forza, i Verdi contavano che questa tendenza si sarebbe prolungata e così non è stato. Domenica i Verdi hanno subito una drammatica sconfitta alle elezioni europee. I giovani si allontanano in gran parte dal partito (meno 23%), il che porta la loro prestazione a quasi il 12%. E anche se il leader del Partito dei Verdi Omid Nouripour ha affermato la notte delle elezioni che la protezione del clima non è una questione riservata solo ai Verdi e si tratta di una preoccupazione per tutti i partiti: i sondaggi post-elettorali mostrano che, dal punto di vista degli elettori, i Verdi sono innanzitutto un partito per la tutela del clima e anche tra i ragazzi la questione ha perso importanza. A ciò si aggiunge la disillusione nei confronti del lavoro del governo federale. L’AfD invece si è rilevato particolarmente forte tra i giovani elettori. Se il 17% di elettori ha votato per l’Unione, subito dietro si afferma l’AfD con il 16%. Mentre prima erano soprattutto gli elettori di mezza età a contribuire al successo del partito estremista di destra, ora l’Afd sembra far fatica soltanto ad ottenere il voto dei pensionati che prevalemente votano Unione o Spd.


Infine, nel successo dell’Afd c’è un fattore ‘regionale’. Nella Germania dell’Est l’AfD diventa la forza più forte con circa il 29% dei voti. Segue la CDU con circa il 20%, la BSW con quasi il 14% e molto indietro la SPD . Il sostegno all’AfD è ancora più evidente in Turingia con quasi il 31% e in Sassonia con oltre il 34%.

Europee, Schmit (S&D) plaude all’alleanza con von der Leyen e Ppe

Europee, Schmit (S&D) plaude all’alleanza con von der Leyen e Ppe

Bruxelles, 10 giu. (askanews) – Il commissario europeo agli Affari sociali e “candidato guida” dei Socialdemocratici per la presidenza della Commissione europea, Nicolas Schmit, commentando i risultati delle elezioni europee nella notte a Bruxelles, ha spalancato la porta al progetto di ricostituire la cosiddetta “maggioranza Ursula”. Ovvero un’alleanza fra i tre gruppi maggiori del Parlamento europeo, Ppe, S&D e Liberali di Renew, così come hanno già proposto, appena conosciuto il risultato delle elezioni, il presidente del Ppe, Manfred Weber e la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, candidata dallo stesso Ppe per un secondo mandato.


Questo voto, ha detto Schmit parlando nell’aula della plenaria dell’Europarlamento di Bruxelles, trasformata in sala stampa per la notte elettorale “è stato ancora una volta un momento democratico molto forte per l’Europa, un momento unico. Ormai i risultati elettorali sono più o meno noti, e voglio iniziare congratulandomi con il Ppe e con la sua ‘candidata guida’ Ursula von der Leyen”. “E’ chiaro – ha continuato Schmit – che per noi siamo aperti ad una forte collaborazione con tutte le forze democratiche presenti in questo Parlamento; lo abbiamo detto all’inizio e continuiamo a dirlo. Rimaniamo – ha rilevato – il secondo gruppo più numeroso e manteniamo più o meno il nostro numero di eurodeputati. Siamo pronti a negoziare un accordo per i prossimi anni per rendere l’Europa più forte, per rendere l’Europa più democratica, più forte socialmente ed economicamente, ma anche per renderla più sicura”.


“Sono anche molto felice – ha aggiunto il candidato guida dei Socialdemocratici europei – di sapere che le forze democratiche sembrano trovare il modo di lavorare insieme”. Ma, ha precisato “non c’è posto, nessuna possibilità per i nostri socialdemocratici di collaborare con coloro che vogliono smantellare, che vogliono indebolire questa Europa che stiamo costruendo da diversi decenni”. “Adesso tocca a noi – ha indicato Schmit – dare ai cittadini un messaggio chiaro, un messaggio forte, di speranza. Abbiamo detto chiaramente che questo messaggio riguarda l’Europa sociale, riguarda l’Europa che è consapevole, mette in atto e detta politiche che prevengono le catastrofi che stiamo vedendo quasi costantemente in Europa e in tutto il mondo. Ed è anche un’Europa che ha un’economia forte, competitiva a livello internazionale, ma anche un’economia che lavora per le persone e che le paga in modo giusto; che assicura buone condizioni di lavoro, ma anche che è orientata all’innovazione. E poi anche un’Europa della sicurezza. Viviamo in un ambiente geopolitico difficile. Abbiamo una guerra in Europa. L’Ue deve rafforzare la propria sicurezza, non solo esterna ma anche interna. Dobbiamo quindi affrontare molte sfide, e dobbiamo farlo ora in modo democratico, in modo che i partiti democratici dimostrino la loro capacità di affrontare queste sfide”.


A un giornalista che chiedeva se sia dunque disponibile a sostenere Ursula von der Leyen per un secondo mandato alla guida della Commissione, nonostante le polemiche pre-elettorali e la marcia indietro del Ppe sul Green Deal, Schmit ha replicato: “Ho ascoltato molto chiaramente i messaggi provenienti da Ursula von der Leyen, e quindi sono assolutamente consapevole e fiducioso che ci sia la disponibilità a lavorare insieme e a lottare per trovare i giusti compromessi, la giusta soluzione. E poi tutti hanno recepito il messaggio di queste elezioni: è importante ora che ci sediamo insieme e lavoriamo su un programma solido e forte, un programma che risponda alle aspettative delle persone”. ‘ “Quindi – ha continuato il “candidato guida” dei Socialdemocratici – non ho intenzione ora di speculare su eventuali risultati negativi, sono fiducioso che saremo in grado di riunirci per trovare un modo per governare l’Europa in un momento difficile. E anche in un momento in cui le aspettative nei confronti di questo Parlamento e della futura Commissione sono molto alte”. Quanto alla possibilità di allargare la maggioranza ai Verdi, oppure, come aveva indicato durante la campagna elettorale von der Leyen, a una parte dei Conservatori del gruppo Ecr, “la posizione dei socialdemocratici è molto chiara: noi – ha sottolineato Schmit – siamo aperti a tutte le forze democratiche, così come siamo vicini a tutti coloro che vogliono smantellare l’Europa, siano essi Ecr o ID. Ma con tutte le forze democratiche, coloro che condividono i valori dell’Europa, coloro che vogliono costruire un’Europa più forte, siamo pronti a lavorare con loro”, ha concluso.

