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Le elezioni Europee, tra sondaggi e incertezze al voto i 27 Stati dell’Ue

Le elezioni Europee, tra sondaggi e incertezze al voto i 27 Stati dell’UeRoma, 6 giu. (askanews) – Le elezioni europee si tengono ogni cinque anni, quest’anno il voto si terrà in tutti i 27 Stati membri nel weekend del 6-9 giugno in base alla data scelta da ciascun Paese, anche se Finlandia e altri hanno iniziato già nei giorni scorsi con il voto anticipato. In Italia si vota dalle 14 alle 22 di sabato 8 e dalle 7 alle 23 di domenica 9.


Attualmente, gli eurodeputati sono 705, mentre nella legislatura che si insedierà questa estate saranno 720, grazie ai 15 seggi ripescati tra quelli che erano andati ‘persi’ con la Brexit. Gli eurodeputati vengono eletti da tutti i 27 stati membri in base a un rapporto di proporzionalità decrescente rispetto alla popolazione nazionale: ogni Stato membro ha diritto a minimo sei e massimo 96 eurodeputati. L’Italia elegge 76 deputati: è il terzo contingente nazionale più numeroso, dopo quelli tedesco e francese (96 e 81 deputati rispettivamente). Ecco di seguito i Paesi, i sondaggi e le tendenze in vista della tornata elettorale, che in alcuni Paesi si affianca ad elezioni politiche, locali e referendum.


AUSTRIA In Austria, secondo i sondaggi il Partito della Libertà, il populista di estrema destra FPO, è vicino al 30% in vista delle Europee, dato che fa ipotizzare che il partito euroscettico potrebbe aspirare a guidare il governo dopo le elezioni di settembre. Il partito è in testa nei sondaggi dalla fine del 2022 e detiene già tre dei 19 seggi assegnati all’Austria. Il FPO è davanti sia al partito Socialdemocratico di centrosinistra SPO (22%) che al Partito popolare di centrodestra o OVP (21%).


Intanto, i Verdi, al governo con i Popolari, stanno cercando di salvare il loro pacchetto di voti, fermo al 5%, ma lo scandalo che ha travolto la giovane attivista per il clima, candidata alle Europee, Lena Schilling, ha ridotto i consensi. Il ‘caso Schilling’, come lo hanno soprannominato i giornali austriaci, è iniziato all’inizio di maggio, quando i media locali hanno pubblicato una serie di articoli che mettevano in dubbio l’idoneità dell’ex attivista al ruolo. BELGIO Il Belgio va verso una tripla elezione il 9 giugno, con gli elettori che voteranno per eleggere un nuovo parlamento federale, parlamenti regionali e i membri del Parlamento europeo, tutti nello stesso giorno. È quella che il Paese chiama la ‘madre di tutte le elezioni’.


