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Usa2024, i media commentano la vittoria di Trump: inizia era MAGA

Usa2024, i media commentano la vittoria di Trump: inizia era MAGANew York, 6 nov. (askanews) – L’elezione di Donald Trump a 47mo presidente degli Stati Uniti, segna una resurrezione politica per il magnate e lo lancia ancora una volta nella lista dei primati. Trump diventa il primo condannato a vincere la Casa Bianca. A 78 anni, è anche la persona più anziana mai eletta alla carica e la seconda a vincere un altro mandato non consecutivi, dopo il presidente Grover Cleveland.


I media americani dopo una notte di analisi e proiezioni accolgono la notizia con animo contrastante. “Don Deal – l’Affare Donald”, e’ il titolo digitale del New York Post di mercoledì mattina presto. Il tabloid di proprietà di Rupert Murdoch ha sostenuto Trump a ottobre e nell’edizione cartacea mattutina del giornale presenta un Trump sorridente con il titolo “Ci è riuscito di nuovo!”. “Trump Storms Back”, ha titolato il New York Times, usando un’espressione che indica il ritorno della furia del magnate alla guida del Paese. “Sbalorditivo ritorno al potere dopo una campagna oscura e provocatoria” è il sommario del Times per descrivere la “nuova era di incertezza” per il paese. La CNN preferisce un secco “Trump riprende il potere”, mentre il sito di notizie Axios calca la mano sulla nuova era inauguarata dal 47mo presidente: “Trump rieletto, inizia una nuova era MAGA”. Fedele alla cronaca è il Wall Street Journal che titola sul suo sito: “Donald Trump eletto 47mo presidente degli Stati Uniti. L’ex presidente e’ il primo in oltre un secolo a riprendersi la Casa Bianca dopo averla persa”.

Cos’hanno deciso gli elettori Usa sull’interruzione di gravidanza

Cos’hanno deciso gli elettori Usa sull’interruzione di gravidanzaNew York, 06 nov. (askanews) – A oltre due anni di distanza dalla decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di porre fine alla sentenza che garantiva il diritto all’aborto, gli elettori di 10 stati hanno espresso il loro voto per consolidare questo diritto nelle loro costituzioni statali.


Secondo le ultime proiezioni della CNN, le misure per proteggere l’accesso all’aborto in Arizona, Colorado, New York, Maryland, Missouri, Montana e Nevada saranno approvate. Negli stati di New York, Colorado e Maryland, dove l’aborto e’ legale, le misure manterranno l’attuale legislazione in vigore. In Missouri, l’emendamento ampliera’ notevolmente l’accesso all’aborto, che e’ attualmente vietato senza eccezioni per stupro o incesto. Analogamente in Arizona, si prevede che le urne annulleranno il divieto di aborto a 15 settimane di gravidanza.


La Florida ha invece bocciato il referendum che prevedeva l’estensione del periodo di aborto e lo stesso ha fatto il Sud Dakota. In Nebraska, gli elettori si confrontavano su due quesiti: uno prevedeva di inserire il diritto all’aborto fino alla 24 settimana, l’altro di mantenere l’attuale divieto e cioe’ aborto possibile entro 12 settimane. Gli elettori hanno bocciato il primo referendum e approvato il secondo.

Congratulazioni a Trump anche da Ryad, Cairo, Amman e Doha

Congratulazioni a Trump anche da Ryad, Cairo, Amman e DohaRoma, 6 nov. (askanews) – Anche re Salman dell’Arabia Saudita e il principe ereditario, Mohammed bin Salman, si sono congratulati con Donald Trump per il suo ritorno alla Casa Bianca. Re Salman ha elogiato le “strette relazioni tra i due Paesi e popoli amici”. Trump aveva intrattenuto ottimi rapporti con la potente monarchia del Golfo nel corso del suo primo mandato.