Europee, in Francia stravince Le Pen, terremoto politico

Europee, in Francia stravince Le Pen, terremoto politicoRoma, 10 giu. (askanews) – Ultradestra primo partito, partiti proeuropei per la prima volta in minoranza nel Paese ed elezioni politiche anticipate: il risultato delle europee è un terremoto politico per la Francia e per l’Europa, con Macron principale vittima. Con il 99% del voto scrutinato l’estrema destra di Rassemblement national (RN) di Marine Le Pen e il capolista Jordan Bardella ha ottenuto infatti il 31,57% dei voti – il doppio della Renaissance del presidente Macron con la candidata Valérie Hayer (14,57%) e del piccolo movimento Place Publique, di Raphaël Glucksmann, sostenuto dai socialisti (13,78%), mentre la sinistra di Insoumis si è fermata al 9,74%. I partiti europeisti (LR, Renaissance, EELV, PS-Place publique) rappresentano quindi una minoranza di elettori (41,5%), per la prima volta dal 1979, anno delle prime elezioni europee a suffragio universale diretto.


Macron ha immediatamente tratto le conclusioni e convocato delle elezioni politiche anticipate al 30 giugno (con ballottaggio al 7 luglio) che lo trasformeranno verosimilmente in un’anatra zoppa, costringendolo ad una difficile convivenza con Marine le Pen; una decisione criticata dalla sinistra, secondo la quale l’Eliseo ha agito con eccessiva fretta. Una vittoria di Le Pen alle politiche rischia infatti di complicare anche i negoziati per la formazione di una nuova Commissione: sarebbe difficile infatti tenere fuori le leader di Francia e Italia, Paesi fondatori creando una frattura fra Commissione e Consiglio europeo. Ma allo stesso tempo i socialisti (senza i quali non è possibile alcuna maggioranza a Starsburgo) hanno ribadito il loro no a qualsiasi collaboarazione con la destra euroscettica e sovranista; i giochi si apriranno quindi con la proposta di una riedizione della “coalizione Ursula”, vale a dire Ppe, socialisti e quei liberali il cui principale pilastro era proprio il partito di Macron.

Europee, von der Leyen: pronti subito ad una alleanza con S&D e Renew

Europee, von der Leyen: pronti subito ad una alleanza con S&D e Renew

Bruxelles, 10 giu. (askanews) – “Rimane una maggioranza nel centro” dell’Europarlamento “per un’Europa forte, per la stabilità. In altre parole, il centro tiene”. Lo ha detto Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione europea e “candidata guida” del Ppe per un secondo mandato, commentando i risultati delle elezioni europee nella notte a Bruxelles.


“Da domani – ha annunciato von der Leyen, parlando nella plenaria di Bruxelles trasformata in sala stampa per la notte elettorale – contatteremo i gruppi politici dei Socialisti e Democratici e di Renew. Abbiamo lavorato bene insieme negli ultimi cinque anni. Possiamo basarci su una relazione costruttiva”, possiamo mostrare “che cosa può conseguire una Europa forte”. E insieme “da domani ricominceremo”. I tre gruppi maggiori del Parlamento, che formavano insieme la vecchia alleanza “Ursula”, sono rimasti il primo (Ppe), secondo (S&D) e terzo (Renew) dell’Aula, smentendo alcune previsioni che prospettavano un sorpasso di Renew da parte di uno o addirittura di entrambi i gruppi della destra sovranista, conservatrice (Ecr) ed estrema (ID). Insieme, i tre gruppi politici hanno insieme forte maggioranza europeista (circa 400 seggi), ben al di là della soglia della maggioranza assoluta di 361 seggi. Von der Leyen ha ricordato che queste elezioni “non si sono svolte in vacuum”, che ci sono minacce “interne ed esterne” per l’Europa, e ha denunciato “le forze estreme di destra e di sinistra che vogliono indebolire l’Ue”. Ma con l’ampia alleanza dei tre gruppi maggiori “non lasceremo che questo accada”, ha assicurato. “I risultati delle elezioni mostrano che la maggioranza dei cittadini vuole una Europa forte”, ha rilevato.


“Da domani non c’è tempo da perdere, dobbiamo costruire ponti con coloro che sono pro Europa e che la pensano in modo simile (‘like minded’, ndr)”, ha insistito von der Leyen, dicendosi poi “assolutamente fiduciosa di poter ottenere il secondo mandato” come presidente della Commissione, e di nutrire la stessa fiducia anche riguardo alla sua designazione da parte dei capi di Stato e di governo nel Consiglio europeo, in cui gode già, ha ricordato, di “un ampio sostegno”. Rispondendo a una domanda della stampa sulla possibilità di aggregare nell’alleanza europeista anche i Verdi, von der Leyen ha poi spiegato: “Nel Parlamento europeo cominceremo subito a lavorare con le forze che sappiamo sono affidabili, costruttive, efficaci, e innanzitutto i gruppi S&D e Renew, come primo passo; poi vedremo in un secondo tempo”, se allargare l’alleanza ad altri.