Il triplo voto potrebbe mettere ancora una volta il Paese in difficoltà. Nella parte settentrionale del paese di lingua olandese, le Fiandre, si prevede che vinceranno i nazionalisti fiamminghi di estrema destra e di destra, con il partito nazionalista e indipendentista Vlaams Belang (‘Interesse fiammingo) in testa ai sondaggi con il 27,4% (nel gruppo Identità e Democrazia, ID). Nella metà meridionale francofona, la Vallonia, i socialdemocratici e l’estrema sinistra hanno dominato la campagna. Il Partito socialista belga (PS), situato dall’altra parte dello spettro politico rispetto a Vlaams Belang, è in testa ai sondaggi con il 21,3%, leggermente davanti al partito di centrodestra Mouvement Réformateur (MR) con il 20,5%. Il Belgio elegge 22 eurodeputati. BULGARIA In Bulgaria domenica 9 giugno si vota sia per l’Europarlamento, sia per le elezioni politiche anticipate. A tenere banco è la figura del controverso magnate dei media Peevski. Per quanto riguarda l’Europarlamento le proiezioni preliminari indicano che il GERB (Ppe) di Borissov, che è al 26-27% delle preferenze, otterrà tra cinque e sei dei 17 seggi assegnati alla Bulgaria nel Parlamento europeo, rispetto agli attuali cinque. Il potenziale della coalizione filoeuropea e liberale PP-DB (Ppe e Renew Europe), che si attesta tra il 16 e il 17%, è compreso tra tre e quattro deputati, un grande passo avanti rispetto alle elezioni del 2019, quando avevano raggiunto un solo seggio. Il partito di minoranza turco DPS (ALDE) di Peevski probabilmente manterrà la quota attuale di tre deputati avendo il 14,9% nei sondaggi, mentre l’estrema destra filo-russa Vazrazhdane (ID) con il 14,8% punta a tre seggi. CIPRO Il 9 giugno Cipro si reca alle urne per le elezioni locali e quelle europee. Per quanto riguarda le elezioni europee le urne si apriranno alle 7 del mattino e chiuderanno alle 18. Cipro elegge sei deputati. Il Raggruppamento Democratico DISY, opposizione di destra, e l’AKEL di sinistra sono scesi sotto il 20%, mentre l’ELAM è salito al terzo posto (8%) e il Partito Democratico dell’alleanza di governo ha perso consensi scendendo al quarto (7%). Più di un terzo dell’elettorato è indeciso e il 9% ha dichiarato di volersi astenere. CROAZIA In Croazia, il 9 giugno si terranno le elezioni europee per la terza volta dall’adesione del Paese all’UE nel luglio 2013. Zabagria eleggerà 12 eurodeputati in un clima di ‘stanchezza’ dopo il voto per le elezioni generali del 17 aprile, con la vittoria dei conservatori di Andrej Plenkovic. La prima fase della campagna elettorale è stata oscurata dai complessi e controversi negoziati per la formazione del terzo governo di Plenkovic, leader dell’Unione Democratica della Croazia (HDZ) che fa parte del Ppe, che ha aperto a una coalizione con il Movimento Patriottico di destra, nazionalista e sovranista, che ha chiesto una serie di limitazioni molto conservatrici sui diritti LGBT. Il premier Plenkovic si è candidato come leader del HDZ per le europee, scelta premiata dai sondaggi che assegnano al partito il 30% e cinque seggi al Parlamento europeo, uno in più rispetto a cinque anni fa. Il Partito socialdemocratico (SDP), appartenente alla famiglia del S&D, otterrebbe il 25%, la stessa percentuale delle elezioni parlamentari, con quattro deputati. I Verdi di Mo emo! (Possiamo!) dovrebbero superare la soglia del 5%, con la base elettorale concentrata a Zagabria: dovrebbero guadagnare il 10% e un seggio. I sovranisti del Movimento Patriottico hanno visto calare il loro consenso elettorale, ora intorno al 7%, dopo essere entrati nel governo del loro tradizionale avversario Plenkovic. DANIMARCA Il sostegno ai tre partiti che compongono la coalizione di governo danese ha toccato il minimo storico, secondo un sondaggio d’opinione, dopo che la coalizione ha abolito un giorno festivo popolare lo scorso anno contro la volontà della maggioranza dei danesi. Il sostegno al governo danese non è mai stato così basso, con solo il 31,5% degli elettori pronti a votare per uno dei tre partiti di governo se domani si tenessero le elezioni generali, secondo un sondaggio Epinion realizzato per i media danesi DR: dal 2022 la Danimarca è governata da una coalizione composta da socialdemocratici (S&D), liberali e moderati (Renew Europe). Il sondaggio indica un calo fino al 18,6% rispetto alle elezioni del novembre 2022, dove il 50% votò per i socialdemocratici, i liberali (6,5%) o i moderati. Dati che fanno temere in vista delle Europee in cui si scelgono 15 eurodeputati. Nel sondaggio, con il sostegno del 19% degli elettori, il partito Socialdemocratico registra un calo dell’8% rispetto alle elezioni generali in cui aveva ottenuto il 27%. La maggior parte dei commentatori politici e degli analisti danesi concordano sul fatto che l’abolizione della Grande Giornata di Preghiera (Store Bededag) è una delle principali spiegazioni e punti di partenza del notevole calo del governo nei sondaggi d’opinione. ESTONIA L’Estonia ha diritto a un eurodeputato in più rispetto al passato, in tutto sette. Attualmente in testa ai sondaggi elettorali sono i socialdemocratici, che stanno raccogliendo molto più consensi di quanto non ne abbiano nella politica nazionale. Isama, membro del Partito popolare europeo (PPE) è ben posizionato. Sembra probabile che cinque dei sette seggi andranno agli attuali deputati estoni: Marina Kaljurand dei socialdemocratici, Urmas Paet del partito riformista, Jaak Madison del partito popolare conservatore estone (EKRE) e Riho Terras della Patria quasi sicuramente verranno rieletti. FINLANDIA La Coalizione Nazionale (legata al PPE) del Primo Ministro Petteri Orpo, il Partito Finlandese (di estrema destra, ECR), il Partito Popolare Svedese (Renew Europe) e i Democratici Cristiani (PPE) è di nuovo la numero uno: probabilmente otterrà quattro rappresentanti in parlamento. E le proporzioni non dovrebbero variare più di tanto: il partito di estrema destra dovrebbe mantenere i suoi due seggi su 15. Il tutto mentre i Verdi e la sinistra stanno perdendo voti nelle fasce più giovani – dicono i sondaggi – a favore dell’estrema destra. FRANCIA In Francia sono 38 le liste in lizza, un numero record, di tre in più rispetto alle precedenti europee del 2019. Con più del 30% delle intenzioni di voto dall’inizio della campagna, Rassemblement national (Rn), guidato dal suo presidente Jordan Bardella, è in vetta alla classifica. L’ultimo sondaggio Ifop-Fiducial del 28 maggio attribuisce alla formazione di Marine Le Pen fino al 34% delle intenzioni di voto. Rassemblement National in Europa attualmente appartiene al gruppo di estrema destra Identità e Democrazia (Id) nel Parlamento europeo ma Le Pen ha dichiarato di recente di voler ottenere l’appoggio di Giorgia Meloni (Conservatori e Riformisti, Ecr) per unire i partiti di destra in un supergruppo di estrema destra. Per Renaissance, la lista della maggioranza presidenziale, i risultati dei sondaggi per le elezioni europee sono meno ottimisti. La capolista Valerie Hayer perde punti e molto spesso si attesta intorno al 15%. Dietro a Rn di oltre 15 punti, è tallonata anche dal candidato di Ps-Place publique Raphael Glucksmann, a cui spetta il 13-14% delle intenzioni di voto. Renaissance nell’Europarlamento fa parte di Renew Europe, gruppo politico liberale costituitosi dopo le europee del 2019 mentre Ps-Place Publique a Strasburgo siede nel gruppo dei Socialdemocratici e Progressiti. Ai piedi del podio, quattro liste si contendono la