In Egitto, il presidente Abdel Fattah al Sisi si è felicitato con il neo presidente americano, auspicando “pace e stabilità” in Medio Oriente. Proprio come il re di Giordania, Abdullah II, che ha detto di voler lavorare nuovamente con Trump per “la pace e la stabilità nella regione”. Da parte del Qatar, l’emiro Sheikh Tamim bin Hamad al Thani ha inviato un messaggio di felicitazioni su X affermando che non vede l’ora di “lavorare di nuovo con il presidente Trump per promuovere la sicurezza e la stabilità nella regione e nel mondo”.

Arte, al via la mostra “Il Seicento a Villa Farnesina a Roma

Arte, al via la mostra “Il Seicento a Villa Farnesina a RomaRoma, 6 nov. (askanews) – L’École française de Rome, attiva in Italia dal 1875 per la ricerca e la formazione alla ricerca in storia, archeologia e scienze umane, prosegue il suo impegno nella valorizzazione del patrimonio culturale presentando la mostra “Il Seicento in Villa Farnesina” (Roma, 6 novembre 2024 – 12 gennaio 2025) che intende approfondire gli esiti seicenteschi delle opere create da Raffaello nella Villa Farnesina, nonché la fortuna dei soggetti iconografici ideati dal maestro di Urbino.


“L’iniziativa – ha spiegato Brigitte Marin, Direttrice dell’EFR- ha l’obiettivo di creare, come nei secoli scorsi, dei legami culturali tra Palazzo Farnese e Villa Farnesina. Le collaborazioni tra queste due residenze sulle due sponde del Tevere, rievocando il cosiddetto Ponte di Michelangelo, ideato nel 1540 ma mai costruito, rappresentano occasioni eccezionali per la costruzione di altri ponti simbolici, tra passato e presente e tra le nostre due istituzioni, e per far conoscere la storia e l’eredità dell’École. Inoltre, si inseriscono nel programma di celebrazioni per il 150° anniversario della sua istituzione”. L’esposizione racconta le nuove scoperte riguardanti la decorazione seicentesca della Farnesina: saranno mostrati al pubblico gli inediti affreschi dell’antico soggiorno della villa, ritrovati sopra la volta ottocentesca che li nasconde.


Si tratta di una porzione decorativa di epoca farnesiana, composta da un cielo con putti in volo intorno allo stemma Farnese al centro della volta, due putti su fondo blu nei peducci e un paesaggio dai colori autunnali che orna l’unica lunetta visibile. L’esposizione – con il patrocinio dell’Associazione Amici dell’Accademia dei Lincei, in collaborazione con l’École française de Rome nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni della sua Fondazione e con il Parco Archeologico del Colosseo – è curata da Alessandro Zuccari e Virginia Lapenta.


Le opere consentono di esaminare più a fondo l’influenza dello stile di Raffaello nella Roma del Seicento. A tal fine, sono esposte per la prima volta alla Farnesina sei importanti dipinti che si ispirano o riproducono gli affreschi dell’Urbinate e dei suoi collaboratori. Nella Loggia di Amore e Psiche, due belle rielaborazioni dei pennacchi dipinti da Giulio Romano (di provenienza Farnese e attribuite ad Antonio Carracci), appartenenti alle collezioni del Museo e Real Bosco di Capodimonte e oggi custodite presso la Camera dei Deputati; nella Loggia di Galatea due opere paradigmatiche del classicismo seicentesco: la Galatea di Pietro da Cortona, concessa dall’Accademia di San Luca, e la Galatea di Andrea Sacchi conservata in Palazzo Altieri; assieme alla copia seicentesca della Galatea dell’École française de Rome.


Con l’ausilio delle tecnologie digitali e con una prima campagna fotografica a cura di Luigi Spina, sono presentati al pubblico anche gli affreschi del XVII secolo, scoperti nell’intercapedine dell’originario soggiorno chigiano della villa. Si tratta di una novità rilevante per la conoscenza dell’edificio e della fase decorativa seicentesca, ottenuta nel quadro delle attività di conservazione e restauro svolte dall’Accademia Nazionale dei Lincei in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “Ringrazio l’Accademia Nazionale dei Lincei, il prof. Alessandro Zuccari e la conservatrice di Villa Farnesina, Virginia Lapenta, per aver proposto all’École française de Rome di partecipare all’organizzazione di questo convegno sui nuovi studi che riguardano Villa Farnesina e Palazzo Farnese nel Seicento, quando fecero parte di uno stesso patrimonio, quello dei Farnese, dopo l’acquisto della Villa voluta da Agostino Chigi da parte del grande Cardinale Alessandro Farnese nel 1579 – ha proseguito Brigitte Marin, Direttrice dell’École française de Rome – Dal 2021 si è aperta una fruttuosa stagione di collaborazione tra l’École e Villa Farnesina, sostenuta dal programma di restauro di Palazzo Farnese (tetti e facciate, un cantiere di 5 anni che sarà completato nel 2026), che costituisce un’ottima occasione per rivisitare e far conoscere ad un pubblico più vasto la storia di questo palazzo. Inoltre, – ha concluso Marin – l’École espone per la prima volta un dipinto di piccolo formato raffigurante la Galatea di Raffaello, di fronte all’affresco che ne ha fatto da modello e ad altre copie celebri, quelle di Pietro da Cortona e di Andrea Sacchi, il cui prestito ci offre una splendida occasione per riflettere sulla posterità della Galatea di Raffaello, figura che si trova anche, non a caso ma con un diverso motivo iconografico, nella galleria dei Carracci. Come altri pezzi del patrimonio della nostra istituzione che vengono messi in mostra in occasione del suo 150° anniversario, in particolare la sua collezione di antichi, questo dipinto, dopo la mostra attuale, sarà esposto nei saloni della residenza dell’EFR al secondo piano di Palazzo Farnese, ricordando ai visitatori i legami secolari e sempre vivaci tra Farnese e Farnesina”. “Questo quadro – ha detto Brigitte Marin, Direttrice all’École française de Rome commentando la scoperta e il restauro della copia seicentesca della Galatea a cura dell’École française de Romeha – mi sta particolarmente a cuore perché mi accompagna dal 2019, quando ho preso servizio all’École française de Rome. Si trovava nel salone d’angolo al secondo piano del palazzo, che ho trasformato nel mio ufficio al mio arrivo. Anche se molto danneggiato, ha attirato la mia attenzione. Seguì un’indagine per rintracciare il suo ingresso nel patrimonio dell’Ecole, poi il suo restauro, ora la sua esposizione e presto una pubblicazione. Questo quadro ha anche rivelato un personaggio affascinante, un collezionista romano, anch’egli caduto nell’oblio, come questo quadro, che ha donato all’École nel 1913, quando Louis Duchesne, che aveva stretto un legame con la sua famiglia, ne era direttore. Come altri pezzi del patrimonio della nostra istituzione che vengono messi in mostra in occasione del suo 150° anniversario, in particolare la sua collezione di oggetti antichi, questo dipinto, dopo la mostra attuale, sarà esposto nei saloni della residenza dell’EFR al secondo piano di Palazzo Farnese, ricordando ai visitatori i legami secolari e sempre vivaci tra Farnese e Farnesina”.

Mentre in Usa vince Trump, la crisi del governo tedesco entra nel vivo

Mentre in Usa vince Trump, la crisi del governo tedesco entra nel vivoMilano, 6 nov. (askanews) – Mentre si consolida la vittoria di Donald Trump nelle presidenziali Usa, “la crisi del governo tedesco sta entrando nella fase successiva e forse finale”. Lo scrive Bild. “Dalle 8 del mattino si sono seduti di nuovo insieme in Cancelleria capo di governo Olaf Scholz (SPD), il vice cancelliere Robert Habeck (Verdi) e in rappresentanza dei liberal democratici Christian Lindner.


“I tre si incontreranno ancora e ancora per tutta la giornata di mercoledì. In serata ci sarà la resa dei conti in seno al comitato di coalizione”, scrive la testata tedesca. Il leader dell’SPD Lars Klingbeil si aspetta una decisione sulla sopravvivenza della coalizione. “Oggi sarà una giornata cruciale”, ha detto questa mattina Klingbeil al Deutschlandfunk. Lo stesso vorrebbe che tutti e tre i partner della coalizione rinunciassero alle tattiche di partito. In particolare sembra essere in atto un forte dissidio tra Habeck e Lindner sui fondamentali. In una proposta Lindner chiede prima di risolvere i grandi problemi e poi di occuparsi della protezione del clima, ma i Verdi chiariscono: senza clima non può esserci svolta economica. Habeck afferma che l’errore più grande ora sarebbe “sventolare nuovamente o ignorare ciò che abbiamo già capito”.