posizione, ma nessuna supera la soglia del 10%. GERMANIA Gli elettori tedeschi che si recheranno alle urne il 9 giugno per le Europee avranno la possibilità di scegliere la più grande delegazione dell’Europarlamento, ben 96 deputati che a loro volta si insedieranno nei gruppi dell’emiciclo. Secondo i sondaggi al primo posto, stabilmente, resta la grande alleanza di centrodestra tedesca, quella dei cristiano-democratici della CDU-CSU, la spina dorsale del Partito popolare europeo, intorno al 30% delle preferenze. Meno chiari sono i dati sul secondo partito del Paese: la lotta è tra Socialdemocratici (SPD) e Alternative fur Deutschland (AfD) che si contendono il 16-17% dei voti. I Verdi, parte della coalizione semaforo, sono al quarto posto nei sondaggi. L’AfD ha perso consensi nelle ultime settimane a causa di alcuni scandali legati anche alla vicinanza a Mosca e alla Cina ed è insidiato dall’ascesa della Sahra Wagenknecht Alliance (BSW), un nuovo partito di sinistra che si è separato da Die Linke e che potrebbe strappare elettori anche all’AfD per le sue posizioni estremiste e populiste. Ma gli ultimi fatti di cronaca e la questione migranti potrebbero far risalire le preferenze. GRECIA I greci si recano alle urne per le elezioni europee furiosi per l’impennata dei prezzi, soprattutto di cibo e carburante, che hanno innescato un intenso dibattito politico tra i partiti su come arginare l’inflazione apparentemente inarrestabile. Il partito di centrodestra Nuova Democrazia (Partito popolare europeo/PPE) al governo ha ricevuto molte critiche per l’impennata dei prezzi e per l’incidente ferroviario irrisolto che ha ucciso 57 persone e causato la rabbia dell’opinione pubblica. Secondo un sondaggio pubblicato sul canale MEGA TV, il 40% degli intervistati considera l’impennata dei prezzi il problema principale del Paese. Ciò nonostante secondo lo stesso sondaggio Nuova Democrazia vincerà comunque le elezioni europee con il 31%, seguita da Syriza (Sinistra europea) con il 15,7% e dal socialista Pasok (S&D) con il 12,9%. Il Partito Comunista si attesta al 7,9%, seguito dal conservatore Soluzione Greca (ECR) al 7,3%. I greci eleggeranno in totale 21 deputati e la soglia è pari al 3%. IRLANDA Un totale di 73 candidati si sono presentati per i 14 seggi assegnati all’Irlanda nel Parlamento europeo nelle tre circoscrizioni elettorali di Irlanda Sud, Midlands Nord Ovest e Dublino, dove si vota il 7 giugno in una tornata che vede anche il voto per le locali. Secondo recenti sondaggi, il sostegno al Sinn Féin di Mary Lou McDonald’s continua a scendere: ha perso il 5% secondo l’ultimo sondaggio dell’Irish Times/Ipsos B&A, raggiungendo il livello del Fine Gael (21%), ma resta in leggero vantaggio. LETTONIA Per quanto piccola la Lettonia ha un peso strategico non indifferente e il politico lettone di Nuova Unità Valdis Dombrovskis che ha rappresentato per Riga in Commissione Europea un peso specifico non indifferente. Oggi rispetto alle ultime elezioni, la Lettonia ha diritto a un deputato in più pur con un panorama di voto abbastanza frastagliato. Alleanza Nazionale (ECR) ha il più alto sostegno tra i potenziali elettori secondo l’ultimo sondaggio pubblicato dalla radiodiffusione pubblica LSM: 11%, in aumento rispetto al sondaggio di marzo. Nuova Unità (PPE) è al secondo posto ma in calo: 8,1%. Il terzo è Harmony (S&D), che ha ottenuto il 7,1% a maggio ed è in vantaggio rispetto al sondaggio precedente. In crescita anche i progressisti, con il 5,9% dei potenziali elettori a sostenerli a maggio. Il partito ‘La Lettonia per prima’ ha un sostegno simile (5,8%) ed è anch’esso in rialzo. Spettano nove seggi. LITUANIA In Lituania, dove si sono appena svolte le presidenziali con la riconferma di Gitanas Nauseda, si guarda alle Europee come un momento di passaggio in vista delle legislative di ottobre, con un focus su Ucraina e rapporti con la Russia. Il centrosinistra lituano prevede grandi guadagni per la spartizione degli 11 seggi. Il Partito socialdemocratico (LSDP), affiliato al gruppo S&D (Socialists & Democrats) di centrosinistra, ha ricevuto il 15,9% dei voti alle elezioni europee del 2019 e ha inviato due eurodeputati a Bruxelles. L’anno successivo, il partito si è comportato male alle elezioni parlamentari, ricevendo poco più del 9% dei voti. Tuttavia, gli ultimi quattro anni all’opposizione sembrano aver avvantaggiato l’LSDP poiché recenti sondaggi mostrano il partito in testa, con il 24% di sostegno. Ciò li pone più di dieci punti avanti rispetto alla Homeland Union, che attualmente è al secondo posto nei sondaggi ma che alle precedenti elezioni europee aveva portato a casa il grosso. C’è poi un piccolo partito di minoranza polacca, affiliato all’ECR (Conservatori e Riformisti), chiamato Azione elettorale dei polacchi in Lituania – Alleanza delle famiglie cristiane (EAPL-FCA) che detiene attualmente un seggio al Parlamento europeo, dopo aver ricevuto il 5,5% dei voti nelle ultime elezioni europee. Ma potrebbe perderlo, visti i recenti sondaggi che collocano il sostegno al partito intorno al 2%. MALTA Secondo un sondaggio del Times of Malta il 39% degli elettori dichiara di voler votare per il Partito nazionalista, mentre il 52% afferma che voterà per i laburisti. Questo anche se la candidata del PN, Roberta Metsola, sia la candidata eurodeputata più popolare tra tutti i candidati di tutti i partiti. Nelle ultime europee del i laburisti hanno ottenuto il 54,3% dei voti contro il 38% del PN. La forte maggioranza prevista per il PL alle elezioni di giugno, tuttavia, non significa automaticamente che il partito manterrà il quarto seggio parlamentare. Ciò dipenderà dall’affluenza alle urne, dalla quantità di voti incrociati e dal fatto che gli elettori votino per tutti i candidati presenti nella lista di un partito. Malta elegge sei eurodeputati. OLANDA Secondo i sondaggi, l’Olanda dovrebbe spostarsi decisamente a destra nelle elezioni europee di giugno con il 25% degli elettori che sostengono il leader di estrema destra Geert Wilders, in linea con la sua grande vittoria nelle elezioni generali dello scorso novembre. Secondo l’indagine di Ipsos I&O, il Partito della Libertà di Wilders otterrebbe nove dei 31 eurodeputati olandesi, un grande miglioramento rispetto al 2019, quando il partito vinse il 3,5% dei voti e non riuscì a conquistare un solo seggio all’Europarlamento. Si prevede che l’alleanza Labour-GreenLeft, guidata dall’ex vicepresidente dell’UE Frans Timmermans, otterrà il secondo posto con il 20% dei voti, sette seggi europei, due in meno rispetto al totale attuale combinato come partiti separati. Il partito liberale VVD – guidato fino all’anno scorso dal primo ministro Mark Rutte – è al terzo posto con il 14,1% dei voti e sei seggi, due in più rispetto al 2019. In linea con le elezioni generali, il sondaggio mostra che le questioni chiave per gli elettori del 6 giugno saranno i migranti e i richiedenti asilo (per il 46%), il cambiamento climatico (per il 33%) e l’insicurezza internazionale (per il 30%). POLONIA In base all’ultimo sondaggio Ipsos diffuso da Pap, il testa a testa per le Europee è ancora invariato, proprio come alle politiche di fine 2023. Il 30% dei polacchi dichiara di votare per il PiS aderente al Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) alle elezioni del Parlamento europeo. Il 29% degli intervistati, sceglierebbe Coalizione Civica (Ko, centrodestra, parte del Partito popolare europeo a Strasburgo). Chiude il