Vittoria Trump, esperti: duro colpo a lotta a cambiamento climatico

Vittoria Trump, esperti: duro colpo a lotta a cambiamento climaticoRoma, 6 nov. (askanews) – Molte personalità impegnate nella lotta al cambiamento climatico valutano in modo estremamente negativo la rielezione di Donald Trump come presidente, citando la sua passata posizione negazionista sul climate change e la promessa di trivellare per trovare più combustibili fossili. Ma – scrive il Guardian – affermano anche che il progresso verso un’energia pulita ed economica è ormai inarrestabile e che l’azione di stati, città e aziende può continuare l’azione per il clima negli Stati Uniti, come durante il primo mandato di Trump. Il vertice sul clima delle Nazioni Unite Cop29, che inizierà la prossima settimana in Azerbaigian, vedrà la partecipazione di funzionari di Biden.


Christiana Figueres, responsabile del clima delle Nazioni Unite dal 2010 al 2016, che ha supervisionato lo storico accordo di Parigi, ha affermato: Il risultato di queste elezioni sarà visto come un duro colpo all’azione globale per il clima, ma non può e non fermerà i cambiamenti in corso per decarbonizzare l’economia e raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi.


Stare dalla parte del petrolio e del gas equivale a restare indietro in un mondo in rapido movimento. Le tecnologie per l’energia pulita continueranno a superare i combustibili fossili. Esiste un antidoto alla rovina e alla disperazione. È l’azione sul campo, e sta accadendo in tutti gli angoli della Terra”. Bill Hare, climatologo e CEO di Climate Analytics, ha affermato:


L’elezione di un negazionista del clima alla presidenza degli Stati Uniti è estremamente pericolosa per il mondo. Stiamo già assistendo a danni estremi, perdite di vite umane in tutto il mondo a causa del riscaldamento di 1,3 °C indotto dall’uomo. Il presidente Trump non sarà al di sopra delle leggi della fisica e non lo sarà nemmeno il paese che guida. Se Trump manterrà la sua minaccia di ritirarsi dall’accordo di Parigi, il più grande perdente saranno gli Stati Uniti”.


Gina McCarthy, ex consigliere nazionale per il clima della Casa Bianca e amministratore dell’Environmental Protection Agency, ha affermato: Non importa cosa possa dire Trump, il passaggio all’energia pulita è inarrestabile e il nostro paese non tornerà indietro. La nostra coalizione è più grande, più bipartisan, meglio organizzata e pienamente preparata a fornire soluzioni per il clima, a dare impulso alle economie locali e a guidare l’ambizione climatica. Non possiamo e non lasceremo che Trump si frapponga alla libertà di dare ai nostri figli e nipoti la possibilità di crescere in comunità più sicure e sane”. Mitzi Jonelle Tan, di Youth Advocates for Climate Action Philippines, ha affermato: Paesi come le Filippine stanno già subendo impatti climatici devastanti. Mentre l’industria dei combustibili fossili e leader come Trump si aggrappano a un sistema in collasso, non possiamo cedere. Dobbiamo continuare a organizzarci e a fare campagne per porre fine all’era dei combustibili fossili”. La dott. ssa Friederike Otto, co-fondatrice di World Weather Attribution presso l’Imperial College di Londra, Regno Unito, ha affermato: Il cambiamento climatico non si preoccupa della politica o del partito al governo. Gli Stati Uniti saranno colpiti da tempeste più forti e ondate di calore più calde finché il mondo continuerà a bruciare petrolio, carbone e gas. Dire che il cambiamento climatico non è reale o smantellare le politiche climatiche non cambierà la situazione. Spero che i governi locali siano in grado di fare un passo avanti in molti luoghi”.