podio Confederazione, ossia l’estrema destra legata all’europeo Identità e democrazia (Id), che ottiene il 13%. Altri posti sono occupati da Trzecia Droga, ovvero Terza via aderente al Ppe e a Renew Europe (9%) e Lewica, ovvero la sinistra aderente a Socialisti e democratici (8%). La Polonia elegge 53 eurodeputati. PORTOGALLO Come i vicini spagnoli, anche i portoghesi considerano le elezioni europee come un’appendice delle politiche – con la differenza che il dato dell’astensione è di solito assai maggiore quando in lizza vi sono i seggi dell’Europarlamento (addirittura il 68% nel 2019). Proprio mobilitare il voto è l’obbiettivo della coalizione conservatrice al governo dopo le recenti politiche: Alianza Democratica viene accreditata dai sondaggi del 30% dei consensi, alla pari con i socialisti oggi all’opposizione. Ma le attese sono per il risultato di Chega, la formazione di ultradestra attuale terza forza in Parlamento e che ci si aspetta possa ripetere lo stesso risultato dello scorso marzo con il 15% delle preferenze. Il Portogallo ha 21 seggi. REPUBBLICA CECA Il partito dell’ex premier ceco Andrej Babis, ANO (Renew), è primo nei sondaggi in vista delle elezioni ceche per il Parlamento europeo con una forbice tra il 27,5% e il 33,5% dei voti. Secondo l’indagine STEM/MARK, l’alleanza Together dei democratici civici, TOP 09 e democratici cristiani sarebbe seconda con il 20%. L’ODS (ECR) attualmente al governo otterrebbe il 12%, con il suo sostegno in calo del 5% dalla primavera del 2023. I Sindaci e Libertà e Democrazia Diretta, di estrema destra, sarebbero al terzo posto con il 10,4%, davanti al Partito Pirata con il 10%. La Repubblica ceca ha 21 seggi. ROMANIA La vera novità delle elezioni europee 2024 in Romania è stato l’annuncio della lista comune dei due più grandi partiti politici del Paese, ideologicamente agli antipodi, per il Parlamento europeo e anche per le elezioni locali: Socialdemocratici (Psd) e Liberali (Pnl) hanno replicato la grande coalizione di governo lanciata nel 2021 annunciando che i due partiti, appartenenti ai Socialisti & Democratici (S&D) e al Partito popolare europeo (PPE), i due maggiori gruppi del Parlamento europeo, correranno insieme. L’obiettivo è contrastare l’ascesa dell’estrema destra rappresentata da Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), che attualmente raccoglie circa il 20% delle preferenze. La Romania elegge 33 eurodeputati. SLOVACCHIA Progresívne Slovensko (Slovacchia progressista) è in testa ai sondaggi in Slovacchia per le europee con il 23,4% davanti al partito di governo Smer-SD con il 17,3%. Segue il Movimento repubblicano con il 12,6% e Hlas-SD con l’11,2%. Progresívne Slovensko e Smer-SD hanno registrato nelle preferenze rispetto ad aprile e dopo l’attentato al premier Robert Fico. La Slovacchia ha 15 seggi. SLOVENIA La Slovenia si prepara alle elezioni europee in un clima politico relativamente stabile, ma il voto del 9 giugno potrebbe sorprendere la coalizione di governo perché nella stessa data è prevista anche una votazione su tre quesiti referendari: cure di fine vita, uso di cannabis per scopi medici e introduzione del voto di preferenza per le parlamentari donne. Il Movimento della Libertà (Gs), il principale partito parlamentare che esprime il premier Robert Golob, i Socialdemocratici (SD) e la Sinistra (Levica), partiti della coalizione di governo, potrebbero, però, finire dietro all’opposizione conservatrice guidata da Janez JanÜa, l’ex premier alla guida del Partito democratico sloveno (SDS). La Slovenia elegge nove eurodeputati. SPAGNA La Spagna si prepara ad affrontare un voto europeo che malgrado l’importanza dell’appuntamento per gli equilibri della futura Commissione – e della politica europea in generale – viene percepito in chiave esclusivamente interna, vale a dire come lo scontro decisivo fra il Psoe del premier Pedro Sanchez e il Partido Popular di Alberto Nuñez Feijoó. Secondo i sondaggi la spunterebbero i socialisti, che otterrebbero il 35% de consensi (+2% rispetto al 2019) con 21-24 seggi (dei 61 totali), contro il 30% del Pp (18-20 seggi, in notevole aumento rispetto al 21% di cinque anni fa in cui tuttavia si trovava ai minimi storici); l’ascesa della destra più o meno ultra verrebbe confermata da Vox come terza forza (10%, 5-6 seggi) mentre a sinistra la rottura fra Sumar e Podemos assegna alle due forze rispettivamente il 6% e 5% dei voti e 6-7 seggi, appena sopra quanto ottenuto nel 2019 dalla coalizione Podemos-Iu (con sei deputati). SVEZIA Il dibattito pubblico per le Europee in Svezia è dominato dallo scandalo della fabbrica di troll dell’estrema destra, dei Democratici Svedesi (SD, ECR), mentre la coalizione di centrodestra al potere sta cercando di prendere le distanze attraverso una più ampia collaborazione con i socialdemocratici nel Parlamento Europeo. SD non fa parte della coalizione di governo di centrodestra, composta da moderati, democristiani e liberali, ma la sostiene per una politica di immigrazione più dura. Senza il suo sostegno la coalizione crollerebbe, la vicenda è diventata quindi un incubo per la leadership del primo ministro Ulf Kristersson. Secondo un sondaggio Verian, le elezioni europee si stanno quindi rivelando più complicate del previsto per i membri della coalizione di governo di centrodestra composta da liberali (Renew Europe) e cristiano-democratici (PPE), nonché per il partito di centro dell’opposizione (Renew Europe). I liberali, che si presentano come il partito più europeista, hanno solo il 3,7%, sotto la soglia del 4% per entrare nel Parlamento europeo. I cristiano-democratici (PPE) e il partito di centro all’opposizione (Renew Europe) sono in difficoltà, con sondaggi rispettivamente del 4,2% e 4,5%, poco più della metà del loro risultato alle elezioni europee del 2019. I Democratici svedesi sono attualmente al 17%. Crescono anche il Partito Verde svedese e il Partito della Sinistra, che godono di un forte sostegno rispettivamente con il 9,5% e l’8,8%. La Svezia elegge 21 eurodeputati. UNGHERIA Le elezioni europee di quest’anno in Ungheria vedono per la prima volta dall’adesione di Budapest all’Ue la concomitanza con le elezioni locali per i sindaci e i governi locali. Oltre ai 21 deputati ungheresi, gli elettori eleggeranno il sindaco di Budapest, 3.177 sindaci, circa 16.500 consiglieri locali, 432 consigli di contea e 33 consigli di capitali. Inoltre, c’è una nuova prima volta: secondo le proiezioni di Europe Elects per Euractiv, il nuovo leader politico ungherese e principale sfidante del primo ministro Viktor Orbßn, Peter Magyar, dovrebbe ottenere tre seggi alle prossime elezioni europee. Buon risultato per il partito TISZA (Partito Rispetto e Libertà) che, però, non riuscirà a indebolire Fidesz, al 42% (in calo rispetto a 53 nelle elezioni nazionali del 2022). Magyar è emerso come sfidante del primo ministro all’inizio di quest’anno dopo che gli scandali politici hanno scosso il paese, provocando le dimissioni della sua ex moglie da tutte le sue posizioni, insieme al presidente Katalin Novßk. Ha poi avviato una campagna contro la leadership di Orbßn, pubblicando conversazioni registrate segretamente tra lui e la sua ex moglie, accusando la corruzione ai vertici del governo. Si prevede che TISZA, che dovrebbe attestarsi al 23%, aderirà al Partito popolare europeo (PPE), dal quale Fidesz è stato espulso nel 2021. Segue la coalizione di Partito Socialista, Verdi e Coalizione Democratica (24%).