Usa2024, Trump: abbiamo fatto la storia

Usa2024, Trump: abbiamo fatto la storiaRoma, 6 nov. (askanews) – “Abbiamo fatto la storia, abbiamo raggiunto un risultato politico incredibile”: lo ha detto Donald Trump ai suoi sostenitori a West Palm Beach, in Florida, annunciando che “aiuteremo il nostro Paese a guarire”.


“L’America ci ha dato un mandato molto forte”, ha aggiunto, ringraziando “per essere stato rieletto come 47esimo presidente” degli Stati Uniti. Questo risultato, ha aggiunto, è l’inizio di “un’età dell’oro”.

Usa 2024, Trump in vantaggio, per Harris ultima speranza il Blue Wall

Usa 2024, Trump in vantaggio, per Harris ultima speranza il Blue WallRoma, 6 nov. (askanews) – Con l’ex presidente Donald Trump che le proiezioni danno vincente in in North Carolina e in testa in tutti gli altri stati in bilico, il percorso verso la vittoria della vicepresidente Kamala Harris si sta restringendo e rende le vittorie negli stati del “Blue Wall” – Wisconsin, Michigan e Pennsylvania, in particolare quest’ultimo, ancora più importanti.


Vincendo la Carolina del Nord, Trump ha diverse opzioni per raggiungere la soglia dei 270 voti elettorali: può raggiungere il numero magico vincendo in Georgia (16 voti) e Pennsylvania (19 voti) o vincendo in Georgia (16 voti), Michigan (15 voti) e Wisconsin (10 voti). Può anche ottenere la Casa Bianca vincendo in Wisconsin (10 voti) e Arizona (11 voti), così come altre combinazioni che coinvolgono il Nevada (6 voti). Ma ciò richiederebbe di rompere il muro blu degli stati settentrionali Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, tema su cui appunto ancora la campagna Dem punta per fermare l’ondata rossa. Attualmente Trump è avanti nello spoglio in Georgia (51%-48,3%) dove è stato scrutinato il 91% delle schede, in Michigan (51,5-46,7%), Wisconsin (50,9-47,6%), Pennsylvania (51,4-47,7%) dove lo spoglio è all’81% e Arizona, dove la corsa è più serrata con un testa a testa intorno al 49% per entrambi. Dal Nevada ancora non arrivano dati.

Usa2024, Trump conquista Nord Carolina, raggiunge 230 grandi elettori

Usa2024, Trump conquista Nord Carolina, raggiunge 230 grandi elettoriRoma, 6 nov. (askanews) – L’ex presidente americano Donald Trump controlla lo stato chiave della Carolina del Nord con il 50,8% dei consensi secondo i dati pubblicati da Associated Press che gli ha assegnato la vittoria nel primo “swing state”. Ottenendo altri 16 voti elettorali al momento Trump ha 230 grandi elettori contro i 205 della sfidante Kamala Harris, dato che lo avvicina alla Casa Bianca anche se si attendono i risultati degli altri sei stati contesi.


Alla festa elettorale di Trump, la folla è esplosa in applausi, con alcuni sostenitori che hanno alzato pugni in aria urlando “combattere, combattere, combattere”. Il miliardario Elon Musk, fervente sostenitore di Trump, ha pubblicato un breve messaggio su X: “Gioco, partita e incontro”, riferendosi al vantaggio nei risultati. Vincendo la Carolina del Nord, Trump ha diverse opzioni per raggiungere la soglia dei 270 voti elettorali: può raggiungere il numero magico vincendo in Georgia (16 voti) e Pennsylvania (19 voti) o vincendo in Georgia (16 voti), Michigan (15 voti) e Wisconsin (10 voti). Può anche ottenere la Casa Bianca vincendo in Wisconsin (10 voti) e Arizona (11 voti), così come altre combinazioni che coinvolgono il Nevada (6 voti). Ma ciò richiederebbe di rompere il muro blu degli stati settentrionali Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, tema su cui ancora la campagna Dem punta per fermare l’ondata rossa.