D-Day, Biden: la democrazia non è mai garantita (e non permetteremo la sconfitta dell’Ucraina)

D-Day, Biden: la democrazia non è mai garantita (e non permetteremo la sconfitta dell’Ucraina)Milano, 6 giu. (askanews) – Il presidente Usa Joe Biden durante il suo discorso per la cerimonia franco-americana del D-Day ha specificato che “non ci allontaneremo” dalla difesa dell’Ucraina e non permetteremo “la resa (degli ucraini) ai prepotenti”. Perché “se lo facessimo, la libertà sarà soggiogata, tutta l’Europa sarà minacciata”, ha detto a Colleville-sur-Mer, luogo storico e simbolico dello sbarco in Normandia.


All’inizio del discorso Biden ha ricordato: “Hitler e quelli al suo fianco credevano che la democrazia fosse debole e che il futuro fosse nelle dittature”. Dopo aver messo in guardia sulla guerra in Ucraina, Joe Biden nel suo discorso per l’ottantesimo anniversario dello sbarco in Normandia – trasmesso dalla tv francese – ha affermato che “la democrazia non è mai garantita, ogni generazione deve preservarla, difenderla e lottare per essa”. Con chiaro riferimento alla guerra in Ucraina, Biden ha aggiunto: “Questa è la prova che affrontiamo oggi, il ricordo di coloro che combatterono allora, che salvarono il mondo allora, dobbiamo essere degni del loro sacrificio”, ha dichiarao, riferendosi alle persone che parteciparono allo sbarco.


“Le forze oscure non svaniscono mai” e “il desiderio di dominare, di controllare, di cambiare i confini con la forza” continua ancora oggi, ha osservato Biden in un discorso vigoroso, molto applaudito, molto apprezzato dalle persone presenti. Biden ha reso omaggio anche a “centinaia di migliaia di neri americani e donne che hanno prestato servizio militare” Tutti i soldati che hanno partecipato allo sbarco “sono stati sostenuti da altri americani coraggiosi”, sottolinea Joe Biden. “Centinaia di migliaia di neri americani e donne che hanno prestato servizio militare nonostante le ingiuste limitazioni su ciò che potevano fare per la nostra nazione”, ha notato il presidente americano.

L’80esimo anniversario dello sbarco in Normandia, il D-Day celebrato tra capi di Stato e star

L’80esimo anniversario dello sbarco in Normandia, il D-Day celebrato tra capi di Stato e starMilano, 6 giu. (askanews) – Oggi 6 giugno ricorre l’ottantesimo anniversario dello sbarco delle forze alleate in Normandia. In questa occasione vengono organizzate diverse cerimonie sulla costa, alla presenza di numerosi capi di Stato e di governo – compreso il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – , ma anche 200 veterani giunti per partecipare alle commemorazioni e provenienti, per la maggior parte, da Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna: la cerimonia più importante, questo pomeriggio a Omaha Beach, riunirà 25 capi di Stato e di governo (compreso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky). Le cerimonie si svolgono in condizioni di massima sicurezza con la mobilitazione di 43.000 agenti delle forze dell’ordine secondo il ministro degli Interni francese Gerald Darmanin.


I BIDEN Joe Biden e sua moglie Jill sono atterrati a Colleville-sur-Mer alle 10.15: una città importante nella storia della Seconda Guerra Mondiale, poiché qui sono sepolti 10.000 soldati americani. È previsto in particolare che il presidente americano incontrerà i veterani americani del D-Day prima di partecipare ad una cerimonia, prevista per mezzogiorno. I Biden sono arrivati all’aeroporto di Caen-Carpiquet alle 9.45. Il presidente americano e la moglie sono poi saliti a bordo del Marine One, l’elicottero che li ha portati a Colleville-sur-Mer. I MACRON Emmanuel e Brigitte Macron sono arrivati al memoriale di Ver-sur-Mer poco prima delle 10.50. Il presidente francese e sua moglie sono stati accolti da Rishi Sunak, primo ministro britannico, come previsto dal protocollo. Il capo dello Stato ha poi preso posto accanto a re Carlo III per presenziare alla cerimonia.


RE CARLO E CAMILLA Dopo aver iniziato il suo discorso con poche parole in francese, re Carlo accompagnato da Camilla ha reso omaggio nella sua lingua madre ai soldati britannici morti durante lo sbarco con “un senso di gratitudine molto profondo”. Poi ha continuato: “Abbiamo avuto la fortuna che una generazione di uomini e donne non ha fallito di fronte a questa prova”, ha dichiarato il sovrano britannico. E poi ha insistito: “Le nostre forze armate hanno fatto il loro dovere con un senso di determinazione, qualità così caratteristiche di questa generazione” ha detto durante la diretta della tv francese. LE STAR Tom Jones è salito sul palco per eseguire la sua canzone “I Won’t Crumble With You If You Fall”. Il cantante che domani compirà 84 anni, è stata applaudita calorosamente dal pubblico dopo la canzone. Tom Hanks e Steven Spielberg sono stati visti ieri mattina all’aeroporto di Caen-Carpiquet, lasciando intendere la loro presenza alle commemorazioni dell’80° anniversario dello sbarco in Normandia.


“CI SONO LUOGHI DOVE LA STORIA SI IMPONE” Presente a Utah Beach per il D-Day, il premier francese Gabriel Attal ha detto a France 2. “Ci sono luoghi dove la Storia si impone, le spiagge dello sbarco sono uno di questi”, ha dichiarato il Primo Ministro. E ha aggiunto: “Mi rende umile, il coraggio di questi giovani di 18-20 anni che sono arrivati in un Paese che non era il loro, per un ideale che era il loro, la libertà”. WILLIAM SENZA KATE A Juno Beach, il principe William ha reso omaggio ai 14.000 soldati canadesi che hanno contribuito al successo del D-Day. “Erano lontani da casa. Erano fianco a fianco con migliaia di truppe britanniche”, ha ricordato l’erede alla corona britannica, per il quale “è difficile comprendere il coraggio necessario per gettarsi nella furia di quella battaglia quel giorno”. Secondo il principe William, “il loro coraggio e il loro sacrificio” hanno permesso di portare a termine “l’operazione militare britannica più ambiziosa della storia”. William è apparso alla cerimonia senza la consorte Kate.


LA MARSIGLIESE E “DIO SALVI IL RE” Sono risuonati a Ver-sur-Mer l’inno francese e quello britannico. Dopo la deposizione delle corone davanti al monumento ai caduti, l’orchestra ha eseguito la Marsigliese. L’inno francese è stato seguito da “God save the King”. Intanto le Red Arrows disegnavano nel cielo i colori di due Paesi: blu, bianco e rosso.

Attaccata una scuola dell’Unrwa a Gaza, decine di morti. L’idf: eliminati terroristi

Attaccata una scuola dell’Unrwa a Gaza, decine di morti. L’idf: eliminati terroristiRoma, 6 giu. (askanews) – Le forze israeliane hanno condotto un attacco aereo israeliano contro una scuola gestita dalle Nazioni Unite nel centro di Gaza: sono almeno 45 i morti, secondo quanto riferisce la Cnn, citando un portavoce del ministero della Sanità di Gaza.


La scuola, gestita dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), al momento del raid ospitava gli sfollati del campo profughi di Nuseirat. Le forze di difesa israeliane (IDF) sostengono che, quando è stata colpita dall’attacco aereo israeliano, all’interno della scuola dell’Unrwa si trovavano tra i 20 e i 30 militanti di Hamas e della Jihad islamica, i quali “hanno diretto attacchi terroristici dall’area della scuola, sfruttandola come luogo civile e come rifugio”. “L’attacco ha eliminato i terroristi che avevano pianificato di effettuare attacchi terroristici e portare avanti imminenti piani terroristici contro le nostre forze”, ha affermato l’Idf, aggiungendo che “prima dell’attacco sono state adottate molte misure per ridurre al minimo il rischio di danni a persone non coinvolte” – compresa l’analisi di riprese aeree e l’utilizzo di informazioni d’intelligence precise.

Stoltenberg: la Nato non invierà forze in Ucraina

Stoltenberg: la Nato non invierà forze in UcrainaRoma, 6 giu. (askanews) – “La Nato non ha intenzione di schierare forze in Ucraina”, ha detto oggi il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg. “Ci stiamo concentrando su come possiamo stabilire un quadro di sostegno più forte, con il quadro istituzionalizzato per l’Ucraina, e su come stabilire e concordare un impegno finanziario a lungo termine per garantire che saremo al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo necessario”, ha commentato il leader della Nato in una conferenza stampa congiunta con il presidente finlandese Alexander Stubb a Helsinki.


Negli ultimi mesi ci sono state lacune e ritardi nella fornitura del sostegno militare all’Ucraina, ha affermato Stoltenberg, aggiungendo che è necessario garantire che “questo non accada di nuovo”. “E’ per questo che ora stiamo lavorando nella Nato su come istituire una missione Nato per l’Ucraina”, ha aggiunto il leader dell’Alleanza, secondo cui non ci sarebbe “alcuna minaccia imminente” contro i Paesi membri. Il presidente finlandese, da parte sua, ha detto che Helsinki non prevede di inviare militari in Ucraina. “Siamo in conversazione con i nostri alleati sulle varie opzioni con cui possiamo aiutare l’Ucraina, siano esse finanziarie, militari o legate alle munizioni”, ha aggiunto Stubb.

Putin: arma nucleare? Qualsiasi mezzo se minacciata la sovranità russa

Putin: arma nucleare? Qualsiasi mezzo se minacciata la sovranità russaRoma, 5 giu. (askanews) – La Russia è costantemente accusata di agitare un “manganello nucleare”, ma le condizioni per l’uso dell’arma atomica da parte di Mosca sono descritte nella sua dottrina nucleare, che dichiara possibile l’utilizzo “di tutti i mezzi” in caso di minaccia alla sovranità e l’integrità territoriale russa. Lo ha dichiarato Vladimir Putin durante un incontro con rappresentanti dei media internazionali a margine del Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo.


Il conflitto in Ucraina non dovrebbe essere portato al punto di una minaccia di uso delle armi nucleari, ha affermato il capo del Cremlino, rilanciato dai media russi. L’agenzia Reuters ha chiesto al capo di Stato quale sarebbe la causa scatenante di una guerra nucleare e quanto il mondo sia vicino a questo rischio nel conflitto in Ucraina. “Tentano continuamente di accusarci di agitare una sorta di manganello nucleare. Ma ho forse sollevato la questione della possibilità di usare armi nucleari? L’avete fatto voi, mi avete portato su questo argomento, poi direte che stavo agitando un manganello nucleare”, ha detto. Il presidente russo ha citato la dottrina nucleare russa, secondo cui in caso di azioni che minacciano la sovranità della Russia, si ritiene possibile utilizzare “tutti i mezzi” a sua disposizione.

Putin: arma nucleare? Qualsiasi mezzo se minacciata sovranità russa

Putin: arma nucleare? Qualsiasi mezzo se minacciata sovranità russaRoma, 5 giu. (askanews) – La Russia è costantemente accusata di agitare un “manganello nucleare”, ma le condizioni per l’uso dell’arma atomica da parte di Mosca sono descritte nella sua dottrina nucleare, che dichiara possibile l’utilizzo “di tutti i mezzi” in caso di minaccia alla sovranità e l’integrità territoriale russa. Lo ha dichiarato Vladimir Putin durante un incontro con rappresentanti dei media internazionali a margine del Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo.


Il conflitto in Ucraina non dovrebbe essere portato al punto di una minaccia di uso delle armi nucleari, ha affermato il capo del Cremlino, rilanciato dai media russi. L’agenzia Reuters ha chiesto al capo di Stato quale sarebbe la causa scatenante di una guerra nucleare e quanto il mondo sia vicino a questo rischio nel conflitto in Ucraina. “Tentano continuamente di accusarci di agitare una sorta di manganello nucleare. Ma ho forse sollevato la questione della possibilità di usare armi nucleari? L’avete fatto voi, mi avete portato su questo argomento, poi direte che stavo agitando un manganello nucleare”, ha detto. Il presidente russo ha citato la dottrina nucleare russa, secondo cui in caso di azioni che minacciano la sovranità della Russia, si ritiene possibile utilizzare “tutti i mezzi” a sua disposizione.

Putin: fornitura armi a Kiev passo pericoloso, risposta asimmetrica

Putin: fornitura armi a Kiev passo pericoloso, risposta asimmetricaRoma, 5 giu. (askanews) – Nella lunga conferenza con i rappresentanti delle agenzie di stampa internazionali a margine del Forum di San Pietroburgo il presidente russo Vladimir Putin ha minacciato una risposta asimmetrica alle forniture di armi a lungo raggio all’Ucraina da parte dei Paesi occidentali aggiungendo che Mosca ha diritto a fornire armi alle regioni che verranno colpite dagli attacchi con armi occidentali. Il presidente russo ha anche auspicato che i rapporti con l’Italia vengano ripristinati rapidamente dopo la fine del conflitto.


“Stiamo riflettendo sul fatto che se qualcuno ritiene possibile fornire tali armi in una zona di guerra per colpire il nostro territorio e crearci problemi, allora perché non abbiamo il diritto di fornire le nostre armi della stessa classe a quelle regioni del mondo in cui verranno effettuati attacchi a strutture sensibili… La risposta potrebbe essere asimmetrica. Ci penseremo”, ha detto Putin. Il presidente russo ha spiegato che “la fornitura di armi alla zona di conflitto è sempre negativa. Inoltre, se ciò è dovuto al fatto che coloro che forniscono, non solo forniscono armi, ma controllano queste armi” “questo è un passo molto serio e molto pericoloso”. Gli Stati uniti dovrebbero smettere di fornire armi all’Ucraina e il conflitto finirà enro 2-3 mesi, ha sottolineato il numero uno del Cremlino aggiungendo di aver risposto a una lettera del presidente americano Joe Biden, definito un politico della vecchia scuola e “prevedibile”, e di aver chiesto di fermare gli aiuti militari a Kiev.