Attualmente Trump è avanti nello spoglio in Georgia (51%-48,3%) dove è stato scrutinato il 91% delle schede, in Michigan (51,5-46,7%), Wisconsin (50,9-47,6%), Pennsylvania (51,4-47,7%) dove lo spoglio è all’81% e Arizona, dove la corsa è più serrata con un testa a testa intorno al 49% per entrambi. Dal Nevada ancora non arrivano dati.

Election Night a Roma a Villa Miani, Usa festeggiano democrazia

Election Night a Roma a Villa Miani, Usa festeggiano democraziaRoma, 6 nov. (askanews) – (di Cristina Giuliano) Le sagome in cartone di Kamala Harris e Donald Trump davano la dimensione della festa a Villa Miani, invitando a sdrammatizzare quello che comunque è l’evento più importante, il momento apicale e il punto critico dell’anno più elettorale che la storia ricordi: le presidenziali Usa 2024. Ad aggiungere un tocco di eternità il panorama circostante che si stendeva sulla città eterna, mentre dentro, le bandiere americane e gli schermi sintonizzati su Cnn o Fox News chiarivano in continuazione che in questa elezione non ci sono certezze e ogni scenario rimane aperto.


A fare gli onori di casa a “l’America decide” – Election Night 2024 l’ambasciatore Usa presso la Repubblica Italiana e San Marino Jack Markell. “Il voto è la chiave della democrazia e le persone che hanno la fortuna di vivere in democrazie devono esercitare questo diritto” ha detto. “In queste elezioni, ci sono state così tante persone che hanno votato in anticipo e questo mostra un certo entusiasmo e che per quanto ascoltiamo gli esperti, alla fine della giornata, quello che dicono non conta poi così tanto. Ciò che conta è ciò che fa la gente”, ha aggiunto. La festeggiata insomma era la democrazia. Non a caso nel corso della serata sono stati premiati anche i vincitori italiani di un contest sui social, lanciato dalla rappresentanza diplomatica in occasione delle presidenziali Usa dal titolo “What Democracy REELY is”: si tratta dei ragazzi del dipartimento di Scienze Politiche di Roma Tre, che hanno “saputo far sentire tante voci, rappresentando con originalità l’importanza della partecipazione collettiva”.


“Quale che sia la geometria di proposte e programmi che la nuova presidenza americana esprimerà, l’Italia e gli Stati Uniti potranno sempre contare l’uno sull’altro”, ha detto Mariangela Zappia, ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, in collegamento da Washington Dc, dove ha notato si moltiplicano i “watch parties, come quello che state facendo voi” a Roma “e che sono un po’ dappertutto in città”. “I miei genitori mi hanno insegnato che il voto è un dovere civico da non sprecare e io ho portato questo insegnamento con me”, ha dichiarato in perfetto italiano l’incaricato d’Affari dell’Ambasciata degli Stati Uniti d’America presso la Santa Sede Laura L. Hochla, dicendo la sua dal palco come anche Jeffrey Prescott, ambasciatore Usa presso le Agenzie Onu a Roma.


Tra gli invitati a Villa Miani – nell’ordine delle diverse centinaia – molti nomi noti della politica italiana e non solo della politica. Nella lista dei presenti due ministri: Eugenia Maria Roccella e Luca Ciriani. Il sottosegretario alla Difesa Matteo Perego di Cremnago. E ancora da Aurelio De Laurentiis al vice-presidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè, da Lucio Malan presidente dei senatori di Fdi al presidente della Figc Gabriele Gravina. Qualcuno mostra la foto di Valeria Marini, appena andata via, o uno scatto con Amii Stewart. E mentre buona parte della folla, dopo l’una di notte iniziava a fluire via, i cartonati di Harris e Trump erano ancora là, metafora di quel testa a testa che ha i suoi tempi. O come ha detto Markell: “Non sappiamo quanto tempo ci vorrà questa volta, ma diciamo solo che ci sono molte persone che sono molto concentrate. Oggi ho visto video di persone che già contavano i voti in Arizona e in altri posti. Ogni stato ha il suo modo di fare le cose, ma in una democrazia e in una repubblica, è così che funziona”.