Parlando dell’Italia ha poi detto: “Speriamo vivamente che prima o poi, forse dopo che la situazione si sarà in qualche modo corretta in direzione ucraina, saremo in grado di ripristinare le relazioni con l’Italia, e forse anche più velocemente che con qualsiasi altro paese europeo”. Tornando al conflitto in Ucraina, Putin, ha pronosticato che “l’amministrazione americana costringerà la leadership ucraina ad autorizzare l’abbassamento dell’età di mobilitazione a 18 anni, e poi si libereranno di Zelensky… Secondo me ci vorrà un anno per farlo”.


E sul fronte dei rapporti con gli Stati uniti ha spiegato che alla Russia non interessa chi vincerà le elezioni presidenziali americane del 2024 e che non interferirà con la corsa: “In generale, non ci interessa”, Mosca lavorerà con qualsiasi presidente americano debitamente eletto, ha aggiunto Putin, sottolineando che non cambierà nulla di serio nelle relazioni Usa-Russia dopo il voto. Mosca non ha interferito e non interferirà nel processo politico statunitense, ma gli Stati Uniti si stanno “bruciando” dall’interno nel corso delle loro lotte politiche interne.

La risposta Ue alle accuse a Borrell del Congresso ebraico europeo

La risposta Ue alle accuse a Borrell del Congresso ebraico europeoBruxelles, 5 giu. (askanews) – Peter Stano, il portavoce dell’Alto Rappresentante per la Politica estera comune dell’Ue, Josep Borrell, ha difeso con forza lo stesso Borrell oggi a Bruxelles, durante il briefing quotidiano per la stampa della Commissione europea, dalle durissime accuse che gli sono state mosse dalle comunità e i leader ebraici con una risoluzione approvata ieri dalla Conferenza annuale dell’Associazione ebraica europea di Amsterdam.


Secondo la risoluzione, “l’Alto Rappresentante dell’Unione europea Josep Borrell ha dimostrato, sia prima che dopo il 7 ottobre, e attraverso il suo portavoce Peter Stano, un chiaro e ripetuto pregiudizio anti-israeliano”, e questo “ha contribuito in modo significativo all’antisemitismo in atto e alla denigrazione dello Stato di Israele nel suo insieme nello spazio pubblico europeo”. Borrell, inoltre è accusato di aver “attivamente favorito un clima negativo all’interno del Servizio per l’azione esterna dell’Unione europea nei confronti dello Stato di Israele durante il suo mandato”. La risoluzione “ricorda” poi al Consiglio europeo e alla Commissione europea “che il ruolo dell’Alto Rappresentante è ‘contributivo’” e rileva che “Borrell ha spesso arricchito (‘embellished’, ndr) di propria iniziativa le posizioni adottate dal Consiglio europeo”, anche “aggiungendovi” degli elementi, come nel caso comprese delle “critiche aperte alla presidente della Commissione europea che aveva dichiarato il sostegno a Israele dopo il pogrom di Hamas del 7 ottobre”.


L’Associazione ebraica europea, infine, “esorta il Consiglio europeo, alla luce del danno significativo” arrecato da Borrell “alle relazioni euro-israeliane e del suo contributo all’antisemitismo, a valutare adeguatamente il prossimo Alto Rappresentante”. Questo, conclude la risoluzione, al fine di “garantire che la posizione e la reputazione del Seae (il Servizio di azione esterna dell’Ue, ndr) non vengano sfruttate e manipolate per scopi di parte, come è avvenuto sotto l’Alto Rappresentante Borrell”. “Respingo fermamente – ha esordito Stano, rispondendo alle domande dei giornalisti – qualsiasi accusa di antisemitismo contro l’Alto rappresentante Borrell, o di contribuire all’ondata di antisemitismo. Ciò che sta facendo l’Alto Rappresentante, a nome dell’Unione europea, è cercare di raggiungere il consenso” tra gli Stati membri “quando si tratta di posizioni o azioni dell’Unione europea su eventi importanti, che rientrano nell’ambito della politica estera dell’Ue. E questo riguarda anche il conflitto a Gaza”.


“L’Alto Rappresentante – ha sottolineato il portavoce -non è prevenuto nei confronti di Israele; è preoccupato per la perdita di vite umane innocenti: durante gli attentati terroristici di Hamas del 7 ottobre, Borrell è stato molto chiaro e lo ha ripetuto innumerevoli volte; è preoccupato per la perdita di vite innocenti, per gli ostaggi ancora detenuti a Gaza, alcuni dei quali purtroppo non sono più vivi; ed è preoccupato per la vita dei civili innocenti che vengono uccisi nel corso delle ostilità in corso a Gaza”. Borrell, ha continuato Stano, “parla apertamente di questo, e cerca di trovare soluzioni, in modo che il ciclo di violenza sia finalmente interrotto, in modo che ci sia finalmente una risposta sostenibile alle legittime preoccupazioni di sicurezza sia dei palestinesi che di Israele”.


“Questo – ha rilevato il portavoce – non è antisemitismo; Borrell sta cercando, a nome dell’Unione, di avanzare e di formulare e formare un contributo dell’Ue per trovare soluzioni e risposte a tutte queste tragiche cose che stanno accadendo e per le quali le persone stanno pagando il prezzo più alto, con la loro vita. Indipendentemente dall’etnia, dall’appartenenza religiosa o dalla nazionalità”. Quanto all’accusa della risoluzione secondo cui Borrell si spingerebbe “di propria iniziativa” oltre le posizioni assunte unanimemente dai Ventisette, Stano ha replicato: “La risposta, molto semplice, è che sono gli Stati membri a giudicare se l’Alto Rappresentante stia oltrepassando o meno il suo mandato con il suo lavoro”. Borrell “agisce per loro conto, crea consenso tra loro, risponde a loro. Se qualcuno afferma che si possa far entrare qualcosa nelle conclusioni adottate dall’Unione europea su una determinata questione, ovviamente non sa come funziona l’Ue”. “Nel campo della politica estera – ha ricordato il portavoce -, indipendentemente dalle opinioni private o da qualunque opinione di uno specifico esponente dell’Ue, sia esso l’Alto Rappresentante o chiunque altro, le decisioni, conclusioni e azioni dell’Unione europea sono decise all’unanimità, da tutti gli Stati membri. Quindi nessuno può imporre le decisioni o le azioni di politica estera dell’Ue a 27 paesi, a meno che non vi sia un accordo unanime dei 27 Stati membri”. Oltretutto queste accuse “sono un po vaghe”, ha rilevato ancora Stano. “Ripeto, l’Alto Rappresentante è lì per parlare, agire per conto degli Stati membri e lavorare per andare avanti, per garantire che ci sia consenso da parte degli Stati membri dell’Unione europea su questioni nel campo della politica estera, di difesa e di sicurezza. Questo è ciò che sta facendo l’Alto Rappresentante”. “Gli unici a giudicare se oltrepassa o meno il suo mandato sono gli Stati membri ai quali risponde”, ha insistito Stato. “E finora – ha concluso – non ho visto alcuna dichiarazione da parte dei 27 Stati membri dell’Ue che affermi che l’Alto Rappresentante non sta facendo il lavoro che dovrebbe fare”.

L’Ue respinge le accuse del Congresso ebraico europeo a Borrell: non è antisemita

L’Ue respinge le accuse del Congresso ebraico europeo a Borrell: non è antisemitaBruxelles, 5 giu. (askanews) – Peter Stano, il portavoce dell’Alto Rappresentante per la Politica estera comune dell’Ue, Josep Borrell, ha difeso con forza lo stesso Borrell oggi a Bruxelles, durante il briefing quotidiano per la stampa della Commissione europea, dalle durissime accuse che gli sono state mosse dalle comunità e i leader ebraici con una risoluzione approvata ieri dalla Conferenza annuale dell’Associazione ebraica europea di Amsterdam.


Secondo la risoluzione, “l’Alto Rappresentante dell’Unione europea Josep Borrell ha dimostrato, sia prima che dopo il 7 ottobre, e attraverso il suo portavoce Peter Stano, un chiaro e ripetuto pregiudizio anti-israeliano”, e questo “ha contribuito in modo significativo all’antisemitismo in atto e alla denigrazione dello Stato di Israele nel suo insieme nello spazio pubblico europeo”. Borrell, inoltre è accusato di aver “attivamente favorito un clima negativo all’interno del Servizio per l’azione esterna dell’Unione europea nei confronti dello Stato di Israele durante il suo mandato”. La risoluzione “ricorda” poi al Consiglio europeo e alla Commissione europea “che il ruolo dell’Alto Rappresentante è ‘contributivo’” e rileva che “Borrell ha spesso arricchito (‘embellished’, ndr) di propria iniziativa le posizioni adottate dal Consiglio europeo”, anche “aggiungendovi” degli elementi, come nel caso comprese delle “critiche aperte alla presidente della Commissione europea che aveva dichiarato il sostegno a Israele dopo il pogrom di Hamas del 7 ottobre”.


L’Associazione ebraica europea, infine, “esorta il Consiglio europeo, alla luce del danno significativo” arrecato da Borrell “alle relazioni euro-israeliane e del suo contributo all’antisemitismo, a valutare adeguatamente il prossimo Alto Rappresentante”. Questo, conclude la risoluzione, al fine di “garantire che la posizione e la reputazione del Seae (il Servizio di azione esterna dell’Ue, ndr) non vengano sfruttate e manipolate per scopi di parte, come è avvenuto sotto l’Alto Rappresentante Borrell”. “Respingo fermamente – ha esordito Stano, rispondendo alle domande dei giornalisti – qualsiasi accusa di antisemitismo contro l’Alto rappresentante Borrell, o di contribuire all’ondata di antisemitismo. Ciò che sta facendo l’Alto Rappresentante, a nome dell’Unione europea, è cercare di raggiungere il consenso” tra gli Stati membri “quando si tratta di posizioni o azioni dell’Unione europea su eventi importanti, che rientrano nell’ambito della politica estera dell’Ue. E questo riguarda anche il conflitto a Gaza”.


“L’Alto Rappresentante – ha sottolineato il portavoce -non è prevenuto nei confronti di Israele; è preoccupato per la perdita di vite umane innocenti: durante gli attentati terroristici di Hamas del 7 ottobre, Borrell è stato molto chiaro e lo ha ripetuto innumerevoli volte; è preoccupato per la perdita di vite innocenti, per gli ostaggi ancora detenuti a Gaza, alcuni dei quali purtroppo non sono più vivi; ed è preoccupato per la vita dei civili innocenti che vengono uccisi nel corso delle ostilità in corso a Gaza”. Borrell, ha continuato Stano, “parla apertamente di questo, e cerca di trovare soluzioni, in modo che il ciclo di violenza sia finalmente interrotto, in modo che ci sia finalmente una risposta sostenibile alle legittime preoccupazioni di sicurezza sia dei palestinesi che di Israele”.


“Questo – ha rilevato il portavoce – non è antisemitismo; Borrell sta cercando, a nome dell’Unione, di avanzare e di formulare e formare un contributo dell’Ue per trovare soluzioni e risposte a tutte queste tragiche cose che stanno accadendo e per le quali le persone stanno pagando il prezzo più alto, con la loro vita. Indipendentemente dall’etnia, dall’appartenenza religiosa o dalla nazionalità”. Quanto all’accusa della risoluzione secondo cui Borrell si spingerebbe “di propria iniziativa” oltre le posizioni assunte unanimemente dai Ventisette, Stano ha replicato: “La risposta, molto semplice, è che sono gli Stati membri a giudicare se l’Alto Rappresentante stia oltrepassando o meno il suo mandato con il suo lavoro”. Borrell “agisce per loro conto, crea consenso tra loro, risponde a loro. Se qualcuno afferma che si possa far entrare qualcosa nelle conclusioni adottate dall’Unione europea su una determinata questione, ovviamente non sa come funziona l’Ue”. “Nel campo della politica estera – ha ricordato il portavoce -, indipendentemente dalle opinioni private o da qualunque opinione di uno specifico esponente dell’Ue, sia esso l’Alto Rappresentante o chiunque altro, le decisioni, conclusioni e azioni dell’Unione europea sono decise all’unanimità, da tutti gli Stati membri. Quindi nessuno può imporre le decisioni o le azioni di politica estera dell’Ue a 27 paesi, a meno che non vi sia un accordo unanime dei 27 Stati membri”. Oltretutto queste accuse “sono un po vaghe”, ha rilevato ancora Stano. “Ripeto, l’Alto Rappresentante è lì per parlare, agire per conto degli Stati membri e lavorare per andare avanti, per garantire che ci sia consenso da parte degli Stati membri dell’Unione europea su questioni nel campo della politica estera, di difesa e di sicurezza. Questo è ciò che sta facendo l’Alto Rappresentante”. “Gli unici a giudicare se oltrepassa o meno il suo mandato sono gli Stati membri ai quali risponde”, ha insistito Stato. “E finora – ha concluso – non ho visto alcuna dichiarazione da parte dei 27 Stati membri dell’Ue che affermi che l’Alto Rappresentante non sta facendo il lavoro che dovrebbe